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lezione 24 2 2014 Processi (2)

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Processi migratori, territorio e politiche
Scienza della pubblica amministrazione
DISPES - UNICAL
Docente: Anna Elia
a.a. 2013/14
 Migrazioni e globalizzazione: cause ed effetti
 Le migrazioni in Italia: la produzione legislativa in
materia di immigrazione; il ruolo delle istituzioni
locali nella predisposizioni delle politiche per gli
immigrati; il carattere territoriale delle politiche di
welfare; innovazioni istituzionali e migrazioni
 Identità e diritti di cittadinanza: il tema dell’asilo,
delle seconde generazioni e dei minori non
accompagnati.
Premesse teoriche
 La sociologia delle migrazioni guarda al fenomeno
delle migrazioni come un complesso di relazioni
sociali che coinvolgono migranti, non migranti e
coloro che migranti potrebbero diventarlo
(Zanfrini 2004).
 Confini labili verso altre discipline. Le ricerche
sociologiche ricorrono sovente agli approcci
adottati da altre discipline: l’antropologia, la storia,
l’economia, la psicologia sociale (Cavalli 2001)
Migrazioni, migranti e non
migranti
Chi sono i migranti?
 Migrante: una persona che si è spostata in un
paese diverso da quello di residenza abituale e che
vive in quel paese da più di un anno (definizione
Nazioni Unite).
La costruzione sociale e politica della figura
del migrante
 Nel linguaggio comune, nelle norme di legge e nei
dispositivi istituzionali sono definiti come
“immigrati” solo una parte dei cittadini stranieri
residenti in Italia.
 cittadini “extra-comunitari” : “non appartenenti
all’Unione Europea” (si applica comunemente ai
cittadini rumeni)
 Difficoltà ad individuare chi siano i migranti: es.
figli di immigrati
Le migrazioni: alcune specificazioni
 E-migrazione e Im-migrazione
 Migrazioni interne e migrazioni internazionali
 Migrazioni come processi e come sistemi di relazioni
 Migrazioni trasnazionali
Chi sono i migranti?
PROBLEMA
 Difficoltà ad individuare chi siano gli immigrati: es.
seconde generazioni; cittadini comunitari e neocomunitari
Chi sono i migranti?
 Non arrivano dai paesi più poveri del mondo
 Non sono di solito i più poveri dei loro paesi
 Hanno spesso titoli di studio e competenze
difficilmente riconosciute
Europa meta di immigrazione




il periodo della ricostruzione, dal 1945 ai primi
anni ’50
il periodo del boom economico (dalla metà degli
anni ’50 al primo choc petrolifero del ’74)
Recessione economica e blocco ufficiale delle
frontiere (dal ‘74 in avanti).
Il nuovo contesto post-fordista (accordi di
Schengen, allargamento dell’Unione)
Migrazioni fordiste e post-fordistI
(Ambrosini 2005)
Società industriale Economia postfordista
Settori di
inserimento
Politiche di
reclutamento
Industrie, miniere
Orizzonte
temporale delle
migrazioni
Offerta di lavoro
Temporaneità
(smentita)
Accordi
internazionali
Subordinata
Terziario povero,
ec. sommersa
Ingressi irregolari,
reti migranti,
sanatorie
migrazione
stabilizzata;
stagionale
Parziale
autonomia
Cause e caratteristiche dell’emigrazione nel periodo della
globalizzazione (1)
 Flussi migratori indipendenti dalle politiche di
programmazione dei paesi riceventi; Paesi di destinazione:
“Importatori riluttanti”
 Il progressivo estendersi dell’economica sommersa:
richiesta di manodopera flessibile e adattabile alle mansioni
di cura e di servizio; fenomeni di sfruttamento strumentali
alle carenze di manodopera locale (caso italiano);
 femminilizzazione dei processi migratori (crescita del
numero delle donne che emigrano da sole – le donne
rappresentano il 51% dei migranti internazionali dei paesi
in via di sviluppo);
 Nuovi paesi di immigrazione in Europa: Italia e Spagna
Cause e caratteristiche dell’emigrazione nel
periodo della globalizzazione (2)
 Fattori di espulsione dovuti al divario tra i paesi
del centro e della periferia;
 Cause insite nel mutamento degli stili di vita e dei
modelli di consumo tradizionali;
 Aspettative di mobilità sociale conseguenza degli
accresciuti livelli di scolarizzazione;
 Richiesta di manodopera qualificata da parte dei
paesi riceventi piuttosto che di lavoratori a bassa
qualifica, contrariamente a quanto avveniva nel
periodo dell’industrializzazione di massa.
Fattori che favoriscono le migrazioni nonostante la chiusura
delle frontiere negli anni ’70 dei paesi
del centro-nord Europa
 Riunione familiare e sviluppo demografico: crescita della popolazione




straniera nelle società riceventi nonostante la chiusura delle frontiere;
Accresciuta possibilità di circolazione delle idee e delle persone nel
periodo della globalizzazione.
Immigrazione come emergenza dalla quale difendersi: una questione
non più economica, ma oggetto di strategie di marketing politico da
parte dei governi dei paesi di immigrazione:
Nascita di organizzazioni specializzate nel favorire l’immigrazione
“clandestina”
Anni ’80: i trasmigranti – fenomeni di pendolarismo tra due paesi
dovuti a legami sociali, economici e politici; le migrazioni stagionali.
Le migrazioni emergenti nel periodo della
globalizzazione
 Esplosione del fenomeno delle migrazioni forzate (rifugiati);
nascita del fenomeno dei minori non accompagnati; le vittime di
tratta.
 Eterogeneità dei paesi di provenienza: anni ‘90 incremento delle
migrazioni e differenziazione della composizione della
popolazione migrante nonostante le restrizioni delle politiche
migratorie. Nuovi paesi di emigrazione: Europa dell’Est, Africa
sub-sahariana; Vecchi paesi di immigrazione verso le nuove
destinazioni dell’Europa meridionale: Brasile, Argentina,
Ecuador, Cina Filippine, Senegal, Capo Verde, Mali, Mauritania,
Sud Africa
Le cause delle migrazioni internazionali
 Spiegazioni macro
 Spiegazioni micro
 Spiegazioni intermedie
Spiegazioni macro
 Spiegazioni basate sui fattori di spinta e sui fattori di
attrazione
 Teoria della dipendenza
 Teoria del sistema mondo
 Teorie della domanda
fattori di spinta e fattori di attrazione
 Push factors: fuga da condizioni di sottoviluppo e di
miseria
 Pull factors: fattori di attrazione economici da parte
dei sistemi economici più sviluppati
Dinamiche analoghe a quelle dei vasi comunicanti:
pressione migratoria dalla sponda sud a quella
nord del mediterraneo
Teoria della dipendenza (Amin)
 Migrazioni indotte dalle relazioni coloniali e
neocoloniali che riproducono lo sfruttamento del
Terzo mondo attraverso rapporti di scambio
ineguali.
 La fuga dei cervelli (brain drain) accresce il divario
tra luoghi di origine e di destinazione dei migranti
(1)
Globalizzazione degli scambi e delle
comunicazioni effetti:
 migrazioni come conseguenza della dominazione
dei paesi del centro su quelli della periferia
 colonizzazione delle culture diverse da quelle
occidentali. Creazione di condizioni culturali e
materiali che favoriscono e accrescono le
migrazioni dalle ex-colonie verso i paesi
dominanti.
Teoria del sistema mondo (Wallerstein) (2)
 Integrazione dei paesi in via di sviluppo nel
mercato internazionale attraverso forme di
sfruttamento da parte delle economie dominanti
Le dinamiche di scambio ineguale e le forme di sfruttamento
dei paesi in via di sviluppo (1)
 appropriazione delle risorse naturali; smercio dei
prodotti industriali fabbricati nelle imprese del
mondo ricco; indebitamento di paesi in via di
sviluppo con il ricorso ai prestiti internazionali;
 Migrazioni e dipendenza: fenomeni di fuga delle
risorse umane più qualificate e scolarizzate (brain
drain)
Le dinamiche di scambio ineguale e le forme di sfruttamento
dei paesi in via di sviluppo (2)
 Esodo rurale: abbandono delle terre e movimenti migratori
verso i centri urbani e verso le destinazioni extracontinentali;
 modernizzazione dell’agricoltura e processi di
destrutturazione dell’economia e della società tradizionale
basate su relazioni di reciprocità;
 nuove forme di dominio dello sviluppo capitalistico: gli
investimenti produttivi delle multinazionali sfruttano la
forza lavoro a basso costo del luogo (donne e bambini) e le
risorse locali.
Le teorie della domanda
del mercato del lavoro
 Il mercato del lavoro dualistico (Piore)
 Le città globali (Sassen)
 Gli studiosi marxisti: l’esercito industriale di riserva
La teoria dualistica del mercato del
lavoro (Piore) (1):
 La presenza dei lavoratori stranieri soddisfa il
fabbisogno di manodopera per i lavori più bassi
nella gerarchia delle professioni da parte dei paesi
industrializzati;
 processo di sostituzione tra lavoratori italiani e
stranieri nel mercato del lavoro secondario;
processi di sostituzione tra la forza lavoro
immigrata;
La teoria dualistica del mercato del lavoro
(Piore) (2):
 Disponibilità del lavoratore migrante dovuta all’idea
di provvisorietà del soggiorno; consapevolezza sulle
limitate possibilità di accedere ai lavori più
qualificati; guadagni più alti rispetto al luogo di
origine (fenomeni di sfruttamento che limitano le
aspettative economiche);
 indisponibilità dei lavoratori autoctoni per le
aspettative di mobilità sociale, e non solo economica,
investite nel lavoro;
Castles e Piore
 Processi di separazione sociale tra autoctoni e
immigrati (difficili i processi di assimilazione e di
ascesa sociale)
 Processi di segmentazione e di etnicizzazione del
mercato del lavoro – segmenti del mercato del
lavoro distinti per nazionalità
 Aggravamento delle condizioni di lavori e
fenomeni di competitività tra i lavoratori stranieri
La teoria delle città globali
(S.Sassen) (1):
 polarizzazione nelle economie urbane (metropoli:
New York, Los Angeles, Miami, Londra, Parigi,
Francoforte, Milano, Tokyo, Osaka Sydney) di
attività strategiche per l’economia globalizzata
(finanza, amministrazione, servizi e terziario ad
alta qualificazione);
 crescita del comparto dei servizi a bassa
qualificazione (manutenzione, servizi alle persone)
La teoria delle città globali
(S.Sassen; M. Castles) (2):
 Elevata presenza di lavoro qualificato
 Categorie vulnerabili (es. migranti illegali) che si
concentrano nelle città danno luogo alle “enclave entiche”:
catene migratorie spontanee e “reti etniche” che alimentano
l’offerta di forza lavoro disponibile ad accettare bassi salati
e condizioni di lavoro gravosi
 il lavoro straniero funzionale alla manutenzione delle
infrastrutture urbane ed al mantenimento del tenore di vita
delle classi professionalmente privilegiate
Segmentazione del
mercato del lavoro
 Strumentalizzazione delle “diversità” legate ad una
presunta “appartenenza etnica” (nazionalità,
minoranze etniche)
 I migranti oggetto di esclusione sociale e causa dei
problemi legati alla modernità (Bauman 1998)
Studiosi di orientamento marxista
 Esercito industriale di riserva. Una massa di
lavoratori deboli serve a tenere a freno le
rivendicazioni della classe operaia nazionale
 I migranti assolvendo i lavori peggiori restano
separati dalla società ricevente così si evitano
fenomeni di conflittualità sociale (pratiche
discriminatorie verso seconde generazioni e
migranti primo residenti, fenomeni di
competizione tra lavoratori migranti)
Critiche delle teorie macro
 Migranti come soggetti passivi, mossi da forze
strutturali che li dominano
 Soggettività e autodeterminazione dei migranti
vengono offuscate
 Non spiegano perché, tra quanti sono sottoposti ai
medesimi vincoli e pressioni, alcuni partono e altri
no
I migranti nel mercato del lavoro
contemporaneo
 La prospettiva liberale o assimilazionistica
 La prospettiva strutturalista (studiosi di
orientamento marxista)
 La segmentazione del mercato del lavoro
(sistema occupazionale suddiviso in nicchie dove
si collocano le minoranze etniche)
 La prospettiva della nuova sociologia economica
(risorse relazionali che facilitano l’incontro tra
domanda e offerta di lavoro straniero; l’azione
delle reti etniche)
Spiegazioni micro
 Spiegazioni basate sull’economia neoclassica
 New economics of migrations (nuova economia
delle migrazioni) – la migrazione risponde ad un
progetto familiare
L’approccio neoclassico
Migrazione come scelta individuale razionale sulla
base di:
 Differenze salariali tra paesi di arrivo e di partenza
 Migranti esclusivamente come lavoratori
(dimensione economica delle migrazioni)
 Le migrazioni innalzerebbero i salari dei paesi di
origine
New economics of migrations
 Le migrazioni rispondono ad una scelta familiare finalizzata
alla diversificazione dei rischi (investimento delle risorse
della famiglia nella partenza; turnazione nei trasferimenti;
reinvestimenti nelle rimesse; assicurazioni per le condizioni
di vita dei familiari: acquisto proprietà, avvio attività
economiche; assicurazione contro la disoccupazione e la
vecchiaia);
 Incremento delle aspettative: dipendenza dalle migrazioni
in assenza di garanzie politiche e sociali nel contesto di
partenza.
Spiegazioni intermedie
Teorie dei networks: le reti migratorie
 Definizione:complessi di legami interpersonali che
collegano migranti, migranti precedenti e non
migranti nelle aree di origine e di destinazione,
attraverso i vincoli di parentela, amicizia e
comunanza di origine (Massey)
La funzione delle reti
 Ruolo attivo dei migranti nei progetti di sviluppo dei
luoghi di origine (associazionismo tra migranti)
 Reti come “ponti sociali” che attraversano le
frontiere (Portes 1995)
 Migrante come attore sociale dinamico in grado di
mutare la realtà di destinazione e di provenienza
La prospettiva della nuova sociologia economica
 Interazione tra domanda della società ricevente e
offerta immigrata (nuove professionalità e forme di
imprenditoria legate alle reti etniche);
 Autonomia relativa e spazi di iniziativa degli
immigrati nel MDL. Polanyi (costruzione socaile dei
processi economici)
 Tre concetti: network, embeddedness (radicamento
delle azioni economiche nella società) (Polanyi
1998). Datori di lavoro e migranti attori negoziano
forme di collaborazione reciproca
 capitale sociale: l’insieme delle risorse relazionali
come risorse di inserimento e di promozione sociale
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