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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Martedì 26 Marzo 2013
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A Parigi successo per la prima mostra di acrilici dell’artista di origine iraniana
Satrapi, dal fumetto alla tela
Ritratti di donne dalla bocca chiusa e gli sguardi obliqui
DI
D
ELENA GALLI
ipinge da sempre, anche se è nota soprattutto come fumettista, sceneggiatrice e
illustratrice.
La prima esposizione delle
sue tele, che si è chiusa sabato
scorso a Parigi, l’ha consacrata nell’Olimpo della pittura.
Anche perché la terza arte è
alla base di tutte le sue creazioni, quale che ne sia la forma
definitiva.
È stata un successo la personale parigina di Marjane
Satrapi (Rasht, 1969). La galleria Jérôme de Noirmont ha
riunito 21 tele dell’artista di
origine iraniana, famosa per
il fumetto storico-autobiografico Persepolis, diventato un
film d’animazione di grande
successo. Si tratta di acrilici
realizzati tra il 2009 e oggi,
con un unico denominatore:
sono tutti ritratti di donne.
Non si tratta di una scelta
femminista, tiene a sottolineare l’artista. Semplicemente,
«amo il bello, dunque amo dipingerle».
Con un solo sogritratti di famiglia
getto o raffiguranti
animati, nei quali si
scene a due o quatposa o si gioca. Tutte
tro personaggi, i
queste opere si iscridipinti di Marjane
vono nel solco della
Satrapi, che da anni
continuità tracciato
vive e lavora nella
dalla Satrapi negli
capitale francese,
album di fumetti
rappresentano fiTaglia e cuci (titolo
gure anonime, i cui
originale Broderies)
tratti si ispirano
e Pollo alle prugne
però a personalità
(Poulet aux prunes),
conosciute durante
nei quali si ritrova
l’infanzia a Teheran.
questa espressione
Ritratti colorati che
pittorica semplificaricordano le costruta e per questo fortezioni geometriche
mente espressiva.
di Mondrian, le
«Quando voglio
elaborate scene di
dipingere», racconinterni di Balthus
ta l’artista, «mollo
e le figure femminili
tutto e mi concentro
dai colori esuberansu una tela. Ho scelti di Matisse.
to l’acrilico, perché
Con la bocca
sono troppo impaI
ritratti
di
Marjane
Satrapi
in
mostra
alla
galleria
Jérôme
de
Noirmont
di
Parigi
sempre ben chiuziente per la pittura
sa, le donne della
a olio».
Satrapi non sono mai raffigu- ne, con lo sguardo rivolto ver- con due soggetti il fuori campo
Il 6 febbraio scorso è uscirate frontalmente. Il gioco dei so l’esterno. Come sottolinea è scomparso: sono i giochi di to in Francia il nuovo lunloro sguardi obliqui rimanda l’artista, quello che colpisce in sguardi fra i due personaggi gometraggio di Marjane Saal mistero dei loro pensieri. questi quadri è il fuori campo, che caratterizzano la compo- trapi, The Gang of the Jotas,
Così, dodici delle tele espo- «quello che non si vede e che sizione. Infine, le tre tele che dove l’artista debutta come
ste in mostra rappresentano si guarda solo quando si è soli raffigurano gruppi di quattro attrice.
donne sole, in piena riflessio- con se stessi». Nei sei ritratti donne si presentano come
© Riproduzione riservata
I big del settore si fanno largo in un mercato promettente Acquistata a 2,3 €, venduta a 1,7 mln €
L’Africa va a tutta birra Ciotola cinese,
grazie agli sconti fiscali tesoro a sorpresa
DI
I
ETTORE BIANCHI
produttori di birra sgomitano per conquistare il mercato africano. E lo fanno
proponendo la bevanda bionda a prezzi
stracciati, a misura della capacità di
spesa locale. In prima fila vi sono i giganti
del settore SabMiller e Diageo, che puntano al segmento medio-basso di clientela. La
strategia è quella di
abbassare i prezzi
per far lievitare i
consumi.
Così la sudafricana SabMiller ha
inventato un nuovo marchio, Impala, che permette
di bere più birra
a circa metà prezzo. Stesso discorso
per la concorrente
britannica Diageo.
Entrambe fanno
leva su un mercato,
quello africano, nel quale certe categorie di
cittadini vedono aumentare i loro redditi.
Il volume di birra venduta nel continente
è atteso in crescita mediamente del 4,6%
all’anno fino al 2016, quasi il doppio che nel
resto del mondo. Basti pensare che i tassi
europei e nordamericani sono visti in diminuzione di circa mezzo punto percentuale.
Più di un terzo dei ricavi di SabMiller proviene proprio dall’Africa.
La battaglia si gioca anche sul fronte fiscale: i gruppi industriali stringono accordi
con i governi per ottenere condizioni di favore. In Mozambico le accise ammontano al
10% rispetto al 40% applicato ad altre birre;
SabMiller è riuscita ad applicare riduzioni
per il suo prodotto a basso costo Eagle in
Tanzania, Uganda, Zimbabwe e Zambia.
Diageo, in Kenya, ha fatto rimuovere completamente le tasse per il marchio Senator
Keg. Ora i due produttori si stanno facendo
largo nell’area occidentale del continente,
a cominciare dal Ghana. Sempre a colpi di
vantaggi fiscali.
I birrai sono riusciti a convincere
le autorità politiche
che le loro bevande
a prezzo ridotto creano lavoro perché
vengono utilizzati
ingredienti forniti
da produttori locali
e perché la birra è
un’alternativa più
salutare rispetto
agli altri liquori.
Ma gli esperti di
salute sono contrari
e ritengono che questo diventerà un problema col passare del tempo: quando i prezzi
scendono, i consumi si impennano e sempre
più persone bevono. Un recente studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, sostiene che
l’alcol rappresenti il fattore di rischio maggiore legato al decesso e alle malattie nei
paesi meridionali dell’Africa subsahariana.
In generale, la capacità di spesa della popolazione è stimata in aumento nei prossimi
anni: per questo le aziende occidentali si
sono mosse da tempo per incrementare la
loro presenza nel continente.
© Riproduzione riservata
DI
SIMONETTA SCARANE
un colpo di fortuna
che ogni amante di cineserie si augura possa capitargli quando
acquista qualche oggetto dai
rigattieri. Ebbene, nel 2007 è
successo davvero: un oggetto,
una ciotola
di ceramica bianca
made in
China, apparentemente insignificante,
è stata acquistata a
New York per 2,3 euro da un
frequentatore di negozi di modernariato e robivecchi. L’acquirente, dopo essersi portato
a casa la bianca ciotola, averla
pulita ed esposta nel soggiorno
della sua casa, è rimasto abbagliato dalla sua finezza e dal
decoro che prima era passato
inosservato. Così, ha deciso di
consultare alcuni esperti di
arte cinese. E con sua sorpresa
si è sentito dire che la ciotola
era un oggetto di grande valore, un Ding, millenaria, risalente all’epoca della dinastia
dei Song che hanno regnato in
Cina dal 960 al 1279. Una notizia davvero sorprendente per
l’acquirente. L’unico esempio di
È
ciotola Ding della stessa forma,
grandezza e decoro, fa parte
della collezione del British
Museum di Londra da oltre
60 anni. Accompagnata da un
tale pedigree, la piccola ciotola
è stata la vedette della tradizionale settimana dell’arte
asiatica di New York. E quattro aspiranti
acquirenti
si sono dati
battaglia per
aggiudicarsela all’asta
di Sotheby’s.
Uno di loro,
il mercante
d’arte londinese, Giusepe Eskenazi, ha
pagato 1,6 milioni di euro per
portarsela via. Non è l’unico
esempio di buone sorprese riservate dalle antichità cinesi.
Nel 2012, a Drout, a Parigi,
un album imperiale sulla seta
del periodo Qianlong è stato
aggiudicato per 7,8 milioni di
euro quando era stato valutato
intorno a 150-200 mila euro. Il
venditore l’aveva avuto da suo
padre e l’aveva dimenticato nel
suo garage per parecchi anni.
In Inghilterra, questo mese, un
vaso è stato aggiudicato per un
milione di sterline dopo essere stato ripescato dall’oblio cui
era stato condannato in un angolo di una soffitta.
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