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Estratto dis. depressivi

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Criteri diagnostici. Mini DSM-5®
Titolo originale
Desk Reference to the Diagnostic Criteria from DSM-5®®
First Published in the United States
by American Psychiatric Publishing,
A Division of American Psychiatric Association,
Arlington, VA. Copyright © 2013.
Disturbi depressivi – parte 1
Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente 296.99 (F34.8)
A. Gravi e ricorrenti scoppi di collera manifestati verbalmente (per es., rabbia verbale) e/o in modo comportamentale (per es., aggressione
fisica a persone o proprietà) che sono grossolanamente sproporzionati nell’intensità o nella durata alla situazione o alla provocazione.
B. Gli scoppi di collera non sono coerenti con lo stadio di sviluppo.
C. Gli scoppi di collera si verificano, in media, tre o più volte la settimana.
D. L’umore tra uno scoppio di collera e l’altro è persistentemente irritabile o arrabbiato per la maggior parte della giornata, quasi tutti i giorni,
ed è osservabile da parte di altri (per es., genitori, insegnanti, coetanei).
E. I Criteri A-D sono stati presenti per 12 mesi o più. Durante tale periodo, l’individuo non ha avuto un periodo della durata di 3 o più mesi
consecutivi senza tutti i sintomi dei Criteri A-D.
F. I Criteri A e D sono presenti in almeno due di tre contesti (cioè a casa, a scuola, con i coetanei) e sono gravi in almeno uno di questi.
G. La diagnosi non dovrebbe essere posta per la prima volta prima dei 6 anni di età oppure dopo i 18 anni di età.
H. Dall’anamnesi o dall’osservazione, l’età di esordio dei Criteri A-E è prima dei 10 anni.
I. Non vi è mai stato un periodo distinto della durata di più di 1 giorno durante il quale sono stati soddisfatti i criteri sintomatologici completi,
a eccezione della durata, per un episodio maniacale o ipomaniacale.
Nota: L’elevazione dell’umore appropriata allo stadio di sviluppo, come quella che si verifica nel contesto di un evento altamente positivo o
della sua anticipazione, non dovrebbe essere considerata come un sintomo di mania o ipomania.
J. I comportamenti non si verificano esclusivamente durante un episodio di disturbo depressivo maggiore e non sono meglio spiegati da un
altro disturbo mentale (per es., disturbo dello spettro dell’autismo, disturbo da stress post-traumatico, disturbo d’ansia di separazione,
disturbo depressivo persistente [distimia]).
Nota: Questa diagnosi non può coesistere con il disturbo oppositivo provocatorio, il disturbo esplosivo intermittente o il disturbo bipolare,
anche se può coesistere con altri disturbi, tra cui disturbo depressivo maggiore, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbo della
condotta e disturbi da uso di sostanze. Gli individui i cui sintomi soddisfano i criteri sia per il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente
sia per il disturbo oppositivo provocatorio dovrebbero ricevere solo la diagnosi di disturbo da disregolazione dell’umore dirompente. Se un
individuo ha avuto in precedenza un episodio maniacale o ipomaniacale, la diagnosi di disturbo da disregolazione dell’umore dirompente
non dovrebbe essere assegnata.
K. I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica o neurologica.
Disturbo depressivo maggiore
A. Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un
cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è 1) umore depresso o 2) perdita di interesse o piacere.
Nota: Non comprendere sintomi chiaramente attribuibili a un’altra condizione medica.
1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riportato dall’individuo (per es., si sente triste, vuoto/a,
disperato/a) o come osservato da altri (per es., appare lamentoso/a). (Nota: Nei bambini e negli adolescenti, l’umore può essere irritabile.)
2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (come
indicato dal resoconto soggettivo o dall’osservazione).
3. Significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un
mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi tutti i giorni. (Nota: Nei bambini, considerare l’incapacità di raggiungere i normali
livelli ponderali.)
4. Insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni.
5. Agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni (osservabile dagli altri; non semplicemente sentimenti soggettivi di essere
irrequieto/a o rallentato/a).
6. Faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni.
7. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi tutti i giorni (non semplicemente
autoaccusa o sentimenti di colpa per il fatto di essere ammalato/a).
8. Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni (come impressione soggettiva o osservata da altri).
9. Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico o un tentativo di suicidio o
un piano specifico per commettere suicidio.
B. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree
importanti.
C. L’episodio non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o a un’altra condizione medica.
Nota: I Criteri A-C costituiscono un episodio depressivo maggiore.
Nota: Risposte a una perdita significativa (per es., lutto, tracollo finanziario, perdite derivanti da un disastro naturale, una grave patologia
medica o disabilità) possono comprendere sentimenti di intensa tristezza, ruminazione sulla perdita, insonnia, scarso appetito e perdita di
peso, annotati nel Criterio A, che possono assomigliare a un episodio depressivo. Nonostante tali sintomi possano essere comprensibili
oppure considerati appropriati alla perdita, la presenza di un episodio depressivo maggiore in aggiunta alla normale risposta a una perdita
significativa dovrebbe essere considerata attentamente. Questa decisione richiede inevitabilmente una valutazione clinica basata sulla storia
dell’individuo e sulle norme culturali per l’espressione del disagio nel contesto della perdita.1
D. Il verificarsi dell’episodio depressivo maggiore non è meglio spiegato dal disturbo schizoaffettivo, dalla schizofrenia, dal disturbo
schizofreniforme, dal disturbo delirante o dal disturbo dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici con altra specificazione o senza
specificazione.
E. Non vi è mai stato un episodio maniacale o ipomaniacale.
Nota: Tale esclusione non si applica se tutti gli episodi similmaniacali o simil-ipomaniacali sono indotti da sostanze o sono attribuibili agli
effetti fisiologici di un’altra condizione medica.
Procedure di codifica e di registrazione
Il codice diagnostico per il disturbo depressivo maggiore è basato sulla presenza di un episodio singolo o ricorrente, sulla gravità attuale, sulla
presenza di caratteristiche psicotiche e sullo stato di remissione. La gravità attuale e le caratteristiche psicotiche sono indicate solo se
attualmente sono soddisfatti tutti i criteri per un episodio depressivo maggiore. Gli specificatori di remissione sono indicati solo se
attualmente non sono soddisfatti tutti i criteri per un episodio depressivo maggiore. I codici sono i seguenti:
* Perché un episodio sia considerato ricorrente, deve esservi un intervallo di almeno 2 mesi consecutivi tra episodi separati in cui non sono soddisfatti i criteri per
un episodio depressivo maggiore. Le definizioni degli specificatori si trovano alle pagine indicate.
** Se sono presenti caratteristiche psicotiche, codificare “con caratteristiche psicotiche” indipendentemente dalla gravità dell’episodio.
Nel registrare il nome di una diagnosi, i termini dovrebbero essere elencati nel seguente ordine: disturbo depressivo maggiore, episodio
singolo o ricorrente, specificatori di gravità/caratteristiche psicotiche/remissione, seguiti da tutti i seguenti specificatori senza codici
applicabili all’episodio attuale. Specificare:
Con ansia (p. 212)
Con caratteristiche miste (p. 213)
Con caratteristiche melancoliche (pp. 213-214)
Con caratteristiche atipiche (p. 214)
Con caratteristiche psicotiche congruenti all’umore (p. 214)
Con caratteristiche psicotiche non congruenti all’umore (p. 214)
Con catatonia (p. 215).
Nota di codifica: Usare codice aggiuntivo 293.89 (F06.1)
Con esordio nel peripartum (p. 215)
Con andamento stagionale (solo episodio ricorrente) (pp.215-216)
1
Nel distinguere il lutto da un episodio depressivo maggiore (EDM) è utile considerare che nel lutto il vissuto predominante consiste in sentimenti di vuoto e di perdita, mentre
nell’EDM consiste in un umore depresso persistente e un’incapacità di provare felicità o piacere. La disforia nel lutto di solito diminuisce di intensità nel corso di giorni o
settimane e si verifica a ondate. Queste tendono a essere associate a pensieri o ricordi del defunto. L’umore depresso nell’EDM è più persistente e non è legato a specifici pensieri
o preoccupazioni. Il dolore del lutto può essere accompagnato da umore ed emozioni positivi che non sono caratteristici dell’infelicità e sofferenza pervasive tipiche di un EDM.
Il contenuto del pensiero associato al lutto presenta generalmente una preoccupazione relativa a pensieri e ricordi del defunto, piuttosto che le ruminazioni autocritiche o
pessimistiche osservate nell’EDM. Nel lutto, l’autostima è generalmente preservata, mentre nell’EDM sono comuni sentimenti di autosvalutazione e disgusto per se stessi. Se nel
lutto è presente ideazione autodenigratoria, si tratta in genere di carenze percepite nei confronti del defunto (per es., non averlo visitato abbastanza frequentemente, non aver
detto al defunto quanto fosse amato). Se un individuo che ha subito un lutto ha pensieri relativi alla morte e al morire, tali pensieri sono generalmente focalizzati sul defunto
ed eventualmente sul “raggiungere” il defunto, mentre nell’EDM tali pensieri sono focalizzati sul mettere fine alla propria vita per sentimenti di inutilità, di essere immeritevoli
della vita, oppure incapaci di far fronte al dolore della depressione.
Disturbo depressivo persistente (distimia) 300.4 (F34.1)
Questo disturbo rappresenta l’unione del disturbo depressivo maggiore cronico e del disturbo distimico definiti dal DSM-IV.
A. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riferito dall’individuo o osservato da altri, per almeno 2 anni.
Nota: Nei bambini e negli adolescenti, l’umore può essere irritabile e la durata deve essere di almeno 1 anno.
B. Presenza, quando depresso, di due (o più) dei seguenti sintomi:
1. Scarso appetito o iperfagia.
2. Insonnia o ipersonnia.
3. Scarsa energia o astenia.
4. Bassa autostima.
5. Difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni.
6. Sentimenti di disperazione.
C. Durante i 2 anni di malattia (1 anno nei bambini o negli adolescenti), l’individuo non è mai stato privo dei sintomi di cui ai Criteri A e B per
più di 2 mesi alla volta.
D. I criteri per un disturbo depressivo maggiore possono essere continuamente presenti per 2 anni.
E. Non è mai stato presente un episodio maniacale o ipomaniacale, né sono mai stati soddisfatti i criteri per il disturbo ciclotimico.
F. Il disturbo non è meglio spiegato da un disturbo schizoaffettivo persistente, dalla schizofrenia, dal disturbo delirante o da un disturbo dello
spettro della schizofrenia con altra specificazione o senza specificazione o altro disturbo psicotico.
G. I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., droga di abuso, farmaco) o di un’altra condizione medica (per
es., ipotiroidismo).
H. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree
importanti.
Nota: Poiché i criteri per un episodio depressivo maggiore includono quattro sintomi che non sono presenti nella lista dei sintomi per il
disturbo depressivo persistente (distimia), un numero molto limitato di individui avrà sintomi depressivi che si sono protratti per più di 2 anni
ma non soddisferanno i criteri per il disturbo depressivo persistente. Se i criteri per un episodio depressivo maggiore vengono soddisfatti
durante l’attuale episodio di malattia, dovrebbe essere posta la diagnosi di disturbo depressivo maggiore. Altrimenti, è giustificata la diagnosi
di disturbo depressivo con altra specificazione oppure di disturbo depressivo senza specificazione.
Specificare se:
Con ansia (p. 212)
Con caratteristiche miste (pp. 213-214)
Con caratteristiche melancoliche (p. 213)
Con caratteristiche atipiche (p. 214)
Con caratteristiche psicotiche congruenti all’umore (p. 214)
Con caratteristiche psicotiche non congruenti all’umore (p. 214)
Con esordio nel peripartum (p. 215)
Specificare se:
In remissione parziale (p. 216)
In remissione completa (p. 216)
Specificare se:
Con esordio precoce: Esordio prima dei 21 anni.
Con esordio tardivo: Esordio a 21 anni o più tardi.
Specificare se (per gli ultimi 2 anni di disturbo depressivo persistente):
Con sindrome distimica pura: I criteri per un episodio depressivo maggiore non sono stati soddisfatti pienamente nei 2 anni precedenti.
Con episodio depressivo maggiore persistente: I criteri per un episodio depressivo maggiore sono stati soddisfatti pienamente nei 2 anni
precedenti.
Con episodi depressivi maggiori intermittenti, con episodio attuale: I criteri per un episodio depressivo maggiore sono attualmente
soddisfatti pienamente, ma vi sono stati periodi di almeno 8 settimane almeno nei 2 anni precedenti con sintomi sotto la soglia per un
episodio depressivo maggiore completo.
Con episodi depressivi maggiori intermittenti, senza episodio attuale: I criteri per un episodio depressivo maggiore non sono attualmente
soddisfatti pienamente, ma ci sono stati uno o più episodi depressivi maggiori nei 2 anni precedenti.
Specificare la gravità attuale:
Lieve (p. 216)
Moderata (p. 216)
Grave (p. 216)
Disturbo disforico premestruale 625.4 (N94.3)
A. Nella maggior parte dei cicli mestruali, almeno cinque sintomi devono essere presenti nella settimana precedente le mestruazioni, iniziare
a migliorare entro pochi giorni dall’insorgenza delle mestruazioni e ridursi al minimo o scomparire nella settimana successiva alle
mestruazioni.
B. Uno (o più) dei seguenti sintomi deve essere presente:
1. Marcata labilità affettiva (per es., sbalzi di umore; sentirsi improvvisamente tristi o tendenti al pianto, oppure aumentata sensibilità al
rifiuto).
2. Marcata irritabilità o rabbia oppure aumento dei conflitti interpersonali.
3. Umore marcatamente depresso, sentimenti di disperazione o pensieri autocritici.
4. Ansia marcata, tensione e/o sentirsi con i nervi a fior di pelle.
C. Uno (o più) dei seguenti sintomi deve essere presente in aggiunta, per il raggiungimento del totale di cinque sintomi quando combinati
con i sintomi del Criterio B qui sopra:
1. Diminuito interesse nelle attività abituali (per es., lavoro, scuola, amici, hobby).
2. Difficoltà soggettiva di concentrazione.
3. Letargia, facile faticabilità o marcata mancanza di energia.
4. Marcata modificazione dell’appetito; sovralimentazione; o forte desiderio di cibi specifici.
5. Ipersonnia o insonnia.
6. Senso di sopraffazione o di essere fuori controllo.
7. Sintomi fisici come indolenzimento o tensione del seno, dolore articolare o muscolare, sensazione di “gonfiore” oppure aumento di peso.
Nota: I sintomi nei Criteri A-C devono essere stati soddisfatti per la maggior parte dei cicli mestruali che si sono verificati nell’anno precedente.
D. I sintomi sono associati a disagio clinicamente significativo o a interferenza con il lavoro, la scuola, le consuete attività sociali, oppure nelle
relazioni con gli altri (per es., evitamento di attività sociali; diminuzione della produttività e dell’efficienza sul posto di lavoro, a scuola o a
casa).
E. L’alterazione non è solamente l’esacerbazione dei sintomi di un altro disturbo, come un disturbo depressivo maggiore, un disturbo di
panico, il disturbo depressivo persistente (distimia) o un disturbo di personalità (nonostante esso possa verificarsi in concomitanza con uno
qualsiasi di questi disturbi).
F. Il Criterio A dovrebbe essere confermato da valutazioni prospettiche quotidiane per almeno due cicli sintomatici.
(Nota: La diagnosi può essere posta provvisoriamente prima di tale conferma.)
G. I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco, un altro trattamento) o di
un’altra condizione medica (per es., ipertiroidismo).
Procedure di registrazione
Se i sintomi non sono stati confermati da valutazioni prospettiche quotidiane di almeno due cicli sintomatici, dovrebbe essere annotato
“provvisorio” dopo il nome della diagnosi (cioè “disturbo disforico premestruale, provvisorio”).
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