IL PROCESSO DI NORIMBERGA
Con la conferenza di Parigi (1946), L’URSS si vide riconosciuta il processo della
Cecoslovacchia e della Romania, inglobò le regioni Baltiche e a parte orientale della
Polonia e della Prussia. La Jugoslavia si espanse verso est a discapito dell’Italia (Istria e
Dalmazia).
Il processo di Norimberga è il nome usato per indicare due distinti gruppi di processi ai
nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah. I processi tennero nel palazzo
di giustizia delle città tedesca di NORIMBERGA dal 20 novembre 1945 al 1° ottobre 1946
(la città era insieme a Berlino e Monaco, una delle città simbolo del regime nazista).
Il primo e più famoso di questi processi fu il processo dei principali criminali di guerra
davanti al tribunale militare internazionale, che giudicò 24 dei più importanti nazisti
catturati o ancora ritenuti in vita.
Il secondo gruppo di processi fu per criminali di guerra inferiori, tenuto sotto la Legge
numero 10 del consiglio di controllo da Tribunale militare di Norimberga, e comprese anche
il famoso processo ai dottori. Questa voce tratta principalmente i processi del primo gruppo.
Per i processi del secondo gruppo è più utilizzata la voce processi secondari di Norimberga.
La decisione di sottoporre a processo i principali esponenti dell’Asse fu presa ancora prima
della cessazione della guerra. Dal 18 Ottobre all’11 Novembre del 1943 si svolse a Mosca
LA TERZA CONFERENZA TRIPARTITA DI MOSCA, con la presenza dei tre ministri
degli esteri dell’alleanza, Cordell Hull, Antony Eden e Molotov.
Come ebbe scrivere Churchill nelle sue memorie, l’uccisione di Mussolini risparmiò una
Norimberga Italiana. Al termine dell’incontro viene stilato un documento nel quale i tre capi
della coalizione, Churchill, Roosvelt e Stalin, si impegnavano al termine della guerra a far si
che i criminali nazisti venissero processati secondo le leggi del paese nel quali i crimini
fossero stati commessi, nella successiva conferenza di TEHERAN, dal 28 Novembre al 1
Dicembre dello stesso anno, venne esteso il concetto di crimine nazionale a più ampio
livello e superare il concetto della punibilità nazionale.
L’ETA GIOLITTIANA
Nel 1870 c’è l’unificazione Tedesca. E una data importantissimo perché dopo un secolo c’è
una potenza la Germania in questo caso che vuole insidiare la leadership dell’Inghilterra. L’
Inghilterra dalla metà del 700 fino ai primi anni del 900 è il capo del mondo.
La Germania dopo che diventa una potenza unita inizia la triplice intesa. Inghilterra, Russia
e Francia.
Belle epoche – crescita economica, elettricità, tecnologia. Un bel periodo non è un periodo
sono di splendore. Già iniziano le basi per le crisi future per la prima guerra mondiale.
Il personaggio simbolo dell’età Giolittiana è Giovanni Giolitti che era un politico Italiano
che tiene il potere del governo italiano dal inizio del secolo fino alla prima guerra mondiale.
Il primo periodo Giolitti dal 1892- 1893, fece scalpore uno scandalo di corruzione di
banche, tutto il governo fu travolto e Giolitti si dimise. A lui successe Crispi. Crispi era uno
dei Garibaldini che prese parte all’impresa dei mille, il governo Crispi finisce a sua volta
con una maniera tragica perché l’Italia aveva tentato di diventare una grande potenza
siccome delle grande potenze avevano le colonie e avevano detto che anche l’Italia deve
avere le colonie. Avevano tentato l’impresa coloniale ma era andata malissimo e le truppe
Italiane erano state sconfitte pesantemente ad Adua in Abissinia e quindi anche Crispi si
dimette. Da qui l’esperienza di Crispi finisce.
Nel 1848 ci fu una risurrezione a Milano per chiedere soprattutto per chiedere condizioni di
lavoro, condizioni di salario migliori, erano in parte gestiti da socialisti in parte anche
spontanee perché le persone non ne potevano più delle condizioni economiche in cui
vivevano.
I governi dell’allora presieduti da Rudini e poi da Pelù addirittura sparavano cannonate
contro la folla e quindi ci fu una carneficina. Infatti da lì a poco la vendetta dei rivoltosi non
si fece attendere ed un anarchico venuto dall’ America tornò apposta per uccidere Umberto
I, il re d’Italia che aveva ordinato questa carneficina nel 1000 quindi 900 Umberto viene
ucciso. Il re successivo Vittorio Emanuele III capisce un po che la situazione era un po
sull’orlo della guerra civile si comporta in maniera più liberale.
Liberali – Tutti coloro che vogliono la libertà personali, di religione, di stampa ecc
Liberisti – libertà economico
Vittorio Emanuele III era un liberale e quindi fa chiamare Giovanni Giolitti. In quel periodo
I Cattolici non potevano prendere parte alla vita politica. Il papa aveva vietato ai cattolici di
partecipare alla vita politica perché lo stato Italiano faceva schifo e pubblica un’enciclica,
che sono le lettere del papa chiamata NON _ EXPEDIT all’interno del quale diceva se tu sei
un buon cattolico non devi partecipare alla vita politica del nuovo stato Italiano se no andrai
all’inferno perché è uno stato aggressore e quindi i cattolici si erano tenuti alla larga, non
partecipando. Tutto questo nel 1870. (erano passati quasi 40 anni)
Giovanni Giolitti riesce a coinvolgere i cattolici nella vita politica infatti c’è una nuova
enciclica che supera quella precedente che si chiama de rerum novarum e diceva che i
cattolici potevano partecipare. Giolitti riesce a far partecipare ai cattolici alla vita politica,
l’altro grande oppositore di Giolitti erano i Socialisti.
I Socialisti erano di 2 tipi : Socialisti Riformisti e socialisti Rivoluzionari.
Volevano cambiare la situazione. Lo stato era corrotto, Lo stato parlamentare era debole,
Volevano cambiare in maniera decisa la situazione. I Socialisti riformisti lo volevano
cambiare facendo delle riforme (dure, pesanti, decisive) pero riforme con le leggi.
I socialisti Rivoluzionari dicevano no perché ci stiamo trent’anni con le riforme e volevano
fare la rivoluzione prendendo le armi, andando al potere e levando i governanti che ci sono e
andiamo noi con la rivoluzione. A questo punto i Punti di vista dei socialisti si dividono chi
voleva la riforma e chi voleva la rivoluzione. All’interno dei socialisti c’erano alcuni che
appoggiavano il programma di Giolitti, i rivoluzionari no. Pero i Socialisti rivoluzionari si
dividevano in 2. I Socialisti nazionalisti e i socialisti internazionalisti. I socialisti
nazionalisti e quelli che mettevano sopra di tutto la guerra tra nazione. Prima viene la mia
patria L’Italia e quindi il mio nemico e la Francia, Inghilterra, la spagna e le altre nazioni, lo
scontro fra nazioni. I Socialisti Internazionalisti dicevano che alla base di tutto non c’era la
patria ma c’era la classe sociale. Prima viene la mia classe cioè i poveri che devono
combattere contro tutti i ricchi.
I socialisti nazionalisti erano capeggiati da Benito Mussolini e chiaramente avranno un
percorso politico differente e si arriverà al fascismo. I socialisti Internazionalisti saranno poi
quelli che diventeranno comunisti.
Mussolini prende il potere con la rivoluzione.
Gli oppositori politici di Giolitti erano Cattolici e Socialisti. I cattolici vengono coinvolti da
Giolitti che riesce a superare l’opposizione del papa. I socialisti in parte vengono coinvolti
pure da Giolitti solo i socialisti riformisti.
Un'altra cosa di Giolitti diciamo che lui non interviene negli scontri tra industriali e operai.
Se non si arrivava allo scontro lo stato non interveniva. Se si arrivava alo scontro lo stato
interveniva. Finché lo stato non interveniva gli operai riuscivano ad avere una serie di
concessioni. La riduzione dell’orario del lavoro, non fare lavorare i bambini sotto i 12 anni,
lavorare no altre 12 ore, aumentare la paga dei bambini e delle donne. Tutto queste per
arrivare a una serie di concessioni.
Giolitti aveva fatto una serie di cose infortunio sul lavoro, aumento dei salari non perché si
avvicinava al socialismo per fare in modo che gli operai non votassero più i socialisti ma
votassero i liberali (per Giolitti). Da un lato aveva fatto delle cose per accattivarsi i voti
della sinistra e dall’altra parte aveva fatto delle cose per accattivarsi i voti della destra es e
nazionalisti. E infatti comincia a pensare al colonialismo un tema caro ai nazionalisti
Italiani. Chiaramente si affaccia all’Africa. Africa era già stata spartita dalle due potenze
divisa da una tra le dipendenze tra Francia e Inghilterra. Francia e Inghilterra erano le due
superpotenze dell’allora. Si siedono a tavolino e cominciano a decidere. Nel 1881la Francia
si prende la Tunisia e nel 1882 l’Inghilterra si prende l’Egitto. Entrambe facevano parte
dell’Impero ottomano ormai era in assoluto disfacimento. Quando Italia decide di
cominciare l’esperienza coloniale chiede il permesso alle potenze. Giolitti chiede il
permesso soprattutto alla Francia e la Francia accordo il permesso. L’Italia aveva firmato la
Triplice alleanza con la Germania e l’Austria questo con Crispi pero Giolitti voleva
avvicinare la sua politica estera alla Francia. In Africa era rimasta L’Abissinia e la Libia.
Libia faceva parte dell’impero ottomano. Lui viene tenuto in ostaggio e in cambio delle
isole viene firmato il patto di Losanna e la Libia entra a far parte dell’Italia.
IL 1848 E LE RIVOLUZIONI IN EUROPA
Nel 1848 l’assetto dell’Europa dopo la restaurazione del 1815 fu completamente sconvolto
da numerosi tentativi rivoluzionari. Le cause di questi moti rivoluzionari furono soprattutto
due:
In alcuni stati dominati dagli stranieri si chiedeva l’indipendenza; in altri dove c’era la
monarchia assoluta, si chiedeva la monarchia costituzionale e nuove riforme.
Nel Febbraio del 1848 A Parigi scoppia la Rivoluzione (a cause della grande crisi
economica e intrasigenza del re che avevano re Luigi Filippo), Luigi Filippo viene cacciato
e viene proclamata la REPUBBLICA.
Le rivoluzioni in Europa: La rivoluzione a Parigi spinge altri stati a ribellarsi ai loro sovrani.
In Germania e Franco forte una rivolta porta all’assemblea costituente. A Vienna il popolo
si ribellarono, cacciò Metternich e costrinse l’imperatore a promettere la costituzione. A
Praga e a Budapest i popoli chiesero l’indipendenza.
Italia nella prima metà dell’ottocento: Gli stati Italiani erano economicamente poco
sviluppati. Agricoltura era ancora il settore fondamentale. Industria era debole e concentrata
soprattutto al nord. In Lombardia e nel regno di Sardegna e in Piemonte con le industrie
Tessili. Le cause di questa arretratezza erano a causa di un mercato all’interno molto
povero, il fatto che fossero presenti barriere doganali tra i vari stati Italiani tra uno stato e un
altro, la debolezza delle vie di comunicazioni, la mancanza di una classe sociale di un
Borghese moderna.
Il Risorgimento significa che l’Italia doveva risorgere dalla situazione nella quale si trovava
soprattutto era completamente in mano allo straniero. Dal congresso di Vienna viene fuori
una situazione Politica nella quale tutti gli stati erano in mano al dominio Austriaco.
Come raggiungere l’obbiettivo del risorgimento?
Liberali Moderati che affermavano che l’Italia doveva essere una monarchia costituzionale
ma all’interno di questa costituzione c’erano diverse correnti. Vincenzo Gioberti un
intellettuale considerava che l’Italia dovesse essere una federazione di stati guidata dal papa.
Cesare Balbo pensava che l’Italia dovesse essere una federazione di stati ma guidati dalla
Savoia.
Cavour era dell’idea che l’Italia dovesse essere una monarchia costituzionale unitaria quindi
con il potere saldamente nelle mani della dinastia della Savoia quindi non una federazione
di stati ma uno stato accentrato. Alla fine questa fu l’idea vincente.
Dall’altra parte invece una situazione politica completamente diversa che è quella dei
democratici. Il più grande esponente di questa posizione è GIUSEPPE MAZZINI. Quali
erano gli obbiettivi di Giuseppe Mazzini. Italia doveva essere una libera indipendente e
soprattutto repubblicana quindi non guidata da un re. Per questo Mazzini fonda la Giovine
Italia. Questa società segreta che almeno superava la carboneria almeno nelle sue intensioni
e l’obbiettivo era quello di educare il popolo ai nuovi ideali cioè rendere consapevole la
maggior parte della popolazione Italiana degli ideali risorgimentali.
1848 quello che accade in Europa succede anche in Italia. Le insurrezioni I MOTI
RIVOLUZIONARI si propagano velocemente. Scoppia un’insurrezione nel regno delle due
Sicilie (Palermo) e il re concede la costituzione. La stessa cosa fa il granducato di Toscana
papa Pio IX nello stato pontifico e Carlo Alberto nel regno di Sardegna concedono le
costituzioni. La costituzione nel regno di Sardegna venne chiamata Statuto Albertino. Il
potere nelle mani del sovrano che nomina sia i ministri che i giudici ma poi un parlamento
bicamerale con il senato del regno e la camera del deputati che risultavano eletti soltanto dai
Italiani più ricchi.
La rivoluzione a Milano e a Venezia – 17 Marzo 1848 – Venezia insorge e caccia gli
Austriaci si costituisce un governo provvisorio. Milano 18 Marzo 1848 – 23 Marzo 1848
queste sono le giornate che passano la storia come le cinque giornate di Milano. I Milanesi
scendono in strada fanno le barricate, cacciano gli Austriaci e nasce un governo provvisorio.
L’esercito Austriaco disorientato si rifugia nel quadrilatero cioè nelle fortezze peschiera
Mantova, Legnago e Verona. Gli insorti a questo punto chiedono l’intervento armato del
Piemonte che pensano che sia il momento ideale perché l’Italia settentrionale prima e poi
tutto il resto dell’Italia possa cacciare definitivamente gli Austriaci.
LA PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA
Carlo Alberto interviene arma un esercito e dichiara guerra a Austria così di fatto di dà
inizio alla prima guerra d’indipendenza. Carlo Alberto si pone al Vertice al commando di
questo esercito e diversi stati Italiani inviano truppe e arrivano anche numerosi volontari
soprattutto studenti che giovani entusiasti rispetto a questo ideale di unificazione di libertà
rispetto allo straniero. Dopo qualche successo iniziale l’esercito Piemontese ha una battuta
d’arresto. Gli Austriaci si riorganizzano e addirittura capovolgono le sorti della guerra per
cui Carlo Alberto viene sconfitto ed è costretto ad accettare l’armistizio. Finisce così la
prima fase della guerra d’indipendenza.
1849 Dopo l’armistizio a questo punto sono i democratici quindi l’ala opposta a prendere
l’iniziativa. Quindi nelle città insorte si formano la repubblica. Si sostituisce la repubblica di
Venezia, la repubblica Romana, guidata da un trum virato di cui Mazzini fa parte anche
Armellini e Saffi. Quindi la repubblica Toscana guidata da democratici e socialisti. Cosa
accade? Che Carlo Alberto temendo questa deriva democratica riprende la guerra contro
l’Austria. Ma è un fallimento completo perché egli viene definitivamente sconfitto a
Novara. A questo punto lui abdica e rinuncia al trono. Sale al trono VITTORIO
EMANUELE II suo figlio.
La fase della repressione si allarga notevolmente. Dopo la sconfitta del Piemonte da il via
poi a una serie di effetto domino cadono anche le repubbliche di Roma e di Venezia. Siamo
ancora nel 1849 cosa accade? I francesi intervengono a difesa del papa sconfiggono la
repubblica e fanno cadere la repubblica durante questo momento addirittura muore Goffredo
Mameli colui che è stato ideatore del testo del nostro inno nazionale.
Venezia resiste strenuamente i patrioti cercano di non far cadere la città in mano agli
Austriaci ma a causa di un’epidemia e di mancanza di cibo Venezia cade e gli Austriaci
riprendono la città. Ormai in tutta Europa e anche in Italia le rivoluzioni del 1848 erano
fallite.