caricato da Irena Dziewior

Copia di Il Tuono Giovanni Pascoli

E nella notte nera come il nulla
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.
PARAFRASI
E nella notte nera come il nulla
E nella notte oscura come il vuoto
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana,
all'improvviso, si sentì il rumore come di una roccia che frana dall’alto,
il tuono rimbombò di schianto:
il tuono risuonò con forza
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque,
facendo l’eco, rotolando minaccioso, poi fece silenzio.
e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì.
dopo riecheggiò a tratti e infine scomparve.
Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.
Quindi si sentì il dolce canto di una madre e il movimento di una culla
ANALISI FORMALE
•
•
•
Il titolo
È informativo, fornisce informazioni sul
contenuto.
Rimanda al tema della poesia: la
potenza di un tuono che ci rende
atterriti.
La struttura
Si tratta di una piccola ballata di 7 versi,
di cui il primo è staccato dal resto.
Schema rimico:.__ __ __ __ __ __ __
SCHEMA RIMICO
E nella notte nera come il nulla
A
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.
B
C
B
C
C
A
Cosa ci dicono le rime?
buio
vuoto
spavento
solitudine
passaggio
Di non aver paura, perché c’è una
consolazione in mezzo al pericolo –
la famiglia e gli amici sono un
rifugio.
affetto
famiglia
sicurezza
rifugio
Come cambiano i suoni?
La poesia illustra la trasformazione dello spavento per il tuono
(schianto) che diventa più debole (l’eco – rinfranto) nel canto alla
fine.
FIGURE DI TIMBRO
1. Allitterazione per consonanza in “n”
E nella notte nera come il nulla
La ripetizione dei suoni nasali trasmette il senso di
angoscia e di oscurità che precede il rumore
improvviso del tuono.
Allitterazione per consonanza in “r”
/ per assonanza in “a” “o” “u”
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto
2. Onomatopea
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto
rim rim rim rin imita il suono del tuono
FIGURE RETORICHE
1. Similitudine
“nera come il nulla” – il colore nero significa il vuoto
2. Sinestesia
Il tuono rimbombò, rimbalzò, rotolò l'associazione della percezione uditiva a quella
visiva; dà un ritmo incalzante e veloce.
3. Personificazione
Il tuono … rotolò – il tuono agisce come se fosse
una persona.
INTENZIONE COMUNICATIVA
Cosa vuole dire la poesia?
• Pascoli, con questa poesia, vuole descrivere il
tuono che si scatena nella notte in tutta la sua
violenza terribile. L’essere umano quanto sente
questa voce possente della natura, s’impaurisce
come il bimbo che piange spaventato nella notte
buia.
• All’immagine minacciosa della natura si
contrappongono, però, le figure rassicuranti della
madre e della culla.
• Infatti, ad intervenire per tranquillizzare il suo
bimbo è la madre, la quale è un simbolo di
protezione, di sicurezza e di pace.
LA PROBLEMATICA AFFRONTATA
• Il poeta inizialmente esprime la sua angoscia di
fronte al tuono, simbolo di morte in mezzo
all’oscurità del nulla.
• Alla fine si tranquillizza e annuncia il rifiorire
della vita.
• La sua consolazione sta nel ricordo della sua
casa, simbolo degli affetti più vitali e profondi
• Le parole chiave: “canto di madre” e “culla”
rappresentano “il nido” e la vita che rinasce.