Scrivi una relazione sull’importanza come fonte storica del fumetto “Persepolis” di Marjane Satrapi Il fumetto Persepolis di Marjane Satrapi è stato considerato uno dei 100 libri più rappresentativi del Ventunesimo secolo, secondo il Guardian. L’11 febbraio è la data della festa nazionale della Repubblica Islamica dell'Iran: in quel giorno, nel 1979, l’Ayatollah Khomeyni atterrò all’aeroporto di Teheran di ritorno dall’esilio in Francia. Una grande folla lo portò in trionfo. Le forse armate dichiararono la loro neutralità. La rivoluzione islamica aveva vinto. La Persia dello Scià Reza Pahlavi (che, per esempio, aveva esteso il suffragio alle donne, tentate la modernizzazione del paese e la laicizzazione dello Stato) era finita. “Da allora l’immagine di questa antica e grandiosa civiltà è stata indissolubilmente legata a fondamentalismo, fanatismo e terrorismo. Ma io, che sono un’iraniana che ha trascorso più di metà della sua vita in Iran, so bene che questa immagine è lontana dal vero. È per questo che scrivere Persepolis è stato così importante per me. Credo che non si possa giudicare una nazione intera per gli errori di pochi estremisti. E non voglio che vengano dimenticati tutti quegli iraniani che hanno perso la vita in prigione per difendere la libertà, che sono morti in guerra contro l’Iraq, che hanno subito la repressione dei diversi regimi, che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e fuggire dal loro paese. Si può perdonare ma non si deve dimenticare”. Nel 1979 Marjane aveva dieci anni, che cosa vide e visse in quelle inevitabili trasformazioni che la teocrazia khomeynista produsse in una società “occidentale”, in termini di comportamenti e di repressione del pensiero libero? Questo (anche questo) è raccontato nel “primo fumetto autobiografico sulla storia iraniana. Scritto con l’intento di ‘ribattere ai pregiudizi sul mio Paese senza essere interrotta’, Persepolis (dal nome greco dell’antica “città dei persi” fondata nel 520 a.C.) è la saga di una famiglia iraniana che vive a Teheran tra il 1960 e il 1990”. È questa la dimensione che Marjane sceglie per la sua narrazione: nella famiglia, di tradizione e costumi progressisti, vive il nucleo dei sentimenti e degli affetti (che aiuteranno Marjane nella sua vita in Francia), un dimensione intimista che consente diverse cifre narrative: innanzi tutto, l’ironia, che permette di stemperare il dramma (il regime aveva capito che una persona che usciva di casa domandandosi se il suo look era conforme agli obblighi imposti, non si chiedeva più: dov’è andata a finire la mia libertà di pensiero? potrò mai esprimermi liberamente? cosa fanno ai prigionieri politici? vale la pena continuare a vivere?). Attraverso il suo racconto dell’Iran, Satrapi fa riflettere sui comportamenti legati alla superficialità, al pregiudizio, all’apparenza e al conformismo che portano a identificare un paese, un’intera civiltà, con alcuni estremi, drammatici e condannabili aspetti della sua storia recente. In questo contesto, l’uso del velo, simbolo principe in Occidente della sottomissione femminile, è visto da Marjane Satrapi solo come uno degli aspetti del ben più ampio problema della repressione e della mancanza di libertà di pensiero e di parola nell’Iran del regime. FONTI: • • • • • Si autodefinisce «l'unico quotidiano britannico a diffusione nazionale privo di un proprietario e indipendente rispetto ai partiti politici» É il titolo di eminenti dottori di scienze religiose e giuridiche, alti dignitari della gerarchia sciita, costituenti quasi un'aristocrazia teologica www.fumettologica.it/2019/11/marjane-satrapi-persepolis/, introduzione all’edizione italiana del 2002 Carlotta Eco, in: www.enciclopediadelledonne.it www.miocarofumetto.it/persepolis-il-primo-fumetto-iraniano-mai-pubblicato/ Isabella Tokos 3A a.s. 2019-2020