LA CIVILTÀ GRECA
LA NASCITA DELLA CIVILÀ GRECA
Intorno al 1200 a.C. la penisola greca fu invasa dai Dori (provenienti da
nord) e da altri popoli. Finì così la civiltà micenea, che aveva dominato
fino a quel momento il Peloponneso e il Mar Egeo, ed ebbe inizio l’età
oscura della Grecia in cui la popolazione s’impoverì e tornò a modi di
vita semplici, basati sull’agricoltura e sull’allevamento, la scrittura
scomparve e le città fortificate micenee cedettero il posto a villaggi
sparsi. I popoli, lentamente, impararono a convivere e si fusero: le
condizioni di vita migliorarono, la popolazione migliorò, ripresero i
commerci e rinacquero le città. Verso l’800 a.C. l’Età oscura era ormai
finita e stava affiorando una nuova civiltà, detta greca o ellenica da
“Ellade”, il nome con cui gli antichi Greci chiamavano la propria terra.
Non sorse uno Stato unitario poiché il territorio era montuoso è
ostacolava le comunicazioni interne, invece, nacquero le città-stato,
indipendenti l’una dall’altra, chiamate poleis.
Per quanto divisi, i Greci si sentivano un solo popolo: parlavano la stessa
lingua ed erano uniti dalla stessa cultura, cioè dall’insieme delle
tradizioni, dei miti, dei valori e della religione.
LA SCRITTURA
LA CULTURA
I greci amavano la
letteratura, l’arte e le
scienze e fecero nei
campi progressi
straordinari.
Al termine dell’Età oscura,
durante la quale si era perso
ogni ricordo della scrittura dei
Fenici.
La sistemarono però alle proprie
esigenze: usurano alcuni segni
che non coincidevano ad alcun
suono della lingua greca per
indicare le vocali. Nacque così
l’alfabeto.
IL TERRITORIO E LE ATTIVITRÀ
Il territorio della Grecia non presentava condizioni
favorevoli per lo sviluppo dell’attività agricola: era
occupata in gran parte da montagne, le pianure erano
ridotte, il suolo era poco fertile, i fiumi erano scarsi e
poveri d’acqua. Grazie al clima mediterraneo i contadini
dell’antica Grecia potevano coltivare viti e ulivi sui
pendii e allevare ovini, caprini e suini.
Le numerose isole, le coste e i venti forti e regolari che
soffiavano sul mare in estate, favoriva la navigazione.
Nella Grecia antica si sviluppò così il commercio via
mare e l’artigianato.
LA POLIS
Le poleis possedevano una struttura e caratteristiche simili (la parte alta
della poleis era chiamata ACROPOLI, la parte centrale era chiamata
AGORÀ e la parte bassa era chiamata CHORA), pur avendo ciascuna
leggi proprie e un proprio esercito.
Sorgevano in genere su un’altura vicino alla costa: questa posizione
consentiva di proteggersi di proteggersi dagli attacchi di nemici e, allo
stesso tempo, di praticare il commercio marittimo.
Oltre alla città vera e propria, la polis comprendeva il territorio in cui si
svolgeva l’attività agricola.
I CITTADINI
Per i Greci la polis non era solo la città con il loro territorio, ma era soprattutto
l’insieme dei cittadini e il loro modo di governarsi. Ciò che differenziava le poleis
greche dalle altre città-stato era il sistema di governo: nelle poleis non governava
un re, ma i cittadini. Erano considerati cittadini, gli uomini liberi che
appartenevano a una famiglia originaria del luogo ed erano in grado di armarsi a
proprie spese. Non lo erano né le donne, né gli stranieri, né gli schiavi.
Inizialmente il governo delle poleis fu un’aristocrazia: governava un gruppo di
cittadini, in genere i capi delle famiglie nobili.
Successivamente, in alcune poleis vennero altre forme di governo. Ciò avvenne
soprattutto grazie allo sviluppo dei commerci e dell’artigianato e alla diffusione
della moneta: la ricchezza, infatti, non consisteva più solo nel possesso di terre,
ma anche di denaro.
Nelle polis di Atene nacque la democrazia: a governare era il popolo, compresi i
cittadini, i proprietari terrieri ma anche i commercianti e gli artigianati avevano
importanza e ricchezza.
Nelle polis di Sparta, invece, il potere rimase nelle mani di una ristretta cerchia di
cittadini, di cui era impossibile entra a far parte: questa forma di governo è detta
oligarchica.
LE COLONIE
Già a partire dall’VIII secolo a.C., l’aumento della popolazione, la
scarsità delle terre coltivabili e il bisogno di trovare basi per i
commerci spinsero i Greci alla ricerca di nuove terre.
Molte poleis inviarono in tutto il bacino del Mediterraneo navi con
gruppi di cittadini: quando giungevano in un luogo favorevole, essi
si stabilivano e costruivano una colonia, cioè una città indipendente
ma con forti legami commerciali con la città d’origine, di cui
conservava la lingua, la scrittura e la cultura. Tra l’VIII e il VI secolo
a.C. i Greci costruirono decine di colonie sulle coste del Mar
Mediterraneo del Mar Nero.
ATENE
Atene aveva un entroterra formato da piccole
pianure fertili separate da colline:
quest’alternativa favorì la divisione delle terre tra
molti proprietari e una fiorente attività agricola.
La polis sorgeva sul mare, sulla costa, adatta
all’attracco delle navi, consentì lo sviluppo del
commercio marittimo. La presenza di argento e
piombo nel sottosuolo , infine, creò le condizioni
per la nascita dell’artigianato.
La città divenne un centro di commerci, di arte e
di cultura.
Con lo sviluppo dei commerci e dell’artigianato,
gli aristocratici dovettero condividere il potere
con le altre classi.
Nel 509 a.C. nacque il governo democratico.
Il potere spettava all’assemblea popolare, dei 40
000 cittadini atenesi. Si riunivano nelle piazze
per approvare o rifiutare, votando, le leggi
proposte dal consiglio cittadino, di 500 cittadini
sorteggiati dall’assemblea ogni anno. Il
comando dell’esercito e la sicurezza della polis
erano affidati a dieci comandanti militari.
L’EDUCAZIONE
Per gli Ateniesi era
importante formare dei
cittadini capaci di
partecipare alla vita della
polis.
I bambini maschi
frequentavano una scuola a
pagamento: oltre a leggere,
scrivere, imparavano a
recitare poemi e parlare in
pubblico e si esercitavano in
vari sport.
Le bambine, invece, non
ricevevano alcuna
istruzione: restavano a casa
con le madri.
SPARTA
Sparta sorgeva in una fertile valle circondata da
monti. Le montagne proteggevano la polis, ma
allo stesso tempo ostacolavano gli scambi La
polis fondò la propria ricchezza sull’agricoltura.
Mentre Atene era un luogo di novità, la vita a
Sparta si basava sul rispetto delle antiche
tradizioni e su una solida organizzazione militare.
I cittadini di Sparta erano circa 5 000, proprietari
terrieri discendenti dei Dori (detti Apella), i cui
compiti erano combattere e governare. Si
riunivano in un’assemblea del popolo
spartano,che approvava o respingeva le proposte
del consiglio degli anziani (detti Gherusia),
formato da 28 spartiati e 2 re comandanti
dell’esercito. C’erano poi 5 potenti componenti
del'antica magistratura (detti efori) eletti
dall’Apella, che amministravano la giustizia e
controllavano la Gherusia. Sparta era un governo
oligarchico, da cui erano escluse la classe dei
cittadini (detti perieci), circa 50 000 commercianti
e artigiani, e quelli dei 150 000 schiavi (detti iloti),
discendenti dalle popolazioni sottomesse dai dori,
che lavoravano le terre degli spartiati .
L’EDUCAZIONE
Per gli Spartani era importante
formare dei soldati capaci di
resistere alle fatiche e agli sforzi.
I bambini spartiati maschi non
vivevano a casa con la famiglia,
ma in una specie di caserma: qui
imparavano a malapena leggere e
scrivere, ma venivano addestrati
nelle armi, negli sport, nella
disciplina e nella resistenza al
freddo e alla fame.
Anche le bambine imparavano a
leggere e scrivere e si
esercitavano negli sport: per gli
Spartani, infatti, solo una donna
forte poteva generare un figlio
forte.
LA RELIGIONE
I greci erano politeisti, cioè credevano in numerosi dèi. Li immaginavano
simili agli uomini nell’aspetto e in molti tratti del carattere, ma immortali e
potenti. La loro abitazione era l’Olimpo, il monte più alto della Grecia. Gli
dèi greci non difendevano la giustizia, né consolavano gli uomini nelle loro
sofferenze, ma avevano il compito di conservare l’ordine del mondo, il
Kosmos, occupandosi ognuno di un settore particolare.
Gli dèi, le dee principali e le altre divinità erano:
Era, la sposa di Zeus, che proteggeva i matrimoni e le nascite;
Ade, fratello di Zeus, che era il dio dell’oltretomba;
Poseidone, il dio del mare, che proteggeva la navigazione;
Artemide, la dea dei boschi e degli ambienti naturali, che proteggeva i
cacciatori;
Demetra, la dea del grano e dei raccolti, che proteggeva l’agricoltura;
Hermes, il guardiano dei confini, che proteggeva il commercio ed era il
messaggero degli dèi.
TEMPLI E SANTUARI
Per onorare gli dèi, i Greci costruivano templi grandiosi. Ogni
polis aveva una divinità protettrice in cui il tempio sorgeva
sull’acropoli.
La dea protettrice di Atene era Atena e il suo tempio era il
Partenone.
Altri luoghi sacri, comuni a tutte le poleis erano i santuari: qui i
fedeli interrogavano gli oracoli per ottenere risposte e
previsioni sul futuro.
Gli oracoli erano, secondo i Greci, dei messaggi che gli dèi
inviavano
attraverso particolari sacerdoti e sacerdotesse nel corso di
speciali cerimonie. Le loro parole, però, non sempre erano
chiare.
LE GUERRE PERSIANE
Alla fine del V secolo a.C. le polis si trovarono a resistere ad una grave
minaccia: l’impero persiano.
Originari di un piccolo territorio affacciato sul Golfo Persico, i Persiani si
erano espansi fino a formare un impero vastissimo, che comprendeva
anche colonie greche dell’Asia Minore, come Efeso e Mileto. Alcune di
esse, con il sostegno di Atene, si ribellarono al potere persiano. Il re
persiano Dario, dopo aver punito le città ribelli, dichiarò allora guerra ad
Atene. Per difendersi dai Persiani, le poleis si allearono. Il grande esercito
persiano e il piccolo esercito greco si scontrarono una prima volta a
Maratona, nei pressi di Atene, nel 490 a.C.: benché numericamente
inferiori, i Greci vinsero. Dieci anni più tardi il figlio di Dario, Serse, lanciò
un nuovo attacco per terra e per mare. Al passo delle Termopili, 300
Spartani, guidati dal re Leonida, riuscirono a trattenere a lungo gli oltre
200 000 uomini dell'esercito persiano, ma poi furono traditi e uccisi. Così
l'esercito greco fu distrutto e Atene fu data alle fiamme. La flotta greca,
invece, riuscì a ottenere la vittoria presso l'isola di Salamina. L’esito della
guerra modificò nuovamente e i Greci riuscirono infine a vincere anche sul
terreno, a Platea, e a cacciare definitivamente i Persiani nel 479 a.C.
LA CRISI
Superata la minaccia persiana, le poleis schiacciarono le alleanze ed
entrarono in conflitto tra loro. Ognuna di esse in particolare Atene e sparta.
Voleva governare su tutte le altre. Nel 431 a.C. Ebbe inizio la guerra del
Peloponneso tra sparta e Atene, ciascuna con le proprie poleis alleate.
Durò 27 anni e vide da entrambe le parti vittorie e sconfitte, ma alla fine
Atene fu battuta. L'esercito spartano abbatté le mura della città, si appropria
della sua flotta e impose alla polis un governo oligarchico, segnando la fine
della democrazia nel mondo greco. Tutto ciò suscitò il malcontento dei
cittadini in molte città, che si opposero al dominio di sparta ed ebbero
successo. Per una decina di anni a svolgere il ruolo di guida delle altre
poleis fu Tebe, ma anche il suo potere non durò a lungo. Le guerre esterne
e soprattutto i continui scontri interni avevano ormai indebolito e impoverito
le poleis della Grecia, che sarebbero presto state conquistate da dominatori
stranieri.
CONSIDERAZIONI: Ho scelto la civiltà Greca per la loro cultura perché
possiedono dalla nascita uno spirito di indipendenza della varie città
stato, è c’è il diritto di parlare o di portare le proprie ragioni.