841086066 David, la repubblica e l’impero Fino al 1813 in Francia si mantenne un generale consenso al regime napoleonico. Ciò dipese in parte dal ritorno dell’ordine nel paese dopo gli agitati anni 1792-99, in parte dai successi militari dell’imperatore. A ciò bisogna però aggiungere la vasta azione di propaganda politica promossa da Napoleone. Nel settore della propaganda un posto di primo piano spetta alla rappresentazioni pittoriche delle gesta di Napoleone, quali sono ben rappresentate dall’opera del 1799 di Antoine Gros Bonaparte che passa il ponte di Arcole. Nel quadro, che si riferisce a un episodio della prima campagna d’Italia, si vede il giovane generale che, impugnata una bandiera, avanza contro il nemico trascinandosi dietro i suoi soldati. David e la rivoluzione Fra i molti pittori che si posero al servizio della propaganda napoleonica il maggiore è certamente Jacques-Louis David (del quale Gros fu allievo). Nato a Parigi nel 1748, David era già un pittore famoso quando nel 1775 partì per Roma, dove soggiornò fino al 1780. Gli anni trascorsi a contatto con le vestigia dell’arte classica influirono profondamente sull’evoluzione dei contenuti e delle tecniche della sua opera. Fra i maggiori risultati di questo orientamento verso lo stile che verrà poi definito “neoclassico” vi sono Il giuramento degli Orazi (1784) e I littori riportano a Bruto i corpi dei figli (1789), che illustravano episodi celebri della storia dell’antica Roma repubblicana. La centralità dell’insegnamento della cultura classica nei collegi aveva fatto di Tito Livio una lettura obbligata e condotto all’esaltazione delle virtù repubblicane (il senso del dovere verso la patria fino alla dedizione della propria vita, la semplicità dei costumi, l'odio per le tirannidi) come modelli di comportamento. La seconda delle opere ricordate poneva la fedeltà alla repubblica al di sopra di ogni altro valore, mostrando il primo console romano Bruto che riceveva i corpi dei figli da lui stesso fatti giustiziare, perché implicati in un complotto per restaurare la monarchia. Tali modelli non apparivano tuttavia in contrasto con il fatto che la Francia era una monarchia ed entrambi i quadri erano stati commissionati a David dallo stesso Luigi XVI. Se fu solo una coincidenza che quello su Bruto fosse terminato in coincidenza con il luglio 1789, fu a ragion veduta che David venne incaricato di realizzare alla fine del 1790 il quadro che rappresentava il grande evento rivoluzionario del Giuramento della pallacorda. Eletto alla convenzione nel 1792, David divenne quindi un fervente seguace del giacobinismo e di Robespierre e votò a favore della condanna a morte del re. Dopo aver fissato nella sua opera più famosa l’assassinio di Marat (1793), David venne arrestato pochi giorni dopo il colpo di stato dei termidoriani. David e Napoleone Con il 1797 la fase repubblicana di David si esaurì rapidamente e il nuovo protagonista della sua opera divenne Napoleone Bonaparte, rappresentato in un quadro del 1801 mentre si avvia come un eroe irresistibile montato su un focoso cavallo a passare il Gran San Bernardo, verso le vittorie della seconda campagna d’Italia. La rappresentazione è piuttosto improbabile, ma colpiva l’immaginazione del pubblico e la vanità del primo console. Nominato pittore ufficiale dell'imperatore, David dipinse nel 1805 una delle più famose immagini dell’imperatore in trono e nel 1805-1807 l’Incoronazione di Napoleone, un’opera monumentale per le dimensioni e per il fastoso tono celebrativo, piuttosto lontano da quelle del periodo repubblicano. Dopo la sconfitta di Napoleone David rifiutò di riconoscere la restaurata monarchia borbonica; essendo peraltro stato inserito nell’elenco ufficiale dei regicidi, non gli restò che andare in esilio a Bruxelles, dove morì nel 1825. 1