Vasculopatia cerebrale
Definizione
• Le malattie cerebrovascolari comprendono le patologie più comuni e disabilitanti:
• l' ictus ischemico
• l' ictus emorragico
• Frequenza dei vari tipi di ictus:
• Ischemici 85%
• Emorragici 15%
• L’incidenza delle malattie cerebrovascolari aumenta con l’età.
• In Italia l’ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie (10-12%
di tutti i decessi per anno).
• È la principale causa di invalidità
Ictus ischemico
Ischemia cerebrale causata da una riduzione del flusso ematico che dura più di diversi
secondi.
• Ischemia focale
• Ischemia globale
• Attacco ischemico transitorio (TIA, Transient Ischemic Attack)
Ictus ischemico focale e globale
Nel caso in cui i segni e I sintomi neurologici persistano per più di 24 h o se viene
documentato tramite tecniche neurologiche un infarto cerebrale (morte del tessuto
cerebrale).
• Ischemia focale→
• brusca riduzione o arresto dell’apporto di sangue ad un’area dell’encefalo dovuta a patologie dei
piccoli o grossi vasi
• Causata da tromobosi degli stessi vasi cerebrali o da emboli a partenza da un’arteria prossimale o
dal cuore
• Ischemia globale→ riduzione generalizzata della perfusione cerebrale→ esito:
encefalopatiaipossica
TIA
Improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale, cerebrale o visivo,
attribuibile ad insufficiente apporto di sangue di durata inferiore alle 24 ore
• No evidenza neuroradiologica di infarto cerebrale
• Le cause di TIA sono simili a quelle dell' ictus ischemico
• Possono essere originati sia da un evento embolico a livello cerebrale sia dalla trombosi in
situ di un vaso intracranico
• In caso di TIA il vaso sanguigno occluso va incontro di apertura e la funzione neurologica
ripristinata
Può essere dovuto a ATS (aterosclerosi) delle arterie extra o intracraniche:
•
•
•
•
•
Carotide interna
Vertebrale
Basilare
Cerebrale media
Cerebrale posteriore
TIA e rischio di ictus
Il rischio di ictus dopo un TIA e di circa il 10 15%
nei primi 3 mesi con la maggior parte degli
eventi che si verifica entro i primi 2 giorni.
Rischio stabilito con un punteggio ABCD
Valutazione e trattamento d'urgenza
Punteggio
ABCD
Ictus Ischemico
Patogenesi dell’ictus ischemico
• Trombosi:
• Grandi arterie extra e intracraniche
• Piccole arterie (perforanti e penetranti)
• Embolia:
• Di origine cardiaca
• Di origine arteriosa
• Di origine dall’arco dell’aorta
• Ipoperfusione sistemica-emodinamico
Ictus e trombosi
Placca  progressiva riduzione del lume

compromissione del flusso cerebrale distale

SEGNI E SINTOMI
• Progressiva riduzione del lume con conseguente compromissione del flusso distale
• Distacco ed embolizzazione dei frammenti di un trombo localizzato sulla placca (EMBOLI
ARTERO-ARTERIOSI che si arrestano nei rami distali dell’arteria colpita)
• Formazione IN SITU di un coagulo con occlusione totale dell’arteria interessata
• L'entità della riduzione del flusso e funzione della vascolarizzazione collaterale e questo
dipende da:
• anatomia vascolare individuale
• sede dell'occlusione
• valori di pressione arteriosa sistemica
Ictus di origine embolica
AFFEZIONI CARDIOEMBOLICHE ASSOCIATE AD ELEVATO RISCHIO DI ICTUS
•
•
•
•
•
•
Prolasso della mitrale
Calcificazione dell’anulus mitralico
Stenosi mitralica senza FA
Forame ovale pervio
Aneurisma del setto interatriale
Ecocontrasto spontaneo in atrio sn
•
•
•
•
•
•
Stenosi aortica calcifica
Flutter atriale
FA isolata
Protesi valvolare biologica
Endocardite trombotica non batterica
Scompenso cardiaco congestizio
• Ipocinesia segmentaria del ventricolo sn
• IMA non recente (> 4 settimane, < 6 mesi)
Una volta raggiunta la sede definitiva
dell’occlusione il materiale embolico
rimane instabile dal punto di vista
meccanico e può andare incontro a:
•
•
Frammentazione
Dissoluzione spontanea (sistema
fibrinolitico)

RICANALIZZAZIONE PARZIALE O COMPLETA
Approccio al pz: segni e sintomi
• Necessaria valutazione rapida
• Non sempre il pz riferisce dolore
• Disturbi:
• perdita di sensibilità e/o funzione motoria a un emisoma (85%pzcon icus ischemico
presentaemiparesi),
• modificazioni della vista,
• della deambulazione,
• della capacità di produrre o comprendere il linguaggio o un’intensa, improvvisa cefalea
Sintomi riferibili ad ictus ischemico in fase acuta
• Alterazione della coscienza
• Stato soporoso o coma
• Confusione o agitazione
• Crisi convulsive
• Afasia o altri disturbi delle funzioni superiori
• Disartria
• Ipostenia artuali
• Deficit di coordinazione o ipoestesia
• Atassia, disturbo dell’equilibrio, impaccio a camminare
• Perdita del visus mono o bi-oculare o in una parte del campo visivo
• Vertigini, diplopia, perdita unilaterale dell’udito, nausea, vomito, cefalea, fotofobia, fonofobia
Ictus acuto: il paziente giunge in PS
Quali sono gli obiettivi dell’inquadramento clinico precoce?
• Confermare la causa vascolare
• Misurare la gravità del quadro clinico
• Definire il territorio arterioso ai fini diagnostici, prognostici e terapeutici
• Tentare la definizione del sottotipo patogenetico
• Valutare la potenziale evoluzione spontanea
• Definire precocemente il rischio di complicanze mediche e neurologiche (prevenzione-trattamento)
• Avviare il trattamento appropriato (finestra terapeutica)
Il raggiungimento degli obiettivi è favorito dal ricovero del paziente in una struttura dedicata al
trattamento dell’ictus (Stroke-Unit)
Ictus acuto: goal
Tutte le procedure cliniche devono essere effettuate il più rapidamente possibile per
consentire la gestione ottimale del paziente o, quando è possibile, il trattamento
trombolitico entro i limiti temporali della finestra terapeutica.
• Anamnesi
• Definizione delle caratteristiche temporali e topografiche dei sintomi
• Inquadramento diagnostico differenziale
• Identificazione dei fattori di rischio
• Riconoscimento di cause insolite di ictus
Differenze cliniche tra ictus ischemico ed ictus
emorragico
• Ictus ischemico:
• Deterioramento a gradini o progressivo
• Segni neurologici focali corrispondenti ad un solo territorio arterioso
• Segni indicativi di una lesione corticale o sottocorticale
• Ictus emorragico
• Precoce e prolungata perdita di coscienza
• Cefalea, nausea e vomito
• Rigidità nucale
• Emorragia retiniche
• Segni focali che non corrispondono ad un territorio vascolare preciso
Studio dei fattori prognostici in fase acuta
Fattori prognostici negativi:
• Età
• FA
• Precedenti ictus
• Iniziale compromissione della coscienza
• Deviazione coniugata di sguardo
• Cefalea, nausea, vomito (edema cerebrale)
• Ipotensione (elevata mortalità)
• Ipertensione (trasformazione emorragica)
• Ipertermia
• Ipodensità precoce (>50%) nel territorio ACM
• Iperglicemia
Ictus acuto
diagnostica di laboratorio
• Emocromo
• Glicemia
• Elettroliti
• Creatininemia, azotemia
• Proteine totali, bilirubinemia, transaminasi, GT
• PT, APTT
• Fibrinogeno (solo se trombolisi)
• EGA erteriosa (se riduzione di coscienza e/o sospetto di ipossiemia)
• Esame urine
• Esami tossicologici (solo in certe circostanze)
• Esame del liquor (solo in certe circostanze)
Ictus acuto
diagnostica cardiovascolare
• Rx torace
• ECG
• Ecocardiogramma
Ictus acuto
diagnostica neuroradiologica
TAC:
• Appiattimento dei solchi e perdita della demarcazione tra sostanza bianca e grigia
• Iperdensità (più chiara) dell’arteria in caso di trombo→
• Nei giorni successivi l’area ischemica è ipodensa (colore scuro), a margini netti→ può
poi diventare isodensa ed essere sostituita da tessuto cicatriziale
La TAC è la metodica di elezione perché facilmente eseguibile ed ampiamente
disponibile
Utilità:
• diagnosi differenziale
• Ricerca di segni precoci di ischemia
Ictus ischemico
trattamento
• assicurare la presenza di pervietà delle vie
aeree
• stabilizzare la funzione cardiorespiratoria
• correggere l' ipo o iperglicemia qualora
presenti
• trombolisi endovenosa → per ridurre
l’estensione del danno; eseguita con rt-PA
(attivatore tissutale del plasminogeno)
entro 4.5 h dall’esordio (vedi immagine)
• trombolisi intrarteriosa (centri selezionati)
• trattamento antitrombotico (ASA o
anticoagulanti)
• riabilitazione
MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
LA POSTURA DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
Il paziente emiplegico ha una paralisi unilaterale
Il mancato controllo dei muscoli volontari fa sì che i gruppi muscolari flessori prevalgano
sugli estensori
MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
LA POSTURA DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
Pertanto:
Il braccio tende ad addursi ed intra-ruotare
Il gomito ed il polso a flettersi
L’anca ad extra-ruotare
Il ginocchio a flettersi
Il piede a supinare e flettersi plantarmente
MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
LA POSTURA DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
E’ necessario che il paziente venga posturato correttamente al letto e in carrozzina
Questo garantisce la prevenzione delle contratture, delle neuropatie da compressione e
l’assunzione di atteggiamenti viziati
MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
LA POSTURA DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
Al letto:
Per impedire l’adduzione della spalla colpita, si posiziona un cuscino sotto l’ascella così da mantenere il braccio scostato dal
torace
Si posiziona un cuscino sotto il braccio e sotto la mano
La mano deve essere in posizione lievemente supina e le dita appena flesse
Ogni articolazione deve essere collocata più in alto rispetto alla precedente
MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
LA POSTURA DEL PAZIENTE EMIPLEGICO
Al letto:
Deve essere posizionato l’archetto alza-coperte per evitare la fissazione di vizi di postura a livello dell’arto inferiore
La posizione del paziente deve essere cambiata ogni 2-3 ore
Il paziente deve essere posizionato da entrambi i lati, ma deve giacere per periodi di tempo più brevi sul lato colpito.
In carrozzina:
Il braccio flaccido deve essere posto su un tavolo o su un cuscino
ATTIVITA’ DI VITA COINVOLTE IN UNA PERSONA CON ICTUS
ALIMENTAZIONE
Insieme delle azioni che permettono di nutrire e idratare l’organismo:
Se sono presenti disturbi di coscienza, è necessario utilizzare il sondino naso-gastrico
Se è presente disfagia, è necessario assistere il paziente durante il pasto mettendo il cibo dal lato
sano o posizionare il SNG
E’ necessario scegliere il tipo di dieta più adeguata in base alle patologie presenti: diabete,
insufficienza renale.
ATTIVITA’ DI VITA COINVOLTE IN UNA PERSONA CON ICTUS
ELIMINAZIONE
Insieme delle azioni che permettono l’allontanamento delle sostanze di rifiuto del
metabolismo:
Nelle prime fasi è frequente la ritenzione urinaria con necessità di utilizzo del catetere
vescicale
Appena possibile è indicato utilizzare presidi come il pannolone, il pappagallo o la
padella, portare la persona ai servizi igienici
ATTIVITA’ DI VITA COINVOLTE IN UNA PERSONA CON ICTUS
RESPIRAZIONE E CONTROLLO DELLA TEMPERATURA
Insieme delle azioni che permettono di mantenere l’ossigenazione tissutale e una temperatura
costante dell’organismo:
Le alterazioni delle vie respiratorie possono essere dovute all’immobilizzazione con accumulo delle
secrezioni e all’emiparesi che impedisce di espettorare
in alcuni casi può essere necessaria l’aspirazione naso-tracheale
Il paziente può essere portatore di cannula tracheostomica
ATTIVITA’ DI VITA COINVOLTE IN UNA PERSONA CON ICTUS
IGIENE PERSONALE
Insieme delle azioni che permettono di mantenere la pulizia del corpo e la sua
vestizione:
La persona colpita da ictus non riesce a prendere cura di se, pertanto è necessario
garantire una corretta igiene che risulta essere anche di conforto psicologico
E’ importante coinvolgere i familiari sin dai primi giorni
ATTIVITA’ DI VITA COINVOLTE IN UNA PERSONA CON ICTUS
MOBILIZZAZIONE
Insieme delle azioni che permettono al corpo di muoversi nello spazio in maniera
coordinata:
Mobilizzare il paziente evitando posizioni non corrette
Posturare diversamente ogni 2-3 ore per evitare lesioni da decubito
ATTIVITA’ DI VITA COINVOLTE IN UNA PERSONA CON ICTUS
COMUNICAZIONE
Insieme delle azioni che permettono di trasferire e ricevere informazioni ed instaurare relazioni
sociali:
Pazienti con lesioni dell’emisfero sinistro possono avere afasia
Stimolare la comunicazione
Parlare lentamente usando un linguaggio logico e coerente
ATTIVITA’ DI VITA COINVOLTE IN UNA PERSONA CON ICTUS
LESIONI CUTANEE
Per prevenire i danni è opportuno controllare la cute soprattutto a livello delle sporgenze ossee
Seguire una dieta equilibrata e mantenere la pelle pulita e asciutta
Se sono presenti lesioni, garantire un’adeguata medicazione
Emorragia cerebrale
• Emorragia intracerebrale
• Emorragia sub aracnoidea
Emorragia intracerebrale
• Emorragia intracerebrale è responsabile di circa il 10 - 15% di tutti gli ictus e circa il 35
45% di pazienti muoiono nel primo mese
• Le principali cause sono:
•
•
•
•
•
l' ipertensione
le coagulopatie
le sostanze simpaticomimetiche ( cocaina, metanfetamina)
malformazioni vascolari
deposito sostanza amiloide
Fisiopatologia
• L' emorragia intracerebrale ipertensiva in genere la conseguenza della rottura spontanea di
una piccola arteria in sede cerebrale profonda
• Sedi più frequenti: i nuclei della base, talamo, cervelletto e ponte
• Quando l' emorragia si verifica in altre sedi o in pazienti normotesi bisognerebbe considerare
la presenza di altre cause
• L' emorragia può essere piccola o dar luogo ad un voluminoso coagulo che comprime il tessuto
adiacente
• La maggior parte delle emorragie intracerebrali ipertensive si sviluppa nell'arco di 30 90
minuti, mentre quelle associate a terapia anticoagulante possono evolvere in un periodo più
lungo dalle 24 alle 48 ore
• Dopo un periodo che va da uno a sei mesi l' emorragia in genere è andata incontro a
riassorbimento residua una cavità tre limitata da una cicatrice
Manifestazioni cliniche
• L' emorragia intracerebrale si presenta solitamente come un deficit neurologico focale
a esordio acuto, sebbene i sintomi clinici possano essere pienamente manifesti
all'esordio
• Più comunemente il deficit focale di solito peggiora nell'arco di 30-90 minuti e si
accompagna a compromissione dello stato di coscienza e assegni legati all' aumento
della pressione intracranica come cefalea e vomito
Quadro clinico (dipende dalla sede):
• emorragia della capsula e del putamen: emiplegia flaccida controlaterale, afasia, disfagia deviazione
di capo e occhi
• emorragia del nucleo caudato: cefalea, vomito, rigidità nucale, alterazioni della coscienza
• emorragia talamica: grave deficit sensitivo controlaterale
• emorragia pontina: coma, tetraplegia, alterazioni cardiache e del respiro con rapida morte
• emorragia cerebellare: vertigini, disturbo dell’equilibrio, dismetria, disfagia, disartria
Diagnosi e terapia
• TC: l' emorragia appare iperintensa
• Terapia
• terapia antiedemigeno con mannitolo per ridurre l'
ipertensione endocranica
• correzione delle alterazioni della coagulazione (per
esempio vitamina K )
• trattamento neurochirurgico
Emorragia subaracnoidea
•
•
•
•
rottura di un aneurisma congenito
rottura di altri aneurismi (aterosclerotici, infiammatori, traumatici)
apertura di una raccolta emorragica ipertensiva nei ventricoli
malformazioni vascolari, traumi cranici, disordini ematologici, neoplasie
PATOGENESI
• Fattori predisponenti acquisiti
• Ipertensione
• fumo di sigaretta
Patogenesi della rottura dell' aneurisma
• Ingrandimento dell' aneurisma per successive fissurazioni e riparazioni
• In pazienti ipertesi o normotesi sottoposti a sforzi che aumentano la pressione
Anatomia
• Aneurisma intracranico: estroflessione a
parete sottile in corrispondenza di punti di
diramazione arteriosa lungo il circolo del
Willis
• Per la maggior parte dei casi è unico
• Insorge più frequentemente a livello della
comunicante anteriore 40%
Quadro clinico e prognosi
• Cefalea occipitale a rapido di sviluppo
• Perdita di coscienza
• Vertigini
• Vomito
Diagnosi
• Esami ematochimici (tra cui PT/PTT/INR)
• TC encefalo senza m.d.c
• Angio TC: per valutare l'aneurisma o la malformazione vascolare
• Angiografia: per lo studio dei vasi ed il trattamento dell' aneurisma
Complicanze e terapia
Complicanze:
• Ematoma intracerebrale infatti cerebrale
Terapia:
• Chiusura dell' aneurisma mediante approccio neurochirurgico o endovascolare
• Terapia patologia di base