FUSIONI E ACQUISIZIONI Sia che si tratti di fusione tra più imprese o si tratti di un’impresa che acquisisce altre imprese il risultato è riduzione del numero di imprese nel mercato e un aumento della concentrazione. Le motivazioni per le fusioni e le acquisizioni possono essere diverse; - Eliminare i concorrenti (funzione predatoria) - Entrare o rafforzare posizione in un mercato - Sfruttare eventuali riduzioni di costo LE FUSIONI ORIZZONTALI nel modello di Cournot n imprese che competono alla Cournot Le imprese sono simmetriche: stesso costo fisso F e stesso costo marginale c Se due imprese si fondono il risultato è un oligopolio alla Cournot con n-1 imprese. In seguito alla fusione i costi non variano. L’unico cambiamento che deriva nel mercato dalla fusione è la riduzione del numero di imprese. ESEMPIO Assumete 3 imprese identiche La domanda è P = 150 – Q C’(costi marginali) di ciascuna impresa è €30. Le imprese competono alla Cournot In Cournot con imprese identiche sappiamo che: ciascuna impresa produce q(3) = (150 - 30)/(3 + 1) = 30 unità il prezzo di equilibrio è P(3) = 150 - 3x30 = €60 il profitto di ciascuna impresa è p(3) = (60 - 30)x30 = €900 Ora immaginate che due di queste imprese si fondano, perciò rimangono due imprese indipendenti, quindi l’output varia a: q(2) = (150 - 30)/3 = 40 unità il prezzo è P(2) = 150 - 2x40 = €70 il profitto di ciascuna impresa è p(2) = (70 - 30)x40 = € 1600 Ma prima della fusione le due imprese avevano profitti €1800 La fusione non è profittevole e quindi non dovrebbe verificarsi CONSEGUENZE delle FUSIONI orizzontali nel modello di Cournot 1) Aumento del prezzo; dovuto alla riduzione del numero di imprese quindi un aumento della concentrazione. aumento del prezzo (effetto diretto) collusione più facile aumento del prezzo (effetto indiretto) 2) Riduzione dei profitti dell’impresa nata dalla fusione (paradosso delle fusioni) Dopo la fusione i profitti congiunti sono poco più della metà della somma dei profitti ottenuti dalle due imprese prima della fusione. Nel modello di Cournot simmetrico con domanda lineare e costo marginale costante e con costi fissi pari a zero, una fusione tra due imprese, se non crea un monopolio, riduce i profitti delle imprese che si fondono La fusione tra due imprese non dovrebbe verificarsi. La fusione tra tutte le imprese nel mercato è profittevole; cioè se le tre imprese dell’esempio precedente si fondono il mercato diventa un monopolio e i profitti totali e i profitti di ciascuna impresa aumentano. A meno che dalla fusione non derivi un monopolio, la fusione non è profittevole. Perché si osservano le fusioni? Il paradosso delle fusioni Da quali ipotesi dipende il risultato paradossale? La prima ipotesi è che abbiamo immaginato che l’impresa fusa è esattamente uguale ad ogni altra impresa (siamo partiti da un triopolio simmetrico per arrivare dopo la fusione ad un duopolio simmetrico). Perciò l’impresa fusa ha minor quota di mercato rispetto alle quote aggregate delle imprese che hanno partecipato alla fusione (ciò sembra essere poco ragionevole). Come si può risolvere questa incongruenza? Dobbiamo modificare il modello introducendo per esempio; - costi asimmetrici - la tempistica: forse le imprese fuse agiscono come leader - differenziazione di prodotto Le fusioni creano sinergie soprattutto evitando la duplicazione dei costi fissi le imprese coinvolte nella fusione aumentano. In seguito alla fusione le imprese non sono simmetriche. L’impresa nata dalla fusione, solitamente, aumenta la sua quota di mercato. Le fusioni e le sinergie di costo; Ipotizzate ora che le imprese presenti nel mercato hanno costi variabili differenti e sostengono costi fissi. La fusione può essere profittevole se genera risparmi di costo Un esempio; tre imprese alla Cournot con domanda P = 150 – Q due imprese con costi marginali 30 e costi fissi f i costi totali sono: C(q1) = f + 30q1; C(q2) = f + 30q2 la terza impresa ha costi marginali (potenzialmente) più elevati C(q3) = f + 30bq3, dove b > 1 Supponete ora che b = 1 - tutte le imprese hanno gli stessi costi marginali di 30 - ma le imprese fuse hanno costi fissi af con 1 < a < 2 Nel precedente esempio con tre imprese: - i profitti pre-fusione di ciascuna impresa sono 900 – f Post-fusione è un duopolio - l’impresa non-fusa ha profitti 1600 - f - l’impresa risultante dalla fusione ha profitti 1600 – af La fusione è profittevole per le imprese fuse se: - 1600 – af > 1800 – 2f - che richiede f>200/(2-a) ovvero a < 2 – 200/f L’introduzione di costi fissi sufficientemente elevati può rendere la fusione anche nel caso di imprese inizialmente simmetriche. È probabile che la fusione sia profittevole quando i costi fissi sono elevati e la fusione consente significativi risparmi nei costi fissi. L’impresa non fusa ci guadagna sempre e ci guadagna di più rispetto alle imprese fuse Per tanto il paradosso della fusione persiste in qualche forma; perché fondersi? perché non attendere che altre imprese partecipino alla fusione? La fusione riduce i costi variabili; Supponete che la fusione riduca i costi variabili - assumete b > 1 e f = 0 - le imprese 2 e 3 si fondono assieme - la produzione viene razionalizzata cessando operazioni ad alto costo pre-fusione: output: profitti i profitti sono € 1600 sia per le imprese fuse che per quelle non fuse Questa è una fusione profittevole? Affinché i profitti dell’impresa fusa aumentino dev’essere Che si semplifica in: 25(7 – 3b)(15b – 9)/2 > 0 - Il primo fattore deve essere positivo affinché l’impresa 3 abbia output pre-fusione non-negativo - La fusione è profittevole se il secondo fattore è positivo - Ciò richiede sia b > 19/15 CONSEGUENZE DELLE FUSIONI orizzontali; Le fusioni; - Beneficiano le imprese coinvolte (altrimenti non conviene fondersi) - Danneggiano i consumatori (in seguito all’aumento del prezzo) - Hanno effetti ambigui sulle imprese concorrenti Le fusioni possono essere profittevoli se possono generare risparmi di costo sufficientemente grandi. - non esiste tuttavia alcuna garanzia che i consumatori ci guadagnino - in entrambi gli esempi i consumatori ci perdono con la fusione Farrell e Shapiro (1990) - i risparmi di costo necessari perché ci guadagnino i consumatori sono molto più elevati di quelli richiesti perché la fusione sia profittevole - perciò bisogna essere scettici circa la ragioni di “risparmi di costo” addotte per giustificare le fusioni - e il paradosso rimane in qualche veste; le imprese non fuse guadagnano di più rispetto alle imprese fuse ONDATE DI FUSIONI; L’osservazione empirica ha mostrato che le fusioni e le acquisizioni tendono a presentarsi ad ondate: periodi in cui l’attività di fusione è particolarmente intensa si alternano a periodi di relativa stabilità. Tale fenomeno può essere causato da eventi; - Esogeni; possono essere forme di deregolamentazione nel mercato. - Endogeni FUSIONI E POLITICA ANTITRUST Le concentrazioni sono regolate IN EUROPA dalla Merger Regulation (139/2004) e IN ITALIA dall’art. 6 della legge 287/90 “Le concentrazioni che non ostacolino in modo significativo una concorrenza effettiva nel mercato comune o in parte di esso, in particolare a causa della creazione o del rafforzamento di una posizione dominante sono dichiarate compatibili con il mercato comune” La merger regulation richiede che le concentrazioni devono essere comunicate alle autorità antitrust che devono autorizzarle. Per valutare gli effetti sulla concentrazione le autorità spesso utilizzano l’indice di Herfindal e in particolare cercano di capire se dalla concentrazione considerata risulti la creazione di una posizione dominante. Sono stati formulati dei principi generali, in particolare; 1- Osservare l’effetto della fusione sul prezzo, quindi se l’aumento del prezzo atteso seguente una fusione notevole è probabile che questa crei una riduzione del benessere sociale. 2- Osservare quali imprese partecipano alla fusione; se si tratta di imprese piccole è più probabile che l’effetto complessivo della fusione possa essere positivo per le imprese in particolare. In questo caso possono esserci delle sinergie e dei guadagni in termini di efficienza nate dalla fusione ( le imprese più grandi tendenzialmente sono più efficienti). Se le imprese che si fondono sono piccole, l’impresa derivante dal processo di fusione non può detenere delle quote di mercato pericolose nel mercato stesso (non si crea una posizione dominante). 3- Osservare la libertà di entrata nel mercato; se questa è alta l’aumento del prezzo derivante dalla fusione non può essere significativo. Se ci fosse in seguito alla fusione un aumento del prezzo significativo visto la libertà di entrata nel mercato assisteremo all’ingresso di nuove imprese (questo attenuerebbe gli effetti negativi della fusione)