Copyright Pubblicato da Dreamspinner Press 382 NE 191st Street #88329 Miami, FL 33179-3899, USA http://www.dreamspinnerpress.com Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo fittizio e ogni somiglianza a persone reali, vive o morte, imprese commerciali, eventi o località è puramente casuale. Amore a Prima Vista Copyright © 2011 di Cardeno C. Traduzione di Barbara Cinelli Illustrazione di copertina di Paul Richmond http://www.paulrichmondstudio.com Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo, elettronico o meccanico, incluse fotocopie, registrazioni, o da qualsiasi sistema di deposito e recupero di informazioni senza il permesso scritto dell’Editore, eccetto laddove permesso dalla legge. Per richiedere il permesso e per qualunque altra domanda, contattare Dreamspinner Press, 382 NE 191st Street #88329, Miami, FL 33179-3899, USA http://www.dreamspinnerpress.com/ Stampato negli Stati Uniti d’America Prima Edizione Luglio 2011 Edizione eBook italiano: 978-1-61372-879-6 Scrivere può essere un processo solitario, quindi sono immensamente grato di aver trovato una persona che è entrata in sintonia con i miei personaggi, che ha capito il tono e l'atmosfera della mia scrittura e che in più conosce tutte quelle regole grammaticali fastidiose. LA Borgaard, ti ringrazio molto per il tempo e l'energia che hai speso per aiutarmi a mettere a punto il mio lavoro, e per tutti gli ottimi consigli e gli incoraggiamenti. Tisha Barcus, grazie per avermi spinto a pubblicare il mio lavoro - sei una bambolina. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 1 CREDETE nell'amore a prima vista? Jonathan Doyle di sicuro sì. Oh, sapeva che era sciocco e ingenuo, ma nel profondo ci credeva. Voleva crederci. Jonathan era un romantico incallito e senza speranza. Lo era sempre stato. Da ragazzo, passava le ore a guardare alla TV vecchi film in bianco e nero. Era affascinato dai gentiluomini che tenevano aperta la porta alle donne con cui uscivano, che prendevano i loro cappotti, spostavano la sedia per loro e altre cose simili. Mentre gli altri ragazzi sognavano di diventare giocatori di football, rock star o vigili del fuoco, tutto ciò che Jonathan voleva era quel genere di storie d'amore, tradizionali e da perderci la testa. Beh, quasi tradizionali, perché nei suoi sogni ad occhi aperti, Jonathan - e non una donna - era la persona che condivideva quell'eterno amore con il suo Cavaliere. Nessuno di quei vecchi film in bianco e nero, però, esplorava quel territorio. Sebbene fosse amabile e d'indole buona, Jonathan sembrava non riuscire a stare tranquillo. In un certo senso, non importava quanto cercasse di stare fuori dai guai, i guai lo trovavano sempre. Aveva una cicatrice sulla punta del gomito destro causata dall'enorme vetrata che aveva rotto quando stava imparando ad andare in bicicletta e aveva perso il controllo. Quando stava imparando a guidare, aveva mandato l'auto del padre in avanti anziché in retromarcia, finendo per abbattere tutta la staccionata anteriore del suo vicino di casa e planare poi nella sua piscina. E, nel tentativo di far felice la sua amica, Jonathan aveva perso la sua verginità in un tripudio di... delusione e conseguenze che avevano alterato tutta la sua vita. “Ci sta guardando ora?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capelli castani, occhi blu, la piccola e graziosa Kathy McCallister arrotolò i suoi riccioli al dito e si sforzò di tenere gli occhi incollati su Jonathan, anche se la sua mente era concentrata sul proprio ragazzo, George Rodriguez, che stava in piedi dietro di lei dall'altra parte della stanza. Tecnicamente, era il suo ex ragazzo da circa un mese, ma nessuno pensava che sarebbe rimasto “ex” ancora per molto. Jonathan stava per guardare George quando Kathy catturò di nuovo la sua attenzione afferrandogli il braccio e piantandogli le unghie nella carne. “Non guardarlo! Capirà che stiamo parlando di lui.” Jonathan si strofinò la pelle dolorante e corrugò le sopracciglia osservando la ragazza. Era frustrato dalla conversazione e, onestamente, dall’intera serata. Kathy era la sua migliore amica. In effetti, era una dei suoi pochi amici. L'aveva raggiunta alla festa per celebrare la fine dell'anno scolastico, anche se lui era terribilmente timido e più che a disagio in quegli ambienti. “Pensavo mi avessi chiesto se ci stava guardando.” Kathy mantenne un sorriso falso stampato sul viso, gettò la testa all'indietro, rilasciò una risata sonora e poi rispose con un sussurro alla domanda di Jonathan. “Ti ho chiesto se ci stava guardando. Ma tu devi controllare senza che lui si accorga che lo stai facendo, capisci?” Jonathan era frustrato, stanco, e stufo della festa. Non aveva idea di come controllare se il ragazzo di Kathy li stesse guardando senza, beh, controllare. “Kath, voglio andare a casa. Sono stanco. Perché non gli parli? Sei stata con lui sin dal primo anno. Di certo puoi avere una conversazione con lui.” Proprio in quel momento, una matricola carina si avvicinò a George e gli accarezzò il braccio mentre parlavano. Essendo dall'altra parte della stanza, Jonathan non poteva sentire cosa si stessero dicendo ma, quando George mise un braccio attorno alle spalle della ragazza e la condusse verso la porta, un po' dello shock che Jonathan stava provando doveva essere ben leggibile sul suo viso, perché Kathy si dimenticò la regola del 'controllare senza controllare' e si voltò di AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. scatto, giusto in tempo per vedere il suo ragazzo lasciare la festa con un'altra. Ex-ragazzo. O quello che era. “Oh, Kath, Io… Sono sicuro che c’è una buona spiegazione. Magari è…” Dannazione. Jonathan non aveva idea di come finire la frase. Non capiva niente di relazioni e non sapeva molto di più riguardo a George. Certo, Kathy era sua amica ed era stata la ragazza di George per quasi quattro anni, ma i due ragazzi non avevano niente in comune, quindi passavano raramente del tempo insieme. George era un atleta popolare, socievole, amichevole ed estroverso. Jonathan era tranquillo, introverso e sperava solo di arrivare alla fine della giornata senza essere insultato dai compagni di classe. Sentiva spesso le persone borbottare tra i denti definendolo strano. Anche goffo e scoordinato andavano forte. Ma c'era un gruppo d'insulti che veniva usato più di tutti gli altri: finocchio, frocio e, nei giorni davvero buoni, gay. Quelle parole avevano seguito Jonathan lungo i corridoi e nel cortile sin dalla scuola media. Non era mai stato con un altro ragazzo, non aveva mai nemmeno espressamente mostrato interesse in un altro ragazzo. Ma era vero. Jonathan sapeva che era vero. Era terrorizzato per come si sarebbero sentiti i suoi familiari, però, quindi aveva tenuto l'informazione per sé. “Non posso credere che se ne sia andato con quella sgualdrina! Quello stronzo traditore! Lo sapevo! Lo sapevo!” Kathy era furente, con i pugni chiusi lungo i fianchi mentre camminava pestando i piedi nei suoi stivali rosa e glitterati. “Bene. Se vuol fare questo gioco con me, posso trovarmi anch'io un altro ragazzo.” Si gettò i lunghi capelli dietro le spalle e si guardò attorno nella stanza con sguardo determinato. Jonathan sapeva che doveva fermarla prima che potesse fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentita. “Kathy, dai. Ti porto a casa, così puoi chiamarlo e parlargli. Andiamo.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Non appena sentì la mano di Jonathan sul braccio, Kathy si voltò verso di lui. Aprì la bocca per urlare, ma poi la sua rabbia si trasformò in un ghigno spaventoso. “Oh, questo è davvero perfetto. Andiamo, Jon.” Jonathan iniziò a camminare verso la porta ma Kathy lo afferrò per la mano e lo trascinò nella direzione opposta. “Dove stiamo andando? La porta è da quella parte, Kath.” Jonathan indicò l'uscita. “Non lasciamo la festa. Andremo in camera, lasceremo la porta socchiusa e faremo così tanto dannato rumore che gli amici di George gli diranno di certo che non è stato l'unico a divertirsi. Dai, Jonathan.” Dieci minuti dopo era finita. Jonathan era sdraiato sul letto, nella stanza degli ospiti, con i pantaloni e la biancheria alle ginocchia ma, per il resto, ancora completamente vestito. Indossava ancora le scarpe. Kathy scese da lui e s'infilò di nuovo le mutandine, facendole risalire sotto la gonna. Era venuto, quindi doveva significare che gli era piaciuto, giusto? Eppure non era così. Diamine, Jonathan non era nemmeno sicuro di come fosse stato. Kathy lo aveva solo spinto sul letto, gli aveva aperto i jeans, abbassato la biancheria, accarezzato il pene finché gli era diventato duro e l'aveva cavalcato fino all'orgasmo. “Tirati su i pantaloni, Jon. Possiamo andare ora.” Kathy si voltò verso di lui e lo guardò in faccia. Jonathan non era sicuro di cosa ci vide ma, per la prima volta, la ragazza sembrò rendersi conto che le sue avances potessero anche non essere gradite. “Oh, merda. Stai bene, Jon? Non pensavo ti dispiacesse. Insomma, sei un ragazzo e tutto il resto. T’interessa il sesso, giusto?” Jonathan sollevò i fianchi, si tirò su gli slip e i pantaloni e si sedette a gambe incrociate sul letto. Poi guardò la sua amica, si schiarì la voce e parlò in un sussurro. “Io, umm, non l'avevo mai fatto prima, Kathy.” In effetti, non aveva mai fatto niente prima d'allora. Niente sesso, niente lavoretti di mano, nemmeno un bacio. Beh, il bacio non c'era stato tra lui e Kathy ma tutto il resto era stato nuovo di zecca. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. La ragazza sembrò scioccata. Probabilmente perché faceva sesso da quando aveva quattordici anni. “Sul serio?” Comprensione e poi rammarico passarono sul suo bel viso. Si avvicinò a Jonathan, gli si sedette vicino sul letto e gli mise una mano sul ginocchio. “Jon, tu sei… Insomma, ehm, le cose che dicono, pensavo che fossero perché sei così carino, lo sai. Ma tu sei…” Carino? I ragazzi non sono carini. Sì, lui aveva dei lineamenti delicati, ciglia lunghe e una corporatura snella, ma comunque... “Ehi, non sembro una ragazza!” Kathy fece una risatina e guardò il basso ventre del suo amico. “Oh, lo so che non sei una ragazza, Jonathan. L'ho appena sperimentato in prima persona.” Jonathan ridacchiò. “Già, è vero. Penso che tu mi abbia appena fatto capire di essere gay, Kath.” In qualche modo questo alleggerì l'atmosfera e Kathy rise. Le lacrime brillavano nei suoi occhi. “Non sei arrabbiato con me?” Era arrabbiato? Jonathan ci pensò. No, non poteva essere arrabbiato con Kathy. Diamine, faticava ad arrabbiarsi con chiunque. Non era proprio una cosa da lui. “No, non sono arrabbiato. Almeno posso dire di aver provato a essere etero. Lo aggiungerò ai miei fallimenti. Come quando ho giocato nella Little League e non ho colpito la palla nemmeno una volta per tutta la stagione, e nemmeno durante gli allenamenti. O la volta che ho appiccato un fuoco durante la fiera della scienza e gli idranti hanno inzuppato tutti.” Kathy mise le mani sulle guance del suo amico e catturò il suo sguardo. La sua voce era seria. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Jonathan, non c'è niente di sbagliato nell'essere gay. Niente. Non azzardarti a dire che è un fallimento.” E quella era solo una delle ragioni per cui era la sua migliore amica. Anche se l'aveva appena molestato nella camera degli ospiti del loro compagno di classe. “Pensi che i miei genitori saranno delusi da me?” Jonathan si mordicchiò il labbro inferiore e giocherellò con un filo della camicia. Non voleva sembrare un ragazzino, ma odiava l'idea di sconvolgere i suoi genitori. Odiava l'idea di sconvolgere chiunque. “No. Penso davvero che non saranno delusi. Se vuoi, verrò da te e mi siederò al tuo fianco quando glielo dirai.” “Grazie, Kath. Non sono ancora pronto, ma ti farò sapere.” Kathy scese dal letto e si avviò verso la porta aperta. “‘Okay. Andiamo, Jonny-boy. Domani dovremo alzarci presto per il viaggio.” Il giorno seguente la madre di Kathy passò a prendere Jonathan e lasciò entrambi all'aeroporto. La loro insegnante di teatro stava portando i diplomandi a Broadway per un viaggio di tre giorni. Kathy era stata protagonista in un paio di recite e aveva interpretato dei personaggi importanti in alcune altre. Jonathan aveva aiutato a costruire le scenografie. Era divertente stare a New York e Jonathan era riuscito a tenersi fuori dai guai per quasi tutto il viaggio. L'ultimo giorno, lui e Kathy erano seduti sul pavimento nella stanza d'albergo della ragazza, cercando di decidere come finire la loro visita alla città. “Visto che è il nostro ultimo giorno abbiamo la mattinata libera, Jonathan. Cosa vuoi fare? Magari possiamo andare in uno dei bar pazzeschi che ci sono qui a New York!” Jonathan roteò gli occhi e guardò le brochure sparse attorno a lui di musei e monumenti, sfogliandole una a una e studiandole con attenzione. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Kathy, sono le otto del mattino. I bar probabilmente non sono ancora aperti, nemmeno a New York. Tra l'altro, nessuno di noi due ha l'età per entrarci.” Kathy mise il broncio e aprì la bocca per rispondere quando entrambi sentirono “Kerosene” di Miranda Lambert risuonare nella stanza. Well, I’m giving up on love, hey, love’s given up on me. Jonathan sollevò le sopracciglia e guardò l'amica. “Hai cambiato la suoneria per le chiamate di George?” Lei arrossì. “Perché quel coglione mi sta chiamando?” Jonathan le regalò un sorriso di comprensione. “Non è un coglione, Kath, e tu lo ami ancora. Io vado a vedere la Statua della Libertà e ti darò un po' di privacy così potrete parlare.” Kathy non discusse. Camminò verso il telefono e lo guardò come se fosse un serpente che potesse morderla. Dopo pochi secondi s'irrigidì, aggrottò al meglio le sopracciglia e rispose. “Cosa vuoi?” Jonathan uscì dalla stanza con alcune brochure strette nella mano e aspettò fino a quando la porta fu chiusa prima di iniziare a ridere. Non capiva cosa stesse accadendo tra la sua amica e il suo ragazzo, ma sapeva che George la amava. Sinceramente, era sorpreso che ci avesse messo così tanto prima di chiamarla. L'unica incognita, ora, era quanto Kathy avrebbe deciso di farlo soffrire prima di perdonarlo per qualsiasi cosa lui avesse fatto di sbagliato. Uscì dall'hotel e camminò lungo le strade gremite di New York. E fu in quel momento che la sua vita si capovolse. Beh, tecnicamente fu il suo corpo a capovolgersi quando inciampò scendendo gli scalini della metropolitana. Non si ferì gravemente, ma si slogò un polso, così i paramedici lo portarono all'ospedale per fargli delle lastre. Il dottore confermò che non c'era niente di rotto, mise il polso di Jonathan in un tutore e lo dimise. Dato che aveva già diciotto anni ed era legalmente un adulto, l'ospedale non era tenuto a chiamare nessuno prima di curarlo, ma lui non aveva voluto che la sua insegnante si preoccupasse, così l'aveva AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. chiamata e le aveva spiegato il tutto. Una volta che la tracolla fu al suo posto, entrò in ascensore per uscire dall'ospedale e tornare in hotel. Non fu una sorpresa quando sbagliò a premere il pulsante e scese al piano sbagliato. Quando si rese conto di essere nel reparto maternità invece che nell'atrio, Jonathan era in piedi di fronte alla nursery, ipnotizzato dall'uomo che vedeva dietro la vetrata. Lo sconosciuto indossava sopra i vestiti uno dei camici blu dell'ospedale, era seduto su una sedia a dondolo e teneva tra le braccia un neonato avvolto in una coperta blu e rosa a strisce. I suoi capelli erano di un nero intenso, la pelle chiara e i suoi occhi... wow, quegli occhi. Erano bellissimi, di uno scintillante blu scuro che Jonathan non aveva mai visto, né mai immaginato. Sentì di poter annegare in quegli occhi. Jonathan era immobile nel corridoio dell'ospedale e fissava quell'uomo splendido. Non poteva sentire attraverso il vetro, ma gli sembrava che stesse cantando qualcosa al bambino che cullava tra le braccia. E c'erano lacrime che rigavano quel viso ben definito e perfetto. Jonathan voleva avvicinarsi all'uomo dagli occhi blu, sederglisi in grembo e asciugargli le lacrime. Voleva toccare quei soffici capelli neri, appoggiare la testa contro il suo petto e sentire il suo cuore battere. Voleva prendersi cura di lui per far sì che non piangesse mai più. Il tempo si fermò mentre Jonathan immaginava il proprio futuro con quell'uomo dagli occhi blu. “Jonathan Doyle! Eccoti qui.” Jonathan voltò il capo verso l'ascensore e vide la sua insegnante correre verso di lui in preda al panico. “Hai detto che saresti venuto direttamente in hotel. Quando non sei arrivato, ho chiamato l'ospedale e mi hanno detto che ti avevano dimesso un'ora fa. Grazie a Dio stai bene. Cosa ti è successo stavolta, caro?” La donna guardò il suo braccio e toccò teneramente l'imbracatura. Jonathan alzò lo sguardo sull'orologio appeso al muro e si rese conto che erano passate tre ore. Gli erano sembrati solo pochi secondi e invece aveva fissato l'uomo dei suoi sogni per tre ore. Quando tornò a guardare attraverso la finestra, lo sconosciuto se n'era andato. Era come AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. se fosse svanito nel nulla. Avvertì una fitta al cuore per quella perdita e il ragazzo faticò a fare entrare aria nei polmoni. Sforzandosi di stare calmo, rispose alla sua insegnante. “Oh, mi scusi, signora Burns. Non volevo farla preoccupare. Sono sceso al piano sbagliato e ho perso la nozione del tempo.” “Va tutto bene, caro. Capisco.” La signora Burns conosceva Jonathan sin dal primo anno, quindi aveva smesso di fargli domande quando si cacciava in situazioni strane. Gli prese il braccio ferito e lo condusse all'ascensore, poi fuori dall'ospedale e nel taxi che li aspettava in strada. “Kathy ha preparato la tua borsa, Jonathan. Dobbiamo andare subito all'aeroporto per prendere il nostro volo.” Lui annuì, ma l'unica cosa alla quale riusciva a pensare era quell'uomo dietro il vetro della nursery. L'uomo con quegli stupefacenti occhi blu. Quando tornò a casa, a Emile City, s'inventò delle scuse per cui avrebbe dovuto trasferirsi a New York dopo il diploma. Le sue ragioni avevano qualcosa a che vedere con il trovare la vocazione nella città dove tutto era possibile ed esplorare la scena musicale visto che lui amava la musica. A chi importava? Erano sciocchezze e Jonathan lo sapeva. Non aveva nessuna vocazione. Non aveva mai avuto un interesse per qualcosa in particolare. Era sempre stato nella media riguardo a qualsiasi argomento o attività. La verità era che voleva trasferirsi a New York perché era lì che lui viveva. Jonathan voleva incontrare lui. Aveva bisogno di conoscere lui. Quel bell'uomo dagli occhi blu che l'aveva così colpito. Quell'uomo chiaramente etero che aveva un bambino. L'uomo del quale si era innamorato a prima vista. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 2 LA SETTIMANA dopo il diploma, Jonathan impacchettò le sue cose, raccolse il denaro che era riuscito a risparmiare lavorando nel ristorante di famiglia e partì per iniziare la sua nuova vita a New York. Trovò una stanza a buon mercato in un ostello e un lavoro come lavapiatti. Tra il lavoro e i suoi tentativi per ritrovare l’uomo dei suoi sogni, Jonathan era esausto. Il lato positivo era che era troppo stanco per essere depresso, visto che non aveva ancora visto lui, né sapeva dove poter trovare quel bellissimo uomo dagli intensi occhi blu la cui immagine era impressa a fuoco nella sua mente. Il lato negativo era che Jonathan era solo. Profondamente solo. I giorni diventarono settimane e le settimane mesi e, indipendentemente da quanto impegno ci stesse mettendo, Jonathan non riusciva a trovare quell’uomo. Come per ogni altra cosa nella sua vita, il piano per scovare Mr. Quello Giusto e camminare con lui verso il tramonto, non aveva funzionato. Inoltre le cose riuscirono anche a complicarsi ulteriormente. Iniziò tutto con una telefonata nel bel mezzo della notte. “Jonathan?” La sua voce era appena un sussurro, ma il ragazzo la riconobbe. “Sì, Kathy. Cosa c’è che non va?” Jonathan cercò di strofinarsi gli occhi con la mano libera mentre si sedeva sul materasso sottile e fece una smorfia quando una molla gli s'infilò in una gamba. Si appoggiò all'indietro contro il muro fatiscente e, con una rapida occhiata all’orologio, vide che era quasi mezzanotte. Perché Kathy lo stava chiamando? AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “E’ successo di nuovo qualcosa con George?” Kathy e George erano tornati insieme circa un mese prima. Il ragazzo si era arruolato nell’esercito e si era presentato alla porta di Kathy con un anello di fidanzamento. Lei aveva accettato. Jonathan non aveva mai nemmeno capito cosa li avesse fatti separare. “No, George sta bene. Stiamo bene.” Ci fu un silenzio inquietante sulla linea e poi lei sussurrò di nuovo. “Jonathan, mi dispiace davvero tanto. E’ tutta colpa mia. Io non volevo, ma… merda, com’è difficile.” “Kathy? Stai bene? Cosa succede?” Un lungo sospiro e poi: “Sono incinta e tu sei il padre.” Ora fu il turno di Jonathan di restare in silenzio. La sua bocca si spalancò e il suo cervello si congelò. “Merda. Mi spiace, Jonathan. Non avevo pianificato di dirtelo così. Volevo prepararti, ma poi ho pensato che fosse meglio fare come con i cerotti: con uno strappo deciso.” Ancora nessuna risposta da Jonathan. Il suo cervello si stava risvegliando e iniziava ad elaborare l’enormità di ciò che Kathy gli stava dicendo. “Ascolta, non devi fare niente. Sono stata un’idiota e non ho nemmeno pensato a ciò che era successo finché non sono andata dal dottore per la visita annuale e mi ha chiesto quando avevo avuto le mestruazioni l’ultima volta. Ho fatto la pipì sulla barretta et voilà! Bambino in arrivo. Io e George ci sposiamo e ci trasferiamo in Kentucky per la sua formazione di base. Non vuole che porti il bambino di un altro con noi e lo capisco perfettamente. E’ comunque troppo tardi per fare qualcosa ora, comunque, quindi lo darò in adozione. Ti manderò alcuni documenti, li firmerai, e in quattro mesi potrai dimenticarti che sia mai successo.” L’intero discorso si era svolto in circa trenta secondi, che fu il tempo che Kathy gli diede per reagire. “Jonathan? Di’ qualcosa.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. La bocca del ragazzo era ancora aperta ma non ne uscì parola. “Jonathan, so che sei lì. Ti sento respirare.” Davvero? Stava respirando? Beh, era un buon segno. Il ragazzo si schiarì la voce e cercò di spingere fuori le parole. “Ho bisogno di pensarci, Kathy.” “Sì, lo so. Ci vorranno comunque un po’ di giorni prima che ti arrivino i documenti. Sono tanti e non li ho in formato elettronico quindi te li devo spedire. Qual è il tuo indirizzo?” Jonathan cercò di spiegarsi meglio. “Non è ciò che intendevo. Kathy, ho bisogno di pensare. Non so se sono d’accordo con il fatto di darlo in adozione. Io… io non so se posso farlo.” Un sospiro rumoroso da parte della ragazza fu seguito da lunghi e imbarazzanti momenti di silenzio. “Se tieni il bambino, Jonathan, lo farai da solo. Io rinuncio ai miei diritti. E’ così che dicono quando ti fanno firmare quei documenti. Sarà come se non fossi la madre. Mi spiace. So che può sembrare che io sia senza cuore, ma quella notte è stato uno stupido errore. George è la mia vita. Ci sposiamo. Avremo dei figli nostri. E lui non vuole un bambino che gli ricordi quel momento.” “Lo capisco, Kath. Non do colpa a George. E non penso che tu sia senza cuore. Ho solo bisogno di un po’ di tempo per razionalizzare il tutto.” Era ridicolo ma, quando Jonathan chiuse la telefonata, l’ansia e il dolore al cuore che sentiva, non avevano niente a che vedere con la paura di deludere i genitori o con il fatto che fosse troppo giovane per avere un figlio. No. L’unica cosa che c’era nella testa di Jonathan erano quei bellissimi occhi blu che non sarebbero mai stati suoi. Trovare l’uomo che aveva visto all’ospedale era una cosa difficile ed era probabile che non fosse nemmeno gay o, se lo era, era possibile che stesse già con qualcun altro, ma un ragazzo con un bambino… chi l’avrebbe voluto? Era l’ultimo chiodo sulla bara che seppelliva ogni speranza che avesse avuto di trovare il ragazzo dei suoi sogni. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Fu la sensazione di quella perdita e quel dolore, mescolati con la sempre presente solitudine che lo circondava da quando si era trasferito a New York – o, a essere onesti, la solitudine che l'aveva accompagnato per tutta la sua vita –, che gli diede lo stimolo per indossare qualcosa, lasciare l’ostello ed entrare nel primo locale gay che trovò. Non era lì che da un paio di minuti quando un ragazzo di aspetto decente, anche se un po’ viscido, cominciò a pavoneggiarsi. “Io sono Ray e tu sei bello.” Quel genere di smancerie avrebbe fatto vomitare chiunque, ma Jonathan, che non aveva mai capito di essere estremamente attraente, si sentì lusingato che qualcuno lo considerasse degno di una seconda occhiata o, addirittura, di fare quattro chiacchiere, e così parlò con quel ragazzo. Dopo venti minuti, Ray lo invitò a casa sua in modo che potessero parlare con più tranquillità. Sembra una scusa ovvia, giusto? Beh, lui non lo percepì. Jonathan non riusciva a capire cosa fosse successo dopo che era entrato nell’appartamento di Ray. Era tutto sfocato dalla solitudine e dalla tristezza di aver perso ogni speranza di poter stare con lui, ed era piacevole avere un uomo che lo toccasse, lo accarezzasse e lo volesse. Jonathan lo assecondò. Aveva aspettato così tanto tempo, o almeno così sembrava alla sua mente di diciottenne. Era stanco di essere solo, non aveva trovato l’uomo dagli occhi blu e comunque l’uomo dei suoi sogni non l’avrebbe voluto in ogni caso. Così, fece sesso con uno sconosciuto. Anche senza baci e parole di devozione, l’atto in sé fu buono. O almeno, lo fu durante, perché non appena ebbero finito, Ray mise Jonathan alla porta senza nemmeno inventarsi una scusa. Non lo chiamò per parecchi giorni e, quando finalmente lo fece, non fu per chiedergli di uscire insieme. “Ho bisogno che tu venga qui. Ti ricordi dove vivo?” Jonathan voleva rifiutare l’offerta ma Ray era insistente e lui non voleva indisporlo. Bussò alla porta dell’appartamento di quell'uomo, sapendo di essere stato invitato per niente di più di una scopata veloce. Non si prendeva in giro pensando che potesse esserci davvero qualcosa di più tra loro. Il fatto era che a Jonathan non interessava nemmeno più. Gli sembrava che la sua vita fosse finita lì, così com'era; non avrebbe AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. mai vissuto la sua favola. Avrebbe dovuto spiegare ai genitori di essere gay e di essere un ragazzo-padre e scapolo. Inoltre, dato che non si sarebbe mai messo con lui, poteva anche fare sesso con Ray. Almeno avrebbe sentito qualcosa di diverso dal vuoto e dalla desolazione. Per il momento, almeno. “Ehi, James.” Il sorriso untuoso di Ray lo accolse, e lui sentì lo stomaco rivoltarsi. “Jonathan.” “Giusto. Jonathan. O quello che è. Entra.” Il ragazzo pensò di voltarsi e tornare all’ostello. Cosa ci faceva lì? Eppure non voleva essere scortese, così seguì Ray all’interno del piccolo appartamento. “Ho delle novità eccitanti! Siediti.” Jonathan si trascinò verso il divano macchiato e corrugò le sopracciglia con aria confusa quando Ray si sedette vicino a lui con un portatile, pigiò alcuni tasti e gli indicò lo schermo. Ed eccoli lì, nudi come il giorno in cui erano nati, Jonathan a quattro zampe e Ray dietro di lui. “Tu… ci hai filmato mentre facevamo sesso?!” “Sì, ho pensato che potessi riguardarmelo io. Ma poi l’ho fatto vedere a un mio amico che ha notato quanto tu sia eccitante e ha detto che ci avrebbe pagato per questo. Ho solo bisogno che firmi una liberatoria. Il modo più facile in assoluto per fare cento dollari!” Jonathan era sconvolto. Non era sicuro se nei confronti di se stesso o per quello che gli aveva detto Ray. “No! Non posso farlo. E se qualcuno lo scopre? Se lo vedono i miei genitori?” Ray roteò gli occhi. “Oh, dai. I tuoi genitori guardano porno gay? Come potrebbero scoprirlo? Ci inventeremo un nome per te e diremo al mio amico di usarlo per il film. Nessun danno, nessun affanno.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Io…” Jonathan scosse furiosamente il capo e cercò di recuperare il controllo sulle proprie emozioni e sulla situazione. Questa era una brutta cosa. Davvero, davvero brutta. “Ray, non posso farlo.” L’eccitazione di Ray si trasformò in rabbia e guardò Jonathan in cagnesco. “Senti, tu puoi anche essere un ragazzo ricco, ma io ho bisogno dei soldi. Ti darò centocinquanta. E’ la metà, e non sarò nemmeno ripagato per aver fatto il lavoro di filmare.” Giusto, perché nascondere una telecamera in una stanza era un lavoro. Jonathan sapeva che accettare era una cattiva idea, ma non riusciva a contrastare quell’uomo più grosso, più vecchio e più sicuro di sé di quanto non fosse lui. Così, quando Ray gli passò una penna e gli spinse contro la liberatoria, la firmò. “Inventerai un nome falso?” Ray attraversò la stanza per prendere il telefono. “Sì, certo. Useremo il tuo nome porno. Qual è?” “Il mio nome porno?” Ray roteò gli occhi, seccato. “Sì, lo sai, il tuo secondo nome e il nome del tuo primo cucciolo. Il tuo nome porno.” Era una cosa che sapevano tutti? Era Jonathan a essere davvero un inetto socialmente? Probabilmente sì. “Umm. Il mio secondo nome è William. E il mio primo cucciolo era un uccellino blu di nome Dragon.” Ray premette i pulsanti sul telefono e prestò solo la minima attenzione a ciò che Jonathan stava dicendo. “Ottimo. Will Dragon. Nome perfetto per il porno.” Tenne l’indice puntato in aria e si concentrò sulla telefonata. “Ehi, amico. Ha firmato le carte. Quando possiamo avere il nostro assegno?” Ci fu una pausa mentre Ray annuiva in direzione di nessuno in particolare. “Bene. Siamo qui ora. Gli dirò di aspettare.” Finì la chiamata e si voltò verso Jonathan. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Aspetta qui e avremo i nostri soldi.” Jonathan voleva andarsene. Sì, potevano fargli comodo centocinquanta dollari, specialmente con la faccenda dell’essere padre che gli pendeva sul capo, ma il suo istinto gli diceva di fuggire e andarsene. Si alzò dal divano. “Me ne vado, Ray. Ti chiamerò dopo per i soldi.” Non che avesse il numero di Ray. Era stato uno scambio a senso unico. Non importava. Voleva lasciare l’appartamento e fingere di non aver mai incontrato quell'uomo. “No, non andare. Il mio amico ha detto che vuole parlarti. Aspetta ancora un po’. E’ per strada.” Ray era davvero insistente, e l’istinto di Jonathan cosa poteva saperne? Non era stato forse il suo istinto a dirgli che l’uomo dagli occhi blu era quello giusto? E ora era abbastanza chiaro che fosse tutto un fiasco. Così cedette all’insistenza di Ray e si fermò ad aspettare, sedendosi di nuovo sul divano. “Oh, okay.” Che male poteva fare incontrare il suo amico? pensò, mentre batteva un piede nervosamente e si mordicchiava il labbro inferiore. Un’ora dopo, Jonathan aveva incontrato l’amico di Ray e aveva accettato di prendere parte a un altro film, un prodotto di alto livello questa volta, che pagava di più. Si trovò fuori dall’appartamento e in qualche studio improvvisato, spogliato, sdraiato sulla schiena con le caviglie bloccate vicino alle orecchie, prima ancora di capire cosa stesse succedendo. In qualche modo, fare sesso con un estraneo mentre altri gli giravano attorno e filmavano non era peggio che fare sesso con Ray. L’atto in sé era sempre bello. Jonathan non poteva negare quanto gli piacesse essere scopato e se doveva chiudere il suo cuore e impedire al suo cervello di pensare, beh, poteva farlo. O almeno poteva provarci. Dopo quel giorno, accettare di fare sesso davanti ad una telecamera sembrò non importargli più. L’aveva già fatto una volta, cosa importava se lo faceva due? O tre volte? O quattro? Era andato a letto con un ragazzo, cosa importava se diventavano due? O tre? O più? AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Due mesi dopo, Jonathan era quasi tramortito. Aveva lasciato il lavoro al ristorante e aveva smesso di passare i giorni a cercare Mr. Quello Giusto, sapendo che l’uomo dagli occhi blu non l’avrebbe comunque voluto. Invece, dedicò il suo tempo a fare sesso con sconosciuti mentre altri sconosciuti lo filmavano e odiava se stesso perché provava piacere nell’atto, nonostante sapesse che era una vita vuota. Poi, un giorno, arrivò quello che considerò essere il suo primo colpo di fortuna in tutta la sua esistenza. Jonathan era al lavoro, sospeso in un’imbracatura, circondato da uomini che si davano il turno nella sua bocca e nel suo sedere, quando un rumore forte spaventò tutti. Agenti di polizia invasero lo studio e Jonathan non batté ciglio quando guardarono con disgusto il suo corpo coperto di sperma. Tipico, pensò. Ovviamente un gruppo di maschi alfa doveva fare irruzione proprio in questo momento. Chiuse gli occhi per non vedere le espressioni di scherno e i sogghigni che lo circondavano. Non c’era modo di ignorare alcuni dei commenti sgradevoli che gli fecero, ma davvero, Jonathan non si aspettava niente di diverso. Era solo un altro modo in cui era riuscito a mettere in imbarazzo se stesso. Almeno non stava facendo niente d'illegale. Aspettate, fare quei film non era illegale, vero? AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 3 QUANDO Jonathan riaprì gli occhi, c’era un uomo bellissimo che lo sovrastava. Un paio di occhi verdi penetranti lo studiavano da un viso che aveva un’espressione feroce ma che era straordinariamente bello. Il corpo, poi, era uno dei migliori che il ragazzo avesse mai visto. Jonathan si liberò dall’imbracatura e trovò un bagno. Si stava asciugando l’ultima goccia di sperma dai capelli quando l'Agente “Gran Figo” entrò e lasciò cadere sul pavimento una pila di vestiti. “Vestiti, così poi possiamo parlare. Come ti chiami, amico?” Oh, no! Jonathan andò nel panico. Se avesse detto il suo nome all’agente, sarebbe stato ufficializzato e i suoi genitori l’avrebbero scoperto. “Will Dragon?” Magari ci avrebbe creduto. Sembrava quasi un nome vero ed era quello segnato in tutti i film. “Dammi tregua. Voglio sapere il tuo vero nome.” Maledizione. Beh, Jonathan non aveva davvero pensato che potesse funzionare. Sospirò e curvò le spalle. “Jonathan. Mi chiamo Jonathan Doyle.” Invece di scrivere il suo nome e ammanettarlo, l’agente sorrise e gli mise un braccio attorno alle spalle con fare protettivo. “Piacere di conoscerti, Jonathan. Sono il Detective Owens. Vestiti e ti pagherò il pranzo per scusarmi del comportamento di quello stronzo.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan era confuso. Quale stronzo? L’altro agente? Sì, certo, non era stato molto gentile. Beh, a essere onesti, era stato maleducato, e con questo? Non era la prima volta che qualcuno lo prendeva in giro, e di certo non sarebbe stata l’ultima. “I poliziotti non sono i cattivi, amico. Ti aspetto fuori.” Mentre Jonathan s'infilava i pantaloni e la camicia, si chiese cosa quel detective volesse da lui. Chiaramente non era gay, quindi non poteva essere sesso. Oh beh, l’idea di un pranzo gli piaceva. Jonathan non aveva mangiato niente in tutto il giorno. Alla fine, però, ottenne molto di più di un pranzo dal Detective Owens. Quell'uomo splendido era un grande ascoltatore. Jonathan gli disse da quanto viveva a New York, il perché si era trasferito lì, da quanto tempo faceva film pornografici e che stava per diventare padre. Era bello parlare con qualcuno che lo ascoltava davvero e non lo giudicava. Jonathan si sentiva così a suo agio con il Detective Owens che, quando l'uomo si offrì di aiutarlo a sistemare la sua vita in modo da diventare una persona meritevole del bimbo in arrivo, accettò di buon grado. Il primo passo era smettere di lavorare allo studio perché, che gli piacesse o no, stava per diventare padre. Dopo la nascita di Samuel, Jonathan passò una settimana a Emile City. I suoi genitori lo implorarono di restare, ma lui aveva ritrovato l'ispirazione per inseguire nuovamente il suo sogno e trovare l’uomo dagli occhi blu. Così tornò a New York con suo figlio al seguito e con la speranza rinnovata che avrebbe trovato la sua anima gemella. La sua vita era cambiata dalla prima volta in cui si era imbarcato in questo viaggio. La solitudine era sempre lì, ma non era più venata d'incoscienza. Finalmente aveva avuto fortuna: aveva un figlio, un meraviglioso e bellissimo figlio che Jonathan adorava ed era bravo in qualcosa per la prima volta in vita sua. Era un buon padre. Chiunque lo vedesse con Sam lo diceva e il sorriso sul viso del bambino quando il suo papà entrava nella stanza non mentiva. Così, Jonathan lavorò duramente – tenendosi addosso i vestiti – e allevò il suo bambino. E riprese la ricerca del suo lui. S'impose anche di seguire alcune regole. Non frequentava i bar per incontrare uomini. Sia donne sia uomini cercavano spesso di rimorchiarlo, ma lui si rifiutava di andarsene a casa con un ragazzo appena conosciuto e si AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. rifiutava di fare sesso con qualcuno solo perché aveva piazzato una frase carina e gli forniva una cura temporanea per la solitudine. Jonathan stava aspettando Mr. Quello Giusto e, ogni volta che s'immaginava lui e la loro perfetta e romantica vita insieme, quell'uomo aveva gli stessi occhi blu che Jonathan aveva visto attraverso la finestra della nursery. Dopo quasi tre anni, Jonathan era pronto ad arrendersi. Era stanco di stare da solo. Aveva lasciato la sua famiglia per trasferirsi dall’altra parte del Paese sperando di trovare la sua anima gemella, e invece aveva avuto una breve esperienza come attore per film per adulti seguita da due anni e mezzo di castità. Gli sembrava che non avesse più senso. Jonathan pensò che potesse anche tornarsene a casa, dove lui e Samuel avevano una famiglia che li aspettava, dato che avrebbe comunque finito per restare da solo. Se avesse impacchettato alla svelta le loro cose, sarebbe stato a casa in tempo per il giorno del Ringraziamento. Così Jonathan tornò con Sam a Emile City, nella sua vecchia stanza a casa dei suoi genitori. Promise loro - e anche a se stesso che sarebbe stata una sistemazione temporanea e che se ne sarebbe andato non appena avesse risparmiato un po’ di soldi. La cosa migliore per riuscire a farlo era riprendere il suo vecchio lavoro e lavorare nella cucina del ristorante di famiglia. E così, Jonathan si ritrovò ad avere una vita un po’ meno solitaria. Oh, beh… almeno suo figlio aveva una famiglia attorno a sé. Era un miglioramento rispetto a New York. La sera del suo ventiduesimo compleanno, i suoi genitori si offrirono di stare con Sam in modo che lui potesse uscire con gli amici. “Guarderemo noi Samuel stanotte, tesoro. Non ti prendi una sera per te da una vita. Esci, divertiti e lasciaci fare i nonni. Puoi usare la mia macchina.” Sua madre gli fece ondeggiare le chiavi dell’auto davanti al viso. La sua voce calda era venata di preoccupazione. Vedeva che suo figlio non era felice, non fino in fondo, e che non lo era da molto tempo, ma non sapeva come aiutarlo. Jonathan non voleva far preoccupare i suoi genitori e non aveva il coraggio di dire loro che non aveva amici, così prese l’auto e guidò verso la parte ovest di Emile City. Era una parte della città che gli era AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. sempre piaciuta, piena di grossi alberi, marciapiedi in mattoni, e coppie dello stesso sesso che camminavano tenendosi per mano. Stare lì gli faceva sperare di poter essere fortunato nello stesso modo, un giorno. E che forse non sarebbe stato solo per sempre. Girò tra i negozi per ammazzare il tempo, ma non aveva soldi da spendere, quindi il giro non durò molto. Poi passò vicino a un palazzo di mattoni rossi con un’insegna scritta a mano: “Where Cowboys Dream.” Non entrava in un bar da quella fatidica notte a New York, ma qualcosa in lui - l’istinto o forse il cuore - gli disse di farlo. Il suo istinto non si era più fatto sentire da quando l’aveva ignorato quel tragico giorno a New York, quando aveva intrapreso la sua vecchia “carriera”, quindi Jonathan pensò che questa volta avrebbe dovuto ascoltarlo. Il bar era caratteristico e confortevole. Aveva muri di mattoni, tendaggi pesanti e vecchie panche ricoperte di pelle. Jonathan si tolse il cappotto, scivolò in un vecchio separé e passò la mano sopra il tavolo di legno, percependone le linee e i graffi. C’era qualcosa di notevolmente calmante in quel tavolo, o forse in tutto il bar. Jonathan si sentì pervaso da un senso di pace che non aveva più sentito dal giorno in cui aveva perso la nozione del tempo dietro la vetrata della nursery. “Ehi. Sembri uno che potrebbe voler bere qualcosa. Sono Nick.” Jonathan alzò lo sguardo e vide un uomo alto, con un petto incredibilmente ampio - che sembrava stesse cercando una vita d’uscita dalla maglietta troppo stretta - e due gambe che sembravano stuzzicadenti. L’uomo gli spinse una birra davanti, s’infilò nel separé e gli si mise talmente vicino da non lasciargli spazio vitale. Jonathan si mosse per potersi spostare il più possibile contro il muro. “Oh, umm, grazie. Sono Jonathan.” Jonathan gli porse la mano, creando un po’ di spazio tra i loro corpi. Sperava che Nick cogliesse l’allusione e si spostasse più in là sulla panca. “Jonathan, eh? Bene.” Sorrise mentre lo diceva, cosa che Jonathan non capì. Tutta quella situazione lo stava rendendo nervoso, così prese la birra, se la portò alle labbra e la bevve. Il sapore era amaro e poco familiare ma almeno lo AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. tenne occupato per qualche minuto. Jonathan notò lo sguardo acceso di Nick mentre lo guardava e si agitò, a disagio. “Senti, umm, grazie per la birra, ma non sono, umm.…” Wow. Cosa poteva dire a quel tipo per sbarazzarsi di lui senza ferire i suoi sentimenti? Jonathan si sentiva leggermente nel panico anche perché era bloccato nel separé e il suo viso arrossì per l’ansia. Nick gli accarezzò il braccio su e giù, poi scese con la mano sul suo ginocchio, sulla sua coscia, e poi la fece strisciare verso l’altro. Jonathan gli afferrò la mano e ne bloccò la traiettoria. “Per favore, no. Senti, non ti conosco e non sono interessato a, umm, divertirmi con te. Non faccio queste cose, umm, non rimorchio, okay? Sto più o meno aspettando un ragazzo.” Non funzionò. “Sì, certo!” rise Nick continuando a toccare Jonathan. Non avendo mai amato i conflitti e sentendosi profondamente a disagio a causa della persistenza che l'uomo stava mostrando, Jonathan dovette raccogliere tutta la sua forza interiore per piantare i palmi contro il petto dell'altro e spingere, sperando così che si muovesse e lo lasciasse uscire dal separé. Fu in quel momento che le cose si fecero pessime perché Nick non si mosse. Lanciò un’occhiataccia a Jonathan e sibilò fra i denti con voce minacciosa. “Oh dai, Will Dragon.” La bocca di Jonathan si spalancò per lo shock, ma Nick continuò imperterrito, facendosi beffe di lui. “Esatto, so chi sei. Non tirartela! Sappiamo entrambi cosa vuoi.” Nick si afferrò l’uccello attraverso i pantaloni e lo scosse crudamente in direzione di Jonathan. “E te lo posso dare.” Le mani di Jonathan caddero dal petto di Nick e si fermarono sui suoi fianchi. Restò seduto nel separé, paralizzato, cercando di ricacciare indietro le lacrime dopo essersi reso conto che la sua vecchia vita a New York l’aveva trovato anche lì a casa, a Emile City. E se i suoi genitori l’avessero scoperto? Sarebbero stati delusi da lui come lo era lui stesso? Nick approfittò del suo stato confusionale e gli mise una mano sul basso ventre. Jonathan annaspò e cercò ancora una volta di spingere via l’uomo, ma senza successo. Improvvisamente, qualcuno arrivò e tirò fuori a forza Nick da dietro il tavolo, facendolo alzare. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Penso che il signore abbia detto di no. L’abbiamo sentito tutti e nessuno di noi era vicino quanto te. Ora vattene da questo bar e non tornare, stronzo!” La voce era profonda e forte. Jonathan rabbrividì e sentì la pelle d’oca scendergli lungo la schiena. Non poteva vedere il suo eroe in faccia perché gli dava le spalle, ma gli piaceva comunque quello che riusciva a distinguere. L’uomo era più alto di lui di circa una dozzina centimetri. Aveva capelli neri e setosi, una corporatura muscolosa con spalle larghe il doppio di quelle di Jonathan. Indossava una camicia sotto un maglione leggero e un paio di jeans scuri che mostravano alla perfezione le gambe atletiche e il sedere sodo. Jonathan iniziò a fantasticare su come potesse essere quel corpo nudo, avvolto attorno al suo, su come potesse essere sentirsi circondati da tutti quei muscoli e da quella forza, ma fu interrotto dal suono delle oscenità che Nick stava gridando. “Vaffanculo, amico. C’ero prima io e me la vedo io con lui. Fatti gli affari tuoi!” “Questo è il mio bar, quindi sono affari miei. Te ne devi andare. Ora.” La voce era calma ma dura come l’acciaio. Nick evidentemente non percepì la cosa, ignorò l’ordine che gli era stato dato e, invece di andarsene, cercò di colpire l’uomo. Jonathan si alzò per cercare di calmare le acque, ma fu un errore. Nick si voltò di scatto e gli sibilò contro. “Vieni, Will Dragon,” sogghignò mentre sputava quel nomignolo così doloroso per le sue orecchie. “Ti offro da bere. Ho visto che mi guardavi il pacco. Non far finta di non volerlo. Ora vieni con me.” Nick allungò la mano per prendere il braccio di Jonathan ma l’uomo alto con i capelli scuri s'intromise, impedendogli di raggiungerlo e lo spinse via. Era incredibilmente forte e questo pensiero risvegliò l'erezione del ragazzo. “Esci dal mio bar. ORA!” Detto questo, il paladino di Jonathan prese il braccio di Nick, glielo ruotò dietro la schiena e spinse l’uomo verso la porta. Jonathan era spaventato e un po’ ubriaco per aver consumato la prima birra della AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. sua vita in pochi minuti, ed era distratto da quell’eroe sexy dai capelli scuri, ma stava resistendo bene. Si alzò per ringraziare il suo salvatore mentre l'uomo stava proprio tornando verso il tavolo. Fu in quel momento che Jonathan vide per la prima volta il viso che sovrastava quel corpo splendido. Oh mio Dio, quegli occhi… Quegli occhi blu profondo. “Stai bene, amico? Non ti ha fatto del male, vero?” “Sei tu,” mormorò Jonathan mentre cadeva a terra. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 4 QUANDO Jonathan si svegliò, era sdraiato sul pavimento con una giacca piegata sotto la testa, il suo cappotto che lo ricopriva e gli occhi più stupefacenti che avesse mai visto che lo stavano guardando intensamente. C’era così tanto da guardare tutto in una sola volta. Gli occhi blu profondo avevano delle striature color acqua marina e turchese che Jonathan non aveva notato subito. Il viso doveva essere stato liscio, anni prima, e ora era ricoperto da un lieve strato di barba appena accennata - come se non si fosse rasato per un giorno - che gli dava un’aria dannatamente sexy, e il corpo solido era scolpito e muscoloso. “Bentornato, Jonathan. Ci hai fatto spaventare da matti quando sei svenuto. Non pensavo di averti servito da bere tanto da farti perdere i sensi. Ho dato a quello stronzo solo due birre.” “Come… Come sai il mio nome?” L’uomo dagli occhi blu fece una risata profonda e poi un largo sorriso, mostrando i suoi denti bianchissimi e perfettamente dritti. Jonathan si chiese se per caso stesse per sentire un “ping” seguito da un lampo di luce come nella pubblicità di un dentifricio. “Ho guardato nel tuo portafoglio e ho trovato la tua patente di guida. Stavamo per chiamare l’ambulanza. Dai, amico, sei abbastanza cotto. Meglio che tu vada a casa. Posso chiamarti un taxi.” Jonathan non voleva andarsene. L’aveva trovato! Finalmente l’aveva trovato. “Uh. No, va tutto bene.” Jonathan cercò una qualsiasi scusa possibile per restare e poter così conoscere meglio l’uomo dei suoi sogni. “Non voglio lasciare qui la mia auto. Starò qui un po’ e mi AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. riprenderò. Voi ragazzi avete un po’ di caffè? ” Si rialzò e ondeggiò un po’, ma riuscì a restare in piedi. “No, amico. Abbiamo comprato una di quelle macchinette tuttofare ma si è rotta. Stiamo aspettando il tizio dell’assistenza già da due settimane. Probabilmente dovrei restituire quella dannata cosa e comprare una caffettiera da venti dollari.” L’uomo scosse il capo e roteò gli occhi. “Comunque, siamo in una zona tranquilla. La tua auto non dovrebbe correre rischi.” L’uomo guardò il viso di Jonathan, incontrò il suo sguardo e la sua espressione si addolcì. “Senti, al momento non sto lavorando, sostituisco solo il barista, che è fuori per una commissione. Dovrebbe essere qui tra una ventina di minuti. Se non ti dispiace aspettare, ti porterò io a casa con la tua auto. Non dovresti proprio guidare ora. Mi sembra che tu abbia ancora dei problemi a stare in piedi.” Jonathan aveva problemi a stare in piedi, ma non era per l’alcol che aveva consumato. Era a causa di quello sconosciuto. Stare così vicino all’uomo dagli occhi blu gli faceva diventare le ginocchia molli. “Non mi dispiace aspettarti. Grazie per l’offerta.” Jonathan tornò a sedersi sulla panca, appoggiò i gomiti al tavolo, mise il mento sulle mani e cercò di elaborare ciò che stava succedendo. Perché era seduto al bar e aspettava che un ragazzo eterosessuale lo portasse a casa? Cosa poteva mai nascere da una cosa simile? E quanto era ironico il fatto che si fosse ripromesso di non incontrare uomini nei bar e andare a casa con quelli appena conosciuti, mentre ora stava per fare entrambe le cose? Certo, l’ultima promessa che aveva fatto a se stesso era che non avrebbe fatto sesso con un ragazzo solo perché gli aveva detto una frase carina. Jonathan non avrebbe spezzato quella promessa, ne era certo, anche se non grazie al suo autocontrollo. L’uomo dei suoi sogni non gli avrebbe detto nessuna frase carina perché non aveva alcun interesse nel far sesso con lui. Non importava quanto Jonathan si stesse comportando in modo sciocco e autodistruttivo in quel momento, ma non riusciva ad alzarsi e ad andarsene. Non poteva allontanarsi dall’uomo dagli occhi blu. Ne era fortemente attratto. Era innamorato di lui e lo era stato sin dal primo AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. giorno che l’aveva visto, tre anni prima, quando teneva il suo bambino in braccio nella nursery dell’ospedale. Dopo circa quindici minuti, vide quell’uomo incredibilmente bello e con lo sguardo accattivante tornare verso il separé. “Come stai, Jonathan?” Quando sentì la sua voce gentile, Jonathan guardò in quegli occhi blu e caldi e il suo stomaco sfarfallò mentre il cuore gli si stringeva. “Tutto a posto. Sto bene. Io, umm, non ho capito il tuo nome?” Jonathan tese la mano, solo un po’ tremante, mentre chiedeva nervosamente il nome all’uomo dei suoi sogni e mentalmente si complimentava per il tono soave che aveva usato. Beh, vicino a essere soave tanto quanto era stato in altri momenti della sua vita. “David. Piacere di conoscerti, ragazzo.” David strinse la mano di Jonathan e si sedette di fronte a lui nel separé. Il suo sguardo incontrò quello del giovane e un sorriso gentile comparve sul suo splendido viso. Davvero, quel ragazzo sembrava appena uscito dalla copertina di una rivista. “David, posso andare a casa ora o ti serve che stia qui stasera?” Una ragazza carina con i capelli scuri si era avvicinata al tavolo senza che Jonathan se ne accorgesse. Non c’era da stupirsi visto era incantato dall’uomo che gli sedeva di fronte. La ragazza aveva un seno prosperoso, labbra perfette e stava guardando David con uno sguardo famelico che Jonathan riconobbe: era lo stesso sguardo che aveva lui quando si guardava allo specchio pensando a quegli occhi blu. “No, sono a posto, Denise. Posso mandare avanti la baracca finché non torna Eric e Raquel sarà qui tra poco. Puoi andare a casa.” David le rispose senza distogliere gli occhi da Jonathan. Denise si chinò e gli baciò una guancia. “Okay, ci vediamo dopo, bello.” Jonathan sentì un’ondata di travolgente tristezza pervaderlo. Voleva essere lui quello che, più tardi, avrebbe visto David a casa. La loro casa. Dove avrebbero potuto cucinare la cena insieme, guardare la televisione con Sam, andare a letto insieme, e… AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Stai bene? Sei molto pallido.” David allungò la mano verso il viso di Jonathan e gliela mise sulla guancia. “E’ la tua ragazza?” Jonathan strizzò gli occhi per l’orrore della domanda che gli era appena sfuggita dalle labbra. Non erano affari suoi ed era davvero una cosa strana da chiedere. Perché non poteva essere normale per una volta? David ridacchiò. La sua mano sinistra era ancora sulla guancia di Jonathan e, per la prima volta, il ragazzo notò che non si erano ancora lasciati quella destra dopo essersi presentati. “No.” Jonathan deglutì a fatica e la sua voce tremò quando fece la domanda successiva, sapendo che non avrebbe dovuto, ma completamente incapace di trattenersi. “Perché no?” Il pollice di David disegnò dei cerchi sul dorso della mano di Jonathan. “Non è il mio tipo. Troppe cose sopra e non abbastanza sotto. Non perdo tempo a fingere.” Oh Dio, quel tocco tenero, unito alla voce di velluto e a quegli occhi bellissimi puntati su di sé, era troppo. Il cervello di Jonathan si stava sciogliendo e il ragazzo non riusciva nemmeno a capire il senso delle parole di David. “Tempo? Sei… sei troppo impegnato per avere una ragazza?” La mano sulla guancia di Jonathan si spostò verso il suo orecchio, passando delicatamente sulla superficie prima di arrivare a massaggiargli la nuca. “Non troppo impegnato. Troppo gay.” La speranza riempì ogni parte del corpo di Jonathan. Gay. L'uomo dagli occhi blu era gay, era seduto di fronte a lui e lo stava toccando. Era reale? Non poteva essere vero. Doveva essere un sogno, giusto? Una patetica fantasia creata dal suo cervello disperato. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Shhh, baby, non piangere. Vuoi che ti porti a casa ora? Ho visto entrare Eric, il mio barista, quindi possiamo andare.” Un tocco caldo passò sulla guancia di Jonathan e gli asciugò le lacrime. Stava piangendo? Oh, questo sì che era imbarazzante. Un attimo. David l'aveva appena chiamato “baby”? Oh, ti prego, fa' che sia vero. “Non voglio andare a casa.” La voce di Jonathan era bassa, ma sperò che il significato delle sue parole fosse chiaro, perché non riusciva davvero a trovare il coraggio per dire di più. Era davvero possibile che questo bellissimo uomo volesse stare con lui? E poi, di nuovo, l'aveva davvero chiamato “baby”? David annuì, mostrando di aver capito, con uno sguardo tenero nei suoi bellissimi occhi. “Vuoi venire a casa con me, Jonathan?” “P-p-per favore.” Quegli occhi dolci e premurosi lo guardavano da un viso bello e gentile. “Okay. Non aver paura di me. Non ti farò del male.” Jonathan scosse il capo da una parte all'altra. “Non ho paura di te.” Di tutto e di tutti gli altri, forse. D’incasinare un'altra parte della sua vita. Di rompere uno degli strumenti di suo fratello o una delle pregiate palle da collezione in ceramica con la neve di sua sorella. Di deludere i suoi genitori, dato che era gay, non abbastanza sveglio, non abbastanza forte e non abbastanza motivato. Di non guadagnare abbastanza da assicurare una vita comoda per sé e Sam. Sì, aveva paura di tutte quelle cose ma non di David. Non avrebbe mai potuto avere paura dell'uomo con quegli occhi blu, così caldi e premurosi. Lentamente, molto lentamente, David uscì dal separé e fece un passo verso Jonathan, senza mai lasciargli andare la mano. Jonathan si alzò a sua volta da dietro il tavolo e si trovò con il petto contro quello dell’altro. La mano che teneva la sua lasciò andare la presa e risalì ai AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. suoi capelli, accarezzandoli, mentre l’altra gli afferrò possessivamente la vita. “Non ho idea di cosa stia succedendo qui, ma…” David si leccò le labbra gonfie e rosse e deglutì. Il movimento del suo pomo d’Adamo rubò il respiro a Jonathan. “Posso baciarti? Ho bisogno di baciarti.” Jonathan doveva aver annuito perché la sua linea dell’orizzonte si era mossa su e giù, ma il suo cervello sembrava essersi disconnesso. Restò fermo immobile mentre David si sporgeva verso di lui e quelle calde labbra – così morbide, così tenere – incontravano le sue. Dopodiché, Jonathan aprì la bocca e assaggiò il sapore di David per la prima volta. Mugolò e si sciolse contro quel corpo solido, con le braccia attorno alla vita di David, le dita sprofondate nei suoi muscoli sodi e la lingua che danzava con quella dell'altro. Jonathan gemette quando sentì l’erezione di David premuta con insistenza contro di sé. Il gemito si trasformò in un mugolio quando il ginocchio dell'uomo si fece strada tra le sue gambe e si spinse in avanti fino a quando Jonathan non si ritrovò con il pene premuto contro la coscia dell’altro. La mano dell’uomo gli solleticò la schiena mentre scendeva fino al suo sedere. David afferrò Jonathan e lo tirò verso di sé, sollecitandolo a muoversi contro la sua gamba mentre lui gli esplorava la bocca. I fianchi di Jonathan ondeggiavano avanti e indietro e i suoi gemiti e mugolii fluivano nella bocca calda di David. Anche se aveva paura di venire nei pantaloni, non riusciva a fermarsi. Era troppo bello. Il sapore di David, il suo aroma, il suo profumo. Proprio quando Jonathan arrivò al limite del piacere, David fermò il movimento con una presa salda sui suoi fianchi e parlò nella sua bocca. “Puoi aspettare, baby? Voglio assaggiarti quando vieni e non posso farlo qui.” La tenerezza presente nella frase che uscì dalle labbra di David lo travolse. Il pensiero della bocca di David sul suo pene - una cosa che nessuno aveva mai fatto -, il pensiero di David che voleva assaggiare il suo sperma - qualcosa che non aveva mai nemmeno pensato che qualcuno volesse fare... Oh, quei pensieri furono tutto ciò che gli ci volle per esplodere. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Oh, Dio!” Picchiò la fronte contro il petto di David e mugolò mentre veniva. “Porca puttana. Non ti stavi nemmeno muovendo e sei venuto.” La voce profonda dell'uomo scivolò su Jonathan, che tenne la testa bassa e distolse lo sguardo. Era mortificato. Era appena venuto nei pantaloni di fronte all’uomo dei suoi sogni. In un bar. Sì, era presto e il bar era essenzialmente vuoto e loro erano in un angolo buio, dove nessuno poteva vederli, ma David lo sapeva ed era tutto ciò che importava. Jonathan si preparò per la reazione di rigetto e aprì la bocca per scusarsi, ma le labbra dell'altro scesero di nuovo sulle sue e la sua lingua chiese il permesso di entrare, facendogli perdere il dono della parola. David leccò, mordicchiò, succhiò e gemette e, quando si staccò, le labbra di Jonathan erano gonfie e il ragazzo stava ansimando in cerca d’aria. David gli tenne il viso tra le sue grandi e calde mani e lo guardò negli occhi. “Tu sei la cosa più eccitante che abbia mai visto in tutta la mia vita. Non so da dove vieni, ma non ti lascerò mai andare. Vado a dire a Eric che me ne vado. Puoi andare a ripulirti, se vuoi. Il bagno è di là.” David fece un cenno con il capo verso la zona che si trovava alle spalle di Jonathan. Il ragazzo restò immobile e sbatté le ciglia un paio di volte, cercando di mantenere sotto controllo la testa che gli girava e il cuore che gli galoppava nel petto. Non aveva mandato tutto all’aria. Non sapeva né perché né come, ma David era ancora interessato. L'uomo guardò Jonathan per alcuni lunghi istanti. Alla fine, lasciò cadere le mani dal suo viso e si avviò verso il bar, dove un altro uomo stava pulendo il bancone nella zona più lontana da loro. Dopo aver fatto solo pochi passi, però, David si voltò, tornò rapidamente indietro, prese Jonathan tra le braccia e lo baciò di nuovo, premendosi contro di lui. “La cosa più eccitante di sempre. Sul serio. Dove sei stato per tutta la mia vita?” E con quelle parole David si allontanò di nuovo. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 5 IL FASTIDIO che gli dava lo sperma che si stava asciugando sulla sua pelle riscosse Jonathan dal torpore in cui l’aveva gettato David, così si avviò verso il bagno. Si appoggiò al lavandino e inspirò a fondo. Quando riuscì a recuperare il fiato e a schiarirsi le idee, si guardò i jeans e fu contento di trovarci solo una piccola macchia umida. Per fortuna, i suoi slip avevano catturato la maggior parte del suo seme. Si tolse le scarpe, si spogliò e buttò la biancheria nel cestino, pensando che andare in giro senza fosse preferibile al camminare sentendosi umido e appiccicoso. Sorrise per la fortuna che aveva avuto nel trovare David nella zona ovest di EC, fra tutti i posti possibili. Alla fine, avrebbe anche potuto evitare di andare a New York, anni prima. Oh beh, non aveva senso stare a rimuginare sugli errori del passato, ci sarebbe voluto troppo tempo e l’uomo dagli occhi blu lo stava aspettando. In più, finalmente, aveva un nome da accompagnare a quegli occhi: David. David e Jonathan. Suonava bene. Suonava giusto. Jonathan aprì il rubinetto, inumidì delle salviettine di carta e si ripulì. Era praticamente senza peli, quindi il suo sperma venne via facilmente dal suo basso ventre. Si concentrò sui corti peli pubici e, dopo qualche strofinata con la mano umida e una passata con le salviette di carta per asciugarli, si era ripulito del tutto. Indossò nuovamente i jeans e infilò i piedi nelle scarpe. Si chinò in avanti per allacciarsi le stringhe e in quel momento sentì un gemito alle sue spalle. Si voltò rapidamente e cercò contemporaneamente di sollevarsi, una combinazione che gli provocò una sfortunata collisione della testa contro il lavandino. “Ahi!” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David gli fu vicino prima che Jonathan si portasse la mano alla testa e l'uomo strofinò il punto in cui aveva sbattuto. “Mi dispiace. Non volevo spaventarti. Ero venuto a vedere se eri pronto per andare e tu eri piegato in avanti e, oh cavolo, devi sapere che tu hai un culo stupendo, e…” Il dolore alla testa sparì e Jonathan mosse le mani verso David per attirarlo in basso, per un altro bacio intossicante. Dannazione, Jonathan amava quei baci. Quell'uomo poteva farlo sciogliere dentro con le sue labbra, la sua lingua e il suo sapore. Aveva sempre immaginato che baciare sarebbe stato bello, ma non si era mai reso conto di quanto potesse esserlo. “Oh, amo baciarti. Non l'ho mai fatto prima. Lo sento così giusto.” Jonathan stava mormorando nella bocca di David, senza rendersi conto di parlare ad alta voce, solo seguendo le sue sensazioni. David gemette, lasciò cadere i cappotti che aveva con sé, mise le mani sul sedere di Jonathan e lo sollevò da terra. Il ragazzo annaspò sentendo quanto facilmente l’altro riuscisse ad alzarlo. Cavolo, quell'uomo era forte. Jonathan allacciò le gambe attorno alla sua vita e continuò a baciarlo, infilandogli le dita nei capelli. David strinse le piccole natiche di Jonathan e il ragazzo sentì la sua apertura fremere al ricordo di quanto fosse bello essere toccati lì. Gli era piaciuto essere penetrato anche da stranieri che non conosceva e non gli piacevano. Sarebbe stato così con David? L'uomo indirizzò entrambi verso il muro e vi premette Jonathan contro, così da avere abbastanza leva per potersi spingere con i fianchi contro quel corpo bello e snello. Jonathan mugolò e andò incontro a ogni spinta, con il membro di nuovo duro, mentre David gemeva contro il suo collo, succhiando e mordendo man mano che si spostava sulla sua pelle. “Dobbiamo uscire da qui. La porta del bagno non si chiude e io sono a due secondi dal farti piegare in avanti sopra il lavandino.” Era passato tanto tempo dall'ultima volta che Jonathan aveva avuto un altro uomo dentro di sé e avere questo uomo che glielo suggeriva non era una proposta che il suo cervello offuscato dalla lussuria potesse declinare. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Sopra il lavandino? Okay. Ti prego.” Jonathan annuì contro la bocca di David, pronto a fare qualsiasi cosa per stargli ancora più vicino e desideroso di sperimentare di nuovo quell'esperienza piena, sperando che fosse bella come se la ricordava. “Oh, dannazione, sei così voglioso. Cazzo, sei riuscito a essere ancora più eccitante. Non pensavo che fosse possibile.” David appoggiò a terra Jonathan, che emise un lamento in segno di protesta. Subito dopo, però, il ragazzo fu attirato contro un petto solido, mentre una mano gli accarezzava la schiena e la voce profonda di David lo rassicurava. “Ti darò quello che vuoi. Ma dobbiamo uscire da qui, Jonathan.” David si accovacciò, raccolse i loro cappotti, poi si rialzò e guidò il ragazzo fuori dal locale, tenendogli una mano sulla spalla. A Jonathan sembrava che l'uomo volesse far capire a tutti che stavano insieme e quella possessività lo eccitò incredibilmente. Nessuno aveva mai fatto niente del genere. Certo, lui non aveva mai voluto appartenere a nessuno se non all'uomo dagli occhi blu, quindi non aveva mai dato quella possibilità a nessuno. Quando arrivarono all'auto, David aprì la portiera per Jonathan e lo baciò di nuovo, poi attese che si sedesse all'interno prima di richiuderla. Jonathan reclinò il capo contro il poggiatesta e chiuse gli occhi. Quello che gli stava succedendo era fin troppo simile alle sue fantasie perché fosse vero. Non era possibile che l'uomo che aveva sognato per tre anni e mezzo lo chiamasse baby e lo stesse portando a casa. Si sarebbe risvegliato presto da quel sogno e sarebbe finita. Oh, beh... era meglio goderselo finché durava. Jonathan sentì una mano coprirgli il ginocchio e stringerlo delicatamente. Ruotò il capo per guardare David e aprì gli occhi. Quello sguardo blu e gentile incontrò il suo e un profondo senso di benessere lo pervase. “Stai bene, Jonathan?” “Mmm mmm.” “Bene. Abito in fondo alla strada. Dobbiamo solo fare una piccola fermata. Allora, dimmi qualcosa di te. So che ti avrei notato se vivessi qui e presumo che tu non sia davvero sceso dal paradiso, quindi dimmi AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. da dove vieni.” David gemette subito dopo aver finito la frase. “Non posso credere di averlo appena detto. Cancella la frase del paradiso, okay? Giuro che di solito mi escono meglio di così.” Jonathan rise forte, sentendosi rilassato e felice in compagnia di quest'uomo così attento e incredibilmente bello ma schivo. “Sono cresciuto qui, a EC West, ma mi sono trasferito a New York qualche anno fa. Sono tornato da un paio di settimane.” “New York, eh? Avevo una famiglia là, ma…” La voce di David di spense e Jonathan si chiese il perché. Sapeva che probabilmente stava per dirgli del bambino che teneva tra le braccia quando Jonathan l'aveva visto per la prima volta, ma poi si era fermato. Forse c'era stato un problema con la custodia legale quando la madre del piccolo si era resa conto che David era gay. Però l'idea che David avesse tenuto nascosta quell'informazione era completamente in contrasto con quello che aveva detto prima riguardo al non fingere. “Okay, stai qui seduto un attimo. Torno subito.” David parcheggiò l'auto, sganciò la cintura di sicurezza e si chinò verso Jonathan per un bacio veloce, poi aprì la portiera e scivolò fuori mostrandosi in tutta la sua altezza. Il tutto fu fatto in modo così casuale e spontaneo che a Jonathan sembrò quasi che stessero insieme da anni invece che da pochi minuti. Guardò attraverso il parabrezza e vide che erano parcheggiati davanti ad un ristorante italiano. Non passò molto tempo prima che David tornasse portando con sé due borse piene. Le sistemò sul sedile posteriore, ma il loro odore delizioso riempì l'intero abitacolo. “Hai mai mangiato da Magiano? E' il miglior ristorante italiano a EC West.” Lo stomaco di Jonathan brontolò, ricordandogli che aveva saltato il pranzo e che non aveva ancora cenato. David ridacchiò. “Mi fa piacere che tu abbia fame. Ho preso lasagne vegetariane, ravioli di aragosta e pollo alla cacciatora. Oh, e insalata caprese.” David uscì dal parcheggio e lanciò delle occhiate veloci a Jonathan mentre guidava. “Cosa?” Sorrise verso il passeggero, poi mise la mano sul suo ginocchio e lo strinse. “Davvero, cosa c'è? Hai un'espressione strana.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. L'espressione era più “sognante” che “strana,” ma David non sapeva cosa dire senza causare un'altra ondata di rossore sul viso del suo compagno e senza sembrare un arrogante. “Mi hai preso la cena. Nessuno mi aveva mai preso la cena.” Il cuore di David s'incrinò un po' per quella confessione, ma tenne sotto controllo la propria reazione e si assicurò di avere un'espressione neutrale. Jonathan si morse la lingua e si obbligò a smettere di parlare prima di ammettere di non essere mai uscito per un appuntamento e che questa cosa con David era la relazione più lunga che avesse mai avuto. E lo era, se il fatto di essersi lasciato scopare da Ray trenta minuti dopo averlo conosciuto costituiva una relazione. Non considerava nessuno degli altri uomini, perché non aveva scambiato che due parole con loro durante il paio di mesi durante i quali aveva lavorato per lo studio. Beh, niente più di “più forte,” “più a fondo,” e “oh, sì,” ma quelle parole probabilmente non costituivano una conversazione. Gesù, era davvero patetico. Doveva assicurarsi che David non scoprisse mai del suo passato. “Sono onorato di essere il primo, Jonathan.” Jonathan lo guardò attentamente, ma non vide altro che sincerità nei suoi occhi. Si rilassò e restituì il sorriso che David gli stava facendo. “Eccoci qui. Visto? Te l'ho detto che non era distante. A dire il vero potrei arrivare al Where Cowboys Dream a piedi, ma ero a casa di un amico stasera quando Eric mi ha chiamato per dirmi che gli serviva che lo sostituissi durante le commissioni, così mi sono fermato sulla via di casa per aiutarlo.” Jonathan uscì dall'auto e guardò la casa più bella che avesse mai visto. Era buio fuori, quindi non riusciva a identificarne tutti i dettagli, ma vedeva chiaramente un tetto inclinato in stile Tudor, finestre a forma di diamante, un camino in mattoni e pietre a vista. Il cortile era enorme, con abbastanza spazio su entrambi i lati della casa per farcene stare ancora due se non fosse stato per gli alberi che riempivano l'area e facevano ombra. L'intero posto sembrava una casetta nel bosco uscita da una favola. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan seguì David verso il portico antistante ed entrò, mentre l'altro gli teneva la porta aperta. L'edificio, probabilmente, doveva avere circa cento anni, ma era stato ovviamente restaurato. Il pavimento di legno risplendeva e le pareti in gesso non avevano nemmeno una crepa. Non una cosa facile per una casa di quel periodo. I due uomini si trovavano in piedi nell'ingresso spazioso. C'era una consolle in noce contro una parete, con sopra una lampada in ceramica rossa e uno specchio dorato appeso al muro, un antico appendiabiti in un angolo e una panca imbottita appoggiata alla parete opposta. Alla loro destra c'era un salotto enorme e molto bello, arredato con un divano ad angolo disseminato di cuscini di seta e velluto nelle tonalità del marrone e del rosso. Il muro dietro una parte del sofà aveva le finestre a forma di diamante che Jonathan aveva notato da fuori, ed erano coperte con un tessuto sottile affiancato da drappi di seta grezza. L'altro lato del divano era di fronte a Jonathan, quindi non poteva vedere esattamente cosa c'era appoggiato dietro lo schienale, ma pensò che dovesse essere una specie di tavolo perché si vedeva spuntare un vaso antico e una bella ciotola di ceramica. Due tavolini diversi tra loro ma perfettamente coordinati affiancavano le estremità del divano e un tavolino da caffè in rame, di forma ottagonale, era posizionato sul davanti. Una poltrona di pelle e un'ottomana erano sistemate a fianco dei due tavolini secondo una prospettiva ben precisa. Un grande televisore a schermo piatto, montato sopra il caminetto e direttamente di fronte al sofà, completava lo spazio. La sala da pranzo era alla loro sinistra. Un tavolo quadrato di legno scuro stava al centro stanza con due sedie di cuoio imbottite su ognuno dei quattro lati. Un lampadario retrò cromato era appeso sopra il tavolo. La parete con le finestre che dava sul davanti della casa era ricoperta dagli stessi drappi pesanti che adornavano il soggiorno. Di fronte, c'era una credenza con tre ante e, appeso sopra di essa, c'era un dipinto astratto a olio con striature di rosso, viola e nero, combinate in modo che, secondo Jonathan, dessero l'idea un ciclone. Vetrine illuminate affiancavano una porta ad arco sulla parete di fondo. Jonathan non si era mai trovato in un ambiente ammobiliato così riccamente. La casa dei suoi genitori era arredata con elementi malmessi e spaiati che avevano ereditato dalla famiglia o preso nei mercatini o nei negozi che vendevano cose di seconda mano. Il suo AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. monolocale a New York era messo ancora peggio. Cercando di scacciare l'attacco d'ansia improvviso causato dalla paura di non poter far parte della vita di David, Jonathan chiuse gli occhi e reclinò il capo all'indietro. Quando fu sicuro che non avrebbe smesso di respirare, li riaprì e notò che i soffitti in cartongesso avevano degli incredibili motivi a forma di diamante. David lasciò la borsa con il cibo e premette il petto contro la schiena di Jonathan, avvolgendogli le braccia attorno alla vita. Era stupito di quanto sentisse naturale la vicinanza con quel ragazzo che aveva appena conosciuto, soprattutto perché lui non era un tipo espansivo. Seguì lo sguardo di Jonathan verso il soffitto. “E' stato fatto a mano quando è stato costruito questo posto. E' una delle ragioni per cui ho comprato questa casa. Non riesci a trovare un lavoro così particolare nei nuovi edifici. E poi è stato un buon investimento: è stata ceduta dalla banca dopo un pignoramento a un prezzo davvero basso. L'ho presa al volo. Ho dovuto rifare i bagni e la cucina era un disastro, ma a parte questo era in buono stato. I precedenti proprietari avevano già rifatto gli impianti idraulici ed elettrici.” Baciò il collo di Jonathan, strofinò il viso contro di esso e lo strinse per un'ultima volta prima di staccarsi da lui con un sospiro di rammarico. “Devo darti da mangiare prima di perdere completamente il controllo sul mio corpo. Quando quel poco che mi è rimasto se ne sarà andato, ti trascinerò a letto e non ho intenzione di lasciarti andare per molto tempo. Hai bisogno di energie, quindi mangiamo.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 6 DAVID aveva appena iniziato a chinarsi per sollevare le borse con il cibo che aveva lasciato nell'ingresso, quando Jonathan si voltò e gli balzò addosso. Improvvisamente, l’uomo si ritrovò fra le braccia un uomo eccitante ed eccitato che gli baciava le guance, il mento, il collo, e lasciava correre le mani sul suo corpo. Jonathan stava facendo tutto il possibile per provare a se stesso che quel momento era reale, che era davvero lì con David, e che l'uomo dagli occhi blu lo voleva davvero. Aveva bisogno di riempire tutti i sensi con l'uomo dei suoi sogni. “Gesù, cazzo, Jonathan, se non ti fermi, io -” “Non mi fermo. Non è di cibo che ho fame,” mormorò Jonathan nell'orecchio di David, poi si lasciò cadere in ginocchio, gli aprì i jeans e glieli abbassò fino alle caviglie. Si prese qualche momento per strofinare il viso contro l'erezione dell'altro uomo attraverso gli slip neri e sexy, sentendola bagnarsi completamente, prima di abbassare il tessuto ed esporre quello che pensò essere il pene più seducente che avesse mai visto. Era di un colore un po' più scuro del resto del corpo, con le vene pulsanti che correvano dalla base alla punta perfettamente disegnata. Era parecchio più lungo della media ed era grosso. Jonathan sapeva che avrebbe dovuto impiegare tutte le abilità che aveva appreso grazie alla sua vecchia professione per essere in grado di prenderlo in bocca completamente. Voleva assaporare il momento, andare piano e godersi ogni secondo, ma non appena la sua lingua diede la prima leccata al sesso di David, seppe che non sarebbe stato in grado di aspettare. Una delle cose migliori dello studio in cui Jonathan aveva lavorato era la loro AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. politica rigida sulla sicurezza, il che significava indossare sempre il preservativo, in ogni momento. Quindi, nonostante la sua vasta esperienza nel succhiare uccelli, Jonathan aveva sempre e solo assaggiato latex. Leccò il membro di David e si ritrovò incredibilmente eccitato per quel sapore inaspettato e per la sensazione che gli dava la sua pelle. Percepiva un accenno di sudore, l'odore del sesso, dato dalle prime gocce che erano scivolate lungo l'asta, e la consistenza setosa della pelle che lo ricopriva. Jonathan gemette di piacere assaporando quell'uomo e si dimenticò il proposito di andarci piano. Si tuffò su David e prese il suo pene fino in gola, ricoprendolo di calore umido fino alla radice. “Oh, mio Dio! Gesù, Jonathan. Come… come… oh, Dio. Com'è bello,” gemette David. Un brivido di soddisfazione attraversò il corpo di Jonathan quando sentì la gioia e l'ammirazione nella voce di David. E dannazione, gli era sempre piaciuto avere un uccello in bocca. Gli era mancato, gli era mancato come quella durezza gli tendeva le labbra, gli premeva contro la lingua e in gola. Succhiò disperatamente, deglutendo attorno alla punta, ritirando poi la bocca, stringendo il più possibile prima di tuffarsi in avanti di nuovo. Continuò in quel modo, succhiando, deglutendo, muovendo la testa su e giù, mentre David continuava a gemere e proferire parole di shock e di piacere. “Sto per venire, baby. Non riesco a trattenermi. Sei così bravo. Davvero, davvero bravo.” David cercò di avvisare Jonathan in modo che potesse spostarsi in tempo, ma lui fece solo un suono simile a un “mmm” e aumentò la suzione e la velocità dei suoi movimenti. David gli accarezzò amorevolmente i capelli, poi vi sprofondò le dita e gli tenne ferma la testa mentre si spingeva in quella bocca accogliente. Onde d'estasi s'infransero nel suo corpo e i gemiti lasciarono la sua bocca esprimendo il suo puro piacere mentre si lasciava andare fra le labbra di Jonathan. David reclinò la testa all'indietro contro la porta, chiuse gli occhi e cercò di recuperare il fiato. Quando li riaprì, guardò verso il basso e vide Jonathan ancora sul pavimento che gli leccava il sesso con reverenza. Oh, questo era davvero troppo da sopportare per chiunque. “Troppo sensibile. Vieni qui, baby.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David si chinò e sollevò Jonathan finché non fu in piedi. Il giovane, a dire il vero, mugolò quando fu separato dall’erezione del suo compagno. E non era forse questo un modo per incoraggiare l'ego di un uomo? David non sapeva cosa avesse fatto per meritarsi questa persona meravigliosa, gentile e così infatuata di lui nella sua vita, ma si sarebbe assicurato di dimostrargli il suo apprezzamento. Baciò sonoramente Jonathan, infilandogli la lingua in bocca e circondandogli la vita stretta con le braccia. “Soggiorno.” Si richiuse i jeans e poi sollevò il ragazzo, che gli intrecciò le caviglie dietro la schiena e spinse il sesso duro contro quello di David, apparentemente d'istinto. Lo portò nel soggiorno, diede un calcio al pouf laterale e lo adagiò ulla poltrona. Guardò verso il basso e si preparò ad adorare quell'uomo bellissimo che si trovava sotto di lui. Le labbra di Jonathan erano gonfie, la sua pelle era arrossata per l'eccitazione e il suo membro duro stava cercando disperatamente di uscire dalla prigionia dei pantaloni. David gli aprì il bottone, abbassò la zip, e annaspò quando si rese conto che Jonathan non indossava la biancheria. Fu tutto ciò che servì alla sua erezione per contrarsi nel tentativo di risvegliarsi. L'uomo gemette e si lasciò cadere in ginocchio tra le gambe aperte del suo compagno. “Solleva i fianchi, baby.” Jonathan mugolò e sollevò il sedere, così che David potesse abbassargli i pantaloni. Le mani grandi dell'uomo gli accarezzarono i testicoli, li avvolsero e li massaggiarono gentilmente. David alternò le sensazioni contro quelle sfere sensibili sostituendo le carezze lisce della mano con lo strofinamento delicato della sua guancia e della sua barba ruvida, godendo dei gemiti che provenivano da Jonathan. Rimpiazzò poi lo sfregamento ruvido con la morbidezza della lingua umida e, per finire l'alternanza di sensazioni, succhiò ognuno dei due testicoli nella sua bocca calda. In seguito, David si dedicò al sesso di Jonathan, sfregando contro di esso la peluria della sua guancia per poi leccarlo dalla base alla punta, strofinando il viso contro il glande e arrotolando la lingua attorno all'asta mentre tornava verso il basso. Jonathan era seduto sulla poltrona, con la testa reclinata all'indietro e le mani chiuse a pugno ai suoi lati, ed emetteva suoni AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. strozzati che diventavano sempre più forti. Dopo alcuni minuti, i mugolii del ragazzo cominciarono a diventare vere e proprie urla e David provò quasi compassione per lui, così decise di andare al sodo. Diede un'ultima leccata al pene di Jonathan e poi ne prese l'intera lunghezza in bocca, succhiando con decisione. “Oh! David, sì!” Jonathan gridò e venne, e tutto il suo corpo rabbrividì. David gemette in apprezzamento e deglutì ogni goccia, prima di dare qualche leccata alle parti esposte del suo amante e richiudergli i pantaloni. Quando si rialzò e si chinò per baciare Jonathan, vide delle lacrime scendere sul viso del ragazzo e notò che tutto il suo corpo stava tremando. Il petto di David si contrasse e improvvisamente l'uomo si rese conto che avrebbe fatto di tutto perché ciò che stava sconvolgendo Jonathan passasse subito. “Jonathan? Baby, cosa c'è che non va? Ti ho fatto male?” Jonathan scosse il capo e allungò una mano tremante verso il suo compagno. David reagì immediatamente sollevando il ragazzo, sedendosi al suo posto e prendendolo in braccio. “Shhh. Cosa c'è che non va, baby?” David accarezzò in modo circolare la schiena dell'altro uomo e cercò di calmarlo. Jonathan gli sprofondò il viso contro il collo e un ultimo brivido attraversò il suo corpo. “Non c'è niente che non vada. E' stato così bello.” La voce di Jonathan era dolce e piena di meraviglia. “Non sapevo che sarebbe stato così. Non avrei mai immaginato che potesse essere così bello. Grazie.” Baciò il collo di David. “Grazie.” Si spostò fino alla sua bocca e gli diede un altro bacio gentile. “Grazie.” David era scioccato e non sapeva cosa rispondere. Aveva sentito il commento di Jonathan di poco prima, nel bagno del bar, riguardo al fatto di non aver mai baciato prima d'allora, ma l'aveva accantonato quando il ragazzo gli aveva chiesto di essere scopato contro il lavandino (non proprio la richiesta di un vergine). In più, il pompino che Jonathan gli aveva fatto all'ingresso non poteva essere il primo che faceva. David aveva fatto sesso con diversi uomini in passato, alcuni con una vasta esperienza, ma nessuno di loro era mai riuscito a AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. prenderglielo in bocca per tutta la lunghezza, nemmeno lontanamente. Eppure Jonathan l'aveva fatto senza quasi battere ciglio e di certo senza nemmeno un conato di vomito. David continuò ad accarezzargli la schiena mentre cercava di trovare il modo per esprimere la sua confusione. “Era la prima volta che qualcuno ti faceva una cosa simile, baby?” Jonathan arrossì e annuì. Si mosse contro David cercando di sprofondare ancora di più in quell'abbraccio muscoloso. “Ma l'avevi fatto prima?” Jonathan annuì di nuovo e, se possibile, il suo colore scarlatto divenne più intenso. David non voleva imbarazzarlo, ma aveva bisogno di capire la dicotomia della sua esperienza, così gli fece un'altra domanda. “E tu hai, umm, fatto sesso prima d'ora? Sei, ehm, stato penetrato?” Un piccolo cenno fu la sola risposta di Jonathan. Okay, quindi questo ragazzo non era mai stato baciato, non gliel'avevano mai succhiato, ma qualcuno si era preso il piacere sia dalla bocca che dal culo di Jonathan. Visti i lineamenti delicati del ragazzo e la sua figura snella, David pensò che, probabilmente, potesse essere stato uno di quegli stronzi che pensava di non essere davvero gay se tutto ciò che faceva era scoparsi un ragazzo o farselo succhiare senza dare niente in cambio. O forse era uno di quegli studenti di college, gay solo fino a quando non conseguivano la laurea. Egoista figlio di puttana! David si sentì colpire dall'ondata di rabbia più potente che avesse mai provato. Aprì la bocca per parlare a Jonathan, per fargli sapere che chiunque fosse il suo ex, lui si meritava di meglio e che lo avrebbe avuto d'ora in avanti, ma Jonathan alzò il capo e guardò David con un'espressione tormentata. “Possiamo non parlare di questo? Per favore?” lo pregò. La sua voce era così debole e il suo sguardo così implorante che il cuore di David si spezzò. Beh, lui voleva solo che Jonathan stesse bene, e se ciò significava tenere il suo ex fuori dalla conversazione, a lui andava bene. Gli avrebbe dimostrato con le azioni ciò che provava, così AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. che non ci fossero dubbi riguardo al fatto che le cose sarebbero state diverse con David da com'erano state con chiunque ci fosse stato prima di lui. David prese un profondo respiro e sorrise a Jonathan. “Mangiamo qui o in cucina? Anche la sala da pranzo è una possibilità ma ho vissuto due anni in questa casa e non l'ho mai usata. La sento troppo grande o soffocante, non so, e poi non invito spesso le persone - o mai a dire il vero - quindi...” Il sorriso di Jonathan illuminò la stanza e David notò le sue fossette per la prima volta. Il respiro gli si bloccò nel petto. Dannazione, Jonathan era davvero affascinante. I capelli scuri gli andavano un po' da tutte le parti, il viso era spigoloso e la mascella ben definita riusciva a essere sia mascolina sia delicata, la sua figura era snella ma con un sedere sodo e sporgente, la bocca era ampia e gli occhi d'argento. Non blu, non grigi, ma argento. Quell'uomo era ipnotizzante, una combinazione data dal suo essere dannatamente sexy e adorabile allo stesso tempo. David lo trovava irresistibile. Accarezzò con il pollice le labbra di Jonathan. “Quel sorriso è per il cibo? Mi sembrava di aver capito che non avessi fame.” “Beh, prima ero distratto ma, ehm, ho fame. Il sorriso, però, non è per il cibo, è perché mi fai stare bene, tutto qui. Stare con te mi rende felice.” Jonathan arrossì quando il suo cervello registrò ciò che la sua bocca aveva appena detto. Veramente poco fico. Avrebbe spaventato quell'uomo se non avesse smesso di sembrare un ragazzino depresso. “Questa è la cosa più che bella che mi abbiano mai detto, Jonathan. Io voglio farti felice.” David non era sicuro di cosa fosse più strano: il fatto che tutto ciò che usciva dalla sua bocca quando stava con Jonathan fosse dannatamente melenso, o il fatto che intendesse davvero ciò che diceva. Scrollò le spalle, decidendo di non pensarci troppo. Aveva reso felice il suo dolce, delicato e fiducioso ragazzo. Era tutto ciò che importava. “La cucina va bene. Sono un po' imbranato e non vorrei rovinarti il divano.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan arrossì per quell'ammissione ma era meglio essere onesti che rovinare la mobilia costosa. David si alzò e lo portò con sé. Mise la mano alla base della sua schiena e lo guidò verso l'ingresso, dove raccolse le borse con il cibo prima di condurre entrambi nella sala da pranzo e verso la porta ad arco. “Il divano è a prova di macchia, comunque. Ceno lì quasi tutte le sere mentre guardo la TV, quindi ha ricevuto la sua buona dose di disastri. Caleb, il mio amico che ha decorato questo posto, mi ha assicurato che non ci sarebbe stato modo di rovinarlo. La cucina è comunque meglio in ogni caso, così saremo vicini alle bevande. A dire il vero, il frigorifero e il microonde sono le uniche cose che uso in quella stanza.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 7 QUANDO arrivarono in cucina, Jonathan capì perché David non la usava. Lo spazio era buio, con dei pannelli impiallacciati scrostati sui muri, mobiletti in laminato rovere ed elettrodomestici verde avocado. “Sì, lo so. Rimodernamento tragico degli anni settanta. Scommetto che le cose originali erano belle, ma uno dei precedenti proprietari le ha buttate in quello che penso sia stato un weekend sotto acido da faccio-tutto-io. Questa stanza è l’ultima sulla lista delle mie cose da fare. Beh, questa e le stanze da letto perché sono praticamente vuote. Oh, e il cortile. Tutto qui: cucina, camere e cortile.” David rise e si passò le mani tra i corti e lucenti capelli neri. Jonathan sentì le dita fremergli per il desiderio di fare lo stesso. “Siediti e dimmi cosa vuoi bere. Sono un disastro in cucina, quindi il frigorifero è solo un ricettacolo di bevande e, occasionalmente, di contenitori per cibi d’asporto. Birra? Vino? Una bibita? Acqua?” David indicò le due sedie non coordinate che stavano vicino al bancone, sul lato dove si abbassava ad altezza tavolo. Una delle sedie aveva lo schienale intrecciato, con parecchie parti rotte, e l’altra aveva il sedile imbottito con un buco dal quale s’intravedeva il materiale all’interno. “Il proprietario precedente le ha lasciate qui quando si sono trasferiti. Ho pensato di aspettare di rimodernare l’intera stanza prima di sostituirle, ma chissà quando lo farò.” Jonathan non ne sapeva molto dei prezzi delle case a Emile City, ma sapeva quali zone erano perlopiù abitate da operai, come quella dov’era cresciuto e dove vivevano ancora i suoi genitori, e quali erano quelle di livello più alto, come quella dove si trovava in quel momento. Era un dato di fatto che la casa di David si trovasse in una parte costosa AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. della città e, considerando l’ampio lotto sul quale si trovava e le incredibili condizioni dell’edificio, cucina a parte, sapeva che David doveva avere molti soldi. Eppure, il suo atteggiamento era di una persona che non si concentrava sulle cose materiali che lo circondavano, e questo confortava Jonathan. Dopotutto, non sarebbe mai stato in grado di eguagliare le entrate di David, visto che era solo un famoso cuoco e un lavapiatti. Okay, no, nemmeno famoso. “Prendo da bere.” Jonathan andò al frigorifero e aprì la porta. Dovette strattonarla con forza per farcela. David rise e fece spallucce. “Non so se è la chiusura arrugginita, le cerniere ridotte male, o se è una specie di piano per fare la dieta: perdere cinque chili in una settimana rendendo il tuo frigorifero difficile da aprire, in modo che tu non riesca ad arrivare al cibo.” Jonathan sorrise e usò il proprio peso per tenere aperta la pesante porta mentre cercava all'interno del frigorifero. Prese una bottiglia d'acqua per sé e poi guardò David con aria interrogativa. “Anche a me va bene l'acqua. Grazie.” Due bottiglie d'acqua dopo, Jonathan era seduto al bancone e guardava David cercare nei cassetti. Non poteva credere di essere seduto nella cucina dell'uomo dei suoi sogni ed essere sul punto di dividere con lui una cena favolosa. E che quell'uomo fosse così dannatamente carino. Ed eccitante. Enormemente eccitante. Quello non poteva certo dimenticarlo. Carino ed eccitante. Jonathan si portò la mano destra al gomito sinistro e si pizzicò abbastanza forte da sobbalzare e mugolare. Quando si guardò attorno e vide che era ancora nella cucina di David invece che nel suo letto dopo essersi svegliato dal miglior sogno della sua vita, Jonathan portò lo sguardo sul padrone di casa, sperando che non l'avesse visto muoversi. Il sorriso divertito sul viso perfetto di David, però, fece capire a Jonathan che il pizzicotto non era passato inosservato e la cosa scatenò un rossore generale su tutto il suo corpo. David stava prendendo dei piatti di carta dal mobile (non aveva dei veri piatti, quindi ci metteva quelli di carta) quando vide Jonathan chinare la testa e diventare nuovamente tutto rosso, così si avvicinò al AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. bancone, appoggiò i piatti e gli accarezzò le braccia. Capiva che era imbarazzato e non era la prima volta che succedeva quella notte, ma la verità era che David trovava l'esuberanza e l'onestà di Jonathan rivitalizzante e accattivante. “Sei bello, adorabile e sexy. Non posso credere che tu sia seduto nella mia cucina. Forse dovresti pizzicare me, perché probabilmente sono io quello che sta sognando.” La postura di Jonathan si raddrizzò e il ragazzo regalò a David un sorriso pieno di gratitudine. David gli baciò la guancia e poi prese delle cucchiaiate di cibo dai contenitori del take away e lo mise nei piatti. “Non so se riesco a mangiare tutto.” David guardò prima il piatto traboccante che aveva servito a Jonathan, poi quell'uomo snello e considerò la porzione. Scrollò le spalle e sorrise. “Hmm. Beh, insomma. Mangia quello che riesci e il resto lo metteremo nel frigorifero per dopo. Il microonde funziona, quindi puoi sempre riscaldarlo se ti svegli affamato per uno spuntino di mezzanotte.” Quegli occhi d'argento brillarono mentre Jonathan cominciava a dedicarsi al suo cibo. “Grazie.” “Non c'è di che.” David si rese conto di ciò che aveva detto solo quando stava ingoiando il secondo boccone della cena. Alzarsi di notte per uno spuntino di mezzanotte... cosa che implicava che Jonathan si sarebbe fermato per la notte. Certo, quello era stato l'intento di David sin dal momento in cui aveva invitato quell'uomo intrigante a casa sua, solo che non ci aveva davvero riflettuto sopra. David non aveva mai rimorchiato nei bar o sui siti internet adibiti a quello scopo. Preferiva fare sesso dentro i confini di una relazione. Eppure, pur avendo avuto diversi compagni a lungo temine in passato, David poteva contare sulle dita di una mano - e senza usarle tutte le volte che aveva condiviso il letto con uno di loro fino alla mattina seguente. Inoltre, nessuna di quelle occasioni era stata pianificata. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Erano più che altro dovute al fatto di aver bevuto troppo per guidare o al fatto di non aver l'auto per potersene andare. Per di più, non aveva mai permesso a un altro ragazzo di passare la notte a casa sua. Infatti, David non aveva mai invitato nessuno dei suoi precedenti fidanzati, né nella stanza al dormitorio né nel suo appartamento, perché voleva evitare le conversazioni impacciate postsesso di mattina presto. Andando a casa loro, avrebbe fatto sesso, si sarebbe sorbito le obbligatorie coccole post-coito per il più breve tempo possibile, e poi sarebbe tornato a casa sua e avrebbe avuto un po' di tempo per se stesso e per dormire senza che nessuno gli rubasse le lenzuola. Infine, si sarebbe svegliato e non avrebbe dovuto condividere il bagno con nessuno. Quindi perché, per la prima volta in vita sua, David aveva rimorchiato un ragazzo al bar e l'aveva portato a casa? E perché, tutto a un tratto, David non voleva far altro che andare a dormire con le braccia avvolte attorno all'uomo che gli sedeva accanto e poi svegliarsi vedendo quello stesso bellissimo uomo nel suo letto? Si rese conto che non aveva senso, ma la cosa lo faceva sentire bene e gli sembrava giusto così. E Jonathan sembrava pensarla esattamente come lui. Un sorriso timido nella sua direzione lo riscosse dalle sue riflessioni. “Non hai mangiato niente e io sono quasi arrivato a metà di questa montagna di cibo degna di Bigfoot. Va tutto bene?” David scosse il capo e tornò a essere presente. “Scusa. Ero perso nei miei pensieri. Allora, dimmi qualcosa di te.” Gli occhi d'argento guardarono verso il basso e Jonathan spinse il cibo residuo con la forchetta attorno al piatto. “Cosa vuoi sapere?” La sua voce era bassa, quasi un sussurro. David ingoiò il boccone di lasagne che aveva appena messo in bocca. “Sai, il solito. Dove sei nato? Cosa fai per vivere? I tuoi genitori sono ancora sposati? Hai dei fratelli? Sei religioso? Qual è il tuo più oscuro e profondo segreto e la tua fantasia sessuale più estrema? Le solite informazioni di rito.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan sembrò in preda al panico fino a quando David non gli fece l'occhiolino. Okay, stava scherzando. Era uno scherzo. Non che a Jonathan importasse qualcosa di rispondere alla maggior parte delle domande, ma le ultime due avrebbero fatto concludere la nottata di colpo. Davvero, come avrebbe reagito David se Jonathan avesse risposto onestamente: “Il mio segreto più oscuro è che ero abituato a farmi scopare da una gang-bang per vivere e la mia fantasia sessuale più estrema è diventata realtà stanotte perché era quella di poterti baciare.” Sì, quello avrebbe simultaneamente disgustato e spaventato David. “Umm. Vediamo. Sono nato qui a Emile City. Ho vissuto a EC West per tutta la vita. I miei genitori sono ancora sposati. Si sono incontrati alla Kennedy High. Ho un fratello, Brennan, che ha sei anni più di me, e una sorella, Shannon, che ne ha otto in più. Sono stato cresciuto come cattolico, ma non sono praticante. E riguardo a quello che faccio, lavoro per mio fratello nel ristorante di famiglia.” “Che ristorante? Probabilmente ci sono stato. Ti ho detto della mia inettitudine per tutto ciò che riguarda la cucina? Io e i ristoranti siamo così.” David incrociò le dita e ridacchiò. “Il The Dubliner. E' un pub e un ristorante irlandese. Non è proprio a EC West ma nemmeno in centro. Diciamo che si trova sul confine.” David annuì e ingoiò il suo ultimo boccone. “Certo. Ci sono stato alcune volte. Buon cibo, bella atmosfera.” “E’ quello, sì. Ora è il tuo turno.” Ancora due bocconi e un sorso d'acqua e David si pulì la bocca con un tovagliolo di carta, allungò le gambe e si adagiò all'indietro, con le braccia muscolose incrociate sul petto massiccio. “Okay. Sono nato in California ma ci siamo trasferiti molte volte. Mio padre stava facendo carriera, quindi dovevamo continuamente spostarci dove c'era l'opportunità successiva. Siamo arrivati a Emile City durante il liceo e mi piaceva, quindi sono rimasto, anche se mio papà si è trasferito a New York quando avevo diciannove anni. Non sono di nessuna religione, non sono stato cresciuto frequentando una chiesa specifica e non ho mai sentito il desiderio di trovarne una da AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. adulto. Sono un agente immobiliare ed è così che ho avuto questa casa. Sono abbastanza fortunato da avere delle dritte prima che arrivino sul mercato, come in questo caso. Stessa cosa con il Where Cowboys Dream: pignoramento della banca, prezzo eccellente e così l'ho preso al volo. Ho un manager che lo manda avanti quindi non devo fare molto, a parte, sai, passare ogni tanto e comprare una macchinetta per il caffè.” David fece l'occhiolino. Jonathan sorrise. Era completamente concentrato su David e sulle informazioni che stava condividendo con lui. Voleva sapere tutto il possibile dell'uomo che aveva occupato le sue fantasie per più di tre anni. E, fino ad allora, gli piaceva quello che aveva sentito. “E' fantastico. Mi piace davvero quel bar. E' una bella cosa che tu l'abbia comprato prima che qualche grossa compagnia lo trasformasse in una catena di caffetterie o qualcosa del genere.” David rise. “Già. Sono un grande sostenitore dell'idea di investire in ristoranti e negozi locali. A dire il vero, EC West è un ottimo posto per farlo. Non abbiamo nessuna grande catena o supermercati qui. Sono perlopiù nella parte nord e anche in quella est, ma quest'area ha molto più carattere.” Jonathan annuì. Era vero. Amava la sua città. La gente che viveva lì ci lavorava, portava avanti gli affari e investiva nella comunità. “Allora dimmi della tua famiglia. Tuo padre lavora a New York?” David prese un altro sorso d'acqua e decise cosa dire. Non parlava mai della sua famiglia, davvero mai. Gli mancava molto ma se l'era cercata facendo a Jonathan la stessa domanda. Certo, poteva evitare di rispondere. Era un esperto nell'evitare le conversazioni quando diventavano troppo personali, e ciò significava ogni cosa che avesse a che fare con la sua famiglia, la sua infanzia o i suoi sentimenti. A dire il vero, oltre che lavoro, film, o eventi di attualità, quasi tutto il resto era fuori discussione. Per la prima volta nella sua vita, però, David non voleva trattenersi. Non davanti a quell'uomo onesto e rivitalizzante che gli sedeva vicino e che sembrava condividere qualsiasi cosa gli saltasse in mente. Anche se condividere portava inevitabilmente a un sussulto imbarazzato, a un abbassamento dello sguardo e al rossore sul suo viso. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Mia mamma ha avuto un infarto quando ero al liceo. Non ce l’ha fatta. Siamo rimasti solo io, mio padre e mia sorella Ellie.” David cercò di calmare il tremore che c'era nella sua voce prima di continuare. “Ellie aveva sempre voluto essere madre. E' così. Ha sposato un bravo ragazzo dopo il college ed è rimasta incinta qualche anno dopo. Quando era di circa sei mesi, i medici si sono resi conto che aveva la pre-eclampsia. Non riuscivano a controllarla e il bambino era troppo piccolo per indurre il parto, così l'hanno messa a letto e hanno provato a fare il possibile, ma non è stato sufficiente per salvarle la vita. E’ comunque riuscita a resistere abbastanza a lungo da dare alla luce un bambino sano. Greg, suo marito, mi ha chiamato quando è entrata in travaglio. Ho preso il primo volo e sono arrivato a New York in tempo per dirle addio. Non so se mi ha sentito.” David si asciugò una lacrima con il dorso della mano e Jonathan fece quello che avrebbe voluto fare in ospedale, anni prima. Si alzò dalla sedia, gli si avvicinò e gli si sedette in grembo. Poi circondò con le braccia quel corpo forte, appoggiò la guancia contro l'incavo del suo collo, mentre gli accarezzava la testa con una mano e la schiena con l'altra. Non aveva parole da offrire. Dopotutto, cosa c'era da dire? Lo tenne stretto a sé, strofinando il viso contro il suo collo, sperando che fosse sufficiente per esprimere il proprio supporto. David gli era infinitamente grato per quella reazione così compassionevole. Strinse quel giovane uomo a sé, mise il naso fra i suoi capelli e inalò il profumo fresco e terroso di Jonathan e seppe con certezza di essere innamorato perso. Non era mai stato così grato di qualcosa in vita sua. “Hai ancora fame, Jonathan, o sei pronto ad andare a letto?” Quel commento provocò un gonfiore immediato nelle zone basse del ragazzo, che si mosse in braccio a David, deglutì e si schiarì la voce. “Letto. Assolutamente letto.” David gli passò le dita nei capelli, appoggiò la fronte alla sua e parlò a bassa voce. “Sei perfetto tra le mie braccia.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. E quanto cazzo era melensa questa frase? Vera, ma comunque melensa. La gioia che si disegnò sul viso di Jonathan in risposta al commento di David fece sì che l'uomo, solitamente riservato, si dimenticasse del tutto della sdolcinatezza. Se faceva nascere quel sorriso sul viso di quel ragazzo, David era disposto a essere melenso sempre, tutto il giorno. Ne valeva completamente la pena. “David, posso usare il tuo telefono? Devo chiamare i miei genitori e dire loro che non tornerò a casa stanotte.” Jonathan si mordicchiò il labbro inferiore e chinò il capo. “Cioè, a meno che tu non voglia che vada a casa. Io... cioè, tu hai detto...” David baciò Jonathan per fermare quel flusso esitante. Sembrava quasi che ogni azione o parola di quel ragazzo gli facesse stringere il petto. “Resterai con me stanotte, Jonathan, per favore? Dicevo la verità quando ho detto che non voglio lasciarti andare.” C'era davvero da meravigliarsi che David non gli avesse chiesto di restare con lui per sempre, perché era quello che voleva. E da dove diavolo veniva quel sentimento? AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 8 JONATHAN era raggiante quando David gli confermò di volere che si fermasse per la notte. Vedere il sorriso magico apparire su quel bel viso fece sentire David più soddisfatto di quando concludeva le sue vendite migliori. L’ho reso felice. Si chinò e strofinò le labbra contro quelle di Jonathan, godendosi il mugolio e lo sguardo offuscato dal desiderio che ricevette in risposta. Gli accarezzò la guancia con un dito. “Non ho la linea fissa perché non sono quasi mai a casa, quindi dovrai usare il mio cellulare per chiamare i tuoi genitori. E’ nella tasca della mia giacca e penso di averla lasciata in macchina. Torno subito.” “Lo prendo io. Non preoccuparti.” Jonathan diede una stretta finale al corpo solido di David, poi si alzò da lui e prese le chiavi che l’altro aveva lasciato sul bancone. Quando il ragazzo gli passò accanto, David gli prese la mano e se lo tirò contro il petto. Gli accarezzò una guancia e gli diede un bacio delicato. Dannazione, non riusciva ad averne mai abbastanza di lui. David ebbe il presentimento che Jonathan volesse un po' di privacy. Forse era imbarazzato perché viveva ancora con i suoi genitori, o forse non voleva che lui sentisse la scusa che avrebbe inventato per spiegare dove si trovava, invece di dire loro che passava la notte con un uomo che aveva appena incontrato. Qualunque fosse la ragione, David non voleva che Jonathan restasse fuori al freddo per parlare senza essere ascoltato. Così mise in chiaro che sarebbe stato nelle stanze sul retro e gli avrebbe lasciato la parte anteriore della casa libera e disponibile perché la usasse. “Vado a mettere questi avanzi in frigo, torno tra un attimo.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan annuì e uscì dalla stanza dopo aver strofinato il viso contro il collo di David e avergli dato un ultimo bacio casto. David mise via il cibo, cercò nel cassetto i fiammiferi di cui avrebbe avuto bisogno dopo e poi entrò nella stanza vuota adiacente alla cucina. Avrebbe dovuto essere una stanza per tutta la famiglia, o per la televisione, o qualcosa del genere, ma le piastrelle di linoleum ingiallite e la carta da parati psichedelica la facevano sembrare piuttosto un salto indietro nel tempo. David aveva in progetto di rifarla insieme alla cucina, visto che erano collegate. In effetti, avrebbe proprio evitato di usare quella stanza se non avesse avuto le porte in vetro che davano sul portico chiuso sul retro, che lui amava tanto. Il portico correva lungo tutta la lunghezza della casa. Aveva dei ventilatori a soffitto per l'estate, il riscaldamento installato lungo i battiscopa per l'inverno e una bella vista sul cortile sul retro. Non c'erano molti mobili lì, solo due sedie bianche Adirondack che aveva preso al negozio per giardinaggio. Ovviamente, solo una di quelle sedie era stata usata. Forse era finalmente tempo di cambiare le cose. David restò in piedi nel portico e pensò alla sua vita. Le cose andavano bene. Aveva degli amici meravigliosi, una carriera di successo e una bella casa. Quindi perché tutto a un tratto gli sembrava che non fosse abbastanza? “David?” La voce di Jonathan gli arrivò dalla porta e l’uomo sentì automaticamente una stretta al petto. “Sono qui fuori.” David si avvicinò alle porte a vetri e le aprì, trovando Jonathan che si aggirava per la cucina con il cellulare stretto in una mano. Quando il ragazzo lo vide, si gettò tra le sue braccia. “Okay, abbiamo cenato e ho parlato con i miei genitori. Ora possiamo andare a letto, vero?” David rise e lo strinse a sé. “Il tuo entusiasmo finirà per farmi montare la testa, Jonathan.” Era vero. David non si era mai sentito così desiderato e, mentre la cosa lo avrebbe spaventato se fosse successo con altri uomini, adorava assolutamente il sentimento che sentiva venire da Jonathan. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Sembra che qualcosa si sia già montato.” Jonathan guardò David in modo malizioso e lasciò correre il palmo della mano contro il cavallo dei suoi pantaloni. L’uomo gemette e rise spingendo il suo compagno lungo il portico, verso un altro paio di porte a vetri sull'altro lato. “Andiamo. Ho bisogno di averti nudo nel letto, così sarai troppo distratto per fare giochetti di parole maliziosi.” Passarono dalle porte ed entrarono in una spaziosa stanza da letto. David abbassò la mano e accese una piccola lampada che proiettò un bagliore tenue attorno a loro. Jonathan notò che il soffitto aveva lo stesso motivo delle altre stanze della casa. C'era un'arcata alla fine della stanza, una porta - che pensò dovesse riportare verso la parte principale della casa - sul muro opposto, e quelle bellissime finestre a forma di diamante sulla restante parete. L'unico mobile nella camera era un vecchio letto e una cassetta per il latte vicino ad esso, usata come comodino, che sosteneva una lampada. “Non ho mai guardato questa stanza con gli occhi di qualcun altro, quindi mi sto rendendo conto solo ora di quanto possa sembrare squallida. Ti assicuro che il materasso è comodo e comprerò presto dei nuovi mobili. Davvero.” David era in piedi dietro Jonathan, il suo corpo solido e ampio premuto contro la schiena del giovane. Una delle sue grandi mani era sullo stomaco di Jonathan, l'altra gli accarezzava il collo e la bocca era vicina al suo orecchio. Jonathan non era interessato ai mobili. L'odore dell'uomo dei suoi sogni, la sensazione del suo respiro contro il collo, e il suono di quella voce bassa e sensuale che gli scivolava addosso erano le uniche cose che la sua mente registrava. Si voltò tra le braccia del suo amante e si sollevò sulle punte. David gli andò incontro a metà strada e si tuffarono in qualcosa di più di un bacio gratificante. Jonathan gli mordicchiò e leccò le labbra, emettendo dei piccoli gemiti pieni di desiderio. Quando David gli afferrò il sedere e lo attirò contro il proprio inguine, Jonathan aprì la bocca per annaspare e l’altro colse l'occasione per spingergli la lingua in bocca. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Ho bisogno di sentire la tua pelle,” David borbottò mentre graffiava con i denti il lato del collo di Jonathan, ma quando quest'ultimo reagì cercando di aprirsi i pantaloni, David lo fermò. “Faccio io.” Sentendosi come qualcuno che scartava il più bel regalo di tutti i tempi, David sollevò la camicia e il maglione liso sopra la testa di Jonathan ed ebbe la sua prima visione dei muscoli morbidi sul petto snello. Adagiò il ragazzo sul letto, poi si chinò vicino ai suoi piedi e gli tolse le scarpe e le calze. Il suono del respiro affannoso di Jonathan riempiva la stanza e tutto il suo corpo tremava. E se quei segni non fossero stati abbastanza da far capire a David in che stato si trovasse il ragazzo, l'erezione che cercava di uscire dai suoi slip sicuramente avrebbe chiarito tutto. Un bottone, la zip, una pressione delicata, e David aveva l'uomo più bello che avesse mai incontrato che giaceva nudo nel suo letto, esattamente dove si presumeva che dovesse stare. O almeno, così gli sembrava. Un senso di oppressione si fece strada nel suo petto e David sapeva che l'unico modo per respirare ancora era toccare Jonathan, subito. Gli accarezzò i capelli e lasciò correre le mani lungo tutto il suo corpo: orecchie, collo, clavicola, petto, pancia, fianchi. Jonathan sollevò il bacino e rilasciò un altro di quei piccoli mugolii che stavano rapidamente diventando un afrodisiaco per il suo compagno. David passò con un solo dito sul sesso duro del ragazzo e si godette il fremito che vide percorrere il suo corpo snello. “Ti piace, baby?” Jonathan annuì. Gli piaceva tutto. Le carezze, i baci, la tenerezza. Tutto. Ma più di tutto, gli piaceva David. “Mmm hmm.” “Vuoi che faccia qualcosa con la lingua?” Jonathan sgranò gli occhi, le mani si chiusero a pugno sulle lenzuola ai suoi lati e la bocca gli s’inaridì. Non riusciva a parlare, non riusciva a pensare. Un desiderio forte come non l'aveva mai sentito prima di allora lo stava consumando e sapeva che sarebbe morto se non l'avesse soddisfatto. Quando sentì la lingua di David leccargli il sesso e AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. i testicoli, deglutì e, in qualche modo, riuscì a parlare con voce tremante. “Ho bisogno di te. Ti prego, David. Ho bisogno di te adesso.” David alzò lo sguardo sul viso adorante e bellissimo di Jonathan e il suo cuore sobbalzò. Come aveva potuto vivere trentadue anni senza averlo nella sua vita? Si alzò e si spogliò rapidamente. Poi frugò nella cassetta per cercare il lubrificante e tornò sul letto da Jonathan, coprendolo con il proprio corpo. “Ahh. Come mi piace. La tua pelle sulla mia. E' così bello.” Quel modo di parlare avrebbe fatto ridere David se non avesse eccitato Jonathan al punto dal renderlo praticamente incoerente. E, onestamente, la cosa era reciproca. Baciò il collo di Jonathan e succhiò la sua pelle ma si trattenne dal lasciargli un segno, anche se era esattamente ciò che voleva fare. L'urgenza di affermare che Jonathan era suo era quasi schiacciante, ma i pensieri di David deviarono in un'altra direzione quando il ragazzo gli circondò la vita con le gambe, appoggiò i talloni al suo sedere e spinse il bacino contro la sua pancia. “Ti prego, David. Ti prego.” “Oh, Gesù. Amo sentirti implorare.” Era vero. David non aveva mai amato gli uomini bisognosi e in qualche modo asfissianti. Aveva sempre voluto il suo spazio, sia in senso letterale che emotivo, ma tutto questo non valeva più con Jonathan. Voleva che quest'uomo avesse bisogno di lui, voleva sentire la sua voce implorante che gli chiedeva qualcosa che solo lui poteva dargli. E, più di ogni altra cosa, David voleva accontentare ognuna delle sue richieste, così che il suo partner si trovasse in un costante stato di soddisfazione e felicità. David si sollevò da quel corpo snello e si chinò tra le gambe di Jonathan. Guardò la sua espressione estasiata mentre gli accarezzava i testicoli e l'area sottostante. Jonathan fece un altro di quei suoni soddisfatti, puntellò le cosce e il sedere contro le gambe di David, mise i piedi sul letto e lasciò che le ginocchia si aprissero, esponendosi così completamente. Quella fiducia e quella vulnerabilità tolsero il respiro a David. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Sei bellissimo.” David si unse un dito e fece breccia nel corpo del suo partner per la prima volta. Così caldo e soffice. Anche gli altri uomini erano così piacevoli dentro? Quando due delle sue dita furono nel corpo di Jonathan, David si chinò e lo baciò. Il ragazzo si spingeva su e giù, cavalcando la sua mano e gemendo. “Di più. Ti prego, di più. Ti voglio.” David sfilò le dita da lui, si allineò al suo corpo e si sostenne sulla mano appoggiata sul cuscino, vicino alla testa del suo compagno, mentre con l'altra gli teneva il fianco. Stava per spingersi dentro di lui quando si rese conto che non aveva indossato il preservativo. Cristo! Era la prima volta che rischiava di commettere un simile errore. Non teneva i preservativi nella sua stanza visto che non portava mai uomini a casa, ma probabilmente ne aveva un paio nel portafogli. Erano vecchi, ma sperava non fossero scaduti. Ci volle un enorme sforzo per allontanarsi da quel corpo desideroso sotto di sé per cercare i jeans. Trovò rapidamente un preservativo e lo srotolò sul suo sesso grosso e lungo. Poi mise una buona dose di lubrificante sul glande e la spalmò su e giù per tutta la lunghezza. Dopo aver completato l'operazione, David tornò immediatamente a puntare contro l'apertura di Jonathan. Voleva andare piano, lasciare che Jonathan si abituasse, ma la combinazione dell'attrazione che provava per lui e le spinte desiderose del ragazzo non glielo permisero. Prima ancora di rendersene conto, era sprofondato fino ai testicoli in quel canale stretto e Jonathan stava gridando di piacere. “Oh, cazzo, com'è bello. E' incredibile sentirti stretto attorno al mio uccello.” David ringhiò quelle parole a denti stretti mentre il suo corpo si muoveva fluido dentro Jonathan. I suoi movimenti erano aggraziati, la sua voce ruvida e la sua espressione cruda e potente. A Jonathan ricordava un animale che cacciava la preda, come quelli che vedeva nei documentari. Jonathan gemette e gli occhi gli si rivoltarono all'indietro. David era inginocchiato tra le sue gambe e gli aveva preso le cosce, AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. facendogliele appoggiare sulle proprie, ed entrava e usciva da lui tenendogli i fianchi con forza. Il pene di David era lungo e grosso e riempiva Jonathan nel miglior modo possibile, strofinando contro il suo punto sensibile a ogni passaggio. Jonathan non aveva mai provato niente di così bello e pensò che se non avesse già avuto due orgasmi quella notte, sarebbe già arrivato al culmine. Ed era così, perché la sensazione di quel sesso duro dentro di lui e i muscoli delineati sullo stomaco di David che strofinavano sul suo pene lo stavano mandando in estasi. Jonathan non si era reso conto di ciò che stava facendo fino a quando la voce roca di David non gli scivolò addosso. “I suoni che fai sono così eccitanti, cazzo, così bisognosi.” David si passò le gambe di Jonathan sulle braccia, lo fece piegare in due, si chinò e lo guardò negli occhi, senza smettere di muoversi dentro e fuori da lui. L'espressione di puro piacere che c'era sul viso del ragazzo eccitò David oltre ogni dire. Non era mai stato con un uomo a cui piacesse così tanto l'atto sessuale. “Ti piace tanto questo, vero? Ti piace avere il mio cazzo nel culo?” La ruvidità nella voce di David, il parlare sporco e il suo sguardo caldo, combinati alla sensazione del corpo di quell'uomo forte e bello che si spingeva in lui, fu troppo perché Jonathan riuscisse a trattenersi. I suoi occhi si fecero grandi quando si rese conto che stava per venire e gridò quando fiotti di sperma lasciarono il suo pene e gli colpirono la pancia e il petto. David ansimò per lo shock alla vista di quel membro turgido che si contraeva sotto di lui. Si stava tenendo sollevato sopra Jonathan, quindi non era riuscito a toccarlo. Anche se David aveva avuto dei partner che godevano quando la loro prostata veniva stimolata e quando la sua pancia strofinava sul loro pene mentre li scopava in quella posizione, non aveva mai incontrato qualcuno che venisse spontaneamente con così poca stimolazione. David desiderava ardentemente venire dentro quel corpo accogliente che si stringeva attorno al suo sesso duro come la roccia, ma si sforzò di trattenersi perché voleva vedere ancora una volta AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. quell'espressione di estasi sul bel viso sotto di lui. Raccolse il seme di Jonathan dal suo petto e dalla sua pancia e gli accarezzò il pene, spargendovi quello stesso seme, senza lasciarlo afflosciare. “Non ho finito con te, Jonathan. Voglio farti stare così bene da farti venire ancora.” La velocità delle spinte di David dentro Jonathan aumentò continuamente finché l'uomo non si trovò in ginocchio con una mano sul letto e l'altra che volava al sesso del suo amante mentre sbatteva dentro di lui. David grugniva, ansimava, faceva dei rumori ruvidi, ricordando di nuovo a Jonathan un animale selvaggio, e questo lo fece eccitare ancora di più. Il suo membro gli doleva mentre gli tornava duro rapidamente. “Ahhh! David! David! David!” Jonathan incrociò le gambe e le caviglie attorno alla vita del suo amante, inarcò la schiena, sollevò i fianchi e gli artigliò le braccia e le spalle. Qualcosa scattò nell'uomo sopra di lui, solitamente trattenuto, che ringhiò: “Ti scoperò così forte che lo sentirai per giorni, Jonathan. E' quello che vuoi, vero? Ti piace essere riempito? Vuoi sentirmi nel tuo culo per tutto il tempo?” “S-s-sì! Sì, ti prego. Riempimi! Oh Dio, riempimi.” Jonathan si dimenò sotto David e gemette quando il liquido caldo si riversò sulla mano che lo stava toccando senza pietà. L'odore del seme dell'uomo dagli occhi d'argento e le sensazioni che quel corpo solido e snello che tremava sotto di lui gli stava dando, portarono David all'orgasmo, e l'uomo diede la spinta finale, il più a fondo possibile dentro il suo amante, prima di riversarsi nel latex. Quando finalmente finì di pulsare, David collassò, metà sul materasso e metà sul suo compagno. Si strofinò contro il collo di Jonathan, lo baciò e lo leccò mentre gli accarezzava la pelle delicata dell'incavo del braccio e strofinava la gamba sulla sua coscia. Maledizione, era stato strabiliante. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 9 DOPO alcuni minuti passati a ripulire Jonathan con tenere carezze, David si calmò abbastanza da riflettere su quello che avevano appena fatto. La reazione immediata fu di orrore quando ripensò alle cose che aveva detto e alla ruvidezza delle sue azioni. Non aveva mai perso il controllo in quel modo, non si era mai sentito così selvaggio e sfrenato durante il sesso ed essersi comportato così con quell'anima dolce e gentile era terribile. Balzò via da Jonathan e si mise a sedere, sperando che, strisciando, forse sarebbe riuscito a farsi perdonare. “Oh, Jonathan, mi dispiace tanto. Non volevo. Non so cosa mi sia preso, ma non lo farò di nuovo. Te lo prometto. Mi dispiace, baby.” Gli occhi di Jonathan si sgranarono per la paura, e la sua risposta, con una voce timida e bassa, fu completamente inaspettata. “Perché no? Non ti è piaciuto? Posso fare di meglio. Davvero, posso.” Il sollievo pulsò nel corpo di David. Si mise a cavalcioni sopra Jonathan e si sostenne sui gomiti e sulle ginocchia sopra di lui mentre lo guardava nei suoi occhi d'argento. “Sei fantastico, Jonathan. Sono talmente attratto da te che mi faccio paura. E non so cosa pensi di migliorare rispetto a quello che abbiamo fatto, ma sono piuttosto sicuro che mi uccideresti. Ero solo preoccupato di essere stato troppo brutale, di aver ferito i tuoi sentimenti con le cose che ho detto.” Jonathan sollevò il capo, baciò la base del collo di David e glielo leccò fino all'orecchio. Chiuse gli occhi come se così facendo potesse nascondersi. David dovette sforzarsi per sentire le sue parole sussurrate, anche se Jonathan gliele stava dicendo direttamente nell'orecchio. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Mi è piaciuto. Tanto. Sono troppo strano?” Il cuore di David gli fece male nel sentire quelle parole incerte, nel sentire l'insicurezza di Jonathan. Non si rendeva conto di quanto fosse sexy? Di quanto David trovasse incredibilmente irresistibile quella miscela d'innocenza e sensualità? “Jonathan, puoi per favore aprire gli occhi e guardarmi?” Le lunghe ciglia tremarono e gli occhi d'argento incontrarono quelli blu. “Non sei strano. Sei un uomo gentile, magnifico e appassionato e io mi sento incredibilmente fortunato di averti qui con me, ma devi sapere che c'è qualcosa in te che mi fa perdere il lume della ragione, quindi ho bisogno che tu mi dica se faccio qualcosa che ti fa sentire a disagio. So che non hai molta esperienza e non voglio approfittarmi di te.” Uno sguardo tormentato passò sul viso di Jonathan che chiuse di nuovo gli occhi con forza. Non aveva mentito a David. Non aveva detto niente che non fosse vero, ma non l'aveva nemmeno corretto. Doveva considerarla una bugia se non aveva parlato e non aveva spiegato di avere più esperienza di quanta potessero averne molti uomini gay in una vita intera? Che davvero non riusciva a ricordare il numero di ragazzi che l'avevano scopato nei due mesi che aveva passato praticamente nudo e ricoperto di sperma a New York? Sapeva che doveva dire la verità, che era una brutta idea iniziare una relazione con delle bugie. Ovviamente, se avesse raccontato a David del suo passato, non ci sarebbe stata nessuna relazione comunque e quello era un rischio che Jonathan non poteva correre. Guardò negli occhi accattivanti dell'uomo dei suoi sogni e condivise l'unica verità che poteva. “Non ti stai approfittando di me. Le cose che hai detto, la sensazione del tuo corpo su di me, in me, che mi allargava con forza e veloce e a fondo... mi piaceva. Voglio stare ancora con te così.” Voleva aggiungere di più. Voglio stare con te da tre anni e mezzo. A dire il vero sei l'unica persona con la quale io sia mai voluto stare. Gli altri erano solo corpi caldi per pagare le bollette e mi aiutavano con la solitudine, ma penso che a dire il vero abbiano solo peggiorato AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. le cose. Non li ho mai voluti, non li ho mai conosciuti e non mi sono mai interessati, perché tu eri l'unico al quale ho pensato dal primo momento che ho messo gli occhi su di te. Ovviamente, non disse quelle cose. Non poteva spaventare il suo compagno. David gemette, stupito di come, nonostante l'orgasmo avuto poco prima, il suo pene cominciasse a gonfiarsi in risposta alle parole di Jonathan sul fatto che gli piacesse forte, veloce e a fondo. Sapeva che se si fosse abbassato e avesse baciato quella bocca soffice, succhiato quella lingua deliziosa e sentito la sua pelle calda contro la propria, si sarebbe ricaricato completamente e si sarebbe ributtato nel calore stretto di Jonathan. No, no, no. Quell'uomo doveva essere dolorante. In più, David aveva una cosa da fare prima di mezzanotte e Jonathan avrebbe probabilmente apprezzato la possibilità di lavarsi via il sudore e il seme che ricopriva il suo bellissimo corpo. “Ehi, vuoi condividere la doccia con me? Ho ristrutturato tutti i bagni di questa casa, quindi c'è abbastanza spazio. Ci possiamo stare tutti e due.” Jonathan sorrise e annuì. “Ma certo, tigre.” David si sporse vero Jonathan e sorrise. “Tigre?” Jonathan trasalì e arrossì fino alla punta delle dita dei piedi. L'aveva detto ad alta voce? “Oh, ah, ehm, io... Tu, ehm, tu prima stavi ringhiando e avevi, ehm, questo sguardo selvaggio negli occhi. E ti stavi muovendo su di me, dentro di me, con così tanta grazia e anche così tanta potenza. Mi hai fatto pensare ad una tigre e...” “Quindi è una buona cosa, giusto? Che ti abbia ricordato una tigre, intendo.” Jonathan annuì. “Era eccitante.” “Fico. Non ho mai avuto un soprannome.” David saltò giù dal letto e allungò le mani verso il basso per afferrare il suo compagno e farlo alzare, conducendolo poi attraverso la porta ad arco in fondo alla stanza. Accese le luci e Jonathan si trovò in una stanza pulita e moderna. C'erano delle piccole piastrelle bianche di AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. forma ottagonale e mattonelle nere della stessa forma mescolate in modo da creare un decoro apparentemente casuale. I mobili erano bianchi con maniglie d'acciaio e le superfici in marmo di Carrara. Lungo le pareti, fino ad altezza spalle, c'erano delle piastrelle bianche come quelle della metropolitana, sormontate da una fila di piccole mattonelle nere quadrate. Nonostante la mancanza di colore, lo spazio non sembrava freddo, solo pulito e fresco. “Il verde ci starebbe bene.” “Cosa?” David era in piedi dietro Jonathan, il calore del suo corpo scaldava il torso del ragazzo e trovava difficile concentrarsi. Jonathan indicò il pezzo di parete compresa tra la parte finale delle mattonelle e il punto in cui iniziava il soffitto. “Per questa stanza, il verde ci starebbe bene. Una tonalità chiara, così che non tolga la sensazione di fresco della stanza, ma che aggiunga solo un po' di grinta.” Aveva appena detto “grinta”? E aveva davvero detto a David come avrebbe dovuto dipingere i muri del suo bagno? La sua unica possibilità di non far fuggire David nella direzione opposta era tenere la bocca chiusa, qualcosa che non era mai stato difficile per Jonathan. L'unico lato positivo nell'essere timido era che non aveva mai parlato molto, cosa che aveva tenuto a bada la sua stranezza, o per lo meno l'aveva contenuta, ma per qualche ragione sembrava non riuscire a trattenersi con l'unica persona che voleva davvero impressionare. Beh, a parte che sulla sua carriera nel porno e su suo figlio. Jonathan gemette internamente. Splendido, riesco a trattenermi dal dire il peggio e il meglio di me stesso - che per coincidenza sono le cose che ogni futuro partner vorrebbe sapere - ma soffro di un caso inguaribile di diarrea verbale riguardo a qualsiasi cazzo di altra cosa. “Verde chiaro. E' un'ottima idea.” David strofinò le mani su e giù sulle braccia di Jonathan. “Sono stufo di questi muri bianchi. Volevo chiamare un imbianchino, ma non l'ho ancora fatto. Cosa ne dici della stanza da letto? Non ci ho ancora fatto niente.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. La tensione nel corpo di Jonathan si trasformò in sollievo. A David piaceva la sua idea. E voleva che lui lo aiutasse a scegliere i colori anche per la sua camera. Era un buon segno, giusto? “Un verde di qualche tonalità più scura del bagno andrebbe bene.” Riusciva a sentire la testa di David muoversi mentre annuiva dietro di lui. “Perfetto. Sceglieremo la pittura per la cucina e per la stanza adiacente una volta che avremo deciso cosa fare con i mobili. Tutto quello che c'è di là, va tolto e sostituito.” David baciò il collo di Jonathan e lo strinse a sé. Non riusciva a tenere le mani lontane dal ragazzo. La sensazione di quella pelle, del calore del suo corpo, il suo profumo terroso. Tutte quelle cose evocavano qualcosa dentro David e gli facevano venire voglia di avvolgere Jonathan e coccolarlo. Sì, per quanto fosse completamente lontano dal suo modo di essere, voleva davvero coccolarlo. “Devo fare una capatina in bagno. Le salviette sono nel mobiletto sotto il lavandino di sinistra. Spazzolini da denti in più nell'ultimo cassetto.” David depositò un bacio veloce sulla spalla di Jonathan e poi si sforzò di allontanarsi. Sparì dietro una porta situata in fondo al bagno e Jonathan pensò che quello spazio fosse adibito a toilette. Sentì il suono distinto del suo compagno che svuotava la vescica e rabbrividì per l'intimità del momento. Era nudo, nel bagno di David, e stava condividendo con lui le cose quotidiane come se fossero una vera coppia. Era ciò che erano? Era così che David li vedeva, o era l'immaginazione immatura e stupida di Jonathan che aveva la meglio? Camminò verso i mobiletti e scacciò quei pensieri. Dalle cose che diceva e dal modo in cui lo guardava, a David sembrava piacere Jonathan. Non era una fantasia che Jonathan stava architettando. Era reale. Il comfort che quella chiacchierata interiore gli aveva procurato durò esattamente il tempo che Jonathan impiegò ad aprire l'ultimo cassetto, dove trovò una fornitura di spazzolini da denti che sarebbe potuta durare per tutta la vita. Restò perfettamente immobile e cercò di trovare una possibile ragione del perché un ragazzo single avesse AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. bisogno di tutti quegli spazzolini extra, che non fosse perché in quel bagno ci passavano molti uomini... e magari anche nella camera accanto. Era perso nei suoi pensieri e non sentì l'acqua che scorreva né la porta che si apriva. Le braccia di David scivolarono attorno al suo petto nudo e lui si sentì avvolto dal suo corpo possente, con un pene spento che gli premeva contro la parte bassa della schiena. “La mia igienista dentale ha una cotta per me, quindi insiste per darmi queste cose ogni volta che vado da lei per la pulizia dei denti. Le ho spiegato anni fa che sono gay, ma stranamente sembra che la cosa l’abbia solo infiammata di più. Di solito impacchetto tutti gli spazzolini extra, i dentifrici da viaggio e il filo interdentale e li dono al rifugio per i giovani, per il programma di prevenzione orale di gennaio. E’ un bene che tu non sia arrivato un mese più tardi, perché in quel caso avresti dovuto condividere il mio spazzolino. Non che mi sarebbe dispiaciuto.” Il corpo di Jonathan si rilassò e lui sospirò. “Davvero?” David ridacchiò. “Certo. Ho avuto il tuo uccello in bocca e ho anche deglutito. Pensi davvero che avrei problemi a farti usare il mio spazzolino?” “Non era quello che intendevo,” mormorò Jonathan. “Lo so,” sussurrò in risposta David, stringendolo leggermente. “Tu sei il primo ragazzo che abbia mai ospitato in questa casa e nel mio letto.” Quando Jonathan si voltò e gli regalò un sorriso felice, David fece tutto ciò che era in suo potere per non finire il suo pensiero e dire che voleva che Jonathan fosse l'ultimo. Rendersi conto di una cosa simile non era forse come ricevere un calcio nelle parti basse? JONATHAN era in piedi sotto uno dei getti d'acqua, con la testa reclinata all'indietro e gli occhi chiusi, e si sciacquava la schiuma dai capelli neri. L'espressione sul suo viso era contenta e felice. Il cuore di David cominciò a correre reagendo alla bellezza che vedeva davanti a sé. Guardò verso il pavimento e calcolò se il suo torso fosse abbastanza AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. lungo da permettergli di sedersi a terra e prendere in bocca il sesso di Jonathan o se fosse meglio stare in ginocchio. “Perché hai due soffioni nella doccia se vivi da solo?” In un primo momento, sentire quella voce parlare invece che gemere come stava invece facendo nella sequenza d’immagini sulla quale stava fantasticando David, lo prese in contropiede, ma poi l'uomo scacciò le visioni oscene e cercò di rispondere alla domanda. “A dire il vero, non lo so. Mi è venuto in mente quando stavo decidendo cosa volevo per la ristrutturazione.” Aveva anche messo due lavandini, richiuso il water in un piccolo spazio e insistito per avere un armadio con due parti che si rispecchiavano a vicenda, che contenevano cassetti, scarpiere e appendiabiti. Quei tocchi personali parlavano di un bagno per due persone e costruire il tutto aveva richiesto spazio, quindi aveva dovuto trasformare una casa con quattro camere in una con tre. David sapeva meglio di chiunque altro l'impatto negativo che aveva avuto quel cambiamento sul valore della proprietà e non aveva mai considerato di invitare qualcuno a vivere con lui. Diamine, non aveva mai nemmeno considerato di invitare nessuno a passare la notte da lui. Quindi perché aveva scelto di costruire qualcosa di definitivo e costoso per creare spazio per due? Quell'insolito momento di riflessione fu interrotto da un bagnato e scivoloso Jonathan che si tuffava tra le sue braccia e lo stringeva in un forte abbraccio. David sentì il pene del ragazzo indurirsi e allungarsi contro la sua coscia. Una volta al bar, un'altra sul divano, due volte nel letto, ma quel corpo eccitante era di nuovo pronto. Era come scopare con il coniglietto della Duracell, ma senza il rumore di sottofondo e il poco piacevole colore rosa. David coprì con la sua grossa mano il sesso liscio e duro di Jonathan e lo accarezzò un paio di volte. “Questo è per me?” “Mmm hmm. Mi piace stare qui. Con te. Mi piace stare qui con te.” “Dannazione, tu sei proprio perfetto per il mio ego. Lascia che ti mostri che sono meritevole di questo sentimento.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David si lasciò cadere in ginocchio, si sedette sui talloni e prese il membro di Jonathan in bocca, fino alla radice. I gemiti che arrivarono dall'alto gli fecero capire che al giovane andava bene andare dritti al punto. Le lunghe succhiate, su e giù lungo quel sesso duro, fecero rabbrividire Jonathan e gli fecero tremare le gambe. David gli afferrò le natiche e lo tenne fermo mentre faceva entrare e uscire il suo pene dalla bocca, incavando le guance quando si ritraeva e titillandolo con la lingua mentre tornava a spingersi in avanti. Quando i gemiti di Jonathan diventarono delle grida e le sue dita s'infilarono nei capelli di David mentre il suo corpo tremava, l’uomo armeggiò con una bottiglia di shampoo sul pavimento e riuscì ad aprirla. Si ricoprì le dita di shampoo e poi ne infilò uno a fondo dentro Jonathan. “Oh, David!” L'eiaculazione calda e salata gli arrivò in bocca, anche se non tanta quanto la prima volta; il che non era una sorpresa, considerato il fatto che Jonathan era probabilmente vicino alla disidratazione visto la quantità di fluidi che aveva espulso. David mantenne la posizione sul pavimento, muovendo il dito languidamente dentro e fuori quel sedere stretto mentre leccava il sesso e i testicoli del ragazzo. Alla fine le gambe di Jonathan cedettero, collassò in braccio al suo amante e appoggiò la testa al suo petto, giocando con la fine peluria che lo ricopriva. David gli baciò la sommità del capo, gli circondò la schiena con un braccio per tenerlo stretto a sé e non smise mai di scopare quel sedere delizioso con il dito. Non gli era mai piaciuto così tanto essere dentro qualcuno. Non aveva mai cercato una connessione del genere, né in senso letterale né figurato. Era bello. Il culo e la connessione. Il movimento delle mani di Jonathan sul suo corpo rallentò mentre lo sentiva abbandonarsi tra le sue braccia. “Andiamo a letto, baby.” “Mmm. Non riesco a muovermi.” David ridacchiò, lo fece scivolare dal proprio grembo e lo appoggiò contro la parete, poi si alzò, chiuse l'acqua e prese le salviette che erano appese ai ganci vicino alla porta della doccia. Due ganci. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David scosse il capo quando se ne rese conto e prese ad asciugarsi. Quando fu sicuro di essere asciutto abbastanza da non scivolare e far cadere il suo carico prezioso, si chinò verso Jonathan, ricoprì il suo corpo sottile con un grosso asciugamano, e lo portò in camera. “Mettiti sotto le coperte. Torno subito.” Jonathan gli afferrò il braccio. “Dove stai andando?” David gli baciò la testa e gli accarezzò i capelli. “In cucina. Sarò di ritorno tra un minuto.” “'Okay.” Jonathan strisciò sotto le coperte e premette il naso contro il cuscino, inalando il profumo di David. Ti prego lascia che duri ancora una notte. Ti prego lascia che sia mio. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 10 “TANTI auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri, caro Jonathan, tanti auguri a te.” Jonathan si sedette sul letto e guardò verso la porta, dove un David nudo stava avanzando nella stanza buia, portando un piatto con una fetta di torta con sopra una sola candelina. La testa gli girò per l'emozione. “C-c-come, ehm, come sapevi che era il mio compleanno?” David si mise in ginocchio sul letto sollevando i gomiti e lasciando cadere le due bottiglie d'acqua che teneva premute sotto le braccia. “Ho guardato la tua patente quando sei svenuto al Where Cowboys Dream, ricordi? Ho notato che oggi è il tuo compleanno, quindi ho incluso una fetta di torta nell'ordine che ho fatto da Magiano. Spero che ti piaccia la cioccolata.” Lacrime brillavano negli occhi di Jonathan. A parte i suoi genitori e i suoi fratelli, nessuno si era ricordato, né era a conoscenza, del suo compleanno. “Mi piaci tu. Davvero tanto.” Le sue guance erano arrossate ma Jonathan non abbassò né chiuse gli occhi durante quella confessione. Guardò il viso di David e notò con piacere che i suoi occhi blu brillavano alla luce della candela. “Anche tu mi piaci, Jonathan. Spegni la candela ed esprimi un desiderio.” Jonathan obbedì, arricciò le labbra, si chinò e soffiò piano. “Spero che diventi realtà,” sussurrò con gli occhi ancora chiusi. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Il palmo caldo della mano di David gli accarezzò la guancia. “Anch'io.” Condivisero la torta, svuotarono le bottiglie d'acqua e poi crollarono sul letto. Jonathan si strinse al fianco di David, usando il suo petto come un cuscino, con un braccio sopra la sua vita e una gamba sul suo fianco, prima di cadere addormentato. E David, che non aveva mai amato essere toccato, a meno che la cosa non portasse ad un orgasmo, avvolse entrambe le braccia attorno a Jonathan e cercò di tirarselo ancora più vicino. DAVID si svegliò prima dell'alba e lasciò che le sue dita vagassero sulla pelle soffice di Jonathan. Era giovedì, quasi la fine della settimana lavorativa per molte persone ma lui non era come loro. Lavorava sette giorni su sette. L'aveva sempre fatto. Quando era a scuola, faceva i compiti e studiava per gli esami in modo da potersi diplomare con il massimo dei voti. Poi, quando aveva iniziato la sua carriera, aveva applicato la stessa dedizione per i suoi clienti, cercando di trovare la casa o l'ufficio perfetto per loro. Amava il suo lavoro ed era bravo a farlo. Così bravo, in effetti, che aveva avuto il volume di vendite più alto di ogni altro agente immobiliare di Emile City negli ultimi quattro anni. Ma, per la prima volta nella sua vita, David non voleva andare in giro a cercare il posto giusto dove i suoi clienti potessero vivere. Voleva invece vivere la sua vita, il che significava stare a casa con Jonathan. Voleva provare il caminetto a legna del salotto e vedere le fiamme riflettersi negli occhi d'argento del ragazzo. Voleva dipingere la stanza da letto di verde e comprare dei mobili per riempire lo spazio vuoto, così che lui e Jonathan potessero passare del tempo lì. Voleva coccolare il suo amante e guardare vecchi film in televisione. Strofinò il palmo della mano destra sugli occhi e gemette per la frustrazione. Si ricordò di avere già preso appuntamento con dei clienti per quel weekend, di aver promesso loro che li avrebbe portati a vedere alcuni posti, e fatto tutte le altre cose che di solito riempivano le sue giornate. Jonathan si mosse nel sonno. La mano di David scivolò sul suo sedere sodo e il sesso del ragazzo, di nuovo duro, strusciò contro la coscia del suo compagno. David gli baciò la sommità del capo e, anche AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. se i suoi occhi restarono chiusi e le palpebre ferme, le labbra di Jonathan si arricciarono in un sorriso mentre mormorava il nome del suo amante. David, in risposta, sentì come una fitta al petto, e in quel momento decise di assumere l'agente che contattava quando le cose erano davvero impegnative o doveva lasciare la città. La donna era interessata a lavorare come agente per lui a tempo pieno da anni e David aveva sempre rifiutato perché voleva dare ai clienti un tocco personale. Alice, però, era davvero una brava agente, ai clienti piaceva e, soprattutto, David avrebbe avuto più tempo libero per usare il suo tocco personale con Jonathan. L’avrebbe chiamata quella mattina stessa e le avrebbe offerto il lavoro. Se fosse stato davvero fortunato, e se Alice fosse stata ancora ansiosa di unirsi a lui com'era sempre sembrata, avrebbe potuto sistemare un po' le cose e passarle un po' del suo carico lavorativo del weekend, in modo da poter trascorrere più tempo con Jonathan. Il suo corpo si rilassò dopo aver preso quella decisione. Beh, la maggior parte del suo corpo si rilassò. La sua erezione si era risvegliata non appena si era resa conto della presenza di Jonathan e ora richiedeva attenzione. “Mmm.” Jonathan gemette, baciò il collo di David e mosse il braccio che teneva attorno alla sua vita in modo che la sua mano potesse accarezzargli l'erezione. David sibilò e sollevò i fianchi verso quel tocco gentile. “Mi piace.” Jonathan mormorò quelle parole con voce assonnata contro il petto di David mentre lo accarezzava e i suoi fianchi spingevano contro la gamba dell'uomo. David gli accarezzò il sedere sodo e gli stuzzicò la fessura tra le natiche. “Dolorante?” Jonathan si mosse e serrò le natiche. “In senso buono.” Si spostò da David e si sdraiò sulla pancia, piegò le ginocchia sotto di sé e continuò a muoversi. Questa volta sembrava proprio un invito, uno di quelli che David non poteva rifiutare. L'uomo si sporse oltre il lato del letto e armeggiò per cercare la bottiglia di lubrificante AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. che aveva abbandonato e l'altro preservativo che aveva preso dal portafogli la notte precedente. Nota - David pensò mentre posava un bacio sulla parte bassa della schiena di Jonathan - spostare la scatola di preservativi dal bagno al comodino. Nota aggiuntiva: comprare un comodino. Dopo aver trovato il necessario, srotolò un preservativo sul suo pene e si mise dietro il sedere invitante di Jonathan. Gli accarezzò la schiena mentre ammirava i muscoli che scendevano verso le natiche tonde. Per un momento folle, David pensò di assaggiare quelle natiche e l'area tra di esse. Non era mai stato interessato al rimming e quel desiderio acuto lo sorprese. Lo scacciò e soddisfò se stesso dando dei baci leggeri sulla schiena del suo amante mentre le sue dita lubrificate si facevano strada nel suo sedere stretto. Jonathan sospirò e si lasciò andare, con le spalle e la fronte appoggiate al letto mentre il suo sedere era ancora sollevato per aria. David si portò sopra la sua schiena, allineò il pene alla sua entrata e sussurrò mentre si spingeva in lui. “Sei così sexy, Jonathan.” Sprofondò il naso nei soffici capelli neri, coprì le mani del ragazzo con le proprie, intrecciò le loro dita e si mosse a ritmo lento. Jonathan emetteva i gemiti e i mugolii che David trovava così seducenti mentre si muoveva avanti e indietro con lui. “Dio, è così bello averti dentro di me. Così bello.” “Mi piace essere dentro di te, baby. Voglio farti stare bene.” Ancora nello stato a metà tra il sonno e la veglia, il viso di Jonathan era soffice, la sua pelle calda e la sua voce un po' roca. David pensò che fosse adorabile. Una parte di lui era curiosa di vedere se poteva farlo venire solo scopandolo. Il ragazzo era stato dannatamente ricettivo alla sensazione datagli dal massaggio alla prostata la notte precedente e David pensava che fosse possibile, ma sapeva anche che l'esperimento avrebbe necessitato una scopata più intensa di quella lenta che stavano facendo in quel momento perché l'assonnato Jonathan che gemeva sotto di lui potesse goderne. Così David continuò a baciargli teneramente le spalle, mentre lo ricopriva con il suo corpo. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Alla fine levò una mano da quelle di Jonathan e la portò sotto di lui, per accarezzargli lentamente l'erezione. “Pronto a venire per me, baby?” La mano di David si muoveva su e giù sul pene duro di Jonathan, con il pollice che passava sulla punta ogni poche carezze. La sua presa era morbida e corrispondeva al ritmo lento e gentile delle spinte dentro il corpo di Jonathan. Era completamente diverso dal modo convulso e selvaggio in cui l'avevano fatto la notte precedente, ma a Jonathan piaceva comunque. Era eccitato che lo stesso uomo potesse portarlo all'estasi in così tanti modi diversi. I gemiti delicati di Jonathan, appena udibili, riempirono l'aria prima che un brivido passasse nel suo corpo e un calore umido si riversasse sulla mano del suo amante. David abbassò lo sguardo sul profilo del bel viso sotto di lui, gli occhi chiusi, la bocca aperta per il piacere, le linee del cuscino ancora visibili sulla pelle, e il proprio orgasmo lo sorprese. Gemette e rabbrividì per la delizia del piacere, posò ancora alcuni baci sul collo di Jonathan e poi uscì da quel corpo accogliente. Il ragazzo si rannicchiò su un fianco con gli occhi ancora chiusi. “Che ore sono?” David allungò la mano verso il cellulare e controllò l'ora. “Sono passate da poco le sei. E' ancora abbastanza presto, puoi dormire ancora. Prendo una salvietta per pulirti.” David entrò con passo malfermo in bagno, si liberò del preservativo e si asciugò il pene. Prese una salvietta pulita e fece scorrere l'acqua finché non divenne calda prima di bagnarla e tornare in camera. Fu sorpreso di vedere Jonathan seduto sul bordo del letto che si stava infilando il maglione. Cosa ancora più sorprendente, comunque, fu il profondo senso di delusione che lo straziò a quella vista. “Perché ti vesti? E' presto.” David sentì il tono lamentoso della propria voce ma non riuscì a controllarlo. Jonathan si mise i pantaloni e si passò le dita nei capelli arruffati. “Devo andare a casa prima che…” Sospirò a fondo, si strofinò gli occhi con i palmi delle mani e si mordicchiò il labbro inferiore. “Devo semplicemente andare a casa.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David ripensò a ogni parola, a ogni tocco, dal momento in cui si erano svegliati. Cosa aveva fatto per far allontanare Jonathan? Non riusciva a trovare una risposta, ma rifiutarsi di accompagnare quell'uomo all'auto e legarlo al letto non era una possibile scelta - in parte perché David non aveva nessun punto dove avrebbe potuto fissare una corda - non importava quanto lo desiderasse. In effetti, fu proprio il rendersi conto di questo desiderio che lo fece girare e andare all'armadio. Si vestì con mani tremanti e si fustigò mentalmente. Vuole andare a casa, quindi ora lo accompagni all'auto e ti scusi per qualsiasi cosa tu abbia fatto per rovinare le cose. Poi gli chiederai di vederlo di nuovo. Con quel piano in mente, David si lisciò i vestiti, si schiarì la voce e tornò in bagno, sentendosi più composto. Trovò Jonathan al lavandino che si lavava i denti. David si bloccò. Fissò la visione davanti ai suoi occhi e si chiese se avesse mai visto niente di più perfetto. Appartiene a questo posto e a me. Il pensiero gli passò spontaneamente nella mente, ma non provò nemmeno a contestarne l'accuratezza. Jonathan si sciacquò la bocca, poi si asciugò le gocce d'acqua dal viso con il dorso della mano. In quel momento incontrò gli occhi di David nello specchio. Gli sorrise, non un sorriso gioioso e ampio come il giorno precedente, ma una versione esitante, interrogativa. Non avendo mai avuto problemi di fiducia in se stesso, David decise che non era questo il momento per iniziare. Camminò verso Jonathan, gli tolse lo spazzolino dalla mano e lo lasciò cadere nel contenitore che aveva attaccato al muro dove teneva il proprio. Non era una dichiarazione di amore eterno, una proposta di matrimonio o un tatuaggio sopra il cuore, ma era l'unico modo che David aveva per mostrare le sue intenzioni al giovane. Jonathan si voltò, avvolse le braccia attorno al petto dell'uomo e lo strinse forte. David gli accarezzò i capelli, baciò la sommità della sua testa e sospirò. “Andiamo,” disse poi riluttante. Guidarono in silenzio fino all'auto di Jonathan. Il giovane cercò di pensare a cosa avrebbe potuto dire per spiegare, ma oltre alla verità - ho un figlio che mi aspetta a casa e voglio essere lì quando si sveglia non gli venne in mente niente. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Voglio vederti ancora.” Oh, grazie a Dio! Gli era stata concessa una tregua, niente domande, nonostante il suo strano comportamento. Il sollievo di Jonathan era palpabile. “Anch'io,” rispose. David arrivò al Where Cowboys Dream, mise l'auto nel parcheggio e guardò l'uomo seduto accanto a lui. Fece correre un dito lungo la mascella di Jonathan e pensò alla regola di non essere troppo insistente, di aspettare un certo periodo di tempo prima di chiedere un altro appuntamento e a tutte le cose che aveva sentito dire dai suoi amici quando erano interessati a mettersi con un ragazzo, ma David non aveva mai prestato particolare attenzione a quei discorsi. Non aveva mai avuto problemi a conoscere uomini né a ottenere appuntamenti e, fino a quel momento, non gli era mai interessato se un ragazzo lo rifiutava. Non che fosse mai successo. “Che ne dici di venerdì sera? Potremmo uscire a cena e potresti passare il weekend con me.” David avrebbe pensato a cosa fare con i suoi clienti se Alice non avesse accettato con così poco preavviso. Diamine, anche se avesse perso i clienti, ne sarebbe valsa la pena. Jonathan si stava allontanando e doveva trovare il modo di fermarlo. Non poteva farlo se non stando con lui. Gli occhi di Jonathan si sgranarono. Sbatté le palpebre qualche volta e si schiarì la voce. “Non posso.” Improvvisamente, stava armeggiando con la portiera e uscendo dall'auto. “Ti chiamerò.” David era troppo sorpreso per l'uscita frettolosa per specificare che non si erano scambiati i numeri. Quando se ne rese conto, Jonathan era già corso dietro l'angolo ed era sparito. “Merda!” David picchiò la mano sul volante per la frustrazione. Non aveva il numero di Jonathan, non sapeva dove viveva, non aveva idea di cosa avesse spaventato l'unica persona che era riuscita a farsi strada nel suo cuore. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 11 DAVID guidò fino a casa sentendosi frustrato e profondamente deluso. Troppo agitato per tornare a dormire, si mise gli abiti che usava per fare allenamento, bevve una delle sue bibite proteiche e guidò fino alla palestra. Due ore dopo, i suoi muscoli dolevano ma si era schiarito le idee. Probabilmente Jonathan aveva rifiutato l’appuntamento perché doveva lavorare venerdì sera. Non era un grosso problema. Sarebbe andato al The Dubliner, avrebbe visto Jonathan e trovato il momento giusto per uscire con lui. Problema risolto. Andò a casa, si fece la doccia, poi chiamò Alice e le offrì il lavoro. Lei si rivelò essere molto interessata e accettò di iniziare quella mattina stessa. Perfetto, una cosa fatta. David guidò verso l’ufficio, istruì Alice sui clienti che avrebbe dovuto incontrare durante il weekend e poi uscì per andare a pranzo al The Dubliner. Beh, ci andava per trovare Jonathan ma, visto l'orario e visto che non aveva mangiato, tecnicamente ci stava andando per pranzare. Non appena arrivò di fronte al ristorante buio, David si ricordò che non apriva durante il giorno. Lo sapeva, ma la sua determinazione nel trovare Jonathan gliel’aveva fatto dimenticare. Lasciò cadere la testa in avanti sul volante e gemette. Okay, va bene. Devo solo rivedere il piano. Andrò a lavorare e chiamerò The Dubliner verso le tre. Sicuramente avranno qualcuno lì prima dell’apertura, almeno per preparare il tutto, e Jonathan ha detto che lavora nel retro. Magari lo troverò. Sentendosi un po' abbattuto ma ancora speranzoso, David tornò al suo ufficio. Il lato positivo era che Alice aveva acconsentito a lavorare AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. quel weekend, quindi sarebbe stato libero di passarlo con Jonathan. David soffocò un gemito. Lo troverò. Qualche ora dopo, sollevò il telefono e chiamò il The Dubliner per la quarta volta quel giorno. “Dubliner. Cosa posso fare per lei?” A David ci vollero un paio di secondi per rendersi conto che qualcuno aveva davvero risposto al telefono. Si era abituato agli squilli infiniti che erano andati a vuoto per tutto il giorno. “Oh, sì, salve. Sto, uh, a dire il vero cerco qualcuno. Jonathan Doyle. C'è?” Ci fu una lunga pausa e poi la voce rispose e sembrò confusa. “No, Jonathan non è qui.” Le spalle di David si afflosciarono. Non riuscì a celare la delusione nella sua voce. “Okay. Grazie.” Aveva quasi chiuso la telefonata quando sentì di nuovo la voce. “Vuole che gli lasci un messaggio da parte sua?” “Sì, sarebbe perfetto. Può dirgli che David Miller ha chiamato? Il mio numero-” “David? Ok, ricevuto. Glielo dirò.” La linea s'interruppe e David picchiò la mano sulla scrivania. “Merda!” CERCARE di capire come trovare Jonathan occupò la mente di David per tutto il resto del giorno. Riuscì a tenersi occupato con il lavoro, presentando Alice ai clienti, sistemando dei documenti, addirittura trovando nuovi clienti, ma il pensiero di Jonathan non lasciò mai la sua mente. Sfortunatamente, la donna che rispose al The Dubliner quando David chiamò di nuovo, gli disse che Jonathan non c'era ancora, e tutto ciò che lui poté fare fu lasciare un altro messaggio, visto che non aveva nessun altro modo per contattare il suo amante. Il suo amante. Si erano incontrati al bar e avevano passato una notte insieme. Da quando una cosa simile lo rendeva qualcosa di più di una botta e via? David scacciò quel pensiero con fervore. Sì, si erano AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. incontrati al bar e sì, era stata solo una notte, ma quelle cose non contavano. Jonathan era qualcosa di più di un semplice ragazzo rimorchiato in un bar. David doveva solo trovarlo e convincerlo di quel fatto innegabile, ma non sarebbe successo quella sera perché Jonathan non stava lavorando e lui non sapeva dove vivesse. David chiuse l'ufficio e fece un altro salto in palestra. Punire il suo corpo, però, non riuscì a far rilassare la sua mente. Se ne andò dolorante e frustrato esattamente come lo era quando era entrato nel palazzo. Ho bisogno di ubriacarmi. Sapeva che non era una soluzione a lungo termine per il suo mal di cuore, ma doveva trovare il modo di evitare che la sua mente pensasse a quell'uomo come aveva fatto per tutto il giorno, consumandolo. Così, David chiamò i suoi vicini, sperando che volessero uscire e che uno di loro si comportasse come tassista designato. Trenta minuti dopo si era fatto la doccia, si era vestito e aspettava che José e Adam passassero a prenderlo. Staccò la giacca dall'appendiabiti e corse alla porta non appena sentì la macchina avvicinarsi. “Grazie che guidi tu, José.” David scivolò sul sedile posteriore dell'auto, si chinò in avanti verso quello del guidatore e strinse leggermente la spalla del suo amico prima di tornare ad appoggiarsi al poggiatesta. “Non c'è problema. Ci stavamo comunque preparando per uscire. Ci incontriamo con Eli e Seth al Two of a Kind. Ti va bene?” David chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Le spalle gli dolevano per la tensione che stava trattenendo sin dal momento in cui era entrato in camera e aveva visto Jonathan prepararsi alle sei del mattino. “Mi sembra ottimo. Allora, cosa avete fatto oggi?” José gemette. “Abbiamo lavorato tutto il giorno, poi abbiamo passato tre ore al Walmart. Tre ore. Stiamo facendo quella cosa di adottare una famiglia durante le vacanze, quindi avevamo una lista di giocattoli e vestiti da prendere, più gli articoli per la casa e cose varie. Il gestore della pratica ha detto che avremmo trovato tutto lì. Sei mai stato in quel negozio, David?” David scosse il capo. “No.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Già, nemmeno io. Siamo dovuti andare su a EC Nord, e poi ci siamo dovuti orientare attraverso tremila corsie. Non ho mai visto niente del genere. C'erano intere famiglie che facevano shopping insieme, tipo generazioni multiple. E penso che abbiamo assistito anche ad alcune celebrazioni del ciclo della vita. Sai, battesimo nella corsia sei, quinceañera nella corsia dieci, matrimonio nella corsia tredici. Sono felice che ci siamo persi la nascita nella corsia venti.” Adam e David risero mentre José raccontava la storia. David si stava ancora asciugando le lacrime dagli occhi quando entrarono al bar e videro Seth ed Eli seduti al tavolo. Entrambi gli uomini si alzarono per salutare e scambiarsi baci e abbracci con i loro amici. “Sembri stanco quanto me, David. Che succede?” Seth guardò David con preoccupazione. L'ultima cosa che voleva fare era parlare di Jonathan. Era al bar per evitare quei pensieri deprimenti. Mosse la mano per indicare che non c'era niente che non andava e sprofondò sulla sedia. “Niente di che, mi sono solo svegliato troppo presto. E tu cosa mi dici, Seth? Perché così stanco?” Seth aveva l'età di David, con i capelli castani e ricci, e gentili occhi marroni. Eli era più giovane, ma non tanto quanto sembrava. Entrambi erano alti circa un metro e settantasette. La stessa altezza di Jonathan. Dannazione! La mente di David aveva un solo canale? “Eli si è trasferito da me questa settimana, quindi abbiamo dovuto imballare, trasportare e disimballare. Mi fanno male tutti i muscoli e sono esausto, ma almeno l'abbiamo fatto prima del Shabbat.” David era genuinamente felice per i suoi amici. Eli aveva rincorso Seth all'infinito prima che l'altro uomo si decidesse a uscire con lui. Essersi trasferito con il suo ragazzo di certo aveva emozionato Eli come non mai. “E tu cosa mi dici, Eli? Ti senti stanco e, ehm, dolorante anche tu?” sorrise David. Seth arrossì intensamente e divenne improvvisamente interessato al suo drink. Eli sorrise e mosse le sopracciglia. “Oh, sono proprio indolenzito, ma non è un problema. In effetti, sono piuttosto felice di esserlo. Non sento dolore. Il cielo è pieno di AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. colori vividi. Vedo i funghi crescere. Oh, è un unicorno quello che sta passando?” David rise e si sentì felice di essere uscito con i suoi amici. Questo era esattamente ciò di cui aveva bisogno: una conversazione leggera che gli togliesse dalla mente un paio di occhi d'argento offuscati dal piacere. E proprio in quel momento la sua mente tornò esattamente a quell'immagine, come se fosse programmata. Era tempo di trovare un'altra distrazione. David si alzò. “Nessuno vuole qualcos'altro da bere?” Eli sollevò il suo bicchiere vuoto e annuì. “Vodka, straight 1.” Guardò attorno al tavolo. “Risparmiatevi i patetici tentativi di fare battute, signore. Solo perché ho usato la parola straight, non c'è niente da ridere.” David scosse il capo e sorrise mentre camminava verso il bar. Un viso amichevole lo salutò. “Ehi, dolcezza, come va?” “Bene, Joel, come stai?” “Non mi posso lamentare. Henry ed io sabato partiamo per un paio di settimane per andare a trovare la sua famiglia. Penso che sarà divertente.” “Digli che lo saluto. Non lo vedo da tanto tempo.” David ripensò a quando aveva visto per l'ultima volta il suo ex. “Penso che sia stato quando abbiamo lavorato alle urne qualche settimana fa.” Una coppia di ragazzi abbastanza vicina da sentire quello che David diceva si voltò verso di lui, improvvisamente interessata alla conversazione. David roteò gli occhi. 1 NDT: Straight: gioco di parole. Il significato italiano in questo contesto è "bevanda liscia". In inglese la parola straight significa anche eterosessuale. Ecco il perché della conseguente battuta degli amici di Eli. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Durante le elezioni. Eravamo volontari ai seggi durante le elezioni. Quelle urne. Sapete, dovere civico. Provateci qualche volta,” dichiarò David con enfasi prima di tornare a guardare Joel. “Comunque, potremmo trovarci quando voi ragazzi tornerete in città.” Joel annuì. “Mi sembra una buona idea. Cosa posso servirti?” David fece l'ordinazione e aspettò che il suo amico gli portasse le bevande. “Mi ricordo di te.” Le parole farfugliate lo colpirono insieme all'alito che sapeva di birra. David si voltò verso destra e vide l'uomo che stava molestando Jonathan al Where Cowboys Dream la sera precedente. “Sì? Anch'io mi ricordo di te. E non è un bel ricordo.” Si allontanò dall'uomo ubriaco, prima di decidere di sfogare la frustrazione per non essere riuscito a trovare Jonathan su quell'obiettivo solo parzialmente meritevole. Sfortunatamente, Nick non sembrò cogliere il suggerimento e si mosse tenendosi in bilico sulle gambe scarne, un altro difetto che lo fece piacere ancora meno a David. “Allora hai finito con lui? Perché ora è il mio turno. Quel ragazzo sa come muoversi.” David ringhiò contro quell'idiota presuntuoso che gli stava troppo vicino per il bene della sua sanità olfattiva. “Fatti da parte, amico. E' il mio ragazzo, non un giocattolo. E l'hai incontrato per cinque minuti, quindi non hai idea di come si muove.” Okay, forse 'ragazzo' era esagerato, visto anche che David non aveva nemmeno il numero di Jonathan e non aveva nemmeno passato tutto quel tempo con lui. Quanto poteva sapere di un ragazzo dopo una sola notte? Abbastanza. Ne sai abbastanza. E sarà più di una notte quanto lo troverai e lo implorerai. David si allontanò da Nick come una furia e tornò dai suoi amici prima di fare o dire qualcosa di cui si sarebbe pentito. Eli era appoggiato alla spalla di Seth e sembrava infinitamente felice. “Sembri sul punto di fargli una serenata, Eli.” Il ragazzo rise. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Potrei anche. Le cose vanno davvero bene. Ho finito la scuola e sono tornato a gaycity. Ho il lavoro dei miei sogni alla congregazione dove sono cresciuto. Oh, e la ciliegina sulla torta della mia gloriosa vita è che finalmente sono riuscito a portarmi a letto il mio capo.” “Non sono il tuo capo, Eli!” sbottò Seth sulla difensiva. “Lavoriamo entrambi per tuo padre e gli altri membri della congregazione.” Eli guardò con amore il suo partner e rise. “Quanto ti ci vorrà per capire che dico queste cose solo per irritarti, vecchio?” “Umm, tutto bene, David? Hai dimenticato questi.” David alzò lo sguardo e vide Joel in piedi vicino al tavolo con le bevande che aveva ordinato e poi dimenticato quando aveva fronteggiato il coglione che parlava di Jonathan. “Scusami, Joel.” “Non c'è problema. Quel tipo ti stava dando noia? Posso sbatterlo fuori.” David prese i soldi dal portafogli e pagò le bevande. “No, non preoccuparti. Sai quanto odio quando trovo uomini tutti concentrati sulla parte alta del corpo e trascurano completamente le gambe. Sono ridicoli.” Joel rise. “Sì, okay, ma è meglio che lo faccia stare zitto. E' dannatamente ubriaco e continua a parlare di un tizio di nome Will con tutti quelli che vogliono ascoltarlo. Se comincia a far scappare i clienti lo butto fuori.” NONOSTANTE David fosse esausto dopo essersi incontrato con gli amici, continuò a girarsi e rigirarsi nel letto tutta notte, svegliandosi ogni paio d'ore con la netta sensazione che qualcosa mancasse, che qualcosa gli sfuggisse. Poi la sua coscienza s'intrometteva quando bastava per riempire i pezzi mancanti e fargli dolere il petto. Quando il sole sorse, venerdì mattina, David era già vestito e pronto a uscire per una lunga ed estenuante corsa. Non si fermò finché non si sentì sul punto di crollare. Si fece poi la doccia, si vestì e andò a lavoro. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Organizzò l'ufficio, finì ogni lavoro arretrato e concluse con un nuovo cliente. Nessuna di quelle cose gli impedì di notare che Jonathan non aveva restituito le sue chiamate e la cosa lo fece sentire progressivamente sempre più rifiutato. Cosa aveva fatto per spingerlo via? E come poteva trovare quell'uomo e scusarsi? Dopo aver mangiato un paio di barrette proteiche, David andò in palestra. La frustrazione che stava cercando di tenere a bada finalmente trovò uno sfogo e l'uomo lavorò come un pazzo finché uno dei suoi amici non gli disse di smettere se non voleva rischiare uno strappo muscolare. Aveva spinto il suo corpo troppo in là, lo sapeva, ma almeno era stanco a sufficienza per riuscire a dormire. David si trascinò fino a casa, si arrampicò sul letto e si addormentò sentendo l'odore di Jonathan sulle lenzuola. Sfortunatamente, ebbe solo un paio d'ore di tregua prima che il ragazzo entrasse nei suoi sogni e David si svegliasse ritrovandosi a montare il materasso come un patetico ragazzino. Le prime due volte si masturbò per poi di tornare a dormire, sperando di aver dato al suo corpo la soddisfazione necessaria per passare la notte. Ma la sua mano non era paragonabile a Jonathan e il suo subconscio non gli permetteva di dimenticarlo, così alla fine si arrese e rimase sdraiato nel letto a fissare il soffitto. Ho bisogno di trovarlo. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 12 DAVID si svegliò all'alba di sabato dopo un'altra notte quasi completamente insonne. Come potesse sentirsi ancora così teso nonostante tutta la fatica, era un mistero, ma visto che non aveva trovato Jonathan, l'unico modo che conosceva per allentare la tensione era fare esercizio fisico. Passò davanti al The Dubliner sulla via di casa, dopo un'altra dura sessione di esercizi in palestra (non che il ristorante fosse davvero sulla sua strada, ovviamente). Il locale era buio, come sarebbe stato fino all'ora di cena. Era troppo preoccupato per Jonathan e troppo stanco per un'altra notte quasi insonne per concentrarsi sul lavoro. Oltretutto, aveva già sbrigato tutti i suoi compiti e Alice aveva già deciso che si sarebbe presa carico dei suoi incontri per quel giorno. Non avendo quindi una distrazione disponibile e non volendo restarsene seduto a temere di essere travolto dalla sensazione di perdita che, sapeva, sarebbe arrivata, David si fece una doccia veloce, prese del caffè e andò a casa dei suoi amici. Conosceva Clark e Noah da anni e aveva appena venduto loro la loro prima casa, una topaia su una bella strada non troppo distante da casa di David. Clark era eccitato per la ristrutturazione e Noah era eccitato per via di Clark. Combinazione perfetta. David suonò il campanello e mosse il peso da un piede all'altro con impazienza. “Un secondo!” Sentì la voce di Clark attraverso la porta che, pochi istanti dopo, si aprì. Il suo amico stava in piedi di fronte a lui, sbattendo le palpebre per scacciare il sonno dai suoi occhi blu e scostandosi i capelli biondo rossiccio dal viso. Indossava un paio di pantaloni del pigiama che AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. aveva evidentemente messo nella fretta di aprire la porta. O almeno era quello che pensava David, basandosi sul fatto che i pantaloni erano al rovescio. “Buongiorno, Clark. E' meglio che ti metta una maglietta prima che Noah mi prenda a calci nel culo. Sono troppo in astinenza da sonno per potermi difendere ora.” Non che David pensasse davvero di potersi difendere da Noah nemmeno dopo una riposante notte di sonno se lui avesse voluto atterrarlo. Oltre ad essere un kickboxer ben allenato, Noah aveva una personalità insolente e un carattere quasi incontrollabile. Clark sembrava avere un tocco magico che teneva sotto controllo il suo partner, ma non c'era motivo di mettere alla prova il destino. Dopotutto, David sapeva perfettamente che non c'era niente che provocasse la rabbia di Noah più della sua possessività nei confronti di Clark. Così tanto che, anche dopo anni di amicizia, David sapeva che era meglio non rischiare di stare troppo vicini a Clark. E per quanto ammirasse la visione del petto muscoloso di quel bell'uomo davanti a sé, non valeva la pena di testare la reazione di Noah se li avesse visti. Incredibilmente, a Clark sembrava non importare la gelosia del partner anche se, vista dall'esterno, più che gelosia sembrava che la cosa sfiorasse il controllo eccessivo. “Sì, scusami. Stavo dormendo, non ci ho pensato. Arrivo subito.” Clark camminò un po' barcollante lungo il corridoio. David sistemò le bevande sul tavolino da caffè e poi si lasciò sprofondare sul divano. Si buttò un braccio sugli occhi e ripensò al giovedì mattina per la centesima volta. Cosa aveva fatto per far andar via Jonathan così improvvisamente? “Avevamo dei piani per stamattina, David? Siamo tornati tardi ieri notte e penso di averlo dimenticato. Mi spiace.” Clark si sedette sulla poltrona più brutta di tutti i tempi e allungò la mano verso il caffè, ne prese un sorso e sorrise. “Grazie per la caffeina.” “No, non avevamo dei piani. Mi sono solo fermato a darvi qualche chiave in più per il vostro nuovo appartamento.” David tirò fuori un gruppo di chiavi dalla tasca e le fece scivolare sul tavolino verso Clark. “L'agente del venditore me le ha lasciate ieri. Penso che AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. apra quella baracca spaventosa sul retro della proprietà e forse una delle porte laterali. Se fossi in voi, cambierei tutte le chiavi, ma ho pensato di portarvele nel caso le voleste.” Clark annuì e guardò attentamente David, come se riuscisse a intuire che c'era qualcosa che non andava. Quello sguardo, unito alla possibilità che la conversazione virasse sui suoi sentimenti, spinse David a trasudare felicità, anche se non era così che si sentiva. Raddrizzò la postura e fece un sorriso che non avrebbe preso in giro nessuno che lo conoscesse, ma, ehi, era il meglio che poteva fare. “Quindi siete stati fuori fino a tardi? Siete usciti con Frank e Tim?” “No, siamo stati a casa e ci siamo divertiti a modo nostro. E' il modo migliore.” La voce profonda di Noah fece voltare entrambi verso il corridoio. Anche se, visti i suoi lineamenti duri, Noah non poteva essere descritto come bello, di certo, però attirava l'attenzione. Gli occhi nocciola, profondamente intelligenti e di un'intensità incredibile, erano il suo tratto più intrigante. Inoltre, con quel corpo alto e muscoloso, di sicuro non era un uomo che buttavi fuori dal letto. Non che qualcuno ne avesse avuto la possibilità, perché Noah e Clark erano una coppia sin dal college e una sola occhiata nella loro direzione rendeva chiaro a qualunque osservatore che la loro situazione non sarebbe cambiata e che non c'era spazio per nessuno nel loro letto. “Che succede, David? Sembra che il cane ti abbia pisciato nei cereali, ” grugnì Noah mentre prendeva il caffè e si sedeva tra le gambe di Clark. Sollevò il bicchiere in direzione di David per un brindisi silenzioso e bevve un sorso. Clark avvolse le braccia attorno al petto di Noah e appoggiò il mento sulla sua spalla. La mano libera del suo compagno coprì immediatamente la sua e le loro dita s'intrecciarono istintivamente. David cercò di pensare se li avesse mai visti sedersi lontani l’uno dall’altro e non gli venne in mente nemmeno un esempio. Quei due erano sempre intrecciati l'uno all'altro. Perché aveva deciso di far visita alla coppia perfetta proprio oggi? Non ci riusciva, non poteva restare a guardarli mentre si toccavano, vedendo l'amore che vibrava tra loro, AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. quando lui non poteva stare con l'unica persona che gli avesse mai fatto sentire quelle stesse emozioni. Si alzò e prese il suo caffè mentre si avviava verso la porta. “Meglio che vada. Devo, umm... Sono solo venuto a lasciarvi le chiavi. Mi spiace avervi svegliato. Ci vediamo dopo, ragazzi.” David aveva una mano sulla maniglia della porta quando sentì la voce di Clark dietro di sé. “Chiamaci se hai bisogno di parlare, David. Anche se non è per le chiavi.” David annuì e uscì dall'appartamento. Dopo un altro viaggio inutile davanti al The Dubliner, andò a casa, si fece la doccia e cominciò a fare zapping in maniera assente prima di gettare via il telecomando con disgusto. Cosa devo fare? Sospirò. Devo trovarlo, ecco cosa. Non ho aspettato per tutta la vita di sentire questi sentimenti verso un'altra persona per arrendermi così facilmente. Lo troverò e gli mostrerò che possiamo stare insieme. David si ricordò cosa aveva detto Jonathan riguardo alle pareti verdi. Oh, grazie al cielo, qualcosa da fare. Raddrizzò le spalle e camminò a grandi passi verso il telefono. Forse il suo amico Caleb era libero. Il ragazzo era un po' troppo entusiasta a volte ma era un ottimo designer. Aveva arredato il salotto e la sala da pranzo di David senza nessuna indicazione da parte sua e l'aveva aiutato anche a ristrutturare il bagno. David sentì improvvisamente il bisogno disperato di avere il prima possibile la camera da letto e il bagno tinteggiati con i colori che Jonathan gli aveva detto e Caleb era il modo migliore e più rapido per far sì che accadesse. NON ESSENDO un ragazzo al quale piaceva pensare ai sentimenti che provava né tantomeno parlarne, David seppe di essere messo male quando, quella sera, si sedette nel separé di fronte ai suoi due più vecchi amici, pronto a chiedere aiuto. Si tolse la giacca di pelle scamosciata marrone, arrotolò le maniche della sua camicia fino ai gomiti e si protese sul tavolo. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Allora, ho bisogno che mi diciate la verità. L'assoluta verità. Senza esclusione di colpi, senza omettere niente per non ferire i miei sentimenti. Voglio -” “Basta! La verità. Ricevuto. Cosa diavolo vuoi sapere, Miller?” Frank ridacchiò mentre faceva segno alla cameriera e sollevava il suo bicchiere. “Possiamo averne ancora due, Denise?” La ragazza bruna annuì e guardò Tim. “Bella camicia, Tim.” Tim gemette. “Ah, è la camicia da grassone.” Lei mise la mano sul fianco e lo guardò più da vicino. “Di cosa stai parlando, Tim? Mi piacerebbe che il mio ragazzo fosse come te. Sei magro!” L'uomo si lisciò la camicia rossa che gli stava attillata. “Potrei essere un etero magro, Denise, ma sono un gay grasso. Tutto questo parlare mi ha fatto ripensare al mio prossimo drink. Prenderò una dietsoda.” Denise sbuffò e si allontanò. Frank si protese sopra Tim e girò la testa in un'angolazione quasi dolorosa per poter vedere una zona vicino al bar dove Eric era chinato in avanti e ripuliva qualcosa dal pavimento. “Ti verrà un crampo al collo, caro,” disse sarcastico Tim. “Ne varrebbe la pena. Quell'uomo ha un culo grandioso.” “E' etero, Frank.” David rise del suo amico. “Sì? Anche gli spaghetti sono dritti finché non li scaldi.” Frank mosse le sopracciglia. “Oops. L'ho detto ad alta voce? Il filtro non ha funzionato. Di nuovo.” “Affascinante.” Tim prese un sorso dal suo drink e mise il broncio. Frank gettò un braccio sulle spalle del suo partner e lo strinse. “Oh, dai. Posso anche farmi un giro in negozio ma sai che non arriverei mai al registratore di cassa.” Tim roteò gli occhi e incrociò le braccia, fingendo di essere indispettito. “Come vuoi. Ora, di cosa volevi parlarci, David?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David morse il suo labbro inferiore, rosso e pieno, e si passò le dita nei capelli, mostrandosi stranamente ansioso. “Perché nessuna delle mie relazioni ha funzionato?” Frank rise e prese un sorso di birra mentre Tim roteava gli occhi e si buttava in bocca un paio di pretzel presi dalla ciotola. “Perché continui a scaricare i loro culi, ecco perché,” disse Tim. David ebbe la decenza di arrossire. “Ma io rompo con loro solo perché non sono felici con me. Sembra che non funzioni mai.” Frank cercò la mano di Tim e sorrise a David, sbatté le palpebre e le rughe del sorriso agli angoli della bocca si fecero più pronunciate. “Miller, nessuno è più felice di me del tuo basso record visto che io ho ne ho ricavato questo ragazzo.” Frank fece un cenno con le sue sopracciglia verso Tim. “Ma devo dirtelo, sono sorpreso da questa domanda. Vuoi dirci cosa ti ha portato così improvvisamente - e se posso permettermi, non è una cosa da te - a voler riflettere su te stesso?” David sospirò e mormorò, “Lasciamo perdere, ragazzi. Non importa. Come va il lavoro?” Tim lasciò la mano di Frank e prese quella di David mentre l'uomo stava per prendere il bicchiere. “Oh no, tesoro. Non te la caverai così facilmente. Sputa il rospo.” Perché no? Aveva iniziato questa conversazione per una ragione. Poteva anche portarla avanti. “Ho incontrato qualcuno.” La sua voce era bassa e le sue parole mormorate ma Tim e Frank sentirono abbastanza. Frank si appoggiò al separé, incrociò le braccia sul petto muscoloso e guardò David, valutandolo. Tim si fece il segno della croce. “Gesù, Giuseppe e Maria. Non pensavo che avrei mai vissuto abbastanza da vedere questo giorno. David Miller vuole una vera relazione.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David sapeva che i suoi amici lo stavano stuzzicando, ma non apprezzava lo scherzo. Non era giusto. “Ehi. Ho sempre voluto una relazione. Non sono uno di quelli che ha la fissa per le botte da una notte e via.” Frank rise. “No, non una notte, vero. Hai un debole per le botte da più mesi. Ma non hanno comunque significato, esattamente come quelli che rimorchi ai bar per una notte. Solo perché sei un monogamo seriale non significa che tu abbia mai voluto una relazione, Miller.” Gli occhi di David si riempirono di sorpresa, o dolore. L'espressione di Frank si addolcì. “Hai detto che volevi la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità.” Tim ridacchiò. “Che Dio ci aiuti!” David annuì stancamente. “Bene. E da dove viene questa intuizione geniale?” Tim scattò in avanti nel separé e strofinò le mani con entusiasmo. “Vediamo se riusciamo a farti capire.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 13 DAVID ebbe per un attimo la sensazione di essere intrappolato ed esposto. Poteva cambiare argomento, andarsene, o dare a fuoco a qualcosa - qualsiasi cosa pur di evitare quella che di sicuro sarebbe stata una conversazione fastidiosa sui suoi sentimenti - ma non fece nessuna delle tre cose. Non poteva rischiare di aumentare il premio per la polizza contro gli incendi. Invece, si fece forza e si concentrò su qualsiasi informazione che i suoi amici potessero condividere con lui che potesse aiutarlo a capire cosa avesse allontanato Jonathan, e come poterlo tenere accanto a sé una volta che fosse riuscito ad afferrare di nuovo quel corpo meraviglioso. “Dicci dell'ultimo tipo con cui sei uscito. L'avvocato. Cos’è successo?” Era passato più di un anno da quando quella relazione era finita e David non aveva mai perso un minuto a ripensarci. Erano ancora amici, ovviamente, ma David non si era mai chiesto perché le cose non avessero funzionato. Non gli era mai interessato. David mandò giù tutto d'un fiato il resto del vino. Bene, aveva chiesto onestà e loro gliela stavano dando. Aveva quasi trentadue anni, non aveva mai avuto una relazione decente e ogni parte del suo corpo gli diceva che doveva scoprire il perché, altrimenti non gli sarebbe stato possibile stare con l'uomo più bello che avesse mai incontrato. Solo il pensiero di non poter avere Jonathan gli fece dolere qualcosa nel petto. No, non qualcosa: il suo cuore. Il suo cuore gli faceva davvero male per la perdita della sua bellezza dagli occhi d'argento. Non c'era motivo di fingere altrimenti, e se parlare dei suoi sentimenti con i suoi amici e rispondere alle loro domande poteva aiutarlo a sistemare le cose con Jonathan, allora era quello che avrebbe fatto. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Umm. Non riuscivo a soddisfarlo a letto, presumo.” Tim sputò la soda che aveva appena sorseggiato e cominciò a tossire. David si asciugò le gocce dalla fronte con il dorso della mano e guardò le bocche spalancate dei suoi amici. “Stai scherzando, Tim? Devo davvero tornare indietro di vent'anni e dirti di non sputare?” Tim si ricompose. “David, tesoro, hai il viso di un modello, il corpo di un atleta professionista e il cazzo di un cavallo. Soprattutto, so per esperienza personale che hai la stamina di un maratoneta. So che sono passati anni da quando sei stato nel mio... letto, ma mi ricordo perfettamente di aver avuto problemi a sedermi dopo quelle notti. Quindi dimmi esattamente cosa non-mi-ricordo-il-suo-nome ti ha detto per portarti a credere che la bestia che hai tra le gambe non fosse abbastanza, perché non c'è una cazzo di possibilità che io abbia mai avuto problemi con la tua tecnica. Fidati di me.” Il rossore di David gli arrivò al collo e al viso. Non era sicuro di cosa rispondere al suo amico dopo quella frase. Non era mai stato timido riguardo al sesso e sì, loro due erano stati amanti, ma era una storia vecchia. Inoltre, Tim stava parlando dell'equipaggiamento di David davanti al suo partner e la cosa avrebbe potuto infastidire Frank. Come se gli stesse leggendo nel pensiero, Frank mosse una mano come per indicargli di andare avanti. “Non trattenerti per me, Miller. Ho visto anch'io il tuo cazzo. Sono passati dieci anni ma me lo ricordo. Non è una cosa che un uomo può dimenticare. Diavolo, penso di aver acquisito la capacità di succhiare uccelli proprio perché ho imparato sul tuo colosso.” David e Frank erano cresciuti insieme. Quando avevano capito che a tutti e due piaceva guardare i loro compagni di squadra negli spogliatoi più che le cheerleader sul campo, avevano passato alcune notti facendo pratica l'uno sull'altro. I loro sentimenti non erano mai andati oltre l'amicizia, ma quando avevano finito la scuola sapevano bene come muoversi con un pene nelle vicinanze. David ricordò con affetto che Frank non scherzava riguardo alle sue capacità. Non era AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan, ma quell'uomo poteva risucchiare una palla da baseball attraverso una cannuccia. Tim rise e soffiò un bacio a David. “Grazie di questo, a proposito. Sono il destinatario fortunato di tutta quella pratica.” David roteò gli occhi e gemette, chiedendosi cosa si fosse impossessato di lui per averlo portato a parlare con i suoi amici di quello. Erano i suoi più vecchi amici, ecco cosa. In effetti, era stato lui a farli mettere insieme. David aveva incontrato Tim al suo secondo anno di college durante un incontro per l'alleanza gay-etero. Avevano passato l'intero semestre prendendo il caffè insieme dopo gli incontri mensili prima che Tim finalmente trovasse il coraggio di chiedere a David se fosse dalla parte gay o etero dell'alleanza. Da quel momento erano usciti per due anni, fino alla laurea. Quando Tim si era laureato ed era tornato a Emile City, David aveva presentato i suoi due ex amanti l'uno all'altro, sapendo che sarebbero stati bene insieme come non lo erano stati con lui. Aveva ragione. “Cosa vuoi che ti dica, Timmy? Mi ha detto, ehm, che non ero coinvolto. Quando eravamo a letto insieme. Ciò significa che non era propriamente un cliente soddisfatto, quindi ho chiuso la storia.” Tim e Frank si scambiarono uno sguardo tenero e poi guardarono David con un'espressione che lui riusciva a descrivere solamente come pietosa. “E prima di lui? Il dottore con l'accento eccitante e con il culo ancora più eccitante? Cos'è successo con lui?” Raul. David era uscito con Raul per due anni, mentre lui faceva la specializzazione. David aveva pensato che le cose stessero andando bene. Bene abbastanza, comunque. David fece spallucce. “Ha detto che non ero presente. Ma lavoravamo entrambi molto. Sapete come sono i miei orari. Non ho mai pensato che gli desse fastidio visto che anche lui aveva dei turni lunghi in ospedale. A dire il vero, pensavo che stesse funzionando con i nostri ritmi, che avesse capito perché anche lui era impegnato. Ma quando mi ha detto che non ero presente, ho capito che era tempo di passare oltre.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Tim sospirò e guardò David in attesa. Quando David non reagì, provò di nuovo. “E quello prima di lui? L'architetto con i capelli da surfista?” Henry. David aveva incontrato Henry per lavoro. David era un nuovo agente immobiliare e stava imparando. Henry era l'uomo alla base della scala gerarchica di un costruttore locale di cui David vendeva le case. Si erano trovati subito bene ed erano usciti insieme per circa un anno e mezzo ed erano rimasti amici quando era finita. David era sempre rimasto amico con i suoi ex. Non aveva mai capito perché le persone litigavano e si odiavano quando le cose non funzionavano. Una rottura non era un grosso problema. Perché farsi prendere così dalle emozioni? Certo, era facile pensarla così, quando a lui non importava poi molto dei suoi ex ragazzi. Non era per niente facile ora, che non riusciva a trovare Jonathan. E dopo solo una notte insieme. “Henry ed io abbiamo rotto perché…” David aggrottò le sopracciglia al pensiero. Onestamente non riusciva a ricordare perché avessero rotto. Era stato tanti anni prima e, come per le altre relazioni, non si era soffermato a pensarci. “Dannazione, Tim. Non ce la faccio più. Non ce la farà mai a capire. Nemmeno se gli facciamo un disegno.” Frank si voltò verso David e i suoi occhi scuri lampeggiarono. “Vuoi che ti dica perché le cose non hanno funzionato con Henry?” David annuì in silenzio. “Perché ti eri dimenticato di avere un ragazzo, stupido stronzo.” David si sarebbe sentito insultato se qualsiasi altro gli avesse parlato in quel modo, ma lui e Frank avevano passato tante cose insieme e sapeva che non intendeva offenderlo. “Okay, ti ascolto. Cosa intendi?” “Era un esperimento. Ha pensato che se ti fosse stato lontano, avresti capito che ti mancava e lo avresti implorato di tornare indietro. Tim ha cercato di dirgli che era un'idea stupida e che non avrebbe funzionato, ma lui era sicuro che fosse un modo geniale per far sì che lo notassi.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David ripensò al periodo in cui era uscito con Henry e poi a quando avevano preso strade diverse. “Stronzate. Usciva con quel ragazzo con i capelli rossi, ti ricordi? L'ha portato alla festa di Clark e Noah.” Frank ruotò gli occhi. “Non ti ha chiamato per quattro settimane e non te ne sei accorto, così ha portato quel tizio alla festa sperando di farti ingelosire.” Tim iniziò a ridere a quel punto, così tanto che gli vennero le lacrime agli occhi. “E tu…” Ancora più risate. “Ehm, tu…” Tossendo e ridendo. “Gli hai picchiato sulla spalla, gli hai detto che ti faceva piacere vederlo che e che insieme facevano una bella coppia.” David prese un sorso di soda e sentì lo stomaco brontolare. Aveva corso quella mattina e poi si era allenato durante il pomeriggio. Ancora più estenuante era stato tutto il tempo passato a fare compere con Caleb. Aveva cercato di liberarsi del designer dopo aver scelto i colori, ma non aveva funzionato, quindi aveva dovuto sopportare lo shopping per i mobili della cucina, gli elettrodomestici e i mobili della camera finché non aveva finalmente sventolato bandiera bianca e ammesso la sconfitta. Oh beh, almeno aveva scelto dei campioni di verde chiaro e verde scuro e aveva un appuntamento con l'imbianchino per metà settimana. Dopo la tortura dello shopping con Caleb, era andato in palestra, poi aveva avuto giusto il tempo di farsi una doccia e vestirsi prima di incontrarsi con Tim e Frank al Where Cowboys Dream. Ed era comunque in ritardo, perché prima era passato dal The Dubliner sperando di trovare Jonathan, solo per sentirsi dire che non lavorava quella sera. Quando sentì un buco dove di solito risiedeva il suo stomaco, si rese conto che, oltre ad un frullato proteico quando si era svegliato e a una barretta per pranzo, non aveva mangiato niente in tutto il giorno. “Forse dovremmo iniziare a servire cibo qui. Niente di pesante, tipo antipasti o qualcosa del genere.” Tim sembrava incredulo. “Tutto qui? Cambi discorso? Il tuo bisogno di capire è andato?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Va bene, Timmy, confesso di essere stato uno stronzo con Henry senza essermene reso conto, ma è stato anni fa. Sono sicuro di non aver inavvertitamente rotto con nessuno da allora, quindi non è un'informazione che mi è particolarmente d'aiuto. E mi scuserei con Henry ma visto che se l'è spassata con Joel per gli ultimi cinque anni, penso che il suo cuore sia guarito.” “Non capisci che hai fatto la stessa cosa con tutti i tuoi ragazzi?” La voce di Tim si fece improvvisamente alta e stridula. “Stai dicendo che hanno smesso tutti di chiamare e non me ne sono accorto?” “No, sto dicendo che avere un ragazzo che ti dice che non sei coinvolto quando fai sesso o che non sei presente, praticamente è la stessa cosa che ha condotto Henry a fare quello stupido esperimento. Quando stai con un ragazzo, non stai davvero con lui.” David decise di andare a casa. Non era riuscito a dormire per due notti perché nel suo letto mancava una cosa essenziale e lui sapeva cosa - o, più precisamente, chi - fosse. Aveva fame, la conversazione con i suoi amici non stava portando da nessuna parte, gli faceva male la testa e aveva bisogno di pensare a come trovare Jonathan e a come obbligarlo a vederlo ancora o a come inginocchiarsi e implorarlo. “Profondo, amico, davvero. Dovresti recitare le frasi dei biscotti della fortuna o qualcosa del genere. Confucio dice che non ci sei quando ci sei.” David ingurgitò il resto del suo drink e iniziò ad alzarsi. “Non essere così cazzone, David. Tim sta cercando di aiutarti. Ci siamo sempre tenuti fuori dalla tua vita amorosa, anche se abbiamo sempre saputo qual era il problema. Tim è stato il primo della lista di ragazzi, ricordi?” Qualcosa nella rabbia degli occhi di Frank e nel modo in cui stringeva la mano di Tim fece capire a David di essersi spinto troppo oltre. Si lasciò andare di nuovo contro la panca e guardò il suo amico. “Timmy? Ho fatto qualcosa di sbagliato quando stavamo insieme? Sei entrato in un corso universitario fuori dal paese e ti sei trasferito. Non è che io abbia davvero rotto con te. Siamo rimasti amici e tutto, quindi pensavo che le cose fossero a posto tra noi.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Tim sollevò il suo bicchiere e bevve un sorso. Quando lo riappoggiò sul tavolo, guardò David dritto negli occhi, ma David capì che non l'aveva fatto con facilità. “Sono andato in una scuola fuori dallo stato per starti lontano.” David era scioccato. La bocca gli si spalancò. Cosa aveva fatto per portare Tim a sentire il bisogno di scappare? “Gesù, non fare così, David.” Tim cominciò a giocherellare con il tovagliolo del suo cocktail e guardò Frank per trovare supporto. “So che non hai mai voluto ferirmi. So che eravamo amici. E' questo che rende il tutto così... insidioso.” Le parole di Tim si persero e David vide la frustrazione nei suoi occhi. Improvvisamente, sentì il bisogno di capire cosa i suoi amici stessero cercando di dirgli. “Frank? Cosa sta cercando di dirmi? Devo delle scuse anche a te?” Frank fece uno sbuffo di risata. “Diamine no, rubacuori, non c'era niente tra noi se non pompini e football. Non ho mai pensato a te come a un compagno. E' questo che l'ha fatto funzionare. Beh, quello e il fatto che eravamo due teenager arrapati.” Bene, almeno David aveva letto nel modo giusto la sua relazione con Frank. Erano due attivi ancora prima che fossero abbastanza grandi da capire cosa significasse. Non è che le cose tra loro sarebbero potute andare diversamente. Era contento che Frank la vedesse allo stesso modo. David concentrò la sua attenzione su Tim e aspettò che il suo amico continuasse a parlare. “Sei un ragazzo intelligente, facoltoso e di successo, David. Non tradisci. Non urli né litighi. Sei generoso fuori e dentro il letto. Anche senza considerare il tuo aspetto fisico, ce n'è già abbastanza per innamorarsi di te. Pesantemente.” Tim si passò una mano malferma nei suoi capelli biondo chiaro. “Ma non sei davvero disponibile, quindi alla fine uno comincia a sentirsi frustrato. E' come se tu fossi quasi a portata di mano, ma non lo sei. E se provano a fartelo notare per farti cambiare, tu fuggi. Non sto cercando di ferire i tuoi sentimenti, ma l'hai chiesto tu. Hai detto di voler sapere perché le tue relazioni non hanno funzionato, quindi te lo sto dicendo. Non funzionano perché non lo vuoi davvero.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David ancora non capiva cosa Tim stesse dicendo, ma era pronto a stare seduto pazientemente ad ascoltare se il suo amico aveva altro da aggiungere. Avrebbe finto di essergli grato per il consiglio confuso, si sarebbe scusato per qualsiasi cosa avesse fatto di sbagliato e poi se ne sarebbe andato a casa sperando di sentire ancora l'odore di Jonathan sulle lenzuola, ma poi sentì un colpetto incerto sulla spalla. David si voltò e vide un paio di occhi d'argento spaventati che lo guardavano. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 14 “S-S-SCUSA se t’interrompo. Io, umm, ho pensato…” Jonathan non riuscì a finire la frase perché David se lo tirò in braccio e lo baciò come se ne andasse della sua stessa vita. Quando finalmente David tolse la lingua dalla sua bocca, Jonathan s'incurvò contro il suo petto, ansimando per il bisogno d'aria. Il braccio sinistro di David gli teneva possessivamente la vita, mentre la mano destra gli accarezzava i capelli, e il ragazzo quasi dimenticò che non erano da soli. “Sono così felice che tu sia qui. Stavo cercando il modo migliore per evitare di venire arrestato se mi fossi accampato fuori dal The Dubliner per vederti quando fossi andato a lavorare.” Jonathan sorrise e guardò in quei profondi occhi blu che l'avevano perseguitato per anni. “Quindi va bene se sono venuto qui? I miei genitori mi hanno detto che hai chiamato al ristorante, ma non avevano tenuto il tuo numero. Ho pensato di passare e chiedere al barista se me lo poteva dare per poterti chiamare, ma poi ti ho visto seduto qui. Se sto interrompendo qualcosa, però, posso andare e...” David lo baciò, un bacio a labbra chiuse, un tocco morbido questa volta, e fece scendere la mano dai capelli di Jonathan alla sua guancia, continuando ad accarezzarlo gentilmente. “Non stai interrompendo niente. E puoi venire qui in ogni momento, ma mi piacerebbe avere il tuo numero, così posso chiamarti, okay? Stavo iniziando a pensare che sarei stato denunciato per stalking visto il numero delle volte che ho chiamato il tuo ristorante. E che ci sono passato davanti.” David strinse forse Jonathan, sentendosi AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. incommensurabilmente grato che quel ragazzo fosse tornato tra le sue braccia e sembrasse felice di esserci. “Mi sei mancato, baby.” Il corpo di Jonathan si rilassò contro il suo e il ragazzo sospirò di sollievo. David lo voleva ancora. “Non ho un cellulare. Ti darò il numero della casa dei miei genitori, ma non sono molto bravi con i messaggi.” Jonathan sussurrò quelle parole all'orecchio di David e l'uomo sentì il viso surriscaldarsi. Sarebbe stato strano comprargli un telefono? Era per ragioni egoistiche, quindi non era proprio un regalo. “Ehm.” Il suono di Tim che si schiariva la voce interruppe i pensieri di David. L'uomo guardò i visi divertiti dei suoi amici e poi verso l'adorabile e sexy uomo che aveva in braccio. “Jonathan Doyle, questi sono i miei amici. Tim Burgess e Frank Dupree.” Jonathan scivolò via dal grembo di David e allungò una mano tremante sul tavolo. “Piacere di conoscervi entrambi.” Tim e Frank ricambiarono la stretta di mano ma tennero lo sguardo fisso sul loro amico. David aveva un braccio attorno alle spalle di Jonathan e se lo teneva attaccato al fianco mentre gli accarezzava la parte alta del braccio. Quando Jonathan ebbe finito con le presentazioni e lasciò cadere la mano sul tavolo, David gliela prese immediatamente e intrecciò le loro dita, accarezzandogli il dorso con il pollice. E, soprattutto, David guardava Jonathan con un'espressione che era completamente sconosciuta ai suoi amici. Sembrava completamente rapito da quel ragazzo, cosa che rendeva il suo atteggiamento completamente diverso da quello freddo, distaccato, quasi disinteressato che di solito aveva avuto con gli altri. L'affetto esplicito che stava dimostrando era qualcosa che i suoi ex ragazzi avevano sempre sperato di ricevere, invano. “Hai sete, baby? Vuoi che ti prenda qualcosa da bere? Non abbiamo cibo qui, ed è qualcosa a cui sto pensando di rimediare, ma stavo giusto per uscire a cena. Possiamo andare ora se hai fame.” Jonathan guardò nervosamente gli amici di David e si mordicchiò il labbro inferiore. Aveva passato gli ultimi tre giorni pensando a lui e AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. cercando di trovare il modo di dirgli di suo figlio senza farlo scappare. Alla fine, non aveva trovato nessuna soluzione geniale probabilmente perché non era un genio - quindi aveva deciso di dirgli semplicemente la verità. Non che avesse molte altre scelte. Avere il cuore spezzato era già abbastanza difficile; Jonathan non aveva bisogno di un pubblico, il che gli fece venire voglia di accettare la proposta di David di lasciare il bar, ma i suoi genitori avevano altri programmi per quella serata quindi potevano tenere Samuel solo per un'ora. L'orologio ticchettava e non c'era modo di riuscire a cenare e andare a casa di David nel tempo che gli restava. “E' stato un piacere di conoscerti, Jonathan, ma siamo in ritardo per, ehm, una cosa, quindi dobbiamo andare. Dai, Frank.” Tim sgusciò fuori dal separé e tese la mano al suo compagno. “Molto sottile, Tim. David, ti chiamiamo dopo. Oh, e dimenticati quello che ti abbiamo appena detto. Sembra che tu ci abbia lavorato su.” E subito dopo se n'erano andati. Jonathan era rimasto solo con David. Okay, niente coraggio, niente gloria. Non puoi vincere se non giochi. Niente dolore, niente guadagno. Se non tenti, non ottieni niente. S mettila di pensare a questi proverbi ridicoli e parla. “Non posso cenare con te stasera. A dire il vero non posso fermarmi a lungo.” Jonathan deglutì il nodo che aveva in gola e si sforzò di continuare. “Sono venuto qua solo perché ho bisogno di dirti una cosa. Beh, più che altro ho bisogno di parlarti di qualcuno. E' la persona più importante della mia vita e avrei dovuto parlartene l'altra notte, ma avevo paura che non mi avresti più voluto se avessi saputo e...” David stava guardando Jonathan come se il ragazzo fosse un camion in corsa che gli stava andando addosso senza che lui potesse muoversi in tempo per salvarsi. Il braccio che teneva attorno alle spalle di Jonathan s'irrigidì, la mano si fermò e anche il suo respiro sembrò farsi più superficiale. Jonathan prese un respiro profondo e andò fino in fondo. “Ho un figlio. Si chiama Samuel.” “Oh, grazie a Dio!” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Ah. Quella non era la reazione che Jonathan si sarebbe aspettato. Si era preparato per rabbia, delusione e, in un attimo di ottimismo, anche accettazione riluttante. Ma non... era sollievo quello? “Io no… Io non capisco. Non sei arrabbiato? Ti sta bene?” “Gesù, Jonathan. Perché dovrei essere arrabbiato per il fatto che hai un figlio? A meno che… non è che sei, tipo, sposato o qualcosa del genere, vero?” L’idea che Jonathan potesse stare con una donna non aveva sfiorato la mente di David fino a quel momento. Quell’uomo era chiaramente gay. Quando Jonathan aveva iniziato a parlare, David era sicuro che stesse per dirgli di un fidanzato. Ora, il pensiero era terrificante in sé per sé, perché vista la mancanza di esperienza di Jonathan in tutto tranne che nel prenderlo nel sedere per bene, avrebbe significato che il suo ragazzo era un coglione egoista e David sarebbe dovuto intervenire e porre fine a tutto. Ovviamente, proteggere Jonathan era la sua unica motivazione. David non l’avrebbe fatto per spianarsi la strada. No, niente di così egoistico e sinistro. “No! Certo che no. Sono stato con sua madre una volta, al liceo. E’ stato uno stupido errore e lei aveva un ragazzo quindi non poteva tenere il bambino e io lo volevo, così l’ho tenuto. Ed è davvero bello e divertente e meraviglioso sotto tutti gli aspetti.” Jonathan stava parlando a ruota libera nervosamente, torcendosi la maglietta con la mano. David lo baciò, sperando di calmarlo. “Sembra proprio suo padre. Quando posso incontrarlo?” Quel bel viso s'illuminò immediatamente. “Davvero? Vuoi conoscerlo? Quindi significa che noi possiamo ancora… ancora…” Oh, merda. Ce l’avrebbe mai fatta a finire quella frase? Possiamo ancora incontrarci nei bar e fottere come conigli? No, non era questo che voleva Jonathan. Possiamo ancora cavalcare verso il tramonto insieme e viere felici per sempre? Umm, no, troppo e troppo presto. E poi, c’era la totale mancanza di cavalli. “Jonathan, mi piaci davvero e voglio continuare a vederti. Sto cercando di non sentirmi insultato dal fatto che hai pensato che sarei stato spaventato da tuo figlio. Lo ammetto, non ne so molto di bambini, ma non è che penso che siano una malattia o qualcosa del genere.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Quando David lo disse in quel modo, tutta la storia gli sembrò un po’ sciocca. Jonathan rise un po’ troppo forte, lasciando uscire l’ansia che gli era cresciuta nel petto nei giorni precedenti. David, seduto nel separé del suo bar, pensò che non aveva mai incontrato i genitori dei suoi ex perché le cose non gli erano mai sembrate così serie, e ora, dopo solo una notte con questo ragazzo, gli stava chiedendo di poter incontrare suo figlio, qualcosa che sembrava molto più importante e difficile da sbrogliare. Oh, beh. David non voleva sbrogliare le cose con Jonathan. Voleva che loro due fossero intrecciati e annodati in modo che non ci fosse modo di separarli. “Quindi hai detto no per la cena di stasera perché hai altri piani o perché pensavi che avrei indossato la mia giacca bambinorepellente? Perché l’ho lasciata a casa e mi piacerebbe portare fuori sia te che Samuel. C’è un’ottima pizzeria non troppo distante da qui. Ai bambini piace la pizza, giusto?” Jonathan annuì in silenzio. Era completamente sbalordito dalla reazione di David e dalla sua disponibilità nell'incontrare Samuel. Era molto, molto meglio di come si sarebbe mai aspettato. “Sam ama la pizza. Anche la pasta. E i broccoli. A dire il vero è un buongustaio.” David gli regalò uno di quei sorrisi amorevoli che ricordarono a Jonathan la notte passata a casa sua. Ripensare a quel momento gli fece gonfiare immediatamente il sesso e il giovane dovette muoversi sulla panca, sperando che i pantaloni si muovessero con lui in modo da rendere quell’improvvisa ed evidente erezione più comoda. “Mi sei mancato.” La voce roca di David gli si riversò addosso e la sua mano si fece strada verso il suo inguine fino a premergli l’erezione, causando un brivido che scosse Jonathan da capo a piedi. “Mi sei mancato anche tu. Sono venuto probabilmente una mezza dozzina di volte pensando a te l’altra notte. Mi hai lasciato in un perpetuo stato di arrapamento, baby.” La voce di David era bassa e sensuale, il respiro caldo contro l’orecchio e il collo di Jonathan. “Solo una mezza dozzina? Io ho tenuto le mani fuori dai pantaloni solo il tempo necessario per prendere la forchetta e mangiare.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan gemette e spinse in alto il bacino verso quella mano grande, cercando più contatto. David lo accontentò, strofinandola avanti e indietro sulla sua erezione. Proprio quando Jonathan pensò di essere sul punto di esplodere, David si fermò e lo trascinò fuori dal separé. “Cosa… dove stiamo andando?” “Bagno,” David grugnì quella risposta e aumentò il passo. Una volta che furono dentro, David colpì rapidamente le porte di ogni scompartimento. Quando si aprirono tutte, confermando che i due uomini non avevano compagnia, attirò Jonathan all’interno dell’ultimo scomparto, lo chiuse, e si lasciò cadere in ginocchio. I pantaloni kaki di Jonathan vennero sbottonati e abbassati alle caviglie in un battito di ciglia. David diede un colpetto ai suoi testicoli con il naso, emise un suono di apprezzamento e poi li succhiò. Il suono di una zip che si abbassava e un gemito fecero capire a Jonathan che David si stava toccando. La conferma arrivò dall’inconfondibile suono di pelle contro pelle che seguì. “Ahhh.” Jonathan mugolò al pensiero che il sesso di David fosse così vicino. Voleva vederlo, sentirlo, assaggiarlo, ma non poteva muoversi perché la mano dell’uomo era sul suo pene e lo spingeva in una calda cavità bagnata. Non ci vollero che poche e intense succhiate perché Jonathan gridasse e si lasciasse andare nella gola di David. L'uomo tenne in bocca l’erezione di Jonathan e guardò in alto verso quel viso stupendo mentre si toccava furiosamente per le ultime volte prima di venire sul pavimento. Appoggiò la testa alla coscia di Jonathan e ansimò, aspettando che il cuore rallentasse i battiti e il suo respiro tornasse normale. Le ginocchia di Jonathan cedettero e il ragazzo collassò su David, con il petto sulla spalla e il viso rivolto verso il basso. David gli accarezzò il sedere nudo, lasciando vagare le dita sulla sua fessura, mentre la sua bocca copriva di baci e leccate ogni centimetro di pelle nuda che riusciva a raggiungere. La sua voce profonda parlò direttamente dal punto in cui la coscia di Jonathan incontrava l’inguine. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Ho sempre preso in giro i miei amici perché rimorchiavano nei bagni. Non posso credere che l’abbiamo appena fatto.” Jonathan scese in modo da trovarsi in ginocchio di fronte a David, con le gambe divaricate per evitare lo sperma che si trovava sul pavimento. David allungò la mano pulita sotto il suo maglione e gli accarezzò la schiena. “E’ stato così bello. Grazie.” Oh, quella voce esitante, quegli occhi timidi e le guance arrossate. Jonathan era mozzafiato. “Sì, baby, è stato bello anche per me. Davvero bello. Dai, vestiti.” Jonathan si sollevò sulle gambe insicure e si chinò in avanti per rimettersi i pantaloni. Così facendo mise il sedere nudo direttamente in faccia a David e l’uomo dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non sprofondare la bocca e la lingua in quella cavità attraente. Jonathan stava facendo sì che David volesse cose che non aveva mai nemmeno considerato prima: dormire insieme, incontrare la sua famiglia e mettere la sua lingua in quel sedere, quel sedere irresistibile. David fece saettare la lingua all'esterno per dargli una leccata, ma proprio in quel momento un paio di slip bianchi seguiti dai pantaloni di Jonathan gli coprirono l’obiettivo. L'uomo gemette per la frustrazione e compresse negli slip e nei pantaloni il sesso che gli si stava rigonfiando troppo rapidamente. Poche veloci passate sul pavimento con fazzoletti di carta pulirono il seme sparso e i due ragazzi furono pronti a lasciare il bagno. “Vado a casa a prendere Sam e poi ci troviamo per cena. Dove andiamo?” “Sei mai stato da Donatello's sulla Terza Strada?” Jonathan arrossì leggermente, ma si trattenne dal dire a David che raramente mangiava nei ristoranti. La sua famiglia non aveva mai avuto molti soldi perché il The Dubliner non aveva mai dato molti profitti, nemmeno quando i ragazzi erano cresciuti abbastanza da poter aiutare nel locale. Le cose stavano andando meglio ora. Suo fratello, Brennan, era un bravo uomo d’affari ed era riuscito a trasformare un’attività che faticava a decollare in una di successo. La sua ultima idea era stata di aprire all’ora di pranzo durante la settimana e per i brunch nel weekend. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Speravano così di avere entrate a sufficienza per fare andare in pensione il loro padre e lasciare le redini completamente a Brennan. “So dov’è. Possiamo essere là in circa venti minuti. Va bene?” David annuì e attirò Jonathan a sé per un bacio. Labbra soffici incontrarono le sue e il suo amante si sciolse contro di lui, così caldo e docile, così perfetto. Quando si staccò dalla bocca di Jonathan, David gli baciò le palpebre chiuse che poi sbatterono e si aprirono, rivelando quegli occhi d’argento colmi di un’espressione che non poteva essere scambiata per nient’altro che adorazione. Devo assicurarmi che resti così. Quel pensiero colpì David, facendolo quasi sbilanciare per la violenza. “Perfetto. Tra venti minuti. Prenderò un tavolo per noi.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 15 QUINDICI minuti dopo, David era seduto in un separé al Donatello's Pizza, beveva un bicchiere di vino e cercava di calmarsi. Si sentiva come se fosse stato collegato alla presa di corrente dal momento in cui Jonathan gli aveva regalato quello sguardo sognante e quel timido piccolo sorriso al Where Cowboys Dream. Non c’era dubbio riguardo alla forza dell’attrazione che c'era tra loro; era una cosa che David non aveva mai sperimentato prima. E non era solo una reazione fisica. Jonathan era bellissimo, non c’erano dubbi. Ma David era uscito con altri bei ragazzi e non erano mai riusciti a scaldarlo dentro, nemmeno lontanamente. Eppure un semplice sguardo dagli occhi d’argento di Jonathan gli accendeva un fuoco dentro il petto e nello stomaco che rischiava di bruciare e sfuggire al suo controllo. No, non era solo l’aspetto di Jonathan. C’era una dolcezza quasi ingenua in lui che attirava David. Era così onesto. Molti degli uomini che David conosceva giocavano costantemente: non sembrare troppo interessati, chiamare dopo un determinato periodo di tempo, farsi trovare dove pensi stia andando l’altro ma fingere che sia causale. I giochi erano così vari e numerosi che non riusciva a tenerne il conto. Era stato il destinatario di abbastanza tentativi di attirarlo all’amo che si sentiva quasi un dannato pesce. Era diverso con Jonathan. Il ragazzo lo voleva, ma non c’era nessun trucco, nessun inganno. Jonathan semplicemente esprimeva tutto: il suo desiderio, la sua attrazione, anche le sue insicurezze. Si vedeva tutto nei suoi occhi d’argento, nel linguaggio del suo corpo snello e in quelle parole dette dolcemente. Jonathan era come un libro aperto, un vulnerabile, buono, libro aperto che confidava nel fatto che AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David non gli facesse del male. L’idea che Jonathan avesse avuto paura che lui l’avrebbe rifiutato se avesse saputo del figlio, lo faceva star male. Certo, potevano esserci ragazzi non interessati a prendersi un uomo che aveva già un figlio. E, okay, va bene, David poteva ammettere a se stesso che poteva benissimo essere uno di loro. Ma non con Jonathan. David avrebbe preso qualsiasi cosa il ragazzo gli avesse dato. “Papà, posso prendere il gelato per cena?” David alzò lo sguardo dal menu per vedere la fonte di quella vocina: era un bambino piccolo, con gli stessi capelli neri di Jonathan ma non così spessi, la pelle iridescente e grandi occhi azzurri che sembravano riempirgli tutta la faccia. E la persona che teneva la sua mano era Jonathan, con un ampio sorriso sul viso rilassato mentre guardava suo figlio. Un senso di adeguatezza pervase David mentre osservava quella coppia avvicinarsi a lui, una sensazione molto simile a quando aveva visto Jonathan lavarsi i denti in bagno. Mio. Il corpo di David tremò per la forza di quell'emozione. Alzandosi in piedi, l'uomo si chiese come dovesse salutare il ragazzo in quella situazione. Jonathan risolse il problema, premendosi contro di lui e sollevandosi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia. Regalò a David un sorriso smagliante e si chinò poi per prendere in braccio il bambino. “Samuel, questo è David.” Due enormi occhi azzurri lo guardarono. “Ciao. Posso mangiare il gelato per cena?” David percepì una stretta al petto quando sentì quella voce seria e vide quello sguardo speranzoso. “Certo che puoi.” Oh, dannazione. Probabilmente non aveva diritto di rispondere a quella domanda, ma come diavolo avrebbe potuto resistere a quella vocina e a quegli occhioni? Jonathan rise. “Beh, abbiamo trovato l'anello debole. E gelato sia. Cioccolato o fragola, Sam?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Il bambino si voltò verso David e gli fece il suo miglior sorriso. “Posso avere tutti e due?” Fu il turno di David di ridere. “Penso di essere appena stato incastrato da qualcuno che mi arriva a malapena alle ginocchia.” Jonathan si sedette e si sistemò Samuel in grembo. “E' un negoziatore nato. Mia sorella dice che è più bravo di alcuni avvocati che lavorano nel suo studio.” David allungò una mano per prendere il bicchiere e sorrise alla vista del suo bellissimo amante dall'altra parte del tavolo. Sembrava così felice e così a suo agio con quel bambino. Ed era lì. Aldilà del tavolo. Abbastanza vicino da poterlo toccare. Finalmente! “Shannon, giusto?” Gli occhi d'argento del suo compagno brillarono di gioia. “Ti ricordi.” Quella era esattamente una delle cose che attraevano David. Jonathan non nascondeva che qualcosa di così piccolo lo facesse felice, non si comportava con nonchalance riguardo ai suoi sentimenti. No, era preso da David e non fingeva altrimenti. “Mi ricordo tutto quello che mi hai detto, Jonathan. So che ci conosciamo solo da pochi giorni, ma intendevo davvero quello che ho detto - mi piaci davvero. Tanto.” Jonathan allungò una mano sopra il tavolo e David la prese, accarezzandone la pelle liscia e soffice. “Shannon è una paralegale. Lavora in un grosso studio legale in città. E' quella intelligente della famiglia. Beh, anche Brennan lo è, ma è più pratico, per via degli affari e cose così, mentre Shannon è più tipo da libri.” David notò che Jonathan non si era incluso nelle descrizioni positive dei fratelli Doyle. Il ragazzo non sembrava turbato, né sembrava provare risentimento nel dare l'impressione che suoi fratelli fossero più brillanti di lui. Li stava semplicemente descrivendo con il tono che avrebbe avuto parlando delle differenze nel colore dei capelli. David non sapeva come reagire, quindi decise di cambiare argomento. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Okay, gelato per Sam. E tu, Jonathan? Cosa vuoi sulla pizza?” David passò il menu a Jonathan ma lui non lo prese. “Possiamo prendere quello che vuoi. Non sono schizzinoso. Oh, eccetto che per le acciughe.” Arricciò il suo bel nasino. “Bleah.” David sentì il desiderio di sporgersi sopra il tavolo e baciare quel ragazzo. Era così dannatamente adorabile. “Funghi e olive nere?” Jonathan annuì e David sentì un piede coperto da una calza scivolargli sotto la gamba del pantalone. Sollevò un sopracciglio per la sorpresa. Jonathan scosse le spalle e rise. “Ehi, è il meglio che possa fare considerate le circostanze.” Perché un piede sulla caviglia doveva causare un fremito al corpo di David? Era un piede e una caviglia. L'annotazione mentale non sembrò far molta differenza. David rabbrividì. Ogni tocco di Jonathan lo eccitava, non importava quanto innocuo fosse. “Circostanze?” la voce di David suonò roca, così si schiarì la gola. Vide di nuovo quel sorriso smagliante dall'altra parte del tavolo. “Direi che vuoi un bacio, ma sono intrappolato qui, quindi non posso alzarmi per dartelo. Il mio piede è l'unica cosa che posso muovere.” David ridacchiò. “Oh, quelle circostanze. E' solo che non so cosa vada bene e cosa no davanti a...” David guardò intenzionalmente Sam. Jonathan sistemò il bambino nel posto vuoto accanto a sé. “Siediti qui e gioca con i tuoi trenini, fagottino. Vado a vedere se anche qui hanno le matite colorate come dal nonno e dalla nonna, così puoi colorare, okay?” La testolina annuì e Jonathan si alzò. Si fermò vicino alla sedia di David, si chinò e gli diede un bacio casto a lato delle labbra. “Torno subito.” Il cuore di David palpitò. Palpitò. Cosa sono? Una ragazzina di dodici anni ora? pensò di se stesso. Ma la cosa non lo turbava. A dire il AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. vero era bello sentirsi eccitato per qualcuno, essere così interessato e rapito. “Così ti piacciono i treni, eh?” Sam teneva in mano due trenini, uno di legno blu e uno rosso, e li stava facendo correre in circolo facendo un suono molto simile a “vroom”. “Ah - ha. Vuoi giocare?” David sorrise e annuì. “Puoi prendere quello rosso. Il blu è il mio colore preferito.” David prese il treno e lo fece correre dietro quello di Sam per circa trenta secondi prima che il bimbo smettesse di giocare e cominciasse a picchiare il giocattolo contro il muro. “Sono stufo.” David si morse il labbro per trattenere una risata. “Vuoi imparare come si fa un aeroplano?” “Posso guidarlo?” L'espressione su quel piccolo viso era così seria che David faticò a non ridere. “Beh, non puoi volare come se fossi un pilota, ma dopo cena possiamo uscire e puoi farlo volare nell'erba. Guarda, ti faccio vedere.” Prese la tovaglietta di carta e cominciò a piegarla mentre quegli enormi occhi azzurri lo fissavano, completamente rapiti. Quando Jonathan tornò al tavolo con i pastelli, David aveva finito l'ultimo dei quattro aeroplani di carta che aveva fatto. Samuel iniziò a decorarli. Un'ora dopo avevano finito tutti di mangiare e David aveva la sensazione di essersi innamorato ancora di più del ragazzo seduto di fronte a lui. Era incredibilmente facile stare con lui, così bilanciato e buono. Niente sembrava turbarlo. Nemmeno il bicchiere d'acqua che Sam rovesciò sulla pizza e sul ventre di Jonathan quando stava facendo i capricci per niente. “E' un periodo difficile,” aveva detto il ragazzo con un sorriso, roteando gli occhi. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Nemmeno il gelato che Jonathan si era ritrovato sparso sulla camicia sotto forma di piccole impronte di mani. “Andiamo a ripulirti, Sam,” era stata la sua unica reazione mentre sollevava il bambino appiccicoso e lo portava in bagno. E nemmeno la telefonata che David aveva preso nel bel mezzo della cena quando aveva dovuto calmare un’Alice in preda al panico perché non si ricordava la password di una cartella protetta di un cliente. Ognuno degli ex ragazzi di David avrebbe probabilmente messo il broncio per venti minuti buoni se avesse risposto a una telefonata di lavoro durante una cena. Si erano sempre aspettati di essere al centro dell'attenzione e si arrabbiavano se si dedicava al lavoro mentre erano fuori insieme. Jonathan aveva solo sorriso e aveva detto: “Penso che sia il tuo telefono.” David non aveva nemmeno notato che stava suonando perché era concentrato sulla storia che Jonathan stava raccontando riguardo alla sua famiglia. Aveva ripescato il telefono dalla giacca e aggrottato le sopracciglia quando aveva visto lo schermo. “E' lavoro.” “Fai pure. Lo capisco,” aveva detto Jonathan, completamente sincero. Poi aveva preso i pastelli e colorato con Sam mentre il suo compagno parlava con Alice. La totale mancanza di drammaticità, il fatto che Jonathan non si preoccupasse di mostrarsi così com'era e i continui sorrisi e le risate contagiose provenienti dall'altro lato del tavolo fecero sì che David desiderasse di non dover più mangiare senza di loro. Dopo cena fecero una camminata attorno all'isolato e si avviarono verso i giardinetti, dove Sam avrebbe potuto far volare gli aeroplanini. L'associazione commercianti aveva piantato dell'erba invernale, delle gardenie rosse, e appeso fili di luci bianche tra gli alberi. L'effetto era bello e romantico. David e Jonathan si sedettero su una panchina, tenendosi la mano, e guardarono Sam correre e ridere mentre gli aeroplanini gli cadevano ai piedi. “Allora, Samuel, mi sono dimenticato di chiederti quanti anni hai. Sembra che tu ne abbia, umm, tipo tredici o quattordici?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Il bambino ridacchiò. “Ho due anni.” Due piccole dita puntarono verso il cielo. “Tre fra poco.” Due dita si aggiunsero alle altre. Jonathan piegò gentilmente una delle dita e indicò le tre rimanenti toccandole una a una. “Uno. Due. Tre.” Guardò David. “Compirà tre anni il ventotto febbraio.” “Ehi, il ventotto è un bel giorno per essere nati! Tu sei nato il ventotto febbraio. Il tuo papà è nato il 28 novembre e io sono nato il ventotto ottobre.” Una risatina e Sam cominciò a saltellare su e giù. “Uniti!” Divertente, David stava pensando la stessa cosa. E la cosa non aveva niente a che fare con i compleanni. Jonathan si voltò verso David e gli strinse la mano. “Ventotto ottobre di che anno?” “Stai cercando di capire quanti anni ho?” Jonathan sorrise e annuì. “Sì.” “Trentadue. Ti crea dei problemi? Troppi anni di differenza?” David chiese mentre disegnava con il dito dei piccoli motivi sul dorso della mano di Jonathan. “No. A te crea problemi?” David scosse il capo e sussurrò nell'orecchio di Jonathan, “L'unica cosa che mi crea problemi riguardo a te è che al momento indossi troppi vestiti.” Gli occhi di Jonathan brillarono. “Ah, sì? E quanto è troppo?” David si protese e continuò a parlargli direttamente nell'orecchio. “Ogni strato di vestiti su di te è troppo.” “Mmm. Quindi mi vorresti nudo in un parco pubblico in pieno dicembre? Penso che potrei congelarmi alcune parti.” David aggrottò le sopracciglia. “Mmm. Ottima argomentazione. Mi piacciono tutte le tue parti, non vorrei mai che si danneggiassero. E poi, non mi piace l'idea che tutta questa gente possa vederti nudo. Infatti, ora che ci penso, potrei prenderti un burka per Natale.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan rise. “Umm, ti rendi conto che i burka sono per le donne? Donne musulmane. Penso che regalare un burka a un uomo per Natale sarebbe come insultare una cultura. E poi non penso che mi farebbe un bel culo.” “Esattamente quello che intendevo io. Ci sono state guerre combattute per cose meno preziose del tuo culo. Vale la pena di causare un leggero dissenso tra gruppi religiosi per coprirlo.” La voce di Jonathan si fece improvvisamente seria e roca. “Ti piace il mio culo?” Il sesso di David si risvegliò immediatamente e cercò anche di fare il saluto. L'uomo si aggiustò il cavallo dei pantaloni cercando di sembrare il più disinvolto possibile. Gli occhi di Jonathan seguirono i movimenti della sua mano e il ragazzo si chinò vicino al suo orecchio prima di sussurrargli contro, con il respiro che scaldava la pelle di David. “Lo prenderò come un sì. Un sì davvero grande. Un grosso, lungo, profondamente soddisfacente sì.” David tossì e rilasciò una risata strozzata. “Gesù Cristo! Sei la tentazione incarnata! Sto per venire nei pantaloni solo a sentire la parola ‘sì’.” Una rapida strizzata al braccio di David e un bacio sulla guancia e Jonathan balzò via prima di unirsi a Sam sull'erba. “Dai, fagottino. E' quasi ora di andare a dormire e devi ancora fare il bagno.” “Non ancora, papà. E' presto. Ti prego. Ti prego. Ti prego.” David si chiese se implorare avrebbe funzionato anche per lui se si fosse unito al bambino, perché nemmeno lui era pronto a salutare. Qualcosa gli diceva che non sarebbe mai stato pronto a salutare Jonathan. Si trattenne dall'implorarlo come una specie di donna squilibrata in un film di serie B. Sentendosi orgoglioso dell'incredibile forza interiore che gli evitava di umiliarsi in pubblico, David camminò con Jonathan e Sam verso l'auto, tenendo un braccio attorno al suo compagno per tutto il tempo. Non aveva capito il consiglio che Frank e AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Tim gli volevano dare quella sera, ma ora, camminando per la strada con quel bellissimo e sensibile uomo e suo figlio, seppe che i suoi amici avevano ragione. Era un maniaco del lavoro, voleva le cose andassero a modo suo e non aveva mai avuto nessun problema a rompere con chiunque avesse spinto o preteso troppo. Nessuna delle rotture era stata difficile perché ognuno dei suoi ex ragazzi non era stato molto più di un consistente e conveniente posto dove mettere l'uccello. Trasalì per l'orrore quando se ne rese conto, ma non poteva proprio negare la verità. Il suo cuore non era mai stato impegnato, nemmeno con uomini che aveva frequentato per quasi due anni. Eppure eccolo qui, con il cuore che cercava di uscirgli dal petto per quel ragazzo che aveva conosciuto solo pochi giorni prima e con il quale aveva passato solo una notte. E poi, gli sguardi pieni di desiderio che Jonathan gli lanciava non avrebbero dovuto far scappare David invece che attirarlo ancora di più? Non c'era niente in Jonathan che gli facesse venire voglia di fuggire via, almeno non nella direzione opposta. No, David voleva tenersi stretto Jonathan tanto da non lasciarlo sentire, vedere, o respirare nient'altro. Il desiderio di catturarlo e possederlo gli era completamente sconosciuto, ma era dolorosamente potente. David si sentiva quasi male. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 16 “QUANDO posso vederti ancora?” David sapeva che la sua voce stava tremando per la profondità delle emozioni che lo scuotevano. Non era sicuro se fosse per la confusione data dalla svolta drammatica nei suoi sentimenti o perché sapeva che quella notte si sarebbe dovuto trattenere. Non importava quanto volesse Jonathan. Sapeva che sarebbe andato a casa da solo in un letto vuoto. Ancora. Baciò la sommità del capo del ragazzo. “Mi spiace che non succeda niente questa sera. Voglio... lo voglio anch'io,” ribatté Jonathan. Sorpreso dal fatto che il ragazzo sembrasse leggergli nella mente, David si schiarì la voce e sollevò un sopracciglio. Jonathan allungò una mano dietro di sé e la lasciò correre sulle dita del compagno. “Questo tipo di linguaggio del corpo è parecchio facile da leggere.” David abbassò lo sguardo e si rese conto di avere le dita premute contro la fessura tra le natiche di Jonathan. Aveva iniziato mettendo la mano sulla parte bassa della sua schiena, ma la sua presa doveva essere scesa inconsciamente. Se non ci fossero stati di mezzo i pantaloni, di sicuro sarebbe entrato nella cavità calda del corpo di Jonathan. L'uomo lanciò subito un'occhiata a Sam che stava ridacchiando davanti a loro mentre si guardava attorno, fortunatamente ignaro del fatto che suo padre venisse molestato. “Gesù! Scusami, Jonathan. Te lo giuro, di solito non sono così. Davvero, non palpeggio le persone in pubblico e non mi comporto come un ragazzino arrapato. Sei tu che inneschi questa reazione e mi AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. ecciti così tanto che il mio corpo agisce senza controllo. Lo terrò a bada.” “Vorrei che non lo facessi,” mormorò rapidamente in risposta Jonathan. “Mi piace sentire che mi vuoi. Almeno non mi sento il solo a provare queste cose.” David accarezzò la guancia di Jonathan. “Non sei solo, baby.” Né nei sentimenti, né nella vita, non se David aveva voce in capitolo su quest'argomento. Erano tornati verso il ristorante e si trovavano davanti all'auto del giovane. “David?” “Sì?” Jonathan si sollevò fino a quando la sua bocca non fu che a pochi centimetri da quella del suo compagno. “Dimmi quello che stavi pensando. Sai, quando la tua mano era su di me. Dimmi cosa mi faresti se potessimo tornare a casa tua insieme stanotte.” La sua voce era bassa e leggermente roca, le guance rosse. David non sapeva se per il freddo o per l'imbarazzo di ciò di cui stavano parlando. Lui, però, si stava concentrando sugli occhi di Jonathan; l'argento scintillava sotto la luce del lampione e il suo sguardo era incollato su David come se fosse l'unica persona sulla faccia della terra. Non essendo mai stato quello che parlava sporco, nemmeno quando era a letto, David restò sbalordito dalla sua stessa risposta. “Ti prenderei non appena in casa. Ti farei piegare sul tavolo all'entrata e ti scoperei così forte che quei mugolii che fai diventerebbero grida così forti da rimbalzare sulle pareti. Poi ti porterei in camera e lo farei ancora. E ancora. Terrei il mio uccello nel tuo culo tutta la dannata notte se potessi. Ti riempirei così tanto che sapresti di appartenermi anche durante il sonno.” Un brivido corse lungo il corpo di Jonathan. Si leccò il labbro inferiore, poi si sollevò sulle punte e parlò nell'orecchio di David. “Lo so già. Quando dormo e quando sono sveglio. So che ti appartengo da molto tempo.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Gli leccò l'orecchio, diede una veloce succhiata al suo lobo e gli accarezzò il sesso duro attraverso i pantaloni. Quando David ansimò, Jonathan sorrise, si avvicinò alla sua vecchia auto e aprì la portiera posteriore. “Di' ciao a David e salta su, fagottino.” Sam fece 'ciao' con la mano, salì sul suo seggiolino e fece correre i trenini sui braccioli mentre suo padre gli allacciava la cintura. Lo sguardo dell'uomo era incollato al suo compagno e lo seguì mentre entrava in auto e avviava il motore. Quando Jonathan si allontanò, David gemette per la frustrazione e per il suo bisogno non soddisfatto. Entrò nel vicolo dietro la pizzeria, si tirò fuori il sesso dai pantaloni e si diede un paio di carezze prima di spruzzare il seme contro il muro, riuscendo a malapena a soddisfare il suo desiderio. Si appoggiò contro i mattoni con una mano, mentre si teneva il membro dolorosamente sensibile nell'altra e lo sentiva afflosciarsi solo leggermente. Cosa diavolo mi succede con questo ragazzo? E come posso passare più tempo con lui? IL SOLLIEVO di essersi ricongiunto con Jonathan calmò David abbastanza da permettergli di dormire tutta la notte. Si svegliò domenica mattina, sentendosi ancora vuoto senza la presenza di Jonathan, ma non più ansioso per il pensiero che il ragazzo l'avesse allontanato o non volesse più vederlo. Jonathan. Occhi d'argento, capelli neri, pelle liscia, culo sodo. Infilò la mano nei pantaloni del pigiama e cominciò ad accarezzarsi il sesso duro quando il telefono suonò. Allungò una mano verso il cellulare che stava sul comodino improvvisato, ma tenne l'altra nei pantaloni, continuando ad accarezzarsi piano. “’onto?” “Ciao. Non ti ho svegliato, vero? Oh, sono Jonathan.” David gemette. “Ho riconosciuto la tua voce, baby. E sì, mi hai svegliato, ma non con questa chiamata.” David gemette e strinse la presa sulla sua AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. erezione. “Mi sono svegliato pensando a te. Ti ho anche sognato, stanotte.” Il cuore di Jonathan raddoppiò i battiti e il suo respiro uscì in ansimi rochi. “Tu, ehm…” Jonathan si schiarì la voce. “Mi hai sognato?” “Mmm mmm.” David tolse la mano dai pantaloni, prese il lubrificante, lo usò per ricoprirsi le dita e il sesso, e aumentò la velocità dei tocchi. Sapeva che Jonathan poteva sentire i suoi ansimi attraverso il telefono. Bene. Quell'uomo doveva sapere cosa gli faceva. “Cos’hai sognato?” La voce di Jonathan era roca. “Ho sognato di assaggiarti. Dappertutto.” David gemette. Era così vicino. Così dannatamente vicino. Il ricordo della pelle di Jonathan e del suo pene lo faceva impazzire, anche se non era quella la cosa che aveva assaggiato nel suo sogno. “Oh, Dio, Jonathan!” L'orgasmo di David gli fece tremare tutto il corpo mentre veniva. Si portò le dita appiccicose alla bocca e leccò via il proprio seme, ascoltando i mugolii di Jonathan dall'altra parte della linea. “Tutto bene, baby?” “Ah - ha. Devo solo cambiarmi gli slip.” David rise. “Mi piacerebbe essere lì per aiutarti a farlo.” Jonathan sembrò senza fiato quando rispose. “In effetti è per questo che ti ho chiamato. Volevo invitarti a venire allo zoo con noi. Con me e Samuel.” Non c'era nient'altro che David volesse di più che passare la giornata con Jonathan e Sam. Un sorriso si aprì sul suo viso e l'uomo saltò giù dal letto, sentendosi già pieno di energie a quella prospettiva. “Certo! Posso passare a prendervi fra trenta minuti.” Jonathan rise. “Lo zoo non aprirà che tra un paio d'ore.” David spinse sul pavimento i pantaloni del pigiama, li sollevò con un piede e poi usò la mano libera per sfilarseli dal piede. Entrò in bagno, sentendosi in qualche modo soddisfatto ed entusiasta al pensiero della giornata che aveva davanti. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Perfetto. Abbiamo tempo per uscire a fare colazione.” “Fai tutti i pasti fuori?” David fece una pausa. Qual era l'alternativa? “Beh, no, non tutti i pasti. A volte mi prendo solo una bevanda proteica.” La risata di Jonathan fece sorridere David, anche se non aveva idea di cosa avesse detto per provocare quella reazione. “Ascolta, Sam è già vestito. E anch'io sono pronto, eccetto che per il bagnato che ho nelle mutande, ecco. Comunque, mi cambio, preparo la colazione e poi veniamo a mangiarla da te. Che ne pensi?” David aprì l'acqua della doccia in modo che si scaldasse. Scosse la testa istintivamente, anche se Jonathan non poteva vedere il movimento. “Non devi farlo. Ci sono tanti posti dove possiamo andare a fare colazione, qui vicino.” “Sì, ci sono, ma portare un bambino di due anni a mangiare fuori due volte di fila è sfidare la sorte. Oltretutto, non mi dispiace cucinare. Ci vediamo presto.” David si era appena vestito e aveva mandato un messaggio al suo amico dicendogli che non avrebbe partecipato al loro brunch domenicale quando sentì il campanello suonare. Fece una corsetta alla porta e l'aprì, trovandosi davanti l'uomo più bello del mondo. Sì, l'uomo più bello della Terra. Jonathan era esattamente così, dentro e fuori, e David avrebbe sfidato chiunque a dire altrimenti. Okay, forse era un po' esagerato, ma i tre giorni che aveva passato senza di lui l'avevano davvero distrutto. E ora si meritava un po' di felicità. “Buongiorno, signori!” Jonathan fece un paio di passi e si lasciò andare nell'abbraccio di David, appoggiandosi a lui e baciandogli il collo. “Mmm. Profumi di buono.” David baciò la testa di Jonathan e se lo strinse al petto. Era tutto perfetto. Dopo qualche istante, lasciò andare il suo amante, si accucciò sui talloni e allungò una mano verso Samuel. “Buongiorno, signore.” Sam ridacchiò e mise la sua manina in quella grossa zampa. “Ciao, David!” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David sollevò il piccolo e se lo mise sul fianco, come aveva visto fare a Jonathan. “Pronto a entrare?” I grandi occhi di Sam si sgranarono ancora di più. “Sei grande!” Jonathan sollevò la borsa che c’era ai suoi piedi e seguì David in casa, chiudendo la porta con un fianco. “Alto, fagottino. David è alto.” Si sporse in avanti e mise la bocca esattamente contro l'orecchio di David, in modo che la sua voce non si sentisse. “E forte. E grosso nei punti giusti. Ti volevo così tanto ieri notte, tigre. Avevo tre dita su per il culo quando sono venuto ma non era abbastanza.” David per poco non inciampò. Oh, buon Dio! Jonathan era il sesso incarnato. I piedi di David smisero di funzionare, così il ragazzo gli passò davanti. La mossa che fece con il sedere era intenzionale? David gemette. Sarebbe stato un giorno da oh-mio-Dio-sono-cosìdannatamente-arrapato-che-non-ce-la-faccio. DOPO tre ore allo zoo, passate con Sam seduto sulle spalle di David o Jonathan, a mangiare soffici pretzels, zucchero filato e mais caramellato, e spingere Sam sulle altalene, arrivò l’ora di tornare a casa. David era stanco ma più felice di quanto non lo fosse mai stato prima. Allungò una mano e cercò quella di Jonathan attraverso la console dell'auto. “E' stato divertente.” Jonathan era raggiante. “Anche per me. Sei grandioso con Sam e gli piaci davvero.” “Mi piace anche lui. E mi piace suo padre. Anche se è un provocatore incorreggibile.” Jonathan gli strinse la mano, poi la lasciò andare e cercò la sua coscia, facendo scorrere le dita su e giù sulla V creata dalle gambe aperte di David, prima di appoggiarle sulla durezza calda nel mezzo. “Non ti sto provocando. Ti sto solo facendo scaldare.” David gemette. “Vieni a casa con me?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan si permise di prendersi qualche secondo per fingere che quell'invito non fosse solo per poche ore. Che fosse la richiesta di condividere una casa. Che fosse come ammettere che potevano essere l'uno la casa dell'altro. “Certo. Sam è esausto. Potrebbe fare un pisolino. Probabilmente si addormenterà nel seggiolino, ma possiamo portarlo dentro.” Quando arrivarono a casa di David, Jonathan sollevò suo figlio addormentato e seguì l'uomo in casa. Si sedette sul divano con Sam che dormiva contro il suo petto mentre David correva all'armadio e tornava con un po' di coperte che mise sul pavimento sistemate come un nido soffice. Jonathan vi adagiò Samuel, lo coprì con una di esse e si voltò, trovandosi David alle spalle. Si alzò sulle punte, premette il petto contro quello del suo compagno, tenne le guance di David tra le mani e gli sorrise. “Ciao.” David si chinò e gli baciò la fronte, la punta del naso e, finalmente, la bocca. “Ciao a te.” L'uomo strofinò il naso contro quello di Jonathan come se fosse un bacio eschimese. “Vuoi guardare un film?” “’Kay.” Jonathan lo seguì fino al divano. Entrambi si tolsero le scarpe, poi il padrone di casa si sedette sull'angolo, alzò le mani verso di lui e se lo tirò sopra. Si baciarono e amoreggiarono, godendo del reciproco calore e sapore, sentendosi felici di essere insieme e, alla fine, si addormentarono intrecciati l'uno fra le braccia dell'altro. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 17 LUNEDÌ, dopo il lavoro, David si fermò al The Dubliner per cena. Appese la giacca a uno degli attaccapanni all'ingresso e camminò verso la postazione della hostess. Una vivace ragazza bionda gli si avvicinò e sorrise. “E' qui per cenare o per il bar?” “Cenare, per favore. Jonathan Doyle è libero?” La bionda sembrò in qualche modo sorpresa. Fece schioccare la gomma che stava masticando, si mise una mano sul fianco e usò l'altra per arrotolarsi i capelli. “Jonathan? Intendi il fratello di Brennan? Certo, è qui. Vieni, ti faccio sedere e poi vado a dirgli che hai chiesto di lui.” David allentò la cravatta e seguì la cameriera fino a un tavolo verso il retro. Notò che il ristorante era pieno nonostante fossero solo le sette di sera. Sembrava che ci fosse solo un ultimo tavolo libero. Non mangiava lì da un paio d'anni e non era mai stato così pieno all’epoca. Sembrava che il fratello di Jonathan stesse facendo funzionare bene quel posto. Prese il menu, iniziò a leggerlo e il suo stomaco brontolò immediatamente. Tutto sembrava ottimo e lui aveva saltato il pranzo. “Ehi!” Sentì la voce felice di Jonathan prima che un bacio dolce si posasse sulla sua guancia. Il ragazzo si sedette vicino a David e gli prese la mano. “Tempismo perfetto. Stavo giusto per andare a casa.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Anche se era l'ultima cosa che voleva dire, David si sforzò di comportarsi da adulto e suonò quasi convincente quando disse: “Oh, se Sam ti sta aspettando a casa, puoi andare. Non è un problema.” Jonathan si portò la mano di David alla bocca e la baciò. “Lo è per me. Voglio passare un po' di tempo con te. Beh, voglio passare molto tempo con te, ma ciò che posso fare ora è tenerti compagnia mentre mangi. A mia mamma non dispiacerà guardare Sam un po' più a lungo.” Un ampio sorriso fu la ricompensa per Jonathan. “Ottimo. Allora, cosa c'è di buono qui?” “E' tutto buono ma penso che il mio piatto preferito siano le salsicce con il purè oppure il pasticcio di carne ricoperto di purè. Di certo non sbagli se scegli uno dei due.” La cameriera si avvicinò e David fece la sua ordinazione, poi riportò la sua attenzione su Jonathan. “Com'è andata la tua giornata?” “Bene. Davvero bene, a dire il vero. Mio fratello andrà avanti con la sua idea di tenere aperto per pranzo. Alcuni camerieri hanno detto che preferiscono addirittura fare il turno diurno e uno dei cuochi ha chiesto di cambiarlo, quindi Brennan è pronto per partire. La sua unica esitazione sono le ore extra che dovrebbe fare per gestire il locale giorno e notte, così mi ha chiesto se voglio fare il turno di giorno.” Jonathan era felice e sorridente e sobbalzava sulla sedia. “Insomma, lo so che è solo perché sono suo fratello, ma è davvero un'ottima cosa per me. Potrò lavorare di più e fare più soldi e tornerò a casa da Sam prima. E' perfetto sotto tutti i punti di vista!” “E' fantastico, baby. E sono sicuro che non sia solo perché sei suo fratello. Ne so qualcosa riguardo all'assumere personale e credimi, è difficile trovare qualcuno di cui fidarsi da mettere alla cassa. Soprattutto in un bar, dove è davvero facile perdere alcolici o contanti. Tu sei onesto e tuo fratello è fortunato ad averti qui.” Jonathan sembrò un po' a disagio per l'ultima frase di David, ma il cibo arrivò prima che potesse chiedergli il perché. Il profumo che risaliva dal piatto distrasse David dalla conversazione e così iniziò a AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. dedicarsi alla sua cena. Dopo aver finito ogni pezzettino che aveva nel piatto, estrasse un piccolo telefono dalla tasca e lo fece scivolare verso Jonathan. “Stavo, ehm, pensando che magari potresti usare questo telefono. Ho un piano telefonico che include i telefoni della mia ditta ora che Alice sta lavorando per me, quindi non era un problema aggiungere un'altra linea, così ho aggiunto la tua.” Gli occhi di Jonathan si sgranarono per la sorpresa. “Mi hai preso un telefono?” David cercò disperatamente di leggere l'espressione di Jonathan. Si sentiva insultato? Aveva oltrepassato i limiti? Non ebbe tempo di pensarci a lungo perché Jonathan saltò in piedi, gli gettò le braccia al collo e mormorò contro la sua spalla: “Grazie. Questo renderà più facile restare in contatto.” David sospirò di sollievo. Jonathan non aveva intenzione di discutere perché poteva permettersi di prendersi un telefono da solo o perché pensava che David fosse un presuntuoso o qualsiasi altro degli scenari che si era immaginato. Dannazione, gli piaceva la mancanza di dramma con Jonathan, il lato della sua personalità quello-che-vedièquello-che-c'è era meraviglioso. “Stavo pensando la stessa cosa. Ho già aggiunto il mio numero in rubrica.” Jonathan si sedette al suo posto e giocò con il telefono per pochi secondi prima di sollevare lo sguardo con un sorriso diabolico. “Ottimo. Ti chiamerò stasera dopo che Sam sarà andato a dormire. Sono sicuro che troveremo delle cose divertenti di cui parlare.” SABATO sera, David si fermò davanti ad una casa in stile ranch anni cinquanta, ben tenuta. Era passato a prendere Jonathan e Sam. Sarebbero andati a cena insieme, dopodiché avrebbero lasciato Sam a casa di Shannon fino al giorno dopo. David stava praticamente vibrando per l’eccitazione al pensiero di stare con Jonathan. Nudi. Nel letto. Beh, non tanto per il pensiero del letto quanto per quello di Jonathan nudo. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Non si erano più visti dalla cena al The Dubliner il lunedì sera e questo era abbastanza in linea con le passate relazioni di David. Aveva sempre lavorato fino a tardi durante la settimana e i suoi sabati e le sue domeniche erano sempre impegnate a mostrare le nuove case ai suoi clienti. Così gli rimanevano libere per gli appuntamenti solo le sere dei weekend. Passarne due di seguito con la stessa persona gli era sempre sembrato un po’ troppo, quindi teneva il venerdì o il sabato sera per uscire con il ragazzo del momento e l’altro giorno per vedersi con gli amici. Non essendo una persona che si perdeva in chiacchiere, non aveva mai chiamato i suoi ex, a meno che non fosse per fissare un appuntamento, ma aveva sempre fatto lo sforzo di restituire le chiamate entro quarantotto ore. Sì, quello era il suo regime: appuntamento una sera, uscita con gli amici un’altra e la regola delle quarantotto ore per restituire una chiamata. Non gli era sembrato strano o patetico per la dozzina d’anni durante i quali aveva agito in quel modo, ma ora gli sembrava un comportamento asociale quasi degno di Unabomber. Comunque, non erano le abitudini – improvvisamente assurde – di David che gli avevano impedito di vedere Jonathan. Lavoravano entrambi durante il giorno e Jonathan doveva tenere Sam la sera, quindi non erano riusciti a vedersi di persona, ma si erano chiamati tutte le sere. Lunghe telefonate notturne. Telefonate erotiche che gli prosciugavano letteralmente le palle. C’erano state anche chiacchiere generiche per conoscersi meglio, riguardo al lavoro, alla famiglia e agli amici. Ma non fu il ricordo di quelle parti di conversazione che fece tendere sul davanti i pantaloni di David. Riuscì a calmarsi abbastanza da salire i gradini senza sembrare un adolescente troppo impaziente o un vecchio pervertito. Bussò alla porta e si rese conto che stava davvero andando a prendere un ragazzo a casa dei genitori per un appuntamento. La situazione sembrava presa da ' Ci pensa Beaver' . Solo senza Beaver. Ridacchiò alla sua stessa battuta e poi scosse la testa in disgusto. Cristo, sono davvero come un adolescente. Beaver? Sul serio? “Ciao. Tu devi essere David. Entra, caro.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Una donna con gli occhi azzurri, un po’ più bassa di Jonathan ma con i suoi stessi capelli spessi e neri – a parte che i suoi erano striati di grigio – accolse David in casa. “Sono Colleen, la madre di Jonathan. E’ meraviglioso conoscerti.” Ora che si trovava di fronte alla madre di Jonathan e non stava più pensando a brutti giochi di parole, David si rese conto di essere finito nel bel mezzo del suo primo incontro con i genitori. Nonostante fosse qualcosa riguardo alla quale poter essere nervosi, lo stesso sorriso di Jonathan apparve sul viso della donna e l'unica cosa che David sentì fu felicità. “Piacere di conoscerla, Colleen. Jonathan parla molto di lei. Di tutta la vostra famiglia, a dire il vero.” Era vero. David aveva sentito decine di storie su quella famiglia nelle settimane precedenti. Come la volta in cui il fratello di Jonathan, Brennan, aveva giocato a palla con il suo attuale cognato, Keegan, nel bel mezzo del pranzo per il Ringraziamento usando i panini, facendo scoppiare in lacrime sua madre e facendo passare suo padre dal divertito all'arrabbiato e rosso in viso in un battito di ciglia. E quella volta in cui i genitori di Jonathan erano tornati a casa presto dal lavoro e avevano trovato Keegan con la mano nelle mutandine di Shannon. A quanto pare, il ragazzo aveva cercato di estrarre la mano di scatto ma l'angolazione aveva reso il movimento difficile e aveva finito per far sollevare la ragazza dal divano, rendendo ancora più visibile ciò che stavano facendo. “Beh, se stessimo parlando di Brennan, ti direi di non credere a una parola di ciò che dice, ma con Jonathan sono sicura che siano tutte storie vere. E' il mio dolce ragazzo.” “Colleen, non metterlo in imbarazzo o non porterà più in giro il ragazzo.” Una voce profonda e burbera tuonò da dietro l'angolo. David guardò in quella direzione e fu stupito di vedere un uomo alto circa quanto lui, ma con trenta chili buoni in più, arrivare come una furia. Aveva gli occhi grigi e, nonostante il cipiglio sul suo viso, un ampio AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. sorriso. Il suo sguardo corse sulla figura di David e poi l'uomo socchiuse gli occhi. “Ah. Sei grosso, eh? E nemmeno tanto giovane.” Oh, merda. Una grossa mano picchiò sulla spalla di David e lo spinse nel soggiorno. “Bene. Quel ragazzo ha bisogno di qualcuno che lo tenga d'occhio. Sono preoccupato se penso a lui là fuori da solo. Si mette sempre nei guai. Si fida troppo per il suo bene. Non come gli altri due, te lo dico io.” David stava iniziando a rilassarsi dopo essersi preoccupato che il padre di Jonathan disapprovasse la loro differenza d'età, o la loro differenza di corporatura, quando la mano sulla sua spalla strinse quasi dolorosamente la presa e la voce divenne più bassa e minacciosa. “Tu lo terrai d'occhio, vero, David?” David allungò la mano, prese quella del padre di Jonathan, levandosela di dosso, e la strinse. “Sì, lo farò, Mr. Doyle. Mi prenderò cura di lui d'ora in poi.” Sì, era una grossa - e strana - cosa da promettere al quinto appuntamento. Al padre di un ragazzo. Eppure David diceva sul serio. Una profonda risata uscì come un brontolio dalla pancia dell'uomo. Picchiò sul braccio di David con la mano libera e ricambiò la stretta con l'altra. “Brav’uomo. Brav’uomo. Chiamami Brady, okay? Posso offrirti una birra? Colleen probabilmente sarà presa con la borsa del bambino per un po', perché vorrà assicurarsi che abbia abbastanza calze o roba del genere. Jon-Jon se l'è cavata bene da solo con lui per quasi tre anni a New York ma quella donna non può fare a meno di intromettersi.” “Anche mia mamma era così.” David sorrise malinconicamente, ricordandosi sua madre che si assicurava sempre che fosse vestito abbastanza, che i suoi capelli fossero pettinati, e altre cose di quel genere. Gli mancava. “Era?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David si schiarì la voce. “E' morta un po' di tempo fa.” “Mi dispiace sentirlo, figliolo.” “David!!!!” Un Sam dai capelli bagnati spuntò dall'angolo con Colleen che lo inseguiva con un asciugamano. “Samuel! Devo asciugarti i capelli. Fa freddo fuori e ti prenderai un malanno!” Sam si aggrappò al ginocchio di David. “Posso avere ancora il gelato? No, torta! Voglio la torta stasera per cena. Torta al cioccolato. Posso? Per favoooooore.” “La torta non è cena, giovanotto. Ora vieni qui che ti asciugo i capelli.” Colleen era in piedi sulla soglia che portava al soggiorno, con una mano sul fianco e l'altra che teneva la salvietta. “Ah, lascialo stare, Colleen. Devi smetterla di viziarlo.” “Ha due anni, Brady. E sono sua nonna. E' mio compito farlo.” David zoppicò verso la porta con una nuova appendice attaccata allo stinco. “Ecco qui, Colleen. Consegna speciale.” Colleen si chinò, staccò Samuel dalla gamba dell'uomo e tenne con una mano il corpicino del nipote che si contorceva, mentre gli frizionava i capelli con la salvietta nell'altra mano. David rise a quella vista. In quel momento, Jonathan entrò nella stanza con uno zaino e un borsone sulla spalla. I suoi capelli erano scompigliati come sempre. Indossava una felpa grigia, un paio di vecchi e sbiaditi jeans che gli andavano larghi con buchi sulle ginocchia e delle All Stars consunte con lacci rotti e intrecciati insieme. In qualche modo, però, riusciva a rendere quell'insieme di cose sexy. David, istintivamente, allungò una mano e attirò Jonathan a sé per un abbraccio stretto e un bacio veloce. Non si stavano strusciando e non c'era nemmeno la lingua coinvolta, quindi l'uomo restò stupito quando Jonathan s'irrigidì. Allentò la presa su di lui e notò che il suo viso era AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. rosso acceso. Jonathan spostò il peso da un piede all'altro per qualche secondo, si schiarì la voce e guardò a turno i suoi genitori. “Umm. Ma', Pop, probabilmente avrei dovuto dirvelo prima, ma, ehm, sono gay.” Non era possibile, cazzo! La mente di David stava correndo. Aveva appena fatto fare outing a Jonathan con i suoi genitori? Dannazione, lui non era nemmeno il tipo d’uomo che di solito si lasciava andare a dimostrazioni d'affetto in pubblico. Diamine, raramente toccava un ragazzo, a meno che non stessero per fare sesso. C'era qualcosa in Jonathan che attraeva il suo intero essere - cuore, mente e corpo, ma quello che aveva appena fatto era orribile. Imperdonabile. David guardò i genitori di Jonathan con l'espressione piena di orrore. Non aveva idea di come avrebbero reagito all'improvviso annuncio del figlio: “Io sono gay”. Non c'era stato tempo per prepararsi, c'era stato solo David che baciava Jonathan e Jonathan che sputava fuori qualcosa che l'uomo pensava fosse una cosa risaputa. Colleen lasciò andare Sam, si alzò e baciò la guancia di suo figlio. “Certo che sei gay, caro.” Brady staccò la sua grossa mole dal divano e arrancò verso Jonathan, dandogli qualche pacca sulla spalla. “Divertitevi stanotte, ragazzi. Ci vediamo domani. Piacere di averti conosciuto, David. Sono sicuro che ti vedremo spesso.” E con questo, Brady lasciò la stanza. Collen lo seguì pochi secondi dopo, portando con sé Samuel che protestava, ma almeno così sarebbe riuscita a spazzolargli i capelli. David pensò di avere guadagnato una piccola tregua. Jonathan doveva essere furioso ma di sicuro non avrebbe urlato in quella piccola casa dove i suoi genitori potevano sentirli. “E' andata davvero bene,” Jonathan disse con una lieve risata. Si premette contro David, si sollevò sulle punte e tirò in basso la testa del suo compagno per un bacio dolce e insistente. “Ciao, tigre. Mi sei mancato questa settimana.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Uh, Jonathan, cos'è appena successo? Io, ehm, io pensavo che i tuoi genitori sapessero che usciamo insieme o non avrei mai fatto una cosa simile. Mi spiace davvero tanto.” Jonathan cosparse il collo di David di baci leggeri. “Beh, vista la loro reazione, penso che lo sapessero. E ti prego, non scusarti per avermi baciato. Amo i tuoi baci.” Tutto qui? Aveva praticamente spalancato la porta dell'armadio con una chiave inglese e aveva spinto fuori il suo uomo facendogli fare outing davanti ai suoi genitori e questa era la sua reazione? “Stai bene, Jonathan? Sei sotto shock o qualcosa del genere?” Il ragazzo rise ancora e passò le braccia attorno alla vita di David, guardandolo poi negli occhi. “Sto bene. Te lo giuro. Erano anni che volevo dirglielo ma ho sempre avuto troppa paura di deluderli. Non è che l'abbia davvero nascosto, è solo che non l'ho mai detto apertamente. Beh, fino ad ora, ovviamente. Quindi... grazie per avermi aiutato.” Jonathan lo stava davvero ringraziando? Sarebbe potuta andare in modo completamente diverso. Diamine, i suoi genitori avrebbero potuto urlare, o piangere, o gettare le sue cose in strada. E David non li conosceva abbastanza da sapere in anticipo che le cose sarebbero andate bene. No, semplicemente non ci aveva pensato. Il suo corpo aveva reagito nel modo che sentiva più naturale alla vicinanza di Jonathan. Il giovane vide l'angoscia scritta a chiare lettere sul bel viso del suo compagno. “David, va tutto bene. Hai visto come si sono comportati. E' chiaro che lo sapessero già. Quindi, davvero, se c'è qualcuno che ha incasinato le cose, quello sono io perché non l'ho detto prima. Mi spiace.” David accarezzò il collo di Jonathan e lasciò correre le dita tra i suoi capelli e sulla sua nuca. “Sei irreale, lo sai?” Le dita di Jonathan afferrarono la schiena di David e il ragazzo chiuse gli occhi. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Mmm. Mi piace. Mi è mancato il tuo tocco.” Quegli occhi d'argento si aprirono e le palpebre sbatterono un paio di volte, prima che Jonathan si allontanasse. “Dammi un minuto per prendere delle cose in cucina e poi possiamo andare.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 18 DOPO che Jonathan se ne fu andato, David camminò per il soggiorno e guardò le fotografie di famiglia. La prima cosa che notò fu che il fratello di Jonathan aveva preso la conformazione fisica del padre. Era alto uguale e solo leggermente più snello. Shannon sembrava un po' più alta della madre e sottile come Jonathan. O almeno era così che sembrava nella fotografia del diploma appesa al muro. C'erano anche foto di alcuni bambini insieme a quelle di Samuel. David pensò che dovessero essere i nipoti dei quali Jonathan gli aveva parlato durante le telefonate notturne. “Pronto ad andare?” David si voltò e vide Jonathan sulla soglia, con un mini frigo in una mano e lo zaino e il borsone sulla spalla. David si avvicinò e gli prese il frigo. “Lo prendo io.” Jonathan sorrise radioso. “Grazie. Mettiamo queste cose in macchina così poi attacco il seggiolino di Sam.” Misero le borse di Jonathan e il mini frigo nel baule e sistemarono il seggiolino sul sedile posteriore. Poi Jonathan salvò Sam dalla nonna adorante, lo mise al suo posto bloccandolo con la cintura e partirono. “Hai qualche preferenza su dove andare a cena?” “Torta al cioccolato!” La richiesta arrivò dal sedile posteriore. Jonathan si voltò a guardare suo figlio e rise. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Questa volta mangerai del cibo vero, fagottino.” “Dove abita tua sorella? Possiamo andare in un ristorante vicino a lei.” “Abita anche lei a EC West. E anche Brennan. Siamo una famiglia parecchio unita, quindi non volevano allontanarsi troppo.” David pensò a un ristorante che servisse ottimi hamburger e patatine fritte e decise che sarebbe stato perfetto per portarci Samuel. In più, facevano una favolosa torta al cioccolato. “E' bello che siate così uniti. Sembra che sia stato tu l'unico a lasciare la città. Perché ti sei trasferito a New York?” Jonathan non rispose, così David si voltò a guardarlo. Poteva vedere solo la sua nuca perché il ragazzo stava guardando fuori dal finestrino. “Jonathan?” Il giovane si voltò e c'era una strana espressione sul suo viso. Si mordicchiò il labbro inferiore, pensieroso. “Stavo inseguendo il mio sogno.” Sì, lui e migliaia di altre persone che si trasferivano a New York ogni anno. David si chiese quale fosse il sogno di Jonathan e se fosse mai riuscito a realizzarlo. “Vuoi dirmi il tuo segreto?” Jonathan sbiancò e la sua voce tremò mentre rispondeva. “S-ssegreto?” David aggrottò le sopracciglia, confuso dalla reazione. “Sai, il tuo sogno. Hai detto che stavi inseguendo il tuo sogno. Mi chiedevo se l'avessi poi catturato.” Jonathan tossì e sorrise a David, sollevato. “Ho scoperto che tutto ciò che volevo era rimasto a Emile City per tutto il tempo.” Tipico. New York sembrava attirare le persone con l'obiettivo di sfondare a Broadway, o nella moda, o nell'arte ma, per quanto ne sapeva, molti di loro venivano risucchiati e poi sputati velocemente. Gli AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. spiaceva che Jonathan ci fosse passato ma, in un modo che aveva capito essere tipico di quel ragazzo, sembrava anche che si fosse ripreso facilmente. “Allora cosa ne pensate di hamburger e patatine al Moonlight Diner?” “Patatine! Patatine! Patatine! Mi piacciono le patatine!” David ridacchiò. “Sembra che il sedile posteriore approvi. E tu, Jonathan? Ti va bene il Moonlight Diner?” “E' perfetto.” DAVID sapeva che i suoi ormoni si erano eletti presidenti del suo corpo quando si rese conto che gli stava venendo duro alla vista di Jonathan che succhiava via il ketchup dalle patatine. Quello, oppure nel suo tè freddo gli era stato messo del Viagra. Nel momento in cui Jonathan succhiò l'ultima patatina tra quelle labbra rosse e seducenti, David si raschiò la gola e parlò con la voce roca di passione. “Vuoi qualcos'altro da mangiare, o…” Jonathan incontrò lo sguardo caldo di David e arrossì. “Niente che servano qui, no.” David gemette, strappò il portafoglio dalla giacca e lasciò molto più di denaro di ciò che serviva per pagare gli hamburger, il pranzo per un bambino e una fetta di cioccolato. “Andiamo.” Jonathan fece uno dei suoi sorrisi contagiosi e sollevò Sam. Dieci minuti dopo, stavano entrando nel parcheggio del condominio di Shannon. “Devo solo prendere le cose di Sam dal bagagliaio,” gli ricordò Jonathan. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. A quel punto, David aveva bisogno che gli si ricordasse tutto perché il sangue gli affluiva all'estremità sbagliata da troppo tempo. Non riusciva nemmeno a ricordare di essersi mai eccitato così facilmente e frequentemente come gli capitava ora con Jonathan. Però, del resto, non si ricordava nemmeno cosa aveva mangiato per colazione a causa del drenaggio del sangue dal suo cervello. David fece scattare l'apertura del bagagliaio e girò attorno all'auto per prendere le borse e il mini frigo, mentre Jonathan slacciava la cintura a Sam. “Oh, solo il borsone. Lo zaino e il mini frigo li teniamo noi.” Jonathan si mise Sam sul fianco e passò il braccio sotto il bambino per tenerlo su. David pensò di chiedere al suo partner cosa avesse messo dentro il mini frigo ma ogni parola detta ora avrebbe ritardato la possibilità di fare sesso con lui, quindi pensò di tenersi la domanda per dopo. Sfilò il borsone dal bagagliaio, lo chiuse e seguì il suo compagno verso lo stabile di Shannon. Jonathan bussò alla porta e poi si voltò verso David con gli occhi sgranati. “Oh, avrei dovuto avvisarti. Stai attento ai ragazzi.” Attento? David ripensò a ciò che Jonathan gli aveva detto della famiglia di sua sorella. Suo marito, Keegan, era un vigile del fuoco, e avevano tre figli. Tutti maschi. Il più grande aveva sette anni e poi c'erano i gemelli di sei. Cosa poteva fare, calpestarli? “Okay, starò attento.” Jonathan scosse la testa troppo velocemente, come se stesse cedendo al panico. “No, non capisci. I ragazzi sono come-” “Non ce la faccio più, Keegan!” David sentì il grido un attimo prima che la porta si aprisse. Un uomo dai capelli e dagli occhi castani, un po' più basso di lui, era in piedi con la mano sul pomolo, ma stava guardando verso l'interno dell'appartamento e non verso di loro. “Shannon, calmati. Parlerò con loro dopo, okay?” L'uomo si voltò verso David e Jonathan e fece cenno di entrare in una stanza che era una combinazione tra ingresso e soggiorno, piena di AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. giocattoli. Un uomo, che David riconobbe essere Brennan dalle fotografie a casa Doyle, era seduto sul divano che stava contro il muro. Ai suoi piedi c'era una bambina con i capelli rossi che sembrava della stessa altezza di Sam. Sam si divincolò dalle braccia del padre, corse verso la bambina e la trascinò in un angolo lontano della stanza. I due bambini si misero a ridere mentre raccoglievano i giochi sul pavimento e iniziarono a metterli l'uno sopra l'altro per fare una torre. La sorella di Jonathan, Shannon, era in piedi in mezzo alla stanza e indossava solo un asciugamano, creando una pozzanghera ai suoi piedi. Accanto a lei, c'era una donna sottile, con i capelli rossi e gli occhi azzurri e il pancione che sporgeva così tanto che ci si chiedeva come potesse stare dritta. La sua mano era vicina alla schiena di Shannon come se la donna stesse decidendo se toccarla in quel momento l'avrebbe calmata o istigata ancora di più. “Cos'hanno fatto questa volta?” Jonathan chiese a Keegan con voce calma e bassa, come se arrivare nel bel mezzo di una lite familiare fosse un fatto all'ordine del giorno. “Te lo dico io cos'hanno fatto! Ero nella doccia e mi stavo lavando dopo aver pulito casa tutto il giorno. Ho preso la bottiglietta del doccia schiuma, l'ho girata e schiacciata. E sai cos'è successo?” La donna con i capelli rossi trasalì, probabilmente avendo già sentito il seguito. Jonathan scosse il capo, esitando. “Il coperchio si è aperto e degli scarafaggi mi sono finiti in mano. Scarafaggi! Un paio sono caduti a terra e mi sono risaliti sulla gamba. Uno mi è saltato sul braccio ed è risalito al collo prima che potessi liberamene. E un altro mi è arrivato sui capelli! Ti giuro, Jon-Jon, non sono mai stata più terrorizzata di così. Pensi che rasarmi la testa e togliermi il primo strato di pelle sia una reazione esagerata? Perché sto seriamente considerando di farlo. Forse stavolta sono davvero riusciti a farmi venire la sindrome da stress post traumatico.” “Come sono entrati gli scarafaggi nella bottiglia?” David si chinò verso la spalla di Jonathan e gli sussurrò la domanda nell'orecchio, terrorizzato da ciò che stava vedendo, ma incapace di ignorare la sua curiosità. Jonathan scosse il capo e mosse le labbra in un muto: “Te lo dico dopo”. Keegan continuò a parlare con AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. sua moglie restando vicino alla porta, senza azzardarsi ad avvicinarsi a lei. “Me ne occupo io, Shannon. Gli scarafaggi sono tutti andati e i ragazzi sono in castigo ora. Ti prego, finisci di vestirti.” “Non sono in castigo! Sono in custodia protettiva. Beh, questa volta non funzionerà, Keegan. O ci pensi tu a dar loro una raddrizzata o lo farò io!” Keegan si voltò verso Jonathan e David, che erano ancora in piedi sulla soglia. “Entrate, ragazzi. Devo chiudere la porta, così i vicini non sentiranno le urla. Di nuovo.” Non appena entrarono, Keegan fece quanto aveva detto e poi si voltò verso David allungando la mano. “Scusami. Ho dimenticato le buone maniere, amico. Sono Keegan O’Brien.” David ricambio la stretta e sorrise. Istinto ed educazione prevalsero anche in questa situazione completamente folle. “David Miller. E’ bello conoscerti, Keegan.” “Sì, anche per me, David. Abbiamo sentito molto parlare di te. Mi spiace per questo…” Keegan mosse il braccio verso sua moglie, ancora bagnata e quasi nuda. “Ma sai com’è. Ci sono due modi per litigare con una donna e nessuno dei due funziona.” Guardò Jonathan e poi di nuovo David e scosse il capo. “Beh, penso che tu non lo sappia. Beato te, amico. Prenderlo nel culo dev'essere meno doloroso di questo.” La donna con i capelli rossi annaspò e il movimento la portò pericolosamente a cadere in avanti. Shannon lanciò un'occhiataccia a suo marito, afferrando a malapena l'asciugamano prima che cadesse a terra. “Dannazione, Keegan! Sai che non dovremmo saperne niente. Dovevamo lasciarlo libero di dircelo quando se la sarebbe sentita!” Keegan si prese la radice del naso con una mano e mosse l'altra in direzione generale verso David e Jonathan. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “E' con il suo dannato fidanzato, Shannon! Cosa diavolo dovrei fare? Far finta che questa specie di giocatore di football americano che c'è in casa nostra sia una donna molto grande con un po' di barba?” “Beh, poteva essere un amico! Non ci hai pensato, Keegan? Magari sono solo amici!” La pazienza di Keegan si esaurì e ringhiò: “Amici! Sì, certo. Perché i ragazzi passano sempre la notte con i loro amici. Terremo Sam fino a domani sera, Shannon. Cosa diavolo pensi che faranno questi due fino ad allora? Aspetta, non rispondere. E' passato così tanto tempo che probabilmente ti sei dimenticata di cosa parlo!” In risposta a quelle parole, gli occhi di Shannon si sgranarono, la donna si coprì la bocca con la mano, scoppiò in lacrime e fuggì dalla stanza. Suo marito mormorò delle maledizioni fra i denti e la rincorse. Dopo qualche istante, Brennan si alzò dal divano con un sospiro. Si avvicinò ai bambini che giocavano in un angolo, baciò la testa della piccola, scompigliò i capelli di Sam e poi camminò verso la porta. “Darai tu un'occhiata ai piccoli fino a quando Shan e Keeg risolveranno la cosa, vero, Jon-Jon? Perché noi dobbiamo andare al cinema e lo spettacolo inizia tra venti minuti. Non voglio perdermi le anteprime.” “Sì, li guardiamo noi.” La donna dai capelli rossi restò inchiodata al pavimento, fissando nel panico il corridoio dove Shannon era corsa via. Brennan la guardò e la sua espressione si addolcì. Tornò da lei, le mise il suo grosso braccio attorno alle spalle magre e la condusse verso la porta. “Dai, Gracie. Sai che staranno bene. Hanno solo bisogno di qualche minuto per chiarirsi.” La donna dai capelli rossi lasciò che suo marito la guidasse verso la porta. L'uomo l'aprì per lei, ma proprio mentre stavano per uscire, si voltò verso David e allungò la mano. “Oh cavolo, quasi mi dimenticavo. Sono Brennan Doyle e questa è mia moglie Grace.” Indicò la bambina che giocava con Sam sul pavimento. “Quella è la nostra piccola, Clare. Benvenuto in famiglia, amico.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Non appena le parole uscirono dalla sua bocca, i suoi occhi si sgranarono e si voltò di scatto verso Jonathan. “Oh, merda. Scusami, Jon-Jon, non intendevo, ehm, presumere o… insomma, ho solo pensato che, visto che lo porti in giro con te, potevamo smettere di fingere di non sapere che ti piacessero i ragazzi. Ma posso anche continuare a far finta che sia un amico se preferisci.” Jonathan sorrise a suo fratello. “Va bene così, Brenn. Sarebbe stato bello se mi aveste detto che lo sapevate già. Mi sarei risparmiato un po' di ansia.” Brennan scollò le spalle. “Sì, beh, mi spiace. Ci vediamo dopo.” La porta si chiuse e la casa tornò completamente silenziosa, eccezion fatta per le vocine che provenivano dall'angolo. I giocattoli che Sam e Clare avevano impilato come una torre caddero e i piccoli risero per poi ricominciare da capo. David allungò la mano verso Jonathan e lo tirò contro il petto, stringendolo fra le braccia. “Stai bene?” Il corpo del ragazzo si rilassò contro il suo. David lo sentì inspirare a fondo e poi percepì le sue mani scivolargli nelle tasche posteriori. “Sì, sto bene. Potrei inventare una scusa per la mia famiglia e dire che hanno scelto tutti la stessa settimana per smettere di sniffare colla ma la verità è che sono sempre così. Non farti un’idea sbagliata, Shannon e Keegan sono insieme da che mi ricordo e si amano davvero molto. I ragazzi sono delle pesti terribili e a volte la cosa li irrita.” David baciò la fronte di Jonathan. “Sai, ehm, senza offesa, ma sei sicuro di voler lasciare Sam qui? Forse dovremmo portarlo con noi.” Il cuore di Jonathan batté forte e lui dovette ricacciare indietro le lacrime. David stava pensando a suo figlio prima di tutto. Sapeva che era eccitato tanto quanto lui al pensiero di stare da soli, eppure era disposto a rinunciare perché era preoccupato per Sam. “Starà bene. Ai ragazzi piace torturare gli adulti, ma sono davvero dolci con Clare e Sam e questo posto è come un parco divertimenti per AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. loro. Hanno un sacco di giochi e c'è sempre qualcuno con cui giocare. Sam ama venire qui.” David sentì che la voce di Jonathan era rotta dall’emozione. Tenne quell'uomo, così prezioso per lui, contro il suo petto e si ritrovò a ondeggiare istintivamente avanti e indietro. Si ritrovava nel bel mezzo dell'appuntamento più strano della sua vita. Diamine, era l'appuntamento più strano in assoluto. C'era stata una cena con un bambino, l'esperienza di conoscere i genitori di Jonathan, un involontario outing ai suddetti genitori, una faida familiare che coinvolgeva una sorella quasi nuda, una donna incinta, il riferimento a una scopata e non in modo gentile... vediamo, che altro? Oh, giusto. La cosa più strana di tutte: David era innamorato. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 19 “ALLORA, sono riuscito a spaventarti?” chiese Jonathan non appena furono in auto e si avviarono per uscire dal vialetto di Shannon. Il suo tono era scherzoso, ma il suo sguardo e il modo in cui si mordicchiava l'unghia del pollice fecero capire a David che era davvero preoccupato. “Mi piace la tua famiglia.” Jonathan lo guardò incredulo, facendo ridacchiare David che continuò: “Mi piace davvero. Sono divertenti e sembrano tenere l'uno all'altro, e sono sicuro che troverò altre belle cose da dire quando avrò passato più tempo con loro.” Fece un grosso sorriso a Jonathan e gli strinse il ginocchio. “Davvero.” Il ragazzo si rilassò contro il sedile e coprì la mano di David con la propria. “Mi sa che ti piaccio davvero.” David rise e diede una rapida occhiata al suo passeggero. Jonathan fece spallucce. “La mia famiglia è folle. Se ti piacciono davvero o se anche solo fingi che ti piacciano, allora significa che ti piaccio io.” Jonathan stava sorridendo e scherzando, quei suoi occhi d'argento rilucevano, e David sentì l'impulso di correggerlo: non è solo piacere, è amore. Ti amo. Non so come sia potuto succedere così in fretta, ma non ci sono dubbi. In qualche modo, le parole gli si fermarono in gola e tutto ciò che David riuscì a fare fu annuire e continuare a guidare. Sentì il click della cintura di Jonathan e, quando si voltò, lo vide avvicinarsi al bordo del sedile e chinarsi sopra la consolle. La sua mano arrivò alla zip dei suoi AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. pantaloni ancora prima che lui riuscisse a capire cosa stesse succedendo. “Cosa stai facendo?” Jonathan alzò lo sguardo con un sorriso malizioso e tirò fuori dai boxer il sesso del suo compagno, che si stava rapidamente indurendo. Si leccò le labbra e abbassò la testa. “Te lo succhio.” Le parole gli uscirono mentre Jonathan abbassava la bocca sulla punta dell'erezione e iniziava a succhiare. “Oh, Dio!” David si aggrappò così forte al volante che le sue nocche diventarono bianche. Era pericoloso - e probabilmente anche illegale -e sarebbe stato estremamente imbarazzante se qualcuno li avesse visti. Oh, ma era così dannatamente bello. Jonathan riusciva a succhiare un uccello come nessun altro. Il ragazzo spinse la sua bocca verso il basso e prese David fino in gola, poi si ritrasse succhiando con forza fino alla punta. Continuò così, su e giù, mentre la sua lingua seguiva il movimento leccando, i rumori di risucchio riempivano l'auto e quella perenne suzione stava facendo uscire di testa David. Proprio quando pensò di essere sul punto di venire in auto e causare un incidente, David si rese conto di essere vicino a casa. Stava guidando con il pilota automatico mentale, rendendosi conto solo parzialmente di ciò che li circondava. Grazie a Dio, la strada dall'appartamento di Shannon non era lunga e non prevedeva il passaggio in vie molto trafficate. Parcheggiò l'auto e accarezzò i capelli di Jonathan. “Ci siamo, baby. Continuiamo dentro.” Jonathan lasciò la presa sul sesso di David con uno schiocco sonoro e sorrise. Si asciugò i contorni umidi della bocca con il dorso della mano. “Amo il tuo sapore e il tuo odore là sotto.” David gemette. Dannazione, era eccitante e il suo cazzo era così duro. Lo costrinse di nuovo nei pantaloni e sussultò mentre richiudeva AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. la zip, senza perdere tempo ad abbottonarseli. Poi scese dall'auto e tese la mano a Jonathan. “Dobbiamo prendere il mio zaino e il mini frigo.” Giusto. Zaino e mini frigo. Com'era possibile che Jonathan sembrasse perfettamente tranquillo e ricordasse tutti quei dettagli, mentre lui era molto vicino a dimenticare il proprio nome? David si avvicinò al bagagliaio, passò a Jonathan il suo zaino e guardò il grosso mini frigo. Aveva bisogno di entrambe le mani per portarlo, quindi si voltò verso il suo compagno e gli passò le chiavi. “Occupati della porta, okay?” Jonathan annuì e andò avanti. David sollevò il mini frigo dal bagagliaio, lo tenne in equilibrio su un ginocchio mentre chiudeva il baule e poi seguì il ragazzo all'interno. Accese le luci dell'ingresso e fissò il sedere di Jonathan, racchiuso nei Levi's sbrindellati. Quei jeans non avevano niente a che vedere con le marche costose che fasciavano i muscoli dei ragazzi con i quali era uscito in passato. No. Su Jonathan, quei vecchi jeans erano molto più sexy. Il ragazzo si voltò verso di lui e i suoi occhi d'argento si riempirono di calore, la lingua rosa guizzò fuori dalla sua bocca seducente e leccò le labbra. David si ricordò dov'era appena stata quella lingua e non riuscì a trattenere un gemito. Appoggiò a terra il mini frigo e attirò Jonathan contro di sé, agganciando le dita ai passanti dei jeans, sperando che il suo sesso duro - che era sicuro che Jonathan stesse sentendo facesse capire al suo compagno cosa avrebbero dovuto fare subito. Si chinò e succhiò il collo di Jonathan, ricoprendolo di baci e leccate. Il giovane abbassò le mani sul sedere di David e gli massaggiò i muscoli sodi. L'uomo gemette di nuovo e spinse la sua erezione contro Jonathan. “Dobbiamo portare il mini frigo in cucina e svuotarlo?” David sapeva di avere la voce tesa. Gli ci volle ogni grammo di autocontrollo per tenersi in piedi e non saltare addosso a quell'uomo che lo tentava così tanto. Jonathan mugolò e abbassò i pantaloni del suo amante. Non fu un'impresa difficile visto che David non aveva riallacciato il bottone dopo la piccola avventura in auto. Una volta che i pantaloni e gli slip furono alle ginocchia del suo compagno, Jonathan lo spinse verso la panca all'ingresso. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David sentì il bordo del tessuto della panca colpirlo dietro le gambe e si sedette. Jonathan si chinò e lo baciò mentre si toglieva le scarpe e cercava di aprirsi rapidamente i jeans. Il denim consunto cadde a terra facilmente e gli slip lo seguirono a ruota. Un Jonathan seminudo salì in grembo a David e gli avvolse le gambe attorno alla vita, cominciando a strofinarsi contro di lui. “Dannazione, sì.” David gemette e afferrò il sedere del suo amante, strizzandolo e incoraggiando i suoi movimenti. Il sesso duro di Jonathan strofinò contro quello di David mentre il ragazzo muoveva i fianchi con veemenza e succhiava il collo del suo compagno. “Vicino, tigre. Ci sono vicino, vicino.” La sua voce si fece più alta, il modo di succhiare più intenso, i movimenti più veloci e poi Jonathan si spinse con forza contro il corpo di David e gridò di piacere mentre il suo seme inumidiva i loro ventri. David affondò il viso contro la spalla del ragazzo e urlò di piacere. I loro corpi si rilassarono l'uno contro l'altro, ma il respiro era ancora affannoso e i loro cuori galoppavano. “Mi sei mancato.” La voce di Jonathan era un sussurro nell'orecchio di David. L'altro uomo, in risposta, rise delicatamente. “Mi sei mancato anche tu. Dai, andiamo a ripulirci.” Jonathan si alzò dal grembo di David e passò la mano sopra lo sperma che gli si stava asciugando sulla pancia. Si tolse la maglietta, si ripulì dal bagnato e poi prese gli slip e i jeans dal pavimento. David si era alzato e si era rivestito e stava ammirando il corpo di nudo di Jonathan. “Allora, scherzi a parte, dobbiamo svuotare il mini frigo?” Jonathan scosse il capo mentre iniziava a camminare verso la camera. “No, i pacchetti di ghiaccio tengono freddo abbastanza. Io invece sono di sicuro della temperatura sbagliata. Sto gelando.” Jonathan si strinse tra le braccia il più possibile. Poi le strofinò energicamente con le mani, su e giù. David premette il petto contro la AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. sua schiena e lo avvolse tra le braccia, inghiottendolo tra i suoi muscoli. Jonathan sospirò e si appoggiò all'indietro. “Cosa ne pensi di un bagno? Non ho ancora avuto modo di provare quei getti ma Caleb mi ha assicurato che sarebbero stati paradisiaci quando li ha installati,” sussurrò David nell'orecchio di Jonathan. Il ragazzo annuì ed entrò in bagno con lui. “Hai ridipinto.” Jonathan sembrava impressionato. David fece un ampio sorriso, felice che il suo compagno l'avesse notato. “Sì, verde come hai detto tu. Qui è di qualche tonalità più scura che in bagno.” Jonathan lasciò cadere i vestiti, si voltò e si sciolse contro David. Nessuno l'aveva mai ascoltato. Non che di solito offrisse opinioni, ma questo perché di solito a nessuno sembrava interessare ciò che pensava o aveva da dire. Di solito restava invisibile sullo sfondo, cercando di non infastidire nessuno, ma David aveva ascoltato e agito. Jonathan non aveva fatto altro che menzionare il colore e la stanza era stata ridipinta. “Io… Io…” Il giovane non era sicuro di cosa dire. Guardò David e ricacciò indietro le lacrime. “Grazie.” David accarezzò quella testa preziosa e ne baciò la sommità. “Perché mi stai ringraziando? Sono io a essere riconoscente. Già solo il colore aiuta a far sembrare questa stanza più calorosa. Ora dobbiamo solo scegliere i mobili.” Jonathan sospirò e strinse con forza l'altro uomo. “Mi fai stare così bene. E' come... se tu mi vedessi.” David tenne Jonathan tra le braccia e oscillò lateralmente, mormorando nei suoi capelli: “Certo che ti vedo. Vorrei solo poterti vedere più spesso.” Dopo parecchi minuti di silenzio, i due uomini entrarono in camera. David andò all'armadio per togliersi gli abiti e buttarli nella cesta e Jonathan ruotò i rubinetti della vasca fino a quando non ebbe ottenuto la giusta temperatura. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Non ho un bagnoschiuma perché non ho mai usato la vasca, ma forse potremmo usare lo shampoo.” David era in piedi, gloriosamente nudo dietro a Jonathan, e teneva in mano una bottiglia di shampoo che sembrava costare dieci volte quella che usava Jonathan. “Sicuro che vuoi sprecarlo per fare la schiuma?” L'uomo si protese verso il bordo della vasca e ne versò una generosa quantità sotto l'acqua corrente. “Voglio essere tutto scivoloso con te qui dentro. Non è uno spreco.” Baciò la guancia di Jonathan, mise la bottiglietta sul mobile ed entrò nella vasca. Si sistemò con la schiena contro il bordo e con le gambe tese e divaricate lungo la lunghezza della vasca. Alzando un braccio e allungando una mano verso Jonathan, David guardò quell'uomo bellissimo in piedi vicino a lui e sentì il respiro bloccarsi nel petto. Ti amo. Perché non riusciva a dirlo? Eppure gli sembrava di pensarlo abbastanza intensamente. Jonathan prese la mano di David ed entrò nella vasca. Si sistemò tra le sue gambe, si appoggiò contro il suo petto ampio e sospirò felice mentre David faceva sgocciolare acqua calda su di lui. “Parlami della tua giornata. E' successo qualcosa d'interessante? A parte aver fatto outing davanti alla tua intera famiglia, intendo.” Jonathan rise e cominciò a parlare. “Quel tipo un po’ pazzoide è entrato di nuovo nel ristorante e ha insistito per sedersi nella zona di Jessica. Lei si è infuriata e ha iniziato a discutere del fatto che lui le guarda le tette. Parlava così ad alta voce che so che lui l’ha sentita, ma si è semplicemente seduto e le ha sorriso, cosa che ha peggiorato solo la situazione. Poi Jessica…” David chiuse gli occhi, si concentrò sulla voce di Jonathan e sulla sensazione che gli dava il suo corpo, rallegrandosi per come sentisse tutto perfetto. Era molto meglio che non fare il solito aggiornamento quotidiano via telefono. Accarezzò le braccia e il petto di Jonathan. Doveva esserci un modo per passare più tempo insieme. Ci avrebbe pensato e avrebbe trovato il modo, ma in quel momento voleva godersi il fatto di avere quell’uomo meraviglioso tra le sue braccia. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. DOPO il bagno, i due uomini si asciugarono e andarono a letto. Si accoccolarono l’uno contro l’altro sotto la trapunta. Jonathan si sdraiò sullo stomaco, contro il petto di David e appoggiò il mento alle mani. “Dimmi di quando hai fatto outing con la tua famiglia.” David scostò i capelli bagnati dalla fronte di Jonathan e cominciò a massaggiargli la schiena con moto circolare. “Vediamo. Ero al college e mia sorella Ellie era venuta a farmi visita. Il suo volo era arrivato presto, quindi aveva preso un taxi dall’aeroporto e aveva convinto il supervisore a farla entrare nel mio appartamento. Era in piedi dall’alba, quindi era stanchissima e voleva riposarsi prima che io tornassi a casa. Avevo lasciato una rivista vicino al letto la notte precedente.” Fece spallucce e sollevò le sopracciglia. “Quando sono tornato a casa, lei era seduta al tavolo e mangiava un panino sfogliando quella rivista. Non ho pensato che ci fosse altro modo per spiegarle le fotografie di ragazzi nudi in posizioni compromettenti, e poi lei stava per andare al college, quindi non è che non sapesse niente di come girava il mondo.” Si passò una mano tra i capelli setosi e sorrise mentre ricordava la sua sorellina. “Aveva fatto le orecchie a un paio di pagine e mi aveva detto che voleva sapere alcune cose, ma che non poteva chiederle a nostro padre perché la sua versione di una chiacchierata sul sesso era stata di dirle di stare in posizione verticale e di uscire sempre in gruppo. Nostra madre era morta da tempo ed Ellie aveva capito che i suoi amici non ne sapevano più di lei. Comunque, ci siamo seduti e abbiamo parlato. Mi ha fatto molte domande sui ragazzi e sul sesso. Ho cercato di risponderle onestamente, anche se mi sentivo dannatamente a disagio ad avere quella conversazione con la mia sorellina. Tutto qui.” “E tuo padre? Lo sa?” David si schiarì la voce. “Sì, certo. Lo chiamai quando Ellie se ne andò. Non volevo metterla in una posizione scomoda se qualcosa fosse saltato fuori. Mio padre lavorava molto a quei tempi, anche ora lo fa, quindi è stata una telefonata breve. Gli dissi che Ellie era sulla via del AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. ritorno, che eravamo stati bene e che ero gay. Lui disse che avrebbe mandato un autista ad aspettarla all’aeroporto e di studiare bene per l’esame finale.” David rise. “Mi sono chiesto se mi avesse sentito, ma quando venne in città per affari qualche mese dopo, ci incontrammo a pranzo e mi disse che potevo portare il mio ragazzo. Ho pensato che fosse il suo modo per dirmi che l’aveva accettato.” Jonathan si mosse in modo da coprire completamente David. Gli baciò il collo e gli mordicchiò l’orecchio. “Lo vedi spesso?” David scosse il capo. “No, di solito solo quando è in città per affari, cosa che non succede quasi mai. In più, ha vissuto a Londra negli ultimi anni, e questo ha reso i voli un po' troppo lunghi. Di solito ci sentiamo telefonicamente per i compleanni o per le feste principali. Andiamo d’accordo, solo che siamo entrambi troppo impegnati con il lavoro ed è difficile trovare il tempo per vedersi.” Sapendo quanto era unita la famiglia di Jonathan, David si rese conto che quello che aveva appena detto doveva suonare patetico. Jonathan però non disse niente. Non lo stava giudicando, né lo guardava con un’espressione di compatimento. David scoprì che in verità gli piaceva aprirsi con lui, raccontargli della sua famiglia, condividere aneddoti su quello che avevano fatto al lavoro durante il giorno. Non aveva mai incontrato nessuno con cui riuscire a parlare così facilmente. I due uomini restarono sdraiati in silenzio, condividendo baci dolci e godendosi la sensazione della loro pelle nuda che si sfiorava. E David si chiese cosa ci sarebbe voluto per far sì che quelle sensazioni diventassero una costante della sua vita. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 20 I PENSIERI di David su come riuscire a vedere il suo compagno più spesso furono messi da parte quando le leccate e i morsi di Jonathan al suo petto si unirono ai gemiti e alla sensazione del sesso duro del ragazzo contro la sua coscia. “Cosa vuoi?” La voce di David era bassa e roca di desiderio. Accarezzò la schiena e il sedere di Jonathan, lasciando che le sue dita scivolassero nella fessura tra le natiche e trovassero la sua apertura. Jonathan si mosse all’indietro e gemette. “Così va bene.” Jonathan allungò una mano in basso, vicino al letto, dove David teneva la scatola dei preservativi e il lubrificante. Poi tornò rapidamente al suo posto e si mise a cavalcioni del suo uomo. Aprì la confezione, fece scivolare il preservativo sul sesso duro del suo amante e lo ricoprì di lubrificante. Dopo di che, Jonathan si mosse in avanti in modo da essere sopra il suo obiettivo. “Tieniti fermo per me.” David gemette e allungò una mano verso la propria erezione, tenendola ferma mentre Jonathan poneva la sua apertura contro il glande e spingeva verso il basso, facendo entrare l'asta dentro di sé. Jonathan s'inclinò all’indietro e appoggiò le mani alle cosce di David fino a quando non prese tutta la sua lunghezza dentro il canale stretto e caldo del proprio corpo. David sibilò e chiuse gli occhi. Era così bello. Jonathan fece ondeggiare i fianchi e rabbrividì di piacere. Quando David aprì gli occhi, la visione che si ritrovò davanti gli tolse il respiro. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan si muoveva su e giù e sul suo bel viso si leggeva pura estasi. David gli afferrò i fianchi e si mosse dentro di lui, incontrando i suoi movimenti e intensificandoli. Erano circondati dal rumore del letto che scricchiolava e della loro pelle che si scontrava. Entrambi gemettero e si mossero insieme per diversi minuti fino a quando David irrigidì i muscoli del ventre e sollevò il busto, facendo cadere Jonathan di lato, sulla schiena, senza mai interrompere la loro connessione. “Sei così forte. Mi eccita,” gemette Jonathan. Inarcò la schiena e aprì le gambe, facendo più spazio possibile al suo amante per permettergli di continuare a scoparlo. David accettò con piacere quell’invito. I suoi occhi brillavano e avevano uno sguardo feroce mentre si portava una delle gambe di Jonathan contro il petto e cambiava l’angolazione per riuscire a penetrare più a fondo. “Oh, Dio!” gridò Jonathan mentre il suo corpo veniva progressivamente spinto verso la parte alta del letto sotto le spinte di David. Il materasso tremò e ondeggiò. Jonathan allungò le mani all’indietro e toccò la testata del letto, spingendo contro di essa per andare incontro ai movimenti di David. Gli occhi del suo amante erano incollati ai suoi e lui gemette. “Ci sono quasi, baby. Vieni per me, ti prego.” Jonathan allungò una mano verso il suo sesso e si accarezzò al ritmo dei movimenti di David. “Oh, cazzo, ci sono vicino. Ci sono, Jonathan. Devo. Ci sono. Ora!” David gridò e si lasciò andare dentro il corpo accogliente del suo compagno con un ultimo paio di spinte. Il ragazzo urlò e venne sulla propria pancia e sul petto. Entrambi gli uomini ansimavano in cerca d’aria, quando improvvisamente sentirono un forte scricchiolio, il letto tremare e poi una serie di tonfi. Ogni gamba del letto cedette a turno finché si ritrovarono sdraiati sul materasso - che però era ormai sul pavimento - circondati da legno in frantumi. David guardò Jonathan con gli occhi sgranati e poi entrambi cominciarono a ridere in modo incontrollabile. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Porca puttana! Abbiamo consumato i mobili.” “Ehi, te l'ho detto che sei forte,” ridacchiò Jonathan. “Mi spiace per il tuo letto.” “Non fa niente. Avevamo comunque bisogno di uno nuovo. Pensi che avremo tempo di andare a fare spese domani mattina? Possiamo prendere anche i comodini.” Jonathan annuì e si allungò per un bacio proprio mentre il sesso di David scivolava fuori dal suo corpo. “Torno subito.” David gli diede un bacio veloce sulla fronte e scese dal materasso. Un paio di minuti dopo, era di ritorno con una salvietta. Ripulì Jonathan e poi se lo tenne vicino mentre scivolava nel sonno. Guardò il ragazzo rilassarsi e gli baciò la guancia. “Ti amo.” Sussurrò quelle parole e si schiaffeggiò mentalmente per non averle dette mentre Jonathan era sveglio. Dopo avergli accarezzato la schiena per qualche minuto, godendosi la consistenza e il calore della sua pelle, David si addormentò. JONATHAN districò le gambe da David e scivolò fuori dal letto in silenzio in modo da non svegliare il suo amante, si lavò i denti e poi camminò lungo il corridoio, attraverso il soggiorno, fino all’ingresso dove avevano lasciato lo zaino e il mini frigo la notte precedente. Cercò nello zaino e ne estrasse un paio di pantaloni della tuta, una maglia morbida a maniche lunghe, la sua felpa preferita e calze pesanti. Non era caldo come stare accoccolato sotto la trapunta con David, ma doveva farlo. Sollevò il mini frigo e lo portò in cucina. Beh, per fortuna quegli elettrodomestici verde vomito funzionavano. Cavolo, cosa stava pensando la persona che aveva scelto quei colori? Sistemò il contenitore vicino al bancone e cominciò a estrarre gli ingredienti. Aveva visto il contenuto del frigorifero di David l’ultima volta che era stato da lui e sapeva che non c'era dentro niente che assomigliasse a del cibo, sempre che non si tenessero in considerazione i contenitori del AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. cibo da asporto. Così, Jonathan aveva portato tutto il necessario per fare la colazione. L’orologio del microonde indicava che erano a malapena le cinque di mattina. Sapeva che David avrebbe dormito ancora per qualche ora, quindi iniziare a preparare la colazione in quel momento non aveva molto senso. Oh, beh, aveva portato così tanti ingredienti che poteva cucinare un paio di pasti per David che lui avrebbe potuto riscaldare durante la settimana se avesse finito troppo tardi per potersi fermare al suo solito ristorante da asporto. Jonathan cercò nei mobiletti e trovò conferma al suo sospetto che non ci fossero utensili da cucina: niente spatole, niente pentole, nemmeno una padella. Scosse il capo e ridacchiò piano tra sé e sé. Aveva portato una pentola, una padella e un paio di cucchiai, giusto nel caso gli fossero serviti. Lavorava a fasi: finiva un piatto e lo infilava nel frigorifero in piatti di carta ricoperti da una pellicola. Poi lavava la padella e la pentola e iniziava a preparare il pasto successivo. Mentre cucinava, Jonathan pensò a come si sarebbe sentito a vivere in quella casa, cucinare pasti tutte le sere, avere Sam seduto al bancone che mangiava la colazione. Scacciò quei pensieri. Era troppo presto per quello. Davvero troppo presto. Certo, aveva fantasticato su David per anni, ma per David si erano appena incontrati. In più, c’era un problema con Sam. Un conto era chiedere a un uomo di andare a vivere insieme, ma invitare un bambino di quasi tre anni in quella casa perfetta gli sembrava sperare troppo. Non si sarebbe permesso di essere triste per quello. Aveva trovato l'uomo dei suoi sogni, era abbastanza fortunato a parlargli tutti i giorni e vederlo ogni volta che potevano. Era più di quanto avesse mai avuto e doveva bastargli. DOPO aver barcollato in bagno per svuotare la vescica e lavarsi i denti, David indossò un paio di pantaloni del pigiama e una maglietta, prima di camminare per casa con un enorme sorriso sul viso. La notte precedente era stata incredibile. Avevano letteralmente rotto il letto. Faceva il miglior sesso della sua vita con il ragazzo più dolce che avesse mai conosciuto. Com'era riuscito a trovare una combinazione del genere in una persona sola? AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Una volta arrivato in sala da pranzo, David sentì un fischiettio provenire dalla cucina. Restò sulla soglia per un momento a guardare un Jonathan felice ballare al ritmo di una canzone che aveva in testa. C'era odore di cibo vero che veniva da quella stanza per la prima volta da quando David si era trasferito e, in qualche modo, l'idea che qualcosa potesse essere prodotto da quegli elettrodomestici lo scioccava. “Buongiorno, bello.” Spaventato, Jonathan saltò e si tenne al bancone con una mano mentre l'altra volava al suo cuore. “Ehi. Mi hai spaventato.” Jonathan si schiarì la voce e poi tornò ai fornelli. “Fame?” David gli arrivò alle spalle e guardò oltre la sua spalla. “L'hai fatto tu? Da zero?” Jonathan ridacchiò e ruotò tra le braccia di David, spingendolo a sedere verso il suo posto al bancone. “Pancakes, salsiccia, patate e omelette alla Denver. Sì, ho fatto tutto da zero, non che ci fossero molte alternative.” David restò in piedi vicino alla sedia e sembrò adorabilmente confuso. “Sei anche capace di cucinare?” Quella domanda strappò una risata di cuore a Jonathan. “Intendi dire che hai pensato che l'unica cosa di cui ero capace fosse ruzzolarmi nel letto?” La mascella di David per poco non cadde e lui scosse la testa furiosamente. “No! Non è per niente quello che intendevo! Io…” Jonathan gli fece l'occhiolino e rise. “Ti sto prendendo in giro. Sì, sono capace di cucinare. Sono cresciuto in un ristorante, ricordi? Penso di aver imparato a tagliare le verdure prima ancora che ad andare in bicicletta. Il The Dubliner è un posto di famiglia, quindi ci abbiamo lavorato tutti. E poi questo è un piatto semplice. Anche Sam sa come si cucinano le uova. E chi pensi che abbia preparato la colazione che ho portato qui prima del nostro giro allo zoo domenica?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Ancora perplesso dalle attività in corso nella sua cucina e inorridito al pensiero di aver offeso Jonathan, David non si era mosso, così il suo compagno lo spinse sulla sedia. Se Jonathan stava in piedi e David seduto erano alla stessa altezza, occhi negli occhi. Il ragazzo si protese e baciò la guancia del suo compagno e gli sorrise. Okay, non era arrabbiato. Ovvio che no. Jonathan non si arrabbiava mai. “Ho pensato che avessi preso la colazione nel venire qui. Non sapevo che tu facessi i French toast.” Jonathan prese del cibo sia dai fornelli che dai piatti che aveva ricoperto e lo sistemò in un piatto di carta che poi mise davanti a David. Preparò poi il proprio piatto, lo mise sul bancone e si sedette. David prese la forchetta, raccolse un po' di uova e patate e ne mangiò un boccone. “Mmm. Buono!” “Felice che ti piaccia. Immaginati cosa potrei fare con l'equipaggiamento giusto.” David si stava infilando cibo in bocca a tempo record. “Quipggmt?” “Devo fare come faccio con Sam? Mastica e ingoia prima di parlare.” David quasi si strozzò con la colazione. Allungò la mano per prendere la bottiglia d'acqua che Jonathan aveva messo sul tavolo e, una volta che la sua bocca fu libera, sorrise timidamente a Jonathan. “Mi dispiace. Nessuno ha cucinato per me da quando mia mamma è morta. Penso di essere un po' sovraeccitato.” Il cuore di Jonathan si spezzò nel sentire David ammettere di non aver avuto nessuno che si prendesse cura di lui da tanto tempo. E poi, Jonathan aveva vissuto solo da quando aveva compiuto diciotto anni. Forse ora potevano esserci l'uno per l'altro. Allungò una mano e strinse quella di David per mostrargli il suo supporto. “Va bene che tu sia eccitato. Ora mangia. Ho molte attività pianificate per questa mattina e credimi se ti dico che avrai bisogno di molta energia.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan mosse le sopracciglia e lanciò a David il suo miglior sguardo malizioso. David avrebbe anche riso, ma la sua bocca era piena del pancake più delizioso che avesse mai mangiato. “Mmm, ’kay,” mormorò. Jonathan sorrise, prese la sua forchetta e raccolse un po' di uova, sentendosi profondamente felice per aver reso a sua volta felice David. Dopo aver finito la colazione e condiviso una lunga doccia, i due uomini uscirono per comprare i mobili della camera, andarono a prendere Sam, passarono alcune ore al parco e poi si salutarono. La settimana seguente passò seguendo la stessa routine di quella precedente e con telefonate notturne. Un miglioramento fu che il The Dubliner restava aperto a pranzo, così David ci andava quasi tutti i giorni e Jonathan mangiava con lui. Anche se passava molto più tempo con Jonathan che non con i suoi precedenti ragazzi, sentiva di non averne mai nemmeno lontanamente abbastanza di lui. Venerdì sera, David portò Jonathan e Sam a cena e poi guidò verso casa di Brennan e Grace. Jonathan prese Sam, e David tenne la borsa del bambino con una mano e appoggiò l'altra sulla parte bassa della schiena del suo compagno. Il suono di una partita di football alla TV li salutò prima ancora che arrivassero alla porta. David bussò ma non ricevettero risposta “Probabilmente non ci sentono con tutto questo casino.” Jonathan annuì e provò a muovere la maniglia. La porta non era chiusa a chiave, quindi entrarono. Brennan e Keegan erano seduti sul divano e bevevano birra guardando la televisione con un'accanita concentrazione. Clare aveva colorato dei libri e i pastelli erano tutti sparsi sul tavolino da caffè. Non appena vide Sam entrare in casa saltò in piedi e corse verso il cugino. “Magari voi due potete andare a giocare nella camera di Clare. E' un po' più tranquillo,” suggerì Jonathan. I due bambini corsero via e Jonathan e David si voltarono per entrare nella stanza proprio mentre Brennan e Keegan saltavano sul divano e cominciavano a urlare verso lo schermo. Jonathan trovò il telecomando e abbassò il volume quando fu trasmessa la pubblicità di una birra. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Ehi, ragazzi.” Brennan guardò sorpreso Jonathan e David. “Oh, ehi, Jon-Jon. Ciao, David. Non vi avevo sentito entrare.” Jonathan rise. “Già, l'ho notato. Dovresti chiudere la porta a chiave e tenere l'audio a un livello decente. Dov'è Gracie?” “E' con Shannon, stanno facendo gli ultimi acquisti di Natale,” rispose Keegan. David si sedette sul divano e si tirò Jonathan in braccio. “Cosa state guardando?” “La partita di ieri: Broncos-Texans. Registrata. Ti piace il football, David?” rispose Brennan mentre si alzava dal divano. I suoi occhi si addolcirono quando colse l'immagine di suo fratello minore. Jonathan era in braccio a David e sembrava felice e spensierato. Aveva notato il cambiamento nel comportamento di suo fratello nelle ultime settimane. Per la prima volta da che Brennan riuscisse a ricordare, Jonathan non appariva isolato o ansioso. Tutta la famiglia sapeva che dovevano ringraziare David per quel cambiamento. “Seguo tutte le squadre,” rispose David. Brennan e Keegan sembrarono entrambi impressionati. “Davvero? E' grandioso. Voi ragazzi siete i benvenuti se volete unirvi.” Keegan si voltò verso di loro e prese la ciotola dei pretzel dal tavolo. “Vado a fare il pieno in cucina. Posso portarvi qualcosa? Birra?” chiese Brennan mentre usciva dalla stanza. “Siamo a posto, grazie, Brenn.” Jonathan non aveva ancora finito di pronunciare la frase, quando sentì suo fratello urlare: “Dannazione, Keller! Non è divertente.” Tornò come una furia nella stanza e diede un'occhiataccia a Keegan mentre scuoteva i pantaloni e muoveva le gambe. Cubetti di ghiaccio caddero sul pavimento. “Quel discendente di Satana che tu chiami figlio ha appena versato un'intera tazza di ghiaccio nei miei pantaloni.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Keller, sei in castigo,” rispose Keegan in automatico mentre cercava nella ciotola il suo tipo preferito di pretzel. Non si era preoccupato di alzare lo sguardo nemmeno per un momento. “Keegan, quello non è un castigo, sei solo tu che lo dici.” La voce di Brennan era ancora arrabbiata. Keegan non sembrò notarlo. Continuò a scavare nella ciotola e a buttarsi dei pretzel in bocca. Brennan roteò gli occhi. “Come vuoi, Keeg. Ma non pulirò il loro casino. Alza il tuo grosso culo e asciuga il pavimento.” Keegan si alzò dal divano, camminò verso il punto in cui i cubetti di ghiaccio erano caduti dagli abiti di Brennan e si accucciò per poterli raccogliere. Spostò una delle bambole di Clare di mezzo. “Non mi piacciono queste bambole così realistiche. Mi fanno paura.” “Sì? Beh, a me fanno paura i tuoi figli. C'è da pulire anche la cucina. Dai.” Quando furono da soli nella stanza, Jonathan si voltò verso David e lo baciò piano. “Vuoi stare qui e guardare la partita o andare a casa?” Diamine, a David piaceva sentire Jonathan parlare della casa come se fosse anche casa sua. Si sentì improvvisamente sopraffatto dall'emozione. Ricambiò il bacio anche se con più passione e anche con la lingua. “Ho guardato la partita dei Broncos la notte scorsa. E qualsiasi sia il gioco che tuo fratello e Keegan stanno facendo mi rende nervoso. Vuoi restare qui?” “No. Preferirei stare da solo con te.” “Okay, allora andiamo a casa.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 21 JONATHAN aveva portato con sé un altro mini frigo pieno di cose e David lo mise in cucina. Lo sistemò vicino al frigorifero e si chinò per aprirlo. “Senti, mi sembra stupido. Sono sicuro che ci sia un negozio di alimentari qui intorno. Posso comprare un po' di cose così non dovrai trasportare quest'aggeggio avanti e indietro.” Jonathan premette il suo corpo contro quello di David. “Non ho avuto il tuo uccello dentro di me per una settimana. Magari possiamo occuparci di quello prima, e poi io mi occuperò del frigorifero.” Quelle parole furono abbastanza da risvegliare l'interesse di David. Si alzò, prese di scatto Jonathan tra le braccia strappandogli un gridolino e camminò verso la camera, dove lo fece sdraiare sul nuovo letto di ferro che avevano scelto insieme. Era senza fiato, sia per l'eccitazione di essere di nuovo con il suo amante sia perché l'aveva trasportato per tutta la casa. Anche se Jonathan era più basso di lui e più leggero, non era comunque minuto. David si alzò e guardò lo splendido uomo nel suo letto e si strofinò il palmo contro l'erezione dolorosa. Jonathan gemette, si denudò in pochi secondi, e poi cominciò a darsi da fare con gli abiti di David. Infilò le mani sotto il maglione del suo compagno, spingendolo in alto e sopra la sua testa. Le dita gli tremavano mentre si occupava dei bottoni della camicia bianca e la sua lingua leccava ogni parte di pelle scoperta. “Voglio sentire la tua pelle.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Le leccate diventarono succhiate man mano il petto di David si esponeva. Quando finalmente riuscì a togliergli la camicia, Jonathan accarezzò quel petto ampio e i muscoli delineati dell'addome, poi si strofinò contro il suo membro gonfio attraverso i pantaloni. David ringhiò, usò il peso del proprio corpo per spingere Jonathan sul letto e gli aprì i pantaloni, abbassandoglieli fino alle ginocchia con una mano mentre con l'altra si sosteneva sopra di lui. Scalciò via le scarpe, si mosse per sfilarsi completamente i pantaloni e gli slip e poi coprì Jonathan con la sua figura possente. Jonathan mugolò quando sentì i muscoli di David avere la meglio. Mosse la bocca verso il suo partner alla disperata ricerca di un bacio e aprì le labbra non appena sentì la lingua del suo amante. Mentre quella lingua esplorava la sua bocca, le mani di David facevano lo stesso sul suo corpo, disseminando tocchi delicati sulla sua vita, sui fianchi e sulle cosce. “Mi piaci così tanto, baby.” Un mugolio e un aumento nella passione del bacio furono la risposta di Jonathan a quella dichiarazione. David voleva venire ma la cosa che desiderava di più era rendere tutto bello per Jonathan. Così cercò di tenere a bada l'eccitazione e si concentrò sul suo amante. “Dimmi cosa vuoi, baby. Cosa ti fa stare bene?” Quel corpo sottile s'inarcò e strofinò contro di lui, e il sesso turgido di Jonathan entrò in contatto con quello di David, facendo annaspare entrambi. Jonathan afferrò le spalle di David e ansimò nella sua bocca. “Voglio te. Voglio questo. E' così bello.” David ruotò i fianchi, mordicchiò il mento di Jonathan, gli leccò il collo e allungò una mano verso il cassetto del comodino per cercare il lubrificante e i preservativi. Velocizzò le sue azioni quando sentì un gemito provenire dall'uomo sotto di sé, mentre le loro erezioni calde si strofinavano sempre più rapidamente. Si sollevò sulle ginocchia, aprì il tubetto e lasciò scendere un filo sottile di lubrificante sulla fessura tra le natiche di Jonathan mentre gli accarezzava il petto con la mano libera. Le gambe del ragazzo si aprirono in un muto invito e il battito del cuore AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. aumentò sotto il palmo della mano di David. L'uomo si rese conto di non essersi mai sentito così voluto, così desiderato. Massaggiò l'apertura di Jonathan per qualche secondo prima di riportare l'attenzione sul preservativo, aprire la confezione e srotolarlo poi sul proprio sesso, incredibilmente duro. Premette due pollici dentro quel canale voglioso e tutto il corpo di Jonathan sembrò sciogliersi sul materasso in risposta a quell'intrusione. Un sospiro di sollievo sfuggì dalle labbra del giovane. David chinò il capo in modo che i suoi occhi fossero a poca distanza da quelli di Jonathan. “E' così eccitante vedere come ti piace. Il tuo culo è fatto per essere riempito, baby.” Gli occhi di Jonathan si rivoltarono all'indietro in risposta alla combinazione tra le parole di David e il movimento dei suoi pollici dentro e fuori dal suo corpo. “Da te. Riempito da te. Solo da te.” Non era una richiesta o una domanda. Era più un dato di fatto. E fu un richiamo potente per la possessività di David. Era una sorpresa, davvero, perché non era mai stato un tratto della sua personalità. Competitivo, sì, ma non possessivo, né geloso. Ovviamente, questo era prima di Jonathan. Dal momento in cui aveva visto quel tipo molestarlo al Where Cowboys Dream, aveva voluto proteggerlo dagli altri e tenerlo per sé. David ritrasse lentamente i pollici e li sostituì con il proprio pene dolorante. Scivolò dentro lentamente, godendosi il piacere che vedeva prendere il sopravvento sul viso di Jonathan mentre il suo corpo veniva preso. Leccò quelle labbra piene e restò fermo, coprendo il suo amante, dentro e fuori. “Solo da me?” “Mmm hmm. Solo da te. Per sempre.” Lo sguardo adorante negli occhi di Jonathan fece stringere il petto a David, togliendogli quasi il respiro. Sprofondò dentro di lui il più a fondo possibile, poi si ritrasse e si spinse in avanti di nuovo. La sua bocca copriva quella di Jonathan nel tentativo di divorare quel ragazzo. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Mio.” David ringhiò nella bocca di Jonathan mentre sbatteva i fianchi in avanti. Mordicchiò le sue labbra, il suo mento, il suo collo. “Mio.” Jonathan avvolse le gambe attorno alla vita di David e le braccia attorno al suo collo. Gli appoggiò i talloni in fondo alla schiena e si aggrappò con forza a lui, andando incontro ad ogni spinta, abbandonandosi completamente. “Tuo, David. Te lo prometto, solo tuo.” Oh, era così bello. Così dannatamente bello. David spinse con tutta la sua forza e Jonathan si unì a lui in ogni movimento, spingendo i suoi fianchi su e giù per prenderlo il più a fondo possibile mentre allungava una mano tra i loro corpi per toccarsi. Entrambi grugnivano e gemevano, il suono secco della pelle che incontrava altra pelle riempiva la stanza, mentre David spingeva dentro il suo amante. “Sono vicino, tigre! Così vicino. Devo, sto per...” L'odore e la sensazione del seme di Jonathan si unì alle sue grida di piacere. David si spinse ancora in quella cavità calda, poi rimase fermo dentro di essa, premendo le dita sui suoi fianchi per tenerlo vicino il più possibile mentre si lasciava andare nel latex, desiderando che non ci fossero barriere a separarlo dal suo partner. David collassò sul suo amante, muovendo leggermente i fianchi solo per togliersi il preservativo, chiuderlo e buttarlo sul pavimento. Soddisfatti e appiccicosi, i due uomini si raggomitolarono insieme nel letto, accarezzandosi e baciandosi, recuperando le forze dopo la loro unione. “Mi sei mancato tutta la settimana, baby. Ti avrei voluto qui tutte le sere quando tornavo a casa.” David baciò quella testa così preziosa per lui e chiuse gli occhi, lasciando che i sentimenti che provava per il ragazzo avessero il sopravvento. Dannazione, era così bello sentirsi così, volere in quel modo, amare in quel modo. “Anch'io, tigre,” sussurrò Jonathan. David lo strinse tra le braccia, poi rotolò sulla schiena e tirò Jonathan con sé. Il ragazzo si accoccolò sopra di lui, tracciando i suoi capezzoli con la lingua e percorrendo i suoi soffici peli del petto con le dita. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Com'è andata la tua giornata?” Le mani di David corsero alla testa del suo compagno, accarezzandogli i capelli. “Bene. Finalmente ho venduto una casa a Micah Trains.” Jonathan succhiò gentilmente un capezzolo di David. “E' il ragazzo con cui hai lavorato per mesi, vero? Quello che continuava a trovare problemi in ogni posto?” David ridacchiò. “Sì, è lui. Finalmente mi sono reso conto che l'unico modo per renderlo felice sarebbe stato fargli costruire una casa tutta sua, così gli ho venduto un lotto vuoto. Ci siamo incontrati con un mio amico che ha una compagnia di costruzioni e che gli ha dato qualche idea su cosa poteva farci ed è andata. Detto fatto.” David abbassò il capo e baciò la testa di Jonathan, stringendolo a sé. “E tu? E' stata una buona giornata?” “Sì, buona. Una delle ragazze al lavoro ha detto che c'è un posto libero nel suo palazzo. L'affitto è un po' alto ma penso di poter trattare e così ho fissato un appuntamento per andarlo a vedere lunedì.” A David non piaceva il pensiero che Jonathan si trasferisse in quell'appartamento e all'inizio non fu sicuro del perché. Non sapeva nemmeno dove fosse quel posto. Ma, dopo alcuni secondi, si rese conto che quel sentimento non aveva niente a che fare con il posto. O, più precisamente, aveva tutto a che vedere con il posto. Era pazzo a voler chiedere a Jonathan di trasferirsi da lui? Si conoscevano da meno di tre settimane. Era troppo veloce, giusto? David non era mai stato un impulsivo. No, era il tipo che pensava bene alle cose, analizzava le possibilità, ragionava con la testa. Sempre. Ma questo caso era diverso. Non aveva bisogno di tempo, né aveva bisogno di valutare le opzioni. Con Jonathan era giusto così, sapeva che era giusto. Vederlo un paio di volte alla settimana, condividere il letto con lui solo quando riuscivano a trovare un babysitter per la notte... semplicemente non era abbastanza. “Vieni a vivere con me, baby.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Il ragazzo s’immobilizzò per un attimo e poi riprese ad accarezzare il petto di David. “Se non avessi Samuel, lo farei in un secondo.” David strinse a sé quel corpo splendido e baciò la fronte del suo compagno. “Intendevo entrambi. Tu sei mio, Jonathan.” Le parole gli uscirono naturalmente. Era strano dire una cosa simile a qualcuno ma non lo sentiva strano. “Tu sei mio e lui è tuo figlio. So che è un pacchetto unico e io lo voglio tutto.” Jonathan si spinse via dal petto di David e scese dal letto. Tese la mano all'uomo che aveva sognato per anni, sia di notte che di giorno. “Lascia che ci pensi. Per ora, che ne dici di una doccia? Sono tutto appiccicoso.” Il naso del ragazzo si arricciò nel modo che David trovava dannatamente adorabile. L'uomo sorrise e gli accarezzò una guancia. Sì, era giusto. Era bello ed era giusto e, anche se non l'avrebbe mai ammesso apertamente a se stesso, David aveva aspettato di sentirsi così da anni, aveva aspettato per anni di trovare qualcuno con cui condividere la vita. Dopotutto, non era quello il motivo per cui aveva comprato una casa grande e l'aveva sistemata come se dovesse essere occupata da una coppia? Di certo non poteva usare due lavabi, due ganci per le salviette e due armadi tutto da solo. Sì, si era preparato per questo, anche se non a livello conscio. E ora che finalmente aveva trovato Jonathan, David non avrebbe accettato altro se non un'unione completa. Se Jonathan aveva bisogno di essere convinto un po', andava bene. David poteva essere dannatamente persuasivo. Tutte quelle case non si erano vendute da sole, dopotutto. Diamine, in realtà sarebbe stato divertente dare la caccia a qualcuno, per una volta. Sempre che Jonathan si lasciasse catturare. Alla svelta. Perché chiunque avesse detto che la pazienza era una virtù di certo non aveva passato le notti in un letto vuoto mentre l'uomo che amava era fuori dalla sua portata. JONATHAN cercò di farsi cullare dal battito forte del cuore che sentiva sotto il suo orecchio. Era soddisfatto, si era lavato e si era accoccolato AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. nel letto con l'uomo dei suoi sogni. Quella poteva essere la ricetta perfetta per il sonno, ma la sua mente viaggiava a velocità folle. David gli aveva davvero chiesto di vivere insieme. Non per una notte o per un weekend. No, l'uomo dagli occhi blu voleva vivere con lui e Samuel. Jonathan si era allontanato dalla sua famiglia e aveva attraversato il paese per inseguire David. E non una volta sola. L'aveva fatto quando aveva finito il liceo e di nuovo dopo la nascita di Sam perché qualcosa dentro di lui gli aveva detto che era destinato a stare con l'uomo dagli occhi blu. Stare con David era, a dire il vero, l'unico obiettivo che Jonathan avesse mai avuto, l'unico che avesse mai inseguito. Questo fino a quando non aveva tenuto Sam tra le braccia per la prima volta e aveva trovato un nuovo obiettivo: essere un buon padre. Jonathan l'aveva fatto in ogni modo possibile, ma era solo e con poche risorse. Così, a quel punto, Sam aveva vissuto nel piccolo appartamento di New York o aveva condiviso la cameretta di quando Jonathan era piccolo. Non potevano continuare a vivere con i genitori di Jonathan per sempre; era solo una sistemazione temporanea fino a quando non fosse riuscito ad arrangiarsi da solo... in un altro piccolo appartamento perché, doveva ammetterlo, era tutto ciò che si poteva permettere. Quindi, c'era qualche dubbio se accettare o no la proposta di David? Dopotutto, andare a vivere con Samuel in quella casa da sogno e costruire una vita con quell'uomo gentile e intelligente, era un modo sicuro per realizzare tutto ciò che aveva sempre voluto per sé e per suo figlio. Quindi no, non c'erano dubbi che avrebbe accettato l'offerta. L'unica domanda era come avrebbe fatto a dire a David del suo passato. Lo doveva a quell'uomo meraviglioso che gli stava offrendo un sogno, doveva a David la verità. E gliel'avrebbe data. Prima, però, gli avrebbe preparato la colazione. Erano passate le sette e Jonathan pensò che David si sarebbe svegliato presto. Scivolò fuori dal letto, si mise qualcosa indosso e andò in cucina. Trenta minuti dopo, le uova erano sbattute e strapazzate con la crema di formaggio in una tazza, il bacon era adagiato sul piatto, pronto per essere fritto, il pane era tagliato a fette e le patate erano grattugiate. Non ci sarebbero voluti più di dieci minuti per cuocere tutto e disporlo nei piatti. Dopo aver coperto gli ingredienti con un foglio e averli rimessi in frigo, Jonathan tornò nella stanza buia. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David era sdraiato su un fianco, con il respiro pesante e la trapunta fino alle spalle. Un bisogno forte pervase Jonathan: bisogno di toccare ed essere toccato, bisogno di condividere e imparare e sognare, e il bisogno di fare tutte quelle cose con l'uomo in quel letto. Gli dirò del mio passato più tardi. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 22 JONATHAN si spogliò, impilò i vestiti sul pavimento e s'infilò sotto la trapunta. David allungò il braccio verso di lui, nel sonno, mormorando qualcosa d'incomprensibile e attirò Jonathan contro di sé. “Mmm, vieni qui, baby.” Una gamba si appoggiò sopra il fianco del ragazzo e un braccio circondò il suo corpo, in modo che il giovane restasse fermo contro il petto di David. “E' così bello. Non ho mai voluto toccare nessuno come voglio toccare te.” La voce profonda di David era roca per il sonno, la barba gli ricopriva le guance e il collo, e il suo sesso duro era premuto contro la coscia di Jonathan. Dannazione, era sexy. Jonathan spinse la mano di David verso il basso fino a portarsela sopra l'erezione. “Massaggiamelo.” David gemette e mosse la mano lentamente, su e giù sull'asta di Jonathan mentre strofinava il viso contro il suo collo e spingeva il proprio membro contro la sua coscia. Mordicchiò la mascella di Jonathan, continuando tutto il tempo a mormorare con la sua voce roca. “Sei diverso da chiunque altro abbia mai conosciuto. Quello che mi fai sentire è diverso. E' così bello. Non sapevo che potesse essere così bello. Lo speravo, l'ho sempre sperato, ma non l'ho mai saputo.” Jonathan non era sicuro di cosa intendesse David, non era nemmeno sicuro che David fosse sveglio o se quelle parole fossero pezzetti di un sogno e che il suo subconscio stesse trapelando da esse. Non importava. Anche senza capirne il significato nei dettagli, Jonathan si aggrappò a quel sentimento: David lo voleva. Era abbastanza. No, era più che abbastanza, era tutto per lui. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David tolse la mano dall’erezione di Jonathan e gli accarezzò la schiena, scendendo con tocchi leggeri fino al suo sedere. Massaggiò e strofinò le natiche del suo partner mentre gli mordicchiava il collo e l'orecchio. Presto quelle lunghe e grosse dita trovarono la strada fino all'apertura di Jonathan e la massaggiarono. “Voglio entrare qui.” David gli respirò contro l'orecchio. Jonathan gemette e si sdraiò sullo stomaco, piegando le ginocchia sotto il proprio corpo e aprendole per esporsi il più possibile. David annaspò, si sollevò sulle ginocchia mettendosi dietro il suo amante e lasciò correre la mano sulla sua pelle liscia. “Sei bellissimo. Sei incredibilmente eccitante. Oh, Dio, io... ho bisogno di assaggiarti.” Quello era un desiderio insolito, qualcosa che non aveva mai voluto fare, né qualcosa che aveva mai ritenuto eccitante quando sentiva le storie dei suoi amici o guardava un porno. Eppure aveva l'acquolina in bocca al solo pensiero. Accarezzò di nuovo il sedere di Jonathan, poi gli afferrò le natiche e le divaricò, si chinò in avanti e fece scorrere la lingua in mezzo ad esse. Jonathan gridò per la sorpresa e quella reazione motivò ancora di più David. Sollevò il sedere di Jonathan più in alto, gli passò un braccio attorno alla vita per tenerlo fermo e per riuscire a toccargli il sesso. La sua mano libera restò su quel culo perfetto, tenendolo aperto mentre la sua lingua si muoveva in circolo attorno all'apertura, penetrandola poi fin dove poteva arrivare. “Oh Dio! David, cosa, oh mio Dio!” Il corpo di Jonathan stava tremando e le sue parole sembravano uscire come se stesse parlando tra i singhiozzi, come se le azioni di David lo stessero completamente facendo impazzire. La coperta era in basso, attorno alle gambe di Jonathan e all'altezza dell'erezione di David. Quando i fianchi dell'uomo iniziarono a muoversi istintivamente, il suo sesso strofinò contro il cotone, provocando una frizione sufficiente a farlo gemere. Quel suono venne soffocato dalla pelle di Jonathan, perché David era passato dal dargli rapidi colpi con la lingua e leccarlo insistentemente dentro e fuori. “Ti prego, ti prego, tigre. Oh, ti prego!” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David sapeva cosa voleva Jonathan: voleva lui. Aveva bisogno del suo uomo per trovare la soddisfazione che desiderava. David aveva ridotto il suo ragazzo a un essere mugolante e implorante che rabbrividiva pieno di desiderio. E questo fece sentire David l'uomo più potente e desiderabile del mondo. Diede ancora una leccata profonda e guardò la saliva colare dalla fessura, facendo luccicare la pelle di Jonathan, “Ti prego, cosa? Dillo. Voglio sentire che lo dici.” “Uhh!” Jonathan gemette e mosse la testa da parte a parte, premendo il viso contro il cuscino. “Dentro di me... riempimi... aiutami. Ah, ti prego!” Andava abbastanza bene. David si mise in ginocchio dietro quel corpo perfetto, allineò il sesso contro la sua apertura ed entrò con forza, con un'unica spinta. Jonathan gridò, gridò il nome di David, sollevò il capo, inarcò la schiena e afferrò le lenzuola nei pugni. “Cazzo, sì! Sì, sì, sì.” David si mosse dentro e fuori dal corpo del suo amante, godendo della frizione data dalla loro unione, ascoltando le grida di Jonathan: “Oh, Dio” e “Sì, sì, sì.” Il sudore gli colava dalla fronte finendo sulla schiena del suo uomo, i grugniti di David divennero sempre più forti e animaleschi, le sue dita erano sprofondate nei fianchi di Jonathan, sicuro che gli avrebbe lasciato dei segni, e il suo ritmo si fece sempre più rapido e intenso, quasi brutale. “Ci sono! Vengo! David, David, David!” La stretta attorno al sesso di David s'intensificò, Jonathan gridò il suo nome, e i fianchi del suo compagno diedero un altro paio di colpi secchi prima che l'uomo sentisse il proprio corpo rivoltarsi completamente, mentre veniva dentro quello accogliente del suo amante. Fu solo dopo aver normalizzato il respiro ed essere uscito da Jonathan che si rese conto di quello che aveva fatto. Niente lubrificante e niente preservativo. Oh merda. Il suo cuore cominciò a correre e non per la gioia. Si strofinò gli occhi, si concesse di rilassarsi e ruotò Jonathan su un fianco per poi stringersi attorno al suo corpo rilassato. “Baby?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan rabbrividì e si strinse a lui. David tirò su la coperta usando un piede, allungò la mano per prenderne il bordo e la usò per ricoprire entrambi. Cullò Jonathan tra le braccia. “Jonathan? Ti ho fatto male?” “Grazie.” La voce di Jonathan era bassa e sognante. “Sei incredibile. Così incredibile. Mi fai stare bene, tigre.” Il cuore già provato di David si sciolse. “E' tutto ciò che voglio. Ascolta, baby, sono pulito. Nell'altra stanza ho il test che ho fatto circa sei mesi e non sono stato con nessun altro da oltre un anno.” “’Kay.” “No, non capisci. Mi sono dimenticato di mettere il preservativo, quindi è una cosa che devi sapere. Mi dispiace.” “E' okay. Sono pulito anch'io. Non penso di avere le copie del mio test ma sono passati circa tre anni per me. Posso andare a fare il test oggi così non dovrai preoccuparti.” David era così sollevato che Jonathan non fosse arrabbiato. Non era preoccupato per la propria sicurezza, perché era stato dalla parte sicura della transazione. In più, aveva capito che Jonathan non aveva molta esperienza, e qualsiasi cosa fosse successa, era accaduta molto tempo prima. Era però preoccupato che Jonathan non avrebbe preso bene il fatto di essere stato scopato senza precauzioni. Diamine, la maggior parte dei ragazzi si sarebbe incazzata. A ragione. “Faremo il test entrambi. Possiamo andare al Centro HIV/AIDS a EC West questa mattina. Sono aperti di sabato e lo fanno in dieci minuti.” Jonathan si voltò e sprofondò il viso contro il collo di David e poi avvolse le braccia attorno al suo corpo ampio e muscoloso. Sentì le sue dita prendergli il mento e sollevarglielo verso quella bocca stupenda. Dannazione, David lo baciava fino a intorpidirlo: era tutto lingua e denti, mordicchiava e succhiava Jonathan fino a lasciarlo senza fiato. “Quindi niente più preservativi?” David ridacchiò e accarezzò i capelli neri di Jonathan. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Presumo che non ne avremo più bisogno, eh? Ci siamo solo noi due, giusto? Nessun altro.” “Grazie a Dio.” La voce di Jonathan era piena di sollievo e gioia. DAVID si riaddormentò e, quando si svegliò di nuovo, il letto era vuoto. Il suo primo pensiero fu di aver sognato la notte precedente. Aveva pensato a Jonathan praticamente in continuazione sin dal primo momento in cui l'aveva incontrato e questo l'aveva portato anche avere delle vivide fantasie notturne. Il suo sesso dolorante e le lenzuola macchiate gli dissero che aveva sperimentato il vero Jonathan quella notte, quindi dov'era? Usò il bagno, si lavò i denti e vagò verso la cucina, dove fu salutato da un profumo delizioso. Dopo aver goduto per tutta la settimana del cibo che Jonathan gli aveva lasciato nel frigo, David era eccitato di vedere cosa lo aspettasse quella mattina. Jonathan sentì il suo amante e gli andò incontro per un bacio. “Buongiorno. Hai fame?” David strofinò il viso contro il suo collo e gli diede un piccolo morso. “Sempre. Cos'hai fatto?” Il giovane indicò a David di sedersi al bancone e cominciò a mettere il cibo nei piatti di carta. “Niente di speciale: uova, bacon, frittelle di patate. Vuoi un po' di succo d'arancia?” David aveva l'acquolina in bocca al pensiero. “Non penso di avere del succo.” Jonathan andò al frigorifero e grugnì mentre dava uno strattone per aprirlo. “Ho portato un po' di OJ 2 con me.” David guardava quasi malinconicamente il suo pasto, ma non aveva ancora preso la forchetta. “Non mi stai aspettando, vero? Mangia.” Quello era tutto l'incoraggiamento di cui David aveva bisogno. Jonathan lo raggiunse un minuto dopo. Si sedettero vicini e mangiarono in un silenzio complice, accarezzandosi le gambe a vicenda e ridendo. 2 [Ndt: Orange juice - Succo d’arancia] AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Dopo aver finito l'ultimo boccone, David buttò via i piatti e si voltò verso il suo compagno con un sorriso trionfante. “Visto com'è facile pulire quando non li devi lavare?” Jonathan si alzò e si accoccolò nell'abbraccio di David. “Ho rotto due coltelli di plastica per cercare di spalmare il burro sui miei toast. Quei piatti lasciano dei cerchi umidi sul bancone. E…” Jonathan fu distratto dalla sensazione di umido tra le sue natiche. Si mosse e strinse lo sfintere. “Tutto okay?” David lo stava guardando, chiedendosi perché si fosse fermato a metà frase. Jonathan si morse il labbro, sentendosi imbarazzato, ma non sapendo come rispondere alla domanda. “Sì, sto bene. Solo, ehm, mi sento un po', um, le mie parti basse sono un po'...” Un'espressione preoccupata s'impresse sul viso di David mentre allungava le mani sul sedere di Jonathan e le muoveva dolcemente sopra i suoi pantaloni. “Ti fa male? Ti ho fatto male? Non ti si è fatta una ferita, vero?” Jonathan scosse il capo e nascose il viso contro il petto di David. Non doveva vergognarsi. Quell'uomo aveva messo la lingua nel suo culo, per carità! Non era poi chissà cosa. “Riesco a sentirti uscire da me,” confessò Jonathan. Stava parlando piano, mormorando contro la maglia di David, e il suo compagno non riusciva a sentirlo bene. Sollevò gentilmente il mento di Jonathan, pronto a chiedergli di ripetere, quando si rese conto di ciò che aveva percepito. Il suo sesso s'indurì immediatamente e gli mancò il fiato. “Hai detto che puoi ancora sentire il mio sperma uscirti dal sedere?” Jonathan annuì e David annaspò. “Cazzo, questo sì che è eccitante. Posso toccare?” Jonathan non era sicuro del perché David trovasse eccitante una cosa simile ma il suo sesso duro che gli premeva contro provocò la AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. stessa reazione al basso ventre del giovane. Jonathan annuì e David gli infilò le mani nelle mutande, lasciando correre due dita nella fessura tra le sue natiche, premendo poi contro la sua apertura. “Gesù! E' bagnato. Lo sento. Non l'ho mai fatto senza preservativo. E' così eccitante.” Un altro dito si unì al primo e David li mosse dentro e fuori il corpo di Jonathan. “Devo prenderti ancora. Adesso. Ti prego, Jonathan, io... io...” Deglutì a fatica, gemette e aumentò il ritmo del movimento. Jonathan afferrò il braccio di David. “Stop.” David cercò di continuare a scoparlo con le dita. “David, stop.” Inorridito dal pensiero di essersi preso delle libertà che Jonathan non gradiva, David tolse le dita da quel culo stretto. Jonathan si calò le mutande subito, si voltò e si chinò sul bancone. Guardò David da sopra la spalla, con i suoi occhi d'argento pieni di lussuria. “Dai, prendimi. Fino in fondo.” Il cuore di David cominciò a correre. In meno di un secondo aveva i pantaloni attorno alle caviglie e il suo sesso spingeva dentro Jonathan, aiutato dal proprio sperma. Appoggiò una mano alla spalla del suo amante e mise l'altra sul suo fianco mentre pompava dentro e fuori quella cavità bollente. Strinse i denti per lo sforzo che gli costava prolungare il piacere. Grugnì e gemette mentre scopava quell'orifizio voglioso. “Ah, ah, ah.” I suoni che David faceva erano un afrodisiaco per Jonathan che riuscì a infilare la mano tra il proprio corpo e il bancone per massaggiarsi l'erezione. Lasciò che i movimenti del corpo di David lo spingessero nel proprio pugno. I colpi erano così forti che lo facevano alzare sulle punte ogni volta. In breve tempo, i gemiti di David si erano trasformati in grida e l'uomo si chinò a ruggire nell'orecchio di Jonathan. “Ti riempio di nuovo. In fondo, ah, sono in fondo, cazzo. Prendilo, baby. Oh. Dio! Prendilo!” Ancora una spinta profonda e David stava pulsando e venendo di nuovo nel suo corpo. Jonathan era premuto contro il bancone con così tanta forza che non riusciva a muovere la sua mano. Disperato per il AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. bisogno di venire, mugolò attirando l'attenzione del suo compagno. Sempre cercando di recuperare il respiro, l'uomo uscì da lui, si mise in ginocchio, fece voltare Jonathan e gli prese in bocca l'asta turgida. Jonathan afferrò i capelli di David e si spinse nella sua bocca, gridando per il piacere dell'orgasmo nel giro di pochi attimi. Il suo corpo stava tremando quando David lo lasciò andare, gli baciò la punta del pene e si rimise in piedi, prendendolo tra le braccia e stringendolo forte. “Merda, è stato incredibile.” La voce di David era roca. “Non sono sicuro di come siamo passati dal parlare delle pulizie a questo, ma di certo vince il premio come miglior colazione di sempre.” Jonathan annuì e si appoggiò a lui. Si tennero stretti l'uno all'altro, accarezzandosi la schiena a vicenda e scambiandosi dei baci dolci mentre i loro corpi si calmavano. Alla fine, si avviarono verso la stanza da letto. Jonathan prese i vestiti della notte precedente dal pavimento e li mise nello zaino, poi si tolse i pantaloni e la maglia e fece la stessa cosa. “Dimmi che apparecchiature dobbiamo comprare per la cucina così potrai cucinare quello che vuoi. Possiamo andare a fare spese questa mattina. Abbiamo anche bisogno di vedere gli elettrodomestici e i mobili che Caleb ha scelto per rinnovare la cucina.” “Caleb è il tuo amico decoratore?” “Disegnatore d'interni. Se lo chiami decoratore, ti stacca la testa.” Jonathan rise. “Dovremmo lavare le lenzuola ora, così potremo metterle nell'asciugatrice prima di andare a incontrare il tuo amico.” David era in piedi dietro Jonathan e guardava il suo corpo nudo. “Um, sì, è una buona idea. Cambiare il letto, intendo. Possiamo mettere le lenzuola nella cesta della biancheria. Ne ho un set pulito nell'armadio.” Jonathan camminò verso il letto e tolse le federe dei cuscini e il piumino dalla custodia. “Potremmo lavare anche questi.” Fece una pila sul pavimento mentre parlava. “Dov'è la tua lavanderia?” David cercò di scacciare i pensieri lussuriosi evocati da Jonathan nudo piegato sul materasso che rimuoveva le lenzuola. Da quella AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. angolazione poteva vedere la sua apertura, ancora bagnata. Niente era mai stato così eccitante. “E' vicino alla cucina, ma non la uso. Di solito porto tutto da Fluff and Fold.” Jonathan si voltò con le lenzuola tra le braccia. “Sul serio? Non cucini e non ti lavi i vestiti?” Era insolito? David annuì. Jonathan si accucciò e raccolse il resto delle cose che aveva lasciato cadere sul pavimento. Camminò verso David e gli mise il tutto fra le braccia. “Beh, vivremo qui in tre e ci saranno parecchie lavatrici da fare e non c'è assolutamente ragione per cui non possiamo farle da soli. Dato che è chiaro che io sarò il responsabile dei pasti, vista la tua allergia alle cucine, tu sarai l'incaricato della lavanderia. Meglio se cominciamo da ora.” Guardò David con sguardo serio. L'uomo si schiarì la voce e rispose con tono di scusa. “Io, um, non ho detersivi.” Si morse il labbro e aggiunse rapidamente: “Ma possiamo comprarne alcuni oggi.” Poi razionalizzò il significato del resto delle parole di Jonathan e lasciò cadere le lenzuola, sollevando il ragazzo in un abbraccio. “Vi trasferite qui?” Oh. Jonathan non si era reso conto di aver finalmente preso la sua decisione. Le parole gli erano semplicemente scappate. Oh beh, alla fine sarebbe arrivato comunque a quella conclusione. Non era possibile che stesse lontano da David quando il suo corpo aveva gridato: “E' quello giusto!” dal primo momento in cui l'aveva visto, anni prima. Perché prolungare l'attesa? E poi, chi avrebbe potuto resistere all'espressione di pura gioia che era sbocciata sul viso assurdamente perfetto di David quando aveva sentito Jonathan accettare di trasferirsi? “Sì. Quando vuoi che veniamo?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 23 NOVANTA minuti dopo, i due uomini erano in piedi davanti ad un negozio di cucine, in attesa del decoratore di David. No, del suo amico designer. Un Hummer nero entrò nel parcheggio e si fermò occupando due posti auto. La portiera si aprì e un uomo piccolo che indossava un paio di pantaloni beige a vita bassa, un maglione di cashmere color lavanda e una sciarpa in tinta saltò fuori dall’auto. Si chinò dentro il veicolo, ne riemerse con una custodia di pelle e camminò poi in modo seducente verso Jonathan e David. “Scusa il ritardo, David. Sono rimasto bloccato dietro una donna che aveva delle renne adesive su entrambe le portiere della sua Sedan e una raccolta di animali di peluche degni del Guinness dei primati stipati contro il lunotto posteriore. Snoopy, Titti, Taz, Daffy, Daisy, Bugs, c’erano tutti. Quelle cose erano così attaccate le une alle altre che sembrava quasi che Odie si stesse facendo Garfield alla pecorina. E la signora stava guidando così piano che siamo stati superati da un’anziana sulla sedia a rotelle.” Senza fermarsi a riprendere fiato, Caleb sollevò gli occhiali da sole e se li mise in testa, soffiò un bacio a David e allungò la mano verso Jonathan. “Sono Caleb Lakes e tu devi essere l’uomo favoloso che finalmente ha spronato David a fare qualcosa per la sua cucina. Sono anni che insisto ma non ho mai ottenuto niente. Forse potresti darmi dei suggerimenti dopo. Un uomo che riesce a convincere David ad andare a letto con lui e a comprare mobili dev’essere dannatamente convincente.” Jonathan arrossì e chinò il capo, sentendosi evidentemente a disagio, quindi David distolse l’attenzione da lui. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Come mai con l’Hummer, Caleb? Pensi di andare in una zona di guerra una volta finito qui, o stai pensando di contribuire ad accelerare ancora di più il surriscaldamento terrestre?” Caleb mise la mano sul braccio di David e rise di cuore. “E’ di un ragazzo con cui mi sto vedendo. Sono stato da lui la notte scorsa ed eravamo usciti con la sua auto, quindi non avevo la mia Audi.” Si voltò e guardò il veicolo corrugando le sopracciglia. “E’ ridicolamente enorme, vero?” David annuì e picchiò sulla schiena di Caleb. “Sì, lo è. Mi spiace che lui abbia un pene ridicolamente piccolo.” Jonathan tossì per coprire una risata scioccata e guardò Caleb con preoccupazione, ma l’uomo semplicemente sospirò consapevole, camminò verso la porta dello showroom e buttò le braccia per aria. “Sì, è una pena. Però me lo succhia ed è abbastanza per me continuare a vederlo per un po'. Onestamente non capisco perché un uomo nelle sue, ehm, condizioni voglia renderlo pubblico comprando un veicolo che compensa così chiaramente le sue mancanze. Ad ogni modo, sei pronto per guardare i mobili?” DOPO due ore nel negozio, scelsero dei mobili in ciliegio con il piano in pietra saponaria ed elettrodomestici in acciaio inox. Jonathan era rimasto in silenzio per tutto il tempo, la sua timidezza esacerbata dalla personalità estremamente estroversa di Caleb. Quando quest’ultimo mise le fotografie di tutti i prodotti davanti a loro, David prese Jonathan tra le braccia, lo fece avvicinare e gli parlò dolcemente. “Ti va bene tutto? E’ quello che vuoi?” Jonathan annuì e inalò il profumo calmante di David. “Sei tu incaricato dei pasti, ricordi? Quindi assicurati che vada tutto bene ed io mi concentrerò su una nuova lavasciuga. Beh, ovviamente se abbiamo bisogno di una nuova lavasciuga. Penso che prima dovrei assicurarmi prima che quello che compriamo funzioni. Pensi di potermi insegnare a usarla?” Quelle parole alleggerirono l'atmosfera e fecero ridere Jonathan, come David sperava che accadesse. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Non ho idea di cosa significhi, ma prendiamoli.” David si voltò vero Caleb. “Sentito, Caleb?” Caleb li stava guardando a bocca aperta. “Scusate, non so se ho sentito bene o se ero distratto perché vi stavo immaginando nudi. Hai detto che è incaricato dei pasti? Si trasferisce da te?” David sorrise raggiante e accarezzò la schiena di Jonathan con un movimento circolare. “Sì. Il prossimo weekend, così sarà con me per Natale.” “Diavolo! Dove devo lasciare il cestino per i regali?” “BENE, cosa c’è adesso in programma per oggi?” chiese David mentre uscivano dal parcheggio del negozio. Jonathan prese la mano di David e intrecciò le loro dita. “Detersivi per la lavanderia e il test. Wow, siamo davvero ossessionati dall’essere puliti.” David rise. “Il centro non è distante da qui e lo fanno senza appuntamento. Andiamo prima lì, così non ci pensiamo più. Voglio concentrarmi il più possibile sul discorso lavanderia. Sono super eccitato al riguardo.” “Ha ha.” Quando entrarono al Centro per l’HIV/AIDS di EC West furono salutati da un uomo che non assomigliava a nessuno che Jonathan avesse mai visto, nemmeno dopo aver vissuto tre anni a New York. I suoi capelli biondo chiaro erano tagliati rasati sulle tempie e le basette scendevano fino alla mascella. I capelli erano alti nel centro, in piedi, e la cresta era di un blu luminoso. La sua palpebra sinistra era trapassata da un piercing a forma di barra e il suo orecchio destro aveva un chiodo nel lobo e borchie tutto attorno. Un tatuaggio enorme con un doppio simbolo maschile gli portava via tutta la parte inferiore dell'avambraccio sinistro e su quello destro aveva la parola “Pride 3” 3 [Ndt: In italiano ‘Orgoglio’ ] AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. tatuata. L’inchiostro spuntava da sotto una maglia nera che si era tirato fin sui gomiti. Sopra di essa portava una T-shirt nera con stampato sul davanti: “Esci dalla tua casetta di legno.” “Ehi, David! E’ una vita che non ti vedo, ragazzo.” L’uomo con i piercing si alzò da dietro la scrivania e abbracciò con un braccio solo David. Jonathan notò che era alto come il suo compagno ma meno muscoloso. Lo sconosciuto poi si voltò verso Jonathan e si leccò le labbra, mostrando una pallina di metallo sulla lingua. “Chi è il tuo amico? E’ delizioso.” David mise immediatamente un braccio attorno alla vita di Jonathan e se lo tirò al suo fianco. Jonathan quasi rise per quella mossa possessiva, ma la cosa lo eccitò talmente che si ritrovò la bocca arida e dovette concentrarsi per deglutire. “E’ il mio compagno, Jonathan Doyle. Jonathan, questo è il Dottor Andrew Thompson.” La barretta d’acciaio e il sopracciglio si alzarono. “Compagno, eh? Interessante. Ehi, ho un metallo nuovo. Apadravya. Volete vederlo ragazzi?” Le mani di Andrew andarono alla cintura ricoperta di borchie che sorreggeva i jeans attillati e che sembravano schizzati di pittura. David sussultò e tese la mano nel segno universale di ‘stop’. “Ci basta sapere che c’è, Andrew. Siamo qui per fare il test e andiamo un po’ di fretta.” Andrew fece battere il perno che aveva sulla lingua contro i denti. “Certo. Tu puoi andare nella stanza uno, David. E, Jonathan, tu puoi andare nella due. Sarò da te in un secondo.” Mosse le sopracciglia e ridacchiò. David prese la mano di Jonathan e si avviò con lui verso le stanze brontolando sotto voce: “Doveva essere uno scherzo? Non è divertente.” Jonathan si morse il labbro per trattenere una risata. David era geloso. Geloso di lui. Non c’era proprio possibilità che Jonathan guardasse qualcun altro ora che aveva trovato David, quindi era AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. sbagliato essere un po’ eccitato perché il suo uomo sembrava preoccupato? Era così bello sentirsi desiderati. I piccoli ringhi e le occhiatacce di David ad Andrew lo facevano sentire importante. “Sarò nella porta qui accanto, okay?” David gli accarezzò la guancia e lo guardò. “Sei stupendo.” Il ragazzo arrossì e si spinse contro il petto del suo compagno, gettandogli le braccia attorno alla vita per stringerlo forte. David ricambiò l’abbraccio e avvolse Jonathan con i suoi bicipiti muscolosi e i pettorali sodi. “Sembri più grosso.” David gli baciò la testa. “Mi sono allenato molto più del solito nelle ultime settimane. Dovevo trovare un modo per sfinirmi in modo da essere troppo stanco per essere frustrato dal fatto che non fossi con me alla fine della giornata.” Si schiarì la voce e continuò con un tono più basso. “E’ troppo?” Jonathan premette il suo sesso duro contro David e gli accarezzò il petto quasi con riverenza. “Mi piace. Il tuo corpo è splendido.” “Va bene, ragazzi, dentro le stanze e cominciamo.” David si chinò e premette la bocca contro quella di Jonathan. Mordicchiò il suo labbro inferiore e gli accarezzò il sedere, senza fermarsi fino a quando Jonathan non si stava letteralmente sciogliendo contro di lui. Solo allora si tirò indietro, guardò Andrew con sguardo esplicativo ed entrò nella stanza numero uno. Andrew roteò gli occhi, afferrò il braccio di Jonathan e lo spinse in una stanza vuota. “Dai, carino.” Condusse Jonathan verso una sedia e poi chiuse la porta. Gli occhi di Jonathan erano ancora offuscati di lussuria, ma l’ago che gli punse il dito lo fece riscuotere. Quaranta minuti dopo, gli era stato detto che era sano e gli era stata offerta una sessione di consulenza sul sesso sicuro. “Abbiamo finito?” Jonathan sorrise al medico meno convenzionale che avesse mai visto e iniziò ad alzarsi. “Perché David sta aspettando.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Sì, abbiamo finito. Beh, la parte ufficiale della nostra discussione è finita.” Jonathan non capiva cosa intendesse dire ma si concentrò sulla parola ‘finito’ e aprì la porta. Andrew gli mise una mano sulla spalla e si schiarì la voce. Quando il ragazzo si voltò, il medico lasciò cadere la mano e cominciò a parlare. “Allora, quanto sono serie le cose tra te e David?” Jonathan arrossì. Come doveva rispondere senza sembrare una ragazzina tredicenne innamorata? “Serie.” Andrew mosse l’anellino sulla lingua contro i denti per un paio di volte, sospirò profondamente e continuò a parlare. “Senti, non sono affari miei e ti giuro che non sto cercando di rimorchiarti, ma devi sapere che David non è proprio il tipo da prendersi degli impegni.” Gemette. “Non sto dicendo che ti tradirà o qualcosa del genere. Non lo farà. Solo che… cazzo, il modo in cui lo guardi, si vede che sei completamente andato. Sembri un bravo ragazzo e se stai cercando qualcosa a lungo termine e serio, forse dovresti riconsiderare con chi stai. Frequentiamo lo stesso giro e lavoro con uno dei suoi ex, il che significa che so un po’ anche degli altri e so che alla fine se ne sono andati tutti con il cuore spezzato.” “Non mi spezzerà il cuore.” Jonathan era sorpreso da quanto sembrasse forte e sicuro. Non era da lui, ma era assolutamente certo che le cose avrebbero funzionato con David. Dovevano. Perché Jonathan sapeva che era predestinato a dover stare con l’uomo dagli occhi blu. Lo sapeva dal primo momento che aveva posato lo sguardo su di lui. Il dottor Thompson lo guardò con uno sguardo di commiserazione, come se fosse un bambino ingenuo che non aveva idea di cosa gli stesse per accadere, ma non disse altro. Quando Jonathan si voltò e uscì dalla porta, si trovò davanti David. “Non lo farò, lo sai.” La voce di David era cupa. Jonathan sollevò le sopracciglia con aria interrogativa. “Spezzarti il cuore. Non ti spezzerò il cuore.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan sorrise radioso, gli mise le mani sulle spalle e si sollevò sulle punte per baciarlo. David si chinò e strofinò le labbra sulle sue. Gli scostò i capelli dalla sua fronte e sorrise a quel ragazzo che era diventato così importante per lui in così poco tempo. Il cuore gli faceva addirittura male per la forza dei sentimenti che provava e conosceva un modo solo per dare sollievo a quel dolore. “Ti amo, Jonathan.” “Ti amo anch’io,” mormorò l'altro contro le sue labbra. “Beh, dannazione! Ho sempre pensato di essere a prova di shock ma voi me l’avete fatta.” La voce di Andrew interruppe il bacio. I due uomini si separarono e guardarono un paio di occhi verdi che li osservava con aria divertita. “Presumo che tu abbia sentito quello che ho detto, David. Quindi facciamo che mi rimangio tutto.” David rise. Andrew si avvicinò, mise un braccio attorno alle spalle dell'amico e usò l’altra mano per strofinargli le nocche sulla testa. “Siamo a posto o vuoi anche un abbraccio?” Si ritrasse e aprì le braccia. “Dai, abbracciamoci, stronzo.” David ridacchiò. “Siamo a posto, coglione. Ma solo perché Tim e Frank mi hanno fatto notare che sono stato un po’ bastardo nelle mie relazioni precedenti. Oh, e anche perché, nonostante il tuo aspetto sempre più ridicolo, so che non sei il tipo che vuol fare rompere le persone, quindi ci credo se dici che stavi solo cercando di proteggere il mio ragazzo.” “Io sembro ridicolo? Non so dove trovi delle camicie che ti stiano bene visti quei tronchi d’albero che chiami braccia. Sono sorpreso che non ti siano ancora esplose le vene, Popeye.” David sorrise, ma il sorriso non raggiunse gli occhi. Prese la mano di Jonathan e mise l’altra sulla spalla di Andrew. “Come stai, Drew? Non ho potuto fare a meno di notare che stai lavorando anche di sabato.” Andrew strinse la mano di David. “Ehi, le persone apprezzano l’orario prolungato.” “Hai dei collaboratori, Andrew. E un medico non deve stare qui a fare le analisi,” rispose seccamente David. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Keith è in malattia.” “E tu eri l’unico che poteva sostituirlo?” L’uomo colorato sospirò e si guardò le scarpe. “Cosa vuoi che ti dica, David? Durante la settimana lavoro in ospedale e non avevo la pausa questo weekend, quindi le mie opzioni erano questo posto, oppure stare a casa a sguazzare nell’autocommiserazione, o in laboratorio. Ho scelto di lavorare.” Andrew si schiarì la voce e sollevò lo sguardo con un luccichio di determinazione negli occhi. “Faccio il test di Goldberg per la depressione tutti i giorni. Se dovessi vedere un risultato preoccupante, lo gestirei.” “Hai degli amici, Andrew. Non devi affrontare tutto da solo. Noi siamo qui.” Andrew annuì, ma anche Jonathan poteva vedere che lo stava facendo solo per far piacere a David. Il dottore li spinse quasi letteralmente fino alla porta della clinica. David sospirò rassegnato. “Per un ragazzo con 160 di QI, sai essere un vero idiota, Drew.” Il medico aprì la porta e la tenne aperta rendendo chiare le sue intenzioni, ma il sorriso smorzava la rudezza del gesto. “E’ 165, David. Ed è stato bello vederti.” Allungò la mano libera verso Jonathan. “E’ stato bello conoscerti, Jonathan. Sono certo che ci rivedremo.” Jonathan attese fino a quando furono in auto con le portiere chiuse prima di indulgere nella sua curiosità. “Qual è la storia del dottor Thompson?” David sembrò triste mentre rispondeva. “Andrew è un bravo ragazzo. Selvaggio, ma bravo. E’ una specie di Doogie Howser. Si è diplomato prima dei diciotto anni ed è andato a scuola di medicina. Il suo ragazzo è morto un po’ di tempo fa per delle complicazioni correlate all’AIDS e lui non l’ha ancora superato.” Nessuno di loro parlò per alcuni minuti. Ognuno perso nei propri pensieri. Poi David allungò una mano e prese quella di Jonathan. “Così mi ami?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan annuì. “Ah - ha. Ti amo.” “Ti amo anch’io.” David sorrise. “E’ bello dirlo.” Jonathan rise. “E’ bello sentirlo.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 24 “KAIDEN, ti ho detto di non mettere le scarpe infangate sul bancone della cucina!” Brennan spalancò la porta e indicò a Jonathan e David di entrare. Marciò poi nell’altra stanza e sentirono la sua voce arrivare fino a loro. “Kaiden! Davvero. Questo può anche andare bene a casa tua ma non è accettabile qui.” “Ma ho tolto le scarpe dal bancone, zio Brennan.” “Il tavolo non è comunque accettabile, Kaiden. Tirale via.” David cominciò a ridere. “Quindi anche i figli di Shannon sono rimasti per la notte?” Brennan tornò da loro e incrociò le braccia. “Dai, ridi, amico. E’ il tuo turno di tenerli il prossimo weekend.” David si bloccò a metà risata e girò la testa verso Jonathan. Sul suo viso si leggeva il panico. Jonathan fece spallucce. “Beh, di solito ci diamo il turno per fare da babysitter. Shannon e Keegan l’hanno fatto lo scorso weekend, Breannan e Grace questo e io devo fare il prossimo.” “Ma c’è il trasloco il prossimo weekend.” David era troppo deluso per preoccuparsi del tono lamentoso nella sua voce. Brennan rise quasi istericamente e picchiò sulla spalla di Jonathan. “Oh, è davvero perfetto. Io e Pop volevamo risparmiarti perché vivi ancora da loro, ma ora non ci sono più scuse.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan fece scivolare un braccio attorno alla vita di David e sollevò lo sguardo con un’espressione nervosa sul viso. “Cambierai idea?” “No!” La voce di David era alta e più potente di quanto non intendesse. L’abbassò e si rilassò. “Non cambierò idea e mi sta bene l’idea di darci il turno per fare da babysitter.” Poi, in un tono che non convinse nessuno, aggiunse: “Sarà divertente.” Brennan grugnì. “Divertente. Certo! Avere attorno i ragazzi di Shannon è come prendere allucinogeni. L’unica cosa che manca sono io seduto nella mia stanza di quando ero piccolo con in sottofondo i Pink Floyd.” Proprio in quel momento, un ragazzino corse sventolando dei vestiti, rincorso da un altro che gli somigliava e che non aveva addosso nient’altro che la biancheria. Brennan urlò. “Keian, Keller! Fermi!” Due facce identiche si voltarono. “Cosa c’è, zio Brennan?” “Cos’ho detto riguardo all’essere vestiti?” “Hai detto di vestirci perché il papà ci sta venendo a prendere.” “Keian è vestito?” I due bambini scossero la testa all’unisono. “Okay, allora. Vestirsi! Vostro papà sarà qui a momenti.” Brennan si voltò e Keller gridò mentre correva nel corridoio con Keian alle calcagna. “Non mi prendi! Non mi prendi!” Brennan si coprì il viso con le mani. “Mi hai sentito dire che gli ho detto di vestirsi, vero?” “Ah - ha,” rispose Jonathan. “E li hai sentiti dire che mi avevano sentito?” “Ah - ha.” “E poi hanno continuato a correre senza che Keian si rivestisse?” “Ah - ha.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Brennan raddrizzò le spalle e lanciò un’occhiataccia al corridoio. “Okay, bene. Volevo solo una conferma che non fosse solo nella mia testa. Ora vado a spaccare qualche cranio. Sam è in cucina con Clare e Gracie. La borsa è pronta ed è stato un angelo. Ci vediamo dopo, ragazzi.” “ALLORA, SAMUEL, ti sei divertito a casa dei cugini?” David stava guardando Sam nello specchietto retrovisore mentre lasciavano la casa di Brennan. “Ah - ha. E’ stato divertente. Abbiamo mangiato caramelle e crostatine e ‘paghetti e palline di pollo.” David si morse il labbro per trattenersi dal ridere. “Sembra tanta roba da mangiare. Cos’altro avete fatto?” “Umm. Abbiamo colorato e giocato a nascondino.” Jonathan sorrise a David e gli prese la mano. Poi si voltò verso il sedile posteriore e guardò suo figlio. “Sono felice che ti sia divertito, fagottino.” “Andiamo a casa di David ora, papà? Voglio guardare Diego sulla TV grande.” David sorrise raggiante. Il weekend precedente, quando Sam si era svegliato dal suo pisolino nel soggiorno di David, era andato al divano e aveva svegliato i due uomini chiedendo loro di guardare la televisione. David aveva trovato uno degli spettacoli preferiti di Sam sul suo servizio On-Demand e il piccolo aveva pensato che fosse un eroe. “Cosa ne dici, tigre? Ti va di averci in casa per un paio d’ore prima che ce ne andiamo a dormire?” “Stai scherzando? Mi va di avervi lì per sempre, a partire da ora. Perché tornare a casa dai tuoi genitori?” Jonathan sorrise dolcemente a David e gli rispose a bassa voce. “Devo parlare a Sam, spiegargli che traslocheremo e assicurarmi di fare le cose nel modo giusto. Non ha nemmeno un letto a casa tua, AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David. Non può passare la notte su un mucchio di coperte sul pavimento.” La postura di David si afflosciò e l’espressione si spense. “Sì, okay. Capisco. Comunque, fate presto, okay? Ho bisogno che tu stia con me, baby.” Si fermarono a un semaforo e David si voltò e accarezzò la guancia di Jonathan. “So che non ha senso perché non ci conosciamo da molto, ma mi sento come se ti avessi aspettato da sempre. Non voglio aspettare ancora. Ti voglio a casa, con me.” Quando Jonathan lasciò la casa di David, più tardi, quella sera, David gli mise in mano una chiave. “E’ la mia chiave di riserva. Ne farò fare un’altra domani. Ma voglio assicurarmi che tu ce l’abbia in caso volessi trasferirti prima o per qualsiasi evenienza. Questo è casa anche tua ora, okay?” “Okay. Lo voglio anch’io, tigre. Più di ogni altra cosa. Grazie.” Jonathan si sollevò e baciò la guancia di David. Non riusciva a credere che stesse davvero rassicurando l’uomo dei suoi sogni riguardo ai propri sentimenti. David non si era reso conto che Jonathan era pazzamente innamorato di lui? Non poteva però trasferirsi senza parlargli del suo passato. Aveva detto la verità quando aveva detto di voler parlare con Sam e assicurarsi che suo figlio fosse a posto prima di traslocare, ma non era l’unica conversazione necessaria. Doveva anche parlare a David. I suoi genitori di solito non avevano piani per la domenica, quindi magari sarebbero riusciti a tenere Sam per qualche ora il giorno seguente in modo che lui potesse andare da David e spiegargli. DAVID si svegliò la mattina seguente, passò la mano sulle lenzuola fredde vicino a sé e sospirò. Fra una settimana da ora sarà qui con me. Solo una settimana. Non è tanto. Barcollò fino in bagno, si spogliò ed entrò nella doccia. L’acqua calda era piacevole mentre gli cadeva sul corpo. Allungò una mano verso il sapone e se lo passò addosso, godendo della sensazione della pelle scivolosa sul petto, sul ventre e sul suo pene. Si accarezzò sentendo il proprio membro indurirsi per quelle attenzioni, ma non era veramente coinvolto, non senza Jonathan lì con lui. Si lasciò andare AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. contro la parete della doccia e appoggiò la fronte alle piastrelle. Ancora una settimana senza di lui. Sembra una cazzo di eternità. Mentre David si asciugava e si vestiva, ripensò a cosa aveva detto Jonathan. Aveva bisogno di parlare con Sam. Okay, bene, quanto ci voleva? Venticinque minuti? David aveva passato abbastanza tempo con Samuel per sapere che non sarebbe passato molto di più prima che si distraesse per mangiare, per guardare qualcosa alla TV o per giocare. Quindi perché Jonathan non si era trasferito quella sera? Non aveva nemmeno dei mobili da spostare, visto che viveva con i suoi genitori. Mobili. Aveva detto che Sam aveva bisogno di un letto. Sempre felice di avere un piano e tutte le cose sotto controllo, David raddrizzò la schiena e si sentì più leggero. Domani andrò a comprare un letto per Sam, così potranno dormire qui. Non c’è motivo di aspettare fino al prossimo weekend. Guidò per dieci minuti verso EC West e parcheggiò fuori dal ristorante dove doveva incontrare i suoi amici per il brunch settimanale. David aveva perso un paio d’incontri con loro perché era stato con Jonathan e Sam. Tra il lavoro e il tempo passato con il suo compagno, David era stato un po’ fuori dal giro e alcuni dei suoi amici non sapevano nemmeno che stesse uscendo con qualcuno. Inoltre, non aveva detto a nessuno tranne che a Caleb che la sua bellezza dagli occhi d’argento stava per trasferirsi da lui. Oh beh, presto l'avrebbero incontrato. David sapeva che la dolcezza contagiosa di Jonathan l’avrebbe fatto amare da tutti, anche se il ragazzo sembrava parecchio timido quando c’era qualcun altro con loro. Aveva a malapena parlato con Caleb quando stavano facendo spese per la cucina il giorno precedente, ma Caleb era così estroverso e chiacchierone che comunque non lasciava molto spazio perché gli altri potessero parlare. “Ehi, splendido. Stavamo parlando di te.” Tim sorrise a David e gli indicò il posto vuoto vicino a lui. “Ti fischiavano le orecchie?” David si sedette vicino all'amico e soppresse un sorriso quando vide lo sguardo pieno di aspettativa negli occhi di chi c’era attorno al tavolo. Clark stava accarezzando il tatuaggio sulla nuca di Noah, cosa che manteneva il suo partner calmo e felice. Eli teneva la mano di Seth AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. e praticamente sobbalzava, ovviamente eccitato di essersi finalmente sistemato con l’uomo che aveva corteggiato per anni (o implorato, dipendeva dai punti di vista). Frank era seduto vicino a Tim con le braccia incrociate sul petto ampio e un sopracciglio sollevato, in attesa che David parlasse. Andrew stava sorseggiando il suo bicchiere d'acqua in silenzio. David conosceva abbastanza bene il dottore tatuato da sapere che non aveva detto una parola su Jonathan al gruppo. Nonostante fosse insolente ed estroverso, Andrew era incredibilmente sensibile e non si lasciava mai andare ai pettegolezzi. Quella era la ragione principale per cui David non si era arrabbiato con quando l'aveva sentito mettere in guardia Jonathan. Sapeva che Andrew l'aveva fatto solo perché provava una preoccupazione genuina nei confronti del suo compagno. Caleb non c'era ancora, quindi a meno che non avesse mandato un messaggio cumulativo (che non era una cosa da escludere), nessuno sapeva che Jonathan stava per trasferirsi da David. Ciò significava che probabilmente la conversazione si sarebbe ricollegata alla discussione che aveva avuto con Tim e Frank e al loro breve incontro con Jonathan. David stava cercando di decidere come comportarsi. Avrebbe dovuto agire in modo confuso, come se non avesse idea del perché fosse al centro della conversazione? Avrebbe dovuto fingere di essere offeso perché stavano parlando alle sue spalle? Avrebbe dovuto prendere il menu e comportarsi con nonchalance, come se non gli importasse? “Ho conosciuto una persona. Si chiama Jonathan Doyle. E' dolce e divertente e sono innamorato di lui. Si trasferisce da me questa settimana, quindi avrete tutti modo di conoscerlo bene.” Ah, quel piccolo discorso non era nella lista delle possibilità. Beh, era così che si sentiva. Sorrise davanti ai visi scioccati attorno al tavolo. Eli cominciò a tossire in modo incontrollabile e Seth gli picchiò sulla schiena. Quando si ricompose, il ragazzo si asciugò le lacrime dagli occhi e guardò David, scioccato. “Si trasferisce? Da quanto tempo conosci questo ragazzo, David?” “Tre settimane,” rispose lui con calma, prendendo il suo bicchiere d'acqua. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Porca puttana. Chi si trasferisce così rapidamente? Lesbiche a parte, ovviamente.” Tutto il tavolo scoppiò in una risata. Seth si voltò verso il suo partner e mise una mano sul collo di Eli. Sollevò le sopracciglia e parlò con voce divertita. “Davvero, Eli? Stai dicendo che non è stato così per noi?” Eli arrossì, cosa rara per quell'uomo così sicuro di sé. “Mi sono trasferito il mese scorso e ci conoscevamo da anni.” Noah si unì alla conversazione con una risata e diede una pacca alla schiena di Eli. “Ti ci è voluto così tanto a trasferirti solo perché Seth aveva la testa ficcata su per il culo. Non cercare di farci credere che non avresti messo su casa con lui la prima volta che l'hai visto se solo te l'avesse lasciato fare.” Seth sollevò il suo bicchiere di tè freddo verso Noah come se fosse un brindisi. “Vai molto a fare in culo, Noah.” Tim rise e si strinse il petto drammaticamente. “Oh, parole così volgari da un membro del clero. Sono costernato.” “Sì, sì,” replicò Seth con l'espressione seria. “Dovresti vedere le cose sporche che fa quando siamo soli. Ti farebbe arricciare le dita dei piedi.” Eli mosse le sopracciglia, lanciò a Seth uno sguardo significativo e lasciò scendere la mano sotto il tavolo in modo sospetto. Seth arrossì e si schiarì la voce. “Va bene. Va bene. E' abbastanza. Questa conversazione è completamente degenerata. David, siamo tutti felici per te e non vediamo l'ora di incontrare Jonathan.” “L'ho incontrato e posso garantire che non sarete delusi.” Caleb camminò verso il gruppo, sistemò con cura la giacca sullo schienale di una sedia e fece cenno al cameriere. “Ho avuto il piacere della sua compagnia ieri e posso attestare che Jonathan è un vero tesoro.” “Sì, certo. Un tesoro.” Una voce che David non riconobbe rispose al commento di Caleb. Il tono era beffardo ma il volume era basso. David probabilmente non l'avrebbe sentito se l'uomo non fosse stato esattamente dietro di lui. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Si voltò e vide Nick, il tizio che aveva molestato Jonathan e che aveva chiesto a David se avesse finito con lui. Quell'uomo era come un brutto herpes: continuava a spuntare inaspettatamente e non c'era modo di liberarsi di lui. David stava per dire all'intruso di farsi gli affari suoi, quando Caleb indicò un posto vuoto vicino ad Andrew dall'altra parte del tavolo senza nemmeno alzare gli occhi dal menu. “Puoi sederti lì, Nick. Ragazzi, questo è Nick. Nick, questi sono i miei amici.” Beh, se Caleb non si preoccupava nemmeno di presentarli per nome né di sedersi vicino a Nick, David pensò che non fosse poi molto interessato a lui. Lanciò un'occhiataccia a Nick e lo lasciò andare. David si voltò verso Caleb. “Chi è Mr. Muscolo?” Caleb roteò gli occhi. “E' l'Hummer. Comunque sono stufo. Ho cercato di liberarmi di lui stamattina ma ha insistito per venire qui per qualche ragione. Gli dirò che tra noi non funziona non appena avremo finito di mangiare.” David si godette il brunch con i suoi amici, nonostante gli sguardi fastidiosi che Nick gli rivolgeva dall'altra parte del tavolo. Alla fine ne ebbe abbastanza e si congedò in modo da poter andare in palestra e poi a comprare il letto per Samuel. Salutò tutti e si avviò all'uscita del ristorante. “David, aspetta. Ehi, David!” Perché diavolo Nick lo stava seguendo? David strinse i pugni e si voltò, sforzandosi di essere paziente. Si dipinse un sorriso chiaramente forzato sul viso. “Cosa posso fare per te, Nick?” Quel sorriso esasperante comparve di nuovo. “Oh, non è cosa puoi fare per me. Ma cosa io posso fare per te.” Nick allungò la mano dentro la giacca ed estrasse un dvd che passò a David. “Ecco.” David prese il dvd e lo guardò. C’era sopra una scritta fatta a mano: Will Dragon. “Che cos'è?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “E' la migliore compilation di quel tuo dolce ragazzo. Sapevo che eri amico di Caleb perché ti ho visto in una delle sue fotografie quindi ho colto l'occasione di venire a questo brunch. Sono qui per questo. Volevo consegnarti questo dvd.” David guardò Nick con un'espressione neutra sul viso. Non aveva assolutamente idea di cosa quel tizio stesse dicendo. Il sorriso trionfante di Nick divenne frustrato quando l’uomo si accorse che non stava ottenendo la risposta che evidentemente cercava. “E' porno. Hai detto che non sapevo come Will si muovesse, ma ti sbagli. Ho visto tutti i suoi film. Quello è un dvd con tutte le sue scene. Noterai che i dialoghi sono al minimo ma ci sono un sacco di movimenti.” Perché Nick gli stava dando un porno? E chi era Will? La mente di David aveva già messo insieme i pezzi, ma doveva chiedere. “Chi è Will?” L'espressione di Nick fu di consapevolezza. “Oh, giusto. Jonathan. E' così che lo chiami, vero? Ma lui è Will Dragon. Lo riconoscerei ovunque. Magari un po' più vecchio, ma è sempre lo stesso ragazzo. Quando avrò l'occasione di vederlo a culo nudo e piegato in avanti, sarò in grado di darti la conferma definitiva.” Nick aspettò la reazione di David, ma non la ottenne. David semplicemente ruotò sui tacchi e camminò verso la sua auto senza dire una parola. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 25 JONATHAN lasciò Sam con sua madre e guidò fino a casa di David. Aveva fatto l'inventario delle loro cose e sarebbe stato in grado di impacchettare tutto in meno di un'ora. Patetico, ma vero. E non aveva dubbi che Sam sarebbe stato eccitato all'idea di trasferirsi a casa di David. Suo figlio parlava di lui continuamente e David era meraviglioso con il piccolo. In più, c'era il bonus della TV via satellite che, per un bambino di quasi tre anni, era una ragione sufficiente per cambiare casa, ma Jonathan non aveva ancora parlato a Sam del trasloco. Prima voleva chiarire tutto. David si meritava di sapere del suo passato, anche se in ritardo. Jonathan suonò alla porta di David e spostò il peso da un piede all'altro nervosamente mentre si mordicchiava un'unghia. L'auto del suo compagno era nel vialetto così il ragazzo pensò che fosse in casa, anche se non rispondeva alla porta. Dopo aver bussato e atteso per qualche minuto, Jonathan si ricordò di avere la chiave. Le parole che David aveva detto mentre gliel'aveva messa in mano gli risuonarono nella mente: “Questa è anche casa tua ora. ” Jonathan pescò le chiavi nella tasca, aprì la porta ed entrò. “David?” chiamò mentre si guardava attorno. Non ci fu risposta. La casa era silenziosa e nessuna luce era accesa. Jonathan cominciò a pensare che il suo compagno fosse uscito, ma poi sentì il suono dell'acqua che scorreva. La sua mente si riempì immediatamente d’immagini di David nella doccia, con gocce d'acqua che gli scivolavano sul petto, ogni muscolo che riluceva bagnato. Gemette e camminò verso la stanza da letto, incapace di resistere al richiamo del suo amante. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan notò la giacca del suo uomo gettata sulla poltrona nel soggiorno mentre ci passava davanti, così la raccolse, pensando di appenderla una volta arrivato in camera. Se la mise sulla spalla e qualcosa cadde sul pavimento. Jonathan si accucciò, sollevò il dvd e fece per rimetterlo via quando notò la scritta: Will Dragon. Perché David aveva un dvd con quel nome scritto sopra? Lo stomaco gli sprofondò in fondo ai piedi. Lo sa. David lo sa. E non era stato Jonathan a dirglielo, non era stato in grado di spiegargli. Oh, Dio. David aveva guardato quei film? Dirgli della sua vecchia carriera era una cosa, ma vedere davvero cosa Jonathan aveva fatto e con tutti quegli uomini… Come poteva David perdonarlo? Jonathan sapeva che David era uscito con altri uomini prima di lui, ma non aveva voluto pensarci. Non era così ingenuo da pensare di essere il suo primo uomo in trentadue anni di vita, ma comunque non gli piaceva l'idea. Come sarebbe stato sapere che gli uomini che erano venuti prima di lui erano un numero troppo alto per poterli contare e avere le prove visive di.... beh, di quegli uomini che venivano addosso al tuo ragazzo? Come poteva Jonathan aspettarsi che David lo accettasse? Cosa stava pensando quando aveva rimandato questa conversazione? “Jonathan?” La testa del ragazzo scattò verso l'alto e vide David sulla soglia. All'inizio non riuscì a capire perché lo vedesse distorto, come se lo guardasse attraverso uno specchio da luna park. Poi si rese conto di avere il viso bagnato e che stava osservando il suo compagno attraverso le lacrime. Quegli occhi blu erano calorosi come sempre e David si avvicinò a Jonathan, gli mise una delle sue braccia forti sulle spalle con fare protettivo e lo guidò verso il divano. Gli si sedette accanto e lo cullò tra le braccia. Poi guardò il dvd che il suo compagno teneva in mano e che stringeva in una morsa d'acciaio. “Me ne vuoi parlare?” La voce di David era dolce e rassicurante e Jonathan non riuscì più a trattenere niente. Né la verità riguardante la sua vecchia carriera, né le lacrime, né nient'altro. “Ero così stupido. E' stato solo per un paio di mesi. Non pensavo lucidamente. Ero solo. Kathy mi aveva appena detto di essere incinta di AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Sam e io dovevo decidere se tenerlo o darlo in adozione. E non riuscivo a trovarti, David. Dopo quel giorno all'ospedale mi sono trasferito a New York per trovarti, ma ho cercato e cercato e non ci riuscivo. Non riuscivo a trovarti.” Jonathan sapeva di straparlare ma non sapeva come altro fare per spiegare tutto a David. Ogni frase era rotta dalle lacrime e dai sussulti fino a quando tutto il corpo di Jonathan cominciò a tremare mentre si aggrappava al suo compagno. “Non volevo che mi vedessi così. Non è ciò che sono.” Alzò lo sguardo verso il suo compagno. Le lacrime scendevano sul suo bel viso e i suoi occhi d'argento pregavano il suo uomo di capire. “Ho fatto quelle cose ma non è ciò che sono. Capisci sai cosa voglio dire?” David tenne Jonathan stretto a sé e gli accarezzò i capelli. “Shhh, baby. E' tutto okay. So chi sei, Jonathan. Non ho guardato il dvd e non lo farò a meno che tu non voglia. Puoi dirmi cosa c'è dentro o meno. E' una tua scelta e comunque non cambierà niente di ciò che c'è tra noi. So chi sei e so cosa provo per te. Non c'è nessun dvd da nessuna parte che possa cambiare questo.” David sembrava così sincero e Jonathan voleva disperatamente fidarsi. Aveva quasi creduto all'uomo dagli occhi blu, ma poi ripensò a David, alla sua gentilezza, alla sua intelligenza, al suo successo negli affari, al suo grande gruppo di amici, alla sua bellissima casa e alla sua educazione. Jonathan pensò a tutte quelle cose e si chiese come un uomo così potesse davvero volere uno come lui. Sì, David stava cercando di chiudere il discorso, ma questo doveva essere troppo. Come poteva dirgli che fare il sottomesso per delle gang-bang in film del genere non avrebbe fatto la differenza? A meno che, ovviamente, David non sapesse cosa c'era davvero su quel dvd. Quando Jonathan fu finalmente in grado di smettere di piangere e quando il suo corpo smise di essere scosso dal singhiozzo e dai tremiti che l'avevano tormentato mentre le lacrime scendevano, trovò il coraggio di chiarire la verità. David si meritava di sentirla. “David?” “Sì, baby.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Tu, ehm, tu sai chi è Will Dragon?” David lo strinse ancora più stretto e gli baciò un sopracciglio. “Uno pseudonimo che hai usato quando hai girato quei film.” Jonathan era sorpreso ma ancora sicuro che David non capisse la natura di quei film. “Tu… tu capisci cosa facevo?” David accarezzò la schiena di Jonathan con moto circolare. “E' porno, quindi sì, ho un'idea abbastanza chiara.” Un grido sfuggì dalle labbra di Jonathan. Cercò di essere forte e assunse un'espressione coraggiosa. “Non devi stare con me, David. Non hai firmato per questo. So, ehm, so che devi essere disgustato. Che non vuoi stare con qualcuno che ha fatto quelle cose.” David afferrò le spalle di Jonathan e indietreggiò in modo da poterlo guardare negli occhi. Il dolore e l'insicurezza che ci lesse per poco non lo distrussero. “Oh, baby.” L'uomo si chinò e baciò gentilmente il suo compagno. Poi gli accarezzò le braccia, i fianchi e infilò le mani sotto il suo maglione e la sua maglietta. Accarezzò il petto di Jonathan prima di sfilargli gli indumenti dalla testa. Il ragazzo lo guardò con aria confusa ma non disse niente. David coprì le labbra di Jonathan con le proprie e lo baciò dolcemente, catturandogliele, mordicchiandole e leccandole prima di spingere la lingua tra di esse. Il sapore di quel ragazzo gentile del quale era completamente innamorato gli riempì la bocca e David gemette. Divorò la bocca di Jonathan, poi ritrasse la lingua e gli leccò le labbra gonfie mentre allungava la mano verso i suoi jeans e li liberava dalla cintura. Gli occhi d'argento erano passati da spaventati a eccitati e David si sentì sollevato per aver trovato il modo giusto di approcciarlo. Si lasciò cadere in ginocchio davanti al divano, gli sfilò le scarpe, gli abbassò i jeans fino alle caviglie e poi glieli tolse del tutto. Le mani tremanti del ragazzo gli accarezzavano i capelli e lo sguardo di speranza in quegli occhi fu un richiamo per David, che voleva provare a Jonathan una volta per tutte quando fosse amato e AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. adorato. Si mise le gambe del compagno sulle spalle, gli baciò l'interno della coscia e leccò fino ai suoi testicoli. I gemiti e i mugolii che David adorava riempirono l'aria mentre lui continuava a leccare e succhiare. “So cosa hai fatto in quei film, baby.” David guardò verso Jonathan e sentì l'altro irrigidirsi ma continuò. “E non cambia niente.” Attese un secondo, come per assicurarsi che quelle parole facessero effetto. Quando sentì il corpo di Jonathan rilassarsi, gli afferrò il sedere, gli divaricò le natiche e sprofondò il suo viso all'interno di esse. Leccò attorno all'apertura con tocchi veloci, poi appiattì la lingua e diede delle lunghe leccate. Ricoprì interamente quell'orifizio con la bocca e lo succhiò, poi spinse la lingua all'interno, fino in fondo, e in questo modo cominciò a scopare Jonathan. Il ragazzo afferrò i capelli di David e gridò mentre i suoi fianchi scattavano verso l'alto, staccandosi dal divano. Come se stesse cavalcando un cavallo selvaggio, David restò attaccato a quel corpo che si muoveva e spingeva e continuò a muovere la lingua dentro e fuori quella cavità scura. Dopo pochi minuti di quel trattamento, David infilò un dito vicino alla lingua, nell'apertura di Jonathan. Trovò il suo punto sensibile e cominciò a massaggiarlo mentre la lingua continuava a leccare le pareti interne. “David! Io… Io… David, David, oh Dio! Sto per… Ti prego, David.” La frase incomprensibile di Jonathan fece gemere David per la soddisfazione. Si spinse i pantaloni verso il basso con una mano sola e liberò il suo sesso duro. Spostò l'altra mano dal sedere di Jonathan al suo pene e cominciò a masturbarlo mentre continuava a scoparlo con la lingua. Non ci volle molto perché il sesso di Jonathan pulsasse e che una sensazione di calore bagnato coprisse la mano di David. Dopo pochi tocchi anche David raggiunse l'apice. Si asciugò le mani nei pantaloni e li indossò di nuovo. Poi tornò sul divano, fece stendere Jonathan sulla schiena e coprì la sua sagoma esile con il proprio corpo. La tensione era svanita dal ragazzo, che si sciolse nell'abbraccio di David. I tocchi dell'uomo rimasero costanti, e accarezzavano e tranquillizzavano il suo amante. “Jonathan?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Sì?” La voce del ragazzo era fioca e sognante. “Cosa intendevi dire prima quando hai detto che ti sei trasferito a New York per trovarmi?” Jonathan sospirò e alzò lo sguardo su David. “Esattamente quello che ho detto. Ti ho visto là, David. Quel giorno alla nursery dell'ospedale, mentre tenevi tuo nipote. Ti ho visto. Ma poi sei sparito e non sono riuscito a parlarti. Appena mi sono diplomato sono tornato a cercarti. Tu sei la ragione per la quale mi sono trasferito a New York. Cercavo te. Per tutti quegli anni ho cercato nel posto sbagliato. Mi sono trasferito per trovarti ma tu sei stato qui, a casa, per tutto il tempo.” Gli occhi di David si sgranarono per la sorpresa. “Oh, baby, mi dispiace così tanto.” Strinse quell'uomo prezioso ancora più forte. Jonathan tirò su con il naso. “Non è colpa tua. Tu non hai fatto niente.” David sapeva che era vero ma non cambiava come si sentiva. Avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare indietro e trovare quel giovane Jonathan e portarlo a casa. Non perché aveva problemi con il suo passato, ma perché vedeva che le azioni di quegli anni stavano procurando dolore a quell'uomo sensibile. E David non voleva altro che proteggerlo da quel dolore, da ogni dolore. “Vorrei poter cambiare le cose, baby. Vorrei aver saputo che mi stavi cercando.” Jonathan arretrò e guardò David. “Io no.” David aggrottò le sopracciglia e lo guardò con aria confusa. “Chi lo sa come sarebbe potuto essere, David? Non ero felice da molto tempo. Mi sentivo sempre solo, probabilmente anche prima di trasferirmi a New York.” Allungò una mano tremante e accarezzò la guancia del suo partner. “Ma sono così felice ora. Se puoi perdonarmi per quello che ho fatto, allora non c'è altro che m'importi. Tutte le cose brutte del passato ci hanno portato qui, ora, e io non vorrei essere da nessun'altra parte.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Solo Jonathan poteva prendere quegli anni miserabili e accettarli senza amarezza o risentimento. Quell'uomo riusciva a trovare il lato positivo in ogni cosa. Dannazione, David lo amava. “Non c'è niente da perdonare, Jonathan. Non hai fatto niente di sbagliato. Diamine, ho guardato la mia parte di porno e non sono di certo un vergine. Che ipocrita sarei se pensassi meno di te per questo?” “Sì?” Jonathan guardò verso l'alto con la speranza negli occhi. David annuì. “Assolutamente.” Si fermò e aggiunse: “C'è solo una cosa, baby.” “Cosa?” Jonathan si torturò il labbro inferiore con i denti e l'ansia sembrò tornare. “D'ora in avanti, ogni film che farai senza vestiti avrà un cast limitato e un audience composto da due elementi. Nello specifico, noi due. Affare fatto?” Jonathan sorrise radioso. “Affare fatto.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 26 LA CHIACCHIERATA era andata bene. Jonathan era evidentemente più felice, rilassato e sicuro di sé, così David colse l'occasione per cercare di velocizzare il trasloco. “Allora, sono andato a comprare il letto oggi.” I due uomini erano seduti sul divano. Jonathan aveva la testa sulla spalla di David e David gli stava accarezzando i capelli. “Pensavo che avessi il brunch con i tuoi amici oggi.” “Infatti. Dopo il brunch sono andato in palestra e poi al centro commerciale. Ho trovato un bel set che andrebbe bene per Sam. Il letto ha anche una rete con le rotelle che potremmo usare quando uno dei suoi cugini si ferma a dormire. Ci sono l'armadio e il comodino corredati. In più, c'era un plaid madras che sembrava perfetto, quindi ho preso anche quello. E il tappeto coordinato. Oh, e le lenzuola con i trenini. Vuoi vedere?” Jonathan staccò di colpo la testa da David e lo fissò. “E' qui? Intendi dire che sei già uscito e hai già comprato tutto?” “Hai detto che non ti saresti trasferito fino a quando Sam non avesse avuto un letto e non poteva dormire senza le lenzuola. In più, aveva bisogno di un posto dove mettere i vestiti. Consegneranno i mobili domani ma sì, il resto delle cose è qui.” David scese dal divano e tirò uno stupito Jonathan con sé. “Vieni.” Condusse il ragazzo lungo il corridoio fino a una delle camere. “Ho immagazzinato tutto qui ma puoi dirmi quale stanza preferisci. Sai che non uso nessuna delle due.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Gli occhi di Jonathan si sgranarono alla vista del numero di borse che riempivano la stanza. David tirò fuori la biancheria per il letto e gliela mostrò sedendosi sul pavimento. Era davvero eccitato mentre spiegava come i colori delle lenzuola che teneva in una mano fossero perfettamente in tinta con la trapunta madras che teneva nell'altra mano. Jonathan si asciugò le lacrime dagli occhi con il dorso della mano e si mise a cavalcioni di David. “Ciao.” “Ciao a te.” David gli sorrise e piccole linee comparvero ai lati dei suoi occhi. Jonathan intrecciò le mani dietro il collo del suo compagno. “Grazie di tutto questo, David. Sei meraviglioso. Non ho mai conosciuto qualcuno generoso come te.” David si tirò Jonathan vicino e condivisero un abbraccio intimo. “Mi sono divertito. Di solito lascio la parte delle decorazioni a Caleb ma questo è stato davvero semplice. Il negozio non era grande e avevano delle vignette che mostravano le stanze già complete.” Baciò il collo di Jonathan. “Spero che non ti dispiaccia ma ho preso anche dei regali di Natale per Sam mentre ero là. Avevano dei set di trenini che, penso, gli piaceranno, e delle costruzioni di legno dipinte a mano.” Jonathan premette le labbra contro quelle di David e le mordicchiò assaggiando il suo amante. Quando la testa di David si reclinò di lato, Jonathan aprì la bocca per accogliere la lingua che, sapeva, sarebbe arrivata. Il bacio divenne più profondo, le loro mani si artigliarono alle reciproche maglie e i loro gemiti riempirono l’aria. Alla fine Jonathan si staccò e appoggiò la fronte sulla spalla di David. “Wow. Se questa è la reazione che ottengo quando compro un set con i trenini, posso andarci ancora e comprare dell’altro.” Jonathan rise. “Questa è la reazione che ottieni perché sei meraviglioso. Ti amo.” “Ti amo anch’io, baby.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. I MOBILI furono consegnati di lunedì e, mercoledì notte, Sam era già sistemato nel suo nuovo letto. Dopo aver spento le luci e chiuso tutto, David entrò in bagno e per poco non inciampò alla vista che si trovò davanti. Jonathan era in piedi davanti al lavandino e si lavava la faccia. Indossava calzini di spugna bianchi e una maglietta. Nient’altro. La maglietta probabilmente gli avrebbe coperto il sedere ma visto che il ragazzo era piegato in avanti, la stoffa gli arrivava proprio sopra le natiche, dando a David una visione seducente del suo culo sodo e dei suoi testicoli. Jonathan sollevò il capo e si asciugò la faccia con una salvietta. Guardò David riflesso nello specchio e sbatté le palpebre per scacciare le ultime gocce d’acqua dagli occhi. “Cosa?” David non disse una parola. Camminò rapido verso Jonathan e la sua mano corse al bottone dei propri pantaloni e poi alla zip. Quando arrivò vicino al suo compagno, i pantaloni erano aperti e stava liberando l’erezione dalla costrizione degli slip. “Meglio che trovi qualcosa di scivoloso. Lozione, sapone, non m’interessa. Ma ho bisogno di entrare dentro di te e non posso aspettare.” David accarezzò la fessura di Jonathan. Non sapeva se fosse il tocco, le parole, o la combinazione di entrambi, ma improvvisamente il respiro di Jonathan si fece accelerato, gli occhi gli si sgranarono e il suo sesso si indurì. Il giovane prese della lozione dalla bottiglia accanto al lavandino e se ne mise un po’ sulle dita, poi portò una mano dietro di sé e spalmò la soluzione attorno alla propria apertura, spingendone un po’ all’interno. “Oh, oh, com’è bello.” Gemette e chiuse gli occhi. David scostò la mano di Jonathan, prese la sua coscia destra e la sollevò fino a quando il ginocchio del ragazzo non fu appoggiato sopra il mobile, così che il suo corpo fosse aperto e pronto. Poi si allineò dietro quell’apertura vogliosa e si spinse in avanti con un movimento unico e un grugnito sonoro. “Dannazione, com’è bello. E’ così bello con te, baby.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan guardò nello specchio e annaspò quando vide il riflesso. David era dietro di lui con le mani sui suoi fianchi, gli occhi chiusi e la bocca aperta. Stava spingendo dentro e fuori il suo corpo, suoni rochi gli uscivano dalla bocca e la passione era evidente in ogni punto del suo viso. Sembrava feroce, carnale e dannatamente sexy. “Così, così! Oh, Cristo, sì, così, David!” Jonathan urlava e grugniva. Tenne una mano sul mobile e avvolse l’altra attorno al proprio sesso duro, muovendola a ritmo con le spinte dei fianchi di David. Non ci volle molto prima che quel movimento cominciasse a farsi più rapido. I fianchi di David sbatterono contro di lui fino a quando entrambi gridarono il loro piacere, e Jonathan vide strisce bianche di sperma uscire da lui mentre David lo riempiva. “Oh, wow,” sussurrò il ragazzo mentre il piacere defluiva dal suo corpo. David avvolse le braccia attorno al suo petto e cosparse di baci il suo collo e le sue spalle. “Tu mi ecciti come nessuno. Tutto quello che fai è dannatamente sexy.” Chiuse gli occhi e strofinò il viso contro il collo del suo compagno. “Non so come farti capire quanto sono felice che tu sia qui. Grazie di aver accettato di vivere con me, baby.” Jonathan lasciò cadere la testa all'indietro contro il petto di David. “Ne sono felice anch'io. Sai, ho fantasticato per anni su di te. Non avrei mai pensato che la realtà potesse essere meglio della fantasia, ma tu lo sei.” “Abbiamo una società di mutua e reale ammirazione qui, vero?” rise David. “Che ne dici se entriamo nella doccia, poi torniamo a letto e continuiamo con ancora un po' di ammirazione sotto le lenzuola?” Jonathan sorrise a David nello specchio, poi ruotò tra le sue braccia e lo strinse. “Ottimo piano.” LA PRIMA volta che qualcuno si riferì a David come 'padre' fu a meno di una settimana dal giorno del trasloco di Jonathan e Samuel. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Alla vigilia di Natale, David tornò a casa dal lavoro e sentì, per la prima volta da quando era bambino, di essere davvero a casa. Musica per bambini ad alto volume proveniva dalla cucina e un delizioso profumo di cannella e vaniglia riempiva l'aria. Si tolse la giacca e se la mise su una spalla mentre camminava in sala da pranzo. Arrivò all'entrata della cucina e si fermò, appoggiandosi al muro e guardando lo spazio appena ristrutturato. I mobili erano piene di teglie che contenevano dozzine di biscotti di forme natalizie: pupazzi di neve, alberi e fiocchi di neve. Un albero era posto in un angolo, nello spazio vuoto vicino alla cucina. Cartoncini colorati erano stati tagliati in strisce incollate poi per creare dei cerchi, uniti in una ghirlanda fatta in casa che ricopriva l'albero insieme ad altri ornamenti, sempre fatti tagliando la carta colorata. I regali erano impacchettati con carta marrone decorata e c'erano disegni fatti a matita infilati sotto di essi. Jonathan era in mezzo alla cucina e ballava seguendo la musica, muovendo il sedere e la testa da parte a parte. Samuel era seduto appoggiato al suo fianco, tenuto da una delle mani del padre e aggrappato al suo petto. Entrambi stavano cantando sopra la musica, usando come microfono un cucchiaio di legno che Jonathan teneva nella mano libera. Quando era giovane - e occasionalmente negli ultimi anni - David aveva frequentato alcuni club con i suoi amici. C'erano sempre dei bei ragazzi sull'affollata pista da ballo. Alcuni di loro erano vestiti con abiti attillati e provocanti, altri erano più nudi che vestiti, e tutti cercavano di fare del loro meglio per sembrare sexy. I fianchi ondeggiavano sensualmente, le lingue fuoriuscivano per leccare le labbra in modo sensuale, le mani vagavano sui loro petti e sui loro inguini, ma nessuno di quei ragazzi poteva reggere il confronto con Jonathan, anche se indossava pantaloni della tuta sfilacciati, una maglietta troppo grande con il logo del The Dubliner e calzini bianchi mentre teneva suo figlio in braccio e ballava in cucina. Jonathan gli toglieva il respiro. Guardarlo gli faceva volare il cuore, fremere la pelle, e dolere la sua erezione. Sam vide David sulla soglia e strillò con gioia. “David!” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Jonathan ballonzolò verso di lui, gli diede un bacio sonoro sulla bocca e poi gli avvolse un braccio attorno alla vita continuando a muoversi, coinvolgendo il suo compagno nella danza. Tutti e tre ballarono in cucina, Samuel ridacchiando e Jonathan cantando. Era vero: David era a casa. “TE LA senti di andare a casa dei miei stasera o sei troppo stanco?” Jonathan mise Samuel sul pavimento e il bambino corse per la cucina con in mano un biscotto. “Certo che sì. E’ la vigilia di Natale ed è tipo una tradizione di famiglia, giusto?” “Mmm hmm. Ma hai lavorato tutto il giorno e pensavo che potessi essere stanco.” David sospirò e si tirò Jonathan vicino. Si chinò e gli baciò la testa, inspirando il profumo di fresco e di pulito dei suoi capelli. “Mi spiace, baby. Ti giuro che sto cercando di rallentare con il lavoro. E’ che prendendo tutta la settimana di ferie ci sono delle cose di fine anno che devo sistemare.” “Non scusarti. Capisco che tu debba lavorare. Ma se non sei troppo stanco per andare a cena, sarebbe bello.” “Non troppo stanco. Non vedo l’ora,” rispose David con un bacio. “Okay, allora metto i biscotti nelle scatole e poi possiamo andare. Ho messo sotto l’albero i regali per Kaiden, Keian, Keller, e Clare.” David cercò di non ridere per quello scioglilingua che erano quei nomi. “Sì, l’ho notato. Sembra che tu abbia avuto una giornata impegnativa. Mi piacciono le decorazioni.” Jonathan arrossì. “So che non sono niente di speciale, ma ci siamo divertiti a farle.” “Sono perfette, baby.” Dopo essersi cambiato e aver messo un paio di jeans e un maglione leggero, David andò nella camera di Sam e lo trovò sdraiato AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. sul tappeto che giocava con i trenini blu e rossi che si portava ovunque. Non vedeva l'ora di vedere la faccia del bambino quando avrebbe aperto il nuovo set di trenini la mattina di Natale. Si accucciò e gli scompigliò i capelli. “Pronto ad andare a casa dei nonni, piccolo?” Sam saltò in piedi e sorrise. “Sì, sono pronto. Possiamo fare Superman?” David rise, si alzò in piedi e sollevò Sam da terra. Il bambino s'irrigidì, David gli mise una mano sotto la pancia e l'altra attorno alla vita mentre camminava lungo il corridoio. Sam faceva dei rumori simili a dei “woosh” e teneva le braccia tese davanti a sé. “Va bene, io e Superman siamo pronti ad andare. E tu, Jonathan?” Il ragazzo sollevò la scatola di biscotti e sorrise a David e Samuel. Amava come i due andavano d'accordo, quanto suo figlio si sentisse a suo agio con David e quanto David sembrasse divertirsi davvero a giocare con il piccolo. “Prontissimo.” I rumori che Sam faceva seguirono Jonathan fino all'auto. David assicurò il bambino nel seggiolino mentre Jonathan metteva la scatola di biscotti sul sedile posteriore vicino a suo figlio. “Oh! I regali per i bambini.” David cominciò a camminare verso la casa. “Li ho messi nel baule, tigre. Siamo pronti ad andare.” “Sei pronto per le follie di Natale?” Jonathan allungò la mano e prese quella del suo uomo mentre facevano il breve tragitto per andare a casa dei suoi genitori. “Non vedo l'ora. Non festeggio il Natale in famiglia da quando era un bambino. Sarà bellissimo. Mi piace davvero la tua famiglia. Sono calorosi e divertenti e mi piace stare con loro.” Jonathan sorrise luminoso. Strinse la mano di David e poi si voltò a guardare il sedile posteriore. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “E tu cosa ne dici, fagottino? Sei contento di andare a casa dei nonni?” “Sì, però poi torniamo a casa, vero, papà? Perché viviamo con David ora.” “Esatto, Sam.” David guidò fino al marciapiede davanti a casa Doyle, tirò fuori le chiavi dal cruscotto e si prese un momento per assorbire ciò che lo circondava. Era passato dall'essere uno scapolo impenitente a essere Mr. Uomo-tutto-casa-e-famiglia nel giro di un mese. Dopo aver vissuto solo per più di una decade, avrebbe potuto pensare che fosse strano dividere improvvisamente il letto con un altro uomo e la sua casa con un bambino. Eppure non gli sembrava strano. Piuttosto, lo faceva sentire completo. Si sentiva bene. La cena fu in qualche modo un caos. Kaiden, Keian e Keller si rincorrevano l'un l'altro per casa, buttando a terra le fotografie e picchiando contro i mobili. Keegan li ignorava e stava seduto sul divano, mangiando un piatto dopo l'altro dal buffet che era stato preparato in sala da pranzo. Shannon aveva iniziato la serata cercando di tenerli in riga ma alla fine si era arresa e si era seduta accanto a suo marito. Brennan e Grace erano seduti con Clare e si assicuravano che mangiasse un po' di maccheroni al formaggio prima di lasciarle mangiare i biscotti colorati che avevano fatto Jonathan e Samuel. Sam era seduto in braccio a David mentre Jonathan lo imboccava con frutta e pasta. E durante tutto questo, Colleen e Brady ridevano e raccontavano storie sui loro tre figli. Ogni tanto qualcuno interrompeva e ricordava a tutti dei dettagli mancanti che facevano nuovamente ridere l'intero gruppo. E, anche se non aveva partecipato ai Natali precedenti, David se ne sentì parte. Lo trattavano come uno di famiglia e quindi era così che lui si sentiva. “Bene, quest'anno faremo qualcosa di diverso per i regali,” gridò Brady ai suoi nipoti che erano seduti sul pavimento, circondati di carta strappata dai regali dei loro zii e delle loro zie. “Invece di fare a ognuno di voi un regalo diverso, abbiamo preso una cosa che potrete usare tutti quando verrete qui.” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Colleen sollevò una grande immagine di un'altalena di legno, completa di scivoli, corde per scalare, un ponte e un copertone a dondolo. I bambini saltarono in piedi e reclamarono tutti perché volevano tenere la fotografia. “Okay, okay. Potete vederla tutti. Abbiamo tutte le parti già pronte, quindi abbiamo solo bisogno che i vostri papà aiutino i nonni a costruirla e sarà pronta.” “E' grandioso Ma'! I bambini l'adoreranno. Quando sono i tuoi giorni di riposo, Keeg?” chiese Brennan. “Sono libero domani e mercoledì, e poi sono alla centrale per tre giorni e torno domenica.” “Domani andrebbe bene per me e Jon-Jon perché il ristorante è chiuso. Che dici, David? Ce la fai domani mattina?” David sperò che la sua espressione non sembrasse spaventata come si sentiva. Avrebbe preso parte alla costruzione? Non aveva mai messo insieme niente di più complicato di una cornice per fotografie, ma non era questo che l'aveva sorpreso con la guardia abbassata. Colleen aveva detto che i padri avrebbero dovuto mettere insieme i pezzi. Guardò il bambino che gli era appena tornato in braccio. Era un padre? AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. Capitolo 27 VISTO che il ristorante stava andando bene, Brady era finalmente in grado di andare in pensione. Colleen aveva sempre sognato di fare un viaggio in camper attraverso il paese, quindi decisero di prendersi i primi tre mesi dell'anno per farlo. Da quando Jonathan era tornato a Emile City, Colleen aveva accudito Samuel mentre lui era al lavoro. La loro assenza prolungata avrebbe reso impossibile la cosa, così Jonathan e David lo iscrissero alla scuola materna. “Sei nervoso perché Sam andrà all'asilo domani?” David accarezzò i capelli di Jonathan e parlò a bassa voce, non volendo interrompere l'intimità del momento. Erano nudi, madidi di sudore e abbracciati l'uno all'altro nel letto, e cercavano di riprendersi da un altro momento di passione sconvolgente. David continuava a essere stupito da quanto fosse profonda la passione che sentiva verso il suo amante, da quanto lo volesse. Più passavano tempo insieme, più confidenza prendevano con i rispettivi corpi, e più il piacere che traevano dall'atto sessuale cresceva. “No. Andrà tutto bene. Gli piace giocare con i cugini e sono sicuro che si divertirà davvero a stare con altri bambini, e poi quella scuola sembra davvero ottima.” Alice, l'agente immobiliare che David aveva assunto, gli aveva detto tutte le cose positive e negative riguardo a ogni asilo di EC West. Gliene aveva raccomandato in particolare uno che si trovava vicino a casa loro e che poteva essere visitato. Samuel era stato tutto sorrisi e risate quando avevano fatto il tour della scuola. “Hai sempre l'atteggiamento perfetto per approcciarti alle cose. Ti ho detto quanto lo ammiro, baby?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. David baciò la sommità del capo di Jonathan. Il ragazzo appoggiò la testa sul suo petto e passò il braccio attorno alla sua vita. In risposta alle parole gentili e al bacio si sollevò e si sdraiò sopra il suo uomo. Si chinò e premette le labbra contro le sue, baciando, leccando e mordicchiando sia le labbra che la lingua. Le mani di Jonathan accarezzarono i capelli di David, il suo collo e, prima che se ne rendesse conto, sentì il sesso del suo partner risvegliarsi contro la sua coscia. Quando il rigonfiamento divenne insistente, Jonathan interruppe il bacio e allungò una mano tra i loro corpi, accarezzandogli la grossa erezione. “Sei pronto per un altro round, tigre?” “Mmm, sono sempre pronto per te, baby. Sei il più potente afrodisiaco che conosca,” mormorò David contro le labbra di Jonathan mentre faceva girare il suo partner sulla schiena e stendeva la sua figura massiccia sopra quella esile dell'altro. “Voglio succhiartelo.” 'Volere' era un eufemismo. Jonathan agognava David, aveva bisogno di sentire quella durezza premergli nella bocca, forzargli e tendergli le labbra, nutrirlo con il calore e la forza del suo seme. David lo baciò ancora una volta e a fondo, e poi ruotò la sua posizione. Rimase sopra Jonathan, ma mise le ginocchia sul cuscino dove c'era la testa del ragazzo e si tenne sollevato sulle mani in modo che la punta del suo pene strusciasse sul viso del suo partner. Jonathan mugolò e aprì la bocca, chinando la testa leggermente all'indietro per allinearsi con la gola a quell'appendice ambita. Quando le mani di Jonathan afferrarono il sedere di David e lo tirarono verso il basso, l'uomo gemette e si spinse nel calore umido della bocca del suo amante. “Mmmm.” I gemiti e i mugolii di Jonathan facevano impazzire David mentre il ragazzo succhiava e leccava il grosso sesso che gli penetrava in bocca. David si mosse su e giù, dapprima lentamente, per poi aumentare il ritmo quando si rese conto che Jonathan poteva sopportare delle spinte più intense e che le voleva. Con la velocità che aumentava, Jonathan non riusciva più a concentrarsi sulla tecnica. Tenne semplicemente la bocca aperta, la testa reclinata all'indietro e accettò AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. l'assalto del corpo di David. I gemiti lasciavano le sue labbra in un flusso costante e la sua eccitazione cresceva a ogni spinta di quel grosso membro contro la sua lingua. “Oh cazzo, Jonathan. Quei gemiti... mi fa impazzire sentire quanto ti piace.” I fianchi di David si muovevano a scatti e la sua passione cresceva e trascinava Jonathan con sé. Il sesso del ragazzo gli bagnava il ventre piatto e tonico. David abbassò il viso e leccò il nettare dalla sua pelle, poi prese la sua asta in bocca e succhiò con forza. Jonathan gridò e i suoni furono attutiti dal pene che gli riempiva la bocca. David mise le mani sotto di lui, gli afferrò le natiche e tirò verso di sé per prenderlo più a fondo nella sua bocca mentre spingeva il proprio sesso dentro e fuori dalla gola di Jonathan. I suoni animaleschi che provenivano da entrambi gli uomini si addicevano al loro modo feroce di fare l'amore. Ognuno di loro aveva le dita sprofondate nella schiena dell'altro, attirando la durezza dell'altro sempre più a fondo nella loro bocca vogliosa. Troppo presto raggiunsero il culmine, gemendo e gridando di piacere mentre si svuotavano nelle reciproche gole. David ruotò su un fianco, in modo da non schiacciare Jonathan con il suo peso, ma tenne il suo sesso in bocca, continuando ad accarezzare il sedere di Jonathan. Si strusciarono e leccarono a vicenda, lasciando che i loro cuori tornassero alla normalità. Alla fine, Jonathan tirò il braccio di David come una muta richiesta di raggiungerlo dalla stessa parte del letto. L'uomo si girò, tirò Jonathan contro di sé, petto contro petto, e gli circondò la vita con un braccio. Con un ultimo e silenzioso bacio, si addormentarono soddisfatti e felici, l'uno nelle braccia dell'altro. LA SECONDA volta che qualcuno si riferì a David come ad un ' padre', fu ancora più evidente. David riuscì a finire prima al lavoro, così decise di andare a prendere Samuel a scuola. Chiamò Jonathan per fargli sapere che si sarebbero incontrati a casa una volta che avesse finito al ristorante, poi AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. guidò per cinque minuti dal suo ufficio fino all'asilo. Si avvicinò a una donna dai capelli grigi alla reception e le passò la patente di guida. “Sono David Miller e sono qui a prendere Samuel Doyle. Oggi è il suo primo giorno, quindi non sono sicuro in che classe si trovi.” “Oh, certo. Sam si è divertito molto oggi,” disse la donna mentre controllava i documenti di David con altri che aveva nel cassetto. “L'accompagno nella sua aula.” Spinse indietro la sedia e si alzò, camminò attorno al bancone, restituì la patente a David e lo condusse lungo il corridoio, chiacchierando di uno zoo vagante che sarebbe passato dalla scuola il mese successivo e di una raccolta fondi che stavano pianificando per la primavera. “Sam, il tuo papà è qui,” esclamò la donna quando aprì una porta di un rosso brillante ricoperta di fogli che erano stati dipinti con le dita dai bambini. David non era sicuro di cosa dire. Doveva correggerla? Era necessario farlo? Lui e Jonathan erano entrambi inseriti nei documenti e lui non voleva confondere le cose. Sam era nell'angolo e giocava con le costruzioni con i suoi amici. Alzò lo sguardo quando sentì il suo nome, vide David sulla porta e un sorriso gli illuminò il volto. Balzò in piedi e corse verso David che era accucciato e pronto per ricevere il fagottino che gli saltò tra le braccia. “Hai passato una bella giornata?” “Ah - ha. E' divertente qui. Vuoi vedere cosa ho fatto?” LE SETTIMANE diventarono mesi e David continuò a dividersi con Jonathan i doveri di portare e andare a prendere Samuel all'asilo, quindi passava abbastanza tempo alla scuola. Il risultato fu che si abituò a sentirsi chiamare il “papà di Sam”. “Papà di Sam, mi dai la mia tazza?” dalla bambina con i capelli neri e gli occhi marroni quando David stava aprendo il frigorifero per metterci il pranzo e la tazza di Sam. AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Oh, c'è il papà di Sam, magari ci può aiutare ad appendere questo,” da una delle piccole insegnanti che si era arrampicata su una sedia cercando di appendere un poster al muro. E alla fine, quella che gli fece stringere il cuore: “Il mio papà è qui, devo andare,” da Sam quando vide entrare David dall'altra parte della stanza. Ma, il momento più importante arrivò qualche giorno dopo. Sam si era addormentato davanti alla televisione. Non appena David prese il telecomando per spegnere il cartone animato che il piccolo stava guardando, Sam cominciò a lamentarsi. “No! Stavo guardando.” “E ora di andare a nanna, piccolo.” David prese Sam tra le braccia e si avviò verso la camera. “Non sono stanco, papà.” La testolina cadde in avanti sul suo petto, gli occhi si chiusero e il corpicino si rilassò. Mi ha chiamato papà. David ricacciò indietro le lacrime. “Non sei stanco, eh? Beh, leggiamo una storia e vediamo come ti senti.” Sistemò Sam nel letto e prese uno dei libri dallo scaffale vicino. “Mi piace quello, papà!” Gli usci così, naturalmente, come se l'avesse sempre detto. “Lo so.” David guardò il viso felice di Sam. “Sai che hai il sorriso del tuo papà, Sam? Sei molto fortunato.” “Ah - ha,” disse Sam mentre si muoveva sotto la coperta. “Ho il sorriso del papà e i tuoi occhi blu e tutti abbiamo i capelli neri.” Non erano proprio della stessa tonalità ma entrambi avevano davvero gli occhi blu. Il fatto che Sam avesse notato quella somiglianza e pensasse che gli occhi blu gli venissero da David gli riempì la voce di emozione. Si raschiò la gola, aprì il libro e cominciò a leggere. Quando gli occhi pesanti del bimbo si chiusero, David gli baciò la fronte, spense la luce e tornò in soggiorno. Lo spazio immacolato studiato dal designer si era scaldato da quando Jonathan e Sam si erano trasferiti. Fotografie con facce sorridenti erano sulla consolle e sui AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. tavolini, una cesta piena di giochi di Sam, dvd e libri erano a terra vicino alla poltrona e una coperta che David e Jonathan usavano quasi tutte le sere era appoggiata sopra lo schienale del divano. La sala da pranzo era stata anch'essa un po' “ridecorata”: i lavoretti di Sam ora adornavano i muri dove originariamente c'erano i quadri ad olio. A David piaceva chiamarla la galleria e ogni volta che Sam ne portava a casa da scuola uno particolarmente bello lo metteva in una semplice cornice nera e lo aggiungeva alla collezione. Entrò nella cucina rimodernata da poco dove Jonathan stava lavando i piatti. Vivevano insieme da mesi, ma ogni tanto si sentiva ancora colpito da quanto fosse cambiata la sua vita. Era molto più ricca da quando Jonathan ne faceva parte. Quel ragazzo gli aveva rubato il cuore e cambiato il significato della parola casa. Avvolse le braccia attorno alla vita del suo compagno, premendo il petto contro la sua schiena mentre Jonathan puliva il lavello. Appoggiò il mento alla sua spalla e gli baciò il collo. “Sam mi ha chiamato papà.” David condivise l'informazione con un sussurro. Jonathan chiuse l'acqua, si asciugò le mani e si voltò, togliendo un ciuffo di capelli dalla fronte di David. “Non è la prima volta.” “No?” “No. Lo ascolto quando parla con i suoi cugini mentre giocano. Le cose che dice mi fanno morire dal ridere. Comunque, l'altro giorno stava dicendo a Kaiden che il suo papà aveva giocato a football con lui. La settimana scorsa ha detto a Clare che il biscotto preferito del suo papà è quello con la farina d'avena e l'uva passa, e che lui e il suo papà amano le scaglie di cioccolato. E quando lavori fino a tardi mi chiede quando il papà torna a casa.” Le lacrime rilucevano negli occhi di David. Il petto gli si era stretto per l'emozione travolgente. Jonathan mise le braccia attorno alla sua vita e lo strinse forte. Alzò lo sguardo sul suo viso e s'innamorò di nuovo. “Ti sta bene?” AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C. “Se mi sta bene? Stai scherzando? E' bellissimo. Non ho mai pensato che avrei avuto un figlio. Hai idea di cosa significhi per me che lui la pensi in questo modo? Che pensi a me come un suo famigliare?” “Sì, ce l'ho, perché è tanto quanto significa per me che tu ti senta in questo modo riguardo a noi.” David si chinò per un bacio e mormorò contro quelle dolci e rosse labbra. “Siamo una famiglia. Tu, io e Sam.” Author CARDENO C. è un romantico senza speranza che vuole aggiungere un po’ di felicità e di “awww” in una giornata di lettura. Scrivere è una piacevole pausa dalla vita reale come associato in una compagnia e come volontario per le organizzazioni dei diritti civili dei gay. Cardeno spesso sente che i suoi personaggi scrivono da soli le loro storie e spera solo di avere tempo a sufficienza per metterle nero su bianco. Cardeno ama sentire i pareri dei lettori, quindi condividete pure i vostri pensieri sulla storia. Visitate il suo sito: http://www.cardenoc.com e su Facebook - il suo nome è Cardeno C. La serie Home di CARDENO C. http://www.dreamspinnerpress.com Document Outline Copyright Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 Capitolo 8 Capitolo 9 Capitolo 10 Capitolo 11 Capitolo 12 Capitolo 13 Capitolo 14 Capitolo 15 Capitolo 16 Capitolo 17 Capitolo 18 Capitolo 19 Capitolo 20 Capitolo 21 Capitolo 22 Capitolo 23 Capitolo 24 Capitolo 25 Capitolo 26 Capitolo 27 Author La serie Home di Cardeno C.