RITTERKREUZ STORIA MILITARE DELLA WAFFEN SS UOMINI – FORMAZIONI – BATTAGLIE – MEZZI – DECORAZIONI - UNIFORMI Anno 1 numero 1 Associazione culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Decorati con la croce di cavaliere Léon Degrelle, il più famoso volontario europeo della Waffen SS, qui ritratto sulla copertina della rivista Signal, fascicolo numero 5 del 1944. Il testo recita: ʺLeon Degrelle, un decorato della croce di cavaliere. Il capo del movimento rexista belga comanda la brigata di volontari delle SS Wallonien, che si é particolarmente distinta nel settore di Cercassiʺ. 2 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Ritterkreuz anno 1 numero 1 La presente pubblicazione viene distribuita gratuitamente ai soci dellʹAssociazione Ritterkreuz, nata in seno alla Associazione culturale Computer Club Italia da Massimiliano Afiero, senza fini di lucro e con il solo obiettivo di incentivare la ricerca storica sulla Seconda Guerra Mondiale ed in particolar modo sulle forze Armate dellʹAsse (Italia, Germania, Giappone) e dei paesi alleati ad esso (Romania, Ungheria, Slovacchia, Croazia e Finlandia). LʹAssociazione é stata registrata regolarmente presso lʹUfficio delle Entrate di Aversa il 18 gennaio 2001 al numero 581. Per aderire allʹAssociazione e ricevere la rivista Ritterkreuz (in formato PDF via email) basta semplicemente fare una donazione libera per lʹanno solare in corso. 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I dati anagrafici degli associati verranno trattati nel rispetto della tutela dei dati personali di cui alla legge 31/12/1996, n.675. Caporedattore: Massimiliano Afiero Comitato di Redazione: Marcello Bianchi, Stefano Canavassi, Diego Michelini Collaboratori: Eduard Abramian, Jacopo Barbarito, Giorgio Barsotti, Carlos Caballero Jurado, Massimiliano Casanova, Rene Chavez, Mauro Cardellini, Antonio Guerra, Marco Linguardo, Andrea Lombardi, Erik Norling, Alberto Peruffo, Roland Pfeiffer, Jean Pierre Sourd, Marco Rossi, Charles Trang, Luca Valente, Eugenio Vendrame, Harm Wulf, Mark C. Yerger. La pubblicazione Ritterkreuz tratta esclusivamente argomenti a carattere storico-militare e non intende esaltare alcun tipo di ideologia politica presente o del passato cosi come non intende esaltare alcun tipo di regime politico del secolo precedente. SOMMARIO Waffen SS in guerra (26a parte) RSD: una protezione speciale per il Führer La Frundsberg nella sacca di Falaise SS-Hauptscharführer Gustav Schreiber SS-Obersturmbannführer Christian Tychsen SS-Infanterie-Regiment 9 ʹThuleʹ Un volontario italiano nella 4a divisione SS-Polizei (2a parte) Le Armi Anticarro della Waffen SS (2a parte) Associazione Culturale Ritterkreuz Pag. 5 Pag. 10 Pag. 19 Pag. 26 Pag. 29 Pag. 34 Pag. 38 Pag. 43 3 RITTERKREUZ Ottomar Anton: il fascino del manifesto Pag. 49 Editoriale Perché questa nuova pubblicazione? Abbiamo cercato di spiegarlo a tutti i nostri amici e lettori come meglio potevamo ma aldilà dei contrasti con il nostro precedente editore, il nostro principale intento é stato quello di riappropiarci del nostro progetto di ricerca storica per meglio controllarne gli sviluppi e la sua espansione a livello mondiale. Ci sentivamo già da tempo in qualche modo bloccati e non vedevamo lʹora di poter tornare liberi di muoverci a nostro piacimento senza alcun vincolo di natura commerciale. La scelta di tutto lo staff editoriale é stata unanime e devo veramente ringraziare tutti per la stima e la solidarietà che hanno dimostrato nei miei confronti e soprattutto il riconoscimento del lavoro di ricerca fin qui svolto. Tutti insieme, volontariamente, hanno scelto di seguirmi su questa nuova strada, seguendo il vecchio motto: ʺ…quando tutti tradiranno, noi resteremo fedeli!ʺ. La nuova pubblicazione, essendo emanazione di una Associazione culturale, apolitica, senza fini di lucro, vuole essere un semplice strumento di ricerca storica dove verranno di volta in volta pubblicati i lavori e le ricerche dei più noti studiosi italiani e stranieri, cosi come avevamo già fatto in passato, lavori che verranno pubblicati man mano anche sul nostro sito web che diventerà una vera e propria fonte unica di informazioni relative alla Seconda Guerra Mondiale ed in particolare alla storia militare della Waffen SS. I nostri progetti a breve termine riguarderanno una banca dati relativa a tutti i decorati della Waffen SS, a tutti gli ufficiali delle varie formazioni, un archivio dei documenti ufficiali provenienti dagli archivi di tutto il mondo relativi alle varie formazioni della Waffen SS. Ci aspetta un duro lavoro ma siamo sicuri di riuscire a portarlo a termine, anche grazie al vostro aiuto ed al contributo di quanti vorranno partecipare attivamente e proficuamente al nostro progetto. Le pagine di Ritterkreuz saranno solo la punta dellʹiceberg del nostro lavoro di ricerca e speriamo che la pubblicazione sia sempre più interessante e sempre più rispondente alle esigenze dei nostri associati, anche di quelli più esigenti. In questo primo numero troverete la continuazione di alcuni articoli iniziati sulla precedente rivista alla quale il nostro gruppo di lavoro collaborava, proprio per dare un segno di continuità e non lasciare i nostri affezionati lettori con degli articoli incompleti: lʹinteressante testimonianza di Cirillo Covallero e lʹarticolo sulle armi anticarro della Waffen SS di Stefano Canavassi. Viene anche ripresa la nostra storia militare della Waffen SS, un lavoro che prestò sarà racchiuso in un volume dedicato solo ai nostri associati. Il nostro Jean Pierre Sourd ci presenta un interessante articolo sullʹRSD, il corpo di sicurezza personale del Führer. Per le formazioni SS Marco Linguardo ci parla dellʹSS-Regiment Thule, mentre per la rubrica battaglie Alberto Peruffo ci parla dellʹimpegno della divisione SS Frundsberg durante i combattimenti nella sacca di Falaise. Per le biografie Marco Rossi ci parla di Gustav Schreiber, mentre Mark C. Yerger documenta la carriera militare di Christian Tychsen, con bellissime foto provenienti dalla sua collezione personale. Dal prossimo numero ritornerà anche la rubrica dedicata alla posta dei lettori.Un caloroso benvenuto a tutti i nostri associati ed ai nostri lettori, restando sempre a vostra completa disposizione. Massimiliano Afiero Presidente Associazione Ritterkreuz 4 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Campagne e Battaglie Waffen SS in guerra di Massimiliano Afiero 26a parte(1): lʹSS-PanzerKorps attacca verso nord Il 18 marzo, la Leibstandarte e la Das Reich passarono allʹattacco in direzione di Bjelgorod. In quel momento la Totenkopf era bloccata dagli assalti sovietici nellʹarea di Tschugujew, Kamennaja Jaruga e Saporoshnoje (i reparti del ʹThuleʹ) e a Bolschaja Babka (quelli del ʹTheodor Eickeʹ). Pur essendo apparentemente in rotta su tutto il fronte, i sovietici riuscivano tuttavia a lanciare dei contrattacchi, in particolare contro le posizioni del III./ʹTheodor Eickeʹ. La 15.Kompanie dellʹSS-Panzergrenadier Regiment 1 ʹTotenkopfʹ dovette essere inviata di rinforzo insieme a qualche carro lanciafiamme. In quella stessa mattinata il comando dellʹSS-PanzerKorps propose al Pz.AOK 4 di impegnare proprio la Totenkopf in direzione di Murom, alfine di ricacciare al di là del Donetz le truppe sovietiche che si trovavano ancora sulla riva occidentale del fiume. La divisione ricevette quindi lʹordine di trasferire i suoi reparti verso nord, inclusi quelli del Reggimento ʹTheodor Eickeʹ. Il I./ʹTEʹ incontrò una forte resistenza a Peremoga, dove i sovietici si erano ben trincerati a nord della città. Verso le 11.00 il II./ʹTEʹ fu impegnato in direzione di Ternowaja dove sembrava che la resistenza sovietica fosse più debole. Ma fu solo nel tardo pomeriggio che le SS della Totenkopf riuscirono ad impadronirsi dei sobborghi meridionali della città, dopo essere stati impegnati in feroci e Mappa operazioni SS-PanzerKorps nellʹarea di Kharkov sanguinosi combattimenti. Il 19 marzo, vennero formati tre gruppi di assalto: il 1.Angriffsgruppe, formato con i reparti dellʹSSRegiment ʹTEʹ, doveva conquistare le posizioni di Stariza, Ternowaja e Isbizkoje. Il 2.Angriffsgruppe, comprendente il I° e III° Battaglione dellʹSS-Panzergrenadier Regiment 1 ʹTotenkopfʹ, doveva attaccare in direzione di Murom e Archangelskoje. Il 3.Angriffsgruppe, comprendente il II./ʹTʹ e la 1./SS-Pz.Rgt.3, doveva conquistare le posizioni di Siborowka, Grafowka e Iwanowka. I tre gruppi di assalto iniziarono a muoversi verso le sei del mattino. Associazione Culturale Ritterkreuz 5 RITTERKREUZ Lʹattacco si risolse in un completo successo ad eccezione dei reparti del 3.Angriffsgruppe, i quali restarono bloccati davanti alla posizione di Iwanowka e Pristen. In ogni caso, i sovietici furono alla fine costretti a ritirarsi sulla riva orientale del Donetz. La conquista di Bjelgorod e lʹannientamento quasi completo delle forze sovietiche sulla riva occidentale del Donetz a nord-est di Kharkov, conclusero la controffensiva dellʹHeeresgruppe Sud in Ucraina. Tuttavia il Comando germanico non poteva ritenersi soddisfatto, dal Granatieri della Leibstandarte e carri del Kampfgruppe momento che non tutti gli obiettivi ʹKunstmannʹ della Totenkopf combatterono fianco a fianco dentro fissati alla vigilia dellʹoffensiva erano Kharkow. Nella foto il Pzkpfw III appartiene probabilmente alla stati conseguiti. I sovietici pur avendo 5./SS-Pz.Rgt.3 (National Archives) subito pesanti perdite(2), non erano stati completamente annientati e le loro riserve, praticamente intatte, consentirono di rinforzare in poco tempo il loro fronte difensivo. Le perdite della Totenkopf, nel periodo tra il 19 febbraio ed il 20 marzo 1943, erano state di 94 ufficiali e 2.170 tra sottufficiali e soldati, tra feriti, caduti e dispersi. Erano perdite gravissime sul piano qualitativo visto che non sarebbero stato possibile compensarle con le nuove reclute, non addestrate adeguatamente e senza esperienza al fronte. Per non parlare poi delle perdite dei materiali: al 20 marzo 1943, neanche una divisione dellʹSS-Panzer-Korps, era in grado di allineare più di 35 carri operativi. Inoltre la controffensiva tedesca aveva lasciato un enorme saliente intorno allʹarea di Kursk, a causa dellʹincapacità dellʹHeeresgruppe Mitte di sostenere la manovra di von Manstein. Lʹeliminazione di questo saliente avrebbe permesso di accorciare la linea del fronte ed il conseguente disimpegno di notevoli forze. Granatieri SS nella piana del Donetz, Marzo 1943 (National Archives) 6 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Riorganizzazione della Totenkopf Il 20 marzo 1943, lʹSS-Panzer-Korps ricevette lʹordine di ripulire completamente da nemico la riva occidentale del Donetz. Questo perché i sovietici mantenevano ancora delle solide posizioni tra le località di Wolkowo e Pristen. La loro eliminazione venne affidata ai reparti dellʹSS-Panzergrenadier-Regiment 1 della Totenkopf. I combattimenti furono duri e le perdite delle SS gravi. Le posizioni di Iwanowka, Wolkowo e Pristen furono comunque strappate al nemico. Il I.(gep.)/ʹTʹ dellʹSS-Stubaf. Schneider incalzò i sovietici che battevano in ritirata oltre il Donetz. Una volta distrutte le posizioni nemiche, gli uomini di Rudolf Schneider ritornarono sulla sponda occidentale del fiume. I giorni successivi furono destinati a consolidare le posizioni lungo il Donetz. Dalla sponda occidentale era possibile dominare tutta lʹarea sulla sponda opposta, dove i sovietici si erano ancora una volta ben trincerati. A partire dal 25 marzo un improvviso disgelo trasformò il fronte del Donetz in un immenso pantano, bloccando tutti i movimenti di entrambi i contendenti. Le trincee occupate dai combattenti della Totenkopf si riempirono dʹacqua, rendendo difficile la vita ai soldati. Malgrado le difficili condizioni del terreno, la Totenkopf Granatieri Kampfgruppe ʹBaumʹ a Rogan. Indossano dei fu chiamata a proseguire la sua azione parkas provenienti dalla fabbrica di abbigliamento di offensiva: il Reggimento ʹTheodor Eickeʹ fu Dachau (National Archives). impegnato contro la testa di ponte sovietica ad ovest di Pissarewska. Anche questa operazione venne coronata da successo: i sovietici furono quindi ricacciati sulla sponda orientale del fiume ed il ponte sul Donetz venne prontamente minato dai genieri della SS. Il 1° aprile, la Totenkopf venne rilevata dal fronte di Stariza dai reparti della 6.Panzer-Division. Venne quindi trasferita alle dipendenze del Korps z.b.V. ʹRausʹ a Bjelgorod, dove venne rinforzata dallʹSS-Korps-Werfer-Abteilung agli ordini dellʹSS-Hstuf. Neitzel e da alcuni elementi della 3.SS-Wehrgeologen-Kompanie dellʹSSOstuf. Wasmuth. Questʹultima unità aveva il compito di assicurare il rifornimento di acqua alla divisione. In quella stessa giornata lo stato maggiore della divisione riportò il bilancio effettivo delle perdite subite dalla Totenkopf, nel periodo compreso tra il 25 gennaio ed il 31 marzo 1943: 693 caduti, 1.944 feriti e 72 dispersi. Il 10 aprile Max Simon lasciò la divisione per curare le sue ferite in un ospedale in Germania. Fu quindi sostituito al comando della divisione dallʹSS-Oberführer Trincee scavate nella neve sul fronte del Donetz Hermann Priess. Al comando del Reggimento di artiglieria subentrò lʹSS-Stubaf. Josef ʹSeppʹ Swientek. Per quanto riguarda il reggimento corazzato, Associazione Culturale Ritterkreuz 7 RITTERKREUZ lʹSS-Stubaf. Leiner, considerato inadatto a dirigere una formazione corazzata, venne trasferito allʹSSFHA. Gli successe lʹSS-Stubaf. Eugen Kunstmann. Hermann Priess si impegnò subito ad organizzare delle sedute di addestramento per i sottufficiali e gli aspiranti sottufficiali alfine di compensare le gravi perdite nei quadri della divisione. Vennero formati anche dei tiratori scelti e dei nuovi autisti per i veicoli. LʹSS-Kradschützen-Regiment ʹThuleʹ, a causa delle gravi perdite subite, venne disciolto. I suoi elementi superstiti andarono ad ingrossare le file del gruppo da ricognizione e dalla loro fusione dovevano nascere un battaglione motociclisti ed un nuova reparto esploratori. Anche lʹSS-Kradschützen Bataillon 3, agli ordini dellʹSS-Hstuf. Häussler, venne disciolto ufficialmente il 20 maggio 1943 ed integrato nel gruppo da ricognizione. La Totenkopf iniziò ad essere rilevata dalle sue posizioni a nord di Bjelgorod dalla 168.Inf.Div. a partire dal 24 aprile. I reparti della divisione si trasferirono quindi nellʹarea a nord-ovest di Kharkov, dove completarono la loro Max Simon riorganizzazione. E così allʹinizio del mese di maggio, vennero formati dei nuovi equipaggi per i cannoni dʹassalto ed i panzer. Tuttavia, mentre per la Leibstandarte e la Das Reich era stato previsto un nuovo battaglione corazzato equipaggiato con i carri Panther, per la Totenkopf non se ne fece nulla. Su ordine del Führer, il I.SSPanzer-Korps(3), doveva ricevere 75 Pzkpfw IV, 20 Pzkpfw VI ʹTigreʹ e 30 Stug III. Tra maggio e giugno giunsero grandi quantità di armi, materiali e veicoli, distribuiti ai vari reparti. In questo modo il I./SSArt.Rgt. ʹTʹ venne equipaggiato con dei cannoni semoventi Sdkfz.124 ʹWespeʹ (1. e 2.Batterie) e Sdkzf.165 ʹHummelʹ (3.Batterie). Contemporaneamente ufficiali e sottufficiali furono inviato a seguire corsi di specializzazione alle varie scuole sparse in tutta Europa. Al 1° giugno, grazie allʹarrivo dei nuovi rinforzi, la divisione contava 586 ufficiali, 2.964 sottufficiali e 16.567 soldati (su un totale di 19.999). I suoi effettivi combattenti comprendevano 287 ufficiali, 1.047 sottufficiali e 7.966 soldati; questo significava che il numero dei soldati dei reparti non combattenti era superiore. La divisione continuò a ricevere rinforzi nel corso del mese, rinforzi che portarono gli effettivi della divisione a più di 21.000 uomini alla fine del mese di giugno. Al 1° giugno, lʹSS-Panzer-Regiment 3 disponeva di 49 Pzkpfw III, 33 Pzkpfw IV e 10 Pzkpfw VI ʹTigerʹ. Questo periodo di riposo a nord-ovest di Kharkov fu importante per la divisione, uscita abbastanza malconcia dalla recente controffensiva . Inoltre, come già rimarcato prima, la maggior parte delle reclute non avevano che poche settimane di addestramento. Il 26 giugno, lʹSS-Brigadeführer Max Simon, lasciò definitivamente la Totenkopf ed Hermann Priess Hermann Priess, qui ritratto con i gradi da SSdivento così ufficialmente il suo successore al comando Gruppenführer. della divisione. Il giorno dopo i reparti si misero in marcia per raggiungere le loro posizioni di 8 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ partenza per lʹimminente operazione ʹZitadelleʹ. Le divisioni dellʹSS-PanzerKorps dovevano prendere posizione sulle alture tra Blishnij e Orlowka. Il 30 giugno, lʹSS-PanzerKorps andò ad occupare il vecchio settore della 167.Inf.Div. tra Blishnij e Strelezkoje, circa 20 Km di fronte. I reparti della Totenkopf si attestarono sul fianco sinistro. Carri Tigre e cannoni dʹassalto della Waffen SS si preparano per lʹoperazione Zitadelle (continua) Note Le prime 25 parti di questo lavoro sono state pubblicate sulla rivista Volontari alla quale lʹautore non collabora più. (1) Secondo le stime della 4.Panzer-Armee, i sovietici lamentarono la perdita di 567 carri, 1.072 pezzi di artiglieria, più di 1.000 cannoni anticarro, 12.430 prigionieri e 40.130 caduti) (2) (3) LʹSS-Panzer-Korps venne denominato I.SS-Pz.Korps dal 28 aprile per ordinde del Reichsführer-SS. Il 1° luglio ufficialmente divenne il II.SS-Pz.Korps, dopo la creazione del I.SS-Pz.Korps ʹLSSAHʹ. LEGGETE SGM LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI STORIA MILITARE DEDICATA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE curata da Massimiliano Afiero Solo nelle librerie specializzate ed in abbonamento Richieste ed informazioni su: www.editorialelupo.it Tel./Fax 055-8497514 Associazione Culturale Ritterkreuz 9 RITTERKREUZ Formazioni SS RSD Una protezione speciale per il Führer di Jean Pierre Sourd Prima della presa del potere, Hitler si era circondato di vecchi e sinceri camerati a lui lealmente devoti, che gli facevano da guardia del corpo. Questi uomini furono il primo embrione della SS: Emil Maurice(1), Christian Weber(2), Josef “Sepp” Dietrich, Julius Schreck(3), Julius Schaub(4), Ulrich Graf(5), Max Amann(6), Rudolf Hess, Josef Berchtold(7), HansUlrich Klintsch(8), Wilhelm Brueckner(9), Erhardt Heiden(10). Questi furono le guardie del corpo del Führer nei primi tempi della lotta per il potere. Nel 1932, nel periodo ʹcaldoʹ della lotta, le guardie del corpo di Adolf Hitler erano otto, i membri dellʹSSBegleit-Kommando (Commando SS di scorta): Franz Schaedle(11), Bruno Gesche(12), Erich Kempka(13), August Koerber(14), Adolf Dirr(15), Kurt Gildisch(16), Willy Herzberger(17) ed il loro capo, Bodo Gelzenleuchter(18). Quando nel gennaio 1933, Adolf Hitler divenne Cancelliere tedesco, egli ordinò la Hitler in una foto degli anni trenta formazione di un corpo SS speciale (la Leibstandarte Adolf Hitler) con lʹincarico di assicurare la sua sicurezza e quella della Cancelleria. In questo modo Hitler manifestò la sua sfiducia verso lʹesercito regolare che fino a quel momento si era occupato della sicurezza della Cancelleria. Inoltre, a causa della sua esperienza durante la lotta per il potere, Hitler disprezzava la polizia accusata della repressione al servizio del regime democratico di Weimar. La protezione della Cancelleria fu allora assicurata dalla Leibstandarte SS Adolf Hitler in collaborazione con la SA e lʹesercito regolare (i soldati del Wacht-Bataillon Berlin). A questi si aggiunse un gruppo di poliziotti della guardia del corpo, gruppo legalmente costituito per assicurare la protezione ʹravvicinataʹ del Cancelliere nella Repubblica di Weimar. Questa piccola unità di polizia era agli ordini dei capitani di polizia Deckert e Koplien (tutti e due distaccati dal 16° distretto della polizia di Berlino) e compredeva quattro ispettori provenienti dal distretto IA della polizia di Berlino, la Zentral Staatspolizei (polizia di stato centrale). Hitler che aveva poca confidenza con essi, preferiva naturalmente la lealtà dei suoi vecchi camerati dellʹSS Begleit-Kommando, Emil Maurice con lʹuniforme SS (Bundes malgrado lʹunità fosse composta da persone poco Archiv Bild 146-1980-073-19A) addestrata alla sicurezza personale. 10 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Führerschutzkommando Il Reichsfuehrer SS Himmler si inquietò non poco sulla mancanza di professionalità dellʹSS BegleitKommando (i problemi con lʹalcool di Gesche e Gildisch, ad esempio...) e formò nel marzo 1933 una unità destinata, se non a sostituirlo del tutto, almeno ad affiancarlo. Questa unità venne formata da poliziotti professionisti (si ricorda che Heinrich Himmler era allʹepoca capo della polizia bavarese), tutti provenienti dalla KRIPO (Kriminal Polizei) e dalla BAYPOPO (polizia politica bavarese, il cui capo era unʹaltra SS, Reinhardt Heydrich) ed assunse il nome di “Führerschutzkommando”. Questo ʺCommando di protezione del Führer” fu posto allʹinizio agli ordini del capitano di polizia Hans-Johann Rattenhuber(19). Il suo aiutante era il commissario di polizia Peter Hoegl(20). Se Rattenhuber e Hoegl erano dei nazionalcosialisti di fresca data, Himmler fece in modo che i poliziotti Entrata della Cancelleria sulla Wilhelmstrasse del “Führerschutzkommando” fossero dei ʺvecchi combattentiʺ dellʹNSDAP. Di fatto il 90% dei poliziotti del Führerschutzkommando, e poi dellʹRSD erano dei bavaresi, ex-membri della BAYPOPO(21). Nel 1934 il “Führerschutzkommando” fu amministrativamente aggregato alla GESTAPO. Allʹinizio Hitler aveva confidenza solo con il suo SS Begleit-Kommando (dipendente dalla Leibstandarte SS) a tal punto che nella primavera del 1933, Hitler fece notare che una vettura lo seguiva; ordinò allora al suo autista di accelerare...era infatti una vettura del “Führerschutzkommando” che seguiva il Führer! Reichssicherheitsdienst Solo nella primavera del 1934, Hitler accettò la presenza della guardia del corpo della GESTAPO! Nel 1935 il “Führerschutzkommando” della GESTAPO fu ribattezzato come RSD (Reichssicherheitsdienst - Servizio di sicurezza del Reich)(22), e divenne, de facto se non de jure, una agenzia governativa autonoma. Poco a poco la professionalità dellʹRSD si impose sulle altre formazioni a guardia della Cancelleria e dello stesso SS Begleit-Kommando. Ad esempio, una volta Hitler andò su tutte le furie perché una guardia della LSSAH aveva ʹpressatoʹ il suo naso contro il vetro della sala delle conferenze della Cancelleria durante la visita di alcuni ministri stranieri. Inoltre durante la notte, gli uomini della LSSAH si divertivano ad usare gli ascensori della Cancelleria…Altre volte le guardie della LSSAH si mettevano ad ascoltare la radio ad alto volume. Tutto questo faceva innervosire il Führer. Partì così una lamentela ufficiale per Sepp Dietrich, il comandante della Leibstandarte SS. Per tutta risposta, pochi giorni dopo furono sparati Hans-Johann Rattenhuber Associazione Culturale Ritterkreuz 11 RITTERKREUZ accidentalmente dei colpi di arma da fuoco allʹinterno della Cancelleria! Lʹ8 dicembre 1937, una guardia della LSSAH, mentre ʹgiocavaʹ con la sua arma, lasciò partire un colpo al primo piano della Cancelleria. Il 23 gennaio 1938, una guardia SA in servizio alla Cancelleria, fece partire un colpo mentre scaricava la sua pistola. Era il terzo incidente del genere dallʹinizio dellʹanno!!! Tutti questi spari accidentali avrebbero potuto uccidere il Führer casualmente. La sua sicurezza divenne così un fattore di insicurezza! Più volte le guardie della Leibstandarte SS furono trovate a dormire al loro posto come nel caso dellʹSSRottenführer Nowotzek, trovato a russare al suo posto di guardia il 19 marzo 1939. A completare il quadro i problemi riguardanti la sicurezza della Cancelleria da parte di più servizi armati: SS BegleitKommando, altri elementi della LSSAH, Wacht-Bataillon dellʹesercito regolare, Schutzpolizei e SA, provocarono spesso una mancanza di coordinazione e dei ʹbuchiʹ temporali nel Da sinistra: Rattenhuber (Kdr. RSD), Himmler (RFSS), Kempka (autista SSservizio di protezione. BK), Gesche (Kdr. SS-BK), Schädle, uno sconosciutoo e Högl. Rattenhuber, lo chef dellʹRSD, fu allora nominato ufficialmente come capo della sicurezza della Cancelleria, con la missione di coordinare il tutto. Hans-Johann Rattenhuber organizzò quindi un “SicherheitsKontrolldienst” (servizio di controllo della sicurezza) forte di 42 uomini (poi 50…), tutti poliziotti in pensione, incaricato di verificare che tutte le sentinelle fossero al loro posto nei tempi prestabiliti. Non essendo membri della GESTAPO, questi uomini rendevano conto solo allʹRSD ed al suo capo. In seguito il Sicherheits-Kontrolldienst fu incorporato definitivamente nellʹRSD. Tutti gli uomini dellʹRSD portavano lʹuniforme SS della GESTAPO: nera poi grigio-verde a partire dal 1938, con al collo una mostrina nera senza doppie rune. LʹRSD, dal quale dipendeva veramente la sicurezza del Führer continuà a crescere nel tempo: 14 uomini nel 1934, 45 nel 1935, 56 nel 1936, 100 nel 1937 e 200 nel 1939. Nel 1945 arrivò a contare 400 uomini, dei quali 176 ufficiali. Agli ordini di Rattenhuber e dei suoi aiutanti Peter Hoegl e Paul Kiesel (anche questʹultimo ex-commissario della KRIPO), lʹRSD comprendeva i seguenti reparti: Sezione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 (*) Personalità o luoghi da proteggere Führer Goering(*) Rudolf Hess Heinrich Himmler Dr.Goebbels Frick Walter Darré residenza di Hitler a Monaco Hitler a Berchtesgaden prima del 1935 questo compito era assegnato al Landespolizei gruppe “Hermann Goering”. 12 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Nel 1944 Sezione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Personalità o luoghi da proteggere Führer Goering Ribbentrop Heinrich Himmler Dr.Goebbels Frick Hermann Frank a Prague (Reichsprotektor della Boemia e Moravia) residenza di Hitler a Monaco Hitler a Berchtesgaden Reichsminister Seyss-Inquart allʹAia in Olanda Reichskommissar Terboven a Oslo in Norvegia Gross-Admiral Doenitz Reichskommissar Dr Best a Copenhagen in Danimarca SS Obergruppenführer Kaltenbrunner, chef dellʹRSHA In più cʹerano altre tre sezioni non numerate per la sicurezza del Dr Ley, del Gauleiter Koch e dello stesso Sicherheits-Kontrolldienst della Cancelleria. Con lʹinaugurazione della nuova Cancelleria del Reich nel 1939, le misure di sicurezza diventarono sempre più efficaci, malgrado il dispositivo di sicurezza restasse in teoria sempre lo stesso: allʹesterno, sentinelle della Wehrmacht, della LSSAH e della SA. Allʹinterno la sicurezza era a carico dellʹRSD e dellʹSS Begleit-Kommando. Führer-Begleit-Kommando Il comando di Hans-Johann Rattenhuber fu ufficializzato per rendere chiaro a tutti che egli era il capo della sicurezza del Fuehrer! I due gruppi di sicurezza, lʹRSD e lʹSS Begleit-Kommando della LSSAH furono posti alle sue dipendenze e ridenominati congiuntamente come il “Führer-Begleit-Kommando”. Rattenhuber ebbe allora due aiutanti: lʹSS-Stubaf. Peter Hoegl per lʹRSD e lʹSS-Stubaf. Bruno Gesche per lʹSS BegleitKommando. Gesche apparteneva alla LSSAH, cioé alla Waffen-SS mentre Hoegl apparteneva alla Gestapo. LʹSSObergruppenführer Reinhardt Heydrich, il capo dellʹRSHA, inviò una nota a tutti i servizi di polizia: “LʹRSD, il cui capo é lʹSS-Standartenführer Rattenhuber, é l’autorità responsabile per la protezione personale e immediata del Führer e dei dignitari ai quali é stata assegnata una guardia del corpo. Questa autorità é inalterabile su tutte le strade, viaggi, riunioni di massa, ecc. Inoltre lʹRSD é la sola autorità responsabile delle misure di sicrezza della Cancelleria del Reich, della residenza privata del Führer e dell’Obersalzberg. Per tutte le altre misure di dicurezza di queste persone, incluse le via di accesso e di partenza, la Gestapo é la sola autorità responsabile. Gli ordini ed i desideri Reinhard Heydrich dellʹRSD devono essere eseguiti ed io ordino che tutti gli uffici regionali ed i distretti di polizia dello stato cooperino attivamente con lʹRSD senza interferenze. Il capo dellʹRSD ha il diritto di dare istruzioni per le misure di sicurezza nelle immediate vicinanze del Führer e della sua stessa personaʺ. Questʹultima frase lasciava intendere che se qualcosa fosse arrivato o successo al Führer, Heydrich Associazione Culturale Ritterkreuz 13 RITTERKREUZ non avrebbe avuto alcuna responsabilità. Questo lasciava trasparire una punta di gelosia da parte di Heydrich, che non aveva alcun potere sullʹRSD malgrado i suoi agenti appartenessero alla GESTAPO. Problemi logistici Dagli 80.068 Reichsmarks del 1934, il budget dellʹRSD, versato allʹinizio dalla BAYPOPO di Monaco, si passò a 1.062.800 RM nel 1937, pagati direttamente dal Ministero degli Interni. La mancanza di sufficienti fondi provocò dei problemi sugli alloggi dei membri dellʹRSD. Nel 1934 gli agenti del “Führerschutzkommando” furono alloggiati in albergo, ma poiché costava troppo, lʹSAGruppenführer Brueckner, aiutante da campo di Hitler, affittò alcuni appartamenti al 40 di Kanonierstrasse a Berlino, dove trovarono posto anche il Generale Baur ed i piloti personali di Hitler. Quando lʹRSD si espanse furono comprate alcune case ed il gruppo si trasferì al 4 di Kronenstrasse. Altri agenti dellʹRSD furono alloggiati invece nella Hermann-Goering-Strasse insieme a membri dellʹSS Begleit-Kommando. Due foto di Hitler in macchina accompagnato dalla sua fedele scorta Compiti assegnati I compiti assegnati allʹRSD erano i seguenti: ! Controllo dei visitatori ! Controllo dei vicini alle residenze del Führer e degli abitanti delle strade visitate dallo stesso. Ricognizione preventiva dei luoghi visitati dal Führer, sale, alberghi, ristoranti, uffici pubblici. ! Analisi dettagliata dei luoghi alla ricerca di eventuali ordigni o altri pericoli per la sicurezza del Führer. ! Controllo, in collaborazione con le forze della polizia locale, degli stranieri che si trovavano nei dintorni dellʹObersalzberg e di Bad-Reichenhall. ! Messa in sicurezza delle stazioni e degli aereoporti dove sarebbe passato il Führer. ! Controllo dei bagagli del Führer e dei suoi accompagnatori durante i loro spostamenti e viaggi alfine di verificare la presenza di eventuali ordigni. ! Controllo della posta ricevuta sia alla Cancelleria che nei differenti quartier-generali militari del Führer…tuttavia solo dopo lʹattentato del 20 luglio 1944 venne deciso di passare la posta ai raggi X e questo dopo una riunione speciale dellʹ11 ottobre 1944 tra Rattenhuber e lʹSS Ustuf. Muenkner dellʹRSD, l’ingegnere Welker e l’ispettore Krauss dell’organizazzione Todt e lʹSS Stubaf. Widman e lʹSS Ustuf. Sachs, entrambi dellʹIstituto di tecnologia criminale dellʹRSHA. In definitiva lʹRSD ebbe un approccio metodico e tecnico della sicurezza, coordinando e analizzando, con la GESTAPO, tutte le voci di possibili di attentati contro la vita di Hitler. Il loro lavoro fu intellettualmente più esigente di quello delle SS del Begleit-Kommando, che dovevano solo pensare ad avere una eccellente forma fisica come tutti i membri della Leibstandarte. Inoltre i membri dellʹRSD dovevano perquisire i visitatori e, dopo lʹattentato del 20 luglio 1944, anche gli ufficiali dellʹesercito e della SS. Questo lavoro di perquisizione, era sempre efettuato dagli agenti dellʹRSD e mai dalle SS del 14 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Begleit-Kommando: ʺ…il Führer non permise che un uomo della sua propria guardia si comportasse cosi con un uno dei suoi ospiti!ʺ(23). In tutto questo, gli agenti dellʹRSD si mostrarono molto più professionali delle SS del BegleitKommando le cui funzioni di sicurezza li vedeva spesso impiegati come valletti da camera (come nel caso degli ufficiali SS Guensche e Linge) e camerieri. In tutti i casi però le SS del Begleit-Kommando erano certamente pronte a sacrificare la loro vita nel caso di un attentato, mentre la vera prevenzione spettava allʹRSD. Papier Bitte Una delle attività più importanti dellʹRSD era lʹelaborazione ed il controllo dei lasciapassare, i famosi “scheinen”, cosi indispensabili ai tedeschi! “Papier Bitte” (documenti prego). Era una faccenda complessa....I lasciapassare dei membri della sicurezza del Führer erano gialli. I lasciapassare dei loro familiari (che veniva talvolta a fargli visita) erano grigi. Per gli altri “scheinen” la cosa era ancora più complicata: ! Lasciapassare verde con una barra diagonale gialla: Schein (visto) per una intervista con il Führer. Il documento doveva obbligatoriamente essere accompagnato dalla foto dellʹinteressato e doveva essere firmato dallʹaiutante da campo di Adolf Hitler, lʹSAObergruppenführer Brueckner. Rochus Misch in una foto del 1944 ! Lasciapassare verde senza barra gialla: Schein che permetteva di accedere a qualsiasi ufficio della Cancelleria (non a quello di Adolf Hitler). Poteva essere firmato da Brueckner o dallʹSSObergruppenführer Lammers, amministratore della Cancelleria. Questi sono solo alcuni esempi, la lista era molto lunga. Da notare che per i visitatori che desideravano fare solo un giro della Cancelleria come ʹturistiʹ, cʹera bisogno di un lasciapassare speciale, rilasciato da Brueckner o dal suo aiutante, lʹSS-Sturmbannführer Wernicke (ufficiale della LSSAH), o ancora dal Maggiore della Polizia Deckert. Inoltre lʹRSD doveva dare la sua autorizzazione. Lʹaccesso al garage della Cancelleria (sulla Hermann Goering-Strasse), sorvegliato costantemente da una sentinella della LSSAH, era possibile solo con un lasciapassare verde firmato dallʹOstubaf. Kempka. La perdita o il furto di un lasciapassare doveva essere immediatamente segnalata allʹRSD. Gli eventuali lavoratori (idraulici, elettricisti, meccanici....) che dovevano svolgere un lavoro nella Cancelleria, dovevano, tutti i giorni, lasciare i loro “scheinen” allʹuscita, agli agenti dellʹRSD. Per evitare duplicazioni, la forma dei lasciassare veniva regolarmente modificata. Nel giugno del 1939, lʹufficiale SS Linge, del Begleit-Kommando perse il suo lasciapassare ma, in quanto valletto del Führer, era conosciuto da tutti e nessuno gli richiedeva il suo “schein”. Da parte sua Linge non ne denunciò la scomparsa allʹRSD. Gi agenti dellʹRSD si accorsero della cosa qualche tempo dopo, a novembre e Rattenhuber comunicò ufficialmente alla LSSAH, alla polizia di Berlino, alla GESTAPO, al WachtRegiment della Wehrmacht ed allo stato Maggiore della SA che il lasciapassare di Linge era più valido. La vicenda si sarebbe potuta risolvere più discretamente, ma lʹRSD ne approfittò per dimostrare una volta di più lʹincompetenza dellʹSS Begleit-Kommando. Alla fine del 1940 la Cancelleria aveva rilasciato più di 1.000 lasciapassare, quindi lʹRSD decise di stampare nuovi tipi di “scheinen” alfine di ridurre questo numero. In quellʹoccasione, Rattenhuber si rese conto che otto lasciapassare erano andati perduti e la cosa non era stata denunciata. Venne messo allora a punto un nuovo sistema di ʺscheinen”, con un timbro valido solo per un mese (rinnovabile), a partire dal 1° marzo 1940. La stessa Eva Braun dovette farsi apporre il timbro sul suo lasciapassare ogni mese. Il solo Associazione Culturale Ritterkreuz 15 RITTERKREUZ che ignorò lʹordine e non rinnovò mai il suo timbro fu…il generale SS Sepp Dietrich!! Note Emil Maurice: orologiaio di professione. Servì nellʹartiglieria antiaerea durante la prima guerra mondiale, poi nel Freikorps Oberland tra il 1919 ed il 1921. Membro numero 39 dellʹNSDAP e membro numero 2 della SS (il numero 1 era lo stesso Hitler), veterano del Putsch mancato della Feldherrnhalle nel 1923, fu il primo autista del Fuehrer il quale lo sostituì poiché Maurice corteggiò Geli Raubal, sua nipote! Curiosamente Emil Maurice era di origine ebrea e Himmler fece finta di scoprirlo poco prima della guerra esigendo la sua espulsione dalla SS...Hitler reagì furiosamente, difendendo la causa di Maurice che fu dichiarato ʹariano ad honoremʹ. Himmler allora emise un ordine confindenziale dove venne stabilito che i discendenti di Maurice non sarebbero mai potuti entrare nella SS. Pur mantenendo il grado di SS-Oberfuehrer, Maurice lasciò volontariamente la SS servendo come ufficiale nella Luftwaffe tra il 1940 ed il 1942. Sopraggiunti i limiti di età, ritornò al suo mestiere di orologiaio. Morì nel 1972 dopo essere stato condannato a quattro anni di lavori forzati dai giudici alleati. (1) Christian Weber: addestratore di cavalli, ottenne in seguito il grado di SSBrigadefuehrer. Fu il fondatore della Scuola centrale della cavalleria SS ( SS (2) Sepp Dietrich in una foto degli anni trenta Hauptreitschule) di Monaco. Morì in miseria a Monaco nel 1950. Julius Schreck: membro numero 53 dellʹNSDAP e membro numero 5 della SS, rimpiazzò Emil Maurice come autista del Fuehrer. LʹSS-Oberfuehrer Schreck fu uno dei fondatori della “Stosstrupp Adolf Hitler” (lʹantenata della SS). Morì di meningite nel 1936. (3) Julius Schaub: nato il 20 agosto 1898, fu uno dei primi membri della Stosstrupp Adolf Hitler. Schaub ottenne il grado di SS-Obergruppenfuehrer rimpiazzando Wilhelm Brueckner come aiutante di campo personale del Fuehrer. Uscito di prigione nel 1948, continuò ad esercitare il suo mestiere di chimico. Morì il 27 dicembre 1967. (4) Ulrich Graf: garzone di macelleria, fu lui a salvare Hitler durante il Putsch di Monaco nel 1923 gettandosi tra Hitler e le pallottole, proteggendolo con il suo corpo. Ottenne in seguito un alto grado onorario nella SS e divenne durante la guerra alto funzionario del comune di Monaco. Morì in miseria nella stessa Monaco nel 1950. (5) Max Amann: nato il 24 novembre 1891. Sergente di Hitler durante la prima guerra mondiale, Amann fu in seguito editore e direttore delle Edizioni Centrali dellʹNSDAP. Reichsleiter del Partito, fu condannato a 10 anni di lavori forzati nel dopoguerra. Liberato nel 1955, morì a Monaco nel 1957. (6) (7) 16 Josef Berchtold: Leutnant durante la prima guerra mondiale, fu uno dei fondatori della Stosstrupp Adolf Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Hitler.Veterano del Corpo franco della Brigata Ehrhardt. Nel 1926 divenne il primo comandante della SS (Reichsfuehrer SS) ma si scontrò con von Salomon, allora capo della SA alla quale la SS era subordinata….Rassegnò le dimissioni nel marzo 1927 e divenne membro del consiglio editoriale del giornale ʺVoelkischer Beobachter”. Hans-Ulrich Klintzsch: Leutnant durante la prima guerra mondiale, divenne collaboratore di Ernst Roehm e fu uno dei fondatori della SA. (8) Una guardia della Leibstandarte alla Cancelleria del Reich Wilhelm Brueckner: nato lʹ11 dicembre 1884, studente in legge, Leutnant durante la prima guerra mondiale, aiutante da campo personale del Führere e SA-Obergruppenführer. Nellʹottobre del 1940 ebbe una disputa con Hitler riguardo ad un ufficiale di ordinanza, addetto alla Cancelleria del Reich, un certo Kannenberg. Offeso, Brueckner chiese di essere trasferito come Leutnant nella Wehrmacht. Catturato dagli americani nel 1945, Brueckner restò prigioniero fino al 1948. Morì nel 1954 a Herbstdorf. (9) (10) Erhardt Heiden: successore di Berchtold come Reichsfuehrer SS nel 1927, ebbe dei contrasti con i capi della SA e, demoralizzato rassegnò le dimissioni passando il comando al suo aiutante, Heinrich Himmler che divenne il terzo Reichsfuehrer SS nel gennaio del 1929. Franz Schaedle: nato il 19 novembre 1906 a Westerheim. Ingegnere, membro dellʹNSDAP e della SS nel 1930. SS Sturmbannführer, ultimo capo dellʹSS Begleit-Kommando della LSSAH a partire dal 5 gennaio 1945. Ferito, si suicidò nel Bunker di Berlino il 1° maggio 1945. (11) Bruno Gesche: nato nel 1905, comandò lʹSS Begleit-Kommando della LSSAH tra il giugno 1934 ed il 4 gennaio 1945…Gesche era strabico e Hitler una volta salendo sulla sua vettura disse: “…sono contento che Gesche non é seduto dietro di me, poiché potrebbe spararmi alle spalle accidentalmente!ʺ. Ma Gesche era anche un ubriacone e il 26 settembre 1938 dovette promettere ad Hitler di smettere di bere...senza risultato. Nel 1942 il suo comportamento lo fece trasferire sul fronte del Caucaso dove rimase ferito. Ritornato al Quartier Generale del Führer nel dicembre 1942, ottenne il grado di SS-Obersturmbannführer. Nel dicembre 1944, trovato nuovamente a bere, Gesche minacciò un altro ufficiale SS con la sua pistola. Venne quindi degradato a Unterscharführer da Himmler che ordinò inoltre il suo trasferimento alla Brigata disciplinare SS “Dirlewanger”. I generali SS Fegelein (12) Associazione Culturale Ritterkreuz 17 RITTERKREUZ et Maximilian von Herff (capo dellʹUfficio del personale della SS) intercessero in suo favore ed alla fine Gesche fu trasferito alla 16.SS Panzergrenadierdivision “Reichsfuehrer SS”, in seno alla quale si batté coraggiosamente in Italia ed in Ungheria! Erich Kempka: nato il 16 settembre 1910 ad Oberhausen, Kempka divenne lʹautista personale del Führer rimpiazzando Julius Schreck nel 1936. Durante la guerra, venne promosso SS-Obersturmbannführer, gestendo tutti gli autisti ed il parco macchine della Cancelleria del Reich. Arrestato il 18 giugno 1945 e liberato nel 1947, lavorò come consulente della Mercedes-Benz. Morì il 24 gennaio 1975 a Heutingsheim. (13) August Koerber: nato il 20 gennaio 1905, membro dellʹNSDAP e della SS nel 1932. SS-Hauptsturmführer, fu incaricato di trasportare dei documenti al Berghof il 22 aprile 1945 e arrestato dagli americano nel maggio 1945. (14) Adolf Dirr: nato il 14 febbraio 1907, fabbro e boxer. Membro dellʹNSDAP e della SA nel 1929, passò alla SS ed al Begleit-Kommando nel 1932. SS-Hauptsturmführer, raggiunse l’Obersalzberg il 22 aprile 1945. Arrestato dagli americani nel maggio 1945, liberato nel 1948, morì a Monaco dopo la guerra. (15) (16) Kurt Gildisch: maestro di scuola disoccupato, entrò nella polizia prussiana ma ne venne espulso nel 1931 a causa delle sue attività nazionalsocialiste. Entrò nelle SA il 1° aprile 1931 e nelle SS il 29 settembre dello stesso anno. Comandò lʹSS Begleit-Kommando tra lʹ11 aprile 1933 ed il 15 giugno 1934, ma come Gesche, Gildisch era un alcolizzato e quindi venne espulso dallʹSS Begleit-Kommando! Nel 1936 venne espulso dalle SS per lo stesso motivo, ma fu autorizzato ad arruolarsi nella Waffen SS allʹinizio della guerra, durante la quale si distinse per la sua bravura (o incoscienza alcolica?). Nel 1953 fu condannato a 15 anni di prigione nella Germania federale per la sua partecipazione allʹesecuzione del Dr. Klausener durante la notte dei lunghi coltelli nel giugno del ʹ34. Willy Herzberger: SS-Sturmhauptführer, comandò lʹSS-Begleit-Kommando, rimpiazzando Boldo Gelzenleuchter. Lasciò volontariamente lʹunità lʹ11 aprile 1933 per trasferirsi nella polizia (Schutzpolizei) con il grado di capitano. (17) Boldo Gelzenleuchter: primo capo dellʹSS Begleit-Kommando, lasciò lʹunità per accettare un posto più remunerato alle corse dei cavalli. (18) Hans-Johann Rattenhuber: nato il 30 aprile 1897, volontario durante la prima guerra mondiale nel 1916, nominato sottotenente sul campo nellʹottobre 1918. Servì nei Freikorps fino al marzo 1920, poi si arruolò nella Landespolizei (la Polizia territoriale, una forza di polizia militarizzata). Divenne ufficiale di collegamento tra Heinrich Himmler e la polizia quando lo stesso Himmler assunse il comando della polizia bavarese nel 1933. Comandante del Führerschutzkommando nel 1934, poi dellʹRSD nel 1935, membro del partito nel 1935 (n.3.212.449). SS-Standartenführer nel 1934, poi SS-Oberführer nel 1939 e SS-Brigadeführer, restò nel bunker di Berlino insieme ad Hitler fino alla fine. Catturato dai sovietici, fu liberato il 16 novembre 1951. Morì a Monaco il 30 giugno 1957, sofferente per i duri anni di detenzione nei gulag comunisti. (19) Peter Hoegl: nato il 19 agosto 1897 a Passau, veterano della prima guerra mondiale, nel 1919 entrò nella polizia. Nel 1932 divenne commissario nella Kripo. In quel periodo era membro del Partito Popolare Bavarese, una formazione di destra. Il 1° aprile 1933 entrò nel Partito Nazionalsocialista. Nel 1934 entrò nella SS. SSStandartenführer, rimase ucciso durate il tentativo di evasione dalla Cancelleria il 2 maggio 1945. (20) BAYPOPO: Bayerisches Politische Polizei, questa polizia politica bavarese venne creata da Himmler e diretta da Heydrich nel 1933. Venne integrata in seguito nella GESTAPO. (21) (22) Da non confondere con lʹSD (Sicherheitsdienst) che era il servizio di sicurezza della SS, un servizio di spionaggio/controspionaggio. (23) Citato da Rochus Misch nel suo libro ʺLʹultimo: Il memoriale inedito della guardia del corpo di Hitler (1940-1945)ʺ, Castelvecchi Editore, 2007 18 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Battaglie e campagne La Frundsberg nella sacca di Falaise di Alberto Peruffo La situazione nella fase finale della Campagna di Normandia Dopo le battaglie di Stalingrado e la capitolazione in Tunisia la battaglia per la sacca di Falaise è stata per i tedeschi il peggior disastro della seconda guerra mondiale. Solo il sacrificio delle unità SS evitò il totale annientamento delle armate tedesche sul fronte occidentale all’interno della sacca, scongiurando all’Asse una Dunquerke tedesca. Gli Alleati dallo sbarco sul suolo francese erano rimasti bloccati sulla testa di ponte normanna senza riuscire ad occupare gli obbiettivi finali fissati nell’operazione Overlord. Furono settimane di sanguinosi combattimenti nell’area intorno a Caen ma, nonostante il continuo rafforzarsi della testa di ponte, i progressi degli Alleati furono minimi e alla fine di luglio del ‘44 Parigi era ancora lontana. I tedeschi, a dispetto del loro svantaggio numerico e del predomino alleato dei cieli, si difendevano bene, aiutati in questo dalla morfologia del terreno costituito da piccoli campi intersecati da fitte siepi dette bocage. Con limitati contrattacchi di piccoli kampfgruppe costituiti da truppe corazzate riuscivano a mettere in difficoltà il nemico rendendogli l’avanzata difficile. Per sbloccare la situazione gli Alleati a partire dal 25 luglio lanciarono una serie di offensive. Gli americani della 3a armata, al comando del generale Patton, attaccarono verso sud in direzione di Avranches, mentre gli inglesi di SS-Obergruppenführer Paul Hausser Montgomery si lanciarono verso est in direzione di Falaise in modo da impegnare il più possibile i reparti corazzati tedeschi. Il 30 luglio Montgomery lanciò l’operazione Bluecoat verso est con la VIIIa e la XXXa Armata. Dopo alcuni iniziali progressi gli inglesi subirono una serie di decisi contrattacchi delle forze tedesche al comando del Fedmaresciallo von Kluge che, malgrado in inferiorità numerica, riuscì a bloccare il nemico infliggendogli pesanti perdite. Per questo ennesimo successo difensivo Hitler decise di passare ad una controffensiva in grande stile verso le cittadine di Mortain e Avranches in modo da raggiungere il mare sulla costa occidentale e, sapendo dell’avanzata americana verso Un carro Tigre in Normandia Tiger_in_Normandia sud, dividere le forze Alleate in (Bundes Archiv Bild 101I-028-1607-26). due. Il 7 agosto, mentre i Associazione Culturale Ritterkreuz 19 RITTERKREUZ canadesi del II Corpo attaccavano a sud di Caen, nell’ambito dell’operazione Totalise, veniva lanciata la controffensiva tedesca, chiamata in codice Lüttich, su Mortain con il XLVII.Panzerkorps facente parte della 7a Armata al comando dell’SS-Obergruppenführer Paul Hausser. La Divisione Frundsberg nell’offensiva su Mortain La 10a SS Panzer Division Frundsberg, al comando dell’SS Brigadeführer Heinz Harmel, era parte del II.SS-Panzer-Korps dell’SS-Obergruppenführer Willi Bittrich, ed era, insieme alla maggioranza dei reparti corazzati operanti in zona, tra le unità che avrebbero partecipato all’offensiva su Mortain. La divisione Frundsberg si trovava impegnata nella campagna di Normandia fin dal 25 giugno, venendo impiegata duramente nei combattimenti difensivi a sud di Caen contro le truppe inglesi, dove, malgrado forti perdite, si distinse nel respingere le numerose offensive nemiche. Tra il 2 e il 3 agosto la Frundsberg fu impegnata con successo a respingere gli attacchi inglesi sulle quote 188 e 301 a sud-ovest di Villers Bocage, causando agli attaccanti perdite soprattutto di mezzi corazzati, 20 carri nella sola giornata del 2 agosto. Durante la notte tra il 3 ed il 4 agosto venne dato ordine alla divisione SS di sganciarsi dalla sua linea di difesa per essere pronta per l’offensiva progettata. Il 6 agosto la Frundsberg attaccò le quote 242 e 224 verso ovest, a nord di Chenedolle, in preparazione dell’attacco principale. Dopo aver occupato in un primo momento le due colline, i tedeschi dovettero ritirarsi a causa dell’intenso fuoco dell’artiglieria nemica e dei bombardamenti aerei. Tra il 6 e il 7 agosto la divisione si spostò a sud est di Mortain dove, come riserva, avrebbe coperto il fianco sinistro dell’offensiva tedesca. In quel momento Harmel cominciò a ricevere rapporti allarmanti sulla presenza di reparti americani sul fianco meridionale tedesco. In effetti l’armata di Patton Heinz Harmel dopo la battaglia per St.Lô aveva già superato le difese tedesche ad Avranches e velocemente andava occupando la penisola di Cotentin senza insistere nel conquistare i principali centri di resistenza nemici, alcuni dei quali lotteranno fino al termine della guerra. Durante la notte tra il 7 e l’8 agosto, il Battaglione esploratori della Frundsberg venne mandato ad indagare sulla situazione a sud nei pressi dei paesi di Barenton e di Domfront, posizioni che sarebbero dovute essere difese dai reparti della 275.Inf.Div. ma che invece gli esploratori trovarono già in mano degli americani. In quella stessa notte la Frundsberg ricevette l’ordine di sostituire la 275.Inf.Div. a Barenton e mantenere libere le strade verso nord e verso est. Per sventare la minaccia si decise di attaccare gli americani che già si trovavano su due quote a nord di Barenton (quota 161 e 266). La mattina del 10 agosto, il 22° reggimento SS ed il reggimento corazzato della Frundsberg andarono all’attacco delle due quote con non più di 12 mezzi, tra carri armati e cannoni d’assalto, contro una sessantina di mezzi corazzati nemici. Soprattutto la quota 266 fu teatro di un violento scontro tra mezzi corazzati. Nella battaglia ne fecero le spese molti cannoni d’assalto americani. Le due quote vennero occupate impedendo ogni altra avanzata agli alleati ma, anche per i tedeschi, venne preclusa l’avanzata su Barenton a causa di un violento tiro di sbarramento dell’artiglieria e dai continui attacchi aerei che impedivano ogni movimento ai mezzi pesanti. Lo stesso giorno, poco più ad est delle due quote, unʹaltra puntata offensiva americana venne bloccata dal 21° reggimento delle SS. Il successo arrise ai tedeschi malgrado il reggimento d’artiglieria della Frundsberg, che doveva fornire fuoco di appoggio alla difesa, venne più volte a trovarsi a corto di munizioni nel corso della 20 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ giornata. Anche nella giornata dellʹ11 agosto, la Frundsberg si trovò a respingere alcuni attacchi nemici ma, presso i comandi tedeschi, ci si rese conto che questi attacchi non rappresentavano lo sforzo principale ma si trattava solo di una copertura laterale di una più vasta penetrazione verso est, lungo la strada Barenton-Argentan. In quegli stessi giorni, l’operazione Lüttich, dopo un iniziale successo, era ormai sul punto di arenarsi completamente. Gli alleati impedirono ai tedeschi ogni progresso verso il mare. Questo fu in qualche modo una fortuna per i tedeschi che evitarono di cacciarsi più a fondo nella trappola nemica per ritrovarsi, ancor di più, in una situazione analoga alla battaglia di Canne, con una tenaglia americana che premeva da sud ed una inglese che muoveva da nord verso Falaise. Solo il giorno 12 il comando tedesco si accorse del mortale pericolo della gigantesca tenaglia che si stava per chiudere alle loro spalle. Era necessario ricostituire una nuova linea Colonna di carri Sherman in Normandia difensiva ad est di Falaise. Combattimenti in retroguardia Mentre i resti della divisione Leibstandarte e della 12a divisione SS con altre unità minori si trovarono mortalmente impegnate nella zona di Falaise, contro la tenaglia inglese, la 10.SS-Panzer-Division fu impegnata sul fianco meridionale della sacca che andava formandosi. Tra la mattina dell’11 agosto ed il pomeriggio del 12 gli americani lanciarono una nuova serie di attacchi nella zona di Barenton facendo affidamento soprattutto sui pesanti tiri dellʹartiglieria che andarono a sconquassare completamente tutto il terreno in mano ai tedeschi. In questa situazione di estrema difficoltà, la Frundsberg dovette impiegare tutte le sue riserve. La battaglia ridusse ancor più gli effettivi della divisione, rimasta con soli 8 Panzer, mentre il 21° reggimento SS si era ridotto a 500 uomini ed il 22° a soli 150. La sera del 12 agosto venne dato ordine alla Frundsberg di cominciare a ripiegare verso est, mantenendosi sempre a difesa del fianco meridionale tedesco. Con il favore delle tenebre le SS si spostarono verso la cittadella di Lonlay, abbandonando l’area di Barenton. Il giorno successivo trascorse in una calma relativa e la notte successiva la Frundsberg cominciò a spostarsi ancora più ad est verso Domfront. Tutti questi spostamenti avvennero a nord della strada principale BarentonArgentan ormai in mano alla 3a Carristi SS vicino al loro mezzo pronti a ripartire allʹattacco Armata americana. Alle 14:00 del giorno 14 agosto il reggimento d’artiglieria, malgrado la scarsità di munizioni, appoggiò gli ultimi 8 Associazione Culturale Ritterkreuz 21 RITTERKREUZ panzer della Frundsberg durante l’attacco contro alcune colline a nord di Domfront che, occupate dagli americani, minacciavano il fianco della divisione SS. Con i Panzergrenadier arrampicati sui carri, le SS sorpresero il nemico che, sicuro della vittoria, non aveva disposto le difese per un attacco di mezzi corazzati. Gli americani furono costretti così a ritirarsi verso la strada Barenton-Argentan senza tentare altre sortite in direzione nord, ma limitandosi a controllare la città di Domfront e la vitale arteria stradale. Il Brigadeführer Harmel, osservando dalle colline appena conquistate, poteva ora vedere le interminabili colonne della 3a Armata americana sfilare verso nord-est e andare a chiudere SS-Panzergrendieren in Normandia la sacca, rammaricandosi di non (Bundes Archiv Bild 146-1994-025-11) poterle attaccare in forze sul loro fianco esposto. Nella notte del 15 agosto, la ritirata proseguì verso est. Lo spuntare del sole vide la retroguardia della Frundsberg coinvolta in confusi combattimenti a distanza ravvicinata. Su un terreno irregolare, i carri armati ed i cannoni controcarro, affiancati da unità dell’esercito, distrussero diversi carri americani. Le artiglierie di quest’ultimi finirono per colpire le loro stesse linee a causa del terreno frastagliato che rendeva difficoltose le operazioni di puntamento anche se guidate da apparecchi in volo sulla zona di combattimento. Una volta sventata la minaccia sulla retroguardia, venne ordinato alla divisione SS di raggrupparsi a nord di Argentan, per formare un Corpo alle dipendenze della 5.Panzer-Armee che avrebbe dovuto tenere una via aperta nel settore meridionale, mentre, il resto delle forze tedesche, si sarebbe attestato sulla sponda orientale del fiume Dives. Durante la ritirata, nella notte del 16, Harmel stesso rischiò di finire prigioniero, quando, arrivato nei pressi di Briouzes, si accorse che era già stato occupato dagli americani costringendolo ad una lunga deviazione per evitare il villaggio. La mattina stessa i tedeschi dovettero combattere nella stessa zona di Briouzes per potersi aprirsi una via di fuga. Tutti i reparti disponibili della divisione SS andarono all’assalto, su un terreno irregolare con i campi ricoperti da un erba molto alta, con i pochi mezzi ormai disponibili. Negli scontri gli americani furono respinti lasciando in mani tedesche la cittadina di Bellau e la stessa Briouzes, permettendo alla divisone di posizionarsi su un terreno favorevole a protezione del fianco meridionale tedesco. Durante la giornata del 17 agosto e la successiva notte, la Frundsberg dovette respingere diverse puntate offensive nemiche nella zona di Saires la Verrière e, SS-Hstuf. Ernst Tetsch comandante del soprattutto, presso il villaggio di Fromental, dove, il I./Pz.Rgt. 10 battaglione pionieri, con gli ultimi 8 carri armati della divisione, respinse un attacco di mezzi corazzati americani. La ritirata portò, nella notte stessa, i reparti superstiti della divisione, a superare il fiume Orne. L’operazione si concluse con successo all’alba, perdendo così il contatto con i reparti nemici, ma rimanendo sempre sottoposti ad un pesante martellamento da parte dell’aviazione nemica. A questi attacchi aerei rispondeva il battaglione Flak con l’ultimo pezzo da 88, mentre i calibri minori fornivano 22 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ la copertura ravvicinata lungo le strade della ritirata. Una volta superato il fiume Orne la divisione si concentrò su Habloville ad ovest di Argentan. A quel punto, i resti del 10° reggimento corazzato delle SS, vennero inviati a difendere il lato settentrionale della sacca contro la tenaglia inglese. Gli ultimi Panzer si unirono così ai restanti reparti SS, come la “Hitlerjugend” che, allo stremo delle loro forze, avevano resistito agli inglesi nella zona di Falaise per mantenere aperta una via di salvezza per le due armate tedesche; la 5a Armata Corazzata e la 7a Armata intrappolate nella sacca. In realtà le strade difese per la ritirata dalla sacca erano due, una che passava per il villaggio di Tour ed un’altra, meno di 10 km più a sud, attraversava Mont Ormel. Unità tedesche intrappolate nella sacca di Falaise Fuga dalla sacca Mentre i carri armati della Frundsberg si trovavano impegnati presso il villaggio di Necy, il resto della divisione si preparava ad attraversare il fiume Dives lungo la strada meridionale tra St. Lambert e Chambois. L’uscita dalla sacca venne fissata per la notte tra il 19 ed il 20 agosto. Gli Alleati a quel punto avevano però già raggiunto i loro obbiettivi il giorno 19 e controllavano le vie di fuga. In particolare Cambois era presidiata da reparti polacchi che si erano uniti ai soldati americani della tenaglia proveniente da sud. Alle ore 3.00 del 20 agosto lʹSS-Sturmbannführer Heinz Brinkmann del Battaglione esploratori attraversò il fiume Dives posizionandosi a presidio di una testa di ponte sulla sponda orientale, sui ponti di Cambois e St. Lambert, dando il via all’attraversamento della 7a Armata. Il cammino verso Cambois e St. Lambert si svolse sotto un violento tiro di sbarramento a cui, a partire dall’alba, si aggiunsero le incursioni dei caccia bombardieri nemici. Batterie semoventi americane si erano piazzate in un bosco a sud del paese di Villedieu, proprio lungo il percorso della ritirata tedesca. Questi semoventi colpirono a distanza ravvicinata gli ultimi pezzi di quello che rimaneva del 10° reggimento d’artiglieria della Frundsberg. Solo l’intervento dell’ultimo pezzo da 88 del reparto Flak riuscì ad eliminare alcuni di questi semoventi. Durante la prima mattinata il tiro dell’artiglieria sui ponti d’attraversamento del Dives aveva bloccato ogni movimento creando paurosi ingorghi lungo la strada della ritirata, continuamente battuta dalle esplosioni. Il ponte di Chambois venne presto distrutto costringendo i soldati tedeschi ad utilizzare solo il piccolo attraversamento di St. Lambert intasato dai resti di carri e cavalli morti. Con gli americani che tiravano, da entrambi i lati del fiume, sui tedeschi bloccati senza la possibilità di rispondere al fuoco in maniera adeguata, sembrava ormai Associazione Culturale Ritterkreuz 23 RITTERKREUZ che la resa fosse l’unica soluzione praticabile. Allora intervenne il Brigadeführer Harmel, il quale approfittando del fumo creato dalle esplosioni, riuscì a far ripulire il ponte, gettando i detriti nel fiume. Nel frattempo lʹSS-Sturmbannführer Brinkmann, dopo aver formato un kampfgruppe con soldati della Frundsberg e con i resti della 116.Panzer-Division, riuscì a far uscire dalla sacca lo stato maggiore della 7a Armata. Tigre e granatiere SS In Normandia (Bundes Archiv Bild 101I-738-0267-35A) Sepp Dietrich discute i piani di fuga dalla sacca (Bundes Archiv Bild_146-1994-035-18) Nel pomeriggio anche Harmel organizzò dei kampfgruppe con i mezzi corazzati rimasti e tentò un attacco ad est di St. Lambert per spezzare l’accerchiamento nemico. In particolare venne lanciato un attacco sulla collina 117 che, occupata dai mezzi corazzati alleati, impediva di percorrere la strada verso est. Gli americani non si vollero impegnare a fondo nel contendere l’importante quota alle SS e preferirono ritirarsi senza arrivare ad uno scontro ravvicinato col nemico. Nello stesso momento un kampfgruppe comandato dall’SS-Hauptsturmführer Hans Krug (comandante della 1./Nachr.Abt.) riuscì a raggiungere per primo le linee tedesche fuori dalla sacca; con lui vi erano numerosi feriti tra cui lo stesso comandante della 7a Armata Paul Hausser per l’ennesima volta ferito nel corso di questa guerra. Colpito ad una guancia da uno spezzone d’artiglieria mentre, al comando di un kampfgruppe composto da due carri armati, cercava di aprirsi un varco tra le linee nemiche combattendo appiedato e armato di una pistola mitragliatrice. Durante la notte molti tedeschi tentarono di uscire dalla sacca a piedi evitando le postazioni nemiche. La maggior parte degli uomini della Frundsberg riuscì a mettersi in salvo prima che il giorno successivo le maglie della sacca alleata si saldassero del tutto. E’ da sottolineare che la salvezza di molti reparti tedeschi, in quei giorni, fu dovuto principalmente al II.SS Panzerkorps che con la Das Reich e la Hohenstaufen, dopo essere uscite dalla sacca di Falaise, contrattaccarono nelle prime ore del 20 agosto nella zona di Mont Ormel dove reparti corazzati canadesi e, soprattutto, la 1a divisione corazzata polacca, vennero isolati in una mini sacca per tutta la giornata, rischiando di venire annientati a loro volta. Il flusso dei fuggitivi continuò in modo sempre più disorganizzato fino a mezzogiorno del 21 agosto, quando, le forze alleate chiusero del tutto la sacca annientando così le ultime unità della 5a Armata Corazzata e della 7a Armata. Intrappolati senza più cibo né munizioni agli ultimi superstiti non rimase altro che arrendersi. 24 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Bilancio di una sconfitta Le cifre della disfatta sono ancora dibattute dagli storici. Si ritiene che il numero dei superstiti usciti dalla sacca possa variare dai 30.000 ai 50.000 uomini con 50.000 prigionieri. I caduti furono oltre 10.000 soprattutto lungo le due strade che portavano fuori dalla sacca. I civili del luogo ricordano ancora i nugoli di mosche che sciamavano lungo le strade per giorni dopo la battaglia, divorando i numerosi corpi di uomini e animali che rimanevano insepolti nella calura estiva. Con la battaglia per la sacca di Falaise la sanguinosa campagna di Normandia poteva dirsi conclusa. Dopo lunghe settimane di scontri e migliaia di morti gli alleati poterono, anche se con grave ritardo da quanto preventivato, avanzare verso Parigi uscendo finalmente dalla testa di ponte creata il 6 giugno. Malgrado ciò l’armata tedesca in occidente non era stata annientata e quello che poteva essere un disastro peggiore di Stalingrado era stato scongiurato. Il merito di ciò è da ascrivere in larga parte agli uomini delle SS che, sopperendo agli errori dell’alto comando e alla disparità delle forze in campo, riuscirono prima a rallentare l’avanzata delle tenaglie alleate riuscendo poi a mantenere aperta una via di fuga verso est, permettendo a molte unità dell’esercito di salvarsi. E’ da notare che tutte le divisioni SS, anche se pesantemente decimate (in particolar modo la 12a divisione SS Hitlerjugend), riuscirono a sganciarsi e a mettersi in salvo. Gli alleati a Falaise persero così l’occasione di mettere fine alla guerra in occidente. Anche nei giorni successivi alla fine della campagna in Normandia gli alleati avrebbero potuto chiudere definitivamente la partita con quel che rimaneva dell’esercito tedesco in occidente, ormai pressoché privo di mezzi meccanizzati e armamento pesante. I comandi alleati invece di incalzare decisamente il nemico preferirono puntare su Parigi lasciando ai tedeschi la possibilità di ritirarsi verso il Reno. E’ anche vero che l’esercito alleato dopo mesi di intensi combattimenti aveva bisogno di riposarsi e di riorganizzarsi per riprendere l’avanzata. Avanzata che si risvegliò con l’operazione Market Garden nella seconda metà di settembre ma, per quel periodo, le forze tedesche si erano già riorganizzate ottenendo una straordinaria vittoria sulle forze alleate. Morte e distruzione allʹinterno della sacca Bibliografia W. Tieke, ʺFirestorm of the Last Years of the War: II SS-Panzerkorps with the 9th and the 10th SS-Divisions Hohenstaufen and Frundsbergʺ, J.J. Fedorowicz Publisching Inc. K. Ford, ʺFalaise 1944ʺ, Campaign, Osprey Associazione Culturale Ritterkreuz 25 RITTERKREUZ Uomini in guerra SS-Hauptscharführer Gustav Schreiber di Marco Rossi Gustav Schreiber nacque il giorno di Natale del 1916 a Selm (Nord Westfalia), nel periodo centrale della Grande Guerra. Nel 1939 faceva parte delle SS-Verfugungstruppe nella 7./SS-InfanterieStandarte “Germania”. La sua spiccata attitudine per la vita militare venne subito alla luce, tanto che alla fine della guerra verrà considerato tra gli uomini della Westfalia più decorato nelle Waffen-SS. Il battesimo del fuoco di Schreiber avvenne in Polonia nel 1939, cui fecero seguito i combattimenti nel 1940 in Francia ad Arras e lungo la Marna. Nell’agosto del 1940 arrivano le prime decorazioni: la Croce di Ferro di seconda classe ed il Distintivo in bronzo per assalto della fanteria, insieme alla promozione a SSRottenfuhrer. Nel 1941 il Reggimento di Schreiber venne motorizzato e andò a far parte insieme ad altri due Reggimenti (Nordland e Westland) della nuova divisione SS “Wiking”, divisione nella quale militavano oltre che tedeschi e austriaci, anche volontari stranieri provenienti dal Belgio, Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera, Finlandia e più tardi anche volontari baltici, diventando nel corso della guerra la Divisione delle Waffen-SS più europea. All’inizio dell’operazione “Barbarossa” la Wiking insieme alle divisioni corazzate dell’esercito avanzò rapidamente nel settore meridionale del fronte orientale, da Lemberg a Tarnopol poi Uman e a nord della Crimea. L’SS-Scharführer Schreiber era a quel punto della guerra già un esperto veterano, figura di esempio per il suo plotone, un coraggioso e valoroso guerriero. Nell’agosto del 1941 il comandante della sua compagnia lo decorò con la Croce di Ferro di prima classe. Durante la conquista di Rostov ed i successivi combattimenti difensivi Gustav Schreiber: ben visibili sullʹuniforme, la croce di lungo il fiume Mius, Schreiber Rimase cavaliere, la croce tedesca in oro e la spilla per il ferito. Al comando della Divisione c’era il combattimento corpo a corpo in oro. carismatico SS-Gruppenfuhrer Felix (Bundes Archiv Bild 101III-Jarolin-014-24) Steiner, il quale riceverà “Le Spade” dopo l’offensiva nel Caucaso nell’estate del 1942. Nel dicembre del 1942 la Wiking si ritrovò trincerata lungo il fiume Mius ed al comando del II° Battaglione del Germania venne nominato lʹSS-Hstuf. Hans Juchem. Con il suo viso da fanciullo non venne preso all’inizio troppo sul serio dai suoi soldati, induriti da tante battaglie. Ma durante le settimane successive dovettero ricredersi e Juchem ricevette 26 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ rispetto ed ammirazione dai suoi uomini in quanto partecipò in prima persona e da esempio a molti combattimenti corpo a corpo arrivando addirittura a essere decorato con la Spilla in oro per il combattimento corpo a corpo e la Croce di Cavaliere (postuma) dopo un’eroica azione di guerra a Izjum nell’estate del 1943, azione durante la quale trovò la morte. Pur essendo soltanto un SSScharführer Schreiber ed un comandante di plotone, aveva comunque accumulato numerosi giorni di combattimento corpo a corpo durante i combattimenti difensivi lungo il Mius e a Stalino. Al suo plotone vennero assegnati spesso compiti difficili, come difendere importanti crocevia stradali o posizioni trincerate di vitale importanza. In tutti questi compiti a lui assegnati Schreiber si comportò sempre con grande coraggio, senso del dovere dimostrando innegabili doti di Comando. Il 2 dicembre del 1943 Schreiber venne decorato con la Croce di Cavaliere, per essersi comportato valorosamente nell’immediato contrattacco lungo la linea difensiva Karkov-Poltava. Il 1° novembre era stato già promosso al grado di SS-Hauptscharführer e dopo solo 5 giorni dal 2 dicembre ricevette con grande sorpresa anche la Spilla in oro per il combattimento corpo a corpo, meritandosi una citazione del suo comandante come esempio di valore e di abnegazione. La sacca di Korsun-Cerkassy Conquistata Kiev e consolidata la testa di ponte sul fiume Dnieper, i sovietici si prepararono ad una nuova grande offensiva. L’attacco per la nuova offensiva venne fissato per il 25 gennaio del 1944: le forze sovietiche ammassate ad ovest del saliente di Gustav Schreiber (Bundes Archiv Bild 101III-Jarolin-014-25) Cerkassy, dopo un fuoco di preparazione dell’artiglieria e sostenuti dall’aria da centinaia di aerei, attaccarono. L’assalto nemico si sviluppò lungo due direttrici, che dovevano confluire sulla posizione di Shenderovka. L’attacco riuscì e chiuse in una sacca circa 53.000 uomini, compresa la SS-Panzer-Grenadier-Division “Wiking”. All’interno della sacca erano rimasti intrappolati il XLII.Armee-Korps della 1.Panzer-Armee e l’11.Armee-Korps dell’8.Armee. Inoltre erano presenti unità dell’8.Flieger-Korps. L’Armata Rossa aveva a disposizione 12 Divisioni incluse formazioni di élite e di provata esperienza ma nonostante queste soverchianti forze gli uomini all’interno della Sacca respinsero tutti gli assalti animati anche dalla speranza che i reparti corazzati accorsi in loro aiuto avrebbero prima o poi spezzato l’accerchiamento. Quando il 16 febbraio 1944 si diffuse tra i soldati la parola d’ordine: libertà (Freiheit!), tutti capirono che quella era l’ultima opportunità per sfuggire dalla sacca di Cerkassy e malgrado una temperatura di 15 gradi sottozero e 60 centimetri di neve gli uomini erano pronti a vendere cara la pelle pur di sfuggire da quell’inferno. La parola d’ordine arrivò quando i reparti mandati in soccorso erano a soli pochi chilometri dalla Sacca e a pronunciarla fu il GeneralFeldmarschall von Manstein, comandante in Capo e responsabile del Gruppo di Armate operante in quel Settore del fronte russo. Sul fianco sinistro dell’area un piccolo gruppo di uomini si preparò per l’operazione di sfondamento: furono distribuite le rimanenti munizioni, le bombe a mano ed ogni uomo si attrezzò come meglio poteva con ogni sorta di arma utile per il corpo a corpo. L’SS-Hauptscharführer Schreiber guardò i suoi uomini, facce emaciate, sporche e barbute; in tutti quei giorni non una sola interruzione dei combattimenti ed il suo plotone della 7.Kompanie dellʹSS-Panzer-Grenadier-Regiment Germania si era ridotto a soli 24 uomini, tutti comunque dei veterani che avevano combattuto lungo i fiumi Mius, Terek e a Kiev, totalizzando dozzine e dozzine di giorni di combattimento. Schreiber, che già era stato decorato con la Croce di Cavaliere e la Spilla in oro per il combattimento corpo a corpo, si trovava ad essere tra quei pochi soldati di fanteria più decorati operanti in quel settore del fronte. La battaglia per uscire dalla sacca di Associazione Culturale Ritterkreuz 27 RITTERKREUZ Cherkassy durò fino al 18 febbraio del 1944. Per meglio coordinare le operazioni all’interno della sacca, venne creato un comando unico per tutte le forze tedesche, assegnato al Generale Stemmermann. Contemporaneamente venne organizzato un ponte aereo dalla Luftwaffe, ma il cattivo tempo e l’aggressività dei caccia sovietici, resero difficili le operazioni aeree. Malgrado tutto in 15 giorni di voli sulla sacca si riuscirono a lanciare 2.026 tonnellate di materiale e a riportare indietro 2.835 feriti. Schreiber, veterano di tante battaglie, era abituato a combattere contro un nemico notevolmente superiore sia in uomini che in mezzi e quando il 16 febbraio del 1944 arrivò la parola d’ordine: libertà, si preparò con i suoi uomini a combattere per uscire dalla trappola di Cerkassy. Alle 23,00 iniziò la manovra di rottura contro le posizioni sovietiche a nord e a sud di Shenderovka; la rottura ebbe successo e si concluse, come già detto il 18 febbraio con il ricongiungimento con le unità tedesche poste al di fuori dalla sacca. I reparti tedeschi difesero la testa di ponte fino al 19 mattina, per permettere agli ultimi fuggitivi di mettersi in salvo. Il bilancio finale fu di 35.000 uomini salvati dall’annientamento mentre 18.000 finirono invece inghiottiti nella sacca. Tra i prigionieri anche l’SSHauptscharfuhrer Gustav Schreiber insieme a 13 superstiti del suo plotone. Schreiber passò sei anni di prigionia nei campi di concentramento sovietici e tornò in Patria nel 1950. Morì il 5 marzo del 1995 nella sua città natale Selm nella Vestfalia settentrionale. Una rarissima foto di Schreiber sul campo di battaglia, al telefono da campo Decorazioni Croce di Ferro di II classe Croce di Ferro di I classe Croce tedesca in oro Croce di Cavaliere il 2 dicembre 1943 Spilla per il combattimento corpo a corpo in bronzo nel 1943 Spilla per il combattimento corpo a corpo in argento nel 1943 Spilla per il combattimento corpo a corpo in oro il 7 dicembre 1943 Distintivi Distintivo in argento per assalto della fanteria Distintivo per feriti di guerra in nero 28 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Documenti SS-Obersturmbannführer Christian Tychsen Le motivazioni per la concessione della croce di cavaliere e delle fronde di quercia di Mark C. Yerger Christian Tychsen(1) è probabilmente il più conosciuto e valoroso comandante di mezzi corazzati della SS-Panzer Division “Das Reich.” I seguenti documenti dettagliano le motivazioni che gli valsero la concessione della croce di cavaliere ed in seguito delle fronde di quercia(2). Il 14 ottobre 1942, il Panzer Abteilung divisionale della Das Reich fu espanso a livello di reggimento. Con lʹintegrazione del già esistente II./Langemarck di Tychsen come nuovo II.Abteilung, una settimana dopo egli venne confermato come comandante del nuovo reparto corazzato(3). Tychsen venne subito dopo inviato a seguire un corso per comandanti di reparti corazzati presso una scuola dellʹesercito dal 26 ottobre allʹ11 novembre 1942, precisamente alla Heeres Panzertruppen Schule di Wünsdorf. Decorato con la croce di cavaliere su raccomandazione del comandante divisionale Walter Krüger dopo gli intensi combattimenti per Kharkov, la proposta per la decorazione, inoltrata da Herbert Vahl, riferiva le seguenti parole(4): ʺ…lʹSS-Sturmbannführer Tychsen guidò un contrattacco lʹ11 febbraio 1943 per riconquistare la posizione di Priwolje, ad est di Kharkov, con 16 carri della sua unità ed un battaglione della 213a divisione di sicurezza. Grazie al suo abile comando ed al suo elettrificante coraggio, distrusse un forte gruppo nemico che tentava di puntare su Kharkov. Dopo aver posto la sua fanteria al riparo, Tychsen si lanciò contro il nemico con i suoi carri. Quando questi si ritirò, lo incalzò fino a quando non lo ebbe completamente distrutto. Mentre guidava lʹattacco il suo carro venne colpito per tre volte dal fuoco anticarro e messo fuori combattimento. Il 18 febbraio 1943, Tychsen ricevette lʹordine di muovere i suoi carri lungo la periferia di Kharkov e con la sua unità, distruggere le forze corazzate nemiche che erano entrate nel settore nord-occidentale della città. Questa manovra doveva coprire gli altri reparti della divisione quando sarebbero stati impegnati nella zona sudoccidentale la notte successiva. Contemporaneamente, il nemico era riuscito ad inflitrarsi nel settore sudorientale di Kharkov. Quando Tychsen seppe che il nemico era già penetrato così profondamente nella Tychsen con lʹappena ricevuta croce di cavaliere. città, decise di spostarsi nel settore occidentale Venne decorato con la croce tedesca in oro e le fronde malgrado non disponesse di fanteria di supporto. La di quercia prima della sua morte (Collezione sua mossa azzardata che lo impegnava in M.C.Yerger). combattimenti per le strade avrebbe evitato ulteriori penetrazioni nemiche verso il centro della città, se avesse attaccato immediatamente. Questa azione inoltre evitò lʹaccerchiamento della divisione ad est di Kharkov. Dopo aver ridotto al silenzio numerosi pezzi anticarro, Associazione Culturale Ritterkreuz 29 RITTERKREUZ Tychsen guidò la sua unità dentro la città e bloccò le forti colonne nemiche. Durante la notte successiva coprì la ritirata della divisione con la sua unità evitando i settori già occupati della città. La sua decisione di impegnarsi nei combattimenti per le strade, senza riguardo per la sua stessa incolumità, permise ai restanti reparti della divisione di ripiegare in buon ordineʺ. Dopo il suicidio di Hans-Albin von Reitzenstein avvenuto il 30 novembre 1943, Tychsen divenne comandante del Panzer Regiment, mentre il II.Abteilung passò a Dieter Kesten. Walter Krüger raccomandò Tychsen per le fronde di quercia che gli vennero consegnate personalmente da Hitler. Il rapporto richiesto per la decorazione per il suo comando del II.Abteilung riportò(5): ʺ…dopo che il fianco sinistro del XXXXVII.Panzerkorps fallì nel distruggere la testa di ponte nemica ad ovest di Chodoroff il 29 ottobre 1943, i sovietici lanciarono un nuovo attacco contro più posizioni il 1° novembre dopo una mezzʹora di fuoco di sbarramento dellʹartiglieria. Il nemico era intenzionato a penetrare attraverso la nostra debole linea difensiva e stabilire il collegamento tra le sue due teste di ponte mentre continuava ad avanzare lungo la strada principale a Pij. Nel nostro settore, tutti gli attacchi nemici appoggiati da forze corazzate furono Tychsen, fotografato con tutte le sue decorazioni. respinti dopo durissimi scontri. Contro la vicina divisione sulla nostra destra, i sovietici conquistarono la collina 188.0 con 16 carri e la fanteria. Da lì potevano controllare i villaggi di Grushewo e Dudari dove il fianco sinistro del nostro vicino Corpo era impegnato in furiosi combattimenti. Il III./Artillerie Regiment bloccò lʹavanzata del nemico verso Grushewo ma la minaccia contro il fianco sinistro scoperto non fu eliminata. In questa situazione, lʹSS-Sturmbannführer Tychsen decise di ritirarsi dai suoi combattimenti difensivi con un Tigre e tre Panzer IV, attaccando il fianco sinistro nemico con il suo plotone genieri. Questa rapida decisione portò alla riconquista della collina 188.0 con un attacco di questo debole gruppo da combattimento. Nello stesso tempo, Tychsen evitò che la fanteria nemica potesse tornare a contrattaccare. Distrusse personalmente due dei tre T-34 nemici impegnati e guidò i suoi genieri in combattimenti corpo a corpo durante i quali furono ripulite dal nemico tutte le posizioni. Durante questi combattimenti il suo carro fornì fuoco di appoggio e distrusse altri sei carri nemici. Il battaglione nemico venne distrutto e la collina 188.0 tornò nelle mani dei nostri reparti. Lo Sturmbannführer Tychsen continuò a controllare la situazione in questa area. La sua decisione di portare aiuto allʹunità vicina, il suo personale coraggio ed il suo esempio come combattente permise il successo dellʹattacco. Le perdite nemiche furono cosi severe da costringerlo a ritirarsi verso nord. Durante la notte del 1° novembre 1943, tutte le posizioni erano ancora nelle nostre mani. Tychsen ottenne un importante successo nel settore del fiume Psel, lʹ8 luglio 1943 ed ancora il 1° agosto 1943 a Marinowka lungo il fiume Mius. In questʹultima azione, Tychsen e la sua unità appoggiarono le tremende e dure battaglie difensive del Reggimento Der Führer che respinse ben 17 attacchi 30 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ nemici. Durante la ritirata verso il fiume Dnieper, lʹunità di Tychsen ricevette lʹordine di rallentare il nemico con i suoi pochi carri rimasti, così da permettere il ripiegamento della fanteria meccanizzata. Questa missione in retroguardia durò diversi giorni e Tychsen riuscì anche ad evitare la cattura di alcuni suoi carri danneggiati da parte del nemicoʺ. Christian Tychsen riceve le fronde di quercia da Hitler. Lʹaiutante del Führer alle sue spalle é Fritz Darges. Questʹultimo fu decorato con la croce di cavaliere con il Panzer Regiment della Wiking (Collezione M.C.Yerger). Trasferito in riserva con la maggior parte dei reparti della Das Reich nel dicembre del ʹ43 per una nuova riorganizzazione, Tychsen rimase al comando del Panzer Regiment. Durante le battaglie in Normandia, in seguito al ferimento di Heinz Lammerding, Tychsen assunse il comando della Das Reich il 26 luglio 1944, mentre Rudolf Enseling assunse il comando del Panzer Regiment. Due giorni dopo Tychsen rimase ucciso dopo essere stato catturato quando una avanguardia corazzata americana attaccò il comando divisionale allʹincrocio di Trelly in Francia(6). Allo stato maggiore della divisione non sapevano se il loro comandante fosse rimasto ucciso o catturato, per cui il suo successore, Otto Baum, tentò invano di negoziare il suo rilascio offrendo 50.000 Reichsmark come riscatto!!! Straordinariamente coraggioso e capace, Christian Tychsen fu uno dei più valorosi comandanti di reparti corazzati e contribuì notevolmente ai successi della Das Reich. Venne definito uno dei più prolifici distruttori di carri nemici in tutta la Waffen SS. La sua memoria fu onorata da un gruppo di veterani intitolato con il suo nome, composto da ex-soldati che avevano combattuto ai suoi ordini. Note Christian Tychsen nacque il 3 dicembre 1910 a Flensburg. Tychsen entrò nelle SS nel dicembre 1931, nella 50.SSStandarte. Venne in seguito trasferito alle SS/VT nellʹottobre del 1934. Dallʹottobre del 1936 al dicembre del 1938 fu comandante di plotone nel Bataillon ʺNʺ, e poi comandante della 1.Kompanie dello stesso. Quando il Battaglione ʺNʺ venne disciolto Tychsen assunse il comando della 1.Kradschützen-Ersatz Kompanie. Lʹunità nellʹaprile del ʹ40 divenne la 3a compagnia esploratori. Nel febbraio del 1941 la sua unità venne assorbita dal Kradschützen Bataillon sempre come 3.Kompanie, con Tychsen sempre al suo comando. Nel gennaio del 1942 assunse il (1) Associazione Culturale Ritterkreuz 31 RITTERKREUZ comando del Krads. Btl. Il 12 febbraio 1942 rimase ferito in combattimento e fu ricoverato a Braunschweig fino al maggio del ʹ42. In seguito ottenne il comando del II./Langemarck e lo mantenne fino a quando questa unità divenne il II./Pz. Rgt. nellʹottobre del ʹ42. Lʹistituzione della Croce di Ferro (Eisernes Kreuz) risale al periodo delle guerre napoleoniche durante la lotta per lʹindipendenza della Prussia e rimase negli anni successivi la principale decorazione delle forze armate prussiane e tedesche. La decorazione veniva concessa ai soldati di ogni arma e grado. Esistevano due classi, 1a classe (EK I Klasse) e 2a classe (EK II Klasse). Per le cariche più alte esisteva invece la Gran Croce (GrossKreuz). Con lʹinizio della seconda guerra mondiale, Adolf Hitler modificò lʹordinamento della decorazione ed ovviamente il suo aspetto. La Croce di ferro del 1939 si distingueva dalle precedenti versioni per la presenza della croce uncinata al centro (al posto della corona prussiana) e per lʹindicazione dellʹanno di istituzione (1939) nella parte inferiore. I gradi della decorazione diventarono quattro: alla 1a classe, 2a classe e Gran Croce venne aggiunta la Croce di cavaliere (Ritterkreuz des Eisernen Kreuzes), che come la Gran Croce andava portata al collo con un nastro (di 45mm di larghezza) con i colori del Reich: nero, bianco e rosso. La concessione delle varie decorazioni era strettamente graduale, nel senso che si poteva ricevere un grado della Croce di ferro solo se si possedeva già il precedente. Questo significava che per ricevere ad esempio la Croce di cavaliere, non bastava essersi distinti in combattimento, ma era necessario possedere già la Croce di Ferro di 1a e 2a classe. In particolare la Ritterkreuz era assegnata per: ʺatti di eroismo particolarmente decisivi per lo svolgimento dei combattimenti uniti a grande determinazione personaleʺ. Hitler in persona ordinò che il popolo tedesco doveva manifestare gratitudine verso i decorati con la Tychsen Ritterkreuz. La croce di ferro e la croce di cavaliere erano molto simili in apparenza, ma erano facilmente distinguibili per come venivano portate sullʹuniforme. La croce di ferro veniva ʺappuntataʺ sul lato sinistro dellʹuniforme. Quando veniva concessa quella di 1a classe, quella di seconda veniva rappresentata con un piccolo nastro attaccato al secondo bottone della divisa partendo dallʹalto. A causa del protrarsi del conflitto, vennero istituiti a partire dal 1940, gradi superiori alla Croce di cavaliere. Il 3 luglio 1940 vennero istituite le ʺFronde di querciaʺ (Eichenlaub), tre foglie di quercia in argento da apporre sullʹocchiello che reggeva la croce di cavaliere. Il 21 giugno 1941 fu la volta delle ʺfronde di quercia con spadeʺ (Eichenlaub und Schwerten), due spade incrociate sotto le fronde. Il 15 luglio 1941 si aggiunsero i brillanti (Ritterkreuz des Eisernes Kreuzes mit Eichenlaub, Schwerten und Brillanten. (2) (3) Direttiva dellʹ11 novembre 1942. (4) “Vorschlagsliste Nr. 2 für die Verleihung des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes”, datata 1° marzo 1943. (5) “Vorschlag für die Verleihung des Eichenlaubes zum Ritterkreuzes”, datata 2 Dicembre 1943. Rimase ucciso mentre viaggiava a bordo di una kubelwagen con il suo autista ed un sottufficiale ed incontrò un carro americano. Rimasto gravemente ferito nello scontro a fuoco che seguì, morì dopo la cattura. Venne sepolto come un soldato qualunque, dopo che gli americani lo spogliarono di tutte le sue decorazioni ed i documenti di identificazione. Solo dopo la sua tomba venne identificata. (6) 32 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Articolo dedicato a Tychsen sulla rivista Das Schwarze Korps Ricevettero la Ritterkreuz: SS-Sturmannführer Tychsen Ha 33 anni ed è nativo dello Schleswig Holstein, la terra dei soldati e dei contadini. Sta nella torretta del suo carro ed appare giovane quanto i suoi capicarro che hanno da poco superato i 20 anni. Ma lo si vede anche al suo posto di comando piegato sulla mappa, mentre spiega la situazione ai suoi comandanti di compagnia. Si riconosce l‘equilibrio dell‘ufficiale di prima linea nei suoi plotoni. Nove volte è rimasto ferito in questa guerra, tuttavia è rimasto con i suoi soldati e se la ferita non lo consentiva, ritornava non appena riusciva a stare in piedi. All‘inizio della campagna dell‘est, come comandante di una compagnia di motociclisti, avanzó alla testa della sua divisione, per centinaia di chilometri nel campo di battaglia, sempre con il fiato sul collo dei nemici. Attualmente, dopo solo poche settimane di operazioni nei pesanti combattimenti difensivi, è riuscito a riportare, con il reparto corazzato oggi che comanda, un grande successo nei punti piú cruciali. In ogni assalto ha comandato i suoi ufficiali, sottufficiali e soldati dando un luminoso esempio. Infaticabile ed inesorabile è stato il gruppo di combattimento Tychsen contro il nemico sovietico, al quale ha frustrato ogni avanzata verso sud. Questo dimostra che l‘atteggiamento delle truppe viene determinato dai loro comandanti. Questo è il grande segreto che sta dietro i successi, che anche una piccola unitá in poco tempo puó raggiungere. SS-Kriegsberichter Alfons Brüggemann Associazione Culturale Ritterkreuz 33 RITTERKREUZ Formazioni SS SS-Infanterie-Regiment 9 'Thule' di Marco Linguardo La nascita dell’unità LʹSS-Sonder-Bataillon “Reitz” venne costituito a Stralsund il 24 giugno 1940 nella caserma delle SS con reclute della classe 1921-22 ed ufficiali provenienti dal III./SS-Totenkopf-Rekruten-Standarte. Una sezione di cannoni di fanteria fu fornita dal Reggimento Germania ed una anticarro dalla Leibstandarte SS Adolf Hitler e dalla SS-Verfügungsdivision. Il 28 giugno, il battaglione fu rinominato Verstärktes SS-TotenkopfBattallion Norwegen. Comprendeva 13 ufficiali, 62 sottufficiali e 871 soldati (per un totale di 946 uomini). Da Stralsund, fu trasferito a Stettino, da dove venne imbarcato per la Norvegia. Al suo arrivo ad Oslo, si spostò a Kirkenes, una città situata sul circolo polare. Quindi fu ribattezzato SS-TotenkopfBataillon Kirkenes. La sua missione era di copertura al settore Jacobselven-Tana. Il 23 agosto, fu presa la decisione di costituire un secondo battaglione e fu formato un reggimento combinando i due battaglioni. Questa nuova unità venne allestita il primo settembre a Posen-Treskau. Era comandata dallʹSS-Sturmbannführer Herms ed il suo personale proveniva essenzialmente dalla 12.SSTotenkopf-Standarte, dallʹSS-ErsatzBataillon Der Führer (stanziato al momento a Graz-Wetzelsdorf) e dallʹSS-Regiment Germania. Alla fine di settembre, il battaglione fu Estate 1941. La SS-Infanterie-Regiment 9 (SS-IR 9) ancora copre i a sua volta trasferito in Norvegia. fiordi di Varanger e Tana in Norvegia. Pochi mesi dopo, sarà trasferita Le due unità dovevano in Finlandia per prender parte allʹoffensica verso Murmansk, nel sorvegliare i fiordi Tana e settore Luostari. Varanger. Il 15 ottobre, giunse come rinforzo una sezione di armi leggere antiaeree, ceduta dallʹSS-Fla-MG-Ers.-Kp. Arolsen (SS-Ostuf. Fend). In aggiunta, una batteria di obici fu mobilitata da Berlino-Lichterfelde dallʹSS-Ustuf. Nickmann dallʹSS-Art.Ers.Rgt., al fine di aumentare la loro potenza di fuoco. Il 15 novembre, il quartier generale della 9.SS-Totenkopf-Standarte fu disciolto. La sua sezione trasmissioni fu trasferita alla SS-TotenkopfStandarte Kirkenes che era comandata dallʹSS-Ostubaf. Ernst Deutsch. Fu in seguito rinominata SSTotenkopf-Standarte 9 Kirkenes. Il 1° febbraio, un terzo battaglione fu creato sotto la supervisione dellʹSS-Stubaf. Klein. Una settimana dopo, il reggimento cambiò il suo nome ancora una volta e divenne la 9.SS-Standarte prima di essere rinominato SS-Infanterie-Regiment (motorizzato) il mese successivo. Con la divisione SS Nord Dopo essere stato assegnato allʹSS-Kampfgruppe Nord, a partire dal 1° maggio fu subordinato alla 702.Infanterie-Division. Durante il mese di giugno, ricevette una compagnia di ingegneri (SS-Ustuf. Elchhorn). In cambio, diede la sua 12.Kompanie quando la nave “Blenheim”fece naufragio. Il 6 34 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ giugno, una nuova 12.Kompanie dovette essere formata a Stettino dalla SS-Wach-Kompanie Obersalzberg, comandata dallʹSS-Hstuf. Keidel. Il 15 giugno, il reggimento fu posto sotto l’AOK “Norwegen”. Una settimana dopo, quando le Forze dell’Asse invasero l’Unione Sovietica, esso occupò la lunghezza della costa norvegese a Vardsö (III./SS-IR 9), Vardö (II./SS-IR 9) e Kirkenes (I./SSIR 9). Allora vi erano 3.071 uomini subordinati al Gebirgs-Korps “Norwegen” comandato dal Generale Dietl. Il 29 giugno, questo mosse un’azione offensiva nella direzione di Murmansk. La SS-IR 9 non fu impegnata fino alla terza settimana di agosto. Il 26 agosto, fu assegnata alla 2.Gebirgs-Division. Il suo primo battaglione (I./SSIR 9, SS-Stubaf. Deisenhofer) giunse a rinforzo dellʹSS-IR 7. Attraversò il fiume Kairala e raggiunse le sponde del fiume Nurmitunturi. Due giorni dopo, combatté aspramente nella valle Ahkioja. Il 30 agosto, attaccò le posizioni sovietiche ad ovest di Alakurtti, respingendole indietro e raggiungendo Tuntsajok. Fu pagato un prezzo molto alto per questo successo: il battaglione ebbe 52 morti e 52 feriti. Quale risultato del combattimento, l’I./SS-IR 9 fu posto come riserva dietro alle linee XXXVI.AK nel settore di Luostari. Il 5 settembre, il resto del reggimento ricevette la seguente missione: allargare la testa di ponte ad est del fiume Liza. L’attacco fu lanciato tre giorni dopo. Nonostante il Interessante foto di un membro della SS-IR 9. Come suo entusiasmo, l’II./SS-IR 9 comandato dallʹSSgran parte dei suoi camerati, indossa la testa di Stubaf. Herms lamentò pesanti perdite morto ereditata dalla SS-Totenkopfverbände. La sua confrontandosi con le posizioni saldamente compagnia è la 13.(IG)Kp./SS-IR 9. stabilite dai sovietici sulla collina 129. Il III./SS-IR 9 comandato dallʹSS-Stubaf. Dusenschön prese la collina 173.7. Un contrattacco sovietico spinse indietro il II./SS-IR 9, mentre anche il III./SS-IR 9 venne condotto indietro ad est di Lopatkina ed il suo comandante rimase ferito. In questo modo l’intero fianco sinistro della 2.GebirgsDivision risultò minacciato. Un contratto dei Gebirgsjäger appoggiato dal I./Geb.Jg.Rgt.137 permise di tenere lontano il nemico. Il 9 settembre, il Gruppe “Deutsch” si riunì dietro la collina 173.7. Il II./SS-IR 9 fu rilevato dal Pi-Btl.82. Nei giorni seguenti, la 2.Gebirgs-Division continuò l’attacco, ma senza giungere a risultati apprezzabili. Il 19 settembre, il Gerbirgs-Korps “Norwegen” fu definitavemnte bloccato sulla strada per Murmansk e dovette costruire delle Convoglio della 13.Kp./SS-IR 9. posizioni difensive. Tra il 20 ed il 23 settembre, il I./SS-IR 9 partecipò all’operazione di rastrellamento ad est del fiume Liza nelle retrovie Associazione Culturale Ritterkreuz 35 RITTERKREUZ del Geb.Jg.Rgt.138. Il 24 settembre, si ritirò sulla sponda occidentale tra il lago Nosh-Jarvi e la collina 77.4. Alcuni giorni dopo, si ricongiunse al resto del reggimento nel settore Petsamojokki. Il 14 Ottobre, lʹSS-IR 9 fu direttamente subordinato all’AOK “Norwegen” e ricevette ordini di prendere il controllo della regione di Rovaniemi al fine di supportare il 3° Corpo finlandese ad est di Kiestinki. Il 28 Settembre, la SS-Batterie “Nickmann” divenne la 3a batteria del reggimento di artiglieria della SSDivision “Nord”. LʹSS-IR 9 (motorizzato) si raggruppò a sud della ferrovia Kiestinki-Louhi. Mosse all’attacco il 1° novembre in condizioni meteorologiche estremamente avverse. Due linee sovietiche di difesa furono distrutte prima che la loro progressione venisse fermata: le SS furono impossibilitate a raggiungere i laghi di Yelovoje e Werschnejeosero. Il reggimento rimase stazionato su entrambi i lati del fiume Gankachvaara fino al 18 novembre. Fu in seguito trasferito ai settori Taivalkoski e Pudasjärvi. Le armi ed i materiali di sua appartenenza vennero dati alla SS-Division LʹSS-Ostuf. Rudolf Wehrhahn decora i suoi “Nord”. Il III./SS-IR 9, che consisteva in non più di uomini con la croce di ferro di seconda classe. 202 uomini ancora abili al servizio, ed la Pi.-Kp./SSVeterano della 14.Kp./ʺDeutschlandʺ, sarà ucciso IR 9 furono ad esso assegnate. La sua colonna di il 25 marzo 1942 mentre era alla guida della fanteria fu aggregata alla Nachschubdienste/SS5.Kp./SS-IR 9. Division “Nord” mentre il resto del reggimento fu raggruppato ad Helsinki. Da lì, mosse per Tallinn. Le perdite sofferte dal reggimento sul fronte finnico totalizzarono 359 morti, 233 feriti e 106 dispersi. Gruppo di soldati del SS-IR 9 durante la pausa nel corso di un trasferimento. 36 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Fronte di Leningrado Da Tallinn, raggiunse Narwa. Il 20 dicembre, fu subordinato allʹHeeresgruppe “Nord” e posto in riserva della 18a Armata. Al fine di incrementare le forze delle compagnie, il II./SS-IR 9 fu disciolto ed i suoi uomini divisi tra le altre unità del reggimento. Perciò il giorno di Natale, lʹSS-IR 9 (motorizzato) “Thule” aveva la seguente struttura: Stab, Stabs-Kp. I.Btl. (SS-Hauptsturmführer Kiklasch) III.Btl. (SS-Hauptsturmführer Spanka) 13.(IG)Kp. (SS-Obersturmführer Förster) 14.(Pz.Jg.)Kp. (SS-Hauptsturmführer Schulz) 15.(Pi.)Kp. (SS-Obersturmführer Kinzler) Le sue forze combattenti comprendevano 24 ufficiali, 65 sottufficiali e 448 soldati, per un totale di 538 uomini. Dopo un breve periodo passato a Narwa, il reggimento fu mandato a Colonna in preparazione alla partenza. Questi veicoli Kingisepp e viaggiò a piedi verso Menewscha, sono Kübelwagen Adler Typ 3 Gd, costruiti tra il 1939 ed il 1940 una città localizzata alla foce del fiume Tigoda. Il 14 gennaio 1942, fu subordinato al I.Armee-Korps ed aggregato alla 291.Infanterie-Division comandata dal Generalleutnant Herzog. Il 26 febbraio, l’SS-Obf. Lothar Debes sostituì l’SS-Ostubaf. Ernst Deutsch al comando del reggimento. Quest’ultimo resistette ad ogni attacco sovietico durante i furiosi combattimenti che si svolsero durante i mesi invernali e primaverili sul fronte del Volchov. Il 7 luglio 1942, i suoi sopravvissuti furono prelevati ed imbarcati a Tschudowo, verso Paderborn. Due settimane dopo, lʹSS-IR 9 “Thule” fu integrato nella SS-Panzergrenadier-Division “Totenkopf” e divenne lʹSS-KradschützenRegiment “Thule”. Comandanti del reggimento 01/09/40 - ?: SS-Sturmbannführer Herms ? – 25/02/42: SS-Obersturmbannführer Deutsch 26/02/42 – 21/07/42: SS-Oberführer Debes Evacuazione di feriti con la slitta Bibliografia Martin Månsson, Charles Trang, ʺThule SS-Infanterie-Regiment 9ʺ, Heimdal 2008 RICERCA DI MATERIALE Tutto ciò che riguarda i decorati della croce tedesca in oro della Polizia e della SS per la realizzazione di un libro (Bender Publishing USA) in particolare sulla “Totenkopf” e la “Wiking”. Foto (con o senza la croce tedesca in oro), attestati di conferimento per ogni decorato della croce tedesca in oro (Croce di ferro, Distintivo per feriti o altro). Foto di comandanti di reparto e 1.Generalstabsoffizier. Solo materiale inedito e non pubblicato in altri libri. Le foto devono essere stampate o in formato digitale con una risoluzione minima di 300 dpi. Mark C. Yerger - P.O. Box 4485 - Lancaster, PA 17604 – USA [email protected] Associazione Culturale Ritterkreuz 37 RITTERKREUZ Ricordi di guerra Cirillo Covallero Un volontario italiano nella 4a divisione SS-Polizei a cura di Massimiliano Afiero Seconda parte(1) Breve riassunto della prima parte: Cirillo Covallero, classe 1922, prima alpino, poi dopo lʹ8 settembre 1943 finì per essere arruolato suo malgrado nella divisione SS Polizei (nella compagnia riparazioni) e trasferito in Grecia. Nel 1944, seguì la ritirata della divisione attraverso i Balcani…. Partiti da lì siamo arrivati a Vienna, una bellissima città, ma ero senza soldi e senza documenti con la divisa da “esse esse polizai” (SS-Polizei, ndr). Potevo entrare ovunque in tram, in prima classe. Sono stato lì due giorni…..c’erano molti ufficiali di tutte le armi e li salutavo e loro contraccambiavano il saluto. Ho incontrato anche un soldato vestito di nero che portava nel petto la croce di ferro (che era un’alta onorificenza dei combattenti) e io non ho fatto il saluto e questi mi ha rimproverato in modo minaccioso, ma in questi casi facevo capire che ero italiano e non conoscevo il tedesco. Poi sono partito per Buchenwald. Lì c’erano ancora dei fuochi accesi fatti dai bombardamenti delle fortezze volanti alleate e subito prima di entrare in camera abbiamo fatto la doccia e messo tutti i vestiti e la roba in una stanza a disinfettare il tutto con i gas. Era il cinque di settembre del 1944 e ho visto la differenza da quando sono partito da lì a fine novembre del 1943 .C’erano rovine dappertutto, le caserme e i capannoni del campo di concentramento erano stati distrutti e ho saputo della morte della Principessa Mafalda; non so quanti morti ci sono stati. So che suonava spesso l’allarme perché la direzione dei bombardieri era verso la nostra parte. Tutti i prigionieri venivano inquadrati, con una guardia ogni 100 prigionieri e si fuggiva tutti in basso dove c’erano i pini Dicembre 43, Cirillo Covallero con lʹuniforme SS ed era terrificante vedere le formazioni di fortezze volanti in pieno giorno. Erano migliaia e passavano parecchie volte e si fuggiva sempre dal campo di concentramento, compresi i prigionieri…..Poi mi mandarono in Italia con altri 20 soldati, destinazione Pinerolo. Salito sul treno a Weimar, carico di carri armati. Arrivati a Monaco di Baviera suonò l’allarme e alla stazione furono emessi i fumogeni…A Pinerolo c’erano reparti di “esse esse” italiani comandati da ufficiali tedeschi e da lì mi mandarono, con altri cinquanta soldati, ad Alzate di 38 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Brianza in provincia di Como. Noi eravamo accampati in un capannone e il nostro compito era di preparare il posto pulito in una villa, con un parco tutto recintato, che doveva servire per i comandanti tedeschi e noi dovevamo fare la guardia. Io ero sempre con la mia divisa da tedesco….Lì ho passato un paio di mesi, diciamo bene. I paesani ci parlavano, partigiani non ce n’erano e anche lì avevo un’amica e mi ero comperato una stoffa per farmi un vestito da borghese. Como, ottobre 1944 Anche qui finì, perché uno mi disse che potevamo scappare in Svizzera. Lui faceva il contrabbandiere e sapeva come fare a fuggire. Eravamo in quattro; decisi di farlo e lui ad un certo punto ci disse di aspettare e con lui un altro è andato avanti e non li abbiamo più visti. Allora io e il mio compagno che era napoletano siamo andati a rifugiarci dalla “Decima Mas” dicendo che eravamo italiani e che non volevamo stare con i tedeschi. L’Ufficiale ci disse che non aveva nessuna autorità nei confronti dei tedeschi. A questo punto noi dovevamo anche sparare per non farci prendere dai tedeschi e dovevamo andare a Casasco dove c’era il comando della “Decima Mas”. Il vestito me lo cambiai là. Comunque quando sono arrivato con il mio compagno, subito uno mi è venuto incontro, io ero vestito da tedesco e questi mi faceva delle domande e io subito ho capito che quello in realtà era una donna. Un’altra donna era andata a interrogare il mio compagno. Insomma eravamo capitati nel Battaglione N.P. nuotatori paracadutisti della Decima flottiglia Mas e mi hanno dato una uniforme e tutto l’equipaggiamento, con coperte e materasso. Lì (a Casasco, ndr) c’era solo il plotone Comando, il resto era andato a Valdobbiadene (Treviso)….dopo un breve soggiorno a Casasco….siamo partiti anche noi per Valdobbiadene. Siamo saliti tutti in corriera, ma la corriera aveva dei problemi e siamo arrivati in centro a Milano a mezzanotte con l’oscuramento e ci siamo fermati dove c’era una officina della Decima Mas. Ho visto con i fari della corriera uno saltar fuori dalla finestra dell’officina e salire in bicicletta e fuggire a sinistra dell’incrocio. Un parà, che era vicino alla porta, è sceso e gli ha sparato una scarica di mitra, ma l’uomo è riuscito a fuggire. Naturalmente avevamo paura che avesse messo qualche bomba. Io mi sono messo di guardia nella direzione diritta all’incrocio…Poi, riparata la corriera, siamo ripartiti. Arrivati a Vicenza suonò l’allarme aereo. La corriera si fermò e allora io mi portai sulla strada che andava a Schio. Volevo vedere i miei genitori e i miei fratelli e il mio paese Torrebelvicino, ma le autovetture che passavano erano rare e tutte andavano a Thiene, a metà strada per Schio, ma salii lo stesso su una macchina fino a Thiene e poi a piedi mi incamminai, lungo la Associazione Culturale Ritterkreuz 39 RITTERKREUZ ferrovia fino a Schio. Dietro di me c’era uno che parlava male dei “fascisti” e io che ero vestito da soldato della Decima Mas continuavo a girarmi per paura che mi desse qualche pugnalata… Arrivato a casa dei miei genitori, li salutai e salutai anche i fratelli e poi mi rimisi in viaggio per ritornare. Un maresciallo delle brigate nere mi portò fino a Vicenza e mi lasciò sulla strada che portava a Treviso e ci salutammo; era di pomeriggio e anche lì passava qualche rara macchina e tutti mi dicevano che andavano un poco più in là perché il ponte era distrutto. Io non gli credetti e gli imposi di portarmi fino al ponte e lo attraversai a piedi e di là trovai dei contadini con un carro trainato a buoi e salii e mi portarono fino a Cittadella. Era venuto buio, allora andai al cinema poi andai a dormire dalle Brigate Nere per sicurezza della mia persona e mi hanno anche dato da mangiare e da bere. Alla mattina mi sono messo sulla strada per Treviso. Arrivato a Treviso mi sono incamminato verso Valdobbiadene. E’ passato un camion e io l’ho fermato e li c’erano anche dei civili, ma il camionista non voleva farli salire e allora io gli ho imposto di farli salire. Allora il camion fu completo e arrivammo a Valdobbiadene. Mi presentai al Comandante Capitano di Corvetta Buttassoni (Nino Buttazzoni, ndr) e raccontai che ero andato a casa. Nessuna punizione e voleva anche promuovermi “Sottocapo”. Ma io rifiutai e fui mandato a Vidor nella seconda compagnia chiamata “dei leoni” e lì incominciai l’istruzione per fare i lanci col paracadute. Ma noi eravamo nuotatori paracadutisti e si dovevano fare i lanci in acqua. Ma siccome era freddo non ho mai fatto lanci, ma portavo il distintivo da paracadutista. Tre paracadutisti mi chiesero quanti lanci avevo fatto con un tono molto aggressivo. Io gli risposi : “nessuno”. Allora mi dissero : ʺcome mai porti il distintivo?, dove sei stato ? perché ci vogliono almeno tre lanci per poter portarloʺ. Io gli risposi che ero stato in Grecia nelle “esse esse” divisione “Polizai corrazzata”. Si sono stupiti e mi hanno detto che potevo portarlo e siamo andati al bar a bere e raccontai a loro della mia permanenza nelle “esse esse”. Guerra contro i partigiani Il 1945 è stato molto movimentato fino a maggio. Non ricordo bene né le date e neanche il nome dei paesi . Come quello dove siamo arrivati alla mattina presto. Tutto il Battaglione e io siamo restati in paese e il campanaro si mise a suonare le campane. Naturalmente era un segnale per i partigiani che erano a dormire in stalla e si è sentito sparare e i partigiani sono scappati su per la montagna. La pattuglia dei paracadutisti è tornata in paese con delle mucche e delle capre. Allora il tenente della mia compagnia mi disse di prendere il fucile mitragliatore. Con una pattuglia siamo partiti per andare su per la montagna. C’era la neve per terra. Si saliva per un sentiero e ad un Dicembre 1944, in divisa da Nuotatore Paracadutista della certo punto siamo stati presi a fucilate e Decima Mas. Casasco (Como). allora il tenente divise la pattuglia. Metà doveva continuare sul sentiero e metà si doveva arrampicare subito su per il monte. Con la neve e fuori sentiero si faceva fatica a salire e ad un certo punto sento chiamare: ʺDecimaʺ e io rispondo: ʺDecimaʺ e mi sparano una raffica di parabello. Ho sentito le pallottole fischiare nelle orecchie e loro 40 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ continuavano a chiamare: ʺDecimaʺ e anche il porta munizioni rispose: ʺDecimaʺ e un’altra raffica di parabello fischiò nelle orecchie. Allora io cercai di piazzare il fucile mitragliatore per sparare. Il tenente mi disse di non sparare, ma sapevo che il fucile mitragliatore quando salendo ero scivolato, si era riempito di neve e non avrebbe potuto sparare. Infatti dopo tre colpi si é inceppato. Allora io che avevo pratica di come farlo funzionare, mi sono levato il basco e ho asciugato con il fazzoletto un pezzo alla volta. Asciugati tutti i pezzi li ho rimontati. L’altra metà della pattuglia gridava: ʺ…noi scappiamo!!! Sono in tantiʺ. Nessuno di noi parlava allora io dissi: ʺ…apro il fuoco e voi uno alla volta cercate di fuggire!ʺ e così si è fatto. Il fucile mitragliatore ha incominciato a cantare, sparavo alla cieca perché non vedevo nessuno e poi dopo l’ultima raffica mi sono lasciato scivolare sul sentiero dove si poteva correre. Questa azione mi ha portato bene in seguito perché la Decima non era per combattere contro i partigiani. Quando è arrivato l’ordine di andare a Selva di Tarnova il comandante Buttassoni ha chiamato a rapporto tutti i comandanti del battaglione N.P. Uno si è opposto dicendo che noi eravamo fatti solo per andare al fronte e allora il Comandante Buttassoni gli disse di tacere altrimenti gli avrebbe sparato, ma lui continuava a parlare e allora il comandante gli sparò in faccia. Io ero a Vidor quando è arrivata questa notizia di andare a Selva di Tarnova e che il comandante Buttassoni aveva ammazzato uno. Sono stati processati e così anche il mio comandante della seconda compagnia non è venuto a Selva di Tarnova e il comando lo ha preso il Tenente con il quale eravamo sul monte alle prese con i partigiani…. Arrivati a Selva di Tarnova la mia compagnia, al comando del tenente con il quale avevamo fatto prima una fuga di fronte ai partigiani, è stata alloggiata nelle scuole. Subito abbiamo fatto una ricognizione per i boschi intorno al paese. Poi alla sera ci hanno radunati tutti su una stanza e ci hanno comunicato che all’indomani bisognava consegnare tutta la roba e tenere solo l’indispensabile perché bisognava andare su per la montagna dove Valdobbiene (Treviso), marzo 1945. Np in partenza per c’erano i partigiani e bisognava in due unʹazione. andare giù a Gorizia a custodire la roba. Allora tanti soldati dicevano: ʺSignor tenente vado io, Signor tenente vado ioʺ. Lì c’era un corridoio e due sottocapi parlavano fra di loro e il tenente gridò: ʺ…tacete voialtri là fuoriʺ. Loro chiusero la porta e continuarono a parlare. Io ero seduto sul pavimento e i compagni continuavano: ʺSignor Tenente vado ioʺ e lui gridò: ʺ..mando quelli che dico ioʺ e chiamò: ʺCovalleroʺ. Io risposi col sistema tedesco, con un sorriso. E lui mi disse: ʺ…sorridi anche mentre i tuoi compagni vanno a combattereʺ. Io gli risposi che non lo avevo chiesto io. E lui mi ripetè. ʺVai giùʺ. Assieme venne anche uno della Sardegna. Fuori dal corridoio i due continuavano a parlare e allora il tenente estrasse la pistola e sparò un colpo. La porta si aprì e uno cadde sul pavimento e uno si mise la mano sulla nuca dove usciva del sangue. Li portarono subito all’ospedale di Gorizia. Si sono salvati tutti e due: é stata una pallottola intelligente. La mattina del giorno dopo, con tutto il materiale del battaglione N.P., siamo andati giù a SantʹAndrea Associazione Culturale Ritterkreuz 41 RITTERKREUZ di Gorizia nella caserma dove ero col nono reggimento alpini, stessa camerata, priva di letti. Abbiamo scaricato la roba e io e il mio compagno l’abbiamo messa in un angolo della camerata quella della prima compagnia , in un altro angolo quella della seconda e in un altro angolo ancora quella della terza. Eravamo in sei con il mutilato della decima, tenente Remo Venturi, il quale disse che sarebbero bastati due a fare la guardia e che non dovevamo rubare niente fra di noi. ….il giorno dopo siamo andati a Selva di Tarnova col camion a portare un pasto caldo e viveri al nostro Battaglione che aveva liberato un altro battaglione della Decima Mas, mezzo distrutto dai partigiani di Tito. Ma non voglio raccontare quello che ho visto. I miei compagni mi dissero che la strada di montagna era stretta e su una curva c’era una mina segnalata e scoperta e io sono sceso a segnalarla al conducente del camion, indicando se poteva passare. Per fortuna ce l’ha fatta a passare piano piano, ma penso ancora adesso se non ce l’avessimo fatta non sarei qui a scrivere. Arrivati sul posto, l’autista del camion ci disse che dovevamo ritornare subito indietro a piedi. Io e il mio compagno sardo avevamo paura e allora ogni tanto buttavamo una bomba a mano di quelle rumorose. Passato il paesino continuavamo a buttare qualche bomba finchè abbiamo visto un posto di blocco tedesco che ci guardava col cannocchiale. …Qualche giorno giorno dopo è venuto l’ordine di tornare noi a Vidor e il resto del battaglione a Valdobbiadene. Con il camion e rimorchio siamo partiti in cinque in cabina e si vedeva bene la strada sebbene incominciasse a diventare buio. Dovevamo essere per le venti a Canale, un Paese lungo il fiume Isonzo. Abbiamo passato un posto di blocco tedesco, ma non ci dissero che più avanti il ponte era distrutto e bisognava girare piano a destra. La strada era bella larga, asfaltata lungo il fiume Isonzo e l’autista che si chiamava Maffettone era bravo ma spericolato e gli hanno anche dedicato una canzone. Era diventato buio e anche con i fanali accesi non si vedeva più la strada e si viaggiava abbastanza veloci. L’autista fece una frenata facendo testa coda, noi fummo sbattuti di qua e di là nella cabina. Il rimorchio con le ruote e le ruote posteriori del camion si sono fermate in fondo al ruscello. Noi eravamo tutti ammaccati, ma illesi. Il camion non riusciva a risalire la china e allora due compagni sono andati verso il posto di blocco tedesco per chiamare soccorso, mentre io mi sono spostato al di là del ponte per fare la guardia. Era diventato buio pesto e il tempo non passava mai, non si vedevano ritornare quelli che erano andati a chiedere soccorso ai tedeschi. Erano passate un paio d’ore e non si vedeva nessuno e non si sentiva niente. Silenzio assoluto. A un certo punto sento dei passi venire avanti; gli do il chi va là? E mi sento rispondere ʺDecimaʺ e io gli risposi: ʺDecima alto làʺ. Riconosciuti con la parola NP, era l’avanguardia del battaglione che vedendo che non eravamo giunti per le venti erano partiti a piedi e subito dopo sono arrivati anche quelli che erano andati a chiamare soccorso dai tedeschi. Con un altro camion e la forza delle braccia del battaglione siamo riusciti a tirar fuori il camion e anche il rimorchio. Rimesso in strada l’autocarro siamo saliti tutti e ritornati a Vidor e Valdobbiadene. Voglio ricordare che io e i miei compagni facevamo addestramento per fare un lancio in acqua, ma era freddo….Quei quattro mesi passati nella Decima Mas sono stati molto movimentati…. Note La prima parte dellʹarticolo é stata pubblicata sul numero 25 della rivista Volontari (Nov/Dic. 2008), con la quale lʹautore ha smesso di collaborare. (1) Estratto dalla testimonianza ʺin maniche di camiciaʺ, 4 marzo 2003. Per avere una copia completa della testimonianza, basta inviare una email al signor Giorgio Prandina: [email protected] 42 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Armi della Waffen SS Le Armi Anticarro della Waffen SS Granatbüchse 39, Panzerbüchse M SS 41 di Stefano Canavassi Nella precedente puntata(1) abbiamo iniziato ad affrontare il tema delle armi anticarro partendo dallʹanalisi dello sfortunato Panzerbüchse 38 e del suo successore, il Panzerbüchse 39. Abbiamo poi visto come questʹultimo fucile, nonostante le buone caratteristiche ed un esordio tutto sommato positivo, confermato anche dallʹalto numero di unità prodotte, si sia rivelato inefficace a partire dalla seconda metà del 1941. Infatti, nel luglio di quello stesso anno e con grande stupore per i tedeschi, apparve sul fronte russo il famigerato T34, la cui corazza frontale di ben 47mm. rese vano ogni utilizzo del PzB 39(2). Infine, abbiamo accennato alle diverse strade intraprese dalla Germania allo scopo di fronteggiare con tempestività la crescente minaccia dei carri sovietici in attesa di una soluzione definitiva, Il Granatbüchse 39. Notare lʹadattatore Schiessbecher montato il Panzerfaust, in grado di sostituire sulla volata per il lancio di granate modello Große gli obsoleti fucili anticarro e Gewehrpanzergranate. (MoD Pattern Room) contrastare con efficacia le pesanti corazze dei carri moderni. Andiamo dunque a vedere, tra le molte soluzioni, quali abbiano interessato più da vicino le Waffen SS e la loro attività. Dal Panzerbüchse 39 al Granatbüchse 39 Semplicità e costi contenuti furono le chiavi del successo alla base di una produzione ragguardevole del Panzerbüchse 39 che, lo ricordiamo, nellʹarco di quasi un anno e mezzo superò le 37.000 unità. Un patrimonio non indifferente, che non poteva essere sprecato o messo da parte. Fu così che la Germania, da un lato, decise di destinare parte dei fucili ad unità di seconda linea o a scuole di addestramento, mentre, dallʹaltro, puntò sullo sviluppo di un progetto sperimentale, attivo già dalla seconda metà del 1940, e che nei primi mesi del 1943 portò alla nascita del Granatbüchse 39. Va tuttavia precisato che il PzB 39, seppur relegato a compiti secondari, ebbe modo di “riconquistare” la prima Altra foto del Granatbüchse 39 linea man a mano che le sorti del conflitto iniziarono a volgere al peggio. Con una guerra sempre più compromessa e una scarsità di risorse crescente, i tedeschi furono costretti a rispolverare tutto ciò che avevano messo da parte nel vano tentativo di contenere su ben tre fronti le Forze Alleate. Associazione Culturale Ritterkreuz 43 RITTERKREUZ Ne è un esempio lʹOperazione Market Garden, in occasione della quale alcune unità di addestramento della 16.SS-Panzergrenadier Reichsführer, aquartierate ad Arnhem fecero ricorso ad alcuni PzB 39 per contrastare la 1a Divisione Paracadutisti Britannica, rivelandosi molto efficace contro le corazze dei veicoli leggeri di supporto alla fanteria dellʹaria atterrati grazie agli alianti. Un Mauser K98k equipaggiato con lanciagranate Schiessbecher e granata Bergmann Doppelschußgranate, verso la quale le SS dimostrarono un particolare interesse . (Militärarchiv di Friburgo) Tornando al Granatbüchse 39, lʹidea di utilizzare un fucile per il lancio di granate non era certo cosa nuova. Infatti, già da tempo, le unità tedesche potevano contare sui fucili Mauser K98 con adattatore tipo Schiessbecher(3) per il lancio di granate anticarro modello Große Gewehrpanzergranate(4), in grado di penetrare corazze fino a 70mm. (ad una distanza massima di 100m.). Lo stesso principio, applicato al Panzerbüchse 39, diede vita al Granatbüchser 39: nientʹaltro che un PzB 39, più leggero (10,5 Kg.) e più corto (123 cm.), equipaggiato con un lanciagranate Schiessbecher e munizioni a salve Patrone 318. Rispetto ad un Mauser K98 con lanciagranate, il Granatbüchser 39 poteva vantare una gittata maggiore ed una precisione migliore grazie alla presenza del bipiede. Tuttavia la tardiva entrata in servizio, che avvenne nei primi mesi del 1943, finì per rendere lʹarma pressoché inutile, dal momento che pochi mesi dopo fece la sua comparsa sui campi di battaglia il tanto atteso Panzerfaust. Inoltre, nonostante la miglior resa rispetto al Mauser 98K, il Granatbüchse 39 era pur sempre unʹarma anticarro e come tale più pesante da trasportare e meno comoda da utilizzare; pertanto, dal momento che la capacità di penetrazione dipendeva più dalla granata che dallʹarma utilizzata, è ovvio che il Mauser 98K fu preferito al più ingombrante Granatbüchse 39. Questi due fattori – lʹavvento del Panzerfaust e la minor verstailità rispetto ad un Mauser 98K – finirono per compromettere il destino di questa e di Spaccato di una granata a due stadi altre armi anticarro in maniera definitiva, al punto che Bergmann Doppelschußgranate. nellʹottobre del 1944 lʹHeereswaffenamt decise di (Militärarchiv di Friburgo) interrompere la produzione di qualsiasi fucile anticarro per concentrare ogni risorsa sui Panzerfaust ed i Panzerschreck. La breve esperienza del Granatbüchse non fu tuttavia inutile. Infatti, la possibilità di lanciare granate sempre più potenti utilizzando fucili 44 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ già in dotazione, spinse le SS a percorrere questa strada in maniera autonoma ed indipendente. Grazie al controllo di alcune fabbriche di armamenti in Cecoslovacchia, le SS intrapresero progetti di ricerca separati che diedero vita a due tipi di granate anticarro molto potenti: la SS-Gewehrpanzergranate 46 e la SS-Gewehrpanzergranate 61, in grado di penetrare rispettivamente corazze da 90mm. e 125mm. Inoltre le SS prestarono particolare attenzione agli studi della Bergmann & Co., madre del mitra leggero MP35, che a partire dal 1943 stava lavorando ad un nuovo tipo di granata a due stadi, la Doppelschußgranate, ad alta capacità di penetrazione: ben oltre i 150mm. SS-Gewehrpanzergranate 46 e 61 e Doppelschußgranate furono tutti progetti validi, in grado di costituire ottime alternative in Il PzB M SS 41, sviluppato per conto delle SS dalla Zbrojovka di Brno . (MoD Pattern Room) mancanza di Panzerfaust la cui produzione, seppur ragguardevole, non riuscì a tener testa alle esigenze belliche. Purtroppo, come per altri progetti tedeschi allʹavanguardia, anche per lʹattività di ricerca e sviluppo di armamenti delle SS il tempo fu tiranno: mentre le SS Gewehrpanzergranate 46 e 61 riuscirono ad entrare in produzione nel tardo 1944, seppur in modeste quantità, la Doppelschußgranate non superò la fase dei test e non riuscì a raggiungere la produzione. Il progetto autonomo delle SS: il Panzerbüchse M SS 41 In Germania lʹattività di sviluppo di fucili anticarro continuò anche negli anni successivi allʹentrata in servizio del Panzerbüchse 39, allo scopo di perfezionare un progetto che, inizialmente, sembrò essere il solo in grado di garantire risultati positivi in tempi brevi. Tuttavia questa scelta – come accennato nella prima parte dellʹarticolo – dimostrò ben presto prospettive limitate, dovute al fatto che i limiti oggettivi della tecnologia utilizzata, quella del fucile, non consentivano un miglioramento crescente delle prestazioni dellʹarma se non a discapito di altre caratteristiche (come ad esempio il suo peso, le sue dimensioni o il calibro). In sostanza, era sì possibile aumentare la capacità di penetrazione dellʹarma, ma ciò avrebbe significato un passo indietro in termini di versatilità, trasportabilità o facilità di utilizzo e a quel punto avrebbe avuto poco senso Dettaglio del Pzb M SS 41. investire tempo e risorse in un ibrido fra un fucile ed un cannone anticarro. Ne è riprova il fatto che i tedeschi, parallelamente, puntarono anche su altre tecnologie (come quella del Panzerfaust) e che i successivi sviluppi del Panzerbüchse 39 non andarono oltre la fase del prototipo(5). Tuttavia le SS, di propria iniziativa e parallelamente Associazione Culturale Ritterkreuz 45 RITTERKREUZ allʹattività dellʹHeereswaffenamt, decisero di scommettere sulla tecnologia basata sul fucile, dando vita al progetto denominato Panzerbüchse M SS 41. Potendo infatti contare sul controllo della della Zbrojovka, una fabbrica di armi a Brno in Cecoslovacchia, le SS ebbero la possibilità di sviluppare e realizzare propri progetti per armamenti anticarro. Questa fabbrica fu incaricata di sviluppare proprio il Panzerbüchse M SS 41(6), il quale, su ordine delle SS, doveva essere in grado di far fuoco con munizioni modello Patrone 318 (7.92x94mm.), già utilizzate per gli altri fucili anticarro dellʹesercito tedesco. Gli ingegneri della Zbrojovka, che già prima della guerra si erano occupati di armi anticarro di tipo “bullpup”(7), dimostrarono il loro talento dando vita ad unʹarma di tutto rispetto, compatta (127cm.), leggera (12,9Kg.), con un rateo di fuoco teorico di 70 colpi al minuto. Lʹarma, sia per desiderio delle SS che per le sue caratteristiche, risultò adatta contro veicoli corazzati leggeri e per lʹimpiego allʹinterno di postazioni statiche. Tuttavia sia lʹutilizzo che la produzione non furono cospicue: allʹincirca un migliaio di unità, poche se si pensa che il solo PzB 39 raggiunse le 37.000 unità. Probabilmente anche il PzB M SS 41, seppur valido come progetto, smise di costituire una priorità anche per le SS nel momento in cui, una volta ottenuto il battesimo del fuoco nel 1942, nuove tipologie di armamenti lasciavano ormai intravedere orizzonti migliori. Patrone 318, il comune denominatore dei fucili anticarro tedeschi Prima di concludere la nostra panoramica sui fucili anticarro e passare allʹanalisi di altre tipologie di armamenti, sempre anticarro - come il cannone Pak 35/36 o il Panzerfaust -, è doveroso spendere qualche parola sul tipo di munizione utilizzato da questo genere di fucili. Spesso si tende a sottovalutare, o quantomeno a trascurare, il ruolo basilare che il tipo Fucili anticarro russi modello PTRD-41 catturati sul fronte russo di munizionamento scelto per un arma nellʹagosto del 1943. (Bundesarchiv di Coblenza, rif. N° riveste in sede di progettazione e sviluppo della stessa. La scelta di un 239/2090/16) calibro/tipo di proiettile, infatti, incide non solo sulla realizzazione o sulle prestazioni dellʹarma, ma anche sulla capacità di un esercito di ottimizzare le proprie risorse e prospettive di sviluppo. Tacito è che se ogni arma prodotta utilizzasse un munizionamento diverso si avrebbe una frammentazione elevata, sia nella produzione che nella distribuzione, a tutto danno dellʹefficienza della macchina bellica. Queste premesse sono necessarie per comprendere come la scelta dei tedeschi di puntare su un calibro relativamente piccolo, quale il Patrone 318 (7.92x94mm.), sia frutto di una scelta ragionata, connessa alle dottrine di guerra della Blitzkrieg. Infatti, a partire dagli anni trenta, il rinnovato interesse verso le armi anticarro spinse molte nazioni a perseguire progetti di sviluppo in direzioni diverse: ad esempio, Russia, America ed 46 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Inghilterra puntarono su calibri di media grandezza (13.9x99, 14.5x114, 15,2x114), privilegiando la potenza del proiettile a discapito della maneggevolezza dellʹarma, mentre la Germania (e in parte anche la Polonia), oltre ad intuire che la chiave di volta di un proiettile anticarro risiedeva più nella sua velocità che nella dimensione, cercò di privilegiare sin dallʹinizio caratteristiche quali leggerezza, trasportabilità, facilità di utilizzo dellʹarma. Non a caso, lo ricordiamo, già nel 1939 dopo la Campagna di Polonia il neo-nato Panzerbüchse 38, ritenuto pesante e scomodo da utilizzare, fu presto rimpiazzato dal Panzerbüchse 39, più leggero e dalle dimensioni contenute, mentre altre nazioni continuarono ad utilizzare fucili pesanti ed ingombranti (si pensi al russo PTRD-41, introdotto nel 1941, di ben 2,20 metri di lunghezza e di 20Kg. di peso o al fucile anticarro giapponese modello 97, anchʹesso di 2 metri di lunghezza ma dal peso ragguardevole: quasi 60Kg.!). La filosofia tedesca fu dunque quella di disporre di armi efficaci e relativamente leggere, per rispondere alle esigenze di una guerra di movimento. Per ottenere ciò era necessario contenere soprattutto il peso dellʹarma intervenendo, in primo luogo, sul calibro. Da qui la scelta di rendere il Patrone 318 SmK-Rs-Lʹspur calibro 7.9x94mm il munizionamento ufficiale per le armi anticarro tedesche. I tedeschi scommisero dunque sulla velocità di penetrazione del proiettile piuttosto che sul calibro, avendo così la possibilità di produrre armi dal peso e lunghezza contenuti – come il PzB 39 e il PzB M SS 41 – ma efficaci contro le corazze dei carri nemici del tempo (per lo meno fino alla seconda metà del 1941 quando, sul fronte russo, i comparvero i più robusti T-34). Il Patrone 318 riusciva infatti a raggiungere una velocità alla volata di 1.200m/s, consentendo la penetrazione di corazze sino a 30mm. di spessore (ad una distanza di 100m.). Inizialmente dotato di un proiettile in acciaio (da cui la denominazione “Spitzgeschoss mit Kern”), sostituito poi con un equivalente in tungsteno, più robusto e performante, conteneva al suo interno anche una piccola dose di agente irritante (“Reizstoff”) che, nelle previsioni dei tedeschi, avrebbe indotto lʹequipaggio del carro ad abbandonare il veicolo una volta colpito. In realtà la dose di irritante era assai modesta e non produsse mai gli effetti desiderati, al punto che gli Alleati scoprirono la presenza dellʹagente solo quando ebbero modo di analizzare il Patrone 318. La produzione del Due munizioni a confronto: il Patrone 318 perdurò fino alla seconda metà del 1942, per un totale di Patrone 318 (a sinistra) quasi 9.5 milioni di munizioni prodotte. Man a mano che i fucili affiancato al calibro 14.5x114 anticarro iniziarono ad essere sempre meno efficaci, se non a russo utilizzato con i PTRD-41. distanze molto ravvicinate, i tedeschi, a riprova della loro predilezione per le armi leggere, anziché tentare di migliorare le prestazioni dei propri fucili aumentandone il calibro, concentrarono le proprie risorse su progetti anticarro (leggeri) alternativi, primi fra tutti il Panzerfaust. Note (1) La prima parte di questʹarticolo é stato pubblicato sul numero 25 della rivista Volontari. occorre precisare che la corazza frontale del T34 era inclinata di 45° allo scopo di deviare la traiettoria rettilinea dei proiettili. In questa maniera si aumentava la capacità di resistenza della corazza, al punto che uno spessore inclinato di 47mm. poteva garantire una protezione equivalente a quella di una lastra dʹacciaio di ben 90mm. in posizione verticale. (2) questo adattatore, che veniva applicato allʹestremità della canna, poteva essere utilizzato anche con fucili Gewehr 43, Stg 44 ed FG 42. (3) Associazione Culturale Ritterkreuz 47 RITTERKREUZ la Große Gewehrpanzergranate, granata anticarro ad alto potenziale basata sul principio della carica cava (che analizzeremo nel dettaglio quando ci occuperemo del Panzerfaust), era solo una delle granate che potevano essere lanciate dal Granatbüchse. (4) ci riferiamo in tal senso alle esperienze del Panzerbüchse 40 (W) della Walther, prodotto in soli 6 prototipi nel 1941; al Panzerbüchse 40 (G) della Gustloff, prodotto anchʹesso in soli 5 esemplari nel 1941; al Panzerbüchse 40 (K) della Krieghoff di cui ne furono prodotti, nel 1941, 7 prototipi; infine allʹunico prototipo della Mauser prodotto nel 1941 denominato Panzerbüchse 41. (5) occorre precisare che la Zbrojovka di Brno si occupò dello fase progettuale e di realizzazione dei primi prototipi del PzB M SS 41, mentre la produzione in serie fu affidata alla Solothurn in Svizzera per scongiurare, con buona probabilità, possibili sabotaggi da parte della manodopera ceca. (6) con il termine “bullpup” si fa riferimento ad una tipologia di armi in cui la parte che racchiude il sistema di sparo (otturatore, sistema di scatto, caricatore) è posta dietro al grilletto e allʹinterno del calcio, costituendo con questʹultimo elemento una specie di corpo unico. Questo sistema permette di privilegiare la lunghezza della canna senza pregiudicare le dimensioni generali dellʹarma ed il suo peso. (7) Bibliografia “German Anti-Tank Weapons: Panzerbüchse, Panzerfaust and Panzerschreck” di G. de Vries e B.J. Martens, edito da Special Interest Publicaties BV. “The Encyclopedia of Weapons of World War Two” di Chris Bishop “Weapons and Fighting Tactics of the Waffen SS” di dr. S. Hart e dr. R. Hart, edito da Brown Packaging Books Ltd “German Infantry Weapons – vol.1” edito da Desert Publications “German Anti-Tank Guns” di Haupt Werner 48 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Documenti Ottomar Anton Il fascino del manifesto di Harm Wulf Ottomar Anton (1895-1976) nasce il 15 dicembre 1895 ad Amburgo. Tra il 1912 e il 1913 frequenta la scuola d’arte decorativa di Amburgo e completa la sua formazione all’interno della Società del manifesto artistico Arno Kypke. Intraprende viaggi di studio in Norvegia, Spagna ed Italia. Nominato nel 1935 professore di arti grafiche, si consacra al manifesto artistico settore in cui si fa subito conoscere vincendo diversi concorsi. Disegna centinaia di poster su commissione di compagnie aeree e di navigazione quali la Hamburg-Amerika Line (HAPAG), la Deutsche Afrika Line ed anche per la Cunard Line. Le scene di viaggio sono rappresentate in un accattivante stile, sognante ma al tempo stesso moderno: le navi superano maestosamente gli oceani, i dirigibili Zeppelin solcano il cielo spettacolari e veloci. Viene considerato un maestro della grafica per la composizione e l’uso dei colori assolutamente innovativo. Durante il Nazionalsocialismo realizza numerosi manifesti politici particolarmente per le SS, la Waffen SS e la gioventù hitleriana che diventano famosi per il loro stile originale. Tra i tanti citiamo il famosissimo bando di arruolamento della Waffen SS del 1941 con il ritratto dell’Obersturmführer Klemens Behler che sarà decorato con la Ritterkeuz il 17 marzo 1945 (l’esemplare epopea di Klemens Behler 19211998, iniziata con l’arruolamento nella Leibstandarte Adolf Hitler e terminata il 10 ottobre 1998, è raccontata dettagliatamente al sito http://de.metapedia.org/wiki/Klemens_Be hler). Il manifesto, un’icona della Waffen Manifesto dedicato alla Leibstandarte SS, sarà diffusissimo nei vari centri di arruolamento. Nell’agosto del 2007 il settimanale tedesco Stern lo inserirà nella copertina insieme al volto dello scrittore e premio Nobel per la letteratura nel 1999 Günter Grass che, dopo un silenzio pluridecennale, aveva dichiarato in unʹintervista al giornale Frankfurter Allgemeine Zeitung, di aver combattuto durante la guerra nella 10.SS-Panzer-Division ʺFrundsbergʺ delle Waffen-SS, come volontario. Lo scrittore, censore intellettuale e morale degli ultimi sessant’anni, racconterà l’esperienza nel libro autobiografico “Sbucciando la cipolla” - Edizioni Einaudi 2007 - uscito in contemporanea con l’intervista. Nel 1938 Anton disegna un cartellone pubblicitario per il Mein Kampf senza menzionarne il titolo; la scritta dice “Il Libro. La fonte di potenza della Nazione”. Altri lavori grafici (Auch du! – Anche tu! del 1938 eseguito per lʹ“SS-Hauptamt-Ergänzungsamt der Waffen-SS”, Gerade du! (Proprio tu!), Associazione Culturale Ritterkreuz 49 RITTERKREUZ vengono dedicati dal Prof. Ottomar Anton ai ragazzi della Hitlerjugend che aderiranno in massa all’appello per arruolarsi in tutti i corpi militari ma specialmente nella 12. SS Panzer Division “Hitlerjugend”. Altri manifesti di Anton vengono sottotitolati nelle varie lingue dei volontari europei: francesi: “Coude a coude contre lʹennemi commun” del 1942, fiamminghi: ”De Waffen-SS roept u beschermt ook gij uw vaderland” del 1942, perfino russi: il manifesto inserito nella galleria dice: “Pensa al tuo futuro! Diventa un membro delle Waffen SS”. Pochissimi originali di questi lavori politici sono stati conservati per ovvie ragioni: solo qualcuno può essere visionato nel sito del Deutsche Historisches Museum di Berlino (http://www.dhm.de/). Molti lavori del Professor Ottomar Anton sono stati inseriti nel sito SS Relics (http://www.ssrelics.net/ss-propaganda.htm) che ringraziamo per le informazioni e la cortesia. Dopo la guerra lavora per numerose ditte tra cui la “4711 Cologne” e la “Adler”. Diviene professore alla Scuola d’Arte di Brema. Manifesto per lʹarruolamento di volontari russi Klemens Behler I suoi lavori sono anche oggi molto apprezzati e ricercati dai collezionisti che spendono per i suoi manifesti cifre altissime, anche migliaia di dollari o euro (vedi articolo “Un manifesto e la sua storia” in http://www.redok.de/content/view/176/40/). Il suo logo, che appare in tutti i suoi lavori è “O Anton” talvolta sotto appare la scritta Hamburg. Ottomar Anton muore nel 1976 ed è sepolto nel cimitero Ohlsdorf di Amburgo insieme a molti altri artisti. Tutti i lavori disponibili del Prof. Ottomar Anton saranno inseriti nella Galleria d’Arte Thule che già ha reso accessibili diversi artisti che militarono nella Waffen SS o che ne illustrarono le gesta: ricordiamo che nel sito c’è la più grande collezione di lavori dell’ufficiale delle SS italiane Gino Boccasile, le opere dell’artista Wolfgang Willrich di cui molti dedicati a volontari Waffen SS, i quadri del milite Waffen SS Wilhelm Petersen ed il magnifico dipinto di Ernst Krause “Decorati di Croce di Cavaliere della Leibstandarte Adolf Hitler” del 1942 vedi http://www.galleria.thule-italia.com/ . Segnaliamo ai lettori della rivista Ritterkreuz anche il sito Die Ritterkreuzträger der Deutschen Wehrmacht und Waffen-SS (Decorati con la Croce di Cavaliere dell’esercito tedesco e Waffen SS) http://www.ritterkreuztraeger-1939-45.de/ in cui è possibile trovare le biografie dei 1554 decorati tra cui anche quella di Klemens Behler. 50 Associazione Culturale Ritterkreuz RITTERKREUZ Manifesti I manifesti di Ottomar Anton ʹAnche tuʹ, propaganda per la Hitlerjugend Proprio tu!, altro manifesto per la Hitlerjugend Il Manifesto più famoso di Anton Manifesto per i volontari francesi Associazione Culturale Ritterkreuz 51 RITTERKREUZ 52 Associazione Culturale Ritterkreuz