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Persepolis - Isabella Tokos 3A

Scrivi una relazione sull’importanza come fonte storica del fumetto
“Persepolis” di Marjane Satrapi
Il fumetto Persepolis di Marjane Satrapi è stato considerato uno dei 100 libri più rappresentativi
del Ventunesimo secolo, secondo il Guardian.
L’11 febbraio è la data della festa nazionale della Repubblica Islamica dell'Iran: in quel giorno,
nel 1979, l’Ayatollah Khomeyni atterrò all’aeroporto di Teheran di ritorno dall’esilio in Francia.
Una grande folla lo portò in trionfo. Le forse armate dichiararono la loro neutralità. La rivoluzione
islamica aveva vinto. La Persia dello Scià Reza Pahlavi (che, per esempio, aveva esteso il suffragio
alle donne, tentate la modernizzazione del paese e la laicizzazione dello Stato) era finita. “Da allora
l’immagine di questa antica e grandiosa civiltà è stata indissolubilmente legata a fondamentalismo,
fanatismo e terrorismo. Ma io, che sono un’iraniana che ha trascorso più di metà della sua vita in
Iran, so bene che questa immagine è lontana dal vero. È per questo che scrivere Persepolis è stato
così importante per me. Credo che non si possa giudicare una nazione intera per gli errori di pochi
estremisti. E non voglio che vengano dimenticati tutti quegli iraniani che hanno perso la vita in
prigione per difendere la libertà, che sono morti in guerra contro l’Iraq, che hanno subito la
repressione dei diversi regimi, che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e fuggire dal loro
paese. Si può perdonare ma non si deve dimenticare”. Nel 1979 Marjane aveva dieci anni, che cosa
vide e visse in quelle inevitabili trasformazioni che la teocrazia khomeynista produsse in una
società “occidentale”, in termini di comportamenti e di repressione del pensiero libero? Questo
(anche questo) è raccontato nel “primo fumetto autobiografico sulla storia iraniana. Scritto con
l’intento di ‘ribattere ai pregiudizi sul mio Paese senza essere interrotta’, Persepolis (dal nome
greco dell’antica “città dei persi” fondata nel 520 a.C.) è la saga di una famiglia iraniana che vive
a Teheran tra il 1960 e il 1990”. È questa la dimensione che Marjane sceglie per la sua narrazione:
nella famiglia, di tradizione e costumi progressisti, vive il nucleo dei sentimenti e degli affetti (che
aiuteranno Marjane nella sua vita in Francia), un dimensione intimista che consente diverse cifre
narrative: innanzi tutto, l’ironia, che permette di stemperare il dramma (il regime aveva capito che
una persona che usciva di casa domandandosi se il suo look era conforme agli obblighi imposti,
non si chiedeva più: dov’è andata a finire la mia libertà di pensiero? potrò mai esprimermi
liberamente? cosa fanno ai prigionieri politici? vale la pena continuare a vivere?). Attraverso il
suo racconto dell’Iran, Satrapi fa riflettere sui comportamenti legati alla superficialità, al
pregiudizio, all’apparenza e al conformismo che portano a identificare un paese, un’intera civiltà,
con alcuni estremi, drammatici e condannabili aspetti della sua storia recente. In questo contesto,
l’uso del velo, simbolo principe in Occidente della sottomissione femminile, è visto da Marjane
Satrapi solo come uno degli aspetti del ben più ampio problema della repressione e della mancanza
di libertà di pensiero e di parola nell’Iran del regime.
FONTI:
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Si autodefinisce «l'unico quotidiano britannico a diffusione nazionale privo di un proprietario e indipendente rispetto ai partiti politici»
É il titolo di eminenti dottori di scienze religiose e giuridiche, alti dignitari della gerarchia sciita, costituenti quasi un'aristocrazia teologica
www.fumettologica.it/2019/11/marjane-satrapi-persepolis/, introduzione all’edizione italiana del 2002
Carlotta Eco, in: www.enciclopediadelledonne.it
www.miocarofumetto.it/persepolis-il-primo-fumetto-iraniano-mai-pubblicato/
Isabella Tokos 3A
a.s. 2019-2020