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Copyright
Pubblicato da
Dreamspinner Press
382 NE 191st Street #88329
Miami, FL 33179-3899, USA
http://www.dreamspinnerpress.com
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e
avvenimenti sono il prodotto
dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo fittizio e ogni
somiglianza a persone reali,
vive o morte, imprese commerciali, eventi o località è puramente
casuale.
Amore a Prima Vista
Copyright © 2011 di Cardeno C.
Traduzione di Barbara Cinelli
Illustrazione di copertina di Paul Richmond
http://www.paulrichmondstudio.com
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere
riprodotta o trasmessa in alcuna
forma o con alcun mezzo, elettronico o meccanico, incluse fotocopie,
registrazioni, o da
qualsiasi sistema di deposito e recupero di informazioni senza il
permesso scritto dell’Editore,
eccetto laddove permesso dalla legge. Per richiedere il permesso e
per qualunque altra
domanda, contattare Dreamspinner Press, 382 NE 191st Street
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Stampato negli Stati Uniti d’America
Prima Edizione
Luglio 2011
Edizione eBook italiano: 978-1-61372-879-6
Scrivere può essere un processo solitario, quindi sono
immensamente
grato di aver trovato una persona che è entrata in sintonia con i miei
personaggi, che ha capito il tono e l'atmosfera della mia scrittura e
che
in più conosce tutte quelle regole grammaticali fastidiose. LA
Borgaard, ti ringrazio molto per il tempo e l'energia che hai speso
per
aiutarmi a mettere a punto il mio lavoro, e per tutti gli ottimi consigli e
gli incoraggiamenti.
Tisha Barcus, grazie per avermi spinto a pubblicare il mio lavoro - sei
una bambolina.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 1
CREDETE nell'amore a prima vista?
Jonathan Doyle di sicuro sì. Oh, sapeva che era sciocco e
ingenuo, ma nel profondo ci credeva. Voleva crederci. Jonathan era
un
romantico incallito e senza speranza. Lo era sempre stato.
Da ragazzo, passava le ore a guardare alla TV vecchi film in
bianco e nero. Era affascinato dai gentiluomini che tenevano aperta
la
porta alle donne con cui uscivano, che prendevano i loro cappotti,
spostavano la sedia per loro e altre cose simili. Mentre gli altri
ragazzi
sognavano di diventare giocatori di football, rock star o vigili del
fuoco,
tutto ciò che Jonathan voleva era quel genere di storie d'amore,
tradizionali e da perderci la testa. Beh, quasi tradizionali, perché nei
suoi sogni ad occhi aperti, Jonathan - e non una donna - era la
persona
che condivideva quell'eterno amore con il suo Cavaliere. Nessuno di
quei vecchi film in bianco e nero, però, esplorava quel territorio.
Sebbene fosse amabile e d'indole buona, Jonathan sembrava non
riuscire a stare tranquillo. In un certo senso, non importava quanto
cercasse di stare fuori dai guai, i guai lo trovavano sempre. Aveva
una
cicatrice sulla punta del gomito destro causata dall'enorme vetrata
che
aveva rotto quando stava imparando ad andare in bicicletta e aveva
perso il controllo. Quando stava imparando a guidare, aveva
mandato
l'auto del padre in avanti anziché in retromarcia, finendo per
abbattere
tutta la staccionata anteriore del suo vicino di casa e planare poi
nella
sua piscina. E, nel tentativo di far felice la sua amica, Jonathan
aveva
perso la sua verginità in un tripudio di... delusione e conseguenze
che
avevano alterato tutta la sua vita.
“Ci sta guardando ora?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capelli castani, occhi blu, la piccola e graziosa Kathy McCallister
arrotolò i suoi riccioli al dito e si sforzò di tenere gli occhi incollati su
Jonathan, anche se la sua mente era concentrata sul proprio
ragazzo,
George Rodriguez, che stava in piedi dietro di lei dall'altra parte della
stanza. Tecnicamente, era il suo ex ragazzo da circa un mese, ma
nessuno pensava che sarebbe rimasto “ex” ancora per molto.
Jonathan
stava per guardare George quando Kathy catturò di nuovo la sua
attenzione afferrandogli il braccio e piantandogli le unghie nella
carne.
“Non guardarlo! Capirà che stiamo parlando di lui.”
Jonathan si strofinò la pelle dolorante e corrugò le sopracciglia
osservando la ragazza. Era frustrato dalla conversazione e,
onestamente, dall’intera serata. Kathy era la sua migliore amica. In
effetti, era una dei suoi pochi amici. L'aveva raggiunta alla festa per
celebrare la fine dell'anno scolastico, anche se lui era terribilmente
timido e più che a disagio in quegli ambienti.
“Pensavo mi avessi chiesto se ci stava guardando.”
Kathy mantenne un sorriso falso stampato sul viso, gettò la testa
all'indietro, rilasciò una risata sonora e poi rispose con un sussurro
alla
domanda di Jonathan.
“Ti ho chiesto se ci stava guardando. Ma tu devi controllare senza
che lui si accorga che lo stai facendo, capisci?”
Jonathan era frustrato, stanco, e stufo della festa. Non aveva idea
di come controllare se il ragazzo di Kathy li stesse guardando senza,
beh, controllare.
“Kath, voglio andare a casa. Sono stanco. Perché non gli parli?
Sei stata con lui sin dal primo anno. Di certo puoi avere una
conversazione con lui.”
Proprio in quel momento, una matricola carina si avvicinò a
George e gli accarezzò il braccio mentre parlavano. Essendo
dall'altra
parte della stanza, Jonathan non poteva sentire cosa si stessero
dicendo
ma, quando George mise un braccio attorno alle spalle della ragazza
e
la condusse verso la porta, un po' dello shock che Jonathan stava
provando doveva essere ben leggibile sul suo viso, perché Kathy si
dimenticò la regola del 'controllare senza controllare' e si voltò di
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
scatto, giusto in tempo per vedere il suo ragazzo lasciare la festa
con
un'altra. Ex-ragazzo. O quello che era.
“Oh, Kath, Io… Sono sicuro che c’è una buona spiegazione.
Magari è…”
Dannazione. Jonathan non aveva idea di come finire la frase. Non
capiva niente di relazioni e non sapeva molto di più riguardo a
George.
Certo, Kathy era sua amica ed era stata la ragazza di George per
quasi
quattro anni, ma i due ragazzi non avevano niente in comune, quindi
passavano raramente del tempo insieme.
George era un atleta popolare, socievole, amichevole ed
estroverso. Jonathan era tranquillo, introverso e sperava solo di
arrivare
alla fine della giornata senza essere insultato dai compagni di
classe.
Sentiva spesso le persone borbottare tra i denti definendolo strano.
Anche goffo e scoordinato andavano forte. Ma c'era un gruppo
d'insulti
che veniva usato più di tutti gli altri: finocchio, frocio e, nei giorni
davvero buoni, gay.
Quelle parole avevano seguito Jonathan lungo i corridoi e nel
cortile sin dalla scuola media. Non era mai stato con un altro
ragazzo,
non aveva mai nemmeno espressamente mostrato interesse in un
altro
ragazzo. Ma era vero. Jonathan sapeva che era vero. Era
terrorizzato
per come si sarebbero sentiti i suoi familiari, però, quindi aveva
tenuto
l'informazione per sé.
“Non posso credere che se ne sia andato con quella sgualdrina!
Quello stronzo traditore! Lo sapevo! Lo sapevo!”
Kathy era furente, con i pugni chiusi lungo i fianchi mentre
camminava pestando i piedi nei suoi stivali rosa e glitterati.
“Bene. Se vuol fare questo gioco con me, posso trovarmi anch'io
un altro ragazzo.”
Si gettò i lunghi capelli dietro le spalle e si guardò attorno nella
stanza con sguardo determinato. Jonathan sapeva che doveva
fermarla
prima che potesse fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentita.
“Kathy, dai. Ti porto a casa, così puoi chiamarlo e parlargli.
Andiamo.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Non appena sentì la mano di Jonathan sul braccio, Kathy si voltò
verso di lui. Aprì la bocca per urlare, ma poi la sua rabbia si
trasformò
in un ghigno spaventoso.
“Oh, questo è davvero perfetto. Andiamo, Jon.”
Jonathan iniziò a camminare verso la porta ma Kathy lo afferrò
per la mano e lo trascinò nella direzione opposta.
“Dove stiamo andando? La porta è da quella parte, Kath.”
Jonathan indicò l'uscita.
“Non lasciamo la festa. Andremo in camera, lasceremo la porta
socchiusa e faremo così tanto dannato rumore che gli amici di
George
gli diranno di certo che non è stato l'unico a divertirsi. Dai,
Jonathan.”
Dieci minuti dopo era finita. Jonathan era sdraiato sul letto, nella
stanza degli ospiti, con i pantaloni e la biancheria alle ginocchia ma,
per il resto, ancora completamente vestito. Indossava ancora le
scarpe.
Kathy scese da lui e s'infilò di nuovo le mutandine, facendole risalire
sotto la gonna. Era venuto, quindi doveva significare che gli era
piaciuto, giusto? Eppure non era così. Diamine, Jonathan non era
nemmeno sicuro di come fosse stato. Kathy lo aveva solo spinto sul
letto, gli aveva aperto i jeans, abbassato la biancheria, accarezzato il
pene finché gli era diventato duro e l'aveva cavalcato fino
all'orgasmo.
“Tirati su i pantaloni, Jon. Possiamo andare ora.”
Kathy si voltò verso di lui e lo guardò in faccia. Jonathan non era
sicuro di cosa ci vide ma, per la prima volta, la ragazza sembrò
rendersi
conto che le sue avances potessero anche non essere gradite.
“Oh, merda. Stai bene, Jon? Non pensavo ti dispiacesse.
Insomma, sei un ragazzo e tutto il resto. T’interessa il sesso,
giusto?”
Jonathan sollevò i fianchi, si tirò su gli slip e i pantaloni e si
sedette a gambe incrociate sul letto. Poi guardò la sua amica, si
schiarì
la voce e parlò in un sussurro.
“Io, umm, non l'avevo mai fatto prima, Kathy.”
In effetti, non aveva mai fatto niente prima d'allora. Niente sesso,
niente lavoretti di mano, nemmeno un bacio. Beh, il bacio non c'era
stato tra lui e Kathy ma tutto il resto era stato nuovo di zecca.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
La ragazza sembrò scioccata. Probabilmente perché faceva sesso
da quando aveva quattordici anni.
“Sul serio?”
Comprensione e poi rammarico passarono sul suo bel viso. Si
avvicinò a Jonathan, gli si sedette vicino sul letto e gli mise una
mano
sul ginocchio.
“Jon, tu sei… Insomma, ehm, le cose che dicono, pensavo che
fossero perché sei così carino, lo sai. Ma tu sei…”
Carino? I ragazzi non sono carini. Sì, lui aveva dei lineamenti
delicati, ciglia lunghe e una corporatura snella, ma comunque...
“Ehi, non sembro una ragazza!”
Kathy fece una risatina e guardò il basso ventre del suo amico.
“Oh, lo so che non sei una ragazza, Jonathan. L'ho appena
sperimentato in prima persona.”
Jonathan ridacchiò.
“Già, è vero. Penso che tu mi abbia appena fatto capire di essere
gay, Kath.”
In qualche modo questo alleggerì l'atmosfera e Kathy rise. Le
lacrime brillavano nei suoi occhi.
“Non sei arrabbiato con me?”
Era arrabbiato? Jonathan ci pensò. No, non poteva essere
arrabbiato con Kathy. Diamine, faticava ad arrabbiarsi con chiunque.
Non era proprio una cosa da lui.
“No, non sono arrabbiato. Almeno posso dire di aver provato a
essere etero. Lo aggiungerò ai miei fallimenti. Come quando ho
giocato
nella Little League e non ho colpito la palla nemmeno una volta per
tutta la stagione, e nemmeno durante gli allenamenti. O la volta che
ho
appiccato un fuoco durante la fiera della scienza e gli idranti hanno
inzuppato tutti.”
Kathy mise le mani sulle guance del suo amico e catturò il suo
sguardo. La sua voce era seria.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Jonathan, non c'è niente di sbagliato nell'essere gay. Niente. Non
azzardarti a dire che è un fallimento.”
E quella era solo una delle ragioni per cui era la sua migliore
amica. Anche se l'aveva appena molestato nella camera degli ospiti
del
loro compagno di classe.
“Pensi che i miei genitori saranno delusi da me?” Jonathan si
mordicchiò il labbro inferiore e giocherellò con un filo della camicia.
Non voleva sembrare un ragazzino, ma odiava l'idea di sconvolgere i
suoi genitori. Odiava l'idea di sconvolgere chiunque.
“No. Penso davvero che non saranno delusi. Se vuoi, verrò da te e
mi siederò al tuo fianco quando glielo dirai.”
“Grazie, Kath. Non sono ancora pronto, ma ti farò sapere.”
Kathy scese dal letto e si avviò verso la porta aperta.
“‘Okay. Andiamo, Jonny-boy. Domani dovremo alzarci presto per
il viaggio.”
Il giorno seguente la madre di Kathy passò a prendere Jonathan e
lasciò entrambi all'aeroporto. La loro insegnante di teatro stava
portando i diplomandi a Broadway per un viaggio di tre giorni. Kathy
era stata protagonista in un paio di recite e aveva interpretato dei
personaggi importanti in alcune altre. Jonathan aveva aiutato a
costruire
le scenografie.
Era divertente stare a New York e Jonathan era riuscito a tenersi
fuori dai guai per quasi tutto il viaggio. L'ultimo giorno, lui e Kathy
erano seduti sul pavimento nella stanza d'albergo della ragazza,
cercando di decidere come finire la loro visita alla città.
“Visto che è il nostro ultimo giorno abbiamo la mattinata libera,
Jonathan. Cosa vuoi fare? Magari possiamo andare in uno dei bar
pazzeschi che ci sono qui a New York!”
Jonathan roteò gli occhi e guardò le brochure sparse attorno a lui
di musei e monumenti, sfogliandole una a una e studiandole con
attenzione.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Kathy, sono le otto del mattino. I bar probabilmente non sono
ancora aperti, nemmeno a New York. Tra l'altro, nessuno di noi due
ha
l'età per entrarci.”
Kathy mise il broncio e aprì la bocca per rispondere quando
entrambi sentirono “Kerosene” di Miranda Lambert risuonare nella
stanza.
Well, I’m giving up on love, hey, love’s given up on me.
Jonathan sollevò le sopracciglia e guardò l'amica. “Hai cambiato
la suoneria per le chiamate di George?”
Lei arrossì. “Perché quel coglione mi sta chiamando?”
Jonathan le regalò un sorriso di comprensione. “Non è un
coglione, Kath, e tu lo ami ancora. Io vado a vedere la Statua della
Libertà e ti darò un po' di privacy così potrete parlare.”
Kathy non discusse. Camminò verso il telefono e lo guardò come
se fosse un serpente che potesse morderla. Dopo pochi secondi
s'irrigidì, aggrottò al meglio le sopracciglia e rispose.
“Cosa vuoi?”
Jonathan uscì dalla stanza con alcune brochure strette nella mano
e aspettò fino a quando la porta fu chiusa prima di iniziare a ridere.
Non
capiva cosa stesse accadendo tra la sua amica e il suo ragazzo, ma
sapeva che George la amava. Sinceramente, era sorpreso che ci
avesse
messo così tanto prima di chiamarla. L'unica incognita, ora, era
quanto
Kathy avrebbe deciso di farlo soffrire prima di perdonarlo per
qualsiasi
cosa lui avesse fatto di sbagliato.
Uscì dall'hotel e camminò lungo le strade gremite di New York. E
fu in quel momento che la sua vita si capovolse. Beh, tecnicamente
fu il
suo corpo a capovolgersi quando inciampò scendendo gli scalini
della
metropolitana. Non si ferì gravemente, ma si slogò un polso, così i
paramedici lo portarono all'ospedale per fargli delle lastre. Il dottore
confermò che non c'era niente di rotto, mise il polso di Jonathan in
un
tutore e lo dimise.
Dato che aveva già diciotto anni ed era legalmente un adulto,
l'ospedale non era tenuto a chiamare nessuno prima di curarlo, ma
lui
non aveva voluto che la sua insegnante si preoccupasse, così
l'aveva
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
chiamata e le aveva spiegato il tutto. Una volta che la tracolla fu al
suo
posto, entrò in ascensore per uscire dall'ospedale e tornare in hotel.
Non
fu una sorpresa quando sbagliò a premere il pulsante e scese al
piano
sbagliato. Quando si rese conto di essere nel reparto maternità
invece
che nell'atrio, Jonathan era in piedi di fronte alla nursery, ipnotizzato
dall'uomo che vedeva dietro la vetrata.
Lo sconosciuto indossava sopra i vestiti uno dei camici blu
dell'ospedale, era seduto su una sedia a dondolo e teneva tra le
braccia
un neonato avvolto in una coperta blu e rosa a strisce. I suoi capelli
erano di un nero intenso, la pelle chiara e i suoi occhi... wow, quegli
occhi. Erano bellissimi, di uno scintillante blu scuro che Jonathan
non
aveva mai visto, né mai immaginato. Sentì di poter annegare in
quegli
occhi.
Jonathan era immobile nel corridoio dell'ospedale e fissava
quell'uomo splendido. Non poteva sentire attraverso il vetro, ma gli
sembrava che stesse cantando qualcosa al bambino che cullava tra
le
braccia. E c'erano lacrime che rigavano quel viso ben definito e
perfetto. Jonathan voleva avvicinarsi all'uomo dagli occhi blu,
sederglisi in grembo e asciugargli le lacrime. Voleva toccare quei
soffici capelli neri, appoggiare la testa contro il suo petto e sentire il
suo cuore battere. Voleva prendersi cura di lui per far sì che non
piangesse mai più. Il tempo si fermò mentre Jonathan immaginava il
proprio futuro con quell'uomo dagli occhi blu.
“Jonathan Doyle! Eccoti qui.”
Jonathan voltò il capo verso l'ascensore e vide la sua insegnante
correre verso di lui in preda al panico.
“Hai detto che saresti venuto direttamente in hotel. Quando non
sei arrivato, ho chiamato l'ospedale e mi hanno detto che ti avevano
dimesso un'ora fa. Grazie a Dio stai bene. Cosa ti è successo
stavolta,
caro?”
La donna guardò il suo braccio e toccò teneramente l'imbracatura.
Jonathan alzò lo sguardo sull'orologio appeso al muro e si rese
conto
che erano passate tre ore. Gli erano sembrati solo pochi secondi e
invece aveva fissato l'uomo dei suoi sogni per tre ore. Quando tornò
a
guardare attraverso la finestra, lo sconosciuto se n'era andato. Era
come
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
se fosse svanito nel nulla. Avvertì una fitta al cuore per quella perdita
e
il ragazzo faticò a fare entrare aria nei polmoni. Sforzandosi di stare
calmo, rispose alla sua insegnante.
“Oh, mi scusi, signora Burns. Non volevo farla preoccupare. Sono
sceso al piano sbagliato e ho perso la nozione del tempo.”
“Va tutto bene, caro. Capisco.”
La signora Burns conosceva Jonathan sin dal primo anno, quindi
aveva smesso di fargli domande quando si cacciava in situazioni
strane.
Gli prese il braccio ferito e lo condusse all'ascensore, poi fuori
dall'ospedale e nel taxi che li aspettava in strada.
“Kathy ha preparato la tua borsa, Jonathan. Dobbiamo andare
subito all'aeroporto per prendere il nostro volo.”
Lui annuì, ma l'unica cosa alla quale riusciva a pensare era
quell'uomo dietro il vetro della nursery. L'uomo con quegli
stupefacenti
occhi blu.
Quando tornò a casa, a Emile City, s'inventò delle scuse per cui
avrebbe dovuto trasferirsi a New York dopo il diploma. Le sue ragioni
avevano qualcosa a che vedere con il trovare la vocazione nella città
dove tutto era possibile ed esplorare la scena musicale visto che lui
amava la musica. A chi importava? Erano sciocchezze e Jonathan lo
sapeva. Non aveva nessuna vocazione. Non aveva mai avuto un
interesse per qualcosa in particolare. Era sempre stato nella media
riguardo a qualsiasi argomento o attività.
La verità era che voleva trasferirsi a New York perché era lì che
lui viveva. Jonathan voleva incontrare lui. Aveva bisogno di
conoscere
lui. Quel bell'uomo dagli occhi blu che l'aveva così colpito.
Quell'uomo
chiaramente etero che aveva un bambino. L'uomo del quale si era
innamorato a prima vista.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 2
LA SETTIMANA dopo il diploma, Jonathan impacchettò le sue cose,
raccolse il denaro che era riuscito a risparmiare lavorando nel
ristorante
di famiglia e partì per iniziare la sua nuova vita a New York. Trovò
una
stanza a buon mercato in un ostello e un lavoro come lavapiatti. Tra
il
lavoro e i suoi tentativi per ritrovare l’uomo dei suoi sogni, Jonathan
era esausto. Il lato positivo era che era troppo stanco per essere
depresso, visto che non aveva ancora visto lui, né sapeva dove
poter
trovare quel bellissimo uomo dagli intensi occhi blu la cui immagine
era impressa a fuoco nella sua mente. Il lato negativo era che
Jonathan
era solo. Profondamente solo.
I giorni diventarono settimane e le settimane mesi e,
indipendentemente da quanto impegno ci stesse mettendo,
Jonathan
non riusciva a trovare quell’uomo. Come per ogni altra cosa nella
sua
vita, il piano per scovare Mr. Quello Giusto e camminare con lui
verso
il tramonto, non aveva funzionato. Inoltre le cose riuscirono anche a
complicarsi ulteriormente.
Iniziò tutto con una telefonata nel bel mezzo della notte.
“Jonathan?”
La sua voce era appena un sussurro, ma il ragazzo la riconobbe.
“Sì, Kathy. Cosa c’è che non va?”
Jonathan cercò di strofinarsi gli occhi con la mano libera mentre
si sedeva sul materasso sottile e fece una smorfia quando una molla
gli
s'infilò in una gamba. Si appoggiò all'indietro contro il muro
fatiscente
e, con una rapida occhiata all’orologio, vide che era quasi
mezzanotte.
Perché Kathy lo stava chiamando?
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“E’ successo di nuovo qualcosa con George?”
Kathy e George erano tornati insieme circa un mese prima. Il
ragazzo si era arruolato nell’esercito e si era presentato alla porta di
Kathy con un anello di fidanzamento. Lei aveva accettato. Jonathan
non aveva mai nemmeno capito cosa li avesse fatti separare.
“No, George sta bene. Stiamo bene.”
Ci fu un silenzio inquietante sulla linea e poi lei sussurrò di
nuovo.
“Jonathan, mi dispiace davvero tanto. E’ tutta colpa mia. Io non
volevo, ma… merda, com’è difficile.”
“Kathy? Stai bene? Cosa succede?”
Un lungo sospiro e poi: “Sono incinta e tu sei il padre.”
Ora fu il turno di Jonathan di restare in silenzio. La sua bocca si
spalancò e il suo cervello si congelò.
“Merda. Mi spiace, Jonathan. Non avevo pianificato di dirtelo
così. Volevo prepararti, ma poi ho pensato che fosse meglio fare
come
con i cerotti: con uno strappo deciso.”
Ancora nessuna risposta da Jonathan. Il suo cervello si stava
risvegliando e iniziava ad elaborare l’enormità di ciò che Kathy gli
stava dicendo.
“Ascolta, non devi fare niente. Sono stata un’idiota e non ho
nemmeno pensato a ciò che era successo finché non sono andata
dal
dottore per la visita annuale e mi ha chiesto quando avevo avuto le
mestruazioni l’ultima volta. Ho fatto la pipì sulla barretta et voilà!
Bambino in arrivo. Io e George ci sposiamo e ci trasferiamo in
Kentucky per la sua formazione di base. Non vuole che porti il
bambino di un altro con noi e lo capisco perfettamente. E’ comunque
troppo tardi per fare qualcosa ora, comunque, quindi lo darò in
adozione. Ti manderò alcuni documenti, li firmerai, e in quattro mesi
potrai dimenticarti che sia mai successo.”
L’intero discorso si era svolto in circa trenta secondi, che fu il
tempo che Kathy gli diede per reagire.
“Jonathan? Di’ qualcosa.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
La bocca del ragazzo era ancora aperta ma non ne uscì parola.
“Jonathan, so che sei lì. Ti sento respirare.”
Davvero? Stava respirando? Beh, era un buon segno. Il ragazzo si
schiarì la voce e cercò di spingere fuori le parole.
“Ho bisogno di pensarci, Kathy.”
“Sì, lo so. Ci vorranno comunque un po’ di giorni prima che ti
arrivino i documenti. Sono tanti e non li ho in formato elettronico
quindi te li devo spedire. Qual è il tuo indirizzo?”
Jonathan cercò di spiegarsi meglio.
“Non è ciò che intendevo. Kathy, ho bisogno di pensare. Non so
se sono d’accordo con il fatto di darlo in adozione. Io… io non so se
posso farlo.”
Un sospiro rumoroso da parte della ragazza fu seguito da lunghi e
imbarazzanti momenti di silenzio.
“Se tieni il bambino, Jonathan, lo farai da solo. Io rinuncio ai miei
diritti. E’ così che dicono quando ti fanno firmare quei documenti.
Sarà
come se non fossi la madre. Mi spiace. So che può sembrare che io
sia
senza cuore, ma quella notte è stato uno stupido errore. George è la
mia
vita. Ci sposiamo. Avremo dei figli nostri. E lui non vuole un bambino
che gli ricordi quel momento.”
“Lo capisco, Kath. Non do colpa a George. E non penso che tu sia
senza cuore. Ho solo bisogno di un po’ di tempo per razionalizzare il
tutto.”
Era ridicolo ma, quando Jonathan chiuse la telefonata, l’ansia e il
dolore al cuore che sentiva, non avevano niente a che vedere con la
paura di deludere i genitori o con il fatto che fosse troppo giovane
per
avere un figlio. No. L’unica cosa che c’era nella testa di Jonathan
erano
quei bellissimi occhi blu che non sarebbero mai stati suoi.
Trovare l’uomo che aveva visto all’ospedale era una cosa difficile
ed era probabile che non fosse nemmeno gay o, se lo era, era
possibile
che stesse già con qualcun altro, ma un ragazzo con un bambino…
chi
l’avrebbe voluto? Era l’ultimo chiodo sulla bara che seppelliva ogni
speranza che avesse avuto di trovare il ragazzo dei suoi sogni.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Fu la sensazione di quella perdita e quel dolore, mescolati con la
sempre presente solitudine che lo circondava da quando si era
trasferito
a New York – o, a essere onesti, la solitudine che l'aveva
accompagnato
per tutta la sua vita –, che gli diede lo stimolo per indossare
qualcosa,
lasciare l’ostello ed entrare nel primo locale gay che trovò. Non era lì
che da un paio di minuti quando un ragazzo di aspetto decente,
anche
se un po’ viscido, cominciò a pavoneggiarsi.
“Io sono Ray e tu sei bello.”
Quel genere di smancerie avrebbe fatto vomitare chiunque, ma
Jonathan, che non aveva mai capito di essere estremamente
attraente, si
sentì lusingato che qualcuno lo considerasse degno di una seconda
occhiata o, addirittura, di fare quattro chiacchiere, e così parlò con
quel
ragazzo. Dopo venti minuti, Ray lo invitò a casa sua in modo che
potessero parlare con più tranquillità. Sembra una scusa ovvia,
giusto?
Beh, lui non lo percepì.
Jonathan non riusciva a capire cosa fosse successo dopo che era
entrato nell’appartamento di Ray. Era tutto sfocato dalla solitudine e
dalla tristezza di aver perso ogni speranza di poter stare con lui, ed
era
piacevole avere un uomo che lo toccasse, lo accarezzasse e lo
volesse.
Jonathan lo assecondò. Aveva aspettato così tanto tempo, o almeno
così
sembrava alla sua mente di diciottenne. Era stanco di essere solo,
non
aveva trovato l’uomo dagli occhi blu e comunque l’uomo dei suoi
sogni
non l’avrebbe voluto in ogni caso.
Così, fece sesso con uno sconosciuto. Anche senza baci e parole
di devozione, l’atto in sé fu buono. O almeno, lo fu durante, perché
non
appena ebbero finito, Ray mise Jonathan alla porta senza nemmeno
inventarsi una scusa. Non lo chiamò per parecchi giorni e, quando
finalmente lo fece, non fu per chiedergli di uscire insieme.
“Ho bisogno che tu venga qui. Ti ricordi dove vivo?”
Jonathan voleva rifiutare l’offerta ma Ray era insistente e lui non
voleva indisporlo. Bussò alla porta dell’appartamento di quell'uomo,
sapendo di essere stato invitato per niente di più di una scopata
veloce.
Non si prendeva in giro pensando che potesse esserci davvero
qualcosa
di più tra loro. Il fatto era che a Jonathan non interessava nemmeno
più.
Gli sembrava che la sua vita fosse finita lì, così com'era; non
avrebbe
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
mai vissuto la sua favola. Avrebbe dovuto spiegare ai genitori di
essere
gay e di essere un ragazzo-padre e scapolo. Inoltre, dato che non si
sarebbe mai messo con lui, poteva anche fare sesso con Ray.
Almeno
avrebbe sentito qualcosa di diverso dal vuoto e dalla desolazione.
Per il
momento, almeno.
“Ehi, James.”
Il sorriso untuoso di Ray lo accolse, e lui sentì lo stomaco
rivoltarsi.
“Jonathan.”
“Giusto. Jonathan. O quello che è. Entra.”
Il ragazzo pensò di voltarsi e tornare all’ostello. Cosa ci faceva lì?
Eppure non voleva essere scortese, così seguì Ray all’interno del
piccolo appartamento.
“Ho delle novità eccitanti! Siediti.”
Jonathan si trascinò verso il divano macchiato e corrugò le
sopracciglia con aria confusa quando Ray si sedette vicino a lui con
un
portatile, pigiò alcuni tasti e gli indicò lo schermo. Ed eccoli lì, nudi
come il giorno in cui erano nati, Jonathan a quattro zampe e Ray
dietro
di lui.
“Tu… ci hai filmato mentre facevamo sesso?!”
“Sì, ho pensato che potessi riguardarmelo io. Ma poi l’ho fatto
vedere a un mio amico che ha notato quanto tu sia eccitante e ha
detto
che ci avrebbe pagato per questo. Ho solo bisogno che firmi una
liberatoria. Il modo più facile in assoluto per fare cento dollari!”
Jonathan era sconvolto. Non era sicuro se nei confronti di se
stesso o per quello che gli aveva detto Ray.
“No! Non posso farlo. E se qualcuno lo scopre? Se lo vedono i
miei genitori?”
Ray roteò gli occhi.
“Oh, dai. I tuoi genitori guardano porno gay? Come potrebbero
scoprirlo? Ci inventeremo un nome per te e diremo al mio amico di
usarlo per il film. Nessun danno, nessun affanno.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Io…” Jonathan scosse furiosamente il capo e cercò di recuperare
il controllo sulle proprie emozioni e sulla situazione. Questa era una
brutta cosa. Davvero, davvero brutta. “Ray, non posso farlo.”
L’eccitazione di Ray si trasformò in rabbia e guardò Jonathan in
cagnesco.
“Senti, tu puoi anche essere un ragazzo ricco, ma io ho bisogno
dei soldi. Ti darò centocinquanta. E’ la metà, e non sarò nemmeno
ripagato per aver fatto il lavoro di filmare.”
Giusto, perché nascondere una telecamera in una stanza era un
lavoro. Jonathan sapeva che accettare era una cattiva idea, ma non
riusciva a contrastare quell’uomo più grosso, più vecchio e più sicuro
di sé di quanto non fosse lui. Così, quando Ray gli passò una penna
e
gli spinse contro la liberatoria, la firmò.
“Inventerai un nome falso?”
Ray attraversò la stanza per prendere il telefono.
“Sì, certo. Useremo il tuo nome porno. Qual è?”
“Il mio nome porno?”
Ray roteò gli occhi, seccato.
“Sì, lo sai, il tuo secondo nome e il nome del tuo primo cucciolo.
Il tuo nome porno.”
Era una cosa che sapevano tutti? Era Jonathan a essere davvero
un inetto socialmente? Probabilmente sì.
“Umm. Il mio secondo nome è William. E il mio primo cucciolo
era un uccellino blu di nome Dragon.”
Ray premette i pulsanti sul telefono e prestò solo la minima
attenzione a ciò che Jonathan stava dicendo.
“Ottimo. Will Dragon. Nome perfetto per il porno.”
Tenne l’indice puntato in aria e si concentrò sulla telefonata.
“Ehi, amico. Ha firmato le carte. Quando possiamo avere il nostro
assegno?” Ci fu una pausa mentre Ray annuiva in direzione di
nessuno
in particolare. “Bene. Siamo qui ora. Gli dirò di aspettare.”
Finì la chiamata e si voltò verso Jonathan.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Aspetta qui e avremo i nostri soldi.”
Jonathan voleva andarsene. Sì, potevano fargli comodo
centocinquanta dollari, specialmente con la faccenda dell’essere
padre
che gli pendeva sul capo, ma il suo istinto gli diceva di fuggire e
andarsene. Si alzò dal divano.
“Me ne vado, Ray. Ti chiamerò dopo per i soldi.”
Non che avesse il numero di Ray. Era stato uno scambio a senso
unico. Non importava. Voleva lasciare l’appartamento e fingere di
non
aver mai incontrato quell'uomo.
“No, non andare. Il mio amico ha detto che vuole parlarti. Aspetta
ancora un po’. E’ per strada.”
Ray era davvero insistente, e l’istinto di Jonathan cosa poteva
saperne? Non era stato forse il suo istinto a dirgli che l’uomo dagli
occhi blu era quello giusto? E ora era abbastanza chiaro che fosse
tutto
un fiasco. Così cedette all’insistenza di Ray e si fermò ad aspettare,
sedendosi di nuovo sul divano.
“Oh, okay.”
Che male poteva fare incontrare il suo amico? pensò, mentre
batteva un piede nervosamente e si mordicchiava il labbro inferiore.
Un’ora dopo, Jonathan aveva incontrato l’amico di Ray e aveva
accettato di prendere parte a un altro film, un prodotto di alto livello
questa volta, che pagava di più. Si trovò fuori dall’appartamento e in
qualche studio improvvisato, spogliato, sdraiato sulla schiena con le
caviglie bloccate vicino alle orecchie, prima ancora di capire cosa
stesse succedendo.
In qualche modo, fare sesso con un estraneo mentre altri gli
giravano attorno e filmavano non era peggio che fare sesso con Ray.
L’atto in sé era sempre bello. Jonathan non poteva negare quanto gli
piacesse essere scopato e se doveva chiudere il suo cuore e
impedire al
suo cervello di pensare, beh, poteva farlo. O almeno poteva
provarci.
Dopo quel giorno, accettare di fare sesso davanti ad una
telecamera sembrò non importargli più. L’aveva già fatto una volta,
cosa importava se lo faceva due? O tre volte? O quattro? Era andato
a
letto con un ragazzo, cosa importava se diventavano due? O tre? O
più?
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Due mesi dopo, Jonathan era quasi tramortito. Aveva lasciato il
lavoro al ristorante e aveva smesso di passare i giorni a cercare Mr.
Quello Giusto, sapendo che l’uomo dagli occhi blu non l’avrebbe
comunque voluto. Invece, dedicò il suo tempo a fare sesso con
sconosciuti mentre altri sconosciuti lo filmavano e odiava se stesso
perché provava piacere nell’atto, nonostante sapesse che era una
vita
vuota.
Poi, un giorno, arrivò quello che considerò essere il suo primo
colpo di fortuna in tutta la sua esistenza. Jonathan era al lavoro,
sospeso
in un’imbracatura, circondato da uomini che si davano il turno nella
sua
bocca e nel suo sedere, quando un rumore forte spaventò tutti.
Agenti di
polizia invasero lo studio e Jonathan non batté ciglio quando
guardarono con disgusto il suo corpo coperto di sperma. Tipico,
pensò.
Ovviamente un gruppo di maschi alfa doveva fare irruzione proprio
in
questo momento.
Chiuse gli occhi per non vedere le espressioni di scherno e i
sogghigni che lo circondavano. Non c’era modo di ignorare alcuni
dei
commenti sgradevoli che gli fecero, ma davvero, Jonathan non si
aspettava niente di diverso. Era solo un altro modo in cui era riuscito
a
mettere in imbarazzo se stesso. Almeno non stava facendo niente
d'illegale. Aspettate, fare quei film non era illegale, vero?
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 3
QUANDO Jonathan riaprì gli occhi, c’era un uomo bellissimo che lo
sovrastava. Un paio di occhi verdi penetranti lo studiavano da un
viso
che aveva un’espressione feroce ma che era straordinariamente
bello. Il
corpo, poi, era uno dei migliori che il ragazzo avesse mai visto.
Jonathan si liberò dall’imbracatura e trovò un bagno. Si stava
asciugando l’ultima goccia di sperma dai capelli quando l'Agente
“Gran Figo” entrò e lasciò cadere sul pavimento una pila di vestiti.
“Vestiti, così poi possiamo parlare. Come ti chiami, amico?”
Oh, no! Jonathan andò nel panico. Se avesse detto il suo nome
all’agente, sarebbe stato ufficializzato e i suoi genitori l’avrebbero
scoperto.
“Will Dragon?”
Magari ci avrebbe creduto. Sembrava quasi un nome vero ed era
quello segnato in tutti i film.
“Dammi tregua. Voglio sapere il tuo vero nome.”
Maledizione. Beh, Jonathan non aveva davvero pensato che
potesse funzionare. Sospirò e curvò le spalle.
“Jonathan. Mi chiamo Jonathan Doyle.”
Invece di scrivere il suo nome e ammanettarlo, l’agente sorrise e
gli mise un braccio attorno alle spalle con fare protettivo.
“Piacere di conoscerti, Jonathan. Sono il Detective Owens. Vestiti
e ti pagherò il pranzo per scusarmi del comportamento di quello
stronzo.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan era confuso. Quale stronzo? L’altro agente? Sì, certo,
non era stato molto gentile. Beh, a essere onesti, era stato
maleducato, e
con questo? Non era la prima volta che qualcuno lo prendeva in giro,
e
di certo non sarebbe stata l’ultima.
“I poliziotti non sono i cattivi, amico. Ti aspetto fuori.”
Mentre Jonathan s'infilava i pantaloni e la camicia, si chiese cosa
quel detective volesse da lui. Chiaramente non era gay, quindi non
poteva essere sesso. Oh beh, l’idea di un pranzo gli piaceva.
Jonathan
non aveva mangiato niente in tutto il giorno.
Alla fine, però, ottenne molto di più di un pranzo dal Detective
Owens. Quell'uomo splendido era un grande ascoltatore. Jonathan
gli
disse da quanto viveva a New York, il perché si era trasferito lì, da
quanto tempo faceva film pornografici e che stava per diventare
padre.
Era bello parlare con qualcuno che lo ascoltava davvero e non lo
giudicava. Jonathan si sentiva così a suo agio con il Detective
Owens
che, quando l'uomo si offrì di aiutarlo a sistemare la sua vita in modo
da diventare una persona meritevole del bimbo in arrivo, accettò di
buon grado. Il primo passo era smettere di lavorare allo studio
perché,
che gli piacesse o no, stava per diventare padre.
Dopo la nascita di Samuel, Jonathan passò una settimana a Emile
City. I suoi genitori lo implorarono di restare, ma lui aveva ritrovato
l'ispirazione per inseguire nuovamente il suo sogno e trovare l’uomo
dagli occhi blu. Così tornò a New York con suo figlio al seguito e con
la speranza rinnovata che avrebbe trovato la sua anima gemella.
La sua vita era cambiata dalla prima volta in cui si era imbarcato
in questo viaggio. La solitudine era sempre lì, ma non era più venata
d'incoscienza. Finalmente aveva avuto fortuna: aveva un figlio, un
meraviglioso e bellissimo figlio che Jonathan adorava ed era bravo
in
qualcosa per la prima volta in vita sua. Era un buon padre. Chiunque
lo
vedesse con Sam lo diceva e il sorriso sul viso del bambino quando
il
suo papà entrava nella stanza non mentiva.
Così, Jonathan lavorò duramente – tenendosi addosso i vestiti – e
allevò il suo bambino. E riprese la ricerca del suo lui. S'impose
anche
di seguire alcune regole. Non frequentava i bar per incontrare
uomini.
Sia donne sia uomini cercavano spesso di rimorchiarlo, ma lui si
rifiutava di andarsene a casa con un ragazzo appena conosciuto e si
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
rifiutava di fare sesso con qualcuno solo perché aveva piazzato una
frase carina e gli forniva una cura temporanea per la solitudine.
Jonathan stava aspettando Mr. Quello Giusto e, ogni volta che
s'immaginava lui e la loro perfetta e romantica vita insieme,
quell'uomo
aveva gli stessi occhi blu che Jonathan aveva visto attraverso la
finestra
della nursery.
Dopo quasi tre anni, Jonathan era pronto ad arrendersi. Era stanco
di stare da solo. Aveva lasciato la sua famiglia per trasferirsi
dall’altra
parte del Paese sperando di trovare la sua anima gemella, e invece
aveva avuto una breve esperienza come attore per film per adulti
seguita da due anni e mezzo di castità. Gli sembrava che non
avesse più
senso. Jonathan pensò che potesse anche tornarsene a casa, dove
lui e
Samuel avevano una famiglia che li aspettava, dato che avrebbe
comunque finito per restare da solo. Se avesse impacchettato alla
svelta
le loro cose, sarebbe stato a casa in tempo per il giorno del
Ringraziamento.
Così Jonathan tornò con Sam a Emile City, nella sua vecchia
stanza a casa dei suoi genitori. Promise loro - e anche a se stesso che
sarebbe stata una sistemazione temporanea e che se ne sarebbe
andato
non appena avesse risparmiato un po’ di soldi. La cosa migliore per
riuscire a farlo era riprendere il suo vecchio lavoro e lavorare nella
cucina del ristorante di famiglia. E così, Jonathan si ritrovò ad avere
una vita un po’ meno solitaria. Oh, beh… almeno suo figlio aveva
una
famiglia attorno a sé. Era un miglioramento rispetto a New York.
La sera del suo ventiduesimo compleanno, i suoi genitori si
offrirono di stare con Sam in modo che lui potesse uscire con gli
amici.
“Guarderemo noi Samuel stanotte, tesoro. Non ti prendi una sera
per te da una vita. Esci, divertiti e lasciaci fare i nonni. Puoi usare la
mia macchina.”
Sua madre gli fece ondeggiare le chiavi dell’auto davanti al viso.
La sua voce calda era venata di preoccupazione. Vedeva che suo
figlio
non era felice, non fino in fondo, e che non lo era da molto tempo,
ma
non sapeva come aiutarlo.
Jonathan non voleva far preoccupare i suoi genitori e non aveva il
coraggio di dire loro che non aveva amici, così prese l’auto e guidò
verso la parte ovest di Emile City. Era una parte della città che gli era
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
sempre piaciuta, piena di grossi alberi, marciapiedi in mattoni, e
coppie
dello stesso sesso che camminavano tenendosi per mano. Stare lì
gli
faceva sperare di poter essere fortunato nello stesso modo, un
giorno.
E che forse non sarebbe stato solo per sempre.
Girò tra i negozi per ammazzare il tempo, ma non aveva soldi da
spendere, quindi il giro non durò molto. Poi passò vicino a un
palazzo
di mattoni rossi con un’insegna scritta a mano: “Where Cowboys
Dream.” Non entrava in un bar da quella fatidica notte a New York,
ma
qualcosa in lui - l’istinto o forse il cuore - gli disse di farlo. Il suo
istinto non si era più fatto sentire da quando l’aveva ignorato quel
tragico giorno a New York, quando aveva intrapreso la sua vecchia
“carriera”, quindi Jonathan pensò che questa volta avrebbe dovuto
ascoltarlo.
Il bar era caratteristico e confortevole. Aveva muri di mattoni,
tendaggi pesanti e vecchie panche ricoperte di pelle. Jonathan si
tolse il
cappotto, scivolò in un vecchio separé e passò la mano sopra il
tavolo
di legno, percependone le linee e i graffi. C’era qualcosa di
notevolmente calmante in quel tavolo, o forse in tutto il bar. Jonathan
si
sentì pervaso da un senso di pace che non aveva più sentito dal
giorno
in cui aveva perso la nozione del tempo dietro la vetrata della
nursery.
“Ehi. Sembri uno che potrebbe voler bere qualcosa. Sono Nick.”
Jonathan alzò lo sguardo e vide un uomo alto, con un petto
incredibilmente ampio - che sembrava stesse cercando una vita
d’uscita
dalla maglietta troppo stretta - e due gambe che sembravano
stuzzicadenti. L’uomo gli spinse una birra davanti, s’infilò nel separé
e
gli si mise talmente vicino da non lasciargli spazio vitale. Jonathan si
mosse per potersi spostare il più possibile contro il muro.
“Oh, umm, grazie. Sono Jonathan.”
Jonathan gli porse la mano, creando un po’ di spazio tra i loro
corpi. Sperava che Nick cogliesse l’allusione e si spostasse più in là
sulla panca.
“Jonathan, eh? Bene.”
Sorrise mentre lo diceva, cosa che Jonathan non capì. Tutta quella
situazione lo stava rendendo nervoso, così prese la birra, se la portò
alle
labbra e la bevve. Il sapore era amaro e poco familiare ma almeno lo
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
tenne occupato per qualche minuto. Jonathan notò lo sguardo
acceso di
Nick mentre lo guardava e si agitò, a disagio.
“Senti, umm, grazie per la birra, ma non sono, umm.…”
Wow. Cosa poteva dire a quel tipo per sbarazzarsi di lui senza
ferire i suoi sentimenti? Jonathan si sentiva leggermente nel panico
anche perché era bloccato nel separé e il suo viso arrossì per
l’ansia.
Nick gli accarezzò il braccio su e giù, poi scese con la mano sul
suo ginocchio, sulla sua coscia, e poi la fece strisciare verso l’altro.
Jonathan gli afferrò la mano e ne bloccò la traiettoria.
“Per favore, no. Senti, non ti conosco e non sono interessato a,
umm, divertirmi con te. Non faccio queste cose, umm, non rimorchio,
okay? Sto più o meno aspettando un ragazzo.”
Non funzionò.
“Sì, certo!” rise Nick continuando a toccare Jonathan.
Non avendo mai amato i conflitti e sentendosi profondamente a
disagio a causa della persistenza che l'uomo stava mostrando,
Jonathan
dovette raccogliere tutta la sua forza interiore per piantare i palmi
contro il petto dell'altro e spingere, sperando così che si muovesse e
lo
lasciasse uscire dal separé. Fu in quel momento che le cose si
fecero
pessime perché Nick non si mosse. Lanciò un’occhiataccia a
Jonathan e
sibilò fra i denti con voce minacciosa.
“Oh dai, Will Dragon.” La bocca di Jonathan si spalancò per lo
shock, ma Nick continuò imperterrito, facendosi beffe di lui. “Esatto,
so chi sei. Non tirartela! Sappiamo entrambi cosa vuoi.” Nick si
afferrò
l’uccello attraverso i pantaloni e lo scosse crudamente in direzione di
Jonathan. “E te lo posso dare.”
Le mani di Jonathan caddero dal petto di Nick e si fermarono sui
suoi fianchi. Restò seduto nel separé, paralizzato, cercando di
ricacciare
indietro le lacrime dopo essersi reso conto che la sua vecchia vita a
New York l’aveva trovato anche lì a casa, a Emile City. E se i suoi
genitori l’avessero scoperto? Sarebbero stati delusi da lui come lo
era
lui stesso? Nick approfittò del suo stato confusionale e gli mise una
mano sul basso ventre. Jonathan annaspò e cercò ancora una volta
di
spingere via l’uomo, ma senza successo. Improvvisamente,
qualcuno
arrivò e tirò fuori a forza Nick da dietro il tavolo, facendolo alzare.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Penso che il signore abbia detto di no. L’abbiamo sentito tutti e
nessuno di noi era vicino quanto te. Ora vattene da questo bar e non
tornare, stronzo!”
La voce era profonda e forte. Jonathan rabbrividì e sentì la pelle
d’oca scendergli lungo la schiena. Non poteva vedere il suo eroe in
faccia perché gli dava le spalle, ma gli piaceva comunque quello che
riusciva a distinguere. L’uomo era più alto di lui di circa una dozzina
centimetri. Aveva capelli neri e setosi, una corporatura muscolosa
con
spalle larghe il doppio di quelle di Jonathan. Indossava una camicia
sotto un maglione leggero e un paio di jeans scuri che mostravano
alla
perfezione le gambe atletiche e il sedere sodo.
Jonathan iniziò a fantasticare su come potesse essere quel corpo
nudo, avvolto attorno al suo, su come potesse essere sentirsi
circondati
da tutti quei muscoli e da quella forza, ma fu interrotto dal suono
delle
oscenità che Nick stava gridando.
“Vaffanculo, amico. C’ero prima io e me la vedo io con lui. Fatti
gli affari tuoi!”
“Questo è il mio bar, quindi sono affari miei. Te ne devi andare.
Ora.”
La voce era calma ma dura come l’acciaio. Nick evidentemente
non percepì la cosa, ignorò l’ordine che gli era stato dato e, invece di
andarsene, cercò di colpire l’uomo. Jonathan si alzò per cercare di
calmare le acque, ma fu un errore.
Nick si voltò di scatto e gli sibilò contro. “Vieni, Will Dragon,”
sogghignò mentre sputava quel nomignolo così doloroso per le sue
orecchie. “Ti offro da bere. Ho visto che mi guardavi il pacco. Non far
finta di non volerlo. Ora vieni con me.”
Nick allungò la mano per prendere il braccio di Jonathan ma
l’uomo alto con i capelli scuri s'intromise, impedendogli di
raggiungerlo e lo spinse via. Era incredibilmente forte e questo
pensiero
risvegliò l'erezione del ragazzo.
“Esci dal mio bar. ORA!”
Detto questo, il paladino di Jonathan prese il braccio di Nick,
glielo ruotò dietro la schiena e spinse l’uomo verso la porta.
Jonathan
era spaventato e un po’ ubriaco per aver consumato la prima birra
della
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
sua vita in pochi minuti, ed era distratto da quell’eroe sexy dai capelli
scuri, ma stava resistendo bene. Si alzò per ringraziare il suo
salvatore
mentre l'uomo stava proprio tornando verso il tavolo. Fu in quel
momento che Jonathan vide per la prima volta il viso che sovrastava
quel corpo splendido.
Oh mio Dio, quegli occhi… Quegli occhi blu profondo.
“Stai bene, amico? Non ti ha fatto del male, vero?”
“Sei tu,” mormorò Jonathan mentre cadeva a terra.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 4
QUANDO Jonathan si svegliò, era sdraiato sul pavimento con una
giacca piegata sotto la testa, il suo cappotto che lo ricopriva e gli
occhi
più stupefacenti che avesse mai visto che lo stavano guardando
intensamente. C’era così tanto da guardare tutto in una sola volta.
Gli
occhi blu profondo avevano delle striature color acqua marina e
turchese che Jonathan non aveva notato subito. Il viso doveva
essere
stato liscio, anni prima, e ora era ricoperto da un lieve strato di barba
appena accennata - come se non si fosse rasato per un giorno - che
gli
dava un’aria dannatamente sexy, e il corpo solido era scolpito e
muscoloso.
“Bentornato, Jonathan. Ci hai fatto spaventare da matti quando sei
svenuto. Non pensavo di averti servito da bere tanto da farti perdere
i
sensi. Ho dato a quello stronzo solo due birre.”
“Come… Come sai il mio nome?”
L’uomo dagli occhi blu fece una risata profonda e poi un largo
sorriso, mostrando i suoi denti bianchissimi e perfettamente dritti.
Jonathan si chiese se per caso stesse per sentire un “ping” seguito
da un
lampo di luce come nella pubblicità di un dentifricio.
“Ho guardato nel tuo portafoglio e ho trovato la tua patente di
guida. Stavamo per chiamare l’ambulanza. Dai, amico, sei
abbastanza
cotto. Meglio che tu vada a casa. Posso chiamarti un taxi.”
Jonathan non voleva andarsene. L’aveva trovato! Finalmente
l’aveva trovato.
“Uh. No, va tutto bene.” Jonathan cercò una qualsiasi scusa
possibile per restare e poter così conoscere meglio l’uomo dei suoi
sogni. “Non voglio lasciare qui la mia auto. Starò qui un po’ e mi
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
riprenderò. Voi ragazzi avete un po’ di caffè? ” Si rialzò e ondeggiò
un
po’, ma riuscì a restare in piedi.
“No, amico. Abbiamo comprato una di quelle macchinette
tuttofare ma si è rotta. Stiamo aspettando il tizio dell’assistenza già
da
due settimane. Probabilmente dovrei restituire quella dannata cosa e
comprare una caffettiera da venti dollari.” L’uomo scosse il capo e
roteò gli occhi. “Comunque, siamo in una zona tranquilla. La tua auto
non dovrebbe correre rischi.”
L’uomo guardò il viso di Jonathan, incontrò il suo sguardo e la
sua espressione si addolcì.
“Senti, al momento non sto lavorando, sostituisco solo il barista,
che è fuori per una commissione. Dovrebbe essere qui tra una
ventina
di minuti. Se non ti dispiace aspettare, ti porterò io a casa con la tua
auto. Non dovresti proprio guidare ora. Mi sembra che tu abbia
ancora
dei problemi a stare in piedi.”
Jonathan aveva problemi a stare in piedi, ma non era per l’alcol
che aveva consumato. Era a causa di quello sconosciuto. Stare così
vicino all’uomo dagli occhi blu gli faceva diventare le ginocchia molli.
“Non mi dispiace aspettarti. Grazie per l’offerta.”
Jonathan tornò a sedersi sulla panca, appoggiò i gomiti al tavolo,
mise il mento sulle mani e cercò di elaborare ciò che stava
succedendo.
Perché era seduto al bar e aspettava che un ragazzo eterosessuale
lo
portasse a casa? Cosa poteva mai nascere da una cosa simile? E
quanto
era ironico il fatto che si fosse ripromesso di non incontrare uomini
nei
bar e andare a casa con quelli appena conosciuti, mentre ora stava
per
fare entrambe le cose? Certo, l’ultima promessa che aveva fatto a se
stesso era che non avrebbe fatto sesso con un ragazzo solo perché
gli
aveva detto una frase carina. Jonathan non avrebbe spezzato quella
promessa, ne era certo, anche se non grazie al suo autocontrollo.
L’uomo dei suoi sogni non gli avrebbe detto nessuna frase carina
perché non aveva alcun interesse nel far sesso con lui.
Non importava quanto Jonathan si stesse comportando in modo
sciocco e autodistruttivo in quel momento, ma non riusciva ad alzarsi
e
ad andarsene. Non poteva allontanarsi dall’uomo dagli occhi blu. Ne
era fortemente attratto. Era innamorato di lui e lo era stato sin dal
primo
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
giorno che l’aveva visto, tre anni prima, quando teneva il suo
bambino
in braccio nella nursery dell’ospedale.
Dopo circa quindici minuti, vide quell’uomo incredibilmente
bello e con lo sguardo accattivante tornare verso il separé.
“Come stai, Jonathan?”
Quando sentì la sua voce gentile, Jonathan guardò in quegli occhi
blu e caldi e il suo stomaco sfarfallò mentre il cuore gli si stringeva.
“Tutto a posto. Sto bene. Io, umm, non ho capito il tuo nome?”
Jonathan tese la mano, solo un po’ tremante, mentre chiedeva
nervosamente il nome all’uomo dei suoi sogni e mentalmente si
complimentava per il tono soave che aveva usato. Beh, vicino a
essere
soave tanto quanto era stato in altri momenti della sua vita.
“David. Piacere di conoscerti, ragazzo.”
David strinse la mano di Jonathan e si sedette di fronte a lui nel
separé. Il suo sguardo incontrò quello del giovane e un sorriso
gentile
comparve sul suo splendido viso. Davvero, quel ragazzo sembrava
appena uscito dalla copertina di una rivista.
“David, posso andare a casa ora o ti serve che stia qui stasera?”
Una ragazza carina con i capelli scuri si era avvicinata al tavolo
senza che Jonathan se ne accorgesse. Non c’era da stupirsi visto
era
incantato dall’uomo che gli sedeva di fronte. La ragazza aveva un
seno
prosperoso, labbra perfette e stava guardando David con uno
sguardo
famelico che Jonathan riconobbe: era lo stesso sguardo che aveva
lui
quando si guardava allo specchio pensando a quegli occhi blu.
“No, sono a posto, Denise. Posso mandare avanti la baracca
finché non torna Eric e Raquel sarà qui tra poco. Puoi andare a
casa.”
David le rispose senza distogliere gli occhi da Jonathan. Denise si
chinò e gli baciò una guancia.
“Okay, ci vediamo dopo, bello.”
Jonathan sentì un’ondata di travolgente tristezza pervaderlo.
Voleva essere lui quello che, più tardi, avrebbe visto David a casa.
La
loro casa. Dove avrebbero potuto cucinare la cena insieme,
guardare la
televisione con Sam, andare a letto insieme, e…
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Stai bene? Sei molto pallido.”
David allungò la mano verso il viso di Jonathan e gliela mise
sulla guancia.
“E’ la tua ragazza?” Jonathan strizzò gli occhi per l’orrore della
domanda che gli era appena sfuggita dalle labbra. Non erano affari
suoi
ed era davvero una cosa strana da chiedere. Perché non poteva
essere
normale per una volta?
David ridacchiò. La sua mano sinistra era ancora sulla guancia di
Jonathan e, per la prima volta, il ragazzo notò che non si erano
ancora
lasciati quella destra dopo essersi presentati.
“No.”
Jonathan deglutì a fatica e la sua voce tremò quando fece la
domanda successiva, sapendo che non avrebbe dovuto, ma
completamente incapace di trattenersi.
“Perché no?”
Il pollice di David disegnò dei cerchi sul dorso della mano di
Jonathan.
“Non è il mio tipo. Troppe cose sopra e non abbastanza sotto.
Non perdo tempo a fingere.”
Oh Dio, quel tocco tenero, unito alla voce di velluto e a quegli
occhi bellissimi puntati su di sé, era troppo. Il cervello di Jonathan si
stava sciogliendo e il ragazzo non riusciva nemmeno a capire il
senso
delle parole di David.
“Tempo? Sei… sei troppo impegnato per avere una ragazza?”
La mano sulla guancia di Jonathan si spostò verso il suo orecchio,
passando delicatamente sulla superficie prima di arrivare a
massaggiargli la nuca.
“Non troppo impegnato. Troppo gay.”
La speranza riempì ogni parte del corpo di Jonathan. Gay. L'uomo
dagli occhi blu era gay, era seduto di fronte a lui e lo stava toccando.
Era reale? Non poteva essere vero. Doveva essere un sogno,
giusto?
Una patetica fantasia creata dal suo cervello disperato.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Shhh, baby, non piangere. Vuoi che ti porti a casa ora? Ho visto
entrare Eric, il mio barista, quindi possiamo andare.”
Un tocco caldo passò sulla guancia di Jonathan e gli asciugò le
lacrime. Stava piangendo? Oh, questo sì che era imbarazzante. Un
attimo. David l'aveva appena chiamato “baby”? Oh, ti prego, fa' che
sia
vero.
“Non voglio andare a casa.”
La voce di Jonathan era bassa, ma sperò che il significato delle
sue parole fosse chiaro, perché non riusciva davvero a trovare il
coraggio per dire di più. Era davvero possibile che questo bellissimo
uomo volesse stare con lui? E poi, di nuovo, l'aveva davvero
chiamato
“baby”?
David annuì, mostrando di aver capito, con uno sguardo tenero
nei suoi bellissimi occhi.
“Vuoi venire a casa con me, Jonathan?”
“P-p-per favore.”
Quegli occhi dolci e premurosi lo guardavano da un viso bello e
gentile.
“Okay. Non aver paura di me. Non ti farò del male.”
Jonathan scosse il capo da una parte all'altra.
“Non ho paura di te.”
Di tutto e di tutti gli altri, forse. D’incasinare un'altra parte della
sua vita. Di rompere uno degli strumenti di suo fratello o una delle
pregiate palle da collezione in ceramica con la neve di sua sorella.
Di
deludere i suoi genitori, dato che era gay, non abbastanza sveglio,
non
abbastanza forte e non abbastanza motivato. Di non guadagnare
abbastanza da assicurare una vita comoda per sé e Sam. Sì, aveva
paura
di tutte quelle cose ma non di David. Non avrebbe mai potuto avere
paura dell'uomo con quegli occhi blu, così caldi e premurosi.
Lentamente, molto lentamente, David uscì dal separé e fece un
passo verso Jonathan, senza mai lasciargli andare la mano.
Jonathan si
alzò a sua volta da dietro il tavolo e si trovò con il petto contro quello
dell’altro. La mano che teneva la sua lasciò andare la presa e risalì
ai
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
suoi capelli, accarezzandoli, mentre l’altra gli afferrò
possessivamente
la vita.
“Non ho idea di cosa stia succedendo qui, ma…” David si leccò
le labbra gonfie e rosse e deglutì. Il movimento del suo pomo
d’Adamo
rubò il respiro a Jonathan. “Posso baciarti? Ho bisogno di baciarti.”
Jonathan doveva aver annuito perché la sua linea dell’orizzonte si
era mossa su e giù, ma il suo cervello sembrava essersi
disconnesso.
Restò fermo immobile mentre David si sporgeva verso di lui e quelle
calde labbra – così morbide, così tenere – incontravano le sue.
Dopodiché, Jonathan aprì la bocca e assaggiò il sapore di David per
la
prima volta. Mugolò e si sciolse contro quel corpo solido, con le
braccia attorno alla vita di David, le dita sprofondate nei suoi muscoli
sodi e la lingua che danzava con quella dell'altro.
Jonathan gemette quando sentì l’erezione di David premuta con
insistenza contro di sé. Il gemito si trasformò in un mugolio quando il
ginocchio dell'uomo si fece strada tra le sue gambe e si spinse in
avanti
fino a quando Jonathan non si ritrovò con il pene premuto contro la
coscia dell’altro. La mano dell’uomo gli solleticò la schiena mentre
scendeva fino al suo sedere. David afferrò Jonathan e lo tirò verso di
sé,
sollecitandolo a muoversi contro la sua gamba mentre lui gli
esplorava
la bocca.
I fianchi di Jonathan ondeggiavano avanti e indietro e i suoi
gemiti e mugolii fluivano nella bocca calda di David. Anche se aveva
paura di venire nei pantaloni, non riusciva a fermarsi. Era troppo
bello.
Il sapore di David, il suo aroma, il suo profumo. Proprio quando
Jonathan arrivò al limite del piacere, David fermò il movimento con
una presa salda sui suoi fianchi e parlò nella sua bocca.
“Puoi aspettare, baby? Voglio assaggiarti quando vieni e non
posso farlo qui.”
La tenerezza presente nella frase che uscì dalle labbra di David lo
travolse. Il pensiero della bocca di David sul suo pene - una cosa
che
nessuno aveva mai fatto -, il pensiero di David che voleva
assaggiare il
suo sperma - qualcosa che non aveva mai nemmeno pensato che
qualcuno volesse fare... Oh, quei pensieri furono tutto ciò che gli ci
volle per esplodere.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Oh, Dio!”
Picchiò la fronte contro il petto di David e mugolò mentre veniva.
“Porca puttana. Non ti stavi nemmeno muovendo e sei venuto.”
La voce profonda dell'uomo scivolò su Jonathan, che tenne la
testa bassa e distolse lo sguardo. Era mortificato. Era appena
venuto nei
pantaloni di fronte all’uomo dei suoi sogni. In un bar. Sì, era presto e
il
bar era essenzialmente vuoto e loro erano in un angolo buio, dove
nessuno poteva vederli, ma David lo sapeva ed era tutto ciò che
importava.
Jonathan si preparò per la reazione di rigetto e aprì la bocca per
scusarsi, ma le labbra dell'altro scesero di nuovo sulle sue e la sua
lingua chiese il permesso di entrare, facendogli perdere il dono della
parola. David leccò, mordicchiò, succhiò e gemette e, quando si
staccò,
le labbra di Jonathan erano gonfie e il ragazzo stava ansimando in
cerca
d’aria. David gli tenne il viso tra le sue grandi e calde mani e lo
guardò
negli occhi.
“Tu sei la cosa più eccitante che abbia mai visto in tutta la mia
vita. Non so da dove vieni, ma non ti lascerò mai andare. Vado a dire
a
Eric che me ne vado. Puoi andare a ripulirti, se vuoi. Il bagno è di là.”
David fece un cenno con il capo verso la zona che si trovava alle
spalle di Jonathan. Il ragazzo restò immobile e sbatté le ciglia un
paio
di volte, cercando di mantenere sotto controllo la testa che gli girava
e
il cuore che gli galoppava nel petto. Non aveva mandato tutto
all’aria.
Non sapeva né perché né come, ma David era ancora interessato.
L'uomo guardò Jonathan per alcuni lunghi istanti. Alla fine, lasciò
cadere le mani dal suo viso e si avviò verso il bar, dove un altro
uomo
stava pulendo il bancone nella zona più lontana da loro. Dopo aver
fatto
solo pochi passi, però, David si voltò, tornò rapidamente indietro,
prese
Jonathan tra le braccia e lo baciò di nuovo, premendosi contro di lui.
“La cosa più eccitante di sempre. Sul serio. Dove sei stato per
tutta la mia vita?”
E con quelle parole David si allontanò di nuovo.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 5
IL FASTIDIO che gli dava lo sperma che si stava asciugando sulla
sua
pelle riscosse Jonathan dal torpore in cui l’aveva gettato David, così
si
avviò verso il bagno. Si appoggiò al lavandino e inspirò a fondo.
Quando riuscì a recuperare il fiato e a schiarirsi le idee, si guardò i
jeans e fu contento di trovarci solo una piccola macchia umida. Per
fortuna, i suoi slip avevano catturato la maggior parte del suo seme.
Si
tolse le scarpe, si spogliò e buttò la biancheria nel cestino, pensando
che andare in giro senza fosse preferibile al camminare sentendosi
umido e appiccicoso.
Sorrise per la fortuna che aveva avuto nel trovare David nella
zona ovest di EC, fra tutti i posti possibili. Alla fine, avrebbe anche
potuto evitare di andare a New York, anni prima. Oh beh, non aveva
senso stare a rimuginare sugli errori del passato, ci sarebbe voluto
troppo tempo e l’uomo dagli occhi blu lo stava aspettando. In più,
finalmente, aveva un nome da accompagnare a quegli occhi: David.
David e Jonathan. Suonava bene. Suonava giusto.
Jonathan aprì il rubinetto, inumidì delle salviettine di carta e si
ripulì. Era praticamente senza peli, quindi il suo sperma venne via
facilmente dal suo basso ventre. Si concentrò sui corti peli pubici e,
dopo qualche strofinata con la mano umida e una passata con le
salviette di carta per asciugarli, si era ripulito del tutto. Indossò
nuovamente i jeans e infilò i piedi nelle scarpe. Si chinò in avanti per
allacciarsi le stringhe e in quel momento sentì un gemito alle sue
spalle.
Si voltò rapidamente e cercò contemporaneamente di sollevarsi, una
combinazione che gli provocò una sfortunata collisione della testa
contro il lavandino.
“Ahi!”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David gli fu vicino prima che Jonathan si portasse la mano alla
testa e l'uomo strofinò il punto in cui aveva sbattuto.
“Mi dispiace. Non volevo spaventarti. Ero venuto a vedere se eri
pronto per andare e tu eri piegato in avanti e, oh cavolo, devi sapere
che
tu hai un culo stupendo, e…”
Il dolore alla testa sparì e Jonathan mosse le mani verso David per
attirarlo in basso, per un altro bacio intossicante. Dannazione,
Jonathan
amava quei baci. Quell'uomo poteva farlo sciogliere dentro con le
sue
labbra, la sua lingua e il suo sapore. Aveva sempre immaginato che
baciare sarebbe stato bello, ma non si era mai reso conto di quanto
potesse esserlo.
“Oh, amo baciarti. Non l'ho mai fatto prima. Lo sento così
giusto.”
Jonathan stava mormorando nella bocca di David, senza rendersi
conto di parlare ad alta voce, solo seguendo le sue sensazioni.
David
gemette, lasciò cadere i cappotti che aveva con sé, mise le mani sul
sedere di Jonathan e lo sollevò da terra. Il ragazzo annaspò
sentendo
quanto facilmente l’altro riuscisse ad alzarlo. Cavolo, quell'uomo era
forte. Jonathan allacciò le gambe attorno alla sua vita e continuò a
baciarlo, infilandogli le dita nei capelli.
David strinse le piccole natiche di Jonathan e il ragazzo sentì la
sua apertura fremere al ricordo di quanto fosse bello essere toccati
lì.
Gli era piaciuto essere penetrato anche da stranieri che non
conosceva e
non gli piacevano. Sarebbe stato così con David? L'uomo indirizzò
entrambi verso il muro e vi premette Jonathan contro, così da avere
abbastanza leva per potersi spingere con i fianchi contro quel corpo
bello e snello. Jonathan mugolò e andò incontro a ogni spinta, con il
membro di nuovo duro, mentre David gemeva contro il suo collo,
succhiando e mordendo man mano che si spostava sulla sua pelle.
“Dobbiamo uscire da qui. La porta del bagno non si chiude e io
sono a due secondi dal farti piegare in avanti sopra il lavandino.”
Era passato tanto tempo dall'ultima volta che Jonathan aveva
avuto un altro uomo dentro di sé e avere questo uomo che glielo
suggeriva non era una proposta che il suo cervello offuscato dalla
lussuria potesse declinare.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Sopra il lavandino? Okay. Ti prego.”
Jonathan annuì contro la bocca di David, pronto a fare qualsiasi
cosa per stargli ancora più vicino e desideroso di sperimentare di
nuovo
quell'esperienza piena, sperando che fosse bella come se la
ricordava.
“Oh, dannazione, sei così voglioso. Cazzo, sei riuscito a essere
ancora più eccitante. Non pensavo che fosse possibile.”
David appoggiò a terra Jonathan, che emise un lamento in segno
di protesta. Subito dopo, però, il ragazzo fu attirato contro un petto
solido, mentre una mano gli accarezzava la schiena e la voce
profonda
di David lo rassicurava.
“Ti darò quello che vuoi. Ma dobbiamo uscire da qui, Jonathan.”
David si accovacciò, raccolse i loro cappotti, poi si rialzò e guidò
il ragazzo fuori dal locale, tenendogli una mano sulla spalla. A
Jonathan
sembrava che l'uomo volesse far capire a tutti che stavano insieme
e
quella possessività lo eccitò incredibilmente. Nessuno aveva mai
fatto
niente del genere. Certo, lui non aveva mai voluto appartenere a
nessuno se non all'uomo dagli occhi blu, quindi non aveva mai dato
quella possibilità a nessuno.
Quando arrivarono all'auto, David aprì la portiera per Jonathan e
lo baciò di nuovo, poi attese che si sedesse all'interno prima di
richiuderla. Jonathan reclinò il capo contro il poggiatesta e chiuse gli
occhi. Quello che gli stava succedendo era fin troppo simile alle sue
fantasie perché fosse vero. Non era possibile che l'uomo che aveva
sognato per tre anni e mezzo lo chiamasse baby e lo stesse
portando a
casa. Si sarebbe risvegliato presto da quel sogno e sarebbe finita.
Oh,
beh... era meglio goderselo finché durava.
Jonathan sentì una mano coprirgli il ginocchio e stringerlo
delicatamente. Ruotò il capo per guardare David e aprì gli occhi.
Quello sguardo blu e gentile incontrò il suo e un profondo senso di
benessere lo pervase.
“Stai bene, Jonathan?”
“Mmm mmm.”
“Bene. Abito in fondo alla strada. Dobbiamo solo fare una piccola
fermata. Allora, dimmi qualcosa di te. So che ti avrei notato se
vivessi
qui e presumo che tu non sia davvero sceso dal paradiso, quindi
dimmi
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
da dove vieni.” David gemette subito dopo aver finito la frase. “Non
posso credere di averlo appena detto. Cancella la frase del paradiso,
okay? Giuro che di solito mi escono meglio di così.”
Jonathan rise forte, sentendosi rilassato e felice in compagnia di
quest'uomo così attento e incredibilmente bello ma schivo.
“Sono cresciuto qui, a EC West, ma mi sono trasferito a New
York qualche anno fa. Sono tornato da un paio di settimane.”
“New York, eh? Avevo una famiglia là, ma…”
La voce di David di spense e Jonathan si chiese il perché. Sapeva
che probabilmente stava per dirgli del bambino che teneva tra le
braccia
quando Jonathan l'aveva visto per la prima volta, ma poi si era
fermato.
Forse c'era stato un problema con la custodia legale quando la
madre
del piccolo si era resa conto che David era gay. Però l'idea che
David
avesse tenuto nascosta quell'informazione era completamente in
contrasto con quello che aveva detto prima riguardo al non fingere.
“Okay, stai qui seduto un attimo. Torno subito.”
David parcheggiò l'auto, sganciò la cintura di sicurezza e si chinò
verso Jonathan per un bacio veloce, poi aprì la portiera e scivolò
fuori
mostrandosi in tutta la sua altezza. Il tutto fu fatto in modo così
casuale
e spontaneo che a Jonathan sembrò quasi che stessero insieme da
anni
invece che da pochi minuti. Guardò attraverso il parabrezza e vide
che
erano parcheggiati davanti ad un ristorante italiano. Non passò molto
tempo prima che David tornasse portando con sé due borse piene.
Le
sistemò sul sedile posteriore, ma il loro odore delizioso riempì l'intero
abitacolo.
“Hai mai mangiato da Magiano? E' il miglior ristorante italiano a
EC West.”
Lo stomaco di Jonathan brontolò, ricordandogli che aveva saltato
il pranzo e che non aveva ancora cenato. David ridacchiò.
“Mi fa piacere che tu abbia fame. Ho preso lasagne vegetariane,
ravioli di aragosta e pollo alla cacciatora. Oh, e insalata caprese.”
David uscì dal parcheggio e lanciò delle occhiate veloci a
Jonathan mentre guidava. “Cosa?” Sorrise verso il passeggero, poi
mise
la mano sul suo ginocchio e lo strinse. “Davvero, cosa c'è? Hai
un'espressione strana.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
L'espressione era più “sognante” che “strana,” ma David non
sapeva cosa dire senza causare un'altra ondata di rossore sul viso
del
suo compagno e senza sembrare un arrogante.
“Mi hai preso la cena. Nessuno mi aveva mai preso la cena.”
Il cuore di David s'incrinò un po' per quella confessione, ma tenne
sotto controllo la propria reazione e si assicurò di avere
un'espressione
neutrale.
Jonathan si morse la lingua e si obbligò a smettere di parlare
prima di ammettere di non essere mai uscito per un appuntamento e
che
questa cosa con David era la relazione più lunga che avesse mai
avuto.
E lo era, se il fatto di essersi lasciato scopare da Ray trenta minuti
dopo
averlo conosciuto costituiva una relazione. Non considerava
nessuno
degli altri uomini, perché non aveva scambiato che due parole con
loro
durante il paio di mesi durante i quali aveva lavorato per lo studio.
Beh,
niente più di “più forte,” “più a fondo,” e “oh, sì,” ma quelle parole
probabilmente non costituivano una conversazione. Gesù, era
davvero
patetico. Doveva assicurarsi che David non scoprisse mai del suo
passato.
“Sono onorato di essere il primo, Jonathan.”
Jonathan lo guardò attentamente, ma non vide altro che sincerità
nei suoi occhi. Si rilassò e restituì il sorriso che David gli stava
facendo.
“Eccoci qui. Visto? Te l'ho detto che non era distante. A dire il
vero potrei arrivare al Where Cowboys Dream a piedi, ma ero a casa
di
un amico stasera quando Eric mi ha chiamato per dirmi che gli
serviva
che lo sostituissi durante le commissioni, così mi sono fermato sulla
via
di casa per aiutarlo.”
Jonathan uscì dall'auto e guardò la casa più bella che avesse mai
visto. Era buio fuori, quindi non riusciva a identificarne tutti i dettagli,
ma vedeva chiaramente un tetto inclinato in stile Tudor, finestre a
forma di diamante, un camino in mattoni e pietre a vista. Il cortile era
enorme, con abbastanza spazio su entrambi i lati della casa per
farcene
stare ancora due se non fosse stato per gli alberi che riempivano
l'area e
facevano ombra. L'intero posto sembrava una casetta nel bosco
uscita
da una favola.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan seguì David verso il portico antistante ed entrò, mentre
l'altro gli teneva la porta aperta. L'edificio, probabilmente, doveva
avere circa cento anni, ma era stato ovviamente restaurato. Il
pavimento
di legno risplendeva e le pareti in gesso non avevano nemmeno una
crepa. Non una cosa facile per una casa di quel periodo. I due
uomini si
trovavano in piedi nell'ingresso spazioso. C'era una consolle in noce
contro una parete, con sopra una lampada in ceramica rossa e uno
specchio dorato appeso al muro, un antico appendiabiti in un angolo
e
una panca imbottita appoggiata alla parete opposta.
Alla loro destra c'era un salotto enorme e molto bello, arredato
con un divano ad angolo disseminato di cuscini di seta e velluto nelle
tonalità del marrone e del rosso. Il muro dietro una parte del sofà
aveva
le finestre a forma di diamante che Jonathan aveva notato da fuori,
ed
erano coperte con un tessuto sottile affiancato da drappi di seta
grezza.
L'altro lato del divano era di fronte a Jonathan, quindi non poteva
vedere esattamente cosa c'era appoggiato dietro lo schienale, ma
pensò
che dovesse essere una specie di tavolo perché si vedeva spuntare
un
vaso antico e una bella ciotola di ceramica. Due tavolini diversi tra
loro ma perfettamente coordinati affiancavano le estremità del
divano e
un tavolino da caffè in rame, di forma ottagonale, era posizionato sul
davanti. Una poltrona di pelle e un'ottomana erano sistemate a
fianco
dei due tavolini secondo una prospettiva ben precisa. Un grande
televisore a schermo piatto, montato sopra il caminetto e
direttamente
di fronte al sofà, completava lo spazio.
La sala da pranzo era alla loro sinistra. Un tavolo quadrato di
legno scuro stava al centro stanza con due sedie di cuoio imbottite
su
ognuno dei quattro lati. Un lampadario retrò cromato era appeso
sopra
il tavolo. La parete con le finestre che dava sul davanti della casa
era
ricoperta dagli stessi drappi pesanti che adornavano il soggiorno. Di
fronte, c'era una credenza con tre ante e, appeso sopra di essa,
c'era un
dipinto astratto a olio con striature di rosso, viola e nero, combinate
in
modo che, secondo Jonathan, dessero l'idea un ciclone. Vetrine
illuminate affiancavano una porta ad arco sulla parete di fondo.
Jonathan non si era mai trovato in un ambiente ammobiliato così
riccamente. La casa dei suoi genitori era arredata con elementi
malmessi e spaiati che avevano ereditato dalla famiglia o preso nei
mercatini o nei negozi che vendevano cose di seconda mano. Il suo
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
monolocale a New York era messo ancora peggio. Cercando di
scacciare l'attacco d'ansia improvviso causato dalla paura di non
poter
far parte della vita di David, Jonathan chiuse gli occhi e reclinò il
capo
all'indietro. Quando fu sicuro che non avrebbe smesso di respirare, li
riaprì e notò che i soffitti in cartongesso avevano degli incredibili
motivi a forma di diamante.
David lasciò la borsa con il cibo e premette il petto contro la
schiena di Jonathan, avvolgendogli le braccia attorno alla vita. Era
stupito di quanto sentisse naturale la vicinanza con quel ragazzo che
aveva appena conosciuto, soprattutto perché lui non era un tipo
espansivo. Seguì lo sguardo di Jonathan verso il soffitto.
“E' stato fatto a mano quando è stato costruito questo posto. E'
una delle ragioni per cui ho comprato questa casa. Non riesci a
trovare
un lavoro così particolare nei nuovi edifici. E poi è stato un buon
investimento: è stata ceduta dalla banca dopo un pignoramento a un
prezzo davvero basso. L'ho presa al volo. Ho dovuto rifare i bagni e
la
cucina era un disastro, ma a parte questo era in buono stato. I
precedenti proprietari avevano già rifatto gli impianti idraulici ed
elettrici.”
Baciò il collo di Jonathan, strofinò il viso contro di esso e lo
strinse per un'ultima volta prima di staccarsi da lui con un sospiro di
rammarico.
“Devo darti da mangiare prima di perdere completamente il
controllo sul mio corpo. Quando quel poco che mi è rimasto se ne
sarà
andato, ti trascinerò a letto e non ho intenzione di lasciarti andare
per
molto tempo. Hai bisogno di energie, quindi mangiamo.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 6
DAVID aveva appena iniziato a chinarsi per sollevare le borse con il
cibo che aveva lasciato nell'ingresso, quando Jonathan si voltò e gli
balzò addosso. Improvvisamente, l’uomo si ritrovò fra le braccia un
uomo eccitante ed eccitato che gli baciava le guance, il mento, il
collo,
e lasciava correre le mani sul suo corpo.
Jonathan stava facendo tutto il possibile per provare a se stesso
che quel momento era reale, che era davvero lì con David, e che
l'uomo
dagli occhi blu lo voleva davvero. Aveva bisogno di riempire tutti i
sensi con l'uomo dei suoi sogni.
“Gesù, cazzo, Jonathan, se non ti fermi, io -”
“Non mi fermo. Non è di cibo che ho fame,” mormorò Jonathan
nell'orecchio di David, poi si lasciò cadere in ginocchio, gli aprì i
jeans
e glieli abbassò fino alle caviglie. Si prese qualche momento per
strofinare il viso contro l'erezione dell'altro uomo attraverso gli slip
neri
e sexy, sentendola bagnarsi completamente, prima di abbassare il
tessuto ed esporre quello che pensò essere il pene più seducente
che
avesse mai visto. Era di un colore un po' più scuro del resto del
corpo,
con le vene pulsanti che correvano dalla base alla punta
perfettamente
disegnata. Era parecchio più lungo della media ed era grosso.
Jonathan
sapeva che avrebbe dovuto impiegare tutte le abilità che aveva
appreso
grazie alla sua vecchia professione per essere in grado di prenderlo
in
bocca completamente.
Voleva assaporare il momento, andare piano e godersi ogni
secondo, ma non appena la sua lingua diede la prima leccata al
sesso di
David, seppe che non sarebbe stato in grado di aspettare. Una delle
cose migliori dello studio in cui Jonathan aveva lavorato era la loro
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
politica rigida sulla sicurezza, il che significava indossare sempre il
preservativo, in ogni momento. Quindi, nonostante la sua vasta
esperienza nel succhiare uccelli, Jonathan aveva sempre e solo
assaggiato latex. Leccò il membro di David e si ritrovò
incredibilmente
eccitato per quel sapore inaspettato e per la sensazione che gli dava
la
sua pelle. Percepiva un accenno di sudore, l'odore del sesso, dato
dalle
prime gocce che erano scivolate lungo l'asta, e la consistenza
setosa
della pelle che lo ricopriva. Jonathan gemette di piacere
assaporando
quell'uomo e si dimenticò il proposito di andarci piano. Si tuffò su
David e prese il suo pene fino in gola, ricoprendolo di calore umido
fino alla radice.
“Oh, mio Dio! Gesù, Jonathan. Come… come… oh, Dio. Com'è
bello,” gemette David.
Un brivido di soddisfazione attraversò il corpo di Jonathan
quando sentì la gioia e l'ammirazione nella voce di David. E
dannazione, gli era sempre piaciuto avere un uccello in bocca. Gli
era
mancato, gli era mancato come quella durezza gli tendeva le labbra,
gli
premeva contro la lingua e in gola. Succhiò disperatamente,
deglutendo
attorno alla punta, ritirando poi la bocca, stringendo il più possibile
prima di tuffarsi in avanti di nuovo. Continuò in quel modo,
succhiando, deglutendo, muovendo la testa su e giù, mentre David
continuava a gemere e proferire parole di shock e di piacere.
“Sto per venire, baby. Non riesco a trattenermi. Sei così bravo.
Davvero, davvero bravo.”
David cercò di avvisare Jonathan in modo che potesse spostarsi in
tempo, ma lui fece solo un suono simile a un “mmm” e aumentò la
suzione e la velocità dei suoi movimenti. David gli accarezzò
amorevolmente i capelli, poi vi sprofondò le dita e gli tenne ferma la
testa mentre si spingeva in quella bocca accogliente. Onde d'estasi
s'infransero nel suo corpo e i gemiti lasciarono la sua bocca
esprimendo
il suo puro piacere mentre si lasciava andare fra le labbra di
Jonathan.
David reclinò la testa all'indietro contro la porta, chiuse gli occhi
e cercò di recuperare il fiato. Quando li riaprì, guardò verso il basso
e
vide Jonathan ancora sul pavimento che gli leccava il sesso con
reverenza. Oh, questo era davvero troppo da sopportare per
chiunque.
“Troppo sensibile. Vieni qui, baby.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David si chinò e sollevò Jonathan finché non fu in piedi. Il
giovane, a dire il vero, mugolò quando fu separato dall’erezione del
suo
compagno. E non era forse questo un modo per incoraggiare l'ego di
un
uomo? David non sapeva cosa avesse fatto per meritarsi questa
persona
meravigliosa, gentile e così infatuata di lui nella sua vita, ma si
sarebbe
assicurato di dimostrargli il suo apprezzamento. Baciò sonoramente
Jonathan, infilandogli la lingua in bocca e circondandogli la vita
stretta
con le braccia.
“Soggiorno.”
Si richiuse i jeans e poi sollevò il ragazzo, che gli intrecciò le
caviglie dietro la schiena e spinse il sesso duro contro quello di
David,
apparentemente d'istinto. Lo portò nel soggiorno, diede un calcio al
pouf laterale e lo adagiò ulla poltrona. Guardò verso il basso e si
preparò ad adorare quell'uomo bellissimo che si trovava sotto di lui.
Le
labbra di Jonathan erano gonfie, la sua pelle era arrossata per
l'eccitazione e il suo membro duro stava cercando disperatamente di
uscire dalla prigionia dei pantaloni. David gli aprì il bottone, abbassò
la
zip, e annaspò quando si rese conto che Jonathan non indossava la
biancheria. Fu tutto ciò che servì alla sua erezione per contrarsi nel
tentativo di risvegliarsi. L'uomo gemette e si lasciò cadere in
ginocchio
tra le gambe aperte del suo compagno.
“Solleva i fianchi, baby.”
Jonathan mugolò e sollevò il sedere, così che David potesse
abbassargli i pantaloni. Le mani grandi dell'uomo gli accarezzarono i
testicoli, li avvolsero e li massaggiarono gentilmente. David alternò le
sensazioni contro quelle sfere sensibili sostituendo le carezze lisce
della
mano con lo strofinamento delicato della sua guancia e della sua
barba
ruvida, godendo dei gemiti che provenivano da Jonathan. Rimpiazzò
poi lo sfregamento ruvido con la morbidezza della lingua umida e,
per
finire l'alternanza di sensazioni, succhiò ognuno dei due testicoli
nella
sua bocca calda. In seguito, David si dedicò al sesso di Jonathan,
sfregando contro di esso la peluria della sua guancia per poi leccarlo
dalla base alla punta, strofinando il viso contro il glande e
arrotolando
la lingua attorno all'asta mentre tornava verso il basso.
Jonathan era seduto sulla poltrona, con la testa reclinata
all'indietro e le mani chiuse a pugno ai suoi lati, ed emetteva suoni
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
strozzati che diventavano sempre più forti. Dopo alcuni minuti, i
mugolii del ragazzo cominciarono a diventare vere e proprie urla e
David provò quasi compassione per lui, così decise di andare al
sodo.
Diede un'ultima leccata al pene di Jonathan e poi ne prese l'intera
lunghezza in bocca, succhiando con decisione.
“Oh! David, sì!”
Jonathan gridò e venne, e tutto il suo corpo rabbrividì. David
gemette in apprezzamento e deglutì ogni goccia, prima di dare
qualche
leccata alle parti esposte del suo amante e richiudergli i pantaloni.
Quando si rialzò e si chinò per baciare Jonathan, vide delle lacrime
scendere sul viso del ragazzo e notò che tutto il suo corpo stava
tremando. Il petto di David si contrasse e improvvisamente l'uomo si
rese conto che avrebbe fatto di tutto perché ciò che stava
sconvolgendo
Jonathan passasse subito.
“Jonathan? Baby, cosa c'è che non va? Ti ho fatto male?”
Jonathan scosse il capo e allungò una mano tremante verso il suo
compagno. David reagì immediatamente sollevando il ragazzo,
sedendosi al suo posto e prendendolo in braccio.
“Shhh. Cosa c'è che non va, baby?”
David accarezzò in modo circolare la schiena dell'altro uomo e
cercò di calmarlo. Jonathan gli sprofondò il viso contro il collo e un
ultimo brivido attraversò il suo corpo.
“Non c'è niente che non vada. E' stato così bello.” La voce di
Jonathan era dolce e piena di meraviglia. “Non sapevo che sarebbe
stato così. Non avrei mai immaginato che potesse essere così bello.
Grazie.” Baciò il collo di David. “Grazie.” Si spostò fino alla sua
bocca
e gli diede un altro bacio gentile. “Grazie.”
David era scioccato e non sapeva cosa rispondere. Aveva sentito il
commento di Jonathan di poco prima, nel bagno del bar, riguardo al
fatto di non aver mai baciato prima d'allora, ma l'aveva accantonato
quando il ragazzo gli aveva chiesto di essere scopato contro il
lavandino (non proprio la richiesta di un vergine). In più, il pompino
che Jonathan gli aveva fatto all'ingresso non poteva essere il primo
che
faceva. David aveva fatto sesso con diversi uomini in passato, alcuni
con una vasta esperienza, ma nessuno di loro era mai riuscito a
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
prenderglielo in bocca per tutta la lunghezza, nemmeno
lontanamente.
Eppure Jonathan l'aveva fatto senza quasi battere ciglio e di certo
senza
nemmeno un conato di vomito. David continuò ad accarezzargli la
schiena mentre cercava di trovare il modo per esprimere la sua
confusione.
“Era la prima volta che qualcuno ti faceva una cosa simile,
baby?”
Jonathan arrossì e annuì. Si mosse contro David cercando di
sprofondare ancora di più in quell'abbraccio muscoloso.
“Ma l'avevi fatto prima?”
Jonathan annuì di nuovo e, se possibile, il suo colore scarlatto
divenne più intenso. David non voleva imbarazzarlo, ma aveva
bisogno
di capire la dicotomia della sua esperienza, così gli fece un'altra
domanda.
“E tu hai, umm, fatto sesso prima d'ora? Sei, ehm, stato
penetrato?”
Un piccolo cenno fu la sola risposta di Jonathan. Okay, quindi
questo ragazzo non era mai stato baciato, non gliel'avevano mai
succhiato, ma qualcuno si era preso il piacere sia dalla bocca che
dal
culo di Jonathan. Visti i lineamenti delicati del ragazzo e la sua figura
snella, David pensò che, probabilmente, potesse essere stato uno di
quegli stronzi che pensava di non essere davvero gay se tutto ciò
che
faceva era scoparsi un ragazzo o farselo succhiare senza dare
niente in
cambio. O forse era uno di quegli studenti di college, gay solo fino a
quando non conseguivano la laurea.
Egoista figlio di puttana! David si sentì colpire dall'ondata di
rabbia più potente che avesse mai provato. Aprì la bocca per parlare
a
Jonathan, per fargli sapere che chiunque fosse il suo ex, lui si
meritava
di meglio e che lo avrebbe avuto d'ora in avanti, ma Jonathan alzò il
capo e guardò David con un'espressione tormentata.
“Possiamo non parlare di questo? Per favore?” lo pregò.
La sua voce era così debole e il suo sguardo così implorante che il
cuore di David si spezzò. Beh, lui voleva solo che Jonathan stesse
bene,
e se ciò significava tenere il suo ex fuori dalla conversazione, a lui
andava bene. Gli avrebbe dimostrato con le azioni ciò che provava,
così
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
che non ci fossero dubbi riguardo al fatto che le cose sarebbero
state
diverse con David da com'erano state con chiunque ci fosse stato
prima
di lui. David prese un profondo respiro e sorrise a Jonathan.
“Mangiamo qui o in cucina? Anche la sala da pranzo è una
possibilità ma ho vissuto due anni in questa casa e non l'ho mai
usata.
La sento troppo grande o soffocante, non so, e poi non invito spesso
le
persone - o mai a dire il vero - quindi...”
Il sorriso di Jonathan illuminò la stanza e David notò le sue
fossette per la prima volta. Il respiro gli si bloccò nel petto.
Dannazione, Jonathan era davvero affascinante. I capelli scuri gli
andavano un po' da tutte le parti, il viso era spigoloso e la mascella
ben
definita riusciva a essere sia mascolina sia delicata, la sua figura era
snella ma con un sedere sodo e sporgente, la bocca era ampia e gli
occhi d'argento. Non blu, non grigi, ma argento. Quell'uomo era
ipnotizzante, una combinazione data dal suo essere dannatamente
sexy
e adorabile allo stesso tempo. David lo trovava irresistibile.
Accarezzò
con il pollice le labbra di Jonathan.
“Quel sorriso è per il cibo? Mi sembrava di aver capito che non
avessi fame.”
“Beh, prima ero distratto ma, ehm, ho fame. Il sorriso, però, non è
per il cibo, è perché mi fai stare bene, tutto qui. Stare con te mi
rende
felice.”
Jonathan arrossì quando il suo cervello registrò ciò che la sua
bocca aveva appena detto. Veramente poco fico. Avrebbe
spaventato
quell'uomo se non avesse smesso di sembrare un ragazzino
depresso.
“Questa è la cosa più che bella che mi abbiano mai detto,
Jonathan. Io voglio farti felice.”
David non era sicuro di cosa fosse più strano: il fatto che tutto ciò
che usciva dalla sua bocca quando stava con Jonathan fosse
dannatamente melenso, o il fatto che intendesse davvero ciò che
diceva.
Scrollò le spalle, decidendo di non pensarci troppo. Aveva reso felice
il
suo dolce, delicato e fiducioso ragazzo. Era tutto ciò che importava.
“La cucina va bene. Sono un po' imbranato e non vorrei rovinarti
il divano.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan arrossì per quell'ammissione ma era meglio essere onesti
che rovinare la mobilia costosa. David si alzò e lo portò con sé. Mise
la
mano alla base della sua schiena e lo guidò verso l'ingresso, dove
raccolse le borse con il cibo prima di condurre entrambi nella sala da
pranzo e verso la porta ad arco.
“Il divano è a prova di macchia, comunque. Ceno lì quasi tutte le
sere mentre guardo la TV, quindi ha ricevuto la sua buona dose di
disastri. Caleb, il mio amico che ha decorato questo posto, mi ha
assicurato che non ci sarebbe stato modo di rovinarlo. La cucina è
comunque meglio in ogni caso, così saremo vicini alle bevande. A
dire
il vero, il frigorifero e il microonde sono le uniche cose che uso in
quella stanza.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 7
QUANDO arrivarono in cucina, Jonathan capì perché David non la
usava. Lo spazio era buio, con dei pannelli impiallacciati scrostati sui
muri, mobiletti in laminato rovere ed elettrodomestici verde avocado.
“Sì, lo so. Rimodernamento tragico degli anni settanta.
Scommetto che le cose originali erano belle, ma uno dei precedenti
proprietari le ha buttate in quello che penso sia stato un weekend
sotto
acido da faccio-tutto-io. Questa stanza è l’ultima sulla lista delle mie
cose da fare. Beh, questa e le stanze da letto perché sono
praticamente
vuote. Oh, e il cortile. Tutto qui: cucina, camere e cortile.”
David rise e si passò le mani tra i corti e lucenti capelli neri.
Jonathan sentì le dita fremergli per il desiderio di fare lo stesso.
“Siediti e dimmi cosa vuoi bere. Sono un disastro in cucina,
quindi il frigorifero è solo un ricettacolo di bevande e,
occasionalmente, di contenitori per cibi d’asporto. Birra? Vino? Una
bibita? Acqua?” David indicò le due sedie non coordinate che
stavano
vicino al bancone, sul lato dove si abbassava ad altezza tavolo. Una
delle sedie aveva lo schienale intrecciato, con parecchie parti rotte, e
l’altra aveva il sedile imbottito con un buco dal quale s’intravedeva il
materiale all’interno. “Il proprietario precedente le ha lasciate qui
quando si sono trasferiti. Ho pensato di aspettare di rimodernare
l’intera
stanza prima di sostituirle, ma chissà quando lo farò.”
Jonathan non ne sapeva molto dei prezzi delle case a Emile City,
ma sapeva quali zone erano perlopiù abitate da operai, come quella
dov’era cresciuto e dove vivevano ancora i suoi genitori, e quali
erano
quelle di livello più alto, come quella dove si trovava in quel
momento.
Era un dato di fatto che la casa di David si trovasse in una parte
costosa
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
della città e, considerando l’ampio lotto sul quale si trovava e le
incredibili condizioni dell’edificio, cucina a parte, sapeva che David
doveva avere molti soldi. Eppure, il suo atteggiamento era di una
persona che non si concentrava sulle cose materiali che lo
circondavano, e questo confortava Jonathan. Dopotutto, non
sarebbe
mai stato in grado di eguagliare le entrate di David, visto che era
solo
un famoso cuoco e un lavapiatti. Okay, no, nemmeno famoso.
“Prendo da bere.”
Jonathan andò al frigorifero e aprì la porta. Dovette strattonarla
con forza per farcela. David rise e fece spallucce.
“Non so se è la chiusura arrugginita, le cerniere ridotte male, o se
è una specie di piano per fare la dieta: perdere cinque chili in una
settimana rendendo il tuo frigorifero difficile da aprire, in modo che tu
non riesca ad arrivare al cibo.”
Jonathan sorrise e usò il proprio peso per tenere aperta la pesante
porta mentre cercava all'interno del frigorifero. Prese una bottiglia
d'acqua per sé e poi guardò David con aria interrogativa.
“Anche a me va bene l'acqua. Grazie.”
Due bottiglie d'acqua dopo, Jonathan era seduto al bancone e
guardava David cercare nei cassetti. Non poteva credere di essere
seduto nella cucina dell'uomo dei suoi sogni ed essere sul punto di
dividere con lui una cena favolosa. E che quell'uomo fosse così
dannatamente carino. Ed eccitante. Enormemente eccitante. Quello
non
poteva certo dimenticarlo. Carino ed eccitante. Jonathan si portò la
mano destra al gomito sinistro e si pizzicò abbastanza forte da
sobbalzare e mugolare.
Quando si guardò attorno e vide che era ancora nella cucina di
David invece che nel suo letto dopo essersi svegliato dal miglior
sogno
della sua vita, Jonathan portò lo sguardo sul padrone di casa,
sperando
che non l'avesse visto muoversi. Il sorriso divertito sul viso perfetto
di
David, però, fece capire a Jonathan che il pizzicotto non era passato
inosservato e la cosa scatenò un rossore generale su tutto il suo
corpo.
David stava prendendo dei piatti di carta dal mobile (non aveva
dei veri piatti, quindi ci metteva quelli di carta) quando vide Jonathan
chinare la testa e diventare nuovamente tutto rosso, così si avvicinò
al
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
bancone, appoggiò i piatti e gli accarezzò le braccia. Capiva che era
imbarazzato e non era la prima volta che succedeva quella notte, ma
la
verità era che David trovava l'esuberanza e l'onestà di Jonathan
rivitalizzante e accattivante.
“Sei bello, adorabile e sexy. Non posso credere che tu sia seduto
nella mia cucina. Forse dovresti pizzicare me, perché probabilmente
sono io quello che sta sognando.”
La postura di Jonathan si raddrizzò e il ragazzo regalò a David un
sorriso pieno di gratitudine. David gli baciò la guancia e poi prese
delle
cucchiaiate di cibo dai contenitori del take away e lo mise nei piatti.
“Non so se riesco a mangiare tutto.”
David guardò prima il piatto traboccante che aveva servito a
Jonathan, poi quell'uomo snello e considerò la porzione. Scrollò le
spalle e sorrise.
“Hmm. Beh, insomma. Mangia quello che riesci e il resto lo
metteremo nel frigorifero per dopo. Il microonde funziona, quindi
puoi
sempre riscaldarlo se ti svegli affamato per uno spuntino di
mezzanotte.”
Quegli occhi d'argento brillarono mentre Jonathan cominciava a
dedicarsi al suo cibo.
“Grazie.”
“Non c'è di che.”
David si rese conto di ciò che aveva detto solo quando stava
ingoiando il secondo boccone della cena. Alzarsi di notte per uno
spuntino di mezzanotte... cosa che implicava che Jonathan si
sarebbe
fermato per la notte. Certo, quello era stato l'intento di David sin dal
momento in cui aveva invitato quell'uomo intrigante a casa sua, solo
che non ci aveva davvero riflettuto sopra.
David non aveva mai rimorchiato nei bar o sui siti internet adibiti
a quello scopo. Preferiva fare sesso dentro i confini di una relazione.
Eppure, pur avendo avuto diversi compagni a lungo temine in
passato,
David poteva contare sulle dita di una mano - e senza usarle tutte le
volte che aveva condiviso il letto con uno di loro fino alla mattina
seguente. Inoltre, nessuna di quelle occasioni era stata pianificata.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Erano più che altro dovute al fatto di aver bevuto troppo per guidare
o
al fatto di non aver l'auto per potersene andare.
Per di più, non aveva mai permesso a un altro ragazzo di passare
la notte a casa sua. Infatti, David non aveva mai invitato nessuno dei
suoi precedenti fidanzati, né nella stanza al dormitorio né nel suo
appartamento, perché voleva evitare le conversazioni impacciate
postsesso di mattina presto. Andando a casa loro, avrebbe fatto sesso,
si
sarebbe sorbito le obbligatorie coccole post-coito per il più breve
tempo
possibile, e poi sarebbe tornato a casa sua e avrebbe avuto un po' di
tempo per se stesso e per dormire senza che nessuno gli rubasse le
lenzuola. Infine, si sarebbe svegliato e non avrebbe dovuto
condividere
il bagno con nessuno.
Quindi perché, per la prima volta in vita sua, David aveva
rimorchiato un ragazzo al bar e l'aveva portato a casa? E perché,
tutto a
un tratto, David non voleva far altro che andare a dormire con le
braccia avvolte attorno all'uomo che gli sedeva accanto e poi
svegliarsi
vedendo quello stesso bellissimo uomo nel suo letto? Si rese conto
che
non aveva senso, ma la cosa lo faceva sentire bene e gli sembrava
giusto così. E Jonathan sembrava pensarla esattamente come lui.
Un
sorriso timido nella sua direzione lo riscosse dalle sue riflessioni.
“Non hai mangiato niente e io sono quasi arrivato a metà di
questa montagna di cibo degna di Bigfoot. Va tutto bene?”
David scosse il capo e tornò a essere presente.
“Scusa. Ero perso nei miei pensieri. Allora, dimmi qualcosa di
te.”
Gli occhi d'argento guardarono verso il basso e Jonathan spinse il
cibo residuo con la forchetta attorno al piatto.
“Cosa vuoi sapere?”
La sua voce era bassa, quasi un sussurro. David ingoiò il boccone
di lasagne che aveva appena messo in bocca.
“Sai, il solito. Dove sei nato? Cosa fai per vivere? I tuoi genitori
sono ancora sposati? Hai dei fratelli? Sei religioso? Qual è il tuo più
oscuro e profondo segreto e la tua fantasia sessuale più estrema?
Le
solite informazioni di rito.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan sembrò in preda al panico fino a quando David non gli
fece l'occhiolino. Okay, stava scherzando. Era uno scherzo. Non che
a
Jonathan importasse qualcosa di rispondere alla maggior parte delle
domande, ma le ultime due avrebbero fatto concludere la nottata di
colpo. Davvero, come avrebbe reagito David se Jonathan avesse
risposto onestamente: “Il mio segreto più oscuro è che ero abituato a
farmi scopare da una gang-bang per vivere e la mia fantasia
sessuale
più estrema è diventata realtà stanotte perché era quella di poterti
baciare.” Sì, quello avrebbe simultaneamente disgustato e
spaventato
David.
“Umm. Vediamo. Sono nato qui a Emile City. Ho vissuto a EC
West per tutta la vita. I miei genitori sono ancora sposati. Si sono
incontrati alla Kennedy High. Ho un fratello, Brennan, che ha sei
anni
più di me, e una sorella, Shannon, che ne ha otto in più. Sono stato
cresciuto come cattolico, ma non sono praticante. E riguardo a
quello
che faccio, lavoro per mio fratello nel ristorante di famiglia.”
“Che ristorante? Probabilmente ci sono stato. Ti ho detto della
mia inettitudine per tutto ciò che riguarda la cucina? Io e i ristoranti
siamo così.” David incrociò le dita e ridacchiò.
“Il The Dubliner. E' un pub e un ristorante irlandese. Non è
proprio a EC West ma nemmeno in centro. Diciamo che si trova sul
confine.”
David annuì e ingoiò il suo ultimo boccone.
“Certo. Ci sono stato alcune volte. Buon cibo, bella atmosfera.”
“E’ quello, sì. Ora è il tuo turno.”
Ancora due bocconi e un sorso d'acqua e David si pulì la bocca
con un tovagliolo di carta, allungò le gambe e si adagiò all'indietro,
con
le braccia muscolose incrociate sul petto massiccio.
“Okay. Sono nato in California ma ci siamo trasferiti molte volte.
Mio padre stava facendo carriera, quindi dovevamo continuamente
spostarci dove c'era l'opportunità successiva. Siamo arrivati a Emile
City durante il liceo e mi piaceva, quindi sono rimasto, anche se mio
papà si è trasferito a New York quando avevo diciannove anni. Non
sono di nessuna religione, non sono stato cresciuto frequentando
una
chiesa specifica e non ho mai sentito il desiderio di trovarne una da
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
adulto. Sono un agente immobiliare ed è così che ho avuto questa
casa.
Sono abbastanza fortunato da avere delle dritte prima che arrivino
sul
mercato, come in questo caso. Stessa cosa con il Where Cowboys
Dream: pignoramento della banca, prezzo eccellente e così l'ho
preso al
volo. Ho un manager che lo manda avanti quindi non devo fare
molto, a
parte, sai, passare ogni tanto e comprare una macchinetta per il
caffè.”
David fece l'occhiolino.
Jonathan sorrise. Era completamente concentrato su David e sulle
informazioni che stava condividendo con lui. Voleva sapere tutto il
possibile dell'uomo che aveva occupato le sue fantasie per più di tre
anni. E, fino ad allora, gli piaceva quello che aveva sentito.
“E' fantastico. Mi piace davvero quel bar. E' una bella cosa che tu
l'abbia comprato prima che qualche grossa compagnia lo
trasformasse
in una catena di caffetterie o qualcosa del genere.”
David rise.
“Già. Sono un grande sostenitore dell'idea di investire in ristoranti
e negozi locali. A dire il vero, EC West è un ottimo posto per farlo.
Non
abbiamo nessuna grande catena o supermercati qui. Sono perlopiù
nella
parte nord e anche in quella est, ma quest'area ha molto più
carattere.”
Jonathan annuì. Era vero. Amava la sua città. La gente che viveva
lì ci lavorava, portava avanti gli affari e investiva nella comunità.
“Allora dimmi della tua famiglia. Tuo padre lavora a New York?”
David prese un altro sorso d'acqua e decise cosa dire. Non parlava
mai della sua famiglia, davvero mai. Gli mancava molto ma se l'era
cercata facendo a Jonathan la stessa domanda. Certo, poteva
evitare di
rispondere. Era un esperto nell'evitare le conversazioni quando
diventavano troppo personali, e ciò significava ogni cosa che avesse
a
che fare con la sua famiglia, la sua infanzia o i suoi sentimenti. A
dire il
vero, oltre che lavoro, film, o eventi di attualità, quasi tutto il resto era
fuori discussione.
Per la prima volta nella sua vita, però, David non voleva
trattenersi. Non davanti a quell'uomo onesto e rivitalizzante che gli
sedeva vicino e che sembrava condividere qualsiasi cosa gli
saltasse in
mente. Anche se condividere portava inevitabilmente a un sussulto
imbarazzato, a un abbassamento dello sguardo e al rossore sul suo
viso.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Mia mamma ha avuto un infarto quando ero al liceo. Non ce l’ha
fatta. Siamo rimasti solo io, mio padre e mia sorella Ellie.” David
cercò
di calmare il tremore che c'era nella sua voce prima di continuare.
“Ellie aveva sempre voluto essere madre. E' così. Ha sposato un
bravo
ragazzo dopo il college ed è rimasta incinta qualche anno dopo.
Quando era di circa sei mesi, i medici si sono resi conto che aveva
la
pre-eclampsia. Non riuscivano a controllarla e il bambino era troppo
piccolo per indurre il parto, così l'hanno messa a letto e hanno
provato a
fare il possibile, ma non è stato sufficiente per salvarle la vita. E’
comunque riuscita a resistere abbastanza a lungo da dare alla luce
un
bambino sano. Greg, suo marito, mi ha chiamato quando è entrata in
travaglio. Ho preso il primo volo e sono arrivato a New York in tempo
per dirle addio. Non so se mi ha sentito.”
David si asciugò una lacrima con il dorso della mano e Jonathan
fece quello che avrebbe voluto fare in ospedale, anni prima. Si alzò
dalla sedia, gli si avvicinò e gli si sedette in grembo. Poi circondò
con
le braccia quel corpo forte, appoggiò la guancia contro l'incavo del
suo
collo, mentre gli accarezzava la testa con una mano e la schiena con
l'altra. Non aveva parole da offrire. Dopotutto, cosa c'era da dire? Lo
tenne stretto a sé, strofinando il viso contro il suo collo, sperando
che
fosse sufficiente per esprimere il proprio supporto.
David gli era infinitamente grato per quella reazione così
compassionevole. Strinse quel giovane uomo a sé, mise il naso fra i
suoi capelli e inalò il profumo fresco e terroso di Jonathan e seppe
con
certezza di essere innamorato perso. Non era mai stato così grato di
qualcosa in vita sua.
“Hai ancora fame, Jonathan, o sei pronto ad andare a letto?”
Quel commento provocò un gonfiore immediato nelle zone basse
del ragazzo, che si mosse in braccio a David, deglutì e si schiarì la
voce.
“Letto. Assolutamente letto.”
David gli passò le dita nei capelli, appoggiò la fronte alla sua e
parlò a bassa voce.
“Sei perfetto tra le mie braccia.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
E quanto cazzo era melensa questa frase? Vera, ma comunque
melensa.
La gioia che si disegnò sul viso di Jonathan in risposta al
commento di David fece sì che l'uomo, solitamente riservato, si
dimenticasse del tutto della sdolcinatezza. Se faceva nascere quel
sorriso sul viso di quel ragazzo, David era disposto a essere
melenso
sempre, tutto il giorno. Ne valeva completamente la pena.
“David, posso usare il tuo telefono? Devo chiamare i miei
genitori e dire loro che non tornerò a casa stanotte.” Jonathan si
mordicchiò il labbro inferiore e chinò il capo. “Cioè, a meno che tu
non
voglia che vada a casa. Io... cioè, tu hai detto...”
David baciò Jonathan per fermare quel flusso esitante. Sembrava
quasi che ogni azione o parola di quel ragazzo gli facesse stringere il
petto.
“Resterai con me stanotte, Jonathan, per favore? Dicevo la verità
quando ho detto che non voglio lasciarti andare.”
C'era davvero da meravigliarsi che David non gli avesse chiesto
di restare con lui per sempre, perché era quello che voleva. E da
dove
diavolo veniva quel sentimento?
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 8
JONATHAN era raggiante quando David gli confermò di volere che
si
fermasse per la notte. Vedere il sorriso magico apparire su quel bel
viso
fece sentire David più soddisfatto di quando concludeva le sue
vendite
migliori. L’ho reso felice. Si chinò e strofinò le labbra contro quelle di
Jonathan, godendosi il mugolio e lo sguardo offuscato dal desiderio
che
ricevette in risposta. Gli accarezzò la guancia con un dito.
“Non ho la linea fissa perché non sono quasi mai a casa, quindi
dovrai usare il mio cellulare per chiamare i tuoi genitori. E’ nella
tasca
della mia giacca e penso di averla lasciata in macchina. Torno
subito.”
“Lo prendo io. Non preoccuparti.”
Jonathan diede una stretta finale al corpo solido di David, poi si
alzò da lui e prese le chiavi che l’altro aveva lasciato sul bancone.
Quando il ragazzo gli passò accanto, David gli prese la mano e se lo
tirò contro il petto. Gli accarezzò una guancia e gli diede un bacio
delicato. Dannazione, non riusciva ad averne mai abbastanza di lui.
David ebbe il presentimento che Jonathan volesse un po' di
privacy. Forse era imbarazzato perché viveva ancora con i suoi
genitori,
o forse non voleva che lui sentisse la scusa che avrebbe inventato
per
spiegare dove si trovava, invece di dire loro che passava la notte
con un
uomo che aveva appena incontrato. Qualunque fosse la ragione,
David
non voleva che Jonathan restasse fuori al freddo per parlare senza
essere ascoltato. Così mise in chiaro che sarebbe stato nelle stanze
sul
retro e gli avrebbe lasciato la parte anteriore della casa libera e
disponibile perché la usasse.
“Vado a mettere questi avanzi in frigo, torno tra un attimo.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan annuì e uscì dalla stanza dopo aver strofinato il viso
contro il collo di David e avergli dato un ultimo bacio casto.
David mise via il cibo, cercò nel cassetto i fiammiferi di cui
avrebbe avuto bisogno dopo e poi entrò nella stanza vuota
adiacente
alla cucina. Avrebbe dovuto essere una stanza per tutta la famiglia,
o
per la televisione, o qualcosa del genere, ma le piastrelle di linoleum
ingiallite e la carta da parati psichedelica la facevano sembrare
piuttosto un salto indietro nel tempo. David aveva in progetto di
rifarla
insieme alla cucina, visto che erano collegate. In effetti, avrebbe
proprio evitato di usare quella stanza se non avesse avuto le porte in
vetro che davano sul portico chiuso sul retro, che lui amava tanto.
Il portico correva lungo tutta la lunghezza della casa. Aveva dei
ventilatori a soffitto per l'estate, il riscaldamento installato lungo i
battiscopa per l'inverno e una bella vista sul cortile sul retro. Non
c'erano molti mobili lì, solo due sedie bianche Adirondack che aveva
preso al negozio per giardinaggio. Ovviamente, solo una di quelle
sedie
era stata usata. Forse era finalmente tempo di cambiare le cose.
David restò in piedi nel portico e pensò alla sua vita. Le cose
andavano bene. Aveva degli amici meravigliosi, una carriera di
successo e una bella casa. Quindi perché tutto a un tratto gli
sembrava
che non fosse abbastanza?
“David?” La voce di Jonathan gli arrivò dalla porta e l’uomo sentì
automaticamente una stretta al petto.
“Sono qui fuori.”
David si avvicinò alle porte a vetri e le aprì, trovando Jonathan
che si aggirava per la cucina con il cellulare stretto in una mano.
Quando il ragazzo lo vide, si gettò tra le sue braccia.
“Okay, abbiamo cenato e ho parlato con i miei genitori. Ora
possiamo andare a letto, vero?”
David rise e lo strinse a sé.
“Il tuo entusiasmo finirà per farmi montare la testa, Jonathan.”
Era vero. David non si era mai sentito così desiderato e, mentre la
cosa lo avrebbe spaventato se fosse successo con altri uomini,
adorava
assolutamente il sentimento che sentiva venire da Jonathan.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Sembra che qualcosa si sia già montato.”
Jonathan guardò David in modo malizioso e lasciò correre il
palmo della mano contro il cavallo dei suoi pantaloni. L’uomo
gemette
e rise spingendo il suo compagno lungo il portico, verso un altro paio
di
porte a vetri sull'altro lato.
“Andiamo. Ho bisogno di averti nudo nel letto, così sarai troppo
distratto per fare giochetti di parole maliziosi.”
Passarono dalle porte ed entrarono in una spaziosa stanza da letto.
David abbassò la mano e accese una piccola lampada che proiettò
un
bagliore tenue attorno a loro. Jonathan notò che il soffitto aveva lo
stesso motivo delle altre stanze della casa. C'era un'arcata alla fine
della
stanza, una porta - che pensò dovesse riportare verso la parte
principale
della casa - sul muro opposto, e quelle bellissime finestre a forma di
diamante sulla restante parete. L'unico mobile nella camera era un
vecchio letto e una cassetta per il latte vicino ad esso, usata come
comodino, che sosteneva una lampada.
“Non ho mai guardato questa stanza con gli occhi di qualcun
altro, quindi mi sto rendendo conto solo ora di quanto possa
sembrare
squallida. Ti assicuro che il materasso è comodo e comprerò presto
dei
nuovi mobili. Davvero.”
David era in piedi dietro Jonathan, il suo corpo solido e ampio
premuto contro la schiena del giovane. Una delle sue grandi mani
era
sullo stomaco di Jonathan, l'altra gli accarezzava il collo e la bocca
era
vicina al suo orecchio. Jonathan non era interessato ai mobili.
L'odore
dell'uomo dei suoi sogni, la sensazione del suo respiro contro il
collo, e
il suono di quella voce bassa e sensuale che gli scivolava addosso
erano
le uniche cose che la sua mente registrava.
Si voltò tra le braccia del suo amante e si sollevò sulle punte.
David gli andò incontro a metà strada e si tuffarono in qualcosa di
più
di un bacio gratificante. Jonathan gli mordicchiò e leccò le labbra,
emettendo dei piccoli gemiti pieni di desiderio. Quando David gli
afferrò il sedere e lo attirò contro il proprio inguine, Jonathan aprì la
bocca per annaspare e l’altro colse l'occasione per spingergli la
lingua
in bocca.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Ho bisogno di sentire la tua pelle,” David borbottò mentre
graffiava con i denti il lato del collo di Jonathan, ma quando
quest'ultimo reagì cercando di aprirsi i pantaloni, David lo fermò.
“Faccio io.”
Sentendosi come qualcuno che scartava il più bel regalo di tutti i
tempi, David sollevò la camicia e il maglione liso sopra la testa di
Jonathan ed ebbe la sua prima visione dei muscoli morbidi sul petto
snello. Adagiò il ragazzo sul letto, poi si chinò vicino ai suoi piedi e
gli
tolse le scarpe e le calze. Il suono del respiro affannoso di Jonathan
riempiva la stanza e tutto il suo corpo tremava. E se quei segni non
fossero stati abbastanza da far capire a David in che stato si
trovasse il
ragazzo, l'erezione che cercava di uscire dai suoi slip sicuramente
avrebbe chiarito tutto.
Un bottone, la zip, una pressione delicata, e David aveva l'uomo
più bello che avesse mai incontrato che giaceva nudo nel suo letto,
esattamente dove si presumeva che dovesse stare. O almeno, così
gli
sembrava. Un senso di oppressione si fece strada nel suo petto e
David
sapeva che l'unico modo per respirare ancora era toccare Jonathan,
subito.
Gli accarezzò i capelli e lasciò correre le mani lungo tutto il suo
corpo: orecchie, collo, clavicola, petto, pancia, fianchi. Jonathan
sollevò il bacino e rilasciò un altro di quei piccoli mugolii che stavano
rapidamente diventando un afrodisiaco per il suo compagno. David
passò con un solo dito sul sesso duro del ragazzo e si godette il
fremito
che vide percorrere il suo corpo snello.
“Ti piace, baby?”
Jonathan annuì. Gli piaceva tutto. Le carezze, i baci, la tenerezza.
Tutto. Ma più di tutto, gli piaceva David.
“Mmm hmm.”
“Vuoi che faccia qualcosa con la lingua?”
Jonathan sgranò gli occhi, le mani si chiusero a pugno sulle
lenzuola ai suoi lati e la bocca gli s’inaridì. Non riusciva a parlare,
non
riusciva a pensare. Un desiderio forte come non l'aveva mai sentito
prima di allora lo stava consumando e sapeva che sarebbe morto se
non
l'avesse soddisfatto. Quando sentì la lingua di David leccargli il
sesso e
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
i testicoli, deglutì e, in qualche modo, riuscì a parlare con voce
tremante.
“Ho bisogno di te. Ti prego, David. Ho bisogno di te adesso.”
David alzò lo sguardo sul viso adorante e bellissimo di Jonathan e
il suo cuore sobbalzò. Come aveva potuto vivere trentadue anni
senza
averlo nella sua vita? Si alzò e si spogliò rapidamente. Poi frugò
nella
cassetta per cercare il lubrificante e tornò sul letto da Jonathan,
coprendolo con il proprio corpo.
“Ahh. Come mi piace. La tua pelle sulla mia. E' così bello.”
Quel modo di parlare avrebbe fatto ridere David se non avesse
eccitato Jonathan al punto dal renderlo praticamente incoerente. E,
onestamente, la cosa era reciproca.
Baciò il collo di Jonathan e succhiò la sua pelle ma si trattenne
dal lasciargli un segno, anche se era esattamente ciò che voleva
fare.
L'urgenza di affermare che Jonathan era suo era quasi schiacciante,
ma
i pensieri di David deviarono in un'altra direzione quando il ragazzo
gli
circondò la vita con le gambe, appoggiò i talloni al suo sedere e
spinse
il bacino contro la sua pancia.
“Ti prego, David. Ti prego.”
“Oh, Gesù. Amo sentirti implorare.”
Era vero. David non aveva mai amato gli uomini bisognosi e in
qualche modo asfissianti. Aveva sempre voluto il suo spazio, sia in
senso letterale che emotivo, ma tutto questo non valeva più con
Jonathan. Voleva che quest'uomo avesse bisogno di lui, voleva
sentire
la sua voce implorante che gli chiedeva qualcosa che solo lui poteva
dargli. E, più di ogni altra cosa, David voleva accontentare ognuna
delle sue richieste, così che il suo partner si trovasse in un costante
stato di soddisfazione e felicità.
David si sollevò da quel corpo snello e si chinò tra le gambe di
Jonathan. Guardò la sua espressione estasiata mentre gli
accarezzava i
testicoli e l'area sottostante. Jonathan fece un altro di quei suoni
soddisfatti, puntellò le cosce e il sedere contro le gambe di David,
mise
i piedi sul letto e lasciò che le ginocchia si aprissero, esponendosi
così
completamente. Quella fiducia e quella vulnerabilità tolsero il respiro
a
David.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Sei bellissimo.”
David si unse un dito e fece breccia nel corpo del suo partner per
la prima volta. Così caldo e soffice. Anche gli altri uomini erano così
piacevoli dentro? Quando due delle sue dita furono nel corpo di
Jonathan, David si chinò e lo baciò. Il ragazzo si spingeva su e giù,
cavalcando la sua mano e gemendo.
“Di più. Ti prego, di più. Ti voglio.”
David sfilò le dita da lui, si allineò al suo corpo e si sostenne sulla
mano appoggiata sul cuscino, vicino alla testa del suo compagno,
mentre con l'altra gli teneva il fianco. Stava per spingersi dentro di lui
quando si rese conto che non aveva indossato il preservativo. Cristo!
Era la prima volta che rischiava di commettere un simile errore.
Non teneva i preservativi nella sua stanza visto che non portava
mai uomini a casa, ma probabilmente ne aveva un paio nel
portafogli.
Erano vecchi, ma sperava non fossero scaduti. Ci volle un enorme
sforzo per allontanarsi da quel corpo desideroso sotto di sé per
cercare i
jeans. Trovò rapidamente un preservativo e lo srotolò sul suo sesso
grosso e lungo. Poi mise una buona dose di lubrificante sul glande e
la
spalmò su e giù per tutta la lunghezza. Dopo aver completato
l'operazione, David tornò immediatamente a puntare contro
l'apertura
di Jonathan.
Voleva andare piano, lasciare che Jonathan si abituasse, ma la
combinazione dell'attrazione che provava per lui e le spinte
desiderose
del ragazzo non glielo permisero. Prima ancora di rendersene conto,
era
sprofondato fino ai testicoli in quel canale stretto e Jonathan stava
gridando di piacere.
“Oh, cazzo, com'è bello. E' incredibile sentirti stretto attorno al
mio uccello.”
David ringhiò quelle parole a denti stretti mentre il suo corpo si
muoveva fluido dentro Jonathan. I suoi movimenti erano aggraziati,
la
sua voce ruvida e la sua espressione cruda e potente. A Jonathan
ricordava un animale che cacciava la preda, come quelli che vedeva
nei
documentari.
Jonathan gemette e gli occhi gli si rivoltarono all'indietro. David
era inginocchiato tra le sue gambe e gli aveva preso le cosce,
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
facendogliele appoggiare sulle proprie, ed entrava e usciva da lui
tenendogli i fianchi con forza. Il pene di David era lungo e grosso e
riempiva Jonathan nel miglior modo possibile, strofinando contro il
suo
punto sensibile a ogni passaggio. Jonathan non aveva mai provato
niente di così bello e pensò che se non avesse già avuto due
orgasmi
quella notte, sarebbe già arrivato al culmine.
Ed era così, perché la sensazione di quel sesso duro dentro di lui e
i muscoli delineati sullo stomaco di David che strofinavano sul suo
pene lo stavano mandando in estasi. Jonathan non si era reso conto
di
ciò che stava facendo fino a quando la voce roca di David non gli
scivolò addosso.
“I suoni che fai sono così eccitanti, cazzo, così bisognosi.”
David si passò le gambe di Jonathan sulle braccia, lo fece piegare
in due, si chinò e lo guardò negli occhi, senza smettere di muoversi
dentro e fuori da lui. L'espressione di puro piacere che c'era sul viso
del
ragazzo eccitò David oltre ogni dire. Non era mai stato con un uomo
a
cui piacesse così tanto l'atto sessuale.
“Ti piace tanto questo, vero? Ti piace avere il mio cazzo nel
culo?”
La ruvidità nella voce di David, il parlare sporco e il suo sguardo
caldo, combinati alla sensazione del corpo di quell'uomo forte e bello
che si spingeva in lui, fu troppo perché Jonathan riuscisse a
trattenersi.
I suoi occhi si fecero grandi quando si rese conto che stava per
venire e
gridò quando fiotti di sperma lasciarono il suo pene e gli colpirono la
pancia e il petto.
David ansimò per lo shock alla vista di quel membro turgido che
si contraeva sotto di lui. Si stava tenendo sollevato sopra Jonathan,
quindi non era riuscito a toccarlo. Anche se David aveva avuto dei
partner che godevano quando la loro prostata veniva stimolata e
quando
la sua pancia strofinava sul loro pene mentre li scopava in quella
posizione, non aveva mai incontrato qualcuno che venisse
spontaneamente con così poca stimolazione.
David desiderava ardentemente venire dentro quel corpo
accogliente che si stringeva attorno al suo sesso duro come la
roccia,
ma si sforzò di trattenersi perché voleva vedere ancora una volta
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
quell'espressione di estasi sul bel viso sotto di lui. Raccolse il seme
di
Jonathan dal suo petto e dalla sua pancia e gli accarezzò il pene,
spargendovi quello stesso seme, senza lasciarlo afflosciare.
“Non ho finito con te, Jonathan. Voglio farti stare così bene da
farti venire ancora.”
La velocità delle spinte di David dentro Jonathan aumentò
continuamente finché l'uomo non si trovò in ginocchio con una mano
sul letto e l'altra che volava al sesso del suo amante mentre sbatteva
dentro di lui. David grugniva, ansimava, faceva dei rumori ruvidi,
ricordando di nuovo a Jonathan un animale selvaggio, e questo lo
fece
eccitare ancora di più. Il suo membro gli doleva mentre gli tornava
duro
rapidamente.
“Ahhh! David! David! David!”
Jonathan incrociò le gambe e le caviglie attorno alla vita del suo
amante, inarcò la schiena, sollevò i fianchi e gli artigliò le braccia e le
spalle. Qualcosa scattò nell'uomo sopra di lui, solitamente trattenuto,
che ringhiò: “Ti scoperò così forte che lo sentirai per giorni,
Jonathan.
E' quello che vuoi, vero? Ti piace essere riempito? Vuoi sentirmi nel
tuo culo per tutto il tempo?”
“S-s-sì! Sì, ti prego. Riempimi! Oh Dio, riempimi.”
Jonathan si dimenò sotto David e gemette quando il liquido caldo
si riversò sulla mano che lo stava toccando senza pietà. L'odore del
seme dell'uomo dagli occhi d'argento e le sensazioni che quel corpo
solido e snello che tremava sotto di lui gli stava dando, portarono
David
all'orgasmo, e l'uomo diede la spinta finale, il più a fondo possibile
dentro il suo amante, prima di riversarsi nel latex.
Quando finalmente finì di pulsare, David collassò, metà sul
materasso e metà sul suo compagno. Si strofinò contro il collo di
Jonathan, lo baciò e lo leccò mentre gli accarezzava la pelle delicata
dell'incavo del braccio e strofinava la gamba sulla sua coscia.
Maledizione, era stato strabiliante.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 9
DOPO alcuni minuti passati a ripulire Jonathan con tenere carezze,
David si calmò abbastanza da riflettere su quello che avevano
appena
fatto. La reazione immediata fu di orrore quando ripensò alle cose
che
aveva detto e alla ruvidezza delle sue azioni. Non aveva mai perso il
controllo in quel modo, non si era mai sentito così selvaggio e
sfrenato
durante il sesso ed essersi comportato così con quell'anima dolce e
gentile era terribile. Balzò via da Jonathan e si mise a sedere,
sperando
che, strisciando, forse sarebbe riuscito a farsi perdonare.
“Oh, Jonathan, mi dispiace tanto. Non volevo. Non so cosa mi sia
preso, ma non lo farò di nuovo. Te lo prometto. Mi dispiace, baby.”
Gli occhi di Jonathan si sgranarono per la paura, e la sua risposta,
con una voce timida e bassa, fu completamente inaspettata.
“Perché no? Non ti è piaciuto? Posso fare di meglio. Davvero,
posso.”
Il sollievo pulsò nel corpo di David. Si mise a cavalcioni sopra
Jonathan e si sostenne sui gomiti e sulle ginocchia sopra di lui
mentre
lo guardava nei suoi occhi d'argento.
“Sei fantastico, Jonathan. Sono talmente attratto da te che mi
faccio paura. E non so cosa pensi di migliorare rispetto a quello che
abbiamo fatto, ma sono piuttosto sicuro che mi uccideresti. Ero solo
preoccupato di essere stato troppo brutale, di aver ferito i tuoi
sentimenti con le cose che ho detto.”
Jonathan sollevò il capo, baciò la base del collo di David e glielo
leccò fino all'orecchio. Chiuse gli occhi come se così facendo
potesse
nascondersi. David dovette sforzarsi per sentire le sue parole
sussurrate,
anche se Jonathan gliele stava dicendo direttamente nell'orecchio.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Mi è piaciuto. Tanto. Sono troppo strano?”
Il cuore di David gli fece male nel sentire quelle parole incerte,
nel sentire l'insicurezza di Jonathan. Non si rendeva conto di quanto
fosse sexy? Di quanto David trovasse incredibilmente irresistibile
quella miscela d'innocenza e sensualità?
“Jonathan, puoi per favore aprire gli occhi e guardarmi?”
Le lunghe ciglia tremarono e gli occhi d'argento incontrarono
quelli blu.
“Non sei strano. Sei un uomo gentile, magnifico e appassionato e
io mi sento incredibilmente fortunato di averti qui con me, ma devi
sapere che c'è qualcosa in te che mi fa perdere il lume della ragione,
quindi ho bisogno che tu mi dica se faccio qualcosa che ti fa sentire
a
disagio. So che non hai molta esperienza e non voglio approfittarmi
di
te.”
Uno sguardo tormentato passò sul viso di Jonathan che chiuse di
nuovo gli occhi con forza. Non aveva mentito a David. Non aveva
detto
niente che non fosse vero, ma non l'aveva nemmeno corretto.
Doveva considerarla una bugia se non aveva parlato e non aveva
spiegato di avere più esperienza di quanta potessero averne molti
uomini gay in una vita intera? Che davvero non riusciva a ricordare il
numero di ragazzi che l'avevano scopato nei due mesi che aveva
passato praticamente nudo e ricoperto di sperma a New York?
Sapeva
che doveva dire la verità, che era una brutta idea iniziare una
relazione
con delle bugie. Ovviamente, se avesse raccontato a David del suo
passato, non ci sarebbe stata nessuna relazione comunque e quello
era
un rischio che Jonathan non poteva correre. Guardò negli occhi
accattivanti dell'uomo dei suoi sogni e condivise l'unica verità che
poteva.
“Non ti stai approfittando di me. Le cose che hai detto, la
sensazione del tuo corpo su di me, in me, che mi allargava con forza
e
veloce e a fondo... mi piaceva. Voglio stare ancora con te così.”
Voleva aggiungere di più. Voglio stare con te da tre anni e mezzo.
A dire il vero sei l'unica persona con la quale io sia mai voluto stare.
Gli altri erano solo corpi caldi per pagare le bollette e mi aiutavano
con la solitudine, ma penso che a dire il vero abbiano solo
peggiorato
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
le cose. Non li ho mai voluti, non li ho mai conosciuti e non mi sono
mai interessati, perché tu eri l'unico al quale ho pensato dal primo
momento che ho messo gli occhi su di te.
Ovviamente, non disse quelle cose. Non poteva spaventare il suo
compagno.
David gemette, stupito di come, nonostante l'orgasmo avuto poco
prima, il suo pene cominciasse a gonfiarsi in risposta alle parole di
Jonathan sul fatto che gli piacesse forte, veloce e a fondo. Sapeva
che
se si fosse abbassato e avesse baciato quella bocca soffice,
succhiato
quella lingua deliziosa e sentito la sua pelle calda contro la propria,
si
sarebbe ricaricato completamente e si sarebbe ributtato nel calore
stretto di Jonathan.
No, no, no. Quell'uomo doveva essere dolorante. In più, David
aveva una cosa da fare prima di mezzanotte e Jonathan avrebbe
probabilmente apprezzato la possibilità di lavarsi via il sudore e il
seme
che ricopriva il suo bellissimo corpo.
“Ehi, vuoi condividere la doccia con me? Ho ristrutturato tutti i
bagni di questa casa, quindi c'è abbastanza spazio. Ci possiamo
stare
tutti e due.”
Jonathan sorrise e annuì. “Ma certo, tigre.”
David si sporse vero Jonathan e sorrise. “Tigre?”
Jonathan trasalì e arrossì fino alla punta delle dita dei piedi.
L'aveva detto ad alta voce? “Oh, ah, ehm, io... Tu, ehm, tu prima
stavi
ringhiando e avevi, ehm, questo sguardo selvaggio negli occhi. E ti
stavi muovendo su di me, dentro di me, con così tanta grazia e
anche
così tanta potenza. Mi hai fatto pensare ad una tigre e...”
“Quindi è una buona cosa, giusto? Che ti abbia ricordato una
tigre, intendo.”
Jonathan annuì. “Era eccitante.”
“Fico. Non ho mai avuto un soprannome.”
David saltò giù dal letto e allungò le mani verso il basso per
afferrare il suo compagno e farlo alzare, conducendolo poi attraverso
la
porta ad arco in fondo alla stanza. Accese le luci e Jonathan si trovò
in
una stanza pulita e moderna. C'erano delle piccole piastrelle bianche
di
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
forma ottagonale e mattonelle nere della stessa forma mescolate in
modo da creare un decoro apparentemente casuale. I mobili erano
bianchi con maniglie d'acciaio e le superfici in marmo di Carrara.
Lungo le pareti, fino ad altezza spalle, c'erano delle piastrelle
bianche
come quelle della metropolitana, sormontate da una fila di piccole
mattonelle nere quadrate. Nonostante la mancanza di colore, lo
spazio
non sembrava freddo, solo pulito e fresco.
“Il verde ci starebbe bene.”
“Cosa?”
David era in piedi dietro Jonathan, il calore del suo corpo
scaldava il torso del ragazzo e trovava difficile concentrarsi.
Jonathan
indicò il pezzo di parete compresa tra la parte finale delle mattonelle
e
il punto in cui iniziava il soffitto.
“Per questa stanza, il verde ci starebbe bene. Una tonalità chiara,
così che non tolga la sensazione di fresco della stanza, ma che
aggiunga
solo un po' di grinta.”
Aveva appena detto “grinta”? E aveva davvero detto a David
come avrebbe dovuto dipingere i muri del suo bagno? La sua unica
possibilità di non far fuggire David nella direzione opposta era tenere
la
bocca chiusa, qualcosa che non era mai stato difficile per Jonathan.
L'unico lato positivo nell'essere timido era che non aveva mai parlato
molto, cosa che aveva tenuto a bada la sua stranezza, o per lo
meno
l'aveva contenuta, ma per qualche ragione sembrava non riuscire a
trattenersi con l'unica persona che voleva davvero impressionare.
Beh,
a parte che sulla sua carriera nel porno e su suo figlio. Jonathan
gemette
internamente. Splendido, riesco a trattenermi dal dire il peggio e il
meglio di me stesso - che per coincidenza sono le cose che ogni
futuro
partner vorrebbe sapere - ma soffro di un caso inguaribile di diarrea
verbale riguardo a qualsiasi cazzo di altra cosa.
“Verde chiaro. E' un'ottima idea.” David strofinò le mani su e giù
sulle braccia di Jonathan. “Sono stufo di questi muri bianchi. Volevo
chiamare un imbianchino, ma non l'ho ancora fatto. Cosa ne dici
della
stanza da letto? Non ci ho ancora fatto niente.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
La tensione nel corpo di Jonathan si trasformò in sollievo. A
David piaceva la sua idea. E voleva che lui lo aiutasse a scegliere i
colori anche per la sua camera. Era un buon segno, giusto?
“Un verde di qualche tonalità più scura del bagno andrebbe
bene.”
Riusciva a sentire la testa di David muoversi mentre annuiva
dietro di lui. “Perfetto. Sceglieremo la pittura per la cucina e per la
stanza adiacente una volta che avremo deciso cosa fare con i mobili.
Tutto quello che c'è di là, va tolto e sostituito.”
David baciò il collo di Jonathan e lo strinse a sé. Non riusciva a
tenere le mani lontane dal ragazzo. La sensazione di quella pelle,
del
calore del suo corpo, il suo profumo terroso. Tutte quelle cose
evocavano qualcosa dentro David e gli facevano venire voglia di
avvolgere Jonathan e coccolarlo. Sì, per quanto fosse
completamente
lontano dal suo modo di essere, voleva davvero coccolarlo.
“Devo fare una capatina in bagno. Le salviette sono nel mobiletto
sotto il lavandino di sinistra. Spazzolini da denti in più nell'ultimo
cassetto.”
David depositò un bacio veloce sulla spalla di Jonathan e poi si
sforzò di allontanarsi. Sparì dietro una porta situata in fondo al
bagno e
Jonathan pensò che quello spazio fosse adibito a toilette. Sentì il
suono
distinto del suo compagno che svuotava la vescica e rabbrividì per
l'intimità del momento. Era nudo, nel bagno di David, e stava
condividendo con lui le cose quotidiane come se fossero una vera
coppia. Era ciò che erano? Era così che David li vedeva, o era
l'immaginazione immatura e stupida di Jonathan che aveva la
meglio?
Camminò verso i mobiletti e scacciò quei pensieri. Dalle cose che
diceva e dal modo in cui lo guardava, a David sembrava piacere
Jonathan. Non era una fantasia che Jonathan stava architettando.
Era
reale.
Il comfort che quella chiacchierata interiore gli aveva procurato
durò esattamente il tempo che Jonathan impiegò ad aprire l'ultimo
cassetto, dove trovò una fornitura di spazzolini da denti che sarebbe
potuta durare per tutta la vita. Restò perfettamente immobile e cercò
di
trovare una possibile ragione del perché un ragazzo single avesse
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
bisogno di tutti quegli spazzolini extra, che non fosse perché in quel
bagno ci passavano molti uomini... e magari anche nella camera
accanto. Era perso nei suoi pensieri e non sentì l'acqua che
scorreva né
la porta che si apriva. Le braccia di David scivolarono attorno al suo
petto nudo e lui si sentì avvolto dal suo corpo possente, con un pene
spento che gli premeva contro la parte bassa della schiena.
“La mia igienista dentale ha una cotta per me, quindi insiste per
darmi queste cose ogni volta che vado da lei per la pulizia dei denti.
Le
ho spiegato anni fa che sono gay, ma stranamente sembra che la
cosa
l’abbia solo infiammata di più. Di solito impacchetto tutti gli spazzolini
extra, i dentifrici da viaggio e il filo interdentale e li dono al rifugio per
i giovani, per il programma di prevenzione orale di gennaio. E’ un
bene
che tu non sia arrivato un mese più tardi, perché in quel caso avresti
dovuto condividere il mio spazzolino. Non che mi sarebbe
dispiaciuto.”
Il corpo di Jonathan si rilassò e lui sospirò.
“Davvero?”
David ridacchiò.
“Certo. Ho avuto il tuo uccello in bocca e ho anche deglutito.
Pensi davvero che avrei problemi a farti usare il mio spazzolino?”
“Non era quello che intendevo,” mormorò Jonathan.
“Lo so,” sussurrò in risposta David, stringendolo leggermente.
“Tu sei il primo ragazzo che abbia mai ospitato in questa casa e nel
mio
letto.”
Quando Jonathan si voltò e gli regalò un sorriso felice, David fece
tutto ciò che era in suo potere per non finire il suo pensiero e dire
che
voleva che Jonathan fosse l'ultimo. Rendersi conto di una cosa
simile
non era forse come ricevere un calcio nelle parti basse?
JONATHAN era in piedi sotto uno dei getti d'acqua, con la testa
reclinata all'indietro e gli occhi chiusi, e si sciacquava la schiuma dai
capelli neri. L'espressione sul suo viso era contenta e felice. Il cuore
di
David cominciò a correre reagendo alla bellezza che vedeva davanti
a
sé. Guardò verso il pavimento e calcolò se il suo torso fosse
abbastanza
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
lungo da permettergli di sedersi a terra e prendere in bocca il sesso
di
Jonathan o se fosse meglio stare in ginocchio.
“Perché hai due soffioni nella doccia se vivi da solo?”
In un primo momento, sentire quella voce parlare invece che
gemere come stava invece facendo nella sequenza d’immagini sulla
quale stava fantasticando David, lo prese in contropiede, ma poi
l'uomo
scacciò le visioni oscene e cercò di rispondere alla domanda.
“A dire il vero, non lo so. Mi è venuto in mente quando stavo
decidendo cosa volevo per la ristrutturazione.”
Aveva anche messo due lavandini, richiuso il water in un piccolo
spazio e insistito per avere un armadio con due parti che si
rispecchiavano a vicenda, che contenevano cassetti, scarpiere e
appendiabiti. Quei tocchi personali parlavano di un bagno per due
persone e costruire il tutto aveva richiesto spazio, quindi aveva
dovuto
trasformare una casa con quattro camere in una con tre. David
sapeva
meglio di chiunque altro l'impatto negativo che aveva avuto quel
cambiamento sul valore della proprietà e non aveva mai considerato
di
invitare qualcuno a vivere con lui. Diamine, non aveva mai nemmeno
considerato di invitare nessuno a passare la notte da lui. Quindi
perché
aveva scelto di costruire qualcosa di definitivo e costoso per creare
spazio per due?
Quell'insolito momento di riflessione fu interrotto da un bagnato e
scivoloso Jonathan che si tuffava tra le sue braccia e lo stringeva in
un
forte abbraccio. David sentì il pene del ragazzo indurirsi e allungarsi
contro la sua coscia. Una volta al bar, un'altra sul divano, due volte
nel
letto, ma quel corpo eccitante era di nuovo pronto. Era come
scopare
con il coniglietto della Duracell, ma senza il rumore di sottofondo e il
poco piacevole colore rosa. David coprì con la sua grossa mano il
sesso
liscio e duro di Jonathan e lo accarezzò un paio di volte.
“Questo è per me?”
“Mmm hmm. Mi piace stare qui. Con te. Mi piace stare qui con
te.”
“Dannazione, tu sei proprio perfetto per il mio ego. Lascia che ti
mostri che sono meritevole di questo sentimento.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David si lasciò cadere in ginocchio, si sedette sui talloni e prese il
membro di Jonathan in bocca, fino alla radice. I gemiti che
arrivarono
dall'alto gli fecero capire che al giovane andava bene andare dritti al
punto. Le lunghe succhiate, su e giù lungo quel sesso duro, fecero
rabbrividire Jonathan e gli fecero tremare le gambe. David gli afferrò
le
natiche e lo tenne fermo mentre faceva entrare e uscire il suo pene
dalla
bocca, incavando le guance quando si ritraeva e titillandolo con la
lingua mentre tornava a spingersi in avanti.
Quando i gemiti di Jonathan diventarono delle grida e le sue dita
s'infilarono nei capelli di David mentre il suo corpo tremava, l’uomo
armeggiò con una bottiglia di shampoo sul pavimento e riuscì ad
aprirla. Si ricoprì le dita di shampoo e poi ne infilò uno a fondo dentro
Jonathan.
“Oh, David!”
L'eiaculazione calda e salata gli arrivò in bocca, anche se non
tanta quanto la prima volta; il che non era una sorpresa, considerato
il
fatto che Jonathan era probabilmente vicino alla disidratazione visto
la
quantità di fluidi che aveva espulso. David mantenne la posizione sul
pavimento, muovendo il dito languidamente dentro e fuori quel
sedere
stretto mentre leccava il sesso e i testicoli del ragazzo. Alla fine le
gambe di Jonathan cedettero, collassò in braccio al suo amante e
appoggiò la testa al suo petto, giocando con la fine peluria che lo
ricopriva.
David gli baciò la sommità del capo, gli circondò la schiena con
un braccio per tenerlo stretto a sé e non smise mai di scopare quel
sedere delizioso con il dito. Non gli era mai piaciuto così tanto
essere
dentro qualcuno. Non aveva mai cercato una connessione del
genere,
né in senso letterale né figurato. Era bello. Il culo e la connessione.
Il movimento delle mani di Jonathan sul suo corpo rallentò
mentre lo sentiva abbandonarsi tra le sue braccia.
“Andiamo a letto, baby.”
“Mmm. Non riesco a muovermi.”
David ridacchiò, lo fece scivolare dal proprio grembo e lo
appoggiò contro la parete, poi si alzò, chiuse l'acqua e prese le
salviette
che erano appese ai ganci vicino alla porta della doccia. Due ganci.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David scosse il capo quando se ne rese conto e prese ad asciugarsi.
Quando fu sicuro di essere asciutto abbastanza da non scivolare e
far
cadere il suo carico prezioso, si chinò verso Jonathan, ricoprì il suo
corpo sottile con un grosso asciugamano, e lo portò in camera.
“Mettiti sotto le coperte. Torno subito.”
Jonathan gli afferrò il braccio.
“Dove stai andando?”
David gli baciò la testa e gli accarezzò i capelli.
“In cucina. Sarò di ritorno tra un minuto.”
“'Okay.”
Jonathan strisciò sotto le coperte e premette il naso contro il
cuscino, inalando il profumo di David. Ti prego lascia che duri ancora
una notte. Ti prego lascia che sia mio.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 10
“TANTI auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri, caro Jonathan, tanti
auguri a te.”
Jonathan si sedette sul letto e guardò verso la porta, dove un
David nudo stava avanzando nella stanza buia, portando un piatto
con
una fetta di torta con sopra una sola candelina. La testa gli girò per
l'emozione.
“C-c-come, ehm, come sapevi che era il mio compleanno?”
David si mise in ginocchio sul letto sollevando i gomiti e
lasciando cadere le due bottiglie d'acqua che teneva premute sotto
le
braccia.
“Ho guardato la tua patente quando sei svenuto al Where
Cowboys Dream, ricordi? Ho notato che oggi è il tuo compleanno,
quindi ho incluso una fetta di torta nell'ordine che ho fatto da
Magiano.
Spero che ti piaccia la cioccolata.”
Lacrime brillavano negli occhi di Jonathan. A parte i suoi genitori
e i suoi fratelli, nessuno si era ricordato, né era a conoscenza, del
suo
compleanno.
“Mi piaci tu. Davvero tanto.”
Le sue guance erano arrossate ma Jonathan non abbassò né chiuse
gli occhi durante quella confessione. Guardò il viso di David e notò
con
piacere che i suoi occhi blu brillavano alla luce della candela.
“Anche tu mi piaci, Jonathan. Spegni la candela ed esprimi un
desiderio.”
Jonathan obbedì, arricciò le labbra, si chinò e soffiò piano. “Spero
che diventi realtà,” sussurrò con gli occhi ancora chiusi.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Il palmo caldo della mano di David gli accarezzò la guancia.
“Anch'io.”
Condivisero la torta, svuotarono le bottiglie d'acqua e poi
crollarono sul letto. Jonathan si strinse al fianco di David, usando il
suo
petto come un cuscino, con un braccio sopra la sua vita e una
gamba sul
suo fianco, prima di cadere addormentato. E David, che non aveva
mai
amato essere toccato, a meno che la cosa non portasse ad un
orgasmo,
avvolse entrambe le braccia attorno a Jonathan e cercò di tirarselo
ancora più vicino.
DAVID si svegliò prima dell'alba e lasciò che le sue dita vagassero
sulla
pelle soffice di Jonathan. Era giovedì, quasi la fine della settimana
lavorativa per molte persone ma lui non era come loro. Lavorava
sette
giorni su sette. L'aveva sempre fatto. Quando era a scuola, faceva i
compiti e studiava per gli esami in modo da potersi diplomare con il
massimo dei voti. Poi, quando aveva iniziato la sua carriera, aveva
applicato la stessa dedizione per i suoi clienti, cercando di trovare la
casa o l'ufficio perfetto per loro. Amava il suo lavoro ed era bravo a
farlo. Così bravo, in effetti, che aveva avuto il volume di vendite più
alto di ogni altro agente immobiliare di Emile City negli ultimi quattro
anni.
Ma, per la prima volta nella sua vita, David non voleva andare in
giro a cercare il posto giusto dove i suoi clienti potessero vivere.
Voleva
invece vivere la sua vita, il che significava stare a casa con
Jonathan.
Voleva provare il caminetto a legna del salotto e vedere le fiamme
riflettersi negli occhi d'argento del ragazzo. Voleva dipingere la
stanza
da letto di verde e comprare dei mobili per riempire lo spazio vuoto,
così che lui e Jonathan potessero passare del tempo lì. Voleva
coccolare
il suo amante e guardare vecchi film in televisione.
Strofinò il palmo della mano destra sugli occhi e gemette per la
frustrazione. Si ricordò di avere già preso appuntamento con dei
clienti
per quel weekend, di aver promesso loro che li avrebbe portati a
vedere
alcuni posti, e fatto tutte le altre cose che di solito riempivano le sue
giornate. Jonathan si mosse nel sonno. La mano di David scivolò sul
suo sedere sodo e il sesso del ragazzo, di nuovo duro, strusciò
contro la
coscia del suo compagno. David gli baciò la sommità del capo e,
anche
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
se i suoi occhi restarono chiusi e le palpebre ferme, le labbra di
Jonathan si arricciarono in un sorriso mentre mormorava il nome del
suo amante.
David, in risposta, sentì come una fitta al petto, e in quel
momento decise di assumere l'agente che contattava quando le
cose
erano davvero impegnative o doveva lasciare la città. La donna era
interessata a lavorare come agente per lui a tempo pieno da anni e
David aveva sempre rifiutato perché voleva dare ai clienti un tocco
personale. Alice, però, era davvero una brava agente, ai clienti
piaceva
e, soprattutto, David avrebbe avuto più tempo libero per usare il suo
tocco personale con Jonathan.
L’avrebbe chiamata quella mattina stessa e le avrebbe offerto il
lavoro. Se fosse stato davvero fortunato, e se Alice fosse stata
ancora
ansiosa di unirsi a lui com'era sempre sembrata, avrebbe potuto
sistemare un po' le cose e passarle un po' del suo carico lavorativo
del
weekend, in modo da poter trascorrere più tempo con Jonathan. Il
suo
corpo si rilassò dopo aver preso quella decisione. Beh, la maggior
parte
del suo corpo si rilassò. La sua erezione si era risvegliata non
appena si
era resa conto della presenza di Jonathan e ora richiedeva
attenzione.
“Mmm.”
Jonathan gemette, baciò il collo di David e mosse il braccio che
teneva attorno alla sua vita in modo che la sua mano potesse
accarezzargli l'erezione. David sibilò e sollevò i fianchi verso quel
tocco gentile.
“Mi piace.” Jonathan mormorò quelle parole con voce assonnata
contro il petto di David mentre lo accarezzava e i suoi fianchi
spingevano contro la gamba dell'uomo. David gli accarezzò il sedere
sodo e gli stuzzicò la fessura tra le natiche.
“Dolorante?”
Jonathan si mosse e serrò le natiche.
“In senso buono.”
Si spostò da David e si sdraiò sulla pancia, piegò le ginocchia
sotto di sé e continuò a muoversi. Questa volta sembrava proprio un
invito, uno di quelli che David non poteva rifiutare. L'uomo si sporse
oltre il lato del letto e armeggiò per cercare la bottiglia di lubrificante
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
che aveva abbandonato e l'altro preservativo che aveva preso dal
portafogli la notte precedente.
Nota - David pensò mentre posava un bacio sulla parte bassa della
schiena di Jonathan - spostare la scatola di preservativi dal bagno al
comodino. Nota aggiuntiva: comprare un comodino.
Dopo aver trovato il necessario, srotolò un preservativo sul suo
pene e si mise dietro il sedere invitante di Jonathan. Gli accarezzò la
schiena mentre ammirava i muscoli che scendevano verso le natiche
tonde. Per un momento folle, David pensò di assaggiare quelle
natiche
e l'area tra di esse. Non era mai stato interessato al rimming e quel
desiderio acuto lo sorprese. Lo scacciò e soddisfò se stesso dando
dei
baci leggeri sulla schiena del suo amante mentre le sue dita
lubrificate
si facevano strada nel suo sedere stretto.
Jonathan sospirò e si lasciò andare, con le spalle e la fronte
appoggiate al letto mentre il suo sedere era ancora sollevato per
aria.
David si portò sopra la sua schiena, allineò il pene alla sua entrata e
sussurrò mentre si spingeva in lui.
“Sei così sexy, Jonathan.”
Sprofondò il naso nei soffici capelli neri, coprì le mani del
ragazzo con le proprie, intrecciò le loro dita e si mosse a ritmo lento.
Jonathan emetteva i gemiti e i mugolii che David trovava così
seducenti
mentre si muoveva avanti e indietro con lui.
“Dio, è così bello averti dentro di me. Così bello.”
“Mi piace essere dentro di te, baby. Voglio farti stare bene.”
Ancora nello stato a metà tra il sonno e la veglia, il viso di
Jonathan era soffice, la sua pelle calda e la sua voce un po' roca.
David
pensò che fosse adorabile. Una parte di lui era curiosa di vedere se
poteva farlo venire solo scopandolo. Il ragazzo era stato
dannatamente
ricettivo alla sensazione datagli dal massaggio alla prostata la notte
precedente e David pensava che fosse possibile, ma sapeva anche
che
l'esperimento avrebbe necessitato una scopata più intensa di quella
lenta che stavano facendo in quel momento perché l'assonnato
Jonathan
che gemeva sotto di lui potesse goderne. Così David continuò a
baciargli teneramente le spalle, mentre lo ricopriva con il suo corpo.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Alla fine levò una mano da quelle di Jonathan e la portò sotto di lui,
per
accarezzargli lentamente l'erezione.
“Pronto a venire per me, baby?”
La mano di David si muoveva su e giù sul pene duro di Jonathan,
con il pollice che passava sulla punta ogni poche carezze. La sua
presa
era morbida e corrispondeva al ritmo lento e gentile delle spinte
dentro
il corpo di Jonathan. Era completamente diverso dal modo convulso
e
selvaggio in cui l'avevano fatto la notte precedente, ma a Jonathan
piaceva comunque. Era eccitato che lo stesso uomo potesse
portarlo
all'estasi in così tanti modi diversi.
I gemiti delicati di Jonathan, appena udibili, riempirono l'aria
prima che un brivido passasse nel suo corpo e un calore umido si
riversasse sulla mano del suo amante. David abbassò lo sguardo sul
profilo del bel viso sotto di lui, gli occhi chiusi, la bocca aperta per il
piacere, le linee del cuscino ancora visibili sulla pelle, e il proprio
orgasmo lo sorprese. Gemette e rabbrividì per la delizia del piacere,
posò ancora alcuni baci sul collo di Jonathan e poi uscì da quel
corpo
accogliente. Il ragazzo si rannicchiò su un fianco con gli occhi
ancora
chiusi.
“Che ore sono?”
David allungò la mano verso il cellulare e controllò l'ora.
“Sono passate da poco le sei. E' ancora abbastanza presto, puoi
dormire ancora. Prendo una salvietta per pulirti.”
David entrò con passo malfermo in bagno, si liberò del
preservativo e si asciugò il pene. Prese una salvietta pulita e fece
scorrere l'acqua finché non divenne calda prima di bagnarla e
tornare in
camera. Fu sorpreso di vedere Jonathan seduto sul bordo del letto
che si
stava infilando il maglione. Cosa ancora più sorprendente,
comunque,
fu il profondo senso di delusione che lo straziò a quella vista.
“Perché ti vesti? E' presto.” David sentì il tono lamentoso della
propria voce ma non riuscì a controllarlo.
Jonathan si mise i pantaloni e si passò le dita nei capelli arruffati.
“Devo andare a casa prima che…” Sospirò a fondo, si strofinò gli
occhi
con i palmi delle mani e si mordicchiò il labbro inferiore. “Devo
semplicemente andare a casa.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David ripensò a ogni parola, a ogni tocco, dal momento in cui si
erano svegliati. Cosa aveva fatto per far allontanare Jonathan? Non
riusciva a trovare una risposta, ma rifiutarsi di accompagnare
quell'uomo all'auto e legarlo al letto non era una possibile scelta - in
parte perché David non aveva nessun punto dove avrebbe potuto
fissare
una corda - non importava quanto lo desiderasse. In effetti, fu
proprio il
rendersi conto di questo desiderio che lo fece girare e andare
all'armadio.
Si vestì con mani tremanti e si fustigò mentalmente. Vuole andare
a casa, quindi ora lo accompagni all'auto e ti scusi per qualsiasi cosa
tu abbia fatto per rovinare le cose. Poi gli chiederai di vederlo di
nuovo.
Con quel piano in mente, David si lisciò i vestiti, si schiarì la voce
e tornò in bagno, sentendosi più composto. Trovò Jonathan al
lavandino
che si lavava i denti. David si bloccò. Fissò la visione davanti ai suoi
occhi e si chiese se avesse mai visto niente di più perfetto.
Appartiene a
questo posto e a me. Il pensiero gli passò spontaneamente nella
mente,
ma non provò nemmeno a contestarne l'accuratezza.
Jonathan si sciacquò la bocca, poi si asciugò le gocce d'acqua dal
viso con il dorso della mano. In quel momento incontrò gli occhi di
David nello specchio. Gli sorrise, non un sorriso gioioso e ampio
come
il giorno precedente, ma una versione esitante, interrogativa. Non
avendo mai avuto problemi di fiducia in se stesso, David decise che
non era questo il momento per iniziare. Camminò verso Jonathan, gli
tolse lo spazzolino dalla mano e lo lasciò cadere nel contenitore che
aveva attaccato al muro dove teneva il proprio.
Non era una dichiarazione di amore eterno, una proposta di
matrimonio o un tatuaggio sopra il cuore, ma era l'unico modo che
David aveva per mostrare le sue intenzioni al giovane. Jonathan si
voltò, avvolse le braccia attorno al petto dell'uomo e lo strinse forte.
David gli accarezzò i capelli, baciò la sommità della sua testa e
sospirò.
“Andiamo,” disse poi riluttante.
Guidarono in silenzio fino all'auto di Jonathan. Il giovane cercò di
pensare a cosa avrebbe potuto dire per spiegare, ma oltre alla verità
- ho
un figlio che mi aspetta a casa e voglio essere lì quando si sveglia non
gli venne in mente niente.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Voglio vederti ancora.”
Oh, grazie a Dio! Gli era stata concessa una tregua, niente
domande, nonostante il suo strano comportamento. Il sollievo di
Jonathan era palpabile. “Anch'io,” rispose.
David arrivò al Where Cowboys Dream, mise l'auto nel
parcheggio e guardò l'uomo seduto accanto a lui. Fece correre un
dito
lungo la mascella di Jonathan e pensò alla regola di non essere
troppo
insistente, di aspettare un certo periodo di tempo prima di chiedere
un
altro appuntamento e a tutte le cose che aveva sentito dire dai suoi
amici quando erano interessati a mettersi con un ragazzo, ma David
non aveva mai prestato particolare attenzione a quei discorsi. Non
aveva mai avuto problemi a conoscere uomini né a ottenere
appuntamenti e, fino a quel momento, non gli era mai interessato se
un
ragazzo lo rifiutava. Non che fosse mai successo.
“Che ne dici di venerdì sera? Potremmo uscire a cena e potresti
passare il weekend con me.”
David avrebbe pensato a cosa fare con i suoi clienti se Alice non
avesse accettato con così poco preavviso. Diamine, anche se
avesse
perso i clienti, ne sarebbe valsa la pena. Jonathan si stava
allontanando
e doveva trovare il modo di fermarlo. Non poteva farlo se non stando
con lui.
Gli occhi di Jonathan si sgranarono. Sbatté le palpebre qualche
volta e si schiarì la voce. “Non posso.” Improvvisamente, stava
armeggiando con la portiera e uscendo dall'auto. “Ti chiamerò.”
David era troppo sorpreso per l'uscita frettolosa per specificare
che non si erano scambiati i numeri. Quando se ne rese conto,
Jonathan
era già corso dietro l'angolo ed era sparito.
“Merda!” David picchiò la mano sul volante per la frustrazione.
Non aveva il numero di Jonathan, non sapeva dove viveva, non
aveva
idea di cosa avesse spaventato l'unica persona che era riuscita a
farsi
strada nel suo cuore.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 11
DAVID guidò fino a casa sentendosi frustrato e profondamente
deluso.
Troppo agitato per tornare a dormire, si mise gli abiti che usava per
fare
allenamento, bevve una delle sue bibite proteiche e guidò fino alla
palestra. Due ore dopo, i suoi muscoli dolevano ma si era schiarito le
idee. Probabilmente Jonathan aveva rifiutato l’appuntamento perché
doveva lavorare venerdì sera. Non era un grosso problema. Sarebbe
andato al The Dubliner, avrebbe visto Jonathan e trovato il momento
giusto per uscire con lui. Problema risolto.
Andò a casa, si fece la doccia, poi chiamò Alice e le offrì il
lavoro. Lei si rivelò essere molto interessata e accettò di iniziare
quella
mattina stessa. Perfetto, una cosa fatta. David guidò verso l’ufficio,
istruì Alice sui clienti che avrebbe dovuto incontrare durante il
weekend e poi uscì per andare a pranzo al The Dubliner. Beh, ci
andava
per trovare Jonathan ma, visto l'orario e visto che non aveva
mangiato,
tecnicamente ci stava andando per pranzare.
Non appena arrivò di fronte al ristorante buio, David si ricordò
che non apriva durante il giorno. Lo sapeva, ma la sua
determinazione
nel trovare Jonathan gliel’aveva fatto dimenticare. Lasciò cadere la
testa in avanti sul volante e gemette.
Okay, va bene. Devo solo rivedere il piano. Andrò a lavorare e
chiamerò The Dubliner verso le tre. Sicuramente avranno qualcuno lì
prima dell’apertura, almeno per preparare il tutto, e Jonathan ha
detto
che lavora nel retro. Magari lo troverò.
Sentendosi un po' abbattuto ma ancora speranzoso, David tornò al
suo ufficio. Il lato positivo era che Alice aveva acconsentito a
lavorare
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
quel weekend, quindi sarebbe stato libero di passarlo con Jonathan.
David soffocò un gemito. Lo troverò.
Qualche ora dopo, sollevò il telefono e chiamò il The Dubliner
per la quarta volta quel giorno.
“Dubliner. Cosa posso fare per lei?”
A David ci vollero un paio di secondi per rendersi conto che
qualcuno aveva davvero risposto al telefono. Si era abituato agli
squilli
infiniti che erano andati a vuoto per tutto il giorno.
“Oh, sì, salve. Sto, uh, a dire il vero cerco qualcuno. Jonathan
Doyle. C'è?”
Ci fu una lunga pausa e poi la voce rispose e sembrò confusa.
“No, Jonathan non è qui.”
Le spalle di David si afflosciarono. Non riuscì a celare la
delusione nella sua voce. “Okay. Grazie.” Aveva quasi chiuso la
telefonata quando sentì di nuovo la voce.
“Vuole che gli lasci un messaggio da parte sua?”
“Sì, sarebbe perfetto. Può dirgli che David Miller ha chiamato? Il
mio numero-”
“David? Ok, ricevuto. Glielo dirò.”
La linea s'interruppe e David picchiò la mano sulla scrivania.
“Merda!”
CERCARE di capire come trovare Jonathan occupò la mente di
David
per tutto il resto del giorno. Riuscì a tenersi occupato con il lavoro,
presentando Alice ai clienti, sistemando dei documenti, addirittura
trovando nuovi clienti, ma il pensiero di Jonathan non lasciò mai la
sua
mente. Sfortunatamente, la donna che rispose al The Dubliner
quando
David chiamò di nuovo, gli disse che Jonathan non c'era ancora, e
tutto
ciò che lui poté fare fu lasciare un altro messaggio, visto che non
aveva
nessun altro modo per contattare il suo amante.
Il suo amante. Si erano incontrati al bar e avevano passato una
notte insieme. Da quando una cosa simile lo rendeva qualcosa di più
di
una botta e via? David scacciò quel pensiero con fervore. Sì, si
erano
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
incontrati al bar e sì, era stata solo una notte, ma quelle cose non
contavano. Jonathan era qualcosa di più di un semplice ragazzo
rimorchiato in un bar. David doveva solo trovarlo e convincerlo di
quel
fatto innegabile, ma non sarebbe successo quella sera perché
Jonathan
non stava lavorando e lui non sapeva dove vivesse.
David chiuse l'ufficio e fece un altro salto in palestra. Punire il
suo corpo, però, non riuscì a far rilassare la sua mente. Se ne andò
dolorante e frustrato esattamente come lo era quando era entrato
nel
palazzo. Ho bisogno di ubriacarmi. Sapeva che non era una
soluzione a
lungo termine per il suo mal di cuore, ma doveva trovare il modo di
evitare che la sua mente pensasse a quell'uomo come aveva fatto
per
tutto il giorno, consumandolo.
Così, David chiamò i suoi vicini, sperando che volessero uscire e
che uno di loro si comportasse come tassista designato. Trenta
minuti
dopo si era fatto la doccia, si era vestito e aspettava che José e
Adam
passassero a prenderlo. Staccò la giacca dall'appendiabiti e corse
alla
porta non appena sentì la macchina avvicinarsi.
“Grazie che guidi tu, José.” David scivolò sul sedile posteriore
dell'auto, si chinò in avanti verso quello del guidatore e strinse
leggermente la spalla del suo amico prima di tornare ad appoggiarsi
al
poggiatesta.
“Non c'è problema. Ci stavamo comunque preparando per uscire.
Ci incontriamo con Eli e Seth al Two of a Kind. Ti va bene?”
David chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Le spalle gli dolevano
per la tensione che stava trattenendo sin dal momento in cui era
entrato
in camera e aveva visto Jonathan prepararsi alle sei del mattino.
“Mi sembra ottimo. Allora, cosa avete fatto oggi?”
José gemette. “Abbiamo lavorato tutto il giorno, poi abbiamo
passato tre ore al Walmart. Tre ore. Stiamo facendo quella cosa di
adottare una famiglia durante le vacanze, quindi avevamo una lista
di
giocattoli e vestiti da prendere, più gli articoli per la casa e cose
varie.
Il gestore della pratica ha detto che avremmo trovato tutto lì. Sei mai
stato in quel negozio, David?”
David scosse il capo. “No.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Già, nemmeno io. Siamo dovuti andare su a EC Nord, e poi ci
siamo dovuti orientare attraverso tremila corsie. Non ho mai visto
niente del genere. C'erano intere famiglie che facevano shopping
insieme, tipo generazioni multiple. E penso che abbiamo assistito
anche
ad alcune celebrazioni del ciclo della vita. Sai, battesimo nella corsia
sei, quinceañera nella corsia dieci, matrimonio nella corsia tredici.
Sono felice che ci siamo persi la nascita nella corsia venti.”
Adam e David risero mentre José raccontava la storia. David si
stava ancora asciugando le lacrime dagli occhi quando entrarono al
bar
e videro Seth ed Eli seduti al tavolo. Entrambi gli uomini si alzarono
per salutare e scambiarsi baci e abbracci con i loro amici.
“Sembri stanco quanto me, David. Che succede?” Seth guardò
David con preoccupazione.
L'ultima cosa che voleva fare era parlare di Jonathan. Era al bar
per evitare quei pensieri deprimenti. Mosse la mano per indicare che
non c'era niente che non andava e sprofondò sulla sedia.
“Niente di che, mi sono solo svegliato troppo presto. E tu cosa mi
dici, Seth? Perché così stanco?”
Seth aveva l'età di David, con i capelli castani e ricci, e gentili
occhi marroni. Eli era più giovane, ma non tanto quanto sembrava.
Entrambi erano alti circa un metro e settantasette. La stessa altezza
di
Jonathan. Dannazione! La mente di David aveva un solo canale?
“Eli si è trasferito da me questa settimana, quindi abbiamo dovuto
imballare, trasportare e disimballare. Mi fanno male tutti i muscoli e
sono esausto, ma almeno l'abbiamo fatto prima del Shabbat.”
David era genuinamente felice per i suoi amici. Eli aveva rincorso
Seth all'infinito prima che l'altro uomo si decidesse a uscire con lui.
Essersi trasferito con il suo ragazzo di certo aveva emozionato Eli
come
non mai.
“E tu cosa mi dici, Eli? Ti senti stanco e, ehm, dolorante anche
tu?” sorrise David.
Seth arrossì intensamente e divenne improvvisamente interessato
al suo drink. Eli sorrise e mosse le sopracciglia.
“Oh, sono proprio indolenzito, ma non è un problema. In effetti,
sono piuttosto felice di esserlo. Non sento dolore. Il cielo è pieno di
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
colori vividi. Vedo i funghi crescere. Oh, è un unicorno quello che sta
passando?”
David rise e si sentì felice di essere uscito con i suoi amici.
Questo era esattamente ciò di cui aveva bisogno: una
conversazione
leggera che gli togliesse dalla mente un paio di occhi d'argento
offuscati dal piacere. E proprio in quel momento la sua mente tornò
esattamente a quell'immagine, come se fosse programmata. Era
tempo
di trovare un'altra distrazione. David si alzò.
“Nessuno vuole qualcos'altro da bere?”
Eli sollevò il suo bicchiere vuoto e annuì. “Vodka, straight 1.”
Guardò attorno al tavolo. “Risparmiatevi i patetici tentativi di fare
battute, signore. Solo perché ho usato la parola straight, non c'è
niente
da ridere.”
David scosse il capo e sorrise mentre camminava verso il bar. Un
viso amichevole lo salutò.
“Ehi, dolcezza, come va?”
“Bene, Joel, come stai?”
“Non mi posso lamentare. Henry ed io sabato partiamo per un
paio di settimane per andare a trovare la sua famiglia. Penso che
sarà
divertente.”
“Digli che lo saluto. Non lo vedo da tanto tempo.” David ripensò
a quando aveva visto per l'ultima volta il suo ex. “Penso che sia stato
quando abbiamo lavorato alle urne qualche settimana fa.”
Una coppia di ragazzi abbastanza vicina da sentire quello che
David diceva si voltò verso di lui, improvvisamente interessata alla
conversazione. David roteò gli occhi.
1
NDT: Straight: gioco di parole. Il significato italiano in questo
contesto
è "bevanda liscia". In inglese la parola straight significa anche
eterosessuale.
Ecco il perché della conseguente battuta degli amici di Eli.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Durante le elezioni. Eravamo volontari ai seggi durante le
elezioni. Quelle urne. Sapete, dovere civico. Provateci qualche
volta,”
dichiarò David con enfasi prima di tornare a guardare Joel.
“Comunque, potremmo trovarci quando voi ragazzi tornerete in
città.”
Joel annuì. “Mi sembra una buona idea. Cosa posso servirti?”
David fece l'ordinazione e aspettò che il suo amico gli portasse le
bevande.
“Mi ricordo di te.” Le parole farfugliate lo colpirono insieme
all'alito che sapeva di birra. David si voltò verso destra e vide l'uomo
che stava molestando Jonathan al Where Cowboys Dream la sera
precedente.
“Sì? Anch'io mi ricordo di te. E non è un bel ricordo.” Si
allontanò dall'uomo ubriaco, prima di decidere di sfogare la
frustrazione per non essere riuscito a trovare Jonathan su
quell'obiettivo
solo parzialmente meritevole. Sfortunatamente, Nick non sembrò
cogliere il suggerimento e si mosse tenendosi in bilico sulle gambe
scarne, un altro difetto che lo fece piacere ancora meno a David.
“Allora hai finito con lui? Perché ora è il mio turno. Quel ragazzo
sa come muoversi.”
David ringhiò contro quell'idiota presuntuoso che gli stava troppo
vicino per il bene della sua sanità olfattiva.
“Fatti da parte, amico. E' il mio ragazzo, non un giocattolo. E l'hai
incontrato per cinque minuti, quindi non hai idea di come si muove.”
Okay, forse 'ragazzo' era esagerato, visto anche che David non
aveva nemmeno il numero di Jonathan e non aveva nemmeno
passato
tutto quel tempo con lui. Quanto poteva sapere di un ragazzo dopo
una
sola notte? Abbastanza. Ne sai abbastanza. E sarà più di una notte
quanto lo troverai e lo implorerai.
David si allontanò da Nick come una furia e tornò dai suoi amici
prima di fare o dire qualcosa di cui si sarebbe pentito. Eli era
appoggiato alla spalla di Seth e sembrava infinitamente felice.
“Sembri sul punto di fargli una serenata, Eli.”
Il ragazzo rise.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Potrei anche. Le cose vanno davvero bene. Ho finito la scuola e
sono tornato a gaycity. Ho il lavoro dei miei sogni alla congregazione
dove sono cresciuto. Oh, e la ciliegina sulla torta della mia gloriosa
vita
è che finalmente sono riuscito a portarmi a letto il mio capo.”
“Non sono il tuo capo, Eli!” sbottò Seth sulla difensiva.
“Lavoriamo entrambi per tuo padre e gli altri membri della
congregazione.”
Eli guardò con amore il suo partner e rise.
“Quanto ti ci vorrà per capire che dico queste cose solo per
irritarti, vecchio?”
“Umm, tutto bene, David? Hai dimenticato questi.”
David alzò lo sguardo e vide Joel in piedi vicino al tavolo con le
bevande che aveva ordinato e poi dimenticato quando aveva
fronteggiato il coglione che parlava di Jonathan.
“Scusami, Joel.”
“Non c'è problema. Quel tipo ti stava dando noia? Posso sbatterlo
fuori.”
David prese i soldi dal portafogli e pagò le bevande.
“No, non preoccuparti. Sai quanto odio quando trovo uomini tutti
concentrati sulla parte alta del corpo e trascurano completamente le
gambe. Sono ridicoli.”
Joel rise. “Sì, okay, ma è meglio che lo faccia stare zitto. E'
dannatamente ubriaco e continua a parlare di un tizio di nome Will
con
tutti quelli che vogliono ascoltarlo. Se comincia a far scappare i
clienti
lo butto fuori.”
NONOSTANTE David fosse esausto dopo essersi incontrato con gli
amici, continuò a girarsi e rigirarsi nel letto tutta notte, svegliandosi
ogni paio d'ore con la netta sensazione che qualcosa mancasse, che
qualcosa gli sfuggisse. Poi la sua coscienza s'intrometteva quando
bastava per riempire i pezzi mancanti e fargli dolere il petto. Quando
il
sole sorse, venerdì mattina, David era già vestito e pronto a uscire
per
una lunga ed estenuante corsa. Non si fermò finché non si sentì sul
punto di crollare. Si fece poi la doccia, si vestì e andò a lavoro.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Organizzò l'ufficio, finì ogni lavoro arretrato e concluse con un
nuovo cliente. Nessuna di quelle cose gli impedì di notare che
Jonathan
non aveva restituito le sue chiamate e la cosa lo fece sentire
progressivamente sempre più rifiutato. Cosa aveva fatto per
spingerlo
via? E come poteva trovare quell'uomo e scusarsi?
Dopo aver mangiato un paio di barrette proteiche, David andò in
palestra. La frustrazione che stava cercando di tenere a bada
finalmente
trovò uno sfogo e l'uomo lavorò come un pazzo finché uno dei suoi
amici non gli disse di smettere se non voleva rischiare uno strappo
muscolare. Aveva spinto il suo corpo troppo in là, lo sapeva, ma
almeno
era stanco a sufficienza per riuscire a dormire.
David si trascinò fino a casa, si arrampicò sul letto e si
addormentò sentendo l'odore di Jonathan sulle lenzuola.
Sfortunatamente, ebbe solo un paio d'ore di tregua prima che il
ragazzo
entrasse nei suoi sogni e David si svegliasse ritrovandosi a montare
il
materasso come un patetico ragazzino. Le prime due volte si
masturbò
per poi di tornare a dormire, sperando di aver dato al suo corpo la
soddisfazione necessaria per passare la notte. Ma la sua mano non
era
paragonabile a Jonathan e il suo subconscio non gli permetteva di
dimenticarlo, così alla fine si arrese e rimase sdraiato nel letto a
fissare
il soffitto. Ho bisogno di trovarlo.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 12
DAVID si svegliò all'alba di sabato dopo un'altra notte quasi
completamente insonne. Come potesse sentirsi ancora così teso
nonostante tutta la fatica, era un mistero, ma visto che non aveva
trovato Jonathan, l'unico modo che conosceva per allentare la
tensione
era fare esercizio fisico. Passò davanti al The Dubliner sulla via di
casa,
dopo un'altra dura sessione di esercizi in palestra (non che il
ristorante
fosse davvero sulla sua strada, ovviamente). Il locale era buio, come
sarebbe stato fino all'ora di cena.
Era troppo preoccupato per Jonathan e troppo stanco per un'altra
notte quasi insonne per concentrarsi sul lavoro. Oltretutto, aveva già
sbrigato tutti i suoi compiti e Alice aveva già deciso che si sarebbe
presa carico dei suoi incontri per quel giorno. Non avendo quindi una
distrazione disponibile e non volendo restarsene seduto a temere di
essere travolto dalla sensazione di perdita che, sapeva, sarebbe
arrivata,
David si fece una doccia veloce, prese del caffè e andò a casa dei
suoi
amici.
Conosceva Clark e Noah da anni e aveva appena venduto loro la
loro prima casa, una topaia su una bella strada non troppo distante
da
casa di David. Clark era eccitato per la ristrutturazione e Noah era
eccitato per via di Clark. Combinazione perfetta. David suonò il
campanello e mosse il peso da un piede all'altro con impazienza.
“Un secondo!”
Sentì la voce di Clark attraverso la porta che, pochi istanti dopo,
si aprì. Il suo amico stava in piedi di fronte a lui, sbattendo le
palpebre
per scacciare il sonno dai suoi occhi blu e scostandosi i capelli
biondo
rossiccio dal viso. Indossava un paio di pantaloni del pigiama che
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
aveva evidentemente messo nella fretta di aprire la porta. O almeno
era
quello che pensava David, basandosi sul fatto che i pantaloni erano
al
rovescio.
“Buongiorno, Clark. E' meglio che ti metta una maglietta prima
che Noah mi prenda a calci nel culo. Sono troppo in astinenza da
sonno
per potermi difendere ora.”
Non che David pensasse davvero di potersi difendere da Noah
nemmeno dopo una riposante notte di sonno se lui avesse voluto
atterrarlo. Oltre ad essere un kickboxer ben allenato, Noah aveva
una
personalità insolente e un carattere quasi incontrollabile. Clark
sembrava avere un tocco magico che teneva sotto controllo il suo
partner, ma non c'era motivo di mettere alla prova il destino.
Dopotutto,
David sapeva perfettamente che non c'era niente che provocasse la
rabbia di Noah più della sua possessività nei confronti di Clark. Così
tanto che, anche dopo anni di amicizia, David sapeva che era meglio
non rischiare di stare troppo vicini a Clark. E per quanto ammirasse
la
visione del petto muscoloso di quel bell'uomo davanti a sé, non
valeva
la pena di testare la reazione di Noah se li avesse visti.
Incredibilmente,
a Clark sembrava non importare la gelosia del partner anche se,
vista
dall'esterno, più che gelosia sembrava che la cosa sfiorasse il
controllo
eccessivo.
“Sì, scusami. Stavo dormendo, non ci ho pensato. Arrivo subito.”
Clark camminò un po' barcollante lungo il corridoio. David
sistemò le bevande sul tavolino da caffè e poi si lasciò sprofondare
sul
divano. Si buttò un braccio sugli occhi e ripensò al giovedì mattina
per
la centesima volta. Cosa aveva fatto per far andar via Jonathan così
improvvisamente?
“Avevamo dei piani per stamattina, David? Siamo tornati tardi
ieri notte e penso di averlo dimenticato. Mi spiace.” Clark si sedette
sulla poltrona più brutta di tutti i tempi e allungò la mano verso il
caffè,
ne prese un sorso e sorrise. “Grazie per la caffeina.”
“No, non avevamo dei piani. Mi sono solo fermato a darvi
qualche chiave in più per il vostro nuovo appartamento.” David tirò
fuori un gruppo di chiavi dalla tasca e le fece scivolare sul tavolino
verso Clark. “L'agente del venditore me le ha lasciate ieri. Penso che
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apra quella baracca spaventosa sul retro della proprietà e forse una
delle
porte laterali. Se fossi in voi, cambierei tutte le chiavi, ma ho pensato
di
portarvele nel caso le voleste.”
Clark annuì e guardò attentamente David, come se riuscisse a
intuire che c'era qualcosa che non andava. Quello sguardo, unito
alla
possibilità che la conversazione virasse sui suoi sentimenti, spinse
David a trasudare felicità, anche se non era così che si sentiva.
Raddrizzò la postura e fece un sorriso che non avrebbe preso in giro
nessuno che lo conoscesse, ma, ehi, era il meglio che poteva fare.
“Quindi siete stati fuori fino a tardi? Siete usciti con Frank e
Tim?”
“No, siamo stati a casa e ci siamo divertiti a modo nostro. E' il
modo migliore.” La voce profonda di Noah fece voltare entrambi
verso
il corridoio.
Anche se, visti i suoi lineamenti duri, Noah non poteva essere
descritto come bello, di certo, però attirava l'attenzione. Gli occhi
nocciola, profondamente intelligenti e di un'intensità incredibile,
erano
il suo tratto più intrigante. Inoltre, con quel corpo alto e muscoloso, di
sicuro non era un uomo che buttavi fuori dal letto. Non che qualcuno
ne
avesse avuto la possibilità, perché Noah e Clark erano una coppia
sin
dal college e una sola occhiata nella loro direzione rendeva chiaro a
qualunque osservatore che la loro situazione non sarebbe cambiata
e
che non c'era spazio per nessuno nel loro letto.
“Che succede, David? Sembra che il cane ti abbia pisciato nei
cereali, ” grugnì Noah mentre prendeva il caffè e si sedeva tra le
gambe
di Clark. Sollevò il bicchiere in direzione di David per un brindisi
silenzioso e bevve un sorso. Clark avvolse le braccia attorno al petto
di
Noah e appoggiò il mento sulla sua spalla. La mano libera del suo
compagno coprì immediatamente la sua e le loro dita s'intrecciarono
istintivamente.
David cercò di pensare se li avesse mai visti sedersi lontani l’uno
dall’altro e non gli venne in mente nemmeno un esempio. Quei due
erano sempre intrecciati l'uno all'altro. Perché aveva deciso di far
visita
alla coppia perfetta proprio oggi? Non ci riusciva, non poteva restare
a
guardarli mentre si toccavano, vedendo l'amore che vibrava tra loro,
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quando lui non poteva stare con l'unica persona che gli avesse mai
fatto
sentire quelle stesse emozioni. Si alzò e prese il suo caffè mentre si
avviava verso la porta.
“Meglio che vada. Devo, umm... Sono solo venuto a lasciarvi le
chiavi. Mi spiace avervi svegliato. Ci vediamo dopo, ragazzi.”
David aveva una mano sulla maniglia della porta quando sentì la
voce di Clark dietro di sé.
“Chiamaci se hai bisogno di parlare, David. Anche se non è per le
chiavi.”
David annuì e uscì dall'appartamento.
Dopo un altro viaggio inutile davanti al The Dubliner, andò a
casa, si fece la doccia e cominciò a fare zapping in maniera assente
prima di gettare via il telecomando con disgusto.
Cosa devo fare? Sospirò. Devo trovarlo, ecco cosa. Non ho
aspettato per tutta la vita di sentire questi sentimenti verso un'altra
persona per arrendermi così facilmente. Lo troverò e gli mostrerò
che
possiamo stare insieme. David si ricordò cosa aveva detto Jonathan
riguardo alle pareti verdi. Oh, grazie al cielo, qualcosa da fare.
Raddrizzò le spalle e camminò a grandi passi verso il telefono.
Forse il suo amico Caleb era libero. Il ragazzo era un po' troppo
entusiasta a volte ma era un ottimo designer. Aveva arredato il
salotto e
la sala da pranzo di David senza nessuna indicazione da parte sua e
l'aveva aiutato anche a ristrutturare il bagno. David sentì
improvvisamente il bisogno disperato di avere il prima possibile la
camera da letto e il bagno tinteggiati con i colori che Jonathan gli
aveva
detto e Caleb era il modo migliore e più rapido per far sì che
accadesse.
NON ESSENDO un ragazzo al quale piaceva pensare ai sentimenti
che
provava né tantomeno parlarne, David seppe di essere messo male
quando, quella sera, si sedette nel separé di fronte ai suoi due più
vecchi amici, pronto a chiedere aiuto. Si tolse la giacca di pelle
scamosciata marrone, arrotolò le maniche della sua camicia fino ai
gomiti e si protese sul tavolo.
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“Allora, ho bisogno che mi diciate la verità. L'assoluta verità.
Senza esclusione di colpi, senza omettere niente per non ferire i miei
sentimenti. Voglio -”
“Basta! La verità. Ricevuto. Cosa diavolo vuoi sapere, Miller?”
Frank ridacchiò mentre faceva segno alla cameriera e sollevava il
suo
bicchiere. “Possiamo averne ancora due, Denise?”
La ragazza bruna annuì e guardò Tim. “Bella camicia, Tim.”
Tim gemette. “Ah, è la camicia da grassone.”
Lei mise la mano sul fianco e lo guardò più da vicino. “Di cosa
stai parlando, Tim? Mi piacerebbe che il mio ragazzo fosse come te.
Sei
magro!”
L'uomo si lisciò la camicia rossa che gli stava attillata. “Potrei
essere un etero magro, Denise, ma sono un gay grasso. Tutto
questo
parlare mi ha fatto ripensare al mio prossimo drink. Prenderò una
dietsoda.”
Denise sbuffò e si allontanò. Frank si protese sopra Tim e girò la
testa in un'angolazione quasi dolorosa per poter vedere una zona
vicino
al bar dove Eric era chinato in avanti e ripuliva qualcosa dal
pavimento.
“Ti verrà un crampo al collo, caro,” disse sarcastico Tim.
“Ne varrebbe la pena. Quell'uomo ha un culo grandioso.”
“E' etero, Frank.” David rise del suo amico.
“Sì? Anche gli spaghetti sono dritti finché non li scaldi.” Frank
mosse le sopracciglia. “Oops. L'ho detto ad alta voce? Il filtro non ha
funzionato. Di nuovo.”
“Affascinante.” Tim prese un sorso dal suo drink e mise il
broncio.
Frank gettò un braccio sulle spalle del suo partner e lo strinse.
“Oh, dai. Posso anche farmi un giro in negozio ma sai che non
arriverei
mai al registratore di cassa.”
Tim roteò gli occhi e incrociò le braccia, fingendo di essere
indispettito.
“Come vuoi. Ora, di cosa volevi parlarci, David?”
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David morse il suo labbro inferiore, rosso e pieno, e si passò le
dita nei capelli, mostrandosi stranamente ansioso.
“Perché nessuna delle mie relazioni ha funzionato?”
Frank rise e prese un sorso di birra mentre Tim roteava gli occhi e
si buttava in bocca un paio di pretzel presi dalla ciotola.
“Perché continui a scaricare i loro culi, ecco perché,” disse Tim.
David ebbe la decenza di arrossire.
“Ma io rompo con loro solo perché non sono felici con me.
Sembra che non funzioni mai.”
Frank cercò la mano di Tim e sorrise a David, sbatté le palpebre e
le rughe del sorriso agli angoli della bocca si fecero più pronunciate.
“Miller, nessuno è più felice di me del tuo basso record visto che
io ho ne ho ricavato questo ragazzo.” Frank fece un cenno con le
sue
sopracciglia verso Tim. “Ma devo dirtelo, sono sorpreso da questa
domanda. Vuoi dirci cosa ti ha portato così improvvisamente - e se
posso permettermi, non è una cosa da te - a voler riflettere su te
stesso?”
David sospirò e mormorò, “Lasciamo perdere, ragazzi. Non
importa. Come va il lavoro?”
Tim lasciò la mano di Frank e prese quella di David mentre
l'uomo stava per prendere il bicchiere.
“Oh no, tesoro. Non te la caverai così facilmente. Sputa il rospo.”
Perché no? Aveva iniziato questa conversazione per una ragione.
Poteva anche portarla avanti.
“Ho incontrato qualcuno.”
La sua voce era bassa e le sue parole mormorate ma Tim e Frank
sentirono abbastanza. Frank si appoggiò al separé, incrociò le
braccia
sul petto muscoloso e guardò David, valutandolo. Tim si fece il
segno
della croce.
“Gesù, Giuseppe e Maria. Non pensavo che avrei mai vissuto
abbastanza da vedere questo giorno. David Miller vuole una vera
relazione.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David sapeva che i suoi amici lo stavano stuzzicando, ma non
apprezzava lo scherzo. Non era giusto.
“Ehi. Ho sempre voluto una relazione. Non sono uno di quelli che
ha la fissa per le botte da una notte e via.”
Frank rise. “No, non una notte, vero. Hai un debole per le botte da
più mesi. Ma non hanno comunque significato, esattamente come
quelli
che rimorchi ai bar per una notte. Solo perché sei un monogamo
seriale
non significa che tu abbia mai voluto una relazione, Miller.”
Gli occhi di David si riempirono di sorpresa, o dolore.
L'espressione di Frank si addolcì.
“Hai detto che volevi la verità, tutta la verità e nient'altro che la
verità.”
Tim ridacchiò. “Che Dio ci aiuti!”
David annuì stancamente. “Bene. E da dove viene questa
intuizione geniale?”
Tim scattò in avanti nel separé e strofinò le mani con entusiasmo.
“Vediamo se riusciamo a farti capire.”
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Capitolo 13
DAVID ebbe per un attimo la sensazione di essere intrappolato ed
esposto. Poteva cambiare argomento, andarsene, o dare a fuoco a
qualcosa - qualsiasi cosa pur di evitare quella che di sicuro sarebbe
stata una conversazione fastidiosa sui suoi sentimenti - ma non fece
nessuna delle tre cose. Non poteva rischiare di aumentare il premio
per
la polizza contro gli incendi. Invece, si fece forza e si concentrò su
qualsiasi informazione che i suoi amici potessero condividere con lui
che potesse aiutarlo a capire cosa avesse allontanato Jonathan, e
come
poterlo tenere accanto a sé una volta che fosse riuscito ad afferrare
di
nuovo quel corpo meraviglioso.
“Dicci dell'ultimo tipo con cui sei uscito. L'avvocato. Cos’è
successo?”
Era passato più di un anno da quando quella relazione era finita e
David non aveva mai perso un minuto a ripensarci. Erano ancora
amici,
ovviamente, ma David non si era mai chiesto perché le cose non
avessero funzionato. Non gli era mai interessato.
David mandò giù tutto d'un fiato il resto del vino. Bene, aveva
chiesto onestà e loro gliela stavano dando. Aveva quasi trentadue
anni,
non aveva mai avuto una relazione decente e ogni parte del suo
corpo
gli diceva che doveva scoprire il perché, altrimenti non gli sarebbe
stato
possibile stare con l'uomo più bello che avesse mai incontrato. Solo
il
pensiero di non poter avere Jonathan gli fece dolere qualcosa nel
petto.
No, non qualcosa: il suo cuore. Il suo cuore gli faceva davvero male
per
la perdita della sua bellezza dagli occhi d'argento. Non c'era motivo
di
fingere altrimenti, e se parlare dei suoi sentimenti con i suoi amici e
rispondere alle loro domande poteva aiutarlo a sistemare le cose
con
Jonathan, allora era quello che avrebbe fatto.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Umm. Non riuscivo a soddisfarlo a letto, presumo.”
Tim sputò la soda che aveva appena sorseggiato e cominciò a
tossire. David si asciugò le gocce dalla fronte con il dorso della
mano e
guardò le bocche spalancate dei suoi amici.
“Stai scherzando, Tim? Devo davvero tornare indietro di vent'anni
e dirti di non sputare?”
Tim si ricompose.
“David, tesoro, hai il viso di un modello, il corpo di un atleta
professionista e il cazzo di un cavallo. Soprattutto, so per esperienza
personale che hai la stamina di un maratoneta. So che sono passati
anni
da quando sei stato nel mio... letto, ma mi ricordo perfettamente di
aver
avuto problemi a sedermi dopo quelle notti. Quindi dimmi
esattamente
cosa non-mi-ricordo-il-suo-nome ti ha detto per portarti a credere
che la
bestia che hai tra le gambe non fosse abbastanza, perché non c'è
una
cazzo di possibilità che io abbia mai avuto problemi con la tua
tecnica.
Fidati di me.”
Il rossore di David gli arrivò al collo e al viso. Non era sicuro di
cosa rispondere al suo amico dopo quella frase. Non era mai stato
timido riguardo al sesso e sì, loro due erano stati amanti, ma era una
storia vecchia. Inoltre, Tim stava parlando dell'equipaggiamento di
David davanti al suo partner e la cosa avrebbe potuto infastidire
Frank.
Come se gli stesse leggendo nel pensiero, Frank mosse una mano
come per indicargli di andare avanti. “Non trattenerti per me, Miller.
Ho visto anch'io il tuo cazzo. Sono passati dieci anni ma me lo
ricordo.
Non è una cosa che un uomo può dimenticare. Diavolo, penso di
aver
acquisito la capacità di succhiare uccelli proprio perché ho imparato
sul
tuo colosso.”
David e Frank erano cresciuti insieme. Quando avevano capito
che a tutti e due piaceva guardare i loro compagni di squadra negli
spogliatoi più che le cheerleader sul campo, avevano passato alcune
notti facendo pratica l'uno sull'altro. I loro sentimenti non erano mai
andati oltre l'amicizia, ma quando avevano finito la scuola sapevano
bene come muoversi con un pene nelle vicinanze. David ricordò con
affetto che Frank non scherzava riguardo alle sue capacità. Non era
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan, ma quell'uomo poteva risucchiare una palla da baseball
attraverso una cannuccia.
Tim rise e soffiò un bacio a David.
“Grazie di questo, a proposito. Sono il destinatario fortunato di
tutta quella pratica.”
David roteò gli occhi e gemette, chiedendosi cosa si fosse
impossessato di lui per averlo portato a parlare con i suoi amici di
quello. Erano i suoi più vecchi amici, ecco cosa. In effetti, era stato
lui
a farli mettere insieme. David aveva incontrato Tim al suo secondo
anno di college durante un incontro per l'alleanza gay-etero.
Avevano
passato l'intero semestre prendendo il caffè insieme dopo gli incontri
mensili prima che Tim finalmente trovasse il coraggio di chiedere a
David se fosse dalla parte gay o etero dell'alleanza. Da quel
momento
erano usciti per due anni, fino alla laurea. Quando Tim si era
laureato
ed era tornato a Emile City, David aveva presentato i suoi due ex
amanti l'uno all'altro, sapendo che sarebbero stati bene insieme
come
non lo erano stati con lui. Aveva ragione.
“Cosa vuoi che ti dica, Timmy? Mi ha detto, ehm, che non ero
coinvolto. Quando eravamo a letto insieme. Ciò significa che non era
propriamente un cliente soddisfatto, quindi ho chiuso la storia.”
Tim e Frank si scambiarono uno sguardo tenero e poi guardarono
David con un'espressione che lui riusciva a descrivere solamente
come
pietosa.
“E prima di lui? Il dottore con l'accento eccitante e con il culo
ancora più eccitante? Cos'è successo con lui?”
Raul. David era uscito con Raul per due anni, mentre lui faceva la
specializzazione. David aveva pensato che le cose stessero
andando
bene. Bene abbastanza, comunque. David fece spallucce.
“Ha detto che non ero presente. Ma lavoravamo entrambi molto.
Sapete come sono i miei orari. Non ho mai pensato che gli desse
fastidio visto che anche lui aveva dei turni lunghi in ospedale. A dire
il
vero, pensavo che stesse funzionando con i nostri ritmi, che avesse
capito perché anche lui era impegnato. Ma quando mi ha detto che
non
ero presente, ho capito che era tempo di passare oltre.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Tim sospirò e guardò David in attesa. Quando David non reagì,
provò di nuovo.
“E quello prima di lui? L'architetto con i capelli da surfista?”
Henry. David aveva incontrato Henry per lavoro. David era un
nuovo agente immobiliare e stava imparando. Henry era l'uomo alla
base della scala gerarchica di un costruttore locale di cui David
vendeva le case. Si erano trovati subito bene ed erano usciti insieme
per
circa un anno e mezzo ed erano rimasti amici quando era finita.
David
era sempre rimasto amico con i suoi ex. Non aveva mai capito
perché le
persone litigavano e si odiavano quando le cose non funzionavano.
Una
rottura non era un grosso problema. Perché farsi prendere così dalle
emozioni? Certo, era facile pensarla così, quando a lui non
importava
poi molto dei suoi ex ragazzi. Non era per niente facile ora, che non
riusciva a trovare Jonathan. E dopo solo una notte insieme.
“Henry ed io abbiamo rotto perché…”
David aggrottò le sopracciglia al pensiero. Onestamente non
riusciva a ricordare perché avessero rotto. Era stato tanti anni prima
e,
come per le altre relazioni, non si era soffermato a pensarci.
“Dannazione, Tim. Non ce la faccio più. Non ce la farà mai a
capire. Nemmeno se gli facciamo un disegno.” Frank si voltò verso
David e i suoi occhi scuri lampeggiarono. “Vuoi che ti dica perché le
cose non hanno funzionato con Henry?”
David annuì in silenzio.
“Perché ti eri dimenticato di avere un ragazzo, stupido stronzo.”
David si sarebbe sentito insultato se qualsiasi altro gli avesse
parlato in quel modo, ma lui e Frank avevano passato tante cose
insieme e sapeva che non intendeva offenderlo.
“Okay, ti ascolto. Cosa intendi?”
“Era un esperimento. Ha pensato che se ti fosse stato lontano,
avresti capito che ti mancava e lo avresti implorato di tornare
indietro.
Tim ha cercato di dirgli che era un'idea stupida e che non avrebbe
funzionato, ma lui era sicuro che fosse un modo geniale per far sì
che lo
notassi.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David ripensò al periodo in cui era uscito con Henry e poi a
quando avevano preso strade diverse.
“Stronzate. Usciva con quel ragazzo con i capelli rossi, ti ricordi?
L'ha portato alla festa di Clark e Noah.”
Frank ruotò gli occhi.
“Non ti ha chiamato per quattro settimane e non te ne sei accorto,
così ha portato quel tizio alla festa sperando di farti ingelosire.”
Tim iniziò a ridere a quel punto, così tanto che gli vennero le
lacrime agli occhi. “E tu…” Ancora più risate. “Ehm, tu…” Tossendo e
ridendo. “Gli hai picchiato sulla spalla, gli hai detto che ti faceva
piacere vederlo che e che insieme facevano una bella coppia.”
David prese un sorso di soda e sentì lo stomaco brontolare. Aveva
corso quella mattina e poi si era allenato durante il pomeriggio.
Ancora
più estenuante era stato tutto il tempo passato a fare compere con
Caleb. Aveva cercato di liberarsi del designer dopo aver scelto i
colori,
ma non aveva funzionato, quindi aveva dovuto sopportare lo
shopping
per i mobili della cucina, gli elettrodomestici e i mobili della camera
finché non aveva finalmente sventolato bandiera bianca e ammesso
la
sconfitta. Oh beh, almeno aveva scelto dei campioni di verde chiaro
e
verde scuro e aveva un appuntamento con l'imbianchino per metà
settimana.
Dopo la tortura dello shopping con Caleb, era andato in palestra,
poi aveva avuto giusto il tempo di farsi una doccia e vestirsi prima di
incontrarsi con Tim e Frank al Where Cowboys Dream. Ed era
comunque in ritardo, perché prima era passato dal The Dubliner
sperando di trovare Jonathan, solo per sentirsi dire che non lavorava
quella sera. Quando sentì un buco dove di solito risiedeva il suo
stomaco, si rese conto che, oltre ad un frullato proteico quando si
era
svegliato e a una barretta per pranzo, non aveva mangiato niente in
tutto il giorno.
“Forse dovremmo iniziare a servire cibo qui. Niente di pesante,
tipo antipasti o qualcosa del genere.”
Tim sembrava incredulo.
“Tutto qui? Cambi discorso? Il tuo bisogno di capire è andato?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Va bene, Timmy, confesso di essere stato uno stronzo con Henry
senza essermene reso conto, ma è stato anni fa. Sono sicuro di non
aver
inavvertitamente rotto con nessuno da allora, quindi non è
un'informazione che mi è particolarmente d'aiuto. E mi scuserei con
Henry ma visto che se l'è spassata con Joel per gli ultimi cinque
anni,
penso che il suo cuore sia guarito.”
“Non capisci che hai fatto la stessa cosa con tutti i tuoi ragazzi?”
La voce di Tim si fece improvvisamente alta e stridula.
“Stai dicendo che hanno smesso tutti di chiamare e non me ne
sono accorto?”
“No, sto dicendo che avere un ragazzo che ti dice che non sei
coinvolto quando fai sesso o che non sei presente, praticamente è la
stessa cosa che ha condotto Henry a fare quello stupido
esperimento.
Quando stai con un ragazzo, non stai davvero con lui.”
David decise di andare a casa. Non era riuscito a dormire per due
notti perché nel suo letto mancava una cosa essenziale e lui sapeva
cosa
- o, più precisamente, chi - fosse. Aveva fame, la conversazione con
i
suoi amici non stava portando da nessuna parte, gli faceva male la
testa
e aveva bisogno di pensare a come trovare Jonathan e a come
obbligarlo a vederlo ancora o a come inginocchiarsi e implorarlo.
“Profondo, amico, davvero. Dovresti recitare le frasi dei biscotti
della fortuna o qualcosa del genere. Confucio dice che non ci sei
quando ci sei.” David ingurgitò il resto del suo drink e iniziò ad
alzarsi.
“Non essere così cazzone, David. Tim sta cercando di aiutarti. Ci
siamo sempre tenuti fuori dalla tua vita amorosa, anche se abbiamo
sempre saputo qual era il problema. Tim è stato il primo della lista di
ragazzi, ricordi?”
Qualcosa nella rabbia degli occhi di Frank e nel modo in cui
stringeva la mano di Tim fece capire a David di essersi spinto troppo
oltre. Si lasciò andare di nuovo contro la panca e guardò il suo
amico.
“Timmy? Ho fatto qualcosa di sbagliato quando stavamo
insieme? Sei entrato in un corso universitario fuori dal paese e ti sei
trasferito. Non è che io abbia davvero rotto con te. Siamo rimasti
amici
e tutto, quindi pensavo che le cose fossero a posto tra noi.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Tim sollevò il suo bicchiere e bevve un sorso. Quando lo
riappoggiò sul tavolo, guardò David dritto negli occhi, ma David capì
che non l'aveva fatto con facilità.
“Sono andato in una scuola fuori dallo stato per starti lontano.”
David era scioccato. La bocca gli si spalancò. Cosa aveva fatto
per portare Tim a sentire il bisogno di scappare?
“Gesù, non fare così, David.” Tim cominciò a giocherellare con il
tovagliolo del suo cocktail e guardò Frank per trovare supporto. “So
che non hai mai voluto ferirmi. So che eravamo amici. E' questo che
rende il tutto così... insidioso.”
Le parole di Tim si persero e David vide la frustrazione nei suoi
occhi. Improvvisamente, sentì il bisogno di capire cosa i suoi amici
stessero cercando di dirgli. “Frank? Cosa sta cercando di dirmi?
Devo
delle scuse anche a te?”
Frank fece uno sbuffo di risata. “Diamine no, rubacuori, non c'era
niente tra noi se non pompini e football. Non ho mai pensato a te
come
a un compagno. E' questo che l'ha fatto funzionare. Beh, quello e il
fatto che eravamo due teenager arrapati.”
Bene, almeno David aveva letto nel modo giusto la sua relazione
con Frank. Erano due attivi ancora prima che fossero abbastanza
grandi
da capire cosa significasse. Non è che le cose tra loro sarebbero
potute
andare diversamente. Era contento che Frank la vedesse allo stesso
modo. David concentrò la sua attenzione su Tim e aspettò che il suo
amico continuasse a parlare.
“Sei un ragazzo intelligente, facoltoso e di successo, David. Non
tradisci. Non urli né litighi. Sei generoso fuori e dentro il letto. Anche
senza considerare il tuo aspetto fisico, ce n'è già abbastanza per
innamorarsi di te. Pesantemente.” Tim si passò una mano malferma
nei
suoi capelli biondo chiaro. “Ma non sei davvero disponibile, quindi
alla
fine uno comincia a sentirsi frustrato. E' come se tu fossi quasi a
portata
di mano, ma non lo sei. E se provano a fartelo notare per farti
cambiare,
tu fuggi. Non sto cercando di ferire i tuoi sentimenti, ma l'hai chiesto
tu. Hai detto di voler sapere perché le tue relazioni non hanno
funzionato, quindi te lo sto dicendo. Non funzionano perché non lo
vuoi davvero.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David ancora non capiva cosa Tim stesse dicendo, ma era pronto
a stare seduto pazientemente ad ascoltare se il suo amico aveva
altro da
aggiungere. Avrebbe finto di essergli grato per il consiglio confuso, si
sarebbe scusato per qualsiasi cosa avesse fatto di sbagliato e poi se
ne
sarebbe andato a casa sperando di sentire ancora l'odore di
Jonathan
sulle lenzuola, ma poi sentì un colpetto incerto sulla spalla. David si
voltò e vide un paio di occhi d'argento spaventati che lo guardavano.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 14
“S-S-SCUSA se t’interrompo. Io, umm, ho pensato…”
Jonathan non riuscì a finire la frase perché David se lo tirò in
braccio e lo baciò come se ne andasse della sua stessa vita.
Quando
finalmente David tolse la lingua dalla sua bocca, Jonathan s'incurvò
contro il suo petto, ansimando per il bisogno d'aria. Il braccio sinistro
di
David gli teneva possessivamente la vita, mentre la mano destra gli
accarezzava i capelli, e il ragazzo quasi dimenticò che non erano da
soli.
“Sono così felice che tu sia qui. Stavo cercando il modo migliore
per evitare di venire arrestato se mi fossi accampato fuori dal The
Dubliner per vederti quando fossi andato a lavorare.”
Jonathan sorrise e guardò in quei profondi occhi blu che l'avevano
perseguitato per anni.
“Quindi va bene se sono venuto qui? I miei genitori mi hanno
detto che hai chiamato al ristorante, ma non avevano tenuto il tuo
numero. Ho pensato di passare e chiedere al barista se me lo
poteva
dare per poterti chiamare, ma poi ti ho visto seduto qui. Se sto
interrompendo qualcosa, però, posso andare e...”
David lo baciò, un bacio a labbra chiuse, un tocco morbido questa
volta, e fece scendere la mano dai capelli di Jonathan alla sua
guancia,
continuando ad accarezzarlo gentilmente.
“Non stai interrompendo niente. E puoi venire qui in ogni
momento, ma mi piacerebbe avere il tuo numero, così posso
chiamarti,
okay? Stavo iniziando a pensare che sarei stato denunciato per
stalking
visto il numero delle volte che ho chiamato il tuo ristorante. E che ci
sono passato davanti.” David strinse forse Jonathan, sentendosi
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
incommensurabilmente grato che quel ragazzo fosse tornato tra le
sue
braccia e sembrasse felice di esserci. “Mi sei mancato, baby.”
Il corpo di Jonathan si rilassò contro il suo e il ragazzo sospirò di
sollievo. David lo voleva ancora.
“Non ho un cellulare. Ti darò il numero della casa dei miei
genitori, ma non sono molto bravi con i messaggi.”
Jonathan sussurrò quelle parole all'orecchio di David e l'uomo
sentì il viso surriscaldarsi. Sarebbe stato strano comprargli un
telefono?
Era per ragioni egoistiche, quindi non era proprio un regalo.
“Ehm.”
Il suono di Tim che si schiariva la voce interruppe i pensieri di
David. L'uomo guardò i visi divertiti dei suoi amici e poi verso
l'adorabile e sexy uomo che aveva in braccio.
“Jonathan Doyle, questi sono i miei amici. Tim Burgess e Frank
Dupree.”
Jonathan scivolò via dal grembo di David e allungò una mano
tremante sul tavolo. “Piacere di conoscervi entrambi.”
Tim e Frank ricambiarono la stretta di mano ma tennero lo
sguardo fisso sul loro amico. David aveva un braccio attorno alle
spalle
di Jonathan e se lo teneva attaccato al fianco mentre gli
accarezzava la
parte alta del braccio. Quando Jonathan ebbe finito con le
presentazioni
e lasciò cadere la mano sul tavolo, David gliela prese
immediatamente
e intrecciò le loro dita, accarezzandogli il dorso con il pollice. E,
soprattutto, David guardava Jonathan con un'espressione che era
completamente sconosciuta ai suoi amici. Sembrava completamente
rapito da quel ragazzo, cosa che rendeva il suo atteggiamento
completamente diverso da quello freddo, distaccato, quasi
disinteressato che di solito aveva avuto con gli altri. L'affetto esplicito
che stava dimostrando era qualcosa che i suoi ex ragazzi avevano
sempre sperato di ricevere, invano.
“Hai sete, baby? Vuoi che ti prenda qualcosa da bere? Non
abbiamo cibo qui, ed è qualcosa a cui sto pensando di rimediare, ma
stavo giusto per uscire a cena. Possiamo andare ora se hai fame.”
Jonathan guardò nervosamente gli amici di David e si mordicchiò
il labbro inferiore. Aveva passato gli ultimi tre giorni pensando a lui e
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
cercando di trovare il modo di dirgli di suo figlio senza farlo
scappare.
Alla fine, non aveva trovato nessuna soluzione geniale probabilmente
perché non era un genio - quindi aveva deciso di dirgli
semplicemente
la verità. Non che avesse molte altre scelte.
Avere il cuore spezzato era già abbastanza difficile; Jonathan non
aveva bisogno di un pubblico, il che gli fece venire voglia di
accettare
la proposta di David di lasciare il bar, ma i suoi genitori avevano altri
programmi per quella serata quindi potevano tenere Samuel solo per
un'ora. L'orologio ticchettava e non c'era modo di riuscire a cenare e
andare a casa di David nel tempo che gli restava.
“E' stato un piacere di conoscerti, Jonathan, ma siamo in ritardo
per, ehm, una cosa, quindi dobbiamo andare. Dai, Frank.”
Tim sgusciò fuori dal separé e tese la mano al suo compagno.
“Molto sottile, Tim. David, ti chiamiamo dopo. Oh, e dimenticati
quello che ti abbiamo appena detto. Sembra che tu ci abbia lavorato
su.”
E subito dopo se n'erano andati. Jonathan era rimasto solo con
David. Okay, niente coraggio, niente gloria. Non puoi vincere se non
giochi. Niente dolore, niente guadagno. Se non tenti, non ottieni
niente.
S mettila di pensare a questi proverbi ridicoli e parla.
“Non posso cenare con te stasera. A dire il vero non posso
fermarmi a lungo.” Jonathan deglutì il nodo che aveva in gola e si
sforzò di continuare. “Sono venuto qua solo perché ho bisogno di
dirti
una cosa. Beh, più che altro ho bisogno di parlarti di qualcuno. E' la
persona più importante della mia vita e avrei dovuto parlartene l'altra
notte, ma avevo paura che non mi avresti più voluto se avessi
saputo
e...”
David stava guardando Jonathan come se il ragazzo fosse un
camion in corsa che gli stava andando addosso senza che lui
potesse
muoversi in tempo per salvarsi. Il braccio che teneva attorno alle
spalle
di Jonathan s'irrigidì, la mano si fermò e anche il suo respiro sembrò
farsi più superficiale.
Jonathan prese un respiro profondo e andò fino in fondo.
“Ho un figlio. Si chiama Samuel.”
“Oh, grazie a Dio!”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Ah. Quella non era la reazione che Jonathan si sarebbe aspettato.
Si era preparato per rabbia, delusione e, in un attimo di ottimismo,
anche accettazione riluttante. Ma non... era sollievo quello?
“Io no… Io non capisco. Non sei arrabbiato? Ti sta bene?”
“Gesù, Jonathan. Perché dovrei essere arrabbiato per il fatto che
hai un figlio? A meno che… non è che sei, tipo, sposato o qualcosa
del
genere, vero?”
L’idea che Jonathan potesse stare con una donna non aveva
sfiorato la mente di David fino a quel momento. Quell’uomo era
chiaramente gay. Quando Jonathan aveva iniziato a parlare, David
era
sicuro che stesse per dirgli di un fidanzato. Ora, il pensiero era
terrificante in sé per sé, perché vista la mancanza di esperienza di
Jonathan in tutto tranne che nel prenderlo nel sedere per bene,
avrebbe
significato che il suo ragazzo era un coglione egoista e David
sarebbe
dovuto intervenire e porre fine a tutto. Ovviamente, proteggere
Jonathan era la sua unica motivazione. David non l’avrebbe fatto per
spianarsi la strada. No, niente di così egoistico e sinistro.
“No! Certo che no. Sono stato con sua madre una volta, al liceo.
E’ stato uno stupido errore e lei aveva un ragazzo quindi non poteva
tenere il bambino e io lo volevo, così l’ho tenuto. Ed è davvero bello
e
divertente e meraviglioso sotto tutti gli aspetti.”
Jonathan stava parlando a ruota libera nervosamente, torcendosi
la maglietta con la mano. David lo baciò, sperando di calmarlo.
“Sembra proprio suo padre. Quando posso incontrarlo?”
Quel bel viso s'illuminò immediatamente. “Davvero? Vuoi
conoscerlo? Quindi significa che noi possiamo ancora… ancora…”
Oh, merda. Ce l’avrebbe mai fatta a finire quella frase? Possiamo
ancora incontrarci nei bar e fottere come conigli? No, non era questo
che voleva Jonathan. Possiamo ancora cavalcare verso il tramonto
insieme e viere felici per sempre? Umm, no, troppo e troppo presto.
E
poi, c’era la totale mancanza di cavalli.
“Jonathan, mi piaci davvero e voglio continuare a vederti. Sto
cercando di non sentirmi insultato dal fatto che hai pensato che sarei
stato spaventato da tuo figlio. Lo ammetto, non ne so molto di
bambini,
ma non è che penso che siano una malattia o qualcosa del genere.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Quando David lo disse in quel modo, tutta la storia gli sembrò un
po’ sciocca. Jonathan rise un po’ troppo forte, lasciando uscire
l’ansia
che gli era cresciuta nel petto nei giorni precedenti. David, seduto
nel
separé del suo bar, pensò che non aveva mai incontrato i genitori dei
suoi ex perché le cose non gli erano mai sembrate così serie, e ora,
dopo solo una notte con questo ragazzo, gli stava chiedendo di poter
incontrare suo figlio, qualcosa che sembrava molto più importante e
difficile da sbrogliare. Oh, beh. David non voleva sbrogliare le cose
con Jonathan. Voleva che loro due fossero intrecciati e annodati in
modo che non ci fosse modo di separarli.
“Quindi hai detto no per la cena di stasera perché hai altri piani o
perché pensavi che avrei indossato la mia giacca bambinorepellente?
Perché l’ho lasciata a casa e mi piacerebbe portare fuori sia te che
Samuel. C’è un’ottima pizzeria non troppo distante da qui. Ai
bambini
piace la pizza, giusto?”
Jonathan annuì in silenzio. Era completamente sbalordito dalla
reazione di David e dalla sua disponibilità nell'incontrare Samuel.
Era
molto, molto meglio di come si sarebbe mai aspettato.
“Sam ama la pizza. Anche la pasta. E i broccoli. A dire il vero è
un buongustaio.”
David gli regalò uno di quei sorrisi amorevoli che ricordarono a
Jonathan la notte passata a casa sua. Ripensare a quel momento gli
fece
gonfiare immediatamente il sesso e il giovane dovette muoversi sulla
panca, sperando che i pantaloni si muovessero con lui in modo da
rendere quell’improvvisa ed evidente erezione più comoda.
“Mi sei mancato.”
La voce roca di David gli si riversò addosso e la sua mano si fece
strada verso il suo inguine fino a premergli l’erezione, causando un
brivido che scosse Jonathan da capo a piedi.
“Mi sei mancato anche tu. Sono venuto probabilmente una mezza
dozzina di volte pensando a te l’altra notte. Mi hai lasciato in un
perpetuo stato di arrapamento, baby.” La voce di David era bassa e
sensuale, il respiro caldo contro l’orecchio e il collo di Jonathan.
“Solo una mezza dozzina? Io ho tenuto le mani fuori dai pantaloni
solo il tempo necessario per prendere la forchetta e mangiare.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan gemette e spinse in alto il bacino verso quella mano
grande, cercando più contatto. David lo accontentò, strofinandola
avanti e indietro sulla sua erezione. Proprio quando Jonathan pensò
di
essere sul punto di esplodere, David si fermò e lo trascinò fuori dal
separé.
“Cosa… dove stiamo andando?”
“Bagno,” David grugnì quella risposta e aumentò il passo.
Una volta che furono dentro, David colpì rapidamente le porte di
ogni scompartimento. Quando si aprirono tutte, confermando che i
due
uomini non avevano compagnia, attirò Jonathan all’interno
dell’ultimo
scomparto, lo chiuse, e si lasciò cadere in ginocchio.
I pantaloni kaki di Jonathan vennero sbottonati e abbassati alle
caviglie in un battito di ciglia. David diede un colpetto ai suoi testicoli
con il naso, emise un suono di apprezzamento e poi li succhiò. Il
suono
di una zip che si abbassava e un gemito fecero capire a Jonathan
che
David si stava toccando. La conferma arrivò dall’inconfondibile
suono
di pelle contro pelle che seguì.
“Ahhh.”
Jonathan mugolò al pensiero che il sesso di David fosse così
vicino. Voleva vederlo, sentirlo, assaggiarlo, ma non poteva
muoversi
perché la mano dell’uomo era sul suo pene e lo spingeva in una
calda
cavità bagnata. Non ci vollero che poche e intense succhiate perché
Jonathan gridasse e si lasciasse andare nella gola di David. L'uomo
tenne in bocca l’erezione di Jonathan e guardò in alto verso quel
viso
stupendo mentre si toccava furiosamente per le ultime volte prima di
venire sul pavimento.
Appoggiò la testa alla coscia di Jonathan e ansimò, aspettando
che il cuore rallentasse i battiti e il suo respiro tornasse normale. Le
ginocchia di Jonathan cedettero e il ragazzo collassò su David, con il
petto sulla spalla e il viso rivolto verso il basso. David gli accarezzò il
sedere nudo, lasciando vagare le dita sulla sua fessura, mentre la
sua
bocca copriva di baci e leccate ogni centimetro di pelle nuda che
riusciva a raggiungere. La sua voce profonda parlò direttamente dal
punto in cui la coscia di Jonathan incontrava l’inguine.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Ho sempre preso in giro i miei amici perché rimorchiavano nei
bagni. Non posso credere che l’abbiamo appena fatto.”
Jonathan scese in modo da trovarsi in ginocchio di fronte a David,
con le gambe divaricate per evitare lo sperma che si trovava sul
pavimento. David allungò la mano pulita sotto il suo maglione e gli
accarezzò la schiena.
“E’ stato così bello. Grazie.”
Oh, quella voce esitante, quegli occhi timidi e le guance arrossate.
Jonathan era mozzafiato.
“Sì, baby, è stato bello anche per me. Davvero bello. Dai, vestiti.”
Jonathan si sollevò sulle gambe insicure e si chinò in avanti per
rimettersi i pantaloni. Così facendo mise il sedere nudo direttamente
in
faccia a David e l’uomo dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo
per non sprofondare la bocca e la lingua in quella cavità attraente.
Jonathan stava facendo sì che David volesse cose che non aveva
mai
nemmeno considerato prima: dormire insieme, incontrare la sua
famiglia e mettere la sua lingua in quel sedere, quel sedere
irresistibile.
David fece saettare la lingua all'esterno per dargli una leccata, ma
proprio in quel momento un paio di slip bianchi seguiti dai pantaloni
di
Jonathan gli coprirono l’obiettivo. L'uomo gemette per la frustrazione
e
compresse negli slip e nei pantaloni il sesso che gli si stava
rigonfiando
troppo rapidamente. Poche veloci passate sul pavimento con
fazzoletti
di carta pulirono il seme sparso e i due ragazzi furono pronti a
lasciare
il bagno.
“Vado a casa a prendere Sam e poi ci troviamo per cena. Dove
andiamo?”
“Sei mai stato da Donatello's sulla Terza Strada?”
Jonathan arrossì leggermente, ma si trattenne dal dire a David che
raramente mangiava nei ristoranti. La sua famiglia non aveva mai
avuto
molti soldi perché il The Dubliner non aveva mai dato molti profitti,
nemmeno quando i ragazzi erano cresciuti abbastanza da poter
aiutare
nel locale. Le cose stavano andando meglio ora. Suo fratello,
Brennan,
era un bravo uomo d’affari ed era riuscito a trasformare un’attività
che
faticava a decollare in una di successo. La sua ultima idea era stata
di
aprire all’ora di pranzo durante la settimana e per i brunch nel
weekend.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Speravano così di avere entrate a sufficienza per fare andare in
pensione il loro padre e lasciare le redini completamente a Brennan.
“So dov’è. Possiamo essere là in circa venti minuti. Va bene?”
David annuì e attirò Jonathan a sé per un bacio. Labbra soffici
incontrarono le sue e il suo amante si sciolse contro di lui, così caldo
e
docile, così perfetto. Quando si staccò dalla bocca di Jonathan,
David
gli baciò le palpebre chiuse che poi sbatterono e si aprirono,
rivelando
quegli occhi d’argento colmi di un’espressione che non poteva
essere
scambiata per nient’altro che adorazione.
Devo assicurarmi che resti così. Quel pensiero colpì David,
facendolo quasi sbilanciare per la violenza.
“Perfetto. Tra venti minuti. Prenderò un tavolo per noi.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 15
QUINDICI minuti dopo, David era seduto in un separé al Donatello's
Pizza, beveva un bicchiere di vino e cercava di calmarsi. Si sentiva
come se fosse stato collegato alla presa di corrente dal momento in
cui
Jonathan gli aveva regalato quello sguardo sognante e quel timido
piccolo sorriso al Where Cowboys Dream. Non c’era dubbio riguardo
alla forza dell’attrazione che c'era tra loro; era una cosa che David
non
aveva mai sperimentato prima. E non era solo una reazione fisica.
Jonathan era bellissimo, non c’erano dubbi. Ma David era uscito con
altri bei ragazzi e non erano mai riusciti a scaldarlo dentro,
nemmeno
lontanamente. Eppure un semplice sguardo dagli occhi d’argento di
Jonathan gli accendeva un fuoco dentro il petto e nello stomaco che
rischiava di bruciare e sfuggire al suo controllo. No, non era solo
l’aspetto di Jonathan.
C’era una dolcezza quasi ingenua in lui che attirava David. Era
così onesto. Molti degli uomini che David conosceva giocavano
costantemente: non sembrare troppo interessati, chiamare dopo un
determinato periodo di tempo, farsi trovare dove pensi stia andando
l’altro ma fingere che sia causale. I giochi erano così vari e numerosi
che non riusciva a tenerne il conto. Era stato il destinatario di
abbastanza tentativi di attirarlo all’amo che si sentiva quasi un
dannato
pesce.
Era diverso con Jonathan. Il ragazzo lo voleva, ma non c’era
nessun trucco, nessun inganno. Jonathan semplicemente esprimeva
tutto: il suo desiderio, la sua attrazione, anche le sue insicurezze. Si
vedeva tutto nei suoi occhi d’argento, nel linguaggio del suo corpo
snello e in quelle parole dette dolcemente. Jonathan era come un
libro
aperto, un vulnerabile, buono, libro aperto che confidava nel fatto
che
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David non gli facesse del male. L’idea che Jonathan avesse avuto
paura
che lui l’avrebbe rifiutato se avesse saputo del figlio, lo faceva star
male. Certo, potevano esserci ragazzi non interessati a prendersi un
uomo che aveva già un figlio. E, okay, va bene, David poteva
ammettere a se stesso che poteva benissimo essere uno di loro. Ma
non
con Jonathan. David avrebbe preso qualsiasi cosa il ragazzo gli
avesse
dato.
“Papà, posso prendere il gelato per cena?”
David alzò lo sguardo dal menu per vedere la fonte di quella
vocina: era un bambino piccolo, con gli stessi capelli neri di
Jonathan
ma non così spessi, la pelle iridescente e grandi occhi azzurri che
sembravano riempirgli tutta la faccia. E la persona che teneva la sua
mano era Jonathan, con un ampio sorriso sul viso rilassato mentre
guardava suo figlio. Un senso di adeguatezza pervase David mentre
osservava quella coppia avvicinarsi a lui, una sensazione molto
simile a
quando aveva visto Jonathan lavarsi i denti in bagno. Mio. Il corpo di
David tremò per la forza di quell'emozione.
Alzandosi in piedi, l'uomo si chiese come dovesse salutare il
ragazzo in quella situazione. Jonathan risolse il problema,
premendosi
contro di lui e sollevandosi sulle punte per dargli un bacio sulla
guancia. Regalò a David un sorriso smagliante e si chinò poi per
prendere in braccio il bambino.
“Samuel, questo è David.”
Due enormi occhi azzurri lo guardarono.
“Ciao. Posso mangiare il gelato per cena?”
David percepì una stretta al petto quando sentì quella voce seria e
vide quello sguardo speranzoso.
“Certo che puoi.”
Oh, dannazione. Probabilmente non aveva diritto di rispondere a
quella domanda, ma come diavolo avrebbe potuto resistere a quella
vocina e a quegli occhioni?
Jonathan rise. “Beh, abbiamo trovato l'anello debole. E gelato sia.
Cioccolato o fragola, Sam?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Il bambino si voltò verso David e gli fece il suo miglior sorriso.
“Posso avere tutti e due?”
Fu il turno di David di ridere. “Penso di essere appena stato
incastrato da qualcuno che mi arriva a malapena alle ginocchia.”
Jonathan si sedette e si sistemò Samuel in grembo.
“E' un negoziatore nato. Mia sorella dice che è più bravo di alcuni
avvocati che lavorano nel suo studio.”
David allungò una mano per prendere il bicchiere e sorrise alla
vista del suo bellissimo amante dall'altra parte del tavolo. Sembrava
così felice e così a suo agio con quel bambino. Ed era lì. Aldilà del
tavolo. Abbastanza vicino da poterlo toccare. Finalmente!
“Shannon, giusto?”
Gli occhi d'argento del suo compagno brillarono di gioia.
“Ti ricordi.”
Quella era esattamente una delle cose che attraevano David.
Jonathan non nascondeva che qualcosa di così piccolo lo facesse
felice,
non si comportava con nonchalance riguardo ai suoi sentimenti. No,
era
preso da David e non fingeva altrimenti.
“Mi ricordo tutto quello che mi hai detto, Jonathan. So che ci
conosciamo solo da pochi giorni, ma intendevo davvero quello che
ho
detto - mi piaci davvero. Tanto.”
Jonathan allungò una mano sopra il tavolo e David la prese,
accarezzandone la pelle liscia e soffice.
“Shannon è una paralegale. Lavora in un grosso studio legale in
città. E' quella intelligente della famiglia. Beh, anche Brennan lo è,
ma
è più pratico, per via degli affari e cose così, mentre Shannon è più
tipo
da libri.”
David notò che Jonathan non si era incluso nelle descrizioni
positive dei fratelli Doyle. Il ragazzo non sembrava turbato, né
sembrava provare risentimento nel dare l'impressione che suoi
fratelli
fossero più brillanti di lui. Li stava semplicemente descrivendo con il
tono che avrebbe avuto parlando delle differenze nel colore dei
capelli.
David non sapeva come reagire, quindi decise di cambiare
argomento.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Okay, gelato per Sam. E tu, Jonathan? Cosa vuoi sulla pizza?”
David passò il menu a Jonathan ma lui non lo prese.
“Possiamo prendere quello che vuoi. Non sono schizzinoso. Oh,
eccetto che per le acciughe.” Arricciò il suo bel nasino. “Bleah.”
David sentì il desiderio di sporgersi sopra il tavolo e baciare quel
ragazzo. Era così dannatamente adorabile.
“Funghi e olive nere?”
Jonathan annuì e David sentì un piede coperto da una calza
scivolargli sotto la gamba del pantalone. Sollevò un sopracciglio per
la
sorpresa. Jonathan scosse le spalle e rise.
“Ehi, è il meglio che possa fare considerate le circostanze.”
Perché un piede sulla caviglia doveva causare un fremito al corpo
di David? Era un piede e una caviglia. L'annotazione mentale non
sembrò far molta differenza. David rabbrividì. Ogni tocco di Jonathan
lo eccitava, non importava quanto innocuo fosse.
“Circostanze?” la voce di David suonò roca, così si schiarì la
gola.
Vide di nuovo quel sorriso smagliante dall'altra parte del tavolo.
“Direi che vuoi un bacio, ma sono intrappolato qui, quindi non posso
alzarmi per dartelo. Il mio piede è l'unica cosa che posso muovere.”
David ridacchiò. “Oh, quelle circostanze. E' solo che non so cosa
vada bene e cosa no davanti a...”
David guardò intenzionalmente Sam. Jonathan sistemò il
bambino nel posto vuoto accanto a sé.
“Siediti qui e gioca con i tuoi trenini, fagottino. Vado a vedere se
anche qui hanno le matite colorate come dal nonno e dalla nonna,
così
puoi colorare, okay?”
La testolina annuì e Jonathan si alzò. Si fermò vicino alla sedia di
David, si chinò e gli diede un bacio casto a lato delle labbra.
“Torno subito.”
Il cuore di David palpitò. Palpitò. Cosa sono? Una ragazzina di
dodici anni ora? pensò di se stesso. Ma la cosa non lo turbava. A
dire il
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
vero era bello sentirsi eccitato per qualcuno, essere così interessato
e
rapito.
“Così ti piacciono i treni, eh?”
Sam teneva in mano due trenini, uno di legno blu e uno rosso, e li
stava facendo correre in circolo facendo un suono molto simile a
“vroom”.
“Ah - ha. Vuoi giocare?”
David sorrise e annuì.
“Puoi prendere quello rosso. Il blu è il mio colore preferito.”
David prese il treno e lo fece correre dietro quello di Sam per
circa trenta secondi prima che il bimbo smettesse di giocare e
cominciasse a picchiare il giocattolo contro il muro.
“Sono stufo.”
David si morse il labbro per trattenere una risata. “Vuoi imparare
come si fa un aeroplano?”
“Posso guidarlo?”
L'espressione su quel piccolo viso era così seria che David faticò
a non ridere. “Beh, non puoi volare come se fossi un pilota, ma dopo
cena possiamo uscire e puoi farlo volare nell'erba. Guarda, ti faccio
vedere.”
Prese la tovaglietta di carta e cominciò a piegarla mentre quegli
enormi occhi azzurri lo fissavano, completamente rapiti. Quando
Jonathan tornò al tavolo con i pastelli, David aveva finito l'ultimo dei
quattro aeroplani di carta che aveva fatto. Samuel iniziò a decorarli.
Un'ora dopo avevano finito tutti di mangiare e David aveva la
sensazione di essersi innamorato ancora di più del ragazzo seduto
di
fronte a lui. Era incredibilmente facile stare con lui, così bilanciato e
buono. Niente sembrava turbarlo.
Nemmeno il bicchiere d'acqua che Sam rovesciò sulla pizza e sul
ventre di Jonathan quando stava facendo i capricci per niente. “E' un
periodo difficile,” aveva detto il ragazzo con un sorriso, roteando gli
occhi.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Nemmeno il gelato che Jonathan si era ritrovato sparso sulla
camicia sotto forma di piccole impronte di mani. “Andiamo a ripulirti,
Sam,” era stata la sua unica reazione mentre sollevava il bambino
appiccicoso e lo portava in bagno.
E nemmeno la telefonata che David aveva preso nel bel mezzo
della cena quando aveva dovuto calmare un’Alice in preda al panico
perché non si ricordava la password di una cartella protetta di un
cliente. Ognuno degli ex ragazzi di David avrebbe probabilmente
messo il broncio per venti minuti buoni se avesse risposto a una
telefonata di lavoro durante una cena. Si erano sempre aspettati di
essere al centro dell'attenzione e si arrabbiavano se si dedicava al
lavoro mentre erano fuori insieme.
Jonathan aveva solo sorriso e aveva detto: “Penso che sia il tuo
telefono.”
David non aveva nemmeno notato che stava suonando perché era
concentrato sulla storia che Jonathan stava raccontando riguardo
alla
sua famiglia. Aveva ripescato il telefono dalla giacca e aggrottato le
sopracciglia quando aveva visto lo schermo. “E' lavoro.”
“Fai pure. Lo capisco,” aveva detto Jonathan, completamente
sincero. Poi aveva preso i pastelli e colorato con Sam mentre il suo
compagno parlava con Alice.
La totale mancanza di drammaticità, il fatto che Jonathan non si
preoccupasse di mostrarsi così com'era e i continui sorrisi e le risate
contagiose provenienti dall'altro lato del tavolo fecero sì che David
desiderasse di non dover più mangiare senza di loro.
Dopo cena fecero una camminata attorno all'isolato e si avviarono
verso i giardinetti, dove Sam avrebbe potuto far volare gli
aeroplanini.
L'associazione commercianti aveva piantato dell'erba invernale,
delle
gardenie rosse, e appeso fili di luci bianche tra gli alberi. L'effetto era
bello e romantico. David e Jonathan si sedettero su una panchina,
tenendosi la mano, e guardarono Sam correre e ridere mentre gli
aeroplanini gli cadevano ai piedi.
“Allora, Samuel, mi sono dimenticato di chiederti quanti anni hai.
Sembra che tu ne abbia, umm, tipo tredici o quattordici?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Il bambino ridacchiò. “Ho due anni.” Due piccole dita puntarono
verso il cielo. “Tre fra poco.”
Due dita si aggiunsero alle altre. Jonathan piegò gentilmente una
delle dita e indicò le tre rimanenti toccandole una a una.
“Uno. Due. Tre.” Guardò David. “Compirà tre anni il ventotto
febbraio.”
“Ehi, il ventotto è un bel giorno per essere nati! Tu sei nato il
ventotto febbraio. Il tuo papà è nato il 28 novembre e io sono nato il
ventotto ottobre.”
Una risatina e Sam cominciò a saltellare su e giù. “Uniti!”
Divertente, David stava pensando la stessa cosa. E la cosa non
aveva niente a che fare con i compleanni.
Jonathan si voltò verso David e gli strinse la mano. “Ventotto
ottobre di che anno?”
“Stai cercando di capire quanti anni ho?”
Jonathan sorrise e annuì. “Sì.”
“Trentadue. Ti crea dei problemi? Troppi anni di differenza?”
David chiese mentre disegnava con il dito dei piccoli motivi sul dorso
della mano di Jonathan.
“No. A te crea problemi?”
David scosse il capo e sussurrò nell'orecchio di Jonathan,
“L'unica cosa che mi crea problemi riguardo a te è che al momento
indossi troppi vestiti.”
Gli occhi di Jonathan brillarono. “Ah, sì? E quanto è troppo?”
David si protese e continuò a parlargli direttamente nell'orecchio.
“Ogni strato di vestiti su di te è troppo.”
“Mmm. Quindi mi vorresti nudo in un parco pubblico in pieno
dicembre? Penso che potrei congelarmi alcune parti.”
David aggrottò le sopracciglia. “Mmm. Ottima argomentazione.
Mi piacciono tutte le tue parti, non vorrei mai che si danneggiassero.
E
poi, non mi piace l'idea che tutta questa gente possa vederti nudo.
Infatti, ora che ci penso, potrei prenderti un burka per Natale.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan rise. “Umm, ti rendi conto che i burka sono per le
donne? Donne musulmane. Penso che regalare un burka a un uomo
per
Natale sarebbe come insultare una cultura. E poi non penso che mi
farebbe un bel culo.”
“Esattamente quello che intendevo io. Ci sono state guerre
combattute per cose meno preziose del tuo culo. Vale la pena di
causare
un leggero dissenso tra gruppi religiosi per coprirlo.”
La voce di Jonathan si fece improvvisamente seria e roca. “Ti
piace il mio culo?”
Il sesso di David si risvegliò immediatamente e cercò anche di
fare il saluto. L'uomo si aggiustò il cavallo dei pantaloni cercando di
sembrare il più disinvolto possibile. Gli occhi di Jonathan seguirono i
movimenti della sua mano e il ragazzo si chinò vicino al suo orecchio
prima di sussurrargli contro, con il respiro che scaldava la pelle di
David.
“Lo prenderò come un sì. Un sì davvero grande. Un grosso,
lungo, profondamente soddisfacente sì.”
David tossì e rilasciò una risata strozzata. “Gesù Cristo! Sei la
tentazione incarnata! Sto per venire nei pantaloni solo a sentire la
parola ‘sì’.”
Una rapida strizzata al braccio di David e un bacio sulla guancia e
Jonathan balzò via prima di unirsi a Sam sull'erba.
“Dai, fagottino. E' quasi ora di andare a dormire e devi ancora
fare il bagno.”
“Non ancora, papà. E' presto. Ti prego. Ti prego. Ti prego.”
David si chiese se implorare avrebbe funzionato anche per lui se
si fosse unito al bambino, perché nemmeno lui era pronto a salutare.
Qualcosa gli diceva che non sarebbe mai stato pronto a salutare
Jonathan.
Si trattenne dall'implorarlo come una specie di donna squilibrata
in un film di serie B. Sentendosi orgoglioso dell'incredibile forza
interiore che gli evitava di umiliarsi in pubblico, David camminò con
Jonathan e Sam verso l'auto, tenendo un braccio attorno al suo
compagno per tutto il tempo. Non aveva capito il consiglio che Frank
e
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Tim gli volevano dare quella sera, ma ora, camminando per la strada
con quel bellissimo e sensibile uomo e suo figlio, seppe che i suoi
amici avevano ragione.
Era un maniaco del lavoro, voleva le cose andassero a modo suo e
non aveva mai avuto nessun problema a rompere con chiunque
avesse
spinto o preteso troppo. Nessuna delle rotture era stata difficile
perché
ognuno dei suoi ex ragazzi non era stato molto più di un consistente
e
conveniente posto dove mettere l'uccello. Trasalì per l'orrore quando
se
ne rese conto, ma non poteva proprio negare la verità. Il suo cuore
non
era mai stato impegnato, nemmeno con uomini che aveva
frequentato
per quasi due anni.
Eppure eccolo qui, con il cuore che cercava di uscirgli dal petto
per quel ragazzo che aveva conosciuto solo pochi giorni prima e con
il
quale aveva passato solo una notte. E poi, gli sguardi pieni di
desiderio
che Jonathan gli lanciava non avrebbero dovuto far scappare David
invece che attirarlo ancora di più? Non c'era niente in Jonathan che
gli
facesse venire voglia di fuggire via, almeno non nella direzione
opposta. No, David voleva tenersi stretto Jonathan tanto da non
lasciarlo sentire, vedere, o respirare nient'altro. Il desiderio di
catturarlo
e possederlo gli era completamente sconosciuto, ma era
dolorosamente
potente. David si sentiva quasi male.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 16
“QUANDO posso vederti ancora?”
David sapeva che la sua voce stava tremando per la profondità
delle emozioni che lo scuotevano. Non era sicuro se fosse per la
confusione data dalla svolta drammatica nei suoi sentimenti o
perché
sapeva che quella notte si sarebbe dovuto trattenere. Non importava
quanto volesse Jonathan. Sapeva che sarebbe andato a casa da
solo in
un letto vuoto. Ancora. Baciò la sommità del capo del ragazzo.
“Mi spiace che non succeda niente questa sera. Voglio... lo voglio
anch'io,” ribatté Jonathan.
Sorpreso dal fatto che il ragazzo sembrasse leggergli nella mente,
David si schiarì la voce e sollevò un sopracciglio. Jonathan allungò
una
mano dietro di sé e la lasciò correre sulle dita del compagno.
“Questo tipo di linguaggio del corpo è parecchio facile da
leggere.”
David abbassò lo sguardo e si rese conto di avere le dita premute
contro la fessura tra le natiche di Jonathan. Aveva iniziato mettendo
la
mano sulla parte bassa della sua schiena, ma la sua presa doveva
essere
scesa inconsciamente. Se non ci fossero stati di mezzo i pantaloni,
di
sicuro sarebbe entrato nella cavità calda del corpo di Jonathan.
L'uomo
lanciò subito un'occhiata a Sam che stava ridacchiando davanti a
loro
mentre si guardava attorno, fortunatamente ignaro del fatto che suo
padre venisse molestato.
“Gesù! Scusami, Jonathan. Te lo giuro, di solito non sono così.
Davvero, non palpeggio le persone in pubblico e non mi comporto
come un ragazzino arrapato. Sei tu che inneschi questa reazione e
mi
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ecciti così tanto che il mio corpo agisce senza controllo. Lo terrò a
bada.”
“Vorrei che non lo facessi,” mormorò rapidamente in risposta
Jonathan. “Mi piace sentire che mi vuoi. Almeno non mi sento il solo
a
provare queste cose.”
David accarezzò la guancia di Jonathan. “Non sei solo, baby.” Né
nei sentimenti, né nella vita, non se David aveva voce in capitolo su
quest'argomento.
Erano tornati verso il ristorante e si trovavano davanti all'auto del
giovane.
“David?”
“Sì?”
Jonathan si sollevò fino a quando la sua bocca non fu che a pochi
centimetri da quella del suo compagno. “Dimmi quello che stavi
pensando. Sai, quando la tua mano era su di me. Dimmi cosa mi
faresti
se potessimo tornare a casa tua insieme stanotte.”
La sua voce era bassa e leggermente roca, le guance rosse. David
non sapeva se per il freddo o per l'imbarazzo di ciò di cui stavano
parlando. Lui, però, si stava concentrando sugli occhi di Jonathan;
l'argento scintillava sotto la luce del lampione e il suo sguardo era
incollato su David come se fosse l'unica persona sulla faccia della
terra.
Non essendo mai stato quello che parlava sporco, nemmeno quando
era
a letto, David restò sbalordito dalla sua stessa risposta.
“Ti prenderei non appena in casa. Ti farei piegare sul tavolo
all'entrata e ti scoperei così forte che quei mugolii che fai
diventerebbero grida così forti da rimbalzare sulle pareti. Poi ti
porterei
in camera e lo farei ancora. E ancora. Terrei il mio uccello nel tuo
culo
tutta la dannata notte se potessi. Ti riempirei così tanto che sapresti
di
appartenermi anche durante il sonno.”
Un brivido corse lungo il corpo di Jonathan. Si leccò il labbro
inferiore, poi si sollevò sulle punte e parlò nell'orecchio di David.
“Lo so già. Quando dormo e quando sono sveglio. So che ti
appartengo da molto tempo.”
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Gli leccò l'orecchio, diede una veloce succhiata al suo lobo e gli
accarezzò il sesso duro attraverso i pantaloni. Quando David
ansimò,
Jonathan sorrise, si avvicinò alla sua vecchia auto e aprì la portiera
posteriore.
“Di' ciao a David e salta su, fagottino.”
Sam fece 'ciao' con la mano, salì sul suo seggiolino e fece correre
i trenini sui braccioli mentre suo padre gli allacciava la cintura. Lo
sguardo dell'uomo era incollato al suo compagno e lo seguì mentre
entrava in auto e avviava il motore. Quando Jonathan si allontanò,
David gemette per la frustrazione e per il suo bisogno non
soddisfatto.
Entrò nel vicolo dietro la pizzeria, si tirò fuori il sesso dai pantaloni e
si
diede un paio di carezze prima di spruzzare il seme contro il muro,
riuscendo a malapena a soddisfare il suo desiderio. Si appoggiò
contro i
mattoni con una mano, mentre si teneva il membro dolorosamente
sensibile nell'altra e lo sentiva afflosciarsi solo leggermente.
Cosa diavolo mi succede con questo ragazzo? E come posso
passare più tempo con lui?
IL SOLLIEVO di essersi ricongiunto con Jonathan calmò David
abbastanza da permettergli di dormire tutta la notte. Si svegliò
domenica mattina, sentendosi ancora vuoto senza la presenza di
Jonathan, ma non più ansioso per il pensiero che il ragazzo l'avesse
allontanato o non volesse più vederlo. Jonathan. Occhi d'argento,
capelli neri, pelle liscia, culo sodo. Infilò la mano nei pantaloni del
pigiama e cominciò ad accarezzarsi il sesso duro quando il telefono
suonò.
Allungò una mano verso il cellulare che stava sul comodino
improvvisato, ma tenne l'altra nei pantaloni, continuando ad
accarezzarsi piano.
“’onto?”
“Ciao. Non ti ho svegliato, vero? Oh, sono Jonathan.”
David gemette.
“Ho riconosciuto la tua voce, baby. E sì, mi hai svegliato, ma non
con questa chiamata.” David gemette e strinse la presa sulla sua
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erezione. “Mi sono svegliato pensando a te. Ti ho anche sognato,
stanotte.”
Il cuore di Jonathan raddoppiò i battiti e il suo respiro uscì in
ansimi rochi.
“Tu, ehm…” Jonathan si schiarì la voce. “Mi hai sognato?”
“Mmm mmm.” David tolse la mano dai pantaloni, prese il
lubrificante, lo usò per ricoprirsi le dita e il sesso, e aumentò la
velocità
dei tocchi. Sapeva che Jonathan poteva sentire i suoi ansimi
attraverso
il telefono. Bene. Quell'uomo doveva sapere cosa gli faceva.
“Cos’hai sognato?” La voce di Jonathan era roca.
“Ho sognato di assaggiarti. Dappertutto.” David gemette. Era così
vicino. Così dannatamente vicino. Il ricordo della pelle di Jonathan e
del suo pene lo faceva impazzire, anche se non era quella la cosa
che
aveva assaggiato nel suo sogno. “Oh, Dio, Jonathan!”
L'orgasmo di David gli fece tremare tutto il corpo mentre veniva.
Si portò le dita appiccicose alla bocca e leccò via il proprio seme,
ascoltando i mugolii di Jonathan dall'altra parte della linea.
“Tutto bene, baby?”
“Ah - ha. Devo solo cambiarmi gli slip.”
David rise. “Mi piacerebbe essere lì per aiutarti a farlo.”
Jonathan sembrò senza fiato quando rispose. “In effetti è per
questo che ti ho chiamato. Volevo invitarti a venire allo zoo con noi.
Con me e Samuel.”
Non c'era nient'altro che David volesse di più che passare la
giornata con Jonathan e Sam. Un sorriso si aprì sul suo viso e
l'uomo
saltò giù dal letto, sentendosi già pieno di energie a quella
prospettiva.
“Certo! Posso passare a prendervi fra trenta minuti.”
Jonathan rise.
“Lo zoo non aprirà che tra un paio d'ore.”
David spinse sul pavimento i pantaloni del pigiama, li sollevò con
un piede e poi usò la mano libera per sfilarseli dal piede. Entrò in
bagno, sentendosi in qualche modo soddisfatto ed entusiasta al
pensiero
della giornata che aveva davanti.
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“Perfetto. Abbiamo tempo per uscire a fare colazione.”
“Fai tutti i pasti fuori?”
David fece una pausa. Qual era l'alternativa? “Beh, no, non tutti i
pasti. A volte mi prendo solo una bevanda proteica.”
La risata di Jonathan fece sorridere David, anche se non aveva
idea di cosa avesse detto per provocare quella reazione.
“Ascolta, Sam è già vestito. E anch'io sono pronto, eccetto che
per il bagnato che ho nelle mutande, ecco. Comunque, mi cambio,
preparo la colazione e poi veniamo a mangiarla da te. Che ne
pensi?”
David aprì l'acqua della doccia in modo che si scaldasse. Scosse
la testa istintivamente, anche se Jonathan non poteva vedere il
movimento.
“Non devi farlo. Ci sono tanti posti dove possiamo andare a fare
colazione, qui vicino.”
“Sì, ci sono, ma portare un bambino di due anni a mangiare fuori
due volte di fila è sfidare la sorte. Oltretutto, non mi dispiace
cucinare.
Ci vediamo presto.”
David si era appena vestito e aveva mandato un messaggio al suo
amico dicendogli che non avrebbe partecipato al loro brunch
domenicale quando sentì il campanello suonare. Fece una corsetta
alla
porta e l'aprì, trovandosi davanti l'uomo più bello del mondo. Sì,
l'uomo
più bello della Terra. Jonathan era esattamente così, dentro e fuori, e
David avrebbe sfidato chiunque a dire altrimenti. Okay, forse era un
po'
esagerato, ma i tre giorni che aveva passato senza di lui l'avevano
davvero distrutto. E ora si meritava un po' di felicità.
“Buongiorno, signori!”
Jonathan fece un paio di passi e si lasciò andare nell'abbraccio di
David, appoggiandosi a lui e baciandogli il collo.
“Mmm. Profumi di buono.”
David baciò la testa di Jonathan e se lo strinse al petto. Era tutto
perfetto. Dopo qualche istante, lasciò andare il suo amante, si
accucciò
sui talloni e allungò una mano verso Samuel. “Buongiorno, signore.”
Sam ridacchiò e mise la sua manina in quella grossa zampa.
“Ciao, David!”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David sollevò il piccolo e se lo mise sul fianco, come aveva visto
fare a Jonathan.
“Pronto a entrare?”
I grandi occhi di Sam si sgranarono ancora di più. “Sei grande!”
Jonathan sollevò la borsa che c’era ai suoi piedi e seguì David in
casa, chiudendo la porta con un fianco.
“Alto, fagottino. David è alto.” Si sporse in avanti e mise la bocca
esattamente contro l'orecchio di David, in modo che la sua voce non
si
sentisse. “E forte. E grosso nei punti giusti. Ti volevo così tanto ieri
notte, tigre. Avevo tre dita su per il culo quando sono venuto ma non
era abbastanza.”
David per poco non inciampò. Oh, buon Dio! Jonathan era il
sesso incarnato. I piedi di David smisero di funzionare, così il
ragazzo
gli passò davanti. La mossa che fece con il sedere era intenzionale?
David gemette. Sarebbe stato un giorno da oh-mio-Dio-sono-cosìdannatamente-arrapato-che-non-ce-la-faccio.
DOPO tre ore allo zoo, passate con Sam seduto sulle spalle di David
o
Jonathan, a mangiare soffici pretzels, zucchero filato e mais
caramellato, e spingere Sam sulle altalene, arrivò l’ora di tornare a
casa. David era stanco ma più felice di quanto non lo fosse mai stato
prima. Allungò una mano e cercò quella di Jonathan attraverso la
console dell'auto.
“E' stato divertente.”
Jonathan era raggiante. “Anche per me. Sei grandioso con Sam e
gli piaci davvero.”
“Mi piace anche lui. E mi piace suo padre. Anche se è un
provocatore incorreggibile.”
Jonathan gli strinse la mano, poi la lasciò andare e cercò la sua
coscia, facendo scorrere le dita su e giù sulla V creata dalle gambe
aperte di David, prima di appoggiarle sulla durezza calda nel mezzo.
“Non ti sto provocando. Ti sto solo facendo scaldare.”
David gemette. “Vieni a casa con me?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan si permise di prendersi qualche secondo per fingere che
quell'invito non fosse solo per poche ore. Che fosse la richiesta di
condividere una casa. Che fosse come ammettere che potevano
essere
l'uno la casa dell'altro.
“Certo. Sam è esausto. Potrebbe fare un pisolino. Probabilmente
si addormenterà nel seggiolino, ma possiamo portarlo dentro.”
Quando arrivarono a casa di David, Jonathan sollevò suo figlio
addormentato e seguì l'uomo in casa. Si sedette sul divano con Sam
che
dormiva contro il suo petto mentre David correva all'armadio e
tornava
con un po' di coperte che mise sul pavimento sistemate come un
nido
soffice. Jonathan vi adagiò Samuel, lo coprì con una di esse e si
voltò,
trovandosi David alle spalle. Si alzò sulle punte, premette il petto
contro quello del suo compagno, tenne le guance di David tra le
mani e
gli sorrise.
“Ciao.”
David si chinò e gli baciò la fronte, la punta del naso e,
finalmente, la bocca.
“Ciao a te.” L'uomo strofinò il naso contro quello di Jonathan
come se fosse un bacio eschimese. “Vuoi guardare un film?”
“’Kay.”
Jonathan lo seguì fino al divano. Entrambi si tolsero le scarpe, poi
il padrone di casa si sedette sull'angolo, alzò le mani verso di lui e se
lo
tirò sopra. Si baciarono e amoreggiarono, godendo del reciproco
calore
e sapore, sentendosi felici di essere insieme e, alla fine, si
addormentarono intrecciati l'uno fra le braccia dell'altro.
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Capitolo 17
LUNEDÌ, dopo il lavoro, David si fermò al The Dubliner per cena.
Appese la giacca a uno degli attaccapanni all'ingresso e camminò
verso
la postazione della hostess. Una vivace ragazza bionda gli si
avvicinò e
sorrise.
“E' qui per cenare o per il bar?”
“Cenare, per favore. Jonathan Doyle è libero?”
La bionda sembrò in qualche modo sorpresa. Fece schioccare la
gomma che stava masticando, si mise una mano sul fianco e usò
l'altra
per arrotolarsi i capelli.
“Jonathan? Intendi il fratello di Brennan? Certo, è qui. Vieni, ti
faccio sedere e poi vado a dirgli che hai chiesto di lui.”
David allentò la cravatta e seguì la cameriera fino a un tavolo
verso il retro. Notò che il ristorante era pieno nonostante fossero
solo le
sette di sera. Sembrava che ci fosse solo un ultimo tavolo libero.
Non
mangiava lì da un paio d'anni e non era mai stato così pieno
all’epoca.
Sembrava che il fratello di Jonathan stesse facendo funzionare bene
quel posto.
Prese il menu, iniziò a leggerlo e il suo stomaco brontolò
immediatamente. Tutto sembrava ottimo e lui aveva saltato il pranzo.
“Ehi!”
Sentì la voce felice di Jonathan prima che un bacio dolce si
posasse sulla sua guancia. Il ragazzo si sedette vicino a David e gli
prese la mano.
“Tempismo perfetto. Stavo giusto per andare a casa.”
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Anche se era l'ultima cosa che voleva dire, David si sforzò di
comportarsi da adulto e suonò quasi convincente quando disse: “Oh,
se
Sam ti sta aspettando a casa, puoi andare. Non è un problema.”
Jonathan si portò la mano di David alla bocca e la baciò.
“Lo è per me. Voglio passare un po' di tempo con te. Beh, voglio
passare molto tempo con te, ma ciò che posso fare ora è tenerti
compagnia mentre mangi. A mia mamma non dispiacerà guardare
Sam
un po' più a lungo.”
Un ampio sorriso fu la ricompensa per Jonathan.
“Ottimo. Allora, cosa c'è di buono qui?”
“E' tutto buono ma penso che il mio piatto preferito siano le
salsicce con il purè oppure il pasticcio di carne ricoperto di purè. Di
certo non sbagli se scegli uno dei due.”
La cameriera si avvicinò e David fece la sua ordinazione, poi
riportò la sua attenzione su Jonathan.
“Com'è andata la tua giornata?”
“Bene. Davvero bene, a dire il vero. Mio fratello andrà avanti con
la sua idea di tenere aperto per pranzo. Alcuni camerieri hanno detto
che preferiscono addirittura fare il turno diurno e uno dei cuochi ha
chiesto di cambiarlo, quindi Brennan è pronto per partire. La sua
unica
esitazione sono le ore extra che dovrebbe fare per gestire il locale
giorno e notte, così mi ha chiesto se voglio fare il turno di giorno.”
Jonathan era felice e sorridente e sobbalzava sulla sedia.
“Insomma, lo so che è solo perché sono suo fratello, ma è davvero
un'ottima cosa per me. Potrò lavorare di più e fare più soldi e tornerò
a
casa da Sam prima. E' perfetto sotto tutti i punti di vista!”
“E' fantastico, baby. E sono sicuro che non sia solo perché sei suo
fratello. Ne so qualcosa riguardo all'assumere personale e credimi, è
difficile trovare qualcuno di cui fidarsi da mettere alla cassa.
Soprattutto in un bar, dove è davvero facile perdere alcolici o
contanti.
Tu sei onesto e tuo fratello è fortunato ad averti qui.”
Jonathan sembrò un po' a disagio per l'ultima frase di David, ma il
cibo arrivò prima che potesse chiedergli il perché. Il profumo che
risaliva dal piatto distrasse David dalla conversazione e così iniziò a
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
dedicarsi alla sua cena. Dopo aver finito ogni pezzettino che aveva
nel
piatto, estrasse un piccolo telefono dalla tasca e lo fece scivolare
verso
Jonathan.
“Stavo, ehm, pensando che magari potresti usare questo telefono.
Ho un piano telefonico che include i telefoni della mia ditta ora che
Alice sta lavorando per me, quindi non era un problema aggiungere
un'altra linea, così ho aggiunto la tua.”
Gli occhi di Jonathan si sgranarono per la sorpresa. “Mi hai preso
un telefono?”
David cercò disperatamente di leggere l'espressione di Jonathan.
Si sentiva insultato? Aveva oltrepassato i limiti? Non ebbe tempo di
pensarci a lungo perché Jonathan saltò in piedi, gli gettò le braccia
al
collo e mormorò contro la sua spalla: “Grazie. Questo renderà più
facile restare in contatto.”
David sospirò di sollievo. Jonathan non aveva intenzione di
discutere perché poteva permettersi di prendersi un telefono da solo
o
perché pensava che David fosse un presuntuoso o qualsiasi altro
degli
scenari che si era immaginato. Dannazione, gli piaceva la mancanza
di
dramma con Jonathan, il lato della sua personalità quello-che-vedièquello-che-c'è era meraviglioso.
“Stavo pensando la stessa cosa. Ho già aggiunto il mio numero in
rubrica.”
Jonathan si sedette al suo posto e giocò con il telefono per pochi
secondi prima di sollevare lo sguardo con un sorriso diabolico.
“Ottimo. Ti chiamerò stasera dopo che Sam sarà andato a
dormire. Sono sicuro che troveremo delle cose divertenti di cui
parlare.”
SABATO sera, David si fermò davanti ad una casa in stile ranch anni
cinquanta, ben tenuta. Era passato a prendere Jonathan e Sam.
Sarebbero andati a cena insieme, dopodiché avrebbero lasciato
Sam a
casa di Shannon fino al giorno dopo. David stava praticamente
vibrando per l’eccitazione al pensiero di stare con Jonathan. Nudi.
Nel
letto. Beh, non tanto per il pensiero del letto quanto per quello di
Jonathan nudo.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Non si erano più visti dalla cena al The Dubliner il lunedì sera e
questo era abbastanza in linea con le passate relazioni di David.
Aveva
sempre lavorato fino a tardi durante la settimana e i suoi sabati e le
sue
domeniche erano sempre impegnate a mostrare le nuove case ai
suoi
clienti. Così gli rimanevano libere per gli appuntamenti solo le sere
dei
weekend. Passarne due di seguito con la stessa persona gli era
sempre
sembrato un po’ troppo, quindi teneva il venerdì o il sabato sera per
uscire con il ragazzo del momento e l’altro giorno per vedersi con gli
amici. Non essendo una persona che si perdeva in chiacchiere, non
aveva mai chiamato i suoi ex, a meno che non fosse per fissare un
appuntamento, ma aveva sempre fatto lo sforzo di restituire le
chiamate
entro quarantotto ore.
Sì, quello era il suo regime: appuntamento una sera, uscita con gli
amici un’altra e la regola delle quarantotto ore per restituire una
chiamata. Non gli era sembrato strano o patetico per la dozzina
d’anni
durante i quali aveva agito in quel modo, ma ora gli sembrava un
comportamento asociale quasi degno di Unabomber. Comunque,
non
erano le abitudini – improvvisamente assurde – di David che gli
avevano impedito di vedere Jonathan. Lavoravano entrambi durante
il
giorno e Jonathan doveva tenere Sam la sera, quindi non erano
riusciti a
vedersi di persona, ma si erano chiamati tutte le sere. Lunghe
telefonate
notturne. Telefonate erotiche che gli prosciugavano letteralmente le
palle. C’erano state anche chiacchiere generiche per conoscersi
meglio,
riguardo al lavoro, alla famiglia e agli amici. Ma non fu il ricordo di
quelle parti di conversazione che fece tendere sul davanti i pantaloni
di
David.
Riuscì a calmarsi abbastanza da salire i gradini senza sembrare un
adolescente troppo impaziente o un vecchio pervertito. Bussò alla
porta
e si rese conto che stava davvero andando a prendere un ragazzo a
casa
dei genitori per un appuntamento. La situazione sembrava presa da '
Ci
pensa Beaver' . Solo senza Beaver. Ridacchiò alla sua stessa
battuta e
poi scosse la testa in disgusto.
Cristo, sono davvero come un adolescente. Beaver? Sul serio?
“Ciao. Tu devi essere David. Entra, caro.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Una donna con gli occhi azzurri, un po’ più bassa di Jonathan ma
con i suoi stessi capelli spessi e neri – a parte che i suoi erano striati
di
grigio – accolse David in casa.
“Sono Colleen, la madre di Jonathan. E’ meraviglioso
conoscerti.”
Ora che si trovava di fronte alla madre di Jonathan e non stava più
pensando a brutti giochi di parole, David si rese conto di essere finito
nel bel mezzo del suo primo incontro con i genitori. Nonostante
fosse
qualcosa riguardo alla quale poter essere nervosi, lo stesso sorriso
di
Jonathan apparve sul viso della donna e l'unica cosa che David
sentì fu
felicità.
“Piacere di conoscerla, Colleen. Jonathan parla molto di lei. Di
tutta la vostra famiglia, a dire il vero.”
Era vero. David aveva sentito decine di storie su quella famiglia
nelle settimane precedenti. Come la volta in cui il fratello di
Jonathan,
Brennan, aveva giocato a palla con il suo attuale cognato, Keegan,
nel
bel mezzo del pranzo per il Ringraziamento usando i panini, facendo
scoppiare in lacrime sua madre e facendo passare suo padre dal
divertito all'arrabbiato e rosso in viso in un battito di ciglia. E quella
volta in cui i genitori di Jonathan erano tornati a casa presto dal
lavoro
e avevano trovato Keegan con la mano nelle mutandine di Shannon.
A
quanto pare, il ragazzo aveva cercato di estrarre la mano di scatto
ma
l'angolazione aveva reso il movimento difficile e aveva finito per far
sollevare la ragazza dal divano, rendendo ancora più visibile ciò che
stavano facendo.
“Beh, se stessimo parlando di Brennan, ti direi di non credere a
una parola di ciò che dice, ma con Jonathan sono sicura che siano
tutte
storie vere. E' il mio dolce ragazzo.”
“Colleen, non metterlo in imbarazzo o non porterà più in giro il
ragazzo.”
Una voce profonda e burbera tuonò da dietro l'angolo. David
guardò in quella direzione e fu stupito di vedere un uomo alto circa
quanto lui, ma con trenta chili buoni in più, arrivare come una furia.
Aveva gli occhi grigi e, nonostante il cipiglio sul suo viso, un ampio
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
sorriso. Il suo sguardo corse sulla figura di David e poi l'uomo
socchiuse gli occhi.
“Ah. Sei grosso, eh? E nemmeno tanto giovane.”
Oh, merda.
Una grossa mano picchiò sulla spalla di David e lo spinse nel
soggiorno.
“Bene. Quel ragazzo ha bisogno di qualcuno che lo tenga
d'occhio. Sono preoccupato se penso a lui là fuori da solo. Si mette
sempre nei guai. Si fida troppo per il suo bene. Non come gli altri
due,
te lo dico io.”
David stava iniziando a rilassarsi dopo essersi preoccupato che il
padre di Jonathan disapprovasse la loro differenza d'età, o la loro
differenza di corporatura, quando la mano sulla sua spalla strinse
quasi
dolorosamente la presa e la voce divenne più bassa e minacciosa.
“Tu lo terrai d'occhio, vero, David?”
David allungò la mano, prese quella del padre di Jonathan,
levandosela di dosso, e la strinse.
“Sì, lo farò, Mr. Doyle. Mi prenderò cura di lui d'ora in poi.”
Sì, era una grossa - e strana - cosa da promettere al quinto
appuntamento. Al padre di un ragazzo. Eppure David diceva sul
serio.
Una profonda risata uscì come un brontolio dalla pancia
dell'uomo. Picchiò sul braccio di David con la mano libera e ricambiò
la stretta con l'altra.
“Brav’uomo. Brav’uomo. Chiamami Brady, okay? Posso offrirti
una birra? Colleen probabilmente sarà presa con la borsa del
bambino
per un po', perché vorrà assicurarsi che abbia abbastanza calze o
roba
del genere. Jon-Jon se l'è cavata bene da solo con lui per quasi tre
anni
a New York ma quella donna non può fare a meno di intromettersi.”
“Anche mia mamma era così.” David sorrise malinconicamente,
ricordandosi sua madre che si assicurava sempre che fosse vestito
abbastanza, che i suoi capelli fossero pettinati, e altre cose di quel
genere. Gli mancava.
“Era?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David si schiarì la voce.
“E' morta un po' di tempo fa.”
“Mi dispiace sentirlo, figliolo.”
“David!!!!”
Un Sam dai capelli bagnati spuntò dall'angolo con Colleen che lo
inseguiva con un asciugamano.
“Samuel! Devo asciugarti i capelli. Fa freddo fuori e ti prenderai
un malanno!”
Sam si aggrappò al ginocchio di David. “Posso avere ancora il
gelato? No, torta! Voglio la torta stasera per cena. Torta al
cioccolato.
Posso? Per favoooooore.”
“La torta non è cena, giovanotto. Ora vieni qui che ti asciugo i
capelli.” Colleen era in piedi sulla soglia che portava al soggiorno,
con
una mano sul fianco e l'altra che teneva la salvietta.
“Ah, lascialo stare, Colleen. Devi smetterla di viziarlo.”
“Ha due anni, Brady. E sono sua nonna. E' mio compito farlo.”
David zoppicò verso la porta con una nuova appendice attaccata
allo stinco.
“Ecco qui, Colleen. Consegna speciale.”
Colleen si chinò, staccò Samuel dalla gamba dell'uomo e tenne
con una mano il corpicino del nipote che si contorceva, mentre gli
frizionava i capelli con la salvietta nell'altra mano. David rise a quella
vista. In quel momento, Jonathan entrò nella stanza con uno zaino e
un
borsone sulla spalla.
I suoi capelli erano scompigliati come sempre. Indossava una
felpa grigia, un paio di vecchi e sbiaditi jeans che gli andavano larghi
con buchi sulle ginocchia e delle All Stars consunte con lacci rotti e
intrecciati insieme. In qualche modo, però, riusciva a rendere
quell'insieme di cose sexy.
David, istintivamente, allungò una mano e attirò Jonathan a sé per
un abbraccio stretto e un bacio veloce. Non si stavano strusciando e
non
c'era nemmeno la lingua coinvolta, quindi l'uomo restò stupito
quando
Jonathan s'irrigidì. Allentò la presa su di lui e notò che il suo viso era
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
rosso acceso. Jonathan spostò il peso da un piede all'altro per
qualche
secondo, si schiarì la voce e guardò a turno i suoi genitori.
“Umm. Ma', Pop, probabilmente avrei dovuto dirvelo prima, ma,
ehm, sono gay.”
Non era possibile, cazzo! La mente di David stava correndo.
Aveva appena fatto fare outing a Jonathan con i suoi genitori?
Dannazione, lui non era nemmeno il tipo d’uomo che di solito si
lasciava andare a dimostrazioni d'affetto in pubblico. Diamine,
raramente toccava un ragazzo, a meno che non stessero per fare
sesso.
C'era qualcosa in Jonathan che attraeva il suo intero essere - cuore,
mente e corpo, ma quello che aveva appena fatto era orribile.
Imperdonabile.
David guardò i genitori di Jonathan con l'espressione piena di
orrore. Non aveva idea di come avrebbero reagito all'improvviso
annuncio del figlio: “Io sono gay”. Non c'era stato tempo per
prepararsi, c'era stato solo David che baciava Jonathan e Jonathan
che
sputava fuori qualcosa che l'uomo pensava fosse una cosa risaputa.
Colleen lasciò andare Sam, si alzò e baciò la guancia di suo figlio.
“Certo che sei gay, caro.”
Brady staccò la sua grossa mole dal divano e arrancò verso
Jonathan, dandogli qualche pacca sulla spalla.
“Divertitevi stanotte, ragazzi. Ci vediamo domani. Piacere di
averti conosciuto, David. Sono sicuro che ti vedremo spesso.”
E con questo, Brady lasciò la stanza. Collen lo seguì pochi
secondi dopo, portando con sé Samuel che protestava, ma almeno
così
sarebbe riuscita a spazzolargli i capelli. David pensò di avere
guadagnato una piccola tregua. Jonathan doveva essere furioso ma
di
sicuro non avrebbe urlato in quella piccola casa dove i suoi genitori
potevano sentirli.
“E' andata davvero bene,” Jonathan disse con una lieve risata. Si
premette contro David, si sollevò sulle punte e tirò in basso la testa
del
suo compagno per un bacio dolce e insistente. “Ciao, tigre. Mi sei
mancato questa settimana.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Uh, Jonathan, cos'è appena successo? Io, ehm, io pensavo che i
tuoi genitori sapessero che usciamo insieme o non avrei mai fatto
una
cosa simile. Mi spiace davvero tanto.”
Jonathan cosparse il collo di David di baci leggeri.
“Beh, vista la loro reazione, penso che lo sapessero. E ti prego,
non scusarti per avermi baciato. Amo i tuoi baci.”
Tutto qui? Aveva praticamente spalancato la porta dell'armadio
con una chiave inglese e aveva spinto fuori il suo uomo facendogli
fare
outing davanti ai suoi genitori e questa era la sua reazione?
“Stai bene, Jonathan? Sei sotto shock o qualcosa del genere?”
Il ragazzo rise ancora e passò le braccia attorno alla vita di David,
guardandolo poi negli occhi.
“Sto bene. Te lo giuro. Erano anni che volevo dirglielo ma ho
sempre avuto troppa paura di deluderli. Non è che l'abbia davvero
nascosto, è solo che non l'ho mai detto apertamente. Beh, fino ad
ora,
ovviamente. Quindi... grazie per avermi aiutato.”
Jonathan lo stava davvero ringraziando? Sarebbe potuta andare in
modo completamente diverso. Diamine, i suoi genitori avrebbero
potuto urlare, o piangere, o gettare le sue cose in strada. E David
non li
conosceva abbastanza da sapere in anticipo che le cose sarebbero
andate bene. No, semplicemente non ci aveva pensato. Il suo corpo
aveva reagito nel modo che sentiva più naturale alla vicinanza di
Jonathan.
Il giovane vide l'angoscia scritta a chiare lettere sul bel viso del
suo compagno. “David, va tutto bene. Hai visto come si sono
comportati. E' chiaro che lo sapessero già. Quindi, davvero, se c'è
qualcuno che ha incasinato le cose, quello sono io perché non l'ho
detto
prima. Mi spiace.”
David accarezzò il collo di Jonathan e lasciò correre le dita tra i
suoi capelli e sulla sua nuca.
“Sei irreale, lo sai?”
Le dita di Jonathan afferrarono la schiena di David e il ragazzo
chiuse gli occhi.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Mmm. Mi piace. Mi è mancato il tuo tocco.” Quegli occhi
d'argento si aprirono e le palpebre sbatterono un paio di volte, prima
che Jonathan si allontanasse. “Dammi un minuto per prendere delle
cose in cucina e poi possiamo andare.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 18
DOPO che Jonathan se ne fu andato, David camminò per il
soggiorno e
guardò le fotografie di famiglia. La prima cosa che notò fu che il
fratello di Jonathan aveva preso la conformazione fisica del padre.
Era
alto uguale e solo leggermente più snello. Shannon sembrava un po'
più
alta della madre e sottile come Jonathan. O almeno era così che
sembrava nella fotografia del diploma appesa al muro. C'erano
anche
foto di alcuni bambini insieme a quelle di Samuel. David pensò che
dovessero essere i nipoti dei quali Jonathan gli aveva parlato
durante le
telefonate notturne.
“Pronto ad andare?”
David si voltò e vide Jonathan sulla soglia, con un mini frigo in
una mano e lo zaino e il borsone sulla spalla. David si avvicinò e gli
prese il frigo.
“Lo prendo io.”
Jonathan sorrise radioso.
“Grazie. Mettiamo queste cose in macchina così poi attacco il
seggiolino di Sam.”
Misero le borse di Jonathan e il mini frigo nel baule e sistemarono
il seggiolino sul sedile posteriore. Poi Jonathan salvò Sam dalla
nonna
adorante, lo mise al suo posto bloccandolo con la cintura e partirono.
“Hai qualche preferenza su dove andare a cena?”
“Torta al cioccolato!”
La richiesta arrivò dal sedile posteriore. Jonathan si voltò a
guardare suo figlio e rise.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Questa volta mangerai del cibo vero, fagottino.”
“Dove abita tua sorella? Possiamo andare in un ristorante vicino a
lei.”
“Abita anche lei a EC West. E anche Brennan. Siamo una
famiglia parecchio unita, quindi non volevano allontanarsi troppo.”
David pensò a un ristorante che servisse ottimi hamburger e
patatine fritte e decise che sarebbe stato perfetto per portarci
Samuel. In
più, facevano una favolosa torta al cioccolato.
“E' bello che siate così uniti. Sembra che sia stato tu l'unico a
lasciare la città. Perché ti sei trasferito a New York?”
Jonathan non rispose, così David si voltò a guardarlo. Poteva
vedere solo la sua nuca perché il ragazzo stava guardando fuori dal
finestrino.
“Jonathan?”
Il giovane si voltò e c'era una strana espressione sul suo viso. Si
mordicchiò il labbro inferiore, pensieroso.
“Stavo inseguendo il mio sogno.”
Sì, lui e migliaia di altre persone che si trasferivano a New York
ogni anno. David si chiese quale fosse il sogno di Jonathan e se
fosse
mai riuscito a realizzarlo.
“Vuoi dirmi il tuo segreto?”
Jonathan sbiancò e la sua voce tremò mentre rispondeva. “S-ssegreto?”
David aggrottò le sopracciglia, confuso dalla reazione. “Sai, il tuo
sogno. Hai detto che stavi inseguendo il tuo sogno. Mi chiedevo se
l'avessi poi catturato.”
Jonathan tossì e sorrise a David, sollevato.
“Ho scoperto che tutto ciò che volevo era rimasto a Emile City
per tutto il tempo.”
Tipico. New York sembrava attirare le persone con l'obiettivo di
sfondare a Broadway, o nella moda, o nell'arte ma, per quanto ne
sapeva, molti di loro venivano risucchiati e poi sputati velocemente.
Gli
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
spiaceva che Jonathan ci fosse passato ma, in un modo che aveva
capito
essere tipico di quel ragazzo, sembrava anche che si fosse ripreso
facilmente.
“Allora cosa ne pensate di hamburger e patatine al Moonlight
Diner?”
“Patatine! Patatine! Patatine! Mi piacciono le patatine!”
David ridacchiò.
“Sembra che il sedile posteriore approvi. E tu, Jonathan? Ti va
bene il Moonlight Diner?”
“E' perfetto.”
DAVID sapeva che i suoi ormoni si erano eletti presidenti del suo
corpo
quando si rese conto che gli stava venendo duro alla vista di
Jonathan
che succhiava via il ketchup dalle patatine. Quello, oppure nel suo tè
freddo gli era stato messo del Viagra.
Nel momento in cui Jonathan succhiò l'ultima patatina tra quelle
labbra rosse e seducenti, David si raschiò la gola e parlò con la voce
roca di passione.
“Vuoi qualcos'altro da mangiare, o…”
Jonathan incontrò lo sguardo caldo di David e arrossì.
“Niente che servano qui, no.”
David gemette, strappò il portafoglio dalla giacca e lasciò molto
più di denaro di ciò che serviva per pagare gli hamburger, il pranzo
per
un bambino e una fetta di cioccolato.
“Andiamo.”
Jonathan fece uno dei suoi sorrisi contagiosi e sollevò Sam. Dieci
minuti dopo, stavano entrando nel parcheggio del condominio di
Shannon.
“Devo solo prendere le cose di Sam dal bagagliaio,” gli ricordò
Jonathan.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
A quel punto, David aveva bisogno che gli si ricordasse tutto
perché il sangue gli affluiva all'estremità sbagliata da troppo tempo.
Non riusciva nemmeno a ricordare di essersi mai eccitato così
facilmente e frequentemente come gli capitava ora con Jonathan.
Però,
del resto, non si ricordava nemmeno cosa aveva mangiato per
colazione
a causa del drenaggio del sangue dal suo cervello.
David fece scattare l'apertura del bagagliaio e girò attorno all'auto
per prendere le borse e il mini frigo, mentre Jonathan slacciava la
cintura a Sam.
“Oh, solo il borsone. Lo zaino e il mini frigo li teniamo noi.”
Jonathan si mise Sam sul fianco e passò il braccio sotto il
bambino per tenerlo su. David pensò di chiedere al suo partner cosa
avesse messo dentro il mini frigo ma ogni parola detta ora avrebbe
ritardato la possibilità di fare sesso con lui, quindi pensò di tenersi la
domanda per dopo. Sfilò il borsone dal bagagliaio, lo chiuse e seguì
il
suo compagno verso lo stabile di Shannon. Jonathan bussò alla
porta e
poi si voltò verso David con gli occhi sgranati.
“Oh, avrei dovuto avvisarti. Stai attento ai ragazzi.”
Attento? David ripensò a ciò che Jonathan gli aveva detto della
famiglia di sua sorella. Suo marito, Keegan, era un vigile del fuoco, e
avevano tre figli. Tutti maschi. Il più grande aveva sette anni e poi
c'erano i gemelli di sei. Cosa poteva fare, calpestarli?
“Okay, starò attento.”
Jonathan scosse la testa troppo velocemente, come se stesse
cedendo al panico. “No, non capisci. I ragazzi sono come-”
“Non ce la faccio più, Keegan!”
David sentì il grido un attimo prima che la porta si aprisse. Un
uomo dai capelli e dagli occhi castani, un po' più basso di lui, era in
piedi con la mano sul pomolo, ma stava guardando verso l'interno
dell'appartamento e non verso di loro.
“Shannon, calmati. Parlerò con loro dopo, okay?”
L'uomo si voltò verso David e Jonathan e fece cenno di entrare in
una stanza che era una combinazione tra ingresso e soggiorno,
piena di
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
giocattoli. Un uomo, che David riconobbe essere Brennan dalle
fotografie a casa Doyle, era seduto sul divano che stava contro il
muro.
Ai suoi piedi c'era una bambina con i capelli rossi che sembrava
della
stessa altezza di Sam. Sam si divincolò dalle braccia del padre,
corse
verso la bambina e la trascinò in un angolo lontano della stanza. I
due
bambini si misero a ridere mentre raccoglievano i giochi sul
pavimento
e iniziarono a metterli l'uno sopra l'altro per fare una torre.
La sorella di Jonathan, Shannon, era in piedi in mezzo alla stanza
e indossava solo un asciugamano, creando una pozzanghera ai suoi
piedi. Accanto a lei, c'era una donna sottile, con i capelli rossi e gli
occhi azzurri e il pancione che sporgeva così tanto che ci si
chiedeva
come potesse stare dritta. La sua mano era vicina alla schiena di
Shannon come se la donna stesse decidendo se toccarla in quel
momento l'avrebbe calmata o istigata ancora di più.
“Cos'hanno fatto questa volta?” Jonathan chiese a Keegan con
voce calma e bassa, come se arrivare nel bel mezzo di una lite
familiare
fosse un fatto all'ordine del giorno.
“Te lo dico io cos'hanno fatto! Ero nella doccia e mi stavo
lavando dopo aver pulito casa tutto il giorno. Ho preso la bottiglietta
del doccia schiuma, l'ho girata e schiacciata. E sai cos'è successo?”
La donna con i capelli rossi trasalì, probabilmente avendo già
sentito il seguito. Jonathan scosse il capo, esitando.
“Il coperchio si è aperto e degli scarafaggi mi sono finiti in mano.
Scarafaggi! Un paio sono caduti a terra e mi sono risaliti sulla
gamba.
Uno mi è saltato sul braccio ed è risalito al collo prima che potessi
liberamene. E un altro mi è arrivato sui capelli! Ti giuro, Jon-Jon, non
sono mai stata più terrorizzata di così. Pensi che rasarmi la testa e
togliermi il primo strato di pelle sia una reazione esagerata? Perché
sto
seriamente considerando di farlo. Forse stavolta sono davvero
riusciti a
farmi venire la sindrome da stress post traumatico.”
“Come sono entrati gli scarafaggi nella bottiglia?”
David si chinò verso la spalla di Jonathan e gli sussurrò la
domanda nell'orecchio, terrorizzato da ciò che stava vedendo, ma
incapace di ignorare la sua curiosità. Jonathan scosse il capo e
mosse le
labbra in un muto: “Te lo dico dopo”. Keegan continuò a parlare con
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
sua moglie restando vicino alla porta, senza azzardarsi ad
avvicinarsi a
lei.
“Me ne occupo io, Shannon. Gli scarafaggi sono tutti andati e i
ragazzi sono in castigo ora. Ti prego, finisci di vestirti.”
“Non sono in castigo! Sono in custodia protettiva. Beh, questa
volta non funzionerà, Keegan. O ci pensi tu a dar loro una
raddrizzata o
lo farò io!”
Keegan si voltò verso Jonathan e David, che erano ancora in piedi
sulla soglia.
“Entrate, ragazzi. Devo chiudere la porta, così i vicini non
sentiranno le urla. Di nuovo.”
Non appena entrarono, Keegan fece quanto aveva detto e poi si
voltò verso David allungando la mano.
“Scusami. Ho dimenticato le buone maniere, amico. Sono Keegan
O’Brien.”
David ricambio la stretta e sorrise. Istinto ed educazione
prevalsero anche in questa situazione completamente folle.
“David Miller. E’ bello conoscerti, Keegan.”
“Sì, anche per me, David. Abbiamo sentito molto parlare di te. Mi
spiace per questo…” Keegan mosse il braccio verso sua moglie,
ancora
bagnata e quasi nuda. “Ma sai com’è. Ci sono due modi per litigare
con
una donna e nessuno dei due funziona.”
Guardò Jonathan e poi di nuovo David e scosse il capo. “Beh,
penso che tu non lo sappia. Beato te, amico. Prenderlo nel culo
dev'essere meno doloroso di questo.”
La donna con i capelli rossi annaspò e il movimento la portò
pericolosamente a cadere in avanti. Shannon lanciò un'occhiataccia
a
suo marito, afferrando a malapena l'asciugamano prima che
cadesse a
terra.
“Dannazione, Keegan! Sai che non dovremmo saperne niente.
Dovevamo lasciarlo libero di dircelo quando se la sarebbe sentita!”
Keegan si prese la radice del naso con una mano e mosse l'altra in
direzione generale verso David e Jonathan.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“E' con il suo dannato fidanzato, Shannon! Cosa diavolo dovrei
fare? Far finta che questa specie di giocatore di football americano
che
c'è in casa nostra sia una donna molto grande con un po' di barba?”
“Beh, poteva essere un amico! Non ci hai pensato, Keegan?
Magari sono solo amici!”
La pazienza di Keegan si esaurì e ringhiò: “Amici! Sì, certo.
Perché i ragazzi passano sempre la notte con i loro amici. Terremo
Sam
fino a domani sera, Shannon. Cosa diavolo pensi che faranno questi
due
fino ad allora? Aspetta, non rispondere. E' passato così tanto tempo
che
probabilmente ti sei dimenticata di cosa parlo!”
In risposta a quelle parole, gli occhi di Shannon si sgranarono, la
donna si coprì la bocca con la mano, scoppiò in lacrime e fuggì dalla
stanza. Suo marito mormorò delle maledizioni fra i denti e la
rincorse.
Dopo qualche istante, Brennan si alzò dal divano con un sospiro. Si
avvicinò ai bambini che giocavano in un angolo, baciò la testa della
piccola, scompigliò i capelli di Sam e poi camminò verso la porta.
“Darai tu un'occhiata ai piccoli fino a quando Shan e Keeg
risolveranno la cosa, vero, Jon-Jon? Perché noi dobbiamo andare al
cinema e lo spettacolo inizia tra venti minuti. Non voglio perdermi le
anteprime.”
“Sì, li guardiamo noi.”
La donna dai capelli rossi restò inchiodata al pavimento, fissando
nel panico il corridoio dove Shannon era corsa via. Brennan la
guardò e
la sua espressione si addolcì. Tornò da lei, le mise il suo grosso
braccio
attorno alle spalle magre e la condusse verso la porta.
“Dai, Gracie. Sai che staranno bene. Hanno solo bisogno di
qualche minuto per chiarirsi.”
La donna dai capelli rossi lasciò che suo marito la guidasse verso
la porta. L'uomo l'aprì per lei, ma proprio mentre stavano per uscire,
si
voltò verso David e allungò la mano.
“Oh cavolo, quasi mi dimenticavo. Sono Brennan Doyle e questa
è mia moglie Grace.” Indicò la bambina che giocava con Sam sul
pavimento. “Quella è la nostra piccola, Clare. Benvenuto in famiglia,
amico.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Non appena le parole uscirono dalla sua bocca, i suoi occhi si
sgranarono e si voltò di scatto verso Jonathan.
“Oh, merda. Scusami, Jon-Jon, non intendevo, ehm, presumere
o… insomma, ho solo pensato che, visto che lo porti in giro con te,
potevamo smettere di fingere di non sapere che ti piacessero i
ragazzi.
Ma posso anche continuare a far finta che sia un amico se
preferisci.”
Jonathan sorrise a suo fratello. “Va bene così, Brenn. Sarebbe
stato bello se mi aveste detto che lo sapevate già. Mi sarei
risparmiato
un po' di ansia.”
Brennan scollò le spalle.
“Sì, beh, mi spiace. Ci vediamo dopo.”
La porta si chiuse e la casa tornò completamente silenziosa,
eccezion fatta per le vocine che provenivano dall'angolo. I giocattoli
che Sam e Clare avevano impilato come una torre caddero e i piccoli
risero per poi ricominciare da capo. David allungò la mano verso
Jonathan e lo tirò contro il petto, stringendolo fra le braccia.
“Stai bene?”
Il corpo del ragazzo si rilassò contro il suo. David lo sentì
inspirare a fondo e poi percepì le sue mani scivolargli nelle tasche
posteriori.
“Sì, sto bene. Potrei inventare una scusa per la mia famiglia e dire
che hanno scelto tutti la stessa settimana per smettere di sniffare
colla
ma la verità è che sono sempre così. Non farti un’idea sbagliata,
Shannon e Keegan sono insieme da che mi ricordo e si amano
davvero
molto. I ragazzi sono delle pesti terribili e a volte la cosa li irrita.”
David baciò la fronte di Jonathan. “Sai, ehm, senza offesa, ma sei
sicuro di voler lasciare Sam qui? Forse dovremmo portarlo con noi.”
Il cuore di Jonathan batté forte e lui dovette ricacciare indietro le
lacrime. David stava pensando a suo figlio prima di tutto. Sapeva
che
era eccitato tanto quanto lui al pensiero di stare da soli, eppure era
disposto a rinunciare perché era preoccupato per Sam.
“Starà bene. Ai ragazzi piace torturare gli adulti, ma sono davvero
dolci con Clare e Sam e questo posto è come un parco divertimenti
per
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
loro. Hanno un sacco di giochi e c'è sempre qualcuno con cui
giocare.
Sam ama venire qui.”
David sentì che la voce di Jonathan era rotta dall’emozione.
Tenne quell'uomo, così prezioso per lui, contro il suo petto e si
ritrovò a
ondeggiare istintivamente avanti e indietro. Si ritrovava nel bel
mezzo
dell'appuntamento più strano della sua vita. Diamine, era
l'appuntamento più strano in assoluto. C'era stata una cena con un
bambino, l'esperienza di conoscere i genitori di Jonathan, un
involontario outing ai suddetti genitori, una faida familiare che
coinvolgeva una sorella quasi nuda, una donna incinta, il riferimento
a
una scopata e non in modo gentile... vediamo, che altro? Oh, giusto.
La
cosa più strana di tutte: David era innamorato.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 19
“ALLORA, sono riuscito a spaventarti?” chiese Jonathan non appena
furono in auto e si avviarono per uscire dal vialetto di Shannon. Il
suo
tono era scherzoso, ma il suo sguardo e il modo in cui si
mordicchiava
l'unghia del pollice fecero capire a David che era davvero
preoccupato.
“Mi piace la tua famiglia.” Jonathan lo guardò incredulo, facendo
ridacchiare David che continuò: “Mi piace davvero. Sono divertenti e
sembrano tenere l'uno all'altro, e sono sicuro che troverò altre belle
cose da dire quando avrò passato più tempo con loro.” Fece un
grosso
sorriso a Jonathan e gli strinse il ginocchio. “Davvero.”
Il ragazzo si rilassò contro il sedile e coprì la mano di David con
la propria. “Mi sa che ti piaccio davvero.”
David rise e diede una rapida occhiata al suo passeggero.
Jonathan fece spallucce.
“La mia famiglia è folle. Se ti piacciono davvero o se anche solo
fingi che ti piacciano, allora significa che ti piaccio io.”
Jonathan stava sorridendo e scherzando, quei suoi occhi d'argento
rilucevano, e David sentì l'impulso di correggerlo: non è solo piacere,
è
amore.
Ti amo. Non so come sia potuto succedere così in fretta, ma non
ci sono dubbi.
In qualche modo, le parole gli si fermarono in gola e tutto ciò che
David riuscì a fare fu annuire e continuare a guidare. Sentì il click
della
cintura di Jonathan e, quando si voltò, lo vide avvicinarsi al bordo del
sedile e chinarsi sopra la consolle. La sua mano arrivò alla zip dei
suoi
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
pantaloni ancora prima che lui riuscisse a capire cosa stesse
succedendo.
“Cosa stai facendo?”
Jonathan alzò lo sguardo con un sorriso malizioso e tirò fuori dai
boxer il sesso del suo compagno, che si stava rapidamente
indurendo.
Si leccò le labbra e abbassò la testa.
“Te lo succhio.”
Le parole gli uscirono mentre Jonathan abbassava la bocca sulla
punta dell'erezione e iniziava a succhiare.
“Oh, Dio!”
David si aggrappò così forte al volante che le sue nocche
diventarono bianche. Era pericoloso - e probabilmente anche illegale
-e
sarebbe stato estremamente imbarazzante se qualcuno li avesse
visti.
Oh, ma era così dannatamente bello. Jonathan riusciva a succhiare
un
uccello come nessun altro. Il ragazzo spinse la sua bocca verso il
basso
e prese David fino in gola, poi si ritrasse succhiando con forza fino
alla
punta. Continuò così, su e giù, mentre la sua lingua seguiva il
movimento leccando, i rumori di risucchio riempivano l'auto e quella
perenne suzione stava facendo uscire di testa David.
Proprio quando pensò di essere sul punto di venire in auto e
causare un incidente, David si rese conto di essere vicino a casa.
Stava
guidando con il pilota automatico mentale, rendendosi conto solo
parzialmente di ciò che li circondava. Grazie a Dio, la strada
dall'appartamento di Shannon non era lunga e non prevedeva il
passaggio in vie molto trafficate. Parcheggiò l'auto e accarezzò i
capelli
di Jonathan.
“Ci siamo, baby. Continuiamo dentro.”
Jonathan lasciò la presa sul sesso di David con uno schiocco
sonoro e sorrise. Si asciugò i contorni umidi della bocca con il dorso
della mano.
“Amo il tuo sapore e il tuo odore là sotto.”
David gemette. Dannazione, era eccitante e il suo cazzo era così
duro. Lo costrinse di nuovo nei pantaloni e sussultò mentre
richiudeva
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
la zip, senza perdere tempo ad abbottonarseli. Poi scese dall'auto e
tese
la mano a Jonathan.
“Dobbiamo prendere il mio zaino e il mini frigo.”
Giusto. Zaino e mini frigo. Com'era possibile che Jonathan
sembrasse perfettamente tranquillo e ricordasse tutti quei dettagli,
mentre lui era molto vicino a dimenticare il proprio nome? David si
avvicinò al bagagliaio, passò a Jonathan il suo zaino e guardò il
grosso
mini frigo. Aveva bisogno di entrambe le mani per portarlo, quindi si
voltò verso il suo compagno e gli passò le chiavi.
“Occupati della porta, okay?”
Jonathan annuì e andò avanti. David sollevò il mini frigo dal
bagagliaio, lo tenne in equilibrio su un ginocchio mentre chiudeva il
baule e poi seguì il ragazzo all'interno. Accese le luci dell'ingresso e
fissò il sedere di Jonathan, racchiuso nei Levi's sbrindellati. Quei
jeans
non avevano niente a che vedere con le marche costose che
fasciavano i
muscoli dei ragazzi con i quali era uscito in passato. No. Su
Jonathan,
quei vecchi jeans erano molto più sexy. Il ragazzo si voltò verso di lui
e
i suoi occhi d'argento si riempirono di calore, la lingua rosa guizzò
fuori dalla sua bocca seducente e leccò le labbra.
David si ricordò dov'era appena stata quella lingua e non riuscì a
trattenere un gemito. Appoggiò a terra il mini frigo e attirò Jonathan
contro di sé, agganciando le dita ai passanti dei jeans, sperando che
il
suo sesso duro - che era sicuro che Jonathan stesse sentendo facesse
capire al suo compagno cosa avrebbero dovuto fare subito. Si chinò
e
succhiò il collo di Jonathan, ricoprendolo di baci e leccate. Il giovane
abbassò le mani sul sedere di David e gli massaggiò i muscoli sodi.
L'uomo gemette di nuovo e spinse la sua erezione contro Jonathan.
“Dobbiamo portare il mini frigo in cucina e svuotarlo?”
David sapeva di avere la voce tesa. Gli ci volle ogni grammo di
autocontrollo per tenersi in piedi e non saltare addosso a quell'uomo
che lo tentava così tanto. Jonathan mugolò e abbassò i pantaloni del
suo
amante. Non fu un'impresa difficile visto che David non aveva
riallacciato il bottone dopo la piccola avventura in auto. Una volta
che i
pantaloni e gli slip furono alle ginocchia del suo compagno, Jonathan
lo
spinse verso la panca all'ingresso.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David sentì il bordo del tessuto della panca colpirlo dietro le
gambe e si sedette. Jonathan si chinò e lo baciò mentre si toglieva le
scarpe e cercava di aprirsi rapidamente i jeans. Il denim consunto
cadde
a terra facilmente e gli slip lo seguirono a ruota. Un Jonathan
seminudo
salì in grembo a David e gli avvolse le gambe attorno alla vita,
cominciando a strofinarsi contro di lui.
“Dannazione, sì.” David gemette e afferrò il sedere del suo
amante, strizzandolo e incoraggiando i suoi movimenti.
Il sesso duro di Jonathan strofinò contro quello di David mentre il
ragazzo muoveva i fianchi con veemenza e succhiava il collo del suo
compagno.
“Vicino, tigre. Ci sono vicino, vicino.”
La sua voce si fece più alta, il modo di succhiare più intenso, i
movimenti più veloci e poi Jonathan si spinse con forza contro il
corpo
di David e gridò di piacere mentre il suo seme inumidiva i loro ventri.
David affondò il viso contro la spalla del ragazzo e urlò di piacere. I
loro corpi si rilassarono l'uno contro l'altro, ma il respiro era ancora
affannoso e i loro cuori galoppavano.
“Mi sei mancato.” La voce di Jonathan era un sussurro
nell'orecchio di David.
L'altro uomo, in risposta, rise delicatamente.
“Mi sei mancato anche tu. Dai, andiamo a ripulirci.”
Jonathan si alzò dal grembo di David e passò la mano sopra lo
sperma che gli si stava asciugando sulla pancia. Si tolse la
maglietta, si
ripulì dal bagnato e poi prese gli slip e i jeans dal pavimento. David
si
era alzato e si era rivestito e stava ammirando il corpo di nudo di
Jonathan.
“Allora, scherzi a parte, dobbiamo svuotare il mini frigo?”
Jonathan scosse il capo mentre iniziava a camminare verso la
camera. “No, i pacchetti di ghiaccio tengono freddo abbastanza. Io
invece sono di sicuro della temperatura sbagliata. Sto gelando.”
Jonathan si strinse tra le braccia il più possibile. Poi le strofinò
energicamente con le mani, su e giù. David premette il petto contro
la
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
sua schiena e lo avvolse tra le braccia, inghiottendolo tra i suoi
muscoli.
Jonathan sospirò e si appoggiò all'indietro.
“Cosa ne pensi di un bagno? Non ho ancora avuto modo di
provare quei getti ma Caleb mi ha assicurato che sarebbero stati
paradisiaci quando li ha installati,” sussurrò David nell'orecchio di
Jonathan.
Il ragazzo annuì ed entrò in bagno con lui.
“Hai ridipinto.” Jonathan sembrava impressionato.
David fece un ampio sorriso, felice che il suo compagno l'avesse
notato.
“Sì, verde come hai detto tu. Qui è di qualche tonalità più scura
che in bagno.”
Jonathan lasciò cadere i vestiti, si voltò e si sciolse contro David.
Nessuno l'aveva mai ascoltato. Non che di solito offrisse opinioni,
ma
questo perché di solito a nessuno sembrava interessare ciò che
pensava
o aveva da dire. Di solito restava invisibile sullo sfondo, cercando di
non infastidire nessuno, ma David aveva ascoltato e agito. Jonathan
non aveva fatto altro che menzionare il colore e la stanza era stata
ridipinta.
“Io… Io…” Il giovane non era sicuro di cosa dire. Guardò David
e ricacciò indietro le lacrime. “Grazie.”
David accarezzò quella testa preziosa e ne baciò la sommità.
“Perché mi stai ringraziando? Sono io a essere riconoscente. Già
solo il colore aiuta a far sembrare questa stanza più calorosa. Ora
dobbiamo solo scegliere i mobili.”
Jonathan sospirò e strinse con forza l'altro uomo. “Mi fai stare
così bene. E' come... se tu mi vedessi.”
David tenne Jonathan tra le braccia e oscillò lateralmente,
mormorando nei suoi capelli: “Certo che ti vedo. Vorrei solo poterti
vedere più spesso.”
Dopo parecchi minuti di silenzio, i due uomini entrarono in
camera. David andò all'armadio per togliersi gli abiti e buttarli nella
cesta e Jonathan ruotò i rubinetti della vasca fino a quando non
ebbe
ottenuto la giusta temperatura.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Non ho un bagnoschiuma perché non ho mai usato la vasca, ma
forse potremmo usare lo shampoo.”
David era in piedi, gloriosamente nudo dietro a Jonathan, e teneva
in mano una bottiglia di shampoo che sembrava costare dieci volte
quella che usava Jonathan.
“Sicuro che vuoi sprecarlo per fare la schiuma?”
L'uomo si protese verso il bordo della vasca e ne versò una
generosa quantità sotto l'acqua corrente.
“Voglio essere tutto scivoloso con te qui dentro. Non è uno
spreco.”
Baciò la guancia di Jonathan, mise la bottiglietta sul mobile ed
entrò nella vasca. Si sistemò con la schiena contro il bordo e con le
gambe tese e divaricate lungo la lunghezza della vasca. Alzando un
braccio e allungando una mano verso Jonathan, David guardò
quell'uomo bellissimo in piedi vicino a lui e sentì il respiro bloccarsi
nel petto. Ti amo. Perché non riusciva a dirlo? Eppure gli sembrava
di
pensarlo abbastanza intensamente.
Jonathan prese la mano di David ed entrò nella vasca. Si sistemò
tra le sue gambe, si appoggiò contro il suo petto ampio e sospirò
felice
mentre David faceva sgocciolare acqua calda su di lui.
“Parlami della tua giornata. E' successo qualcosa d'interessante? A
parte aver fatto outing davanti alla tua intera famiglia, intendo.”
Jonathan rise e cominciò a parlare.
“Quel tipo un po’ pazzoide è entrato di nuovo nel ristorante e ha
insistito per sedersi nella zona di Jessica. Lei si è infuriata e ha
iniziato
a discutere del fatto che lui le guarda le tette. Parlava così ad alta
voce
che so che lui l’ha sentita, ma si è semplicemente seduto e le ha
sorriso,
cosa che ha peggiorato solo la situazione. Poi Jessica…”
David chiuse gli occhi, si concentrò sulla voce di Jonathan e sulla
sensazione che gli dava il suo corpo, rallegrandosi per come
sentisse
tutto perfetto. Era molto meglio che non fare il solito aggiornamento
quotidiano via telefono. Accarezzò le braccia e il petto di Jonathan.
Doveva esserci un modo per passare più tempo insieme. Ci avrebbe
pensato e avrebbe trovato il modo, ma in quel momento voleva
godersi
il fatto di avere quell’uomo meraviglioso tra le sue braccia.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
DOPO il bagno, i due uomini si asciugarono e andarono a letto. Si
accoccolarono l’uno contro l’altro sotto la trapunta. Jonathan si
sdraiò
sullo stomaco, contro il petto di David e appoggiò il mento alle mani.
“Dimmi di quando hai fatto outing con la tua famiglia.”
David scostò i capelli bagnati dalla fronte di Jonathan e cominciò
a massaggiargli la schiena con moto circolare.
“Vediamo. Ero al college e mia sorella Ellie era venuta a farmi
visita. Il suo volo era arrivato presto, quindi aveva preso un taxi
dall’aeroporto e aveva convinto il supervisore a farla entrare nel mio
appartamento. Era in piedi dall’alba, quindi era stanchissima e
voleva
riposarsi prima che io tornassi a casa. Avevo lasciato una rivista
vicino
al letto la notte precedente.”
Fece spallucce e sollevò le sopracciglia. “Quando sono tornato a
casa, lei era seduta al tavolo e mangiava un panino sfogliando
quella
rivista. Non ho pensato che ci fosse altro modo per spiegarle le
fotografie di ragazzi nudi in posizioni compromettenti, e poi lei stava
per andare al college, quindi non è che non sapesse niente di come
girava il mondo.”
Si passò una mano tra i capelli setosi e sorrise mentre ricordava la
sua sorellina.
“Aveva fatto le orecchie a un paio di pagine e mi aveva detto che
voleva sapere alcune cose, ma che non poteva chiederle a nostro
padre
perché la sua versione di una chiacchierata sul sesso era stata di
dirle di
stare in posizione verticale e di uscire sempre in gruppo. Nostra
madre
era morta da tempo ed Ellie aveva capito che i suoi amici non ne
sapevano più di lei. Comunque, ci siamo seduti e abbiamo parlato.
Mi
ha fatto molte domande sui ragazzi e sul sesso. Ho cercato di
risponderle onestamente, anche se mi sentivo dannatamente a
disagio
ad avere quella conversazione con la mia sorellina. Tutto qui.”
“E tuo padre? Lo sa?”
David si schiarì la voce. “Sì, certo. Lo chiamai quando Ellie se ne
andò. Non volevo metterla in una posizione scomoda se qualcosa
fosse
saltato fuori. Mio padre lavorava molto a quei tempi, anche ora lo fa,
quindi è stata una telefonata breve. Gli dissi che Ellie era sulla via
del
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
ritorno, che eravamo stati bene e che ero gay. Lui disse che avrebbe
mandato un autista ad aspettarla all’aeroporto e di studiare bene per
l’esame finale.”
David rise. “Mi sono chiesto se mi avesse sentito, ma quando
venne in città per affari qualche mese dopo, ci incontrammo a
pranzo e
mi disse che potevo portare il mio ragazzo. Ho pensato che fosse il
suo
modo per dirmi che l’aveva accettato.”
Jonathan si mosse in modo da coprire completamente David. Gli
baciò il collo e gli mordicchiò l’orecchio.
“Lo vedi spesso?”
David scosse il capo.
“No, di solito solo quando è in città per affari, cosa che non
succede quasi mai. In più, ha vissuto a Londra negli ultimi anni, e
questo ha reso i voli un po' troppo lunghi. Di solito ci sentiamo
telefonicamente per i compleanni o per le feste principali. Andiamo
d’accordo, solo che siamo entrambi troppo impegnati con il lavoro ed
è
difficile trovare il tempo per vedersi.”
Sapendo quanto era unita la famiglia di Jonathan, David si rese
conto che quello che aveva appena detto doveva suonare patetico.
Jonathan però non disse niente. Non lo stava giudicando, né lo
guardava con un’espressione di compatimento. David scoprì che in
verità gli piaceva aprirsi con lui, raccontargli della sua famiglia,
condividere aneddoti su quello che avevano fatto al lavoro durante il
giorno. Non aveva mai incontrato nessuno con cui riuscire a parlare
così facilmente. I due uomini restarono sdraiati in silenzio,
condividendo baci dolci e godendosi la sensazione della loro pelle
nuda
che si sfiorava. E David si chiese cosa ci sarebbe voluto per far sì
che
quelle sensazioni diventassero una costante della sua vita.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 20
I PENSIERI di David su come riuscire a vedere il suo compagno più
spesso furono messi da parte quando le leccate e i morsi di
Jonathan al
suo petto si unirono ai gemiti e alla sensazione del sesso duro del
ragazzo contro la sua coscia.
“Cosa vuoi?”
La voce di David era bassa e roca di desiderio. Accarezzò la
schiena e il sedere di Jonathan, lasciando che le sue dita
scivolassero
nella fessura tra le natiche e trovassero la sua apertura. Jonathan si
mosse all’indietro e gemette.
“Così va bene.”
Jonathan allungò una mano in basso, vicino al letto, dove David
teneva la scatola dei preservativi e il lubrificante. Poi tornò
rapidamente
al suo posto e si mise a cavalcioni del suo uomo. Aprì la confezione,
fece scivolare il preservativo sul sesso duro del suo amante e lo
ricoprì
di lubrificante. Dopo di che, Jonathan si mosse in avanti in modo da
essere sopra il suo obiettivo.
“Tieniti fermo per me.”
David gemette e allungò una mano verso la propria erezione,
tenendola ferma mentre Jonathan poneva la sua apertura contro il
glande e spingeva verso il basso, facendo entrare l'asta dentro di sé.
Jonathan s'inclinò all’indietro e appoggiò le mani alle cosce di David
fino a quando non prese tutta la sua lunghezza dentro il canale
stretto e
caldo del proprio corpo. David sibilò e chiuse gli occhi. Era così
bello.
Jonathan fece ondeggiare i fianchi e rabbrividì di piacere. Quando
David aprì gli occhi, la visione che si ritrovò davanti gli tolse il
respiro.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan si muoveva su e giù e sul suo bel viso si leggeva pura
estasi.
David gli afferrò i fianchi e si mosse dentro di lui, incontrando i suoi
movimenti e intensificandoli. Erano circondati dal rumore del letto
che
scricchiolava e della loro pelle che si scontrava.
Entrambi gemettero e si mossero insieme per diversi minuti fino a
quando David irrigidì i muscoli del ventre e sollevò il busto, facendo
cadere Jonathan di lato, sulla schiena, senza mai interrompere la
loro
connessione.
“Sei così forte. Mi eccita,” gemette Jonathan. Inarcò la schiena e
aprì le gambe, facendo più spazio possibile al suo amante per
permettergli di continuare a scoparlo. David accettò con piacere
quell’invito. I suoi occhi brillavano e avevano uno sguardo feroce
mentre si portava una delle gambe di Jonathan contro il petto e
cambiava l’angolazione per riuscire a penetrare più a fondo.
“Oh, Dio!” gridò Jonathan mentre il suo corpo veniva
progressivamente spinto verso la parte alta del letto sotto le spinte di
David.
Il materasso tremò e ondeggiò. Jonathan allungò le mani
all’indietro e toccò la testata del letto, spingendo contro di essa per
andare incontro ai movimenti di David. Gli occhi del suo amante
erano
incollati ai suoi e lui gemette.
“Ci sono quasi, baby. Vieni per me, ti prego.”
Jonathan allungò una mano verso il suo sesso e si accarezzò al
ritmo dei movimenti di David.
“Oh, cazzo, ci sono vicino. Ci sono, Jonathan. Devo. Ci sono.
Ora!” David gridò e si lasciò andare dentro il corpo accogliente del
suo
compagno con un ultimo paio di spinte. Il ragazzo urlò e venne sulla
propria pancia e sul petto. Entrambi gli uomini ansimavano in cerca
d’aria, quando improvvisamente sentirono un forte scricchiolio, il
letto
tremare e poi una serie di tonfi. Ogni gamba del letto cedette a turno
finché si ritrovarono sdraiati sul materasso - che però era ormai sul
pavimento - circondati da legno in frantumi.
David guardò Jonathan con gli occhi sgranati e poi entrambi
cominciarono a ridere in modo incontrollabile.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Porca puttana! Abbiamo consumato i mobili.”
“Ehi, te l'ho detto che sei forte,” ridacchiò Jonathan. “Mi spiace
per il tuo letto.”
“Non fa niente. Avevamo comunque bisogno di uno nuovo. Pensi
che avremo tempo di andare a fare spese domani mattina?
Possiamo
prendere anche i comodini.”
Jonathan annuì e si allungò per un bacio proprio mentre il sesso di
David scivolava fuori dal suo corpo.
“Torno subito.”
David gli diede un bacio veloce sulla fronte e scese dal materasso.
Un paio di minuti dopo, era di ritorno con una salvietta. Ripulì
Jonathan e poi se lo tenne vicino mentre scivolava nel sonno.
Guardò il
ragazzo rilassarsi e gli baciò la guancia.
“Ti amo.”
Sussurrò quelle parole e si schiaffeggiò mentalmente per non
averle dette mentre Jonathan era sveglio. Dopo avergli accarezzato
la
schiena per qualche minuto, godendosi la consistenza e il calore
della
sua pelle, David si addormentò.
JONATHAN districò le gambe da David e scivolò fuori dal letto in
silenzio in modo da non svegliare il suo amante, si lavò i denti e poi
camminò lungo il corridoio, attraverso il soggiorno, fino all’ingresso
dove avevano lasciato lo zaino e il mini frigo la notte precedente.
Cercò
nello zaino e ne estrasse un paio di pantaloni della tuta, una maglia
morbida a maniche lunghe, la sua felpa preferita e calze pesanti.
Non
era caldo come stare accoccolato sotto la trapunta con David, ma
doveva farlo.
Sollevò il mini frigo e lo portò in cucina. Beh, per fortuna quegli
elettrodomestici verde vomito funzionavano. Cavolo, cosa stava
pensando la persona che aveva scelto quei colori? Sistemò il
contenitore vicino al bancone e cominciò a estrarre gli ingredienti.
Aveva visto il contenuto del frigorifero di David l’ultima volta che era
stato da lui e sapeva che non c'era dentro niente che assomigliasse
a del
cibo, sempre che non si tenessero in considerazione i contenitori del
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
cibo da asporto. Così, Jonathan aveva portato tutto il necessario per
fare
la colazione. L’orologio del microonde indicava che erano a
malapena
le cinque di mattina. Sapeva che David avrebbe dormito ancora per
qualche ora, quindi iniziare a preparare la colazione in quel
momento
non aveva molto senso. Oh, beh, aveva portato così tanti ingredienti
che poteva cucinare un paio di pasti per David che lui avrebbe
potuto
riscaldare durante la settimana se avesse finito troppo tardi per
potersi
fermare al suo solito ristorante da asporto.
Jonathan cercò nei mobiletti e trovò conferma al suo sospetto che
non ci fossero utensili da cucina: niente spatole, niente pentole,
nemmeno una padella. Scosse il capo e ridacchiò piano tra sé e sé.
Aveva portato una pentola, una padella e un paio di cucchiai, giusto
nel
caso gli fossero serviti. Lavorava a fasi: finiva un piatto e lo infilava
nel
frigorifero in piatti di carta ricoperti da una pellicola. Poi lavava la
padella e la pentola e iniziava a preparare il pasto successivo.
Mentre cucinava, Jonathan pensò a come si sarebbe sentito a
vivere in quella casa, cucinare pasti tutte le sere, avere Sam seduto
al
bancone che mangiava la colazione. Scacciò quei pensieri. Era
troppo
presto per quello. Davvero troppo presto. Certo, aveva fantasticato
su
David per anni, ma per David si erano appena incontrati. In più, c’era
un problema con Sam. Un conto era chiedere a un uomo di andare a
vivere insieme, ma invitare un bambino di quasi tre anni in quella
casa
perfetta gli sembrava sperare troppo.
Non si sarebbe permesso di essere triste per quello. Aveva trovato
l'uomo dei suoi sogni, era abbastanza fortunato a parlargli tutti i
giorni
e vederlo ogni volta che potevano. Era più di quanto avesse mai
avuto e
doveva bastargli.
DOPO aver barcollato in bagno per svuotare la vescica e lavarsi i
denti,
David indossò un paio di pantaloni del pigiama e una maglietta,
prima
di camminare per casa con un enorme sorriso sul viso. La notte
precedente era stata incredibile. Avevano letteralmente rotto il letto.
Faceva il miglior sesso della sua vita con il ragazzo più dolce che
avesse mai conosciuto. Com'era riuscito a trovare una combinazione
del genere in una persona sola?
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Una volta arrivato in sala da pranzo, David sentì un fischiettio
provenire dalla cucina. Restò sulla soglia per un momento a
guardare
un Jonathan felice ballare al ritmo di una canzone che aveva in
testa.
C'era odore di cibo vero che veniva da quella stanza per la prima
volta
da quando David si era trasferito e, in qualche modo, l'idea che
qualcosa potesse essere prodotto da quegli elettrodomestici lo
scioccava.
“Buongiorno, bello.”
Spaventato, Jonathan saltò e si tenne al bancone con una mano
mentre l'altra volava al suo cuore.
“Ehi. Mi hai spaventato.” Jonathan si schiarì la voce e poi tornò ai
fornelli. “Fame?”
David gli arrivò alle spalle e guardò oltre la sua spalla.
“L'hai fatto tu? Da zero?”
Jonathan ridacchiò e ruotò tra le braccia di David, spingendolo a
sedere verso il suo posto al bancone.
“Pancakes, salsiccia, patate e omelette alla Denver. Sì, ho fatto
tutto da zero, non che ci fossero molte alternative.”
David restò in piedi vicino alla sedia e sembrò adorabilmente
confuso. “Sei anche capace di cucinare?”
Quella domanda strappò una risata di cuore a Jonathan.
“Intendi dire che hai pensato che l'unica cosa di cui ero capace
fosse ruzzolarmi nel letto?”
La mascella di David per poco non cadde e lui scosse la testa
furiosamente. “No! Non è per niente quello che intendevo! Io…”
Jonathan gli fece l'occhiolino e rise. “Ti sto prendendo in giro. Sì,
sono capace di cucinare. Sono cresciuto in un ristorante, ricordi?
Penso
di aver imparato a tagliare le verdure prima ancora che ad andare in
bicicletta. Il The Dubliner è un posto di famiglia, quindi ci abbiamo
lavorato tutti. E poi questo è un piatto semplice. Anche Sam sa come
si
cucinano le uova. E chi pensi che abbia preparato la colazione che
ho
portato qui prima del nostro giro allo zoo domenica?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Ancora perplesso dalle attività in corso nella sua cucina e
inorridito al pensiero di aver offeso Jonathan, David non si era
mosso,
così il suo compagno lo spinse sulla sedia. Se Jonathan stava in
piedi e
David seduto erano alla stessa altezza, occhi negli occhi. Il ragazzo
si
protese e baciò la guancia del suo compagno e gli sorrise. Okay,
non
era arrabbiato. Ovvio che no. Jonathan non si arrabbiava mai.
“Ho pensato che avessi preso la colazione nel venire qui. Non
sapevo che tu facessi i French toast.”
Jonathan prese del cibo sia dai fornelli che dai piatti che aveva
ricoperto e lo sistemò in un piatto di carta che poi mise davanti a
David.
Preparò poi il proprio piatto, lo mise sul bancone e si sedette. David
prese la forchetta, raccolse un po' di uova e patate e ne mangiò un
boccone.
“Mmm. Buono!”
“Felice che ti piaccia. Immaginati cosa potrei fare con
l'equipaggiamento giusto.”
David si stava infilando cibo in bocca a tempo record.
“Quipggmt?”
“Devo fare come faccio con Sam? Mastica e ingoia prima di
parlare.”
David quasi si strozzò con la colazione. Allungò la mano per
prendere la bottiglia d'acqua che Jonathan aveva messo sul tavolo
e,
una volta che la sua bocca fu libera, sorrise timidamente a Jonathan.
“Mi dispiace. Nessuno ha cucinato per me da quando mia mamma
è morta. Penso di essere un po' sovraeccitato.”
Il cuore di Jonathan si spezzò nel sentire David ammettere di non
aver avuto nessuno che si prendesse cura di lui da tanto tempo. E
poi,
Jonathan aveva vissuto solo da quando aveva compiuto diciotto
anni.
Forse ora potevano esserci l'uno per l'altro. Allungò una mano e
strinse
quella di David per mostrargli il suo supporto.
“Va bene che tu sia eccitato. Ora mangia. Ho molte attività
pianificate per questa mattina e credimi se ti dico che avrai bisogno
di
molta energia.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan mosse le sopracciglia e lanciò a David il suo miglior
sguardo malizioso. David avrebbe anche riso, ma la sua bocca era
piena
del pancake più delizioso che avesse mai mangiato.
“Mmm, ’kay,” mormorò.
Jonathan sorrise, prese la sua forchetta e raccolse un po' di uova,
sentendosi profondamente felice per aver reso a sua volta felice
David.
Dopo aver finito la colazione e condiviso una lunga doccia, i due
uomini uscirono per comprare i mobili della camera, andarono a
prendere Sam, passarono alcune ore al parco e poi si salutarono. La
settimana seguente passò seguendo la stessa routine di quella
precedente e con telefonate notturne. Un miglioramento fu che il The
Dubliner restava aperto a pranzo, così David ci andava quasi tutti i
giorni e Jonathan mangiava con lui. Anche se passava molto più
tempo
con Jonathan che non con i suoi precedenti ragazzi, sentiva di non
averne mai nemmeno lontanamente abbastanza di lui.
Venerdì sera, David portò Jonathan e Sam a cena e poi guidò
verso casa di Brennan e Grace. Jonathan prese Sam, e David tenne
la
borsa del bambino con una mano e appoggiò l'altra sulla parte
bassa
della schiena del suo compagno. Il suono di una partita di football
alla
TV li salutò prima ancora che arrivassero alla porta. David bussò ma
non ricevettero risposta
“Probabilmente non ci sentono con tutto questo casino.”
Jonathan annuì e provò a muovere la maniglia. La porta non era
chiusa a chiave, quindi entrarono. Brennan e Keegan erano seduti
sul
divano e bevevano birra guardando la televisione con un'accanita
concentrazione. Clare aveva colorato dei libri e i pastelli erano tutti
sparsi sul tavolino da caffè. Non appena vide Sam entrare in casa
saltò
in piedi e corse verso il cugino.
“Magari voi due potete andare a giocare nella camera di Clare. E'
un po' più tranquillo,” suggerì Jonathan.
I due bambini corsero via e Jonathan e David si voltarono per
entrare nella stanza proprio mentre Brennan e Keegan saltavano sul
divano e cominciavano a urlare verso lo schermo. Jonathan trovò il
telecomando e abbassò il volume quando fu trasmessa la pubblicità
di
una birra.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Ehi, ragazzi.”
Brennan guardò sorpreso Jonathan e David. “Oh, ehi, Jon-Jon.
Ciao, David. Non vi avevo sentito entrare.”
Jonathan rise. “Già, l'ho notato. Dovresti chiudere la porta a
chiave e tenere l'audio a un livello decente. Dov'è Gracie?”
“E' con Shannon, stanno facendo gli ultimi acquisti di Natale,”
rispose Keegan.
David si sedette sul divano e si tirò Jonathan in braccio. “Cosa
state guardando?”
“La partita di ieri: Broncos-Texans. Registrata. Ti piace il
football, David?” rispose Brennan mentre si alzava dal divano. I suoi
occhi si addolcirono quando colse l'immagine di suo fratello minore.
Jonathan era in braccio a David e sembrava felice e spensierato.
Aveva
notato il cambiamento nel comportamento di suo fratello nelle ultime
settimane. Per la prima volta da che Brennan riuscisse a ricordare,
Jonathan non appariva isolato o ansioso. Tutta la famiglia sapeva
che
dovevano ringraziare David per quel cambiamento.
“Seguo tutte le squadre,” rispose David.
Brennan e Keegan sembrarono entrambi impressionati.
“Davvero? E' grandioso. Voi ragazzi siete i benvenuti se volete
unirvi.” Keegan si voltò verso di loro e prese la ciotola dei pretzel dal
tavolo.
“Vado a fare il pieno in cucina. Posso portarvi qualcosa? Birra?”
chiese Brennan mentre usciva dalla stanza.
“Siamo a posto, grazie, Brenn.”
Jonathan non aveva ancora finito di pronunciare la frase, quando
sentì suo fratello urlare: “Dannazione, Keller! Non è divertente.”
Tornò
come una furia nella stanza e diede un'occhiataccia a Keegan
mentre
scuoteva i pantaloni e muoveva le gambe. Cubetti di ghiaccio
caddero
sul pavimento. “Quel discendente di Satana che tu chiami figlio ha
appena versato un'intera tazza di ghiaccio nei miei pantaloni.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Keller, sei in castigo,” rispose Keegan in automatico mentre
cercava nella ciotola il suo tipo preferito di pretzel. Non si era
preoccupato di alzare lo sguardo nemmeno per un momento.
“Keegan, quello non è un castigo, sei solo tu che lo dici.” La voce
di Brennan era ancora arrabbiata. Keegan non sembrò notarlo.
Continuò a scavare nella ciotola e a buttarsi dei pretzel in bocca.
Brennan roteò gli occhi. “Come vuoi, Keeg. Ma non pulirò il loro
casino. Alza il tuo grosso culo e asciuga il pavimento.”
Keegan si alzò dal divano, camminò verso il punto in cui i cubetti
di ghiaccio erano caduti dagli abiti di Brennan e si accucciò per
poterli
raccogliere. Spostò una delle bambole di Clare di mezzo.
“Non mi piacciono queste bambole così realistiche. Mi fanno
paura.”
“Sì? Beh, a me fanno paura i tuoi figli. C'è da pulire anche la
cucina. Dai.”
Quando furono da soli nella stanza, Jonathan si voltò verso David
e lo baciò piano.
“Vuoi stare qui e guardare la partita o andare a casa?”
Diamine, a David piaceva sentire Jonathan parlare della casa
come se fosse anche casa sua. Si sentì improvvisamente sopraffatto
dall'emozione. Ricambiò il bacio anche se con più passione e anche
con
la lingua.
“Ho guardato la partita dei Broncos la notte scorsa. E qualsiasi sia
il gioco che tuo fratello e Keegan stanno facendo mi rende nervoso.
Vuoi restare qui?”
“No. Preferirei stare da solo con te.”
“Okay, allora andiamo a casa.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 21
JONATHAN aveva portato con sé un altro mini frigo pieno di cose e
David lo mise in cucina. Lo sistemò vicino al frigorifero e si chinò per
aprirlo.
“Senti, mi sembra stupido. Sono sicuro che ci sia un negozio di
alimentari qui intorno. Posso comprare un po' di cose così non
dovrai
trasportare quest'aggeggio avanti e indietro.”
Jonathan premette il suo corpo contro quello di David.
“Non ho avuto il tuo uccello dentro di me per una settimana.
Magari possiamo occuparci di quello prima, e poi io mi occuperò del
frigorifero.”
Quelle parole furono abbastanza da risvegliare l'interesse di
David. Si alzò, prese di scatto Jonathan tra le braccia strappandogli
un
gridolino e camminò verso la camera, dove lo fece sdraiare sul
nuovo
letto di ferro che avevano scelto insieme. Era senza fiato, sia per
l'eccitazione di essere di nuovo con il suo amante sia perché l'aveva
trasportato per tutta la casa. Anche se Jonathan era più basso di lui
e più
leggero, non era comunque minuto. David si alzò e guardò lo
splendido
uomo nel suo letto e si strofinò il palmo contro l'erezione dolorosa.
Jonathan gemette, si denudò in pochi secondi, e poi cominciò a
darsi da fare con gli abiti di David. Infilò le mani sotto il maglione del
suo compagno, spingendolo in alto e sopra la sua testa. Le dita gli
tremavano mentre si occupava dei bottoni della camicia bianca e la
sua
lingua leccava ogni parte di pelle scoperta.
“Voglio sentire la tua pelle.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Le leccate diventarono succhiate man mano il petto di David si
esponeva. Quando finalmente riuscì a togliergli la camicia, Jonathan
accarezzò quel petto ampio e i muscoli delineati dell'addome, poi si
strofinò contro il suo membro gonfio attraverso i pantaloni. David
ringhiò, usò il peso del proprio corpo per spingere Jonathan sul letto
e
gli aprì i pantaloni, abbassandoglieli fino alle ginocchia con una
mano
mentre con l'altra si sosteneva sopra di lui. Scalciò via le scarpe, si
mosse per sfilarsi completamente i pantaloni e gli slip e poi coprì
Jonathan con la sua figura possente.
Jonathan mugolò quando sentì i muscoli di David avere la meglio.
Mosse la bocca verso il suo partner alla disperata ricerca di un bacio
e
aprì le labbra non appena sentì la lingua del suo amante. Mentre
quella
lingua esplorava la sua bocca, le mani di David facevano lo stesso
sul
suo corpo, disseminando tocchi delicati sulla sua vita, sui fianchi e
sulle
cosce.
“Mi piaci così tanto, baby.”
Un mugolio e un aumento nella passione del bacio furono la
risposta di Jonathan a quella dichiarazione. David voleva venire ma
la
cosa che desiderava di più era rendere tutto bello per Jonathan.
Così
cercò di tenere a bada l'eccitazione e si concentrò sul suo amante.
“Dimmi cosa vuoi, baby. Cosa ti fa stare bene?”
Quel corpo sottile s'inarcò e strofinò contro di lui, e il sesso
turgido di Jonathan entrò in contatto con quello di David, facendo
annaspare entrambi. Jonathan afferrò le spalle di David e ansimò
nella
sua bocca.
“Voglio te. Voglio questo. E' così bello.”
David ruotò i fianchi, mordicchiò il mento di Jonathan, gli leccò il
collo e allungò una mano verso il cassetto del comodino per cercare
il
lubrificante e i preservativi. Velocizzò le sue azioni quando sentì un
gemito provenire dall'uomo sotto di sé, mentre le loro erezioni calde
si
strofinavano sempre più rapidamente. Si sollevò sulle ginocchia, aprì
il
tubetto e lasciò scendere un filo sottile di lubrificante sulla fessura tra
le
natiche di Jonathan mentre gli accarezzava il petto con la mano
libera.
Le gambe del ragazzo si aprirono in un muto invito e il battito del
cuore
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
aumentò sotto il palmo della mano di David. L'uomo si rese conto di
non essersi mai sentito così voluto, così desiderato.
Massaggiò l'apertura di Jonathan per qualche secondo prima di
riportare l'attenzione sul preservativo, aprire la confezione e
srotolarlo
poi sul proprio sesso, incredibilmente duro. Premette due pollici
dentro
quel canale voglioso e tutto il corpo di Jonathan sembrò sciogliersi
sul
materasso in risposta a quell'intrusione. Un sospiro di sollievo sfuggì
dalle labbra del giovane. David chinò il capo in modo che i suoi occhi
fossero a poca distanza da quelli di Jonathan.
“E' così eccitante vedere come ti piace. Il tuo culo è fatto per
essere riempito, baby.”
Gli occhi di Jonathan si rivoltarono all'indietro in risposta alla
combinazione tra le parole di David e il movimento dei suoi pollici
dentro e fuori dal suo corpo.
“Da te. Riempito da te. Solo da te.”
Non era una richiesta o una domanda. Era più un dato di fatto. E
fu un richiamo potente per la possessività di David. Era una
sorpresa,
davvero, perché non era mai stato un tratto della sua personalità.
Competitivo, sì, ma non possessivo, né geloso. Ovviamente, questo
era
prima di Jonathan. Dal momento in cui aveva visto quel tipo
molestarlo
al Where Cowboys Dream, aveva voluto proteggerlo dagli altri e
tenerlo
per sé.
David ritrasse lentamente i pollici e li sostituì con il proprio pene
dolorante. Scivolò dentro lentamente, godendosi il piacere che
vedeva
prendere il sopravvento sul viso di Jonathan mentre il suo corpo
veniva
preso. Leccò quelle labbra piene e restò fermo, coprendo il suo
amante,
dentro e fuori.
“Solo da me?”
“Mmm hmm. Solo da te. Per sempre.”
Lo sguardo adorante negli occhi di Jonathan fece stringere il petto
a David, togliendogli quasi il respiro. Sprofondò dentro di lui il più a
fondo possibile, poi si ritrasse e si spinse in avanti di nuovo. La sua
bocca copriva quella di Jonathan nel tentativo di divorare quel
ragazzo.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Mio.” David ringhiò nella bocca di Jonathan mentre sbatteva i
fianchi in avanti. Mordicchiò le sue labbra, il suo mento, il suo collo.
“Mio.”
Jonathan avvolse le gambe attorno alla vita di David e le braccia
attorno al suo collo. Gli appoggiò i talloni in fondo alla schiena e si
aggrappò con forza a lui, andando incontro ad ogni spinta,
abbandonandosi completamente.
“Tuo, David. Te lo prometto, solo tuo.”
Oh, era così bello. Così dannatamente bello. David spinse con
tutta la sua forza e Jonathan si unì a lui in ogni movimento,
spingendo i
suoi fianchi su e giù per prenderlo il più a fondo possibile mentre
allungava una mano tra i loro corpi per toccarsi. Entrambi
grugnivano e
gemevano, il suono secco della pelle che incontrava altra pelle
riempiva
la stanza, mentre David spingeva dentro il suo amante.
“Sono vicino, tigre! Così vicino. Devo, sto per...”
L'odore e la sensazione del seme di Jonathan si unì alle sue grida
di piacere. David si spinse ancora in quella cavità calda, poi rimase
fermo dentro di essa, premendo le dita sui suoi fianchi per tenerlo
vicino il più possibile mentre si lasciava andare nel latex,
desiderando
che non ci fossero barriere a separarlo dal suo partner.
David collassò sul suo amante, muovendo leggermente i fianchi
solo per togliersi il preservativo, chiuderlo e buttarlo sul pavimento.
Soddisfatti e appiccicosi, i due uomini si raggomitolarono insieme nel
letto, accarezzandosi e baciandosi, recuperando le forze dopo la loro
unione.
“Mi sei mancato tutta la settimana, baby. Ti avrei voluto qui tutte
le sere quando tornavo a casa.” David baciò quella testa così
preziosa
per lui e chiuse gli occhi, lasciando che i sentimenti che provava per
il
ragazzo avessero il sopravvento. Dannazione, era così bello sentirsi
così, volere in quel modo, amare in quel modo.
“Anch'io, tigre,” sussurrò Jonathan.
David lo strinse tra le braccia, poi rotolò sulla schiena e tirò
Jonathan con sé. Il ragazzo si accoccolò sopra di lui, tracciando i
suoi
capezzoli con la lingua e percorrendo i suoi soffici peli del petto con
le
dita.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Com'è andata la tua giornata?”
Le mani di David corsero alla testa del suo compagno,
accarezzandogli i capelli. “Bene. Finalmente ho venduto una casa a
Micah Trains.”
Jonathan succhiò gentilmente un capezzolo di David. “E' il
ragazzo con cui hai lavorato per mesi, vero? Quello che continuava
a
trovare problemi in ogni posto?”
David ridacchiò. “Sì, è lui. Finalmente mi sono reso conto che
l'unico modo per renderlo felice sarebbe stato fargli costruire una
casa
tutta sua, così gli ho venduto un lotto vuoto. Ci siamo incontrati con
un
mio amico che ha una compagnia di costruzioni e che gli ha dato
qualche idea su cosa poteva farci ed è andata. Detto fatto.”
David abbassò il capo e baciò la testa di Jonathan, stringendolo a
sé.
“E tu? E' stata una buona giornata?”
“Sì, buona. Una delle ragazze al lavoro ha detto che c'è un posto
libero nel suo palazzo. L'affitto è un po' alto ma penso di poter
trattare e
così ho fissato un appuntamento per andarlo a vedere lunedì.”
A David non piaceva il pensiero che Jonathan si trasferisse in
quell'appartamento e all'inizio non fu sicuro del perché. Non sapeva
nemmeno dove fosse quel posto. Ma, dopo alcuni secondi, si rese
conto
che quel sentimento non aveva niente a che fare con il posto. O, più
precisamente, aveva tutto a che vedere con il posto. Era pazzo a
voler
chiedere a Jonathan di trasferirsi da lui? Si conoscevano da meno di
tre
settimane. Era troppo veloce, giusto?
David non era mai stato un impulsivo. No, era il tipo che pensava
bene alle cose, analizzava le possibilità, ragionava con la testa.
Sempre.
Ma questo caso era diverso. Non aveva bisogno di tempo, né aveva
bisogno di valutare le opzioni. Con Jonathan era giusto così, sapeva
che
era giusto. Vederlo un paio di volte alla settimana, condividere il letto
con lui solo quando riuscivano a trovare un babysitter per la notte...
semplicemente non era abbastanza.
“Vieni a vivere con me, baby.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Il ragazzo s’immobilizzò per un attimo e poi riprese ad
accarezzare il petto di David. “Se non avessi Samuel, lo farei in un
secondo.”
David strinse a sé quel corpo splendido e baciò la fronte del suo
compagno.
“Intendevo entrambi. Tu sei mio, Jonathan.” Le parole gli
uscirono naturalmente. Era strano dire una cosa simile a qualcuno
ma
non lo sentiva strano. “Tu sei mio e lui è tuo figlio. So che è un
pacchetto unico e io lo voglio tutto.”
Jonathan si spinse via dal petto di David e scese dal letto. Tese la
mano all'uomo che aveva sognato per anni, sia di notte che di
giorno.
“Lascia che ci pensi. Per ora, che ne dici di una doccia? Sono tutto
appiccicoso.”
Il naso del ragazzo si arricciò nel modo che David trovava
dannatamente adorabile. L'uomo sorrise e gli accarezzò una
guancia.
Sì, era giusto. Era bello ed era giusto e, anche se non l'avrebbe mai
ammesso apertamente a se stesso, David aveva aspettato di sentirsi
così
da anni, aveva aspettato per anni di trovare qualcuno con cui
condividere la vita. Dopotutto, non era quello il motivo per cui aveva
comprato una casa grande e l'aveva sistemata come se dovesse
essere
occupata da una coppia? Di certo non poteva usare due lavabi, due
ganci per le salviette e due armadi tutto da solo.
Sì, si era preparato per questo, anche se non a livello conscio. E
ora che finalmente aveva trovato Jonathan, David non avrebbe
accettato altro se non un'unione completa. Se Jonathan aveva
bisogno
di essere convinto un po', andava bene. David poteva essere
dannatamente persuasivo. Tutte quelle case non si erano vendute
da
sole, dopotutto. Diamine, in realtà sarebbe stato divertente dare la
caccia a qualcuno, per una volta. Sempre che Jonathan si lasciasse
catturare. Alla svelta. Perché chiunque avesse detto che la pazienza
era
una virtù di certo non aveva passato le notti in un letto vuoto mentre
l'uomo che amava era fuori dalla sua portata.
JONATHAN cercò di farsi cullare dal battito forte del cuore che
sentiva
sotto il suo orecchio. Era soddisfatto, si era lavato e si era
accoccolato
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
nel letto con l'uomo dei suoi sogni. Quella poteva essere la ricetta
perfetta per il sonno, ma la sua mente viaggiava a velocità folle.
David
gli aveva davvero chiesto di vivere insieme. Non per una notte o per
un
weekend. No, l'uomo dagli occhi blu voleva vivere con lui e Samuel.
Jonathan si era allontanato dalla sua famiglia e aveva attraversato
il paese per inseguire David. E non una volta sola. L'aveva fatto
quando
aveva finito il liceo e di nuovo dopo la nascita di Sam perché
qualcosa
dentro di lui gli aveva detto che era destinato a stare con l'uomo
dagli
occhi blu. Stare con David era, a dire il vero, l'unico obiettivo che
Jonathan avesse mai avuto, l'unico che avesse mai inseguito.
Questo
fino a quando non aveva tenuto Sam tra le braccia per la prima volta
e
aveva trovato un nuovo obiettivo: essere un buon padre. Jonathan
l'aveva fatto in ogni modo possibile, ma era solo e con poche
risorse.
Così, a quel punto, Sam aveva vissuto nel piccolo appartamento di
New
York o aveva condiviso la cameretta di quando Jonathan era piccolo.
Non potevano continuare a vivere con i genitori di Jonathan per
sempre; era solo una sistemazione temporanea fino a quando non
fosse
riuscito ad arrangiarsi da solo... in un altro piccolo appartamento
perché, doveva ammetterlo, era tutto ciò che si poteva permettere.
Quindi, c'era qualche dubbio se accettare o no la proposta di
David? Dopotutto, andare a vivere con Samuel in quella casa da
sogno
e costruire una vita con quell'uomo gentile e intelligente, era un
modo
sicuro per realizzare tutto ciò che aveva sempre voluto per sé e per
suo
figlio. Quindi no, non c'erano dubbi che avrebbe accettato l'offerta.
L'unica domanda era come avrebbe fatto a dire a David del suo
passato.
Lo doveva a quell'uomo meraviglioso che gli stava offrendo un
sogno,
doveva a David la verità. E gliel'avrebbe data.
Prima, però, gli avrebbe preparato la colazione. Erano passate le
sette e Jonathan pensò che David si sarebbe svegliato presto.
Scivolò
fuori dal letto, si mise qualcosa indosso e andò in cucina. Trenta
minuti
dopo, le uova erano sbattute e strapazzate con la crema di
formaggio in
una tazza, il bacon era adagiato sul piatto, pronto per essere fritto, il
pane era tagliato a fette e le patate erano grattugiate. Non ci
sarebbero
voluti più di dieci minuti per cuocere tutto e disporlo nei piatti. Dopo
aver coperto gli ingredienti con un foglio e averli rimessi in frigo,
Jonathan tornò nella stanza buia.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David era sdraiato su un fianco, con il respiro pesante e la
trapunta fino alle spalle. Un bisogno forte pervase Jonathan: bisogno
di
toccare ed essere toccato, bisogno di condividere e imparare e
sognare,
e il bisogno di fare tutte quelle cose con l'uomo in quel letto. Gli dirò
del mio passato più tardi.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 22
JONATHAN si spogliò, impilò i vestiti sul pavimento e s'infilò sotto la
trapunta. David allungò il braccio verso di lui, nel sonno,
mormorando
qualcosa d'incomprensibile e attirò Jonathan contro di sé.
“Mmm, vieni qui, baby.” Una gamba si appoggiò sopra il fianco
del ragazzo e un braccio circondò il suo corpo, in modo che il
giovane
restasse fermo contro il petto di David. “E' così bello. Non ho mai
voluto toccare nessuno come voglio toccare te.”
La voce profonda di David era roca per il sonno, la barba gli
ricopriva le guance e il collo, e il suo sesso duro era premuto contro
la
coscia di Jonathan. Dannazione, era sexy. Jonathan spinse la mano
di
David verso il basso fino a portarsela sopra l'erezione.
“Massaggiamelo.”
David gemette e mosse la mano lentamente, su e giù sull'asta di
Jonathan mentre strofinava il viso contro il suo collo e spingeva il
proprio membro contro la sua coscia. Mordicchiò la mascella di
Jonathan, continuando tutto il tempo a mormorare con la sua voce
roca.
“Sei diverso da chiunque altro abbia mai conosciuto. Quello che
mi fai sentire è diverso. E' così bello. Non sapevo che potesse
essere
così bello. Lo speravo, l'ho sempre sperato, ma non l'ho mai saputo.”
Jonathan non era sicuro di cosa intendesse David, non era
nemmeno sicuro che David fosse sveglio o se quelle parole fossero
pezzetti di un sogno e che il suo subconscio stesse trapelando da
esse.
Non importava. Anche senza capirne il significato nei dettagli,
Jonathan
si aggrappò a quel sentimento: David lo voleva. Era abbastanza. No,
era più che abbastanza, era tutto per lui.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David tolse la mano dall’erezione di Jonathan e gli accarezzò la
schiena, scendendo con tocchi leggeri fino al suo sedere. Massaggiò
e
strofinò le natiche del suo partner mentre gli mordicchiava il collo e
l'orecchio. Presto quelle lunghe e grosse dita trovarono la strada fino
all'apertura di Jonathan e la massaggiarono.
“Voglio entrare qui.” David gli respirò contro l'orecchio.
Jonathan gemette e si sdraiò sullo stomaco, piegando le ginocchia
sotto il proprio corpo e aprendole per esporsi il più possibile.
David annaspò, si sollevò sulle ginocchia mettendosi dietro il suo
amante e lasciò correre la mano sulla sua pelle liscia.
“Sei bellissimo. Sei incredibilmente eccitante. Oh, Dio, io... ho
bisogno di assaggiarti.”
Quello era un desiderio insolito, qualcosa che non aveva mai
voluto fare, né qualcosa che aveva mai ritenuto eccitante quando
sentiva le storie dei suoi amici o guardava un porno. Eppure aveva
l'acquolina in bocca al solo pensiero. Accarezzò di nuovo il sedere di
Jonathan, poi gli afferrò le natiche e le divaricò, si chinò in avanti e
fece scorrere la lingua in mezzo ad esse.
Jonathan gridò per la sorpresa e quella reazione motivò ancora di
più David. Sollevò il sedere di Jonathan più in alto, gli passò un
braccio
attorno alla vita per tenerlo fermo e per riuscire a toccargli il sesso.
La
sua mano libera restò su quel culo perfetto, tenendolo aperto mentre
la
sua lingua si muoveva in circolo attorno all'apertura, penetrandola
poi
fin dove poteva arrivare.
“Oh Dio! David, cosa, oh mio Dio!”
Il corpo di Jonathan stava tremando e le sue parole sembravano
uscire come se stesse parlando tra i singhiozzi, come se le azioni di
David lo stessero completamente facendo impazzire. La coperta era
in
basso, attorno alle gambe di Jonathan e all'altezza dell'erezione di
David. Quando i fianchi dell'uomo iniziarono a muoversi
istintivamente, il suo sesso strofinò contro il cotone, provocando una
frizione sufficiente a farlo gemere. Quel suono venne soffocato dalla
pelle di Jonathan, perché David era passato dal dargli rapidi colpi
con
la lingua e leccarlo insistentemente dentro e fuori.
“Ti prego, ti prego, tigre. Oh, ti prego!”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David sapeva cosa voleva Jonathan: voleva lui. Aveva bisogno del
suo uomo per trovare la soddisfazione che desiderava. David aveva
ridotto il suo ragazzo a un essere mugolante e implorante che
rabbrividiva pieno di desiderio. E questo fece sentire David l'uomo
più
potente e desiderabile del mondo. Diede ancora una leccata
profonda e
guardò la saliva colare dalla fessura, facendo luccicare la pelle di
Jonathan,
“Ti prego, cosa? Dillo. Voglio sentire che lo dici.”
“Uhh!” Jonathan gemette e mosse la testa da parte a parte,
premendo il viso contro il cuscino. “Dentro di me... riempimi...
aiutami.
Ah, ti prego!”
Andava abbastanza bene. David si mise in ginocchio dietro quel
corpo perfetto, allineò il sesso contro la sua apertura ed entrò con
forza,
con un'unica spinta. Jonathan gridò, gridò il nome di David, sollevò il
capo, inarcò la schiena e afferrò le lenzuola nei pugni.
“Cazzo, sì! Sì, sì, sì.”
David si mosse dentro e fuori dal corpo del suo amante, godendo
della frizione data dalla loro unione, ascoltando le grida di Jonathan:
“Oh, Dio” e “Sì, sì, sì.” Il sudore gli colava dalla fronte finendo sulla
schiena del suo uomo, i grugniti di David divennero sempre più forti
e
animaleschi, le sue dita erano sprofondate nei fianchi di Jonathan,
sicuro che gli avrebbe lasciato dei segni, e il suo ritmo si fece
sempre
più rapido e intenso, quasi brutale.
“Ci sono! Vengo! David, David, David!”
La stretta attorno al sesso di David s'intensificò, Jonathan gridò il
suo nome, e i fianchi del suo compagno diedero un altro paio di colpi
secchi prima che l'uomo sentisse il proprio corpo rivoltarsi
completamente, mentre veniva dentro quello accogliente del suo
amante. Fu solo dopo aver normalizzato il respiro ed essere uscito
da
Jonathan che si rese conto di quello che aveva fatto. Niente
lubrificante
e niente preservativo.
Oh merda. Il suo cuore cominciò a correre e non per la gioia. Si
strofinò gli occhi, si concesse di rilassarsi e ruotò Jonathan su un
fianco
per poi stringersi attorno al suo corpo rilassato.
“Baby?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan rabbrividì e si strinse a lui. David tirò su la coperta
usando un piede, allungò la mano per prenderne il bordo e la usò
per
ricoprire entrambi. Cullò Jonathan tra le braccia.
“Jonathan? Ti ho fatto male?”
“Grazie.” La voce di Jonathan era bassa e sognante. “Sei
incredibile. Così incredibile. Mi fai stare bene, tigre.”
Il cuore già provato di David si sciolse.
“E' tutto ciò che voglio. Ascolta, baby, sono pulito. Nell'altra
stanza ho il test che ho fatto circa sei mesi e non sono stato con
nessun
altro da oltre un anno.”
“’Kay.”
“No, non capisci. Mi sono dimenticato di mettere il preservativo,
quindi è una cosa che devi sapere. Mi dispiace.”
“E' okay. Sono pulito anch'io. Non penso di avere le copie del mio
test ma sono passati circa tre anni per me. Posso andare a fare il
test
oggi così non dovrai preoccuparti.”
David era così sollevato che Jonathan non fosse arrabbiato. Non
era preoccupato per la propria sicurezza, perché era stato dalla
parte
sicura della transazione. In più, aveva capito che Jonathan non
aveva
molta esperienza, e qualsiasi cosa fosse successa, era accaduta
molto
tempo prima. Era però preoccupato che Jonathan non avrebbe
preso
bene il fatto di essere stato scopato senza precauzioni. Diamine, la
maggior parte dei ragazzi si sarebbe incazzata. A ragione.
“Faremo il test entrambi. Possiamo andare al Centro HIV/AIDS a
EC West questa mattina. Sono aperti di sabato e lo fanno in dieci
minuti.”
Jonathan si voltò e sprofondò il viso contro il collo di David e poi
avvolse le braccia attorno al suo corpo ampio e muscoloso. Sentì le
sue
dita prendergli il mento e sollevarglielo verso quella bocca stupenda.
Dannazione, David lo baciava fino a intorpidirlo: era tutto lingua e
denti, mordicchiava e succhiava Jonathan fino a lasciarlo senza
fiato.
“Quindi niente più preservativi?”
David ridacchiò e accarezzò i capelli neri di Jonathan.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Presumo che non ne avremo più bisogno, eh? Ci siamo solo noi
due, giusto? Nessun altro.”
“Grazie a Dio.” La voce di Jonathan era piena di sollievo e gioia.
DAVID si riaddormentò e, quando si svegliò di nuovo, il letto era
vuoto. Il suo primo pensiero fu di aver sognato la notte precedente.
Aveva pensato a Jonathan praticamente in continuazione sin dal
primo
momento in cui l'aveva incontrato e questo l'aveva portato anche
avere
delle vivide fantasie notturne. Il suo sesso dolorante e le lenzuola
macchiate gli dissero che aveva sperimentato il vero Jonathan quella
notte, quindi dov'era?
Usò il bagno, si lavò i denti e vagò verso la cucina, dove fu
salutato da un profumo delizioso. Dopo aver goduto per tutta la
settimana del cibo che Jonathan gli aveva lasciato nel frigo, David
era
eccitato di vedere cosa lo aspettasse quella mattina.
Jonathan sentì il suo amante e gli andò incontro per un bacio.
“Buongiorno. Hai fame?”
David strofinò il viso contro il suo collo e gli diede un piccolo
morso. “Sempre. Cos'hai fatto?”
Il giovane indicò a David di sedersi al bancone e cominciò a
mettere il cibo nei piatti di carta. “Niente di speciale: uova, bacon,
frittelle di patate. Vuoi un po' di succo d'arancia?”
David aveva l'acquolina in bocca al pensiero. “Non penso di avere
del succo.”
Jonathan andò al frigorifero e grugnì mentre dava uno strattone
per aprirlo. “Ho portato un po' di OJ 2 con me.”
David guardava quasi malinconicamente il suo pasto, ma non
aveva ancora preso la forchetta.
“Non mi stai aspettando, vero? Mangia.”
Quello era tutto l'incoraggiamento di cui David aveva bisogno.
Jonathan lo raggiunse un minuto dopo. Si sedettero vicini e
mangiarono
in un silenzio complice, accarezzandosi le gambe a vicenda e
ridendo.
2 [Ndt: Orange juice - Succo d’arancia]
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Dopo aver finito l'ultimo boccone, David buttò via i piatti e si voltò
verso il suo compagno con un sorriso trionfante.
“Visto com'è facile pulire quando non li devi lavare?”
Jonathan si alzò e si accoccolò nell'abbraccio di David.
“Ho rotto due coltelli di plastica per cercare di spalmare il burro
sui miei toast. Quei piatti lasciano dei cerchi umidi sul bancone. E…”
Jonathan fu distratto dalla sensazione di umido tra le sue natiche.
Si mosse e strinse lo sfintere.
“Tutto okay?”
David lo stava guardando, chiedendosi perché si fosse fermato a
metà frase. Jonathan si morse il labbro, sentendosi imbarazzato, ma
non
sapendo come rispondere alla domanda.
“Sì, sto bene. Solo, ehm, mi sento un po', um, le mie parti basse
sono un po'...”
Un'espressione preoccupata s'impresse sul viso di David mentre
allungava le mani sul sedere di Jonathan e le muoveva dolcemente
sopra i suoi pantaloni.
“Ti fa male? Ti ho fatto male? Non ti si è fatta una ferita, vero?”
Jonathan scosse il capo e nascose il viso contro il petto di David.
Non doveva vergognarsi. Quell'uomo aveva messo la lingua nel suo
culo, per carità! Non era poi chissà cosa.
“Riesco a sentirti uscire da me,” confessò Jonathan.
Stava parlando piano, mormorando contro la maglia di David, e il
suo compagno non riusciva a sentirlo bene. Sollevò gentilmente il
mento di Jonathan, pronto a chiedergli di ripetere, quando si rese
conto
di ciò che aveva percepito. Il suo sesso s'indurì immediatamente e
gli
mancò il fiato.
“Hai detto che puoi ancora sentire il mio sperma uscirti dal
sedere?”
Jonathan annuì e David annaspò.
“Cazzo, questo sì che è eccitante. Posso toccare?”
Jonathan non era sicuro del perché David trovasse eccitante una
cosa simile ma il suo sesso duro che gli premeva contro provocò la
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
stessa reazione al basso ventre del giovane. Jonathan annuì e
David gli
infilò le mani nelle mutande, lasciando correre due dita nella fessura
tra
le sue natiche, premendo poi contro la sua apertura.
“Gesù! E' bagnato. Lo sento. Non l'ho mai fatto senza
preservativo. E' così eccitante.” Un altro dito si unì al primo e David li
mosse dentro e fuori il corpo di Jonathan. “Devo prenderti ancora.
Adesso. Ti prego, Jonathan, io... io...” Deglutì a fatica, gemette e
aumentò il ritmo del movimento.
Jonathan afferrò il braccio di David. “Stop.” David cercò di
continuare a scoparlo con le dita. “David, stop.”
Inorridito dal pensiero di essersi preso delle libertà che Jonathan
non gradiva, David tolse le dita da quel culo stretto. Jonathan si calò
le
mutande subito, si voltò e si chinò sul bancone. Guardò David da
sopra
la spalla, con i suoi occhi d'argento pieni di lussuria.
“Dai, prendimi. Fino in fondo.”
Il cuore di David cominciò a correre. In meno di un secondo
aveva i pantaloni attorno alle caviglie e il suo sesso spingeva dentro
Jonathan, aiutato dal proprio sperma. Appoggiò una mano alla spalla
del suo amante e mise l'altra sul suo fianco mentre pompava dentro
e
fuori quella cavità bollente. Strinse i denti per lo sforzo che gli
costava
prolungare il piacere. Grugnì e gemette mentre scopava quell'orifizio
voglioso.
“Ah, ah, ah.”
I suoni che David faceva erano un afrodisiaco per Jonathan che
riuscì a infilare la mano tra il proprio corpo e il bancone per
massaggiarsi l'erezione. Lasciò che i movimenti del corpo di David lo
spingessero nel proprio pugno. I colpi erano così forti che lo
facevano
alzare sulle punte ogni volta. In breve tempo, i gemiti di David si
erano
trasformati in grida e l'uomo si chinò a ruggire nell'orecchio di
Jonathan.
“Ti riempio di nuovo. In fondo, ah, sono in fondo, cazzo.
Prendilo, baby. Oh. Dio! Prendilo!”
Ancora una spinta profonda e David stava pulsando e venendo di
nuovo nel suo corpo. Jonathan era premuto contro il bancone con
così
tanta forza che non riusciva a muovere la sua mano. Disperato per il
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
bisogno di venire, mugolò attirando l'attenzione del suo compagno.
Sempre cercando di recuperare il respiro, l'uomo uscì da lui, si mise
in
ginocchio, fece voltare Jonathan e gli prese in bocca l'asta turgida.
Jonathan afferrò i capelli di David e si spinse nella sua bocca,
gridando per il piacere dell'orgasmo nel giro di pochi attimi. Il suo
corpo stava tremando quando David lo lasciò andare, gli baciò la
punta
del pene e si rimise in piedi, prendendolo tra le braccia e
stringendolo
forte.
“Merda, è stato incredibile.” La voce di David era roca. “Non
sono sicuro di come siamo passati dal parlare delle pulizie a questo,
ma
di certo vince il premio come miglior colazione di sempre.”
Jonathan annuì e si appoggiò a lui. Si tennero stretti l'uno all'altro,
accarezzandosi la schiena a vicenda e scambiandosi dei baci dolci
mentre i loro corpi si calmavano. Alla fine, si avviarono verso la
stanza
da letto. Jonathan prese i vestiti della notte precedente dal
pavimento e
li mise nello zaino, poi si tolse i pantaloni e la maglia e fece la stessa
cosa.
“Dimmi che apparecchiature dobbiamo comprare per la cucina
così potrai cucinare quello che vuoi. Possiamo andare a fare spese
questa mattina. Abbiamo anche bisogno di vedere gli
elettrodomestici e
i mobili che Caleb ha scelto per rinnovare la cucina.”
“Caleb è il tuo amico decoratore?”
“Disegnatore d'interni. Se lo chiami decoratore, ti stacca la testa.”
Jonathan rise. “Dovremmo lavare le lenzuola ora, così potremo
metterle nell'asciugatrice prima di andare a incontrare il tuo amico.”
David era in piedi dietro Jonathan e guardava il suo corpo nudo.
“Um, sì, è una buona idea. Cambiare il letto, intendo. Possiamo
mettere le lenzuola nella cesta della biancheria. Ne ho un set pulito
nell'armadio.”
Jonathan camminò verso il letto e tolse le federe dei cuscini e il
piumino dalla custodia. “Potremmo lavare anche questi.” Fece una
pila
sul pavimento mentre parlava. “Dov'è la tua lavanderia?”
David cercò di scacciare i pensieri lussuriosi evocati da Jonathan
nudo piegato sul materasso che rimuoveva le lenzuola. Da quella
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
angolazione poteva vedere la sua apertura, ancora bagnata. Niente
era
mai stato così eccitante.
“E' vicino alla cucina, ma non la uso. Di solito porto tutto da Fluff
and Fold.”
Jonathan si voltò con le lenzuola tra le braccia.
“Sul serio? Non cucini e non ti lavi i vestiti?”
Era insolito? David annuì. Jonathan si accucciò e raccolse il resto
delle cose che aveva lasciato cadere sul pavimento. Camminò verso
David e gli mise il tutto fra le braccia.
“Beh, vivremo qui in tre e ci saranno parecchie lavatrici da fare e
non c'è assolutamente ragione per cui non possiamo farle da soli.
Dato
che è chiaro che io sarò il responsabile dei pasti, vista la tua allergia
alle cucine, tu sarai l'incaricato della lavanderia. Meglio se
cominciamo
da ora.”
Guardò David con sguardo serio. L'uomo si schiarì la voce e
rispose con tono di scusa.
“Io, um, non ho detersivi.” Si morse il labbro e aggiunse
rapidamente: “Ma possiamo comprarne alcuni oggi.” Poi razionalizzò
il
significato del resto delle parole di Jonathan e lasciò cadere le
lenzuola,
sollevando il ragazzo in un abbraccio. “Vi trasferite qui?”
Oh. Jonathan non si era reso conto di aver finalmente preso la sua
decisione. Le parole gli erano semplicemente scappate. Oh beh, alla
fine sarebbe arrivato comunque a quella conclusione. Non era
possibile
che stesse lontano da David quando il suo corpo aveva gridato: “E'
quello giusto!” dal primo momento in cui l'aveva visto, anni prima.
Perché prolungare l'attesa? E poi, chi avrebbe potuto resistere
all'espressione di pura gioia che era sbocciata sul viso
assurdamente
perfetto di David quando aveva sentito Jonathan accettare di
trasferirsi?
“Sì. Quando vuoi che veniamo?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 23
NOVANTA minuti dopo, i due uomini erano in piedi davanti ad un
negozio di cucine, in attesa del decoratore di David. No, del suo
amico
designer. Un Hummer nero entrò nel parcheggio e si fermò
occupando
due posti auto. La portiera si aprì e un uomo piccolo che indossava
un
paio di pantaloni beige a vita bassa, un maglione di cashmere color
lavanda e una sciarpa in tinta saltò fuori dall’auto. Si chinò dentro il
veicolo, ne riemerse con una custodia di pelle e camminò poi in
modo
seducente verso Jonathan e David.
“Scusa il ritardo, David. Sono rimasto bloccato dietro una donna
che aveva delle renne adesive su entrambe le portiere della sua
Sedan e
una raccolta di animali di peluche degni del Guinness dei primati
stipati
contro il lunotto posteriore. Snoopy, Titti, Taz, Daffy, Daisy, Bugs,
c’erano tutti. Quelle cose erano così attaccate le une alle altre che
sembrava quasi che Odie si stesse facendo Garfield alla pecorina. E
la
signora stava guidando così piano che siamo stati superati da
un’anziana sulla sedia a rotelle.” Senza fermarsi a riprendere fiato,
Caleb sollevò gli occhiali da sole e se li mise in testa, soffiò un bacio
a
David e allungò la mano verso Jonathan. “Sono Caleb Lakes e tu
devi
essere l’uomo favoloso che finalmente ha spronato David a fare
qualcosa per la sua cucina. Sono anni che insisto ma non ho mai
ottenuto niente. Forse potresti darmi dei suggerimenti dopo. Un
uomo
che riesce a convincere David ad andare a letto con lui e a comprare
mobili dev’essere dannatamente convincente.”
Jonathan arrossì e chinò il capo, sentendosi evidentemente a
disagio, quindi David distolse l’attenzione da lui.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Come mai con l’Hummer, Caleb? Pensi di andare in una zona di
guerra una volta finito qui, o stai pensando di contribuire ad
accelerare
ancora di più il surriscaldamento terrestre?”
Caleb mise la mano sul braccio di David e rise di cuore. “E’ di un
ragazzo con cui mi sto vedendo. Sono stato da lui la notte scorsa ed
eravamo usciti con la sua auto, quindi non avevo la mia Audi.” Si
voltò
e guardò il veicolo corrugando le sopracciglia. “E’ ridicolamente
enorme, vero?”
David annuì e picchiò sulla schiena di Caleb. “Sì, lo è. Mi spiace
che lui abbia un pene ridicolamente piccolo.”
Jonathan tossì per coprire una risata scioccata e guardò Caleb con
preoccupazione, ma l’uomo semplicemente sospirò consapevole,
camminò verso la porta dello showroom e buttò le braccia per aria.
“Sì, è una pena. Però me lo succhia ed è abbastanza per me
continuare a vederlo per un po'. Onestamente non capisco perché
un
uomo nelle sue, ehm, condizioni voglia renderlo pubblico comprando
un veicolo che compensa così chiaramente le sue mancanze. Ad
ogni
modo, sei pronto per guardare i mobili?”
DOPO due ore nel negozio, scelsero dei mobili in ciliegio con il piano
in pietra saponaria ed elettrodomestici in acciaio inox. Jonathan era
rimasto in silenzio per tutto il tempo, la sua timidezza esacerbata
dalla
personalità estremamente estroversa di Caleb. Quando quest’ultimo
mise le fotografie di tutti i prodotti davanti a loro, David prese
Jonathan
tra le braccia, lo fece avvicinare e gli parlò dolcemente.
“Ti va bene tutto? E’ quello che vuoi?”
Jonathan annuì e inalò il profumo calmante di David.
“Sei tu incaricato dei pasti, ricordi? Quindi assicurati che vada
tutto bene ed io mi concentrerò su una nuova lavasciuga. Beh,
ovviamente se abbiamo bisogno di una nuova lavasciuga. Penso
che
prima dovrei assicurarmi prima che quello che compriamo funzioni.
Pensi di potermi insegnare a usarla?”
Quelle parole alleggerirono l'atmosfera e fecero ridere Jonathan,
come David sperava che accadesse.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Non ho idea di cosa significhi, ma prendiamoli.” David si voltò
vero Caleb. “Sentito, Caleb?”
Caleb li stava guardando a bocca aperta. “Scusate, non so se ho
sentito bene o se ero distratto perché vi stavo immaginando nudi.
Hai
detto che è incaricato dei pasti? Si trasferisce da te?”
David sorrise raggiante e accarezzò la schiena di Jonathan con un
movimento circolare.
“Sì. Il prossimo weekend, così sarà con me per Natale.”
“Diavolo! Dove devo lasciare il cestino per i regali?”
“BENE, cosa c’è adesso in programma per oggi?” chiese David
mentre
uscivano dal parcheggio del negozio.
Jonathan prese la mano di David e intrecciò le loro dita.
“Detersivi per la lavanderia e il test. Wow, siamo davvero
ossessionati dall’essere puliti.”
David rise. “Il centro non è distante da qui e lo fanno senza
appuntamento. Andiamo prima lì, così non ci pensiamo più. Voglio
concentrarmi il più possibile sul discorso lavanderia. Sono super
eccitato al riguardo.”
“Ha ha.”
Quando entrarono al Centro per l’HIV/AIDS di EC West furono
salutati da un uomo che non assomigliava a nessuno che Jonathan
avesse mai visto, nemmeno dopo aver vissuto tre anni a New York. I
suoi capelli biondo chiaro erano tagliati rasati sulle tempie e le
basette
scendevano fino alla mascella. I capelli erano alti nel centro, in piedi,
e
la cresta era di un blu luminoso. La sua palpebra sinistra era
trapassata
da un piercing a forma di barra e il suo orecchio destro aveva un
chiodo
nel lobo e borchie tutto attorno. Un tatuaggio enorme con un doppio
simbolo maschile gli portava via tutta la parte inferiore
dell'avambraccio sinistro e su quello destro aveva la parola “Pride 3”
3 [Ndt: In italiano ‘Orgoglio’ ]
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
tatuata. L’inchiostro spuntava da sotto una maglia nera che si era
tirato
fin sui gomiti. Sopra di essa portava una T-shirt nera con stampato
sul
davanti: “Esci dalla tua casetta di legno.”
“Ehi, David! E’ una vita che non ti vedo, ragazzo.”
L’uomo con i piercing si alzò da dietro la scrivania e abbracciò
con un braccio solo David. Jonathan notò che era alto come il suo
compagno ma meno muscoloso. Lo sconosciuto poi si voltò verso
Jonathan e si leccò le labbra, mostrando una pallina di metallo sulla
lingua.
“Chi è il tuo amico? E’ delizioso.”
David mise immediatamente un braccio attorno alla vita di
Jonathan e se lo tirò al suo fianco. Jonathan quasi rise per quella
mossa
possessiva, ma la cosa lo eccitò talmente che si ritrovò la bocca
arida e
dovette concentrarsi per deglutire.
“E’ il mio compagno, Jonathan Doyle. Jonathan, questo è il
Dottor Andrew Thompson.”
La barretta d’acciaio e il sopracciglio si alzarono.
“Compagno, eh? Interessante. Ehi, ho un metallo nuovo.
Apadravya. Volete vederlo ragazzi?”
Le mani di Andrew andarono alla cintura ricoperta di borchie che
sorreggeva i jeans attillati e che sembravano schizzati di pittura.
David
sussultò e tese la mano nel segno universale di ‘stop’.
“Ci basta sapere che c’è, Andrew. Siamo qui per fare il test e
andiamo un po’ di fretta.”
Andrew fece battere il perno che aveva sulla lingua contro i denti.
“Certo. Tu puoi andare nella stanza uno, David. E, Jonathan, tu puoi
andare nella due. Sarò da te in un secondo.” Mosse le sopracciglia e
ridacchiò.
David prese la mano di Jonathan e si avviò con lui verso le stanze
brontolando sotto voce: “Doveva essere uno scherzo? Non è
divertente.”
Jonathan si morse il labbro per trattenere una risata. David era
geloso. Geloso di lui. Non c’era proprio possibilità che Jonathan
guardasse qualcun altro ora che aveva trovato David, quindi era
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
sbagliato essere un po’ eccitato perché il suo uomo sembrava
preoccupato? Era così bello sentirsi desiderati. I piccoli ringhi e le
occhiatacce di David ad Andrew lo facevano sentire importante.
“Sarò nella porta qui accanto, okay?” David gli accarezzò la
guancia e lo guardò. “Sei stupendo.”
Il ragazzo arrossì e si spinse contro il petto del suo compagno,
gettandogli le braccia attorno alla vita per stringerlo forte. David
ricambiò l’abbraccio e avvolse Jonathan con i suoi bicipiti muscolosi
e
i pettorali sodi.
“Sembri più grosso.”
David gli baciò la testa. “Mi sono allenato molto più del solito
nelle ultime settimane. Dovevo trovare un modo per sfinirmi in modo
da essere troppo stanco per essere frustrato dal fatto che non fossi
con
me alla fine della giornata.” Si schiarì la voce e continuò con un tono
più basso. “E’ troppo?”
Jonathan premette il suo sesso duro contro David e gli accarezzò
il petto quasi con riverenza. “Mi piace. Il tuo corpo è splendido.”
“Va bene, ragazzi, dentro le stanze e cominciamo.”
David si chinò e premette la bocca contro quella di Jonathan.
Mordicchiò il suo labbro inferiore e gli accarezzò il sedere, senza
fermarsi fino a quando Jonathan non si stava letteralmente
sciogliendo
contro di lui. Solo allora si tirò indietro, guardò Andrew con sguardo
esplicativo ed entrò nella stanza numero uno. Andrew roteò gli occhi,
afferrò il braccio di Jonathan e lo spinse in una stanza vuota.
“Dai, carino.”
Condusse Jonathan verso una sedia e poi chiuse la porta. Gli
occhi di Jonathan erano ancora offuscati di lussuria, ma l’ago che gli
punse il dito lo fece riscuotere. Quaranta minuti dopo, gli era stato
detto
che era sano e gli era stata offerta una sessione di consulenza sul
sesso
sicuro.
“Abbiamo finito?” Jonathan sorrise al medico meno
convenzionale che avesse mai visto e iniziò ad alzarsi. “Perché
David
sta aspettando.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Sì, abbiamo finito. Beh, la parte ufficiale della nostra discussione
è finita.”
Jonathan non capiva cosa intendesse dire ma si concentrò sulla
parola ‘finito’ e aprì la porta. Andrew gli mise una mano sulla spalla e
si schiarì la voce. Quando il ragazzo si voltò, il medico lasciò cadere
la
mano e cominciò a parlare.
“Allora, quanto sono serie le cose tra te e David?”
Jonathan arrossì. Come doveva rispondere senza sembrare una
ragazzina tredicenne innamorata?
“Serie.”
Andrew mosse l’anellino sulla lingua contro i denti per un paio di
volte, sospirò profondamente e continuò a parlare.
“Senti, non sono affari miei e ti giuro che non sto cercando di
rimorchiarti, ma devi sapere che David non è proprio il tipo da
prendersi degli impegni.” Gemette. “Non sto dicendo che ti tradirà o
qualcosa del genere. Non lo farà. Solo che… cazzo, il modo in cui lo
guardi, si vede che sei completamente andato. Sembri un bravo
ragazzo
e se stai cercando qualcosa a lungo termine e serio, forse dovresti
riconsiderare con chi stai. Frequentiamo lo stesso giro e lavoro con
uno
dei suoi ex, il che significa che so un po’ anche degli altri e so che
alla
fine se ne sono andati tutti con il cuore spezzato.”
“Non mi spezzerà il cuore.”
Jonathan era sorpreso da quanto sembrasse forte e sicuro. Non era
da lui, ma era assolutamente certo che le cose avrebbero funzionato
con
David. Dovevano. Perché Jonathan sapeva che era predestinato a
dover
stare con l’uomo dagli occhi blu. Lo sapeva dal primo momento che
aveva posato lo sguardo su di lui.
Il dottor Thompson lo guardò con uno sguardo di
commiserazione, come se fosse un bambino ingenuo che non aveva
idea di cosa gli stesse per accadere, ma non disse altro. Quando
Jonathan si voltò e uscì dalla porta, si trovò davanti David.
“Non lo farò, lo sai.” La voce di David era cupa. Jonathan sollevò
le sopracciglia con aria interrogativa. “Spezzarti il cuore. Non ti
spezzerò il cuore.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan sorrise radioso, gli mise le mani sulle spalle e si sollevò
sulle punte per baciarlo. David si chinò e strofinò le labbra sulle sue.
Gli scostò i capelli dalla sua fronte e sorrise a quel ragazzo che era
diventato così importante per lui in così poco tempo. Il cuore gli
faceva
addirittura male per la forza dei sentimenti che provava e conosceva
un
modo solo per dare sollievo a quel dolore.
“Ti amo, Jonathan.”
“Ti amo anch’io,” mormorò l'altro contro le sue labbra.
“Beh, dannazione! Ho sempre pensato di essere a prova di shock
ma voi me l’avete fatta.” La voce di Andrew interruppe il bacio. I due
uomini si separarono e guardarono un paio di occhi verdi che li
osservava con aria divertita. “Presumo che tu abbia sentito quello
che
ho detto, David. Quindi facciamo che mi rimangio tutto.”
David rise. Andrew si avvicinò, mise un braccio attorno alle
spalle dell'amico e usò l’altra mano per strofinargli le nocche sulla
testa.
“Siamo a posto o vuoi anche un abbraccio?” Si ritrasse e aprì le
braccia. “Dai, abbracciamoci, stronzo.”
David ridacchiò. “Siamo a posto, coglione. Ma solo perché Tim e
Frank mi hanno fatto notare che sono stato un po’ bastardo nelle mie
relazioni precedenti. Oh, e anche perché, nonostante il tuo aspetto
sempre più ridicolo, so che non sei il tipo che vuol fare rompere le
persone, quindi ci credo se dici che stavi solo cercando di
proteggere il
mio ragazzo.”
“Io sembro ridicolo? Non so dove trovi delle camicie che ti stiano
bene visti quei tronchi d’albero che chiami braccia. Sono sorpreso
che
non ti siano ancora esplose le vene, Popeye.”
David sorrise, ma il sorriso non raggiunse gli occhi. Prese la
mano di Jonathan e mise l’altra sulla spalla di Andrew. “Come stai,
Drew? Non ho potuto fare a meno di notare che stai lavorando
anche di
sabato.”
Andrew strinse la mano di David. “Ehi, le persone apprezzano
l’orario prolungato.”
“Hai dei collaboratori, Andrew. E un medico non deve stare qui a
fare le analisi,” rispose seccamente David.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Keith è in malattia.”
“E tu eri l’unico che poteva sostituirlo?”
L’uomo colorato sospirò e si guardò le scarpe.
“Cosa vuoi che ti dica, David? Durante la settimana lavoro in
ospedale e non avevo la pausa questo weekend, quindi le mie
opzioni
erano questo posto, oppure stare a casa a sguazzare
nell’autocommiserazione, o in laboratorio. Ho scelto di lavorare.”
Andrew si schiarì la voce e sollevò lo sguardo con un luccichio di
determinazione negli occhi. “Faccio il test di Goldberg per la
depressione tutti i giorni. Se dovessi vedere un risultato
preoccupante,
lo gestirei.”
“Hai degli amici, Andrew. Non devi affrontare tutto da solo. Noi
siamo qui.”
Andrew annuì, ma anche Jonathan poteva vedere che lo stava
facendo solo per far piacere a David. Il dottore li spinse quasi
letteralmente fino alla porta della clinica. David sospirò rassegnato.
“Per un ragazzo con 160 di QI, sai essere un vero idiota, Drew.”
Il medico aprì la porta e la tenne aperta rendendo chiare le sue
intenzioni, ma il sorriso smorzava la rudezza del gesto.
“E’ 165, David. Ed è stato bello vederti.” Allungò la mano libera
verso Jonathan. “E’ stato bello conoscerti, Jonathan. Sono certo che
ci
rivedremo.”
Jonathan attese fino a quando furono in auto con le portiere
chiuse prima di indulgere nella sua curiosità.
“Qual è la storia del dottor Thompson?”
David sembrò triste mentre rispondeva.
“Andrew è un bravo ragazzo. Selvaggio, ma bravo. E’ una specie
di Doogie Howser. Si è diplomato prima dei diciotto anni ed è andato
a
scuola di medicina. Il suo ragazzo è morto un po’ di tempo fa per
delle
complicazioni correlate all’AIDS e lui non l’ha ancora superato.”
Nessuno di loro parlò per alcuni minuti. Ognuno perso nei propri
pensieri. Poi David allungò una mano e prese quella di Jonathan.
“Così mi ami?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan annuì. “Ah - ha. Ti amo.”
“Ti amo anch’io.” David sorrise. “E’ bello dirlo.”
Jonathan rise. “E’ bello sentirlo.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 24
“KAIDEN, ti ho detto di non mettere le scarpe infangate sul bancone
della cucina!”
Brennan spalancò la porta e indicò a Jonathan e David di entrare.
Marciò poi nell’altra stanza e sentirono la sua voce arrivare fino a
loro.
“Kaiden! Davvero. Questo può anche andare bene a casa tua ma
non è accettabile qui.”
“Ma ho tolto le scarpe dal bancone, zio Brennan.”
“Il tavolo non è comunque accettabile, Kaiden. Tirale via.”
David cominciò a ridere.
“Quindi anche i figli di Shannon sono rimasti per la notte?”
Brennan tornò da loro e incrociò le braccia.
“Dai, ridi, amico. E’ il tuo turno di tenerli il prossimo weekend.”
David si bloccò a metà risata e girò la testa verso Jonathan. Sul
suo viso si leggeva il panico.
Jonathan fece spallucce. “Beh, di solito ci diamo il turno per fare
da babysitter. Shannon e Keegan l’hanno fatto lo scorso weekend,
Breannan e Grace questo e io devo fare il prossimo.”
“Ma c’è il trasloco il prossimo weekend.” David era troppo
deluso per preoccuparsi del tono lamentoso nella sua voce.
Brennan rise quasi istericamente e picchiò sulla spalla di
Jonathan. “Oh, è davvero perfetto. Io e Pop volevamo risparmiarti
perché vivi ancora da loro, ma ora non ci sono più scuse.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan fece scivolare un braccio attorno alla vita di David e
sollevò lo sguardo con un’espressione nervosa sul viso. “Cambierai
idea?”
“No!” La voce di David era alta e più potente di quanto non
intendesse. L’abbassò e si rilassò. “Non cambierò idea e mi sta bene
l’idea di darci il turno per fare da babysitter.” Poi, in un tono che non
convinse nessuno, aggiunse: “Sarà divertente.”
Brennan grugnì. “Divertente. Certo! Avere attorno i ragazzi di
Shannon è come prendere allucinogeni. L’unica cosa che manca
sono io
seduto nella mia stanza di quando ero piccolo con in sottofondo i
Pink
Floyd.”
Proprio in quel momento, un ragazzino corse sventolando dei
vestiti, rincorso da un altro che gli somigliava e che non aveva
addosso
nient’altro che la biancheria. Brennan urlò.
“Keian, Keller! Fermi!”
Due facce identiche si voltarono.
“Cosa c’è, zio Brennan?”
“Cos’ho detto riguardo all’essere vestiti?”
“Hai detto di vestirci perché il papà ci sta venendo a prendere.”
“Keian è vestito?”
I due bambini scossero la testa all’unisono.
“Okay, allora. Vestirsi! Vostro papà sarà qui a momenti.”
Brennan si voltò e Keller gridò mentre correva nel corridoio con
Keian alle calcagna.
“Non mi prendi! Non mi prendi!”
Brennan si coprì il viso con le mani.
“Mi hai sentito dire che gli ho detto di vestirsi, vero?”
“Ah - ha,” rispose Jonathan.
“E li hai sentiti dire che mi avevano sentito?”
“Ah - ha.”
“E poi hanno continuato a correre senza che Keian si rivestisse?”
“Ah - ha.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Brennan raddrizzò le spalle e lanciò un’occhiataccia al corridoio.
“Okay, bene. Volevo solo una conferma che non fosse solo nella
mia testa. Ora vado a spaccare qualche cranio. Sam è in cucina con
Clare e Gracie. La borsa è pronta ed è stato un angelo. Ci vediamo
dopo, ragazzi.”
“ALLORA, SAMUEL, ti sei divertito a casa dei cugini?” David stava
guardando Sam nello specchietto retrovisore mentre lasciavano la
casa
di Brennan.
“Ah - ha. E’ stato divertente. Abbiamo mangiato caramelle e
crostatine e ‘paghetti e palline di pollo.”
David si morse il labbro per trattenersi dal ridere. “Sembra tanta
roba da mangiare. Cos’altro avete fatto?”
“Umm. Abbiamo colorato e giocato a nascondino.”
Jonathan sorrise a David e gli prese la mano. Poi si voltò verso il
sedile posteriore e guardò suo figlio.
“Sono felice che ti sia divertito, fagottino.”
“Andiamo a casa di David ora, papà? Voglio guardare Diego sulla
TV grande.”
David sorrise raggiante. Il weekend precedente, quando Sam si
era svegliato dal suo pisolino nel soggiorno di David, era andato al
divano e aveva svegliato i due uomini chiedendo loro di guardare la
televisione. David aveva trovato uno degli spettacoli preferiti di Sam
sul suo servizio On-Demand e il piccolo aveva pensato che fosse un
eroe.
“Cosa ne dici, tigre? Ti va di averci in casa per un paio d’ore
prima che ce ne andiamo a dormire?”
“Stai scherzando? Mi va di avervi lì per sempre, a partire da ora.
Perché tornare a casa dai tuoi genitori?”
Jonathan sorrise dolcemente a David e gli rispose a bassa voce.
“Devo parlare a Sam, spiegargli che traslocheremo e assicurarmi
di fare le cose nel modo giusto. Non ha nemmeno un letto a casa
tua,
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David. Non può passare la notte su un mucchio di coperte sul
pavimento.”
La postura di David si afflosciò e l’espressione si spense. “Sì,
okay. Capisco. Comunque, fate presto, okay? Ho bisogno che tu stia
con me, baby.” Si fermarono a un semaforo e David si voltò e
accarezzò la guancia di Jonathan. “So che non ha senso perché non
ci
conosciamo da molto, ma mi sento come se ti avessi aspettato da
sempre. Non voglio aspettare ancora. Ti voglio a casa, con me.”
Quando Jonathan lasciò la casa di David, più tardi, quella sera,
David gli mise in mano una chiave.
“E’ la mia chiave di riserva. Ne farò fare un’altra domani. Ma
voglio assicurarmi che tu ce l’abbia in caso volessi trasferirti prima o
per qualsiasi evenienza. Questo è casa anche tua ora, okay?”
“Okay. Lo voglio anch’io, tigre. Più di ogni altra cosa. Grazie.”
Jonathan si sollevò e baciò la guancia di David. Non riusciva a
credere che stesse davvero rassicurando l’uomo dei suoi sogni
riguardo
ai propri sentimenti. David non si era reso conto che Jonathan era
pazzamente innamorato di lui? Non poteva però trasferirsi senza
parlargli del suo passato.
Aveva detto la verità quando aveva detto di voler parlare con Sam
e assicurarsi che suo figlio fosse a posto prima di traslocare, ma non
era
l’unica conversazione necessaria. Doveva anche parlare a David. I
suoi
genitori di solito non avevano piani per la domenica, quindi magari
sarebbero riusciti a tenere Sam per qualche ora il giorno seguente in
modo che lui potesse andare da David e spiegargli.
DAVID si svegliò la mattina seguente, passò la mano sulle lenzuola
fredde vicino a sé e sospirò. Fra una settimana da ora sarà qui con
me.
Solo una settimana. Non è tanto.
Barcollò fino in bagno, si spogliò ed entrò nella doccia. L’acqua
calda era piacevole mentre gli cadeva sul corpo. Allungò una mano
verso il sapone e se lo passò addosso, godendo della sensazione
della
pelle scivolosa sul petto, sul ventre e sul suo pene. Si accarezzò
sentendo il proprio membro indurirsi per quelle attenzioni, ma non
era
veramente coinvolto, non senza Jonathan lì con lui. Si lasciò andare
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
contro la parete della doccia e appoggiò la fronte alle piastrelle.
Ancora una settimana senza di lui. Sembra una cazzo di eternità.
Mentre David si asciugava e si vestiva, ripensò a cosa aveva detto
Jonathan. Aveva bisogno di parlare con Sam. Okay, bene, quanto ci
voleva? Venticinque minuti? David aveva passato abbastanza tempo
con Samuel per sapere che non sarebbe passato molto di più prima
che
si distraesse per mangiare, per guardare qualcosa alla TV o per
giocare.
Quindi perché Jonathan non si era trasferito quella sera? Non aveva
nemmeno dei mobili da spostare, visto che viveva con i suoi genitori.
Mobili. Aveva detto che Sam aveva bisogno di un letto. Sempre
felice
di avere un piano e tutte le cose sotto controllo, David raddrizzò la
schiena e si sentì più leggero.
Domani andrò a comprare un letto per Sam, così potranno
dormire qui. Non c’è motivo di aspettare fino al prossimo weekend.
Guidò per dieci minuti verso EC West e parcheggiò fuori dal
ristorante dove doveva incontrare i suoi amici per il brunch
settimanale.
David aveva perso un paio d’incontri con loro perché era stato con
Jonathan e Sam. Tra il lavoro e il tempo passato con il suo
compagno,
David era stato un po’ fuori dal giro e alcuni dei suoi amici non
sapevano nemmeno che stesse uscendo con qualcuno.
Inoltre, non aveva detto a nessuno tranne che a Caleb che la sua
bellezza dagli occhi d’argento stava per trasferirsi da lui.
Oh beh, presto l'avrebbero incontrato. David sapeva che la
dolcezza contagiosa di Jonathan l’avrebbe fatto amare da tutti,
anche se
il ragazzo sembrava parecchio timido quando c’era qualcun altro con
loro. Aveva a malapena parlato con Caleb quando stavano facendo
spese per la cucina il giorno precedente, ma Caleb era così
estroverso e
chiacchierone che comunque non lasciava molto spazio perché gli
altri
potessero parlare.
“Ehi, splendido. Stavamo parlando di te.” Tim sorrise a David e
gli indicò il posto vuoto vicino a lui. “Ti fischiavano le orecchie?”
David si sedette vicino all'amico e soppresse un sorriso quando
vide lo sguardo pieno di aspettativa negli occhi di chi c’era attorno al
tavolo. Clark stava accarezzando il tatuaggio sulla nuca di Noah,
cosa
che manteneva il suo partner calmo e felice. Eli teneva la mano di
Seth
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
e praticamente sobbalzava, ovviamente eccitato di essersi
finalmente
sistemato con l’uomo che aveva corteggiato per anni (o implorato,
dipendeva dai punti di vista). Frank era seduto vicino a Tim con le
braccia incrociate sul petto ampio e un sopracciglio sollevato, in
attesa
che David parlasse.
Andrew stava sorseggiando il suo bicchiere d'acqua in silenzio.
David conosceva abbastanza bene il dottore tatuato da sapere che
non
aveva detto una parola su Jonathan al gruppo. Nonostante fosse
insolente ed estroverso, Andrew era incredibilmente sensibile e non
si
lasciava mai andare ai pettegolezzi. Quella era la ragione principale
per
cui David non si era arrabbiato con quando l'aveva sentito mettere in
guardia Jonathan. Sapeva che Andrew l'aveva fatto solo perché
provava
una preoccupazione genuina nei confronti del suo compagno.
Caleb non c'era ancora, quindi a meno che non avesse mandato un
messaggio cumulativo (che non era una cosa da escludere),
nessuno
sapeva che Jonathan stava per trasferirsi da David. Ciò significava
che
probabilmente la conversazione si sarebbe ricollegata alla
discussione
che aveva avuto con Tim e Frank e al loro breve incontro con
Jonathan.
David stava cercando di decidere come comportarsi. Avrebbe
dovuto
agire in modo confuso, come se non avesse idea del perché fosse al
centro della conversazione? Avrebbe dovuto fingere di essere offeso
perché stavano parlando alle sue spalle? Avrebbe dovuto prendere il
menu e comportarsi con nonchalance, come se non gli importasse?
“Ho conosciuto una persona. Si chiama Jonathan Doyle. E' dolce
e divertente e sono innamorato di lui. Si trasferisce da me questa
settimana, quindi avrete tutti modo di conoscerlo bene.”
Ah, quel piccolo discorso non era nella lista delle possibilità. Beh,
era così che si sentiva. Sorrise davanti ai visi scioccati attorno al
tavolo.
Eli cominciò a tossire in modo incontrollabile e Seth gli picchiò sulla
schiena. Quando si ricompose, il ragazzo si asciugò le lacrime dagli
occhi e guardò David, scioccato.
“Si trasferisce? Da quanto tempo conosci questo ragazzo,
David?”
“Tre settimane,” rispose lui con calma, prendendo il suo bicchiere
d'acqua.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Porca puttana. Chi si trasferisce così rapidamente? Lesbiche a
parte, ovviamente.”
Tutto il tavolo scoppiò in una risata. Seth si voltò verso il suo
partner e mise una mano sul collo di Eli. Sollevò le sopracciglia e
parlò
con voce divertita.
“Davvero, Eli? Stai dicendo che non è stato così per noi?”
Eli arrossì, cosa rara per quell'uomo così sicuro di sé.
“Mi sono trasferito il mese scorso e ci conoscevamo da anni.”
Noah si unì alla conversazione con una risata e diede una pacca
alla schiena di Eli.
“Ti ci è voluto così tanto a trasferirti solo perché Seth aveva la
testa ficcata su per il culo. Non cercare di farci credere che non
avresti
messo su casa con lui la prima volta che l'hai visto se solo te
l'avesse
lasciato fare.”
Seth sollevò il suo bicchiere di tè freddo verso Noah come se
fosse un brindisi. “Vai molto a fare in culo, Noah.”
Tim rise e si strinse il petto drammaticamente. “Oh, parole così
volgari da un membro del clero. Sono costernato.”
“Sì, sì,” replicò Seth con l'espressione seria.
“Dovresti vedere le cose sporche che fa quando siamo soli. Ti
farebbe arricciare le dita dei piedi.” Eli mosse le sopracciglia, lanciò
a
Seth uno sguardo significativo e lasciò scendere la mano sotto il
tavolo
in modo sospetto.
Seth arrossì e si schiarì la voce. “Va bene. Va bene. E' abbastanza.
Questa conversazione è completamente degenerata. David, siamo
tutti
felici per te e non vediamo l'ora di incontrare Jonathan.”
“L'ho incontrato e posso garantire che non sarete delusi.” Caleb
camminò verso il gruppo, sistemò con cura la giacca sullo schienale
di
una sedia e fece cenno al cameriere. “Ho avuto il piacere della sua
compagnia ieri e posso attestare che Jonathan è un vero tesoro.”
“Sì, certo. Un tesoro.” Una voce che David non riconobbe rispose
al commento di Caleb. Il tono era beffardo ma il volume era basso.
David probabilmente non l'avrebbe sentito se l'uomo non fosse stato
esattamente dietro di lui.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Si voltò e vide Nick, il tizio che aveva molestato Jonathan e che
aveva chiesto a David se avesse finito con lui. Quell'uomo era come
un
brutto herpes: continuava a spuntare inaspettatamente e non c'era
modo
di liberarsi di lui. David stava per dire all'intruso di farsi gli affari suoi,
quando Caleb indicò un posto vuoto vicino ad Andrew dall'altra parte
del tavolo senza nemmeno alzare gli occhi dal menu.
“Puoi sederti lì, Nick. Ragazzi, questo è Nick. Nick, questi sono i
miei amici.”
Beh, se Caleb non si preoccupava nemmeno di presentarli per
nome né di sedersi vicino a Nick, David pensò che non fosse poi
molto
interessato a lui. Lanciò un'occhiataccia a Nick e lo lasciò andare.
David si voltò verso Caleb.
“Chi è Mr. Muscolo?”
Caleb roteò gli occhi. “E' l'Hummer. Comunque sono stufo. Ho
cercato di liberarmi di lui stamattina ma ha insistito per venire qui per
qualche ragione. Gli dirò che tra noi non funziona non appena
avremo
finito di mangiare.”
David si godette il brunch con i suoi amici, nonostante gli sguardi
fastidiosi che Nick gli rivolgeva dall'altra parte del tavolo. Alla fine ne
ebbe abbastanza e si congedò in modo da poter andare in palestra e
poi
a comprare il letto per Samuel. Salutò tutti e si avviò all'uscita del
ristorante.
“David, aspetta. Ehi, David!”
Perché diavolo Nick lo stava seguendo? David strinse i pugni e si
voltò, sforzandosi di essere paziente. Si dipinse un sorriso
chiaramente
forzato sul viso.
“Cosa posso fare per te, Nick?”
Quel sorriso esasperante comparve di nuovo.
“Oh, non è cosa puoi fare per me. Ma cosa io posso fare per te.”
Nick allungò la mano dentro la giacca ed estrasse un dvd che passò
a
David. “Ecco.”
David prese il dvd e lo guardò. C’era sopra una scritta fatta a
mano: Will Dragon.
“Che cos'è?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“E' la migliore compilation di quel tuo dolce ragazzo. Sapevo che
eri amico di Caleb perché ti ho visto in una delle sue fotografie quindi
ho colto l'occasione di venire a questo brunch. Sono qui per questo.
Volevo consegnarti questo dvd.”
David guardò Nick con un'espressione neutra sul viso. Non aveva
assolutamente idea di cosa quel tizio stesse dicendo. Il sorriso
trionfante di Nick divenne frustrato quando l’uomo si accorse che
non
stava ottenendo la risposta che evidentemente cercava.
“E' porno. Hai detto che non sapevo come Will si muovesse, ma ti
sbagli. Ho visto tutti i suoi film. Quello è un dvd con tutte le sue
scene.
Noterai che i dialoghi sono al minimo ma ci sono un sacco di
movimenti.”
Perché Nick gli stava dando un porno? E chi era Will? La mente
di David aveva già messo insieme i pezzi, ma doveva chiedere.
“Chi è Will?”
L'espressione di Nick fu di consapevolezza.
“Oh, giusto. Jonathan. E' così che lo chiami, vero? Ma lui è Will
Dragon. Lo riconoscerei ovunque. Magari un po' più vecchio, ma è
sempre lo stesso ragazzo. Quando avrò l'occasione di vederlo a culo
nudo e piegato in avanti, sarò in grado di darti la conferma
definitiva.”
Nick aspettò la reazione di David, ma non la ottenne. David
semplicemente ruotò sui tacchi e camminò verso la sua auto senza
dire
una parola.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 25
JONATHAN lasciò Sam con sua madre e guidò fino a casa di David.
Aveva fatto l'inventario delle loro cose e sarebbe stato in grado di
impacchettare tutto in meno di un'ora. Patetico, ma vero. E non
aveva
dubbi che Sam sarebbe stato eccitato all'idea di trasferirsi a casa di
David. Suo figlio parlava di lui continuamente e David era
meraviglioso con il piccolo. In più, c'era il bonus della TV via satellite
che, per un bambino di quasi tre anni, era una ragione sufficiente per
cambiare casa, ma Jonathan non aveva ancora parlato a Sam del
trasloco. Prima voleva chiarire tutto. David si meritava di sapere del
suo passato, anche se in ritardo.
Jonathan suonò alla porta di David e spostò il peso da un piede
all'altro nervosamente mentre si mordicchiava un'unghia. L'auto del
suo
compagno era nel vialetto così il ragazzo pensò che fosse in casa,
anche
se non rispondeva alla porta. Dopo aver bussato e atteso per
qualche
minuto, Jonathan si ricordò di avere la chiave. Le parole che David
aveva detto mentre gliel'aveva messa in mano gli risuonarono nella
mente: “Questa è anche casa tua ora. ” Jonathan pescò le chiavi
nella
tasca, aprì la porta ed entrò.
“David?” chiamò mentre si guardava attorno.
Non ci fu risposta. La casa era silenziosa e nessuna luce era
accesa. Jonathan cominciò a pensare che il suo compagno fosse
uscito,
ma poi sentì il suono dell'acqua che scorreva. La sua mente si
riempì
immediatamente d’immagini di David nella doccia, con gocce
d'acqua
che gli scivolavano sul petto, ogni muscolo che riluceva bagnato.
Gemette e camminò verso la stanza da letto, incapace di resistere al
richiamo del suo amante.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan notò la giacca del suo uomo gettata sulla poltrona nel
soggiorno mentre ci passava davanti, così la raccolse, pensando di
appenderla una volta arrivato in camera. Se la mise sulla spalla e
qualcosa cadde sul pavimento. Jonathan si accucciò, sollevò il dvd e
fece per rimetterlo via quando notò la scritta: Will Dragon. Perché
David aveva un dvd con quel nome scritto sopra? Lo stomaco gli
sprofondò in fondo ai piedi.
Lo sa. David lo sa. E non era stato Jonathan a dirglielo, non era
stato in grado di spiegargli. Oh, Dio. David aveva guardato quei film?
Dirgli della sua vecchia carriera era una cosa, ma vedere davvero
cosa
Jonathan aveva fatto e con tutti quegli uomini… Come poteva David
perdonarlo?
Jonathan sapeva che David era uscito con altri uomini prima di
lui, ma non aveva voluto pensarci. Non era così ingenuo da pensare
di
essere il suo primo uomo in trentadue anni di vita, ma comunque
non
gli piaceva l'idea. Come sarebbe stato sapere che gli uomini che
erano
venuti prima di lui erano un numero troppo alto per poterli contare e
avere le prove visive di.... beh, di quegli uomini che venivano
addosso
al tuo ragazzo? Come poteva Jonathan aspettarsi che David lo
accettasse? Cosa stava pensando quando aveva rimandato questa
conversazione?
“Jonathan?”
La testa del ragazzo scattò verso l'alto e vide David sulla soglia.
All'inizio non riuscì a capire perché lo vedesse distorto, come se lo
guardasse attraverso uno specchio da luna park. Poi si rese conto di
avere il viso bagnato e che stava osservando il suo compagno
attraverso
le lacrime. Quegli occhi blu erano calorosi come sempre e David si
avvicinò a Jonathan, gli mise una delle sue braccia forti sulle spalle
con
fare protettivo e lo guidò verso il divano. Gli si sedette accanto e lo
cullò tra le braccia. Poi guardò il dvd che il suo compagno teneva in
mano e che stringeva in una morsa d'acciaio.
“Me ne vuoi parlare?” La voce di David era dolce e rassicurante e
Jonathan non riuscì più a trattenere niente. Né la verità riguardante
la
sua vecchia carriera, né le lacrime, né nient'altro.
“Ero così stupido. E' stato solo per un paio di mesi. Non pensavo
lucidamente. Ero solo. Kathy mi aveva appena detto di essere
incinta di
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Sam e io dovevo decidere se tenerlo o darlo in adozione. E non
riuscivo
a trovarti, David. Dopo quel giorno all'ospedale mi sono trasferito a
New York per trovarti, ma ho cercato e cercato e non ci riuscivo. Non
riuscivo a trovarti.”
Jonathan sapeva di straparlare ma non sapeva come altro fare per
spiegare tutto a David. Ogni frase era rotta dalle lacrime e dai
sussulti
fino a quando tutto il corpo di Jonathan cominciò a tremare mentre si
aggrappava al suo compagno. “Non volevo che mi vedessi così. Non
è
ciò che sono.” Alzò lo sguardo verso il suo compagno. Le lacrime
scendevano sul suo bel viso e i suoi occhi d'argento pregavano il
suo
uomo di capire. “Ho fatto quelle cose ma non è ciò che sono. Capisci
sai cosa voglio dire?”
David tenne Jonathan stretto a sé e gli accarezzò i capelli. “Shhh,
baby. E' tutto okay. So chi sei, Jonathan. Non ho guardato il dvd e
non
lo farò a meno che tu non voglia. Puoi dirmi cosa c'è dentro o meno.
E'
una tua scelta e comunque non cambierà niente di ciò che c'è tra
noi. So
chi sei e so cosa provo per te. Non c'è nessun dvd da nessuna parte
che
possa cambiare questo.”
David sembrava così sincero e Jonathan voleva disperatamente
fidarsi. Aveva quasi creduto all'uomo dagli occhi blu, ma poi ripensò
a
David, alla sua gentilezza, alla sua intelligenza, al suo successo
negli
affari, al suo grande gruppo di amici, alla sua bellissima casa e alla
sua
educazione. Jonathan pensò a tutte quelle cose e si chiese come un
uomo così potesse davvero volere uno come lui.
Sì, David stava cercando di chiudere il discorso, ma questo
doveva essere troppo. Come poteva dirgli che fare il sottomesso per
delle gang-bang in film del genere non avrebbe fatto la differenza? A
meno che, ovviamente, David non sapesse cosa c'era davvero su
quel
dvd.
Quando Jonathan fu finalmente in grado di smettere di piangere e
quando il suo corpo smise di essere scosso dal singhiozzo e dai
tremiti
che l'avevano tormentato mentre le lacrime scendevano, trovò il
coraggio di chiarire la verità. David si meritava di sentirla.
“David?”
“Sì, baby.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Tu, ehm, tu sai chi è Will Dragon?”
David lo strinse ancora più stretto e gli baciò un sopracciglio.
“Uno pseudonimo che hai usato quando hai girato quei film.”
Jonathan era sorpreso ma ancora sicuro che David non capisse la
natura di quei film.
“Tu… tu capisci cosa facevo?”
David accarezzò la schiena di Jonathan con moto circolare. “E'
porno, quindi sì, ho un'idea abbastanza chiara.”
Un grido sfuggì dalle labbra di Jonathan. Cercò di essere forte e
assunse un'espressione coraggiosa.
“Non devi stare con me, David. Non hai firmato per questo. So,
ehm, so che devi essere disgustato. Che non vuoi stare con
qualcuno
che ha fatto quelle cose.”
David afferrò le spalle di Jonathan e indietreggiò in modo da
poterlo guardare negli occhi. Il dolore e l'insicurezza che ci lesse per
poco non lo distrussero.
“Oh, baby.” L'uomo si chinò e baciò gentilmente il suo
compagno. Poi gli accarezzò le braccia, i fianchi e infilò le mani sotto
il
suo maglione e la sua maglietta. Accarezzò il petto di Jonathan
prima di
sfilargli gli indumenti dalla testa. Il ragazzo lo guardò con aria
confusa
ma non disse niente.
David coprì le labbra di Jonathan con le proprie e lo baciò
dolcemente, catturandogliele, mordicchiandole e leccandole prima di
spingere la lingua tra di esse. Il sapore di quel ragazzo gentile del
quale
era completamente innamorato gli riempì la bocca e David gemette.
Divorò la bocca di Jonathan, poi ritrasse la lingua e gli leccò le
labbra gonfie mentre allungava la mano verso i suoi jeans e li
liberava
dalla cintura. Gli occhi d'argento erano passati da spaventati a
eccitati e
David si sentì sollevato per aver trovato il modo giusto di
approcciarlo.
Si lasciò cadere in ginocchio davanti al divano, gli sfilò le scarpe, gli
abbassò i jeans fino alle caviglie e poi glieli tolse del tutto.
Le mani tremanti del ragazzo gli accarezzavano i capelli e lo
sguardo di speranza in quegli occhi fu un richiamo per David, che
voleva provare a Jonathan una volta per tutte quando fosse amato e
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
adorato. Si mise le gambe del compagno sulle spalle, gli baciò
l'interno
della coscia e leccò fino ai suoi testicoli. I gemiti e i mugolii che
David
adorava riempirono l'aria mentre lui continuava a leccare e
succhiare.
“So cosa hai fatto in quei film, baby.” David guardò verso
Jonathan e sentì l'altro irrigidirsi ma continuò. “E non cambia niente.”
Attese un secondo, come per assicurarsi che quelle parole
facessero effetto. Quando sentì il corpo di Jonathan rilassarsi, gli
afferrò il sedere, gli divaricò le natiche e sprofondò il suo viso
all'interno di esse. Leccò attorno all'apertura con tocchi veloci, poi
appiattì la lingua e diede delle lunghe leccate. Ricoprì interamente
quell'orifizio con la bocca e lo succhiò, poi spinse la lingua all'interno,
fino in fondo, e in questo modo cominciò a scopare Jonathan. Il
ragazzo afferrò i capelli di David e gridò mentre i suoi fianchi
scattavano verso l'alto, staccandosi dal divano.
Come se stesse cavalcando un cavallo selvaggio, David restò
attaccato a quel corpo che si muoveva e spingeva e continuò a
muovere
la lingua dentro e fuori quella cavità scura. Dopo pochi minuti di quel
trattamento, David infilò un dito vicino alla lingua, nell'apertura di
Jonathan. Trovò il suo punto sensibile e cominciò a massaggiarlo
mentre la lingua continuava a leccare le pareti interne.
“David! Io… Io… David, David, oh Dio! Sto per… Ti prego,
David.”
La frase incomprensibile di Jonathan fece gemere David per la
soddisfazione. Si spinse i pantaloni verso il basso con una mano
sola e
liberò il suo sesso duro. Spostò l'altra mano dal sedere di Jonathan
al
suo pene e cominciò a masturbarlo mentre continuava a scoparlo
con la
lingua. Non ci volle molto perché il sesso di Jonathan pulsasse e che
una sensazione di calore bagnato coprisse la mano di David. Dopo
pochi tocchi anche David raggiunse l'apice.
Si asciugò le mani nei pantaloni e li indossò di nuovo. Poi tornò
sul divano, fece stendere Jonathan sulla schiena e coprì la sua
sagoma
esile con il proprio corpo. La tensione era svanita dal ragazzo, che si
sciolse nell'abbraccio di David. I tocchi dell'uomo rimasero costanti,
e
accarezzavano e tranquillizzavano il suo amante.
“Jonathan?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Sì?” La voce del ragazzo era fioca e sognante.
“Cosa intendevi dire prima quando hai detto che ti sei trasferito a
New York per trovarmi?”
Jonathan sospirò e alzò lo sguardo su David.
“Esattamente quello che ho detto. Ti ho visto là, David. Quel
giorno alla nursery dell'ospedale, mentre tenevi tuo nipote. Ti ho
visto.
Ma poi sei sparito e non sono riuscito a parlarti. Appena mi sono
diplomato sono tornato a cercarti. Tu sei la ragione per la quale mi
sono
trasferito a New York. Cercavo te. Per tutti quegli anni ho cercato nel
posto sbagliato. Mi sono trasferito per trovarti ma tu sei stato qui, a
casa, per tutto il tempo.”
Gli occhi di David si sgranarono per la sorpresa. “Oh, baby, mi
dispiace così tanto.” Strinse quell'uomo prezioso ancora più forte.
Jonathan tirò su con il naso. “Non è colpa tua. Tu non hai fatto
niente.”
David sapeva che era vero ma non cambiava come si sentiva.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare indietro e trovare quel
giovane
Jonathan e portarlo a casa. Non perché aveva problemi con il suo
passato, ma perché vedeva che le azioni di quegli anni stavano
procurando dolore a quell'uomo sensibile. E David non voleva altro
che
proteggerlo da quel dolore, da ogni dolore.
“Vorrei poter cambiare le cose, baby. Vorrei aver saputo che mi
stavi cercando.”
Jonathan arretrò e guardò David.
“Io no.”
David aggrottò le sopracciglia e lo guardò con aria confusa.
“Chi lo sa come sarebbe potuto essere, David? Non ero felice da
molto tempo. Mi sentivo sempre solo, probabilmente anche prima di
trasferirmi a New York.” Allungò una mano tremante e accarezzò la
guancia del suo partner. “Ma sono così felice ora. Se puoi
perdonarmi
per quello che ho fatto, allora non c'è altro che m'importi. Tutte le
cose
brutte del passato ci hanno portato qui, ora, e io non vorrei essere
da
nessun'altra parte.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Solo Jonathan poteva prendere quegli anni miserabili e accettarli
senza amarezza o risentimento. Quell'uomo riusciva a trovare il lato
positivo in ogni cosa. Dannazione, David lo amava.
“Non c'è niente da perdonare, Jonathan. Non hai fatto niente di
sbagliato. Diamine, ho guardato la mia parte di porno e non sono di
certo un vergine. Che ipocrita sarei se pensassi meno di te per
questo?”
“Sì?” Jonathan guardò verso l'alto con la speranza negli occhi.
David annuì. “Assolutamente.” Si fermò e aggiunse: “C'è solo
una cosa, baby.”
“Cosa?” Jonathan si torturò il labbro inferiore con i denti e l'ansia
sembrò tornare.
“D'ora in avanti, ogni film che farai senza vestiti avrà un cast
limitato e un audience composto da due elementi. Nello specifico,
noi
due. Affare fatto?”
Jonathan sorrise radioso. “Affare fatto.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 26
LA CHIACCHIERATA era andata bene. Jonathan era evidentemente
più
felice, rilassato e sicuro di sé, così David colse l'occasione per
cercare
di velocizzare il trasloco.
“Allora, sono andato a comprare il letto oggi.”
I due uomini erano seduti sul divano. Jonathan aveva la testa sulla
spalla di David e David gli stava accarezzando i capelli.
“Pensavo che avessi il brunch con i tuoi amici oggi.”
“Infatti. Dopo il brunch sono andato in palestra e poi al centro
commerciale. Ho trovato un bel set che andrebbe bene per Sam. Il
letto
ha anche una rete con le rotelle che potremmo usare quando uno
dei
suoi cugini si ferma a dormire. Ci sono l'armadio e il comodino
corredati. In più, c'era un plaid madras che sembrava perfetto, quindi
ho
preso anche quello. E il tappeto coordinato. Oh, e le lenzuola con i
trenini. Vuoi vedere?”
Jonathan staccò di colpo la testa da David e lo fissò.
“E' qui? Intendi dire che sei già uscito e hai già comprato tutto?”
“Hai detto che non ti saresti trasferito fino a quando Sam non
avesse avuto un letto e non poteva dormire senza le lenzuola. In più,
aveva bisogno di un posto dove mettere i vestiti. Consegneranno i
mobili domani ma sì, il resto delle cose è qui.”
David scese dal divano e tirò uno stupito Jonathan con sé.
“Vieni.” Condusse il ragazzo lungo il corridoio fino a una delle
camere. “Ho immagazzinato tutto qui ma puoi dirmi quale stanza
preferisci. Sai che non uso nessuna delle due.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Gli occhi di Jonathan si sgranarono alla vista del numero di borse
che riempivano la stanza. David tirò fuori la biancheria per il letto e
gliela mostrò sedendosi sul pavimento. Era davvero eccitato mentre
spiegava come i colori delle lenzuola che teneva in una mano
fossero
perfettamente in tinta con la trapunta madras che teneva nell'altra
mano. Jonathan si asciugò le lacrime dagli occhi con il dorso della
mano e si mise a cavalcioni di David.
“Ciao.”
“Ciao a te.” David gli sorrise e piccole linee comparvero ai lati
dei suoi occhi. Jonathan intrecciò le mani dietro il collo del suo
compagno.
“Grazie di tutto questo, David. Sei meraviglioso. Non ho mai
conosciuto qualcuno generoso come te.”
David si tirò Jonathan vicino e condivisero un abbraccio intimo.
“Mi sono divertito. Di solito lascio la parte delle decorazioni a
Caleb ma questo è stato davvero semplice. Il negozio non era
grande e
avevano delle vignette che mostravano le stanze già complete.”
Baciò il
collo di Jonathan. “Spero che non ti dispiaccia ma ho preso anche
dei
regali di Natale per Sam mentre ero là. Avevano dei set di trenini
che,
penso, gli piaceranno, e delle costruzioni di legno dipinte a mano.”
Jonathan premette le labbra contro quelle di David e le
mordicchiò assaggiando il suo amante. Quando la testa di David si
reclinò di lato, Jonathan aprì la bocca per accogliere la lingua che,
sapeva, sarebbe arrivata. Il bacio divenne più profondo, le loro mani
si
artigliarono alle reciproche maglie e i loro gemiti riempirono l’aria.
Alla fine Jonathan si staccò e appoggiò la fronte sulla spalla di
David.
“Wow. Se questa è la reazione che ottengo quando compro un set
con i trenini, posso andarci ancora e comprare dell’altro.”
Jonathan rise. “Questa è la reazione che ottieni perché sei
meraviglioso. Ti amo.”
“Ti amo anch’io, baby.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
I MOBILI furono consegnati di lunedì e, mercoledì notte, Sam era già
sistemato nel suo nuovo letto. Dopo aver spento le luci e chiuso
tutto,
David entrò in bagno e per poco non inciampò alla vista che si trovò
davanti. Jonathan era in piedi davanti al lavandino e si lavava la
faccia.
Indossava calzini di spugna bianchi e una maglietta. Nient’altro. La
maglietta probabilmente gli avrebbe coperto il sedere ma visto che il
ragazzo era piegato in avanti, la stoffa gli arrivava proprio sopra le
natiche, dando a David una visione seducente del suo culo sodo e
dei
suoi testicoli.
Jonathan sollevò il capo e si asciugò la faccia con una salvietta.
Guardò David riflesso nello specchio e sbatté le palpebre per
scacciare
le ultime gocce d’acqua dagli occhi.
“Cosa?”
David non disse una parola. Camminò rapido verso Jonathan e la
sua mano corse al bottone dei propri pantaloni e poi alla zip. Quando
arrivò vicino al suo compagno, i pantaloni erano aperti e stava
liberando l’erezione dalla costrizione degli slip.
“Meglio che trovi qualcosa di scivoloso. Lozione, sapone, non
m’interessa. Ma ho bisogno di entrare dentro di te e non posso
aspettare.”
David accarezzò la fessura di Jonathan. Non sapeva se fosse il
tocco, le parole, o la combinazione di entrambi, ma improvvisamente
il
respiro di Jonathan si fece accelerato, gli occhi gli si sgranarono e il
suo
sesso si indurì. Il giovane prese della lozione dalla bottiglia accanto
al
lavandino e se ne mise un po’ sulle dita, poi portò una mano dietro di
sé
e spalmò la soluzione attorno alla propria apertura, spingendone un
po’
all’interno.
“Oh, oh, com’è bello.” Gemette e chiuse gli occhi.
David scostò la mano di Jonathan, prese la sua coscia destra e la
sollevò fino a quando il ginocchio del ragazzo non fu appoggiato
sopra
il mobile, così che il suo corpo fosse aperto e pronto. Poi si allineò
dietro quell’apertura vogliosa e si spinse in avanti con un movimento
unico e un grugnito sonoro.
“Dannazione, com’è bello. E’ così bello con te, baby.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan guardò nello specchio e annaspò quando vide il riflesso.
David era dietro di lui con le mani sui suoi fianchi, gli occhi chiusi e la
bocca aperta. Stava spingendo dentro e fuori il suo corpo, suoni
rochi
gli uscivano dalla bocca e la passione era evidente in ogni punto del
suo
viso. Sembrava feroce, carnale e dannatamente sexy.
“Così, così! Oh, Cristo, sì, così, David!” Jonathan urlava e
grugniva. Tenne una mano sul mobile e avvolse l’altra attorno al
proprio sesso duro, muovendola a ritmo con le spinte dei fianchi di
David. Non ci volle molto prima che quel movimento cominciasse a
farsi più rapido. I fianchi di David sbatterono contro di lui fino a
quando entrambi gridarono il loro piacere, e Jonathan vide strisce
bianche di sperma uscire da lui mentre David lo riempiva.
“Oh, wow,” sussurrò il ragazzo mentre il piacere defluiva dal suo
corpo.
David avvolse le braccia attorno al suo petto e cosparse di baci il
suo collo e le sue spalle.
“Tu mi ecciti come nessuno. Tutto quello che fai è dannatamente
sexy.” Chiuse gli occhi e strofinò il viso contro il collo del suo
compagno. “Non so come farti capire quanto sono felice che tu sia
qui.
Grazie di aver accettato di vivere con me, baby.”
Jonathan lasciò cadere la testa all'indietro contro il petto di David.
“Ne sono felice anch'io. Sai, ho fantasticato per anni su di te. Non
avrei
mai pensato che la realtà potesse essere meglio della fantasia, ma
tu lo
sei.”
“Abbiamo una società di mutua e reale ammirazione qui, vero?”
rise David. “Che ne dici se entriamo nella doccia, poi torniamo a letto
e
continuiamo con ancora un po' di ammirazione sotto le lenzuola?”
Jonathan sorrise a David nello specchio, poi ruotò tra le sue
braccia e lo strinse.
“Ottimo piano.”
LA PRIMA volta che qualcuno si riferì a David come 'padre' fu a
meno
di una settimana dal giorno del trasloco di Jonathan e Samuel.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Alla vigilia di Natale, David tornò a casa dal lavoro e sentì, per la
prima volta da quando era bambino, di essere davvero a casa.
Musica
per bambini ad alto volume proveniva dalla cucina e un delizioso
profumo di cannella e vaniglia riempiva l'aria. Si tolse la giacca e se
la
mise su una spalla mentre camminava in sala da pranzo. Arrivò
all'entrata della cucina e si fermò, appoggiandosi al muro e
guardando
lo spazio appena ristrutturato.
I mobili erano piene di teglie che contenevano dozzine di biscotti
di forme natalizie: pupazzi di neve, alberi e fiocchi di neve. Un albero
era posto in un angolo, nello spazio vuoto vicino alla cucina.
Cartoncini colorati erano stati tagliati in strisce incollate poi per
creare
dei cerchi, uniti in una ghirlanda fatta in casa che ricopriva l'albero
insieme ad altri ornamenti, sempre fatti tagliando la carta colorata. I
regali erano impacchettati con carta marrone decorata e c'erano
disegni
fatti a matita infilati sotto di essi.
Jonathan era in mezzo alla cucina e ballava seguendo la musica,
muovendo il sedere e la testa da parte a parte. Samuel era seduto
appoggiato al suo fianco, tenuto da una delle mani del padre e
aggrappato al suo petto. Entrambi stavano cantando sopra la
musica,
usando come microfono un cucchiaio di legno che Jonathan teneva
nella mano libera.
Quando era giovane - e occasionalmente negli ultimi anni - David
aveva frequentato alcuni club con i suoi amici. C'erano sempre dei
bei
ragazzi sull'affollata pista da ballo. Alcuni di loro erano vestiti con
abiti
attillati e provocanti, altri erano più nudi che vestiti, e tutti cercavano
di
fare del loro meglio per sembrare sexy. I fianchi ondeggiavano
sensualmente, le lingue fuoriuscivano per leccare le labbra in modo
sensuale, le mani vagavano sui loro petti e sui loro inguini, ma
nessuno
di quei ragazzi poteva reggere il confronto con Jonathan, anche se
indossava pantaloni della tuta sfilacciati, una maglietta troppo
grande
con il logo del The Dubliner e calzini bianchi mentre teneva suo figlio
in braccio e ballava in cucina. Jonathan gli toglieva il respiro.
Guardarlo gli faceva volare il cuore, fremere la pelle, e dolere la sua
erezione.
Sam vide David sulla soglia e strillò con gioia.
“David!”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Jonathan ballonzolò verso di lui, gli diede un bacio sonoro sulla
bocca e poi gli avvolse un braccio attorno alla vita continuando a
muoversi, coinvolgendo il suo compagno nella danza. Tutti e tre
ballarono in cucina, Samuel ridacchiando e Jonathan cantando. Era
vero: David era a casa.
“TE LA senti di andare a casa dei miei stasera o sei troppo stanco?”
Jonathan mise Samuel sul pavimento e il bambino corse per la
cucina con in mano un biscotto.
“Certo che sì. E’ la vigilia di Natale ed è tipo una tradizione di
famiglia, giusto?”
“Mmm hmm. Ma hai lavorato tutto il giorno e pensavo che
potessi essere stanco.”
David sospirò e si tirò Jonathan vicino. Si chinò e gli baciò la
testa, inspirando il profumo di fresco e di pulito dei suoi capelli.
“Mi spiace, baby. Ti giuro che sto cercando di rallentare con il
lavoro. E’ che prendendo tutta la settimana di ferie ci sono delle cose
di
fine anno che devo sistemare.”
“Non scusarti. Capisco che tu debba lavorare. Ma se non sei
troppo stanco per andare a cena, sarebbe bello.”
“Non troppo stanco. Non vedo l’ora,” rispose David con un bacio.
“Okay, allora metto i biscotti nelle scatole e poi possiamo andare.
Ho messo sotto l’albero i regali per Kaiden, Keian, Keller, e Clare.”
David cercò di non ridere per quello scioglilingua che erano quei
nomi.
“Sì, l’ho notato. Sembra che tu abbia avuto una giornata
impegnativa. Mi piacciono le decorazioni.”
Jonathan arrossì. “So che non sono niente di speciale, ma ci siamo
divertiti a farle.”
“Sono perfette, baby.”
Dopo essersi cambiato e aver messo un paio di jeans e un
maglione leggero, David andò nella camera di Sam e lo trovò
sdraiato
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
sul tappeto che giocava con i trenini blu e rossi che si portava
ovunque.
Non vedeva l'ora di vedere la faccia del bambino quando avrebbe
aperto il nuovo set di trenini la mattina di Natale. Si accucciò e gli
scompigliò i capelli.
“Pronto ad andare a casa dei nonni, piccolo?”
Sam saltò in piedi e sorrise.
“Sì, sono pronto. Possiamo fare Superman?”
David rise, si alzò in piedi e sollevò Sam da terra. Il bambino
s'irrigidì, David gli mise una mano sotto la pancia e l'altra attorno alla
vita mentre camminava lungo il corridoio. Sam faceva dei rumori
simili
a dei “woosh” e teneva le braccia tese davanti a sé.
“Va bene, io e Superman siamo pronti ad andare. E tu, Jonathan?”
Il ragazzo sollevò la scatola di biscotti e sorrise a David e Samuel.
Amava come i due andavano d'accordo, quanto suo figlio si sentisse
a
suo agio con David e quanto David sembrasse divertirsi davvero a
giocare con il piccolo.
“Prontissimo.”
I rumori che Sam faceva seguirono Jonathan fino all'auto. David
assicurò il bambino nel seggiolino mentre Jonathan metteva la
scatola
di biscotti sul sedile posteriore vicino a suo figlio.
“Oh! I regali per i bambini.” David cominciò a camminare verso
la casa.
“Li ho messi nel baule, tigre. Siamo pronti ad andare.”
“Sei pronto per le follie di Natale?” Jonathan allungò la mano e
prese quella del suo uomo mentre facevano il breve tragitto per
andare
a casa dei suoi genitori.
“Non vedo l'ora. Non festeggio il Natale in famiglia da quando
era un bambino. Sarà bellissimo. Mi piace davvero la tua famiglia.
Sono calorosi e divertenti e mi piace stare con loro.”
Jonathan sorrise luminoso. Strinse la mano di David e poi si voltò
a guardare il sedile posteriore.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“E tu cosa ne dici, fagottino? Sei contento di andare a casa dei
nonni?”
“Sì, però poi torniamo a casa, vero, papà? Perché viviamo con
David ora.”
“Esatto, Sam.”
David guidò fino al marciapiede davanti a casa Doyle, tirò fuori le
chiavi dal cruscotto e si prese un momento per assorbire ciò che lo
circondava. Era passato dall'essere uno scapolo impenitente a
essere
Mr. Uomo-tutto-casa-e-famiglia nel giro di un mese. Dopo aver
vissuto
solo per più di una decade, avrebbe potuto pensare che fosse strano
dividere improvvisamente il letto con un altro uomo e la sua casa
con
un bambino. Eppure non gli sembrava strano. Piuttosto, lo faceva
sentire completo. Si sentiva bene.
La cena fu in qualche modo un caos. Kaiden, Keian e Keller si
rincorrevano l'un l'altro per casa, buttando a terra le fotografie e
picchiando contro i mobili. Keegan li ignorava e stava seduto sul
divano, mangiando un piatto dopo l'altro dal buffet che era stato
preparato in sala da pranzo. Shannon aveva iniziato la serata
cercando
di tenerli in riga ma alla fine si era arresa e si era seduta accanto a
suo
marito.
Brennan e Grace erano seduti con Clare e si assicuravano che
mangiasse un po' di maccheroni al formaggio prima di lasciarle
mangiare i biscotti colorati che avevano fatto Jonathan e Samuel.
Sam
era seduto in braccio a David mentre Jonathan lo imboccava con
frutta
e pasta. E durante tutto questo, Colleen e Brady ridevano e
raccontavano storie sui loro tre figli. Ogni tanto qualcuno
interrompeva
e ricordava a tutti dei dettagli mancanti che facevano nuovamente
ridere l'intero gruppo. E, anche se non aveva partecipato ai Natali
precedenti, David se ne sentì parte. Lo trattavano come uno di
famiglia
e quindi era così che lui si sentiva.
“Bene, quest'anno faremo qualcosa di diverso per i regali,” gridò
Brady ai suoi nipoti che erano seduti sul pavimento, circondati di
carta
strappata dai regali dei loro zii e delle loro zie. “Invece di fare a
ognuno
di voi un regalo diverso, abbiamo preso una cosa che potrete usare
tutti
quando verrete qui.”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Colleen sollevò una grande immagine di un'altalena di legno,
completa di scivoli, corde per scalare, un ponte e un copertone a
dondolo. I bambini saltarono in piedi e reclamarono tutti perché
volevano tenere la fotografia.
“Okay, okay. Potete vederla tutti. Abbiamo tutte le parti già
pronte, quindi abbiamo solo bisogno che i vostri papà aiutino i nonni
a
costruirla e sarà pronta.”
“E' grandioso Ma'! I bambini l'adoreranno. Quando sono i tuoi
giorni di riposo, Keeg?” chiese Brennan.
“Sono libero domani e mercoledì, e poi sono alla centrale per tre
giorni e torno domenica.”
“Domani andrebbe bene per me e Jon-Jon perché il ristorante è
chiuso. Che dici, David? Ce la fai domani mattina?”
David sperò che la sua espressione non sembrasse spaventata
come si sentiva. Avrebbe preso parte alla costruzione? Non aveva
mai
messo insieme niente di più complicato di una cornice per fotografie,
ma non era questo che l'aveva sorpreso con la guardia abbassata.
Colleen aveva detto che i padri avrebbero dovuto mettere insieme i
pezzi. Guardò il bambino che gli era appena tornato in braccio. Era
un
padre?
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
Capitolo 27
VISTO che il ristorante stava andando bene, Brady era finalmente in
grado di andare in pensione. Colleen aveva sempre sognato di fare
un
viaggio in camper attraverso il paese, quindi decisero di prendersi i
primi tre mesi dell'anno per farlo. Da quando Jonathan era tornato a
Emile City, Colleen aveva accudito Samuel mentre lui era al lavoro.
La
loro assenza prolungata avrebbe reso impossibile la cosa, così
Jonathan
e David lo iscrissero alla scuola materna.
“Sei nervoso perché Sam andrà all'asilo domani?”
David accarezzò i capelli di Jonathan e parlò a bassa voce, non
volendo interrompere l'intimità del momento. Erano nudi, madidi di
sudore e abbracciati l'uno all'altro nel letto, e cercavano di
riprendersi
da un altro momento di passione sconvolgente. David continuava a
essere stupito da quanto fosse profonda la passione che sentiva
verso il
suo amante, da quanto lo volesse. Più passavano tempo insieme,
più
confidenza prendevano con i rispettivi corpi, e più il piacere che
traevano dall'atto sessuale cresceva.
“No. Andrà tutto bene. Gli piace giocare con i cugini e sono
sicuro che si divertirà davvero a stare con altri bambini, e poi quella
scuola sembra davvero ottima.”
Alice, l'agente immobiliare che David aveva assunto, gli aveva
detto tutte le cose positive e negative riguardo a ogni asilo di EC
West.
Gliene aveva raccomandato in particolare uno che si trovava vicino a
casa loro e che poteva essere visitato. Samuel era stato tutto sorrisi
e
risate quando avevano fatto il tour della scuola.
“Hai sempre l'atteggiamento perfetto per approcciarti alle cose.
Ti ho detto quanto lo ammiro, baby?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
David baciò la sommità del capo di Jonathan. Il ragazzo appoggiò
la testa sul suo petto e passò il braccio attorno alla sua vita. In
risposta
alle parole gentili e al bacio si sollevò e si sdraiò sopra il suo uomo.
Si
chinò e premette le labbra contro le sue, baciando, leccando e
mordicchiando sia le labbra che la lingua.
Le mani di Jonathan accarezzarono i capelli di David, il suo collo
e, prima che se ne rendesse conto, sentì il sesso del suo partner
risvegliarsi contro la sua coscia. Quando il rigonfiamento divenne
insistente, Jonathan interruppe il bacio e allungò una mano tra i loro
corpi, accarezzandogli la grossa erezione.
“Sei pronto per un altro round, tigre?”
“Mmm, sono sempre pronto per te, baby. Sei il più potente
afrodisiaco che conosca,” mormorò David contro le labbra di
Jonathan
mentre faceva girare il suo partner sulla schiena e stendeva la sua
figura
massiccia sopra quella esile dell'altro.
“Voglio succhiartelo.” 'Volere' era un eufemismo. Jonathan
agognava David, aveva bisogno di sentire quella durezza premergli
nella bocca, forzargli e tendergli le labbra, nutrirlo con il calore e la
forza del suo seme.
David lo baciò ancora una volta e a fondo, e poi ruotò la sua
posizione. Rimase sopra Jonathan, ma mise le ginocchia sul cuscino
dove c'era la testa del ragazzo e si tenne sollevato sulle mani in
modo
che la punta del suo pene strusciasse sul viso del suo partner.
Jonathan
mugolò e aprì la bocca, chinando la testa leggermente all'indietro
per
allinearsi con la gola a quell'appendice ambita. Quando le mani di
Jonathan afferrarono il sedere di David e lo tirarono verso il basso,
l'uomo gemette e si spinse nel calore umido della bocca del suo
amante.
“Mmmm.” I gemiti e i mugolii di Jonathan facevano impazzire
David mentre il ragazzo succhiava e leccava il grosso sesso che gli
penetrava in bocca.
David si mosse su e giù, dapprima lentamente, per poi aumentare
il ritmo quando si rese conto che Jonathan poteva sopportare delle
spinte più intense e che le voleva. Con la velocità che aumentava,
Jonathan non riusciva più a concentrarsi sulla tecnica. Tenne
semplicemente la bocca aperta, la testa reclinata all'indietro e
accettò
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
l'assalto del corpo di David. I gemiti lasciavano le sue labbra in un
flusso costante e la sua eccitazione cresceva a ogni spinta di quel
grosso membro contro la sua lingua.
“Oh cazzo, Jonathan. Quei gemiti... mi fa impazzire sentire
quanto ti piace.”
I fianchi di David si muovevano a scatti e la sua passione
cresceva e trascinava Jonathan con sé. Il sesso del ragazzo gli
bagnava
il ventre piatto e tonico. David abbassò il viso e leccò il nettare dalla
sua pelle, poi prese la sua asta in bocca e succhiò con forza.
Jonathan gridò e i suoni furono attutiti dal pene che gli riempiva
la bocca. David mise le mani sotto di lui, gli afferrò le natiche e tirò
verso di sé per prenderlo più a fondo nella sua bocca mentre
spingeva il
proprio sesso dentro e fuori dalla gola di Jonathan. I suoni
animaleschi
che provenivano da entrambi gli uomini si addicevano al loro modo
feroce di fare l'amore. Ognuno di loro aveva le dita sprofondate nella
schiena dell'altro, attirando la durezza dell'altro sempre più a fondo
nella loro bocca vogliosa. Troppo presto raggiunsero il culmine,
gemendo e gridando di piacere mentre si svuotavano nelle
reciproche
gole.
David ruotò su un fianco, in modo da non schiacciare Jonathan
con il suo peso, ma tenne il suo sesso in bocca, continuando ad
accarezzare il sedere di Jonathan. Si strusciarono e leccarono a
vicenda,
lasciando che i loro cuori tornassero alla normalità. Alla fine,
Jonathan
tirò il braccio di David come una muta richiesta di raggiungerlo dalla
stessa parte del letto. L'uomo si girò, tirò Jonathan contro di sé,
petto
contro petto, e gli circondò la vita con un braccio. Con un ultimo e
silenzioso bacio, si addormentarono soddisfatti e felici, l'uno nelle
braccia dell'altro.
LA SECONDA volta che qualcuno si riferì a David come ad un '
padre',
fu ancora più evidente.
David riuscì a finire prima al lavoro, così decise di andare a
prendere Samuel a scuola. Chiamò Jonathan per fargli sapere che si
sarebbero incontrati a casa una volta che avesse finito al ristorante,
poi
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
guidò per cinque minuti dal suo ufficio fino all'asilo. Si avvicinò a una
donna dai capelli grigi alla reception e le passò la patente di guida.
“Sono David Miller e sono qui a prendere Samuel Doyle. Oggi è
il suo primo giorno, quindi non sono sicuro in che classe si trovi.”
“Oh, certo. Sam si è divertito molto oggi,” disse la donna mentre
controllava i documenti di David con altri che aveva nel cassetto.
“L'accompagno nella sua aula.”
Spinse indietro la sedia e si alzò, camminò attorno al bancone,
restituì la patente a David e lo condusse lungo il corridoio,
chiacchierando di uno zoo vagante che sarebbe passato dalla
scuola il
mese successivo e di una raccolta fondi che stavano pianificando
per la
primavera.
“Sam, il tuo papà è qui,” esclamò la donna quando aprì una porta
di un rosso brillante ricoperta di fogli che erano stati dipinti con le
dita
dai bambini.
David non era sicuro di cosa dire. Doveva correggerla? Era
necessario farlo? Lui e Jonathan erano entrambi inseriti nei
documenti
e lui non voleva confondere le cose. Sam era nell'angolo e giocava
con
le costruzioni con i suoi amici. Alzò lo sguardo quando sentì il suo
nome, vide David sulla porta e un sorriso gli illuminò il volto. Balzò in
piedi e corse verso David che era accucciato e pronto per ricevere il
fagottino che gli saltò tra le braccia.
“Hai passato una bella giornata?”
“Ah - ha. E' divertente qui. Vuoi vedere cosa ho fatto?”
LE SETTIMANE diventarono mesi e David continuò a dividersi con
Jonathan i doveri di portare e andare a prendere Samuel all'asilo,
quindi
passava abbastanza tempo alla scuola. Il risultato fu che si abituò a
sentirsi chiamare il “papà di Sam”.
“Papà di Sam, mi dai la mia tazza?” dalla bambina con i capelli
neri e gli occhi marroni quando David stava aprendo il frigorifero per
metterci il pranzo e la tazza di Sam.
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Oh, c'è il papà di Sam, magari ci può aiutare ad appendere
questo,” da una delle piccole insegnanti che si era arrampicata su
una
sedia cercando di appendere un poster al muro.
E alla fine, quella che gli fece stringere il cuore: “Il mio papà è
qui, devo andare,” da Sam quando vide entrare David dall'altra parte
della stanza.
Ma, il momento più importante arrivò qualche giorno dopo.
Sam si era addormentato davanti alla televisione. Non appena
David prese il telecomando per spegnere il cartone animato che il
piccolo stava guardando, Sam cominciò a lamentarsi.
“No! Stavo guardando.”
“E ora di andare a nanna, piccolo.” David prese Sam tra le braccia
e si avviò verso la camera.
“Non sono stanco, papà.” La testolina cadde in avanti sul suo
petto, gli occhi si chiusero e il corpicino si rilassò.
Mi ha chiamato papà. David ricacciò indietro le lacrime.
“Non sei stanco, eh? Beh, leggiamo una storia e vediamo come ti
senti.”
Sistemò Sam nel letto e prese uno dei libri dallo scaffale vicino.
“Mi piace quello, papà!”
Gli usci così, naturalmente, come se l'avesse sempre detto.
“Lo so.” David guardò il viso felice di Sam. “Sai che hai il
sorriso del tuo papà, Sam? Sei molto fortunato.”
“Ah - ha,” disse Sam mentre si muoveva sotto la coperta. “Ho il
sorriso del papà e i tuoi occhi blu e tutti abbiamo i capelli neri.”
Non erano proprio della stessa tonalità ma entrambi avevano
davvero gli occhi blu. Il fatto che Sam avesse notato quella
somiglianza
e pensasse che gli occhi blu gli venissero da David gli riempì la voce
di
emozione. Si raschiò la gola, aprì il libro e cominciò a leggere.
Quando gli occhi pesanti del bimbo si chiusero, David gli baciò la
fronte, spense la luce e tornò in soggiorno. Lo spazio immacolato
studiato dal designer si era scaldato da quando Jonathan e Sam si
erano
trasferiti. Fotografie con facce sorridenti erano sulla consolle e sui
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
tavolini, una cesta piena di giochi di Sam, dvd e libri erano a terra
vicino alla poltrona e una coperta che David e Jonathan usavano
quasi
tutte le sere era appoggiata sopra lo schienale del divano. La sala da
pranzo era stata anch'essa un po' “ridecorata”: i lavoretti di Sam ora
adornavano i muri dove originariamente c'erano i quadri ad olio. A
David piaceva chiamarla la galleria e ogni volta che Sam ne portava
a
casa da scuola uno particolarmente bello lo metteva in una semplice
cornice nera e lo aggiungeva alla collezione.
Entrò nella cucina rimodernata da poco dove Jonathan stava
lavando i piatti. Vivevano insieme da mesi, ma ogni tanto si sentiva
ancora colpito da quanto fosse cambiata la sua vita. Era molto più
ricca
da quando Jonathan ne faceva parte. Quel ragazzo gli aveva rubato
il
cuore e cambiato il significato della parola casa.
Avvolse le braccia attorno alla vita del suo compagno, premendo
il petto contro la sua schiena mentre Jonathan puliva il lavello.
Appoggiò il mento alla sua spalla e gli baciò il collo.
“Sam mi ha chiamato papà.”
David condivise l'informazione con un sussurro. Jonathan chiuse
l'acqua, si asciugò le mani e si voltò, togliendo un ciuffo di capelli
dalla
fronte di David.
“Non è la prima volta.”
“No?”
“No. Lo ascolto quando parla con i suoi cugini mentre giocano.
Le cose che dice mi fanno morire dal ridere. Comunque, l'altro
giorno
stava dicendo a Kaiden che il suo papà aveva giocato a football con
lui.
La settimana scorsa ha detto a Clare che il biscotto preferito del suo
papà è quello con la farina d'avena e l'uva passa, e che lui e il suo
papà
amano le scaglie di cioccolato. E quando lavori fino a tardi mi chiede
quando il papà torna a casa.”
Le lacrime rilucevano negli occhi di David. Il petto gli si era
stretto per l'emozione travolgente. Jonathan mise le braccia attorno
alla
sua vita e lo strinse forte. Alzò lo sguardo sul suo viso e s'innamorò
di
nuovo.
“Ti sta bene?”
AMORE A PRIMA VISTA | Cardeno C.
“Se mi sta bene? Stai scherzando? E' bellissimo. Non ho mai
pensato che avrei avuto un figlio. Hai idea di cosa significhi per me
che
lui la pensi in questo modo? Che pensi a me come un suo
famigliare?”
“Sì, ce l'ho, perché è tanto quanto significa per me che tu ti senta
in questo modo riguardo a noi.”
David si chinò per un bacio e mormorò contro quelle dolci e rosse
labbra. “Siamo una famiglia. Tu, io e Sam.”
Author
CARDENO C. è un romantico senza speranza che vuole aggiungere
un
po’ di felicità e di “awww” in una giornata di lettura. Scrivere è una
piacevole pausa dalla vita reale come associato in una compagnia e
come volontario per le organizzazioni dei diritti civili dei gay. Cardeno
spesso sente che i suoi personaggi scrivono da soli le loro storie e
spera
solo di avere tempo a sufficienza per metterle nero su bianco.
Cardeno
ama sentire i pareri dei lettori, quindi condividete pure i vostri
pensieri
sulla storia.
Visitate il suo sito: http://www.cardenoc.com e su Facebook - il suo
nome è Cardeno C.
La serie Home di CARDENO C.
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Copyright
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
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