Scrivi una relazione sulla storia delle Crociate Intorno al cambio di millennio, il miglioramento delle condizioni climatiche e nuove scoperte (dal “nuovo ”aratro” al mulino ad acqua, ai ferri per i cavalli, alle nuove imbragature per gli animali da tiro…) produssero un miglioramento delle condizioni di vita e la nascita di una classe di mercanti che immediatamente guardarono fuori dai confini. Un rinnovato fervore religioso spinse le spedizioni cristiane in Terra Santa nel corso del XII secolo, chiamate Crociate. Le Crociate sono state otto, in un arco temporale che va dal 1095 al 1274. Ma sono principalmente le prime tre che vengono studiate, perlopiù per i loro insuccessi, come afferma Christopher Tyerman. Anche secondo Jacques Le Goff, con la terza crociata si conclude il ciclo delle spedizioni, e “dei tre scopi, dichiarati o inconsci, che i promotori delle Crociate e i crociati stessi si proponevano (conquistare i Luoghi Santi di Gerusalemme, aiutare i Bizantini e quindi la Chiesa d’Oriente, unire la Cristianità contro gli “infedeli”), non ne fu raggiunto neppure uno”. La prima crociata è nota come “La Crociata dei pezzenti (o dei poveri)”: il 27 novembre 1095, papa Urbano II concluse il Concilio di Clermont invitando i nobili dell’Europa occidentale a recarsi in Oriente a dare aiuto ai fratelli cristiani. Gli storici concordano sul fatto che in effetti Urbano II aveva in mente un pellegrinaggio dei nobili feudatari a Gerusalemme. Ma il predicatore Pietro d’Amiens (Pietro l’Eremita) raccolse circa 20.000 francesi che partirono, senza alcuna organizzazione né approvvigionamenti alla volta di Costantinopoli al grido “Dio lo vuole”. La necessità di trovare da mangiare e bere spinse questo “esercito” a saccheggi chesterminarono, per esempio a Belgrado, 4.000 ungheresi, mentre a Nis furono i crociati a soccombere (più di 10.000 perdite). L’esaltazione condusse i “pezzenti” a prendersela con gli ebrei, responsabili dell’uccisione di Cristo. Pietro scampò nel 1096 ai massacri dei crociati per mano dei turchi selgiuchidi, che reagirono agli attacchi ricevuti. La seconda crociata fu la più imponente, per la partecipazione sul campo di regnanti come Luigi VII di Francia e Corrado III di Svevia. Il casus belli fu rappresentato dalla presa della contea di Edessa (fondata nella prima crociata come “primo stato crociato”) da parte dei Turchi. Fu il papa Eugenio III a proclamarla, affermando così la preminenza del papato sui poteri temporali. Ma anche questa crociata ebbe un esito fallimentare: Gerusalemme sarebbe caduta dopo soli quaranta anni. Per la sua riconquista fu proclamata la terza crociata: la “Crociata dei re” (Riccardo Cuor di leone, Federico Barbarossa, Filippo II di Francia, Saladino per i Turchi), i cui eserciti, nonostante la conquista di alcune città, non riuscirono a prendere di nuovo possesso di Gerusalemme. Tornando a Le Goff, certamente si può notare come effettivamente le prime tre crociate abbiano prodotto insuccessi, visto che non ci fu la conquista della Terra Santa, la Chiesa d’Oriente rimase separata dalla Chiesa romana e la chiamata della Cristianità contro gli “infedeli” si trasformò, almeno nei casi soprattutto di Venezia e Genova, in contatti e contratti mercantili. Le contaminazioni culturali, d’altronde, erano già floride e solide in Sicilia e Spagna, come nel 1937 faceva notare Henry Pirenne, mentre “la Chiesa vi ha perso più di quanto non abbia guadagnato. Istituzionalizzando la crociata, concedendo indulgenze e il diritto di reclamare speciali imposte (…) ha creato più delusioni e rancori di quanto non abbia alimentato speranze. Si è potuto dire che il punto d’arrivo delle Crociate è la Riforma”. FONTI: Tyerman Christopher: L’invenzione delle crociate, Einaudi, 2000 Le Goff Jacques: Il Basso Medioevo, Feltrinelli, 1967 Ceccoli Paolo (a cura di): “Atlante della storia”, Crociate: atrocità e nefandezze nel nome della croce, Demetra, 2001 Cardini Franco, Montesano Marina: Storia medievale, Mondadori Education, 2006 Pirenne Henry: Maometto e Carlomagno, Economica Laterza, 2007