E nella notte nera come il nulla a un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s'udì di madre, e il moto di una culla. PARAFRASI E nella notte nera come il nulla E nella notte oscura come il vuoto a un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, all'improvviso, si sentì il rumore come di una roccia che frana dall’alto, il tuono rimbombò di schianto: il tuono risuonò con forza rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, facendo l’eco, rotolando minaccioso, poi fece silenzio. e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. dopo riecheggiò a tratti e infine scomparve. Soave allora un canto s'udì di madre, e il moto di una culla. Quindi si sentì il dolce canto di una madre e il movimento di una culla ANALISI FORMALE • • • Il titolo È informativo, fornisce informazioni sul contenuto. Rimanda al tema della poesia: la potenza di un tuono che ci rende atterriti. La struttura Si tratta di una piccola ballata di 7 versi, di cui il primo è staccato dal resto. Schema rimico:.__ __ __ __ __ __ __ SCHEMA RIMICO E nella notte nera come il nulla A a un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s'udì di madre, e il moto di una culla. B C B C C A Cosa ci dicono le rime? buio vuoto spavento solitudine passaggio Di non aver paura, perché c’è una consolazione in mezzo al pericolo – la famiglia e gli amici sono un rifugio. affetto famiglia sicurezza rifugio Come cambiano i suoni? La poesia illustra la trasformazione dello spavento per il tuono (schianto) che diventa più debole (l’eco – rinfranto) nel canto alla fine. FIGURE DI TIMBRO 1. Allitterazione per consonanza in “n” E nella notte nera come il nulla La ripetizione dei suoni nasali trasmette il senso di angoscia e di oscurità che precede il rumore improvviso del tuono. Allitterazione per consonanza in “r” / per assonanza in “a” “o” “u” a un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto 2. Onomatopea rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto rim rim rim rin imita il suono del tuono FIGURE RETORICHE 1. Similitudine “nera come il nulla” – il colore nero significa il vuoto 2. Sinestesia Il tuono rimbombò, rimbalzò, rotolò l'associazione della percezione uditiva a quella visiva; dà un ritmo incalzante e veloce. 3. Personificazione Il tuono … rotolò – il tuono agisce come se fosse una persona. INTENZIONE COMUNICATIVA Cosa vuole dire la poesia? • Pascoli, con questa poesia, vuole descrivere il tuono che si scatena nella notte in tutta la sua violenza terribile. L’essere umano quanto sente questa voce possente della natura, s’impaurisce come il bimbo che piange spaventato nella notte buia. • All’immagine minacciosa della natura si contrappongono, però, le figure rassicuranti della madre e della culla. • Infatti, ad intervenire per tranquillizzare il suo bimbo è la madre, la quale è un simbolo di protezione, di sicurezza e di pace. LA PROBLEMATICA AFFRONTATA • Il poeta inizialmente esprime la sua angoscia di fronte al tuono, simbolo di morte in mezzo all’oscurità del nulla. • Alla fine si tranquillizza e annuncia il rifiorire della vita. • La sua consolazione sta nel ricordo della sua casa, simbolo degli affetti più vitali e profondi • Le parole chiave: “canto di madre” e “culla” rappresentano “il nido” e la vita che rinasce.