Gabriele D’annunzio Gabriele D’annunzio nacque a Pescara nel 1863. Trascorse gli anni giovanili a Roma tra incontri mondani, scandali, attività letteraria e giornalistica, divenendo ben presto un personaggio influente della società intellettuale del suo tempo. La scoperta di Nietzsche, il filosofo tedesco che aveva elaborato il mito del “superuomo”, lo indirizzò verso l’ideale di “una vita inimitabile”, stravagante, esibizionistica. Nel 1910, perseguitato dai creditori, dovette rifugiarsi in Francia. Scoppiata la Prima guerra mondiale, tornò in Italia e si arruolò come volontario, distinguendosi per l'eroismo di cui di cui alcune azioni , come un volo su Vienna. Tra il 1919 e il 1921 libero con un gruppo di volontari la città di fiume, che i trattati di pace non avevano assegnato all’ Italia. L'impresa riuscì, ma D'Annunzio fu costretto dal governo italiano ad abbandonare la città. Nell immediato dopoguerra , pur sembrando aderire esteriormente al fascismo, in realtà vi si oppose. Nel 1922 si ritirò a vita privata nella sua sontuosa villa di Gardone, sul lago di Garda, detta poi “il vittoriale”, dove morì nel 1938. Della sua vastissima produzione letteraria ricordiamo: I romanzi: il piacere (1889),in cui l'autore si immedesima con il protagonista, un uomo alla continua ricerca del piacere , L’Innocente(1892), il trionfo della morte(1894), romanzo psicologico che sviluppa il tema del “superuomo”, Il fuoco(1900). Le raccolte poetiche:Primo vere(1979), Laudi del cielo, del mare, della terra , degli eroi (1902-1912), Alcyone (1903; Le tragedie: La città morta (1897), La figlia di Jorio (1904). Le idee e la poetica D'Annunzio, sia come uomo sia come poeta, influenza moltissimo il gusto del suo tempo. Il suo modo di vivere sfarzose raffinato, la sua cultura del bello, la sua spregiudicatezza, e la sua aspirazione a una vita eccezionale, da “superuomo”, fecero di lui un modello di vita per le generazioni alla fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Nelle sue opere dominano raffinatezza dello stile e il gusto per il tecnicismo formale;la sua arte, infatti è “estetizzante”, in quanto mira alla preziosità, alla musicalità del linguaggio, al coinvolgimento dei sensi. E attraverso queste raffinatezze del linguaggio,Il poeta esprime il suo complesso rapporto con la natura intesa come forza cosmica da cui è possibile attingere una grande energia vitale. TRA LE TANTE LIRICHE DI D’ANNUNZIO HO SCELTO LA PIOGGIA NEL PINETO. E’ questa una delle più belle liriche di D'Annunzio. il poeta e le donne che li accompagna sono sorpresi dalla pioggia mentre passeggiano in un bosco. Le gocce, cadendo sui rami sulle foglie, intonano una musica suggestiva, ridestano dori nuovi, echi di vita segreta nel bosco. Il poeta e la donna, immersi nella fresca e profumata vegetazione, si sentono come trasformare in creature vegetali, parti integranti della natura stessa contro qui la poesia diventa pura emozione, attraverso un’abile variazione gradazione di suoni , le parole stesse il ritmo dei versi crea non mirabile effetto melodico e il lettore si trova quasi immerso con tutti i 5 sensi, in questa atmosfera di sogno e di Armonia.