IMMANUEL KANT
già incontrato con S.Anselmo e con l’illuminismo (definizione)
→Autore di formazione illuminista→ importanti interessi scientifici e critici (nei confronti della
religione→analisi di ciò che si può sostenere solo razionalmente)
→È il padre di quella parte della filosofia che prende il nome di criticismo
criticare: non solo mettere in luce difetti, ma anche valutare e analizzare (da crino:
giudicare/valutare)
➥Fase pre-critica: fase antecedente alla proposta della sua filosofia, formazione illuminista
e tematiche che influenzeranno la fase critica
nasce in Prussia orientale (attuale Lettonia) da una famiglia pietista (luteranesimo)→corrente
intransigente che si fonda sulle pratiche di pietà dell’esperienza religiosa
I protestanti credono nella predestinazione mentre i pietisti credono nell’importanza di fare
del bene
→Ha una doppia anima (pietista e illuminista)
(Slide su Classroom)
opere:
-Approda alla metafisica per cercare di affermare dio entro i limiti della sola ragione
Presenta la religione su una base razionale→la sua opera verrà censurata da Federico di
Prussia sebbene anche il sovrano fosse illuminista
-In questi anni Kant scrive anche l’argomento ontologico
Inizialmente studiando la metafisica rimane affascinato dall’ontologia, successivamente nella
parte critica cambierà idea
-I sogni di un visionario…:
Opera che parte dal concetto di Hume della causa (la causa si fonda sulla base
dell’abitudine o della fede)
→“Hume lo ha svegliato dal sonno dogmatico della metafisica”
Si rende conto che la metafisica non regge perché dovrebbe accettare di concatenare le
idee in una relazione causa effetto
-Teoria Kant laplace (interessi scientifici)
Insieme a un geografo, Kant ipotizza una teoria sull’origine dell’universo che riprende
Democrito
⥬La materia costitutiva dell’universo è un movimento vorticoso che fa si che avvenga la
aggregazione degli elementi che generano i pianeti, all’origine anche dell’allontanamento dei
pianeti e del loro moto (leggi di keplero)
alternanza di aggregazione e disgregazione
Meccanismo che spiega la genesi dell’universo
otterrà la cattedra di logica e metafisica
quando venne assunto dovette fare una dissertazione (“dissertazione del 1770” o “la forma e
principi del mondo sensibile e intelligibile")→discorso nel quale metteva in luce le proprie
teorie e le proprie ricerche
dal titolo capiamo il contenuto da cui Kant inizierà a riflettere (→quali sono le forme e i principi
logici con cui noi conosciamo il mondo sulla base dell’intelletto)
l’opera da inizio al periodo critico (→intuizione del criticismo che Kant chiama rivoluzione
copernicana kantiana)
Rivoluzione copernicana: copernico ha fatto capire al mondo che è la terra che si muove
intorno al sole (ha fatto una rivoluzione cambiando il modo di pensare)
Anche Kant ha fatto una rivoluzione non astronomica ma gnoseologica
ribalta la conoscenza (non devo parlare dell’oggetto ma del soggetto, il centro della indagine
è il soggetto, come io soggetto conoscente conosco la realtà e la organizzo, quale forma e
quali principi gli do)
➥Fase critica:
(giudizio: attribuire un predicato a un soggetto)
-empiristi (esperienza= il ragionamento induttivo→Hume addirittura arriva allo scetticismo)
“ogni corpo è pesante” (giudizio sintetico a posteriori, perchè prendo il soggetto, facendone
esperienza, e lo sintetizzo in un giudizio dopo che ho fatto esperienza)
vantaggio: mi permette di scoprire cose nuove ed esprimere un giudizio che è portatore di
novità
svantaggio: è a posteriori, ha valore solo dopo che ho fatto esperienza (è particolare e non
necessario)
-razionalisti (ragionamento logico=ragionamento deduttivo)
utilizzano dei giudizi analitici a priori→analizzo l’idea e cerco di esplicitarla instaurando una
relazione che deduco tramite l’analisi del soggetto, quindi dal soggetto deduco le
caratteristiche
“ogni corpo è esteso” è un giudizio analitico a priori, deducendo dal concetto di corpo
comprendo che ognuno deve avere il predicato dell’estensione
vantaggio: sono universali e necessari
svantaggio: il giudizio è tautologico (il predicato esprime quello che è già implicito nel
soggetto) e ciò da cui deduco può non essere così solido
Punto centrale della rivoluzione copernicana kantiana:
dopo la dissertazione del 70 Kant comincia a ragionare sulla forma e sui principi
⇒idea dominante della filosofia del tempo
es: abbiamo un foglio bianco su cui lascio un’impronta a partire dall’oggetto al soggetto (il
quale è neutro)→ da qui si arriva alle due diverse visioni (empiristi e razionalisti)
⇒per Kant quando conosco la realtà non sono così neutro e passivo
es: sono il contenitore che riceve il materiale a cui do una forma.
il modo con cui il soggetto ragiona sulla realtà non dipende dalla realtà stessa, ma solo dal
soggetto attraverso un modo di progettare la realtà comune a tutti (soggettivo a livello
universale)→lo spazio e il tempo sono la struttura che uso per percepire la realtà
(tutti collochiamo nello spazio e nel tempo ma non riusciamo ad avere una conoscenza di
spazio e tempo in se)
(come nella distensio animi di Agostino, visione del tempo tramite un soggetto misurante)
no idee innate, ma strutture che posso dedurre per arrivare a un giudizio sintetico a priori
rivoluzione gnoseologica: sposta l’attenzione dall’oggetto al soggetto
Per dare fondamento alla conoscenza dobbiamo concentrarci sul soggetto (che è il
fondamento della conoscenza)→si sposta l’asse gnoseologico sull’uomo
-Galilei: la conoscenza matematica e scientifica corrisponde alla realtà
-Kant: la conoscenza può essere scientifica ma ha valore solo per noi esseri umani, perché
spazio, tempo e causa sono nel soggetto, ma non si sa se corrispondono alla realtà
“non è possibile raggiungere una conoscenza metafisica, o meglio si può ma non sarà
scientifica (la metafisica non può essere scienza)”
→ il risultato di questo percorso è raggiunto attraverso uno studio critico della ragione
kant suddivide il suo percorso in tre opere (critica della ragion pura, pratica e del giudizio)
➡ critica della ragion pura (pura: ragione in sé e per se)
-primo problema: chi fa l’operazione di valutare la ragione?
= tribunale della ragione (della: può voler dire che la ragione in quanto soggetto valuta, ma
può anche voler dire che la ragione è l’oggetto, l’imputato in questo tribunale)
ci dice che la ragione è portata a un tribunale (complemento oggetto, genitivo oggettivo), ma
questo tribunale della ragione (soggetto, genitivo soggettivo) è la ragione stessa che valuta
la ragione
-come può la ragione giudicare se stessa?
è vero che coincidono ma prima la considero l’oggetto di indagine e poi come strumento
la ragione che giudica è attenta a considerare le strutture razionali che tutti gli uomini hanno,
concentrandosi sull’ analisi del soggetto
in altre parole giudica le strutture conoscitive che l’uomo ha in quanto tale
gli strumenti conoscitivi:
1) prima facoltà:
-la conoscenza sensibile, quindi i sensi
ma questo non basta, per conoscere serve un’attività razionale (come la mente attiva di cui
parla locke che collega ed elabora concetti)
2) seconda facoltà:
-l’ intelletto
è l’intus legere (leggere dentro la realtà) → facoltà che serve per comprendere la realtà e
collegare le categorie per esprimere un giudizio che corrisponde all’esperienza
3) terza facoltà:
-la ragione: capacità logico-razionale
serve per fare ragionamenti che portano a conclusioni
possono esserci sia ragionamenti deduttivi (si parte da idee e concetti)→ ma allora
dovrebbero esistere idee innate (ma gli empiristi ci dicono che sono discutibili).
e ragionamenti induttivi (parto da concetti che derivano o dall’esperienza o, come la
sostanza, qualità e quantità, non sono concetti ma strumenti di aggregazione per unire le
idee semplici).
=ci sono delle categorie che utilizziamo per formulare giudizi
ma se si volesse ragionare su tali categorie si starebbe ragionando su una struttura vuota.
se voglio ragionare devo sempre partire dall'esperienza in modo induttivo e poi andare oltre,
andando alla metafisica, ma bisogna vedere se ce la si fa con la ragione
(schema a pag 461)
➜la critica della ragion pura è costituita dalla dottrina degli elementi e quella del metodo
nella dottrina degli elementi vengono analizzate le facoltà, fino a dove può arrivare, che cosa
ci mette il soggetto (lenti azzurre) ...
la prima parte è dedicata all’analisi della sensibilità
anche se non è una conoscenza perchè ho sensazioni ma non mi viene detto tanto sulla
realtà, questa viene solo percepita
➜tutto questo viene presentato nell’estetica trascendentale
-trascendentale:
il concetto di trascendentale lo abbiamo già trovato in san tommaso (l’essere, l’uno, il vero, il
buono e il bello sono i trascendentali)
io giudico la realtà nella misura in cui il fondamento di queste caratteristiche è dio, che è
trascendentale
=è il fondamento di ciò che è nell’esperienza, ciò che è al di là dell’esperienza e fonda la
ragion d’essere dell'esperienza stessa, precede l'esperienza, è un a priori che rende
possibile l'esperienza.
nel percorso di kant l’a priori potrebbero essere le categorie che provengono dal soggetto, in
quanto senza tali elementi che il soggetto mette non ci sarebbe conoscenza (rivoluzione
kantiana)
-estetica:
aspetto esteriore, quello che appare
(importante nella filosofia kantiana il concetto di fenomeno e di noumeno)
fenomeno: realtà così come appare a me, realtà che di fatto si conosce, realtà azzurrata
ma il fenomeno ha la cosa in sé, la pura oggettività, senza la forma che il soggetti gli dà=il
noumeno
?) si può andare oltre l'esperienza che coglie la realtà in se
NO, il noumeno è pensabile ma non conoscibile
noi conosciamo solo il fenomeno (la realtà a cui noi diamo la forma)
il criticismo è la filosofia del limite (valutare la ragione e le sue capacità stabilendo dei limiti)
-se si conosce la realtà fenomenica tramite le procedure che gli uomini utilizzano si da vita a
una conoscenza fenomenica, ma universale per gli uomini
-ma se pretendi di conoscere con la ragione ciò che va al di là e cogliere il noumeno, stai
superando i limiti della ragione e non potrai avere una valenza scientifica=filosofia del limite
➜seconda parte dell'opera: logica trascendentale divisa a sua volta in analitica (intelletto)
e dialettica (ragione)
logica trascendentale: si organizza la sensibilità attraverso un ragionamento logico
due facoltà che fanno tale ragionamento logico:
➢l’intelletto: ciò che legge e guarda dentro la realtà (analizzato nell’analitica)
➢la dialettica: ciò che collega le idee per fare un ragionamento che porta oltre alle
esperienze (compito della ragione)
→ i nostri sensi nel momento in cui conoscono, non prescindono dal qui e dall’ora, dallo
spazio in cui colloco la sensazione e dal tempo in cui la percepisco
Spazio e tempo cosa sono? Domanda ricorrente del settecento
Newton: introduce l’idea platonica dello spazio e del tempo assoluto, poichè altrimenti con la
relatività l’oggettività andrebbe a zero
⟶ Kant afferma che sono idee metafisiche
ma come faccio a intuire tali idee se non appartengo alla metafisica ma ad una realtà
empirica?
-Locke dice che spazio e tempo sono idee di relazione, siamo noi che costruiamo tali realtà
attraverso relazioni di elementi
-Kant dice lo spazio e il tempo non derivano dalla relazione e non sono realtà discorsive
-Leibniz: sono il risultato del percorso in cui raccontiamo ciò che percepiamo dando vita a
ciò che definiamo spazio e tempo
Kant passa ad un’esposizione trascendentale (si ragiona da un punto di vista pratico)
°prendiamo in esame la geometria: essendo un’intuizione dello spazio, si tratta quindi di
un’intuizione pura
nella sensibilità→ spazio e tempo non sono qualcosa di colto come realtà oggettiva ma
percepito dall’uomo come intuizione attraverso una modalità umana→questa intuizione pura
a priori che viene dall’uomo è quell'elemento a priori che rende possibile un giudizio sintetico
a priori
=l’elemento a priori ci permette di arrivare ad una conoscenza universale è l’intuizione dello
spazio, la quale non è oggettiva ma è il modo con cui organizzo la percezione empirica.
devo spazializzare e temporalizzare la realtà ma questo è solo un modo umano di
organizzare i dati sensibili
°lo stesso vale per il tempo (che è all’origine dell’ aritmetica)
questo modo è diverso rispetto alla realtà come è in sé ma è uguale tra gli esseri umani
è l’esperienza che mi permette di dedurre → quindi la realtà umana fenomenica è uguale
per tutti per quanto riguarda la stessa esperienza (soggettivamente universale)
prolegomeni (premessa ad ogni futura metafisica che voglia definirsi conoscenza): spiega
che “se faccio 5+7=12 è intuitivo perché ho una successione e arrivo a cogliere
intuitivamente il risultato sintetico della realtà che si sintetizza in 12”
⭆ il meccanismo è quello della successione temporale che è la modalità intuitiva a priori
della conoscenza sensibile che l’uomo ha
Il risultato dell’estetica trascendentale è che la sensibilità dell’uomo percepisce la realtà e
utilizza dei trascendentali→intuizioni pure, che precedono l’esperienza e senza i quali
l’esperienza non può avere luogo, senza che siano il prodotto dell’esperienza (spazio e
tempo)
Se spazio e tempo sono soggettivamente universali questi sono gli a priori che utilizziamo
quando facciamo dei giudizi sintetici quindi la matematica è una scienza
-Razionalisti: hanno dei giudizi universali e necessari perché a priori, quindi idee su cui si
ragiona deduttivamente per arrivare a un risultato necessario e universale
-Kant: la matematica si esprime con giudizi sintetici a priori quindi universali e necessari, ma
questa non è un’idea innata o un concetto da cui deduco senza l’esperienza, ma una
modalità (per dare un contenuto devo entrare nell’ esperienza)
Le intuizioni pure di per sé non mi danno nulla, ma l’esperienza che faccio sarà collocata in
uno spazio e in un tempo universalmente soggettiva
=per tutti questi motivi la matematica è una scienza
qui il limite nel caso della conoscenza spaziale o temporale è relativo perché raggiungo una
conoscenza universale e necessaria, ma ciò vuol dire criticare il percorso precedente
(newton, Locke…) e introdurre una rivoluzione in cui fondamentale è il soggetto che mette
solo la forma (→il trascendentale non è una condizione ontologica, ma gnoseologica così
che l’uomo possa conoscere la realtà)
le intuizioni pure se non ha un contenuto sono vuote, mentre l’esperienza non organizzata
dalla forma è vuota
?) però i giudizi sintetici a priori sono pur sempre giudizi che li fa l’intelletto e non la
sensibilità
=a questo punto la percezione sensibile deve essere lavorata dall’intelletto, che deve
collegare e fare un giudizio
?) la logica trascendentale deve prendere le diverse sensazioni e organizzarle in giudizi, ma
la sensibilità che è una modalità di conoscenza diversa da quella razionale come può
dialogare con l’intelletto (dualismo cartesiano)
→la sensibilità si avvale di spazio e tempo
tempo: intuizione pura del senso interno di come noi rielaboriamo in una successione
temporale
spazio: intuizione pura del senso esterno
anche la percezione sensibile attraverso lo spazio la posso rielaborare con il tempo come
successione temporale (traduzione utilizzando il tempo)
→ anche le categorie possono essere tradotte per mezzo della successione temporale
→ schematismo trascendentale: schema che mette in relazione ciò che arriva dalla
sensibilità alla modalità di elaborazione dell’intelletto
all’origine di tale traduttore che mette in relazione sensibilità e intelletto c’è il tempo
riepilogo:
→ estetica trascendentale e schematismo trascendentale
Come si collegano i dati della sensibilità con un lavoro attivo dell’intelletto che organizza dei
giudizi?
-nell’ analitica trascendentale Kant analizza tale questione
noi percepiamo (passivamente) come recettori, mentre quando elaboriamo dei giudizi
(attivamente) il nostro intelletto per ragionare utilizza dei concetti (che costruiamo a partire
dall’esperienza)→
1)li separa dai concetti puri (vuoti che hanno bisogno di essere riempiti)
2)costruisce la tavola dei giudizi (=attribuzione di un predicato a un oggetto)
es: S (soggetto) è P (predicato) ha bisogno di una verità che l’intelletto riconosce
(connessione analitica o asintetica, che ricorre all’esperienza)
(tavola dei giudizi su presentazione di Classroom)→categorie: sono quei concetti puri che
non hanno un contenuto e quindi sono solo elaborazione del nostro intelletto (=sono la
modalità, forme a priori, concetti puri)
analizza le diverse tipologie di giudizi e le classifica e poi riflette su come arriviamo a
costruirli (dodici giudizi e dodici categorie)
in un giudizio non uso solo una categoria per poter costruire con l’intelletto attivo un
collegamento sensato affinchè S è P
sensibilità e intelletto hanno bisogno di uno schematismo trascendentale (ovvero una
traduzione)
Queste categorie creano una struttura a priori che è fondamento dell’interazione tra esseri
umani perché di fronte alla stessa esperienza due individui ragionano allo stesso modo
la fisica è una scienza perché è l’uomo che organizza l’esperienza attraverso la causa.
nella sensibilità→concetti puri
nell’intelletto→ le categorie
= l’insieme da il giudizio→va a conoscere la realtà fenomenica (realtà così come appare a
me (occhiali lenti azzurrate))
-la realtà in sé si chiama noumeno-
La conoscenza è scientifica (lo scientifico è dato dalle categorie e dallo spazio-tempo)
per Galileo la realtà scientifica è la realtà (no differenza)
riepilogo tematiche affrontate:
-critica della ragion pura
-estetica trascendentale
-logica trascendentale:
analitica (:che analizza come l’intelletto mette insieme il materiale proveniente dalla
sensibilità per formulare un giudizio, per mezzo delle categorie) e dialettica
-hume: aveva criticato il concetto di sostanze
parla della causa come qualcosa che ci metto io, sono io che collego e lo facciamo sulla
base di un’associazione, ma non ho l’esperienza della causa
-kant: afferma che la causa è il trascendentale che utilizza l’intelletto per collegare
———————
kant passa alla deduzione trascendentale perché le categorie pur essendo soggettive della
nostra mente pretendono di valere anche per gli oggetti
1)che diritto c’è da parte dell’intelletto umano di applicare questo tipo di categoria a una
realtà naturale che i sensi percepiscono, che non è una percezione dell’intelletto?
2)è giusto utilizzare una categoria per descrivere in modo scientifico?
-la conoscenza che deriva dall’intelletto è una conoscenza universale, necessaria a livello
soggettivo umano, quindi scientifica
es: il fenomeno x è dettato da alcune cause che nell’ambito della fisica, che è fondata sul
concetto di causa, ha valore scientifico
(tutti ragioniamo secondo la causa)
il problema che aveva hume era che la conoscenza scientifica ha un carattere predittivo
(solo a posteriori) mentre è anche a priori
-kant dice che la conoscenza ci serve per predire e anticipare gli eventi ma questo vorrebbe
dire che la natura risulta in qualche modo accostata a come noi la conosciamo e la
classifichiamo
es: se c’è una relazione causa-effetto tra temperatura e rottura ghiaccio, e so che si
romperà, dico che la natura è come se rispondesse a questo mio modo di conoscere.
3)come posso avere questa garanzia? e sapere che non sono io a creare una relazione
causa effetto?
-dimostrazione della legittimità
la questione è evidente per quanto riguarda l’intelletto perchè è evidente che le categorie
siano trascendentali, ma non è così evidente che gli oggetti debbano seguire le categorie
(quindi adattarsi alla conoscenza)
-concetto di io penso→kant fa una considerazione sul fatto che l’essere umano conosce
tramite le categorie, senza questi elementi trascendentali che appartengono alla soggettività
umana non potrebbe conoscere
ma questi elementi sono comuni a tutti gli esseri umani e vanno a costituire l’Io penso,
ovvero una sorta di struttura generale delle capacità conoscitive dell’essere umano
so che tutti gli uomini seguono quella modalità conoscitiva e che senza questa non si può
conoscere nulla e non ci sarebbe ciò che mi permette da un lato di leggere e comprendere
la realtà, dall’altro di essere consapevole di quello che percepisco (per Leibniz: il passaggio
dalla percezione e l’appercezione)
=è il risultato dell’azione coordinata delle facoltà dell’intelletto (appercezione, che per kant è
soddisfatta dall’io penso, la quale media con lo schematismo trascendentale, lo collega alle
categorie, organizza l’intelletto…)
→quindi l’io penso è una struttura mentale universale a cui l’uomo partecipa (per cui senza
l’io penso non si potrebbe conoscere)
-la risposta alla domanda iniziale è:
“non so se le categorie effettivamente si adattano alla realtà però so che funziona così e se
non fosse così non si potrebbe conoscere nulla”
il fondamento della validità delle categorie è l’io penso che è il fondamento della conoscenza
dell’uomo
diventa legislatore della natura: da le leggi alla natura, stabiliamo noi che c’è un rapporto
causa-effetto
c’è un salto rispetto alla concezione scientifica baconiana e galileiana
-bacone: voleva cercare la forma dall’esperienza
-galileo: cercava di descrivere quantitativamente la realtà così com'è , perchè la realtà
matematica è quella che organizza
-per entrambi la natura corrisponde alla realtà
-kant dice che l’io è legislatore della natura (conoscenza fenomenica) ma non si sa se
corrisponde alla realtà→non possiamo stabilire se la conoscenza scientifica o fenomenica
corrisponda effettivamente alla realtà, però la natura si adatta (grazie alle categorie)
kant pur essendo platonico come galileo non ne condivide il pensiero
tutti i concetti pensati corrispondono poi alle categorie
il mondo dei fenomeni è conoscibile grazie all’originaria funzione dell’intelletto, cioè grazie
all’attività del soggetto (non soggetto metafisico o individuale e empirico)
la conoscenza è comunque scientifica
l’io penso è fondamento dello schematismo trascendentale, che ha come origine
l’immaginazione produttiva
produzione: quando immagino qualcosa lo produco, non è che lo creo
la mia immaginazione è posta in grado di delineare in generale la figura senza chiudersi in
una particolare raffigurazione
(questo schema riguarda non solo la percezione sensibile, ma anche l’intelletto)
=schematismo trascendentale
-è il prodotto dell’immaginazione produttiva, che per quanto riguarda la sensibilità fa uno
schema generale e per quanto riguarda l’intelletto traduce temporalmente le categorie
-permette l’interazione tra sensibilità e intelletto
→l’io penso non è una realtà ma solo un’astrazione intellettuale (astraiamo
concettualmente e otteniamo l’io penso=carattere non sostanziale)
riepilogo:
le facoltà della conoscenza dell’uomo sono: i sensi (conoscenza sensibile), l’intelletto e
ragione
-se parliamo della conoscenza sensibile (argomento dell’estetica trascendentale) utilizza
elementi a priori (→trascendentali: lo spazio e il tempo come intuizioni pure)
-l’intelletto utilizza le categorie (forme a priori o concetti puri)
→tra l’intelletto e sensibilità non è possibile la relazione a meno che non si utilizzi lo
schematismo trascendentale che ha come organizzatore l’immaginazione produttiva, che
mette in relazione ciò che proviene dalla sensibilità e viene elaborato dall’intelletto
-la ragione ha delle caratteristiche
=tutto questo costituisce l’io penso (centro legislatore, come l’appercezione di Leibniz)
—————————
la conoscenza umana:
-è scientifica,
→spazio e tempo sono gli a priori che rendono possibile la geometria e la matematica
→le categorie di causa, di reciprocità e di sostanza sono gli a priori che rendono possibile la
fisica
-è di tipo fenomenico (il noumeno è pensabile ma non è conoscibile)
?) se riuscissi a prescindere dall’esperienza sensibile, la mia ragione può ragionare sulle
idee andando oltre all'esperienza sensibile per arrivare a cogliere la realtà noumenica
-possibilità che se esiste è affidata alla ragione (non ci occupiamo più dell’analitica, ma della
dialettica trascendentale)
dialettica: (per platone: collegare tutte le idee che appartenevano a quella realtà riuscendo a
cogliere l’essenza)(vale anche per eraclito, collegamento razionale circolare)
=collegamento di idee
kant si rifà alla visione platonica, il collegamento permette di passare da una realtà empirica
a una metafisica
e infatti nella dialettica trascendentale kant affronterà la domanda: se la metafisica possa
essere o no una scienza?
-se il noumeno è conoscibile razionalmente in maniera universale e soggettiva allora SI
-ma se il noumeno si può pensare ma non conoscere NO
il fondamento di tutto è l’uomo, che viene indagato nella critica della ragion pura, lui si
domanda se la razionalità umana sia in grado di conoscere il noumeno
-la cultura medioevale e in parte quella moderna (pensando a cartesio) faceva in modo che il
fondamento della conoscenza razionale fosse dio, perché dio è nell’uomo
-kant, sebbene credente, esclude l’idea di dio e la conoscenza di dio, ma riflette sulla
ragione e se questa possa approdare all’ambito metafisico solo in termini razionali e laici
➠ tre ambiti:
1)psicologia razionale
2)cosmologia razionale
3)teologia razionale
la domanda è: la metafisica può essere scienza? (per questo utilizzata la parola “razionale”)
può arrivare a conoscere l’essenza dell’uomo (psicologia), l’essenza del cosmo
(cosmologia), e il fondamento di tutto (teologia)
=in modo scientifico e razionale NO
1) propone di affrontare l’idea di anima (realtà che è fondante la natura umana, quindi
l’essenza dell’uomo). ripercorrendo sommariamente i diversi ragionamenti sull’anima
fatti fino a quel momento→si accorge di un errore logico (paralogismo: un falso
sillogismo→ dipende dal fatto che il termine medio è la stessa parola ma con
significati differenti)
si fa un’identità tra io penso e anima ma questo non è possibile perché l’io penso è una
realtà astratta, l’anima invece, sempre se esiste, sarebbe una realtà sostanziale
→quindi la radice di tali errori consiste nel fatto che l’io penso viene trasformato in una
sostanza sussistente in un’anima
2) si occupa dell’idea del mondo, inteso come universo e totalità dei fenomeni in cui
l’uomo è inserito.
kant evidenzia 4 antinomie (=”legge opposta”. quando c’è una legge e il suo opposto
entrambi leggi, una stessa realtà spiegata con tesi e antitesi)
➧prima antinomia:
-il mondo ha inizio e fine nel tempo e nello spazio
-non ha né inizio né fine temporale e spaziale
➧seconda antinomia:
-il mondo è costituito da realtà semplici, che danno vita a composti
-realtà complesse che non constano di parti semplici
➧terza antinomia:
-la causalità per libertà (il mondo è libero)
-non c’è libertà (determinismo)
➧quarta antinomia:
-partendo dal contingente arrivo al necessario
-sistema panteistico (sostanza coincide con dio)
=
la ragione umana non è in grado di stabilire quale argomentazione sia vincente
( è paralizzata e non può conoscere)
se nel primo caso si è di fronte a un’errore logico, qui come sia il mondo razionalmente non
si riesce a strutturarlo
3) due raggruppamenti:
⇨ argomenti a priori
(argomento ontologico)→ esempio dei 100 talleri (critica a S. Anselmo)
-l’esistenza non è un predicato deducibile, si può constatare solo con l’esperienza
(come per s.Tommaso: tra essenza ed esistenza c’è un salto)
⇨argomenti a posteriori
a loro volta suddivisi in:
-prova fisico-causale: che partendo dalle esperienze giunge al motore immobile, causa
prima, essere necessario.
la constatazione empirica alla base di queste prove è affidabile, ma quando affermiamo che
dal contingente si passa al necessario, che ci deve essere un motore immobile all’origine del
movimento… si fanno due errori:
1)applichiamo la categoria di causa ad una realtà non fenomenica.
→stiamo ragionando collegando idee e diciamo che la causa che giustifica l’esistenza del
mondo è dio, ma non si ha di dio una conoscenza fenomenica (poiché non si può avere tale
esperienza)
2)contrabbando, rimetto in gioco la prova ontologica perché questa causa necessaria è tutto
quello che ha le caratteristiche al massimo grado.
(che questo sia trascendente, assoluto e perfetto vuol dire contrabbandare la prova
ontologica)
→tale causa che è necessariamente da porre viene identificata con dio, ma questo
comporta un salto da piano fisico al metafisico
-prove fisico-teleologiche o teologiche: riconosco che la natura e tutto ciò che mi circonda
tende a un fine, a una perfezione, a un bene ultimo (ordine crescente di perfezione, il cui
bene sommo è dio)
parte dalla realtà fisica e riconosce in questa realtà un “tendere verso” un fine
°c’è un ribaltamento del rapporto causa-effetto: la causa è ciò che precede l’effetto mentre
qui no (contraddizione rispetto al principio di causa)
°l’io penso è legislatore della natura e da senso alla realtà che percepisce attraverso le
categorie→quindi questo ordine può essere solo fenomenico, ma non è necessariamente la
realtà numerica
se sull’ordine finalistico impianto una prova su dio questa risulterebbe debole, perchè dire
che effettivamente il fine verso cui tendiamo è dio sarebbe come ripresentare l’argomento
ontologico
(è tutto in fondo un modo umano di conferire determinate leggi alla realtà)
il risultato di tutto questo percorso = se vogliamo parlare di metafisica come scienza non
possiamo giungere a una conclusione adeguata
-né sull'esistenza dell'anima (parallelismo)
-né sulla realtà del cosmo (antinomie)
-né sull’esistenza di dio (perché o attribuiamo come predicato, o salto da piano fisico a
trascendente, contrabbandando la prova)
però ragioniamo sulla natura dell’anima, del cosmo e di dio→ idee che sono dentro di noi e
le organizziamo intorno ai concetti di anima, cosmo e dio (=causa, principio ed elemento
ordinatore all’origine dell’uomo e del cosmo)
⇒sono idee regolative: servono ad andare oltre la realtà e cercare di organizzarla (struttura
conoscitiva dell’uomo), ma non si potrà avere una dimostrazione universale e necessaria
che si esprime attraverso un giudizio sintetico a priori.
→con la dialettica trascendentale kant ha esaurito la dottrina degli elementi (critica ragion
pura: divisa in due parti dottrina degli elementi e del metodo)
➤ si apre la critica della ragion pratica
discipline pratiche: attuare praticamente le scelte razionali (etica e politica)
riflette e valuta la ragione durante le scelte di comportamento per il bene e la felicità in
relazione con gli altri esseri umani
?) domanda: questa etica può essere universale, si può dire che la ragione è all’origine di un
comportamento etico necessario
(hume aveva fondato la morale sul sentimento, che muove ad agire moralmente.
kant la contesta perché il sentimento è variabile)
-ragione pura pratica: determinata da imperativi
-ragione empirica pratica: opera sulla base dell’esperienza, si esprime attraverso massime
(regole di comportamento diventate convenzione consolidata) che derivano dall’esperienza.
ma la massima dipende dal contesto e non può imporsi a livello universale così come non
può il sentimento
⟹ è l’imperativo che può valere sempre
-imperativi ipotetici: caratterizzati da una premessa
es: se voglio andare in paradiso devo comportarmi bene e in modo moralmente corretto, ma
se non si vuole non è vincolante
→ è un imperativo ipotetico nella misura in cui accetto la componente ipotetica che non è
universale
-imperativi categorici: (categorico: non ammette deroghe o eccezioni)
→è quell imperativo che si presenta con la forma, priva di contenuto, del “devi perché devi”
(nasce in condizioni in cui sentiamo razionalmente che si deve)
il fondamento della scelta morale umana è la ragione
1)primo imperativo categorico: sii uomo, devi comportarti da essere umano e rispettare la
tua natura
es di contraddizione: dì la verità, ma in un contesto se dicessi la verità si ammazzerebbe
una persona quindi diventa categorico un altro imperativo, ovvero difendi la vita del prossimo
e quindi bisogna mentire
→propone alla nostra ragion pratica un imperativo a comportarsi in un certo modo, ma non
ha un contenuto esprimibile, è riconoscibile per la forma che assume. il contenuto
dell’imperativo categorico emerge con chiarezza nell’animo di ciascuno in base alla
situazione che si vive
quindi: kant non promuove comportamenti ma dice che la morale universale, e autonoma,
non ha un contenuto, ma solo una forma che si riconosce in noi stessi tramite il devi perché
devi
imperativo→tutti seguono il bene e non compiono il male, ma in tal modo non saremmo più
liberi (determinismo)
⥤ l’imperativo è categorico, ma è anche possibile ignorarlo consapevolmente
è logico pur essendo paradossale: se parliamo di etica, e quindi una scelta etica che l’uomo
può fare, diamo per scontato la libertà
=il risultato di tale percorso ci permette di postulare la libertà (postulato=affermazione certa
che non può essere dimostrata e non ne ha bisogno)
→se faccio esperienza di scelta del rifiuto dell’imperativo evidentemente sono libero.
l’azione pratica che l’uomo fa nel suo comportamento etico postula, riconosco come
evidente a priori, la libertà dal punto di vista etico.
(punto di vista teorico) kant si interroga se ci sia una causalità libera nel mondo
-nella critica della ragion pura
-nella dialettica trascendentale
-nella cosmologia razionale
e dice che non si sa
⥤ la ragion pratica arriva oltre a quello che la ragion teoretica riconosce come ragionevole,
ma non dimostrabile
?) come faccio ad avere una garanzia che si tratti di un imperativo categorico.
segue tre formule, o caratteristiche che si possono riconoscere in qualunque imperativo:
1) il contenuto dell’imperativo, che si impone formalmente, può essere assunto come legge
universale per l’umanità.
es: se traduco sii uomo in una legge universale non ci sarebbe problema, mentre se traduco
un comportamento universale come “devi avere successo”, l’avere successo non può
riguardare tutta la massa, quindi non è universale
2)non usa mai l’uomo come mezzo, ma sempre e solo come fine.
se nel mio imperativo categorico il rapporto con l’altro è strumentalizzato per il successo o
per il benessere (in altre parole sto usando un’altra persona come mezzo per il mio
imperativo)→non è categorico poiché quest'ultimo riconosce agli altri la pari dignità che
attribuirei a me come essere umano
3)la finalità dell’imperativo categorico deve poter essere resa universale.
-si va ad attingere all’io penso come legislatore universale
-la ragione umana che ha caratteristiche universali diventano fondanti una legge che
riguarda tutto il cosmo e l’esistenza umana, anche l’intenzione non solo il contenuto sarà
reso universale
-es: se si sostiene che le persone povere devono essere aiutate, allora si rende il rispetto
dell’altro il fine così come il contenuto
riepilogo: morale formale: no contenuto, perché l’imperativo categorico si manifesta come
una spinta a cui l’uomo può liberamente disattendere→postulato della libertà (primo
postulato ragion pratica: l’uomo è libero)
(se non si parlasse di un essere umano libero non avrebbe senso parlare di etica.
se l’uomo fosse determinato a seguire un ordine non ci sarebbero situazioni di immoralità
nelle scelte delle persone)
etica kantiana: afinalistica, non ha uno scopo ultimo ma è un imperativo categorico
gli antichi affermavano che il comportarsi bene è meritoria della felicità, realizzare la virtù
significava essere felici→no scelta etica per il voler essere felice ma il conseguimento sarà
la felicità
?) se la virtù porta alla felicità allora tutti gli uomini virtuosi dovrebbero essere felici
- proprio perchè la virtù è meritoria di felicità devo postulare che ci sia un tempo ulteriore per
cui la mia anima, spirituale e immateriale, possa pienamente realizzarsi e raggiungere quella
felicità e pienezza (secondo postulato: immortalità dell’anima)
non tutti i virtuosi hanno una vita serena e piena, ciò nonostante rimangono fedeli al proprio
imperativo etico, per cui bisogna postulare che la vita non finisca con la morte ma continui
fino a permettere all’anima umana di realizzarsi pienamente secondo un punto di riferimento
ultimo→(terzo postulato: l’esistenza di dio)
i tre postulati non sono la dimostrazione teoretica e scientifica, ma sono solo una
“ragionevole certezza”
→kant apre la strada al sentire romantico
➤critica del giudizio
-la critica della ragion pura presenta i giudizi determinati(=che determinano qualcosa, che
è così e non può essere altro)
come fa l’uomo a costituirlo? esperienza→categorie→intelletto, che raggruppa in un giudizio
determinate
-giudizi riflettenti: oggetto di riflessione della critica del giudizio
giudizi determinanti: quelli di matematica e fisica, nella critica della ragione pura
giudizi riflettenti: nella critica del giudizio
➛ teleologici: giudizi in cui si riconosce una finalità e uno scopo (derivano dall’ esigenza
umana di vedere le cose secondo un ordine finalistico).
è un giudizio che riflettendo su ciò che conosco dalla natura mi permette di individuare le
finalità intrinseche
il sommo bene verso cui la natura tende è dio→magari è solo un nostro modo di vedere
l’ordine finalistico, anche perchè scientificamente non lo posso affermare
➛ estetici: quella realtà così come appare sensibilmente ma ci colpisce per la bellezza e
l’armonia che suscita
-sono universali (il bello vale per tutti, ciò che ci piace no)
-il bello: non appartiene a un ordine finalistico ma a un giudizio estetico
se si esprime un giudizio riflettente estetico è perché il senso comune del gusto che tutti
abbiamo è soddisfatto da un determinato tipo di esperienza
-il piacere nasce dal bello (scelta di gusto che genera un piacere disinteressato che è
soddisfatto dall'esperienza che io ho e che giudico bella)
i giudizi di ordine estetico devono essere liberi e disinteressati ( non hanno uno scopo
finalistico legato alla funzione di un determinato oggetto)
-ci sono giudizi che si possono affermare perché l’uomo si serve di tale giudizio per ottenere
qualcosa (bellezza aderente:aderisce a una finalità)
-ci sono giudizi in cui si afferma la bellezza in quanto condizionata da canoni estetici culturali
che cambiano nel corso del tempo e quindi non possono essere universali
=solo la bellezza libera, disinteressata, non legata a canoni e finalità→universale
il sentimento di piacere (godimento interiore) accompagna il giudizio estetico
-ciò che piace è personale, soggettivo e può appartenere alla bellezza aderente (aspetto
funzionale) ma nel giudizio riflettente estetico è un altro livello di godimento
il sublime→giudizio di sublime
è un particolare tipo di giudizio estetico che abbiamo di fronte all’incommensurabilmente
grande o potente
°sublime matematico (infinitamente grande)
es: cielo stellato=incommensurabilmente grande→esperienza affascinante perché non si è
in grado di misurare ma si è in grado di contemplarlo
(spaventa e sovrasta insieme ad affascinare, permettere di riconoscere una grandezza nel
pensiero umano che non può comprendere ma può coglierla e percepirla)
°sublime dinamico (infinitamente potente)
es: maremoto, terremoto→può annientare ma è meraviglioso
esperienza di sublime che contraddistingue l’essere umano: è la forza e la grandezza
dell’imperativo categorico
arte: modalità con cui possiamo esprimere un giudizio riflettente estetico
valore del genio: (anticipa l’idea romantica). la bellezza che l’arte esprime ha bisogno di un
genio, colui che ha colto prima e meglio di altri l’armonia e la bellezza libera della natura,
che può essere espressa in un’opera d’arte
-ha sicuramente le capacità tecniche e ha colto e capito in che modo esprimere un giudizio
riflettente estetico (incarna il legislatore della natura nell’arte) →i grandi geni hanno
introdotto qualcosa di nuovo che poi è diventato legge e canone (le leggi che elabora non
sono arbitrarie e lontane dalla comune esperienza di bellezza)
-anticipa quello che poi l’umanità sente (non è fuori dal coro, ma viene seguito e riconosciuto
in quanto anticipatore e legislatore)
→punto di riferimento della cultura romantica (sintonia con la natura, rottura rispetta alla
tradizione per dare innovazione all’interno di una produzione che colpisce il comune senso
del gusto)
fine critica giudizio
⇨ religione e diritto:
-segue il pietismo→dovere morale di comportarsi bene sempre (impostazione dell’imperativo
categorico)
-afferma la religione entro i soli limiti della ragione
la religione che l’uomo vive come scelta personale tocca non solo la ragione ma anche la
sensibilità e la ragion pratica
(P 565)
“per una pace perpetua”
→occorre uscire dalle logiche nazionalistiche
→occorre che la relazione tra gli stati sia internazionale e che ci siano organismi
internazionali che garantiscano regole del vivere civile
→occorrono articoli preliminare da condividere con tutti gli stati per superare conflitti
derivanti da interessi di parte
es: articoli scritti da kant
-nessun trattato può ritenersi tale se ci sono pretesti per una guerra futura
-c’è una sovranità popolare
-gli eserciti permanenti devono scomparire
-non si devono contrarre debiti pubblici
-costituzione repubblicana
-creazione di istituzioni con principi giuridici universalmente riconosciuti
obiezioni:
1) se penso qualcosa lo conosco quindi il noumeno è conoscibile come fenomeno
se qualcosa non è pensato non esiste
2) il noumeno è la causa della realtà fenomenica, quindi lo conosco come un fenomeno
(lo si riconduce alla realtà fenomenica)
quindi non esiste, ed esiste solo il fenomeno (la realtà così come appare a noi)
e il fondamento di tale realtà è l’oggetto (il noumeno)
-per cartesio il centro è il soggetto
-kant li mantiene entrambi
il fondamento della conoscenza fenomenica è il soggetto e basta→centrale dopo kant e
dopo i post-kantiani sarà il soggetto da solo (che pone e struttura la realtà)
→kant mantiene l’equilibrio tra soggetto e oggetto