ANNO LXXXI - SETTEMBRE-DICEMBRE 2016 - N. 3 RIVISTA QUADRIMESTRALE EDITA A CURA DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA in collaborazione con la Casa Editrice Rubbettino - Soveria Mannelli Direttore Scientifico Silvio Beretta Direttore Responsabile Carla Ge Comitato Scientifico Giampaolo Calchi Novati, Ian Carter, Alessandro Cavalli, Marco Clementi, Giovanni Cordini, Raimondo Cubeddu, Maurizio Ferrera, Pietro Giuseppe Grasso, Renata Lenti, Francesco Ciro Rampulla, Fabio Rugge, Guido Samarani, Marina Tesoro, Pierluigi Valsecchi, Salvatore Veca. Redazione Arianna Arisi Rota, Donatella Bolech, Emanuela Ceva, Silvia Illari, Riccardo Puglisi, Bruno Ziglioli. Indicazioni per gli autori Le proposte di pubblicazione di articoli devono essere indirizzate a: [email protected]. 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ABBONAMENTI PER IL 2015 (3 numeri) SUBSCRIPTION FOR 2015 (3 issues) Unione europea Paesi extra Unione europea e 52,00 Sconti 10% per gli studenti e 78,00 10% discount to students ISSN 0032-325X Registrazione presso il Tribunale di Pavia al n. 20, del 17 ottobre 1950 Iscrizione Registro nazionale stampa (Legge n. 416 del 5.8.81 art. 11) n. 00023 vol. 1 foglio 177 del 2.7.1982 Direttore responsabile: Carla Ge INDICE Paolo C. Pissavino - “Foggia sì esquisita di governo”. Tra idealizzazione e dispotismo: le immagini della Cina nell’Italia della prima età moderna................................... 5 Francesco Mazzucotelli - Is There a Sykes–Picot Syndrome in the Middle East?................................................ 28 Tiziana Corda - Recovering Regional Power. The Islamic Republic of Iran under Rouhani’s Presidency.................. 44 Daria Shumilova - Arms Control Diplomacy and the New Start Treaty: Success or Failure?....................................... 70 Repubbliche ex-sovietiche dell’Asia Centrale: geopolitica ed economia Fernando Orlandi - Presentazione....................................... 84 Oleksiy Bondarenko - ‘Russkij Mir’, Between Diaspora and Public Diplomacy. Russia’s Foothold in Central Asia......... 87 Laura Rachele Galeotti - China’s Role in Central Asia.... 107 Jos Boonstra -The European Union’s Central Asia Strategy.... 120 Emanuele Giordana - L’Afghanistan visto dall’Asia Centrale... 136 Lorena Di Placido - Direttrici e orientamenti del Kazakhstan indipendente.............................................................. 150 Fabio Indeo - Independent Turkmenistan in the Reshaped Geopolitical Scenario: Foreign Policy, Energy Strategy and Security Issues............................................................ 165 3 Recensioni e segnalazioni Marco Fortis - Conti pubblici, credito, competitività. L’Italia a una svolta? (Renata Targetti Lenti)................... 195 Elena Granaglia, Magda Bolzoni - Il reddito di base (R. T. L.)............................................................................ 196 Gioacchino Garofoli (a cura) - I maestri dello sviluppo economico (R. T. L.)......................................................... 199 Fabio Musso, Antonella Zucchella, Paolo C. Pissavino (a cura) - Internazionalizzazione e oltre. Le imprese italiane e il sistema paese fra strategie e realtà competitive (R. T. L.)............................................................................ 201 Anna Tonelli - Per indegnità morale. Il caso Pasolini nell’Italia del buon costume (Francesco Torchiani).......... 203 Bruno Pischedda - L’idioma molesto. Cecchi e la letteratura novecentesca a sfondo razziale (F. T.)....................... 205 Indice generale dell’annata 2016......................................... 208 4 IL POLITICO (Univ. Pavia, Italy) 2016, anno LXXXI, n. 3, pp. 84-86 REPUBBLICHE EX-SOVIETICHE DELL’ASIA CENTRALE: GEOPOLITICA ED ECONOMIA PRESENTAZIONE di Fernando Orlandi Nel corso degli ultimi anni la Biblioteca Archivio del Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale (csseo), in collaborazione con il Centro Studi sull’Azerbaigian e il Centro Studi sul Caspio, ha organizzato alcuni convegni e seminari di studio sull’Asia centrale e la regione del Caspio1. Grazie anche all’iniziativa della rivista “Il Politico”, è sorta l’idea di raccogliere e pubblicare una serie di contributi sulle repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale. La conoscenza e lo studio dell’Asia centrale non sono particolarmente sviluppati nel nostro paese. Non si tratta, comunque, di una situazione soltanto italiana. Quanto normalmente poco si conosca dell’Asia centrale sovietica e post-sovietica è testimoniato infatti da un recente infortunio del “New York Times”. Giusto nel gennaio 2015, infatti, un articolo di quel giornale faceva riferimento a un inesistente “Kyrzbekistan”, che trovò un rapido account su Twitter e un posto nelle carte geografiche della regione immediatamente ridisegnate2. Insomma, il sesto degli “stan”. Fino al 1991, anno dello scioglimento dell’Unione Sovietica, davvero pochi studiosi italiani avevano indirizzato la propria attenzioPresidente della Biblioteca Archivio del csseo, Levico Terme. 1 In particolare, tra i più recenti: Sguardi sulla regione del Caspio e l’Asia centrale (Levico Terme, 8-9 luglio 2016); L’Azerbaigian a 25 anni dall’indipendenza (Bergamo, 14 novembre 2016) e Geopolitica dell’energia. La regione del Caspio (Levico Terme, 12-13 dicembre 2016). 2 https://www.nytimes.com/2015/01/08/sports/on-el-capitan-dawn-wall-in-yosemite-and-beyond-climber-tommy-caldwells-drive-pushes-him-toward-the-impossible. html?hp&action=click&pgtype=Homepage&module=second-column-region&region=top-news&WT.nav=top-news&_r=0; e anche: https://www.bloomberg.com/view/ articles/2015-01-09/kyrzbekistan-isnt-funny. 84 ne all’Asia centrale sovietica e quindi ai cinque “stan” (Kazakistan, Kirgizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan)3. Contro la loro volontà, nel 1992 queste repubbliche si trovarono a essere indipendenti, in una difficilissima congiuntura socio-economica successiva agli sconvolgimenti della perestroika di Mikhail Gorbachev e al lassismo e alla corruzione che avevano avuto il sopravvento negli anni Settanta-Ottanta (valga per tutti lo scandalo del cotone uzbeko). Per altro i cinque nuovi stati centroasiatici non erano attrezzati per vivere autonomamente, vuoi dal punto di vista della sicurezza, vuoi da quello economico. Dalla metà degli anni Novanta alcuni degli “stan” sono stati al centro dell’attenzione in ragione delle preziose ricchezze energetiche di cui dispongono (in particolare Kazakistan e Turkmenistan). Ma queste ricchezze non si sono tradotte in stabilità e sviluppo sociale. Stati che si sono impegnati in avveniristici progetti edilizi oggi subiscono la sferzata conseguente al crollo del prezzo degli idrocarburi, mentre la crisi strutturale di una economia russa malata si riverbera su di loro: valute svalutate quindi, malcontento sociale, carsico diffondersi dell’islamismo radicale, sebbene in misura decisamente inferiore rispetto al pericolo denunciato. La battaglia contro l’islamismo radicale è infatti spesso la “foglia di fico” utile a nascondere la repressione degli oppositori e della società. A tutto si aggiunge il problema delle successioni, soprattutto quella di Nursultan Nazarbaev in Kazakistan. Quei paesi conobbero una colonizzazione in epoca zarista, poi la guerra civile e la sovietizzazione. Con la collettivizzazione e la sedentarizzazione dei nomadi vissero tragedie quale la carestia del Kazakistan, che decimò la popolazione di quella repubblica4. L’Asia centrale, come la Siberia, restò luogo di deportazione, proseguendo l’Unione Sovietica la pratica zarista. Nel dopoguerra questi territori videro un nuovo insediamento di popolazioni slave (che in alcuni casi alterò profondamente i rapporti tra i vari gruppi etnici) e poi (in Kazakistan) l’avventura khrushcheviana delle “terre vergini”. 3 Fanno eccezione alcuni lavori di Giovanni Bensi, tra cui Allah contro Gorbaciov, Gardolo di Trento, Luigi Reverdito, 1988, e di Marco Buttino, che nel 1991 organizzò a Cortona un importante convegno internazionale, i cui atti sono ora disponibili in M. Buttino (ed.), In a Collapsing Empire, Annali [della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli], anno ventesimo, 1992, Milano, Feltrinelli, 1993. 4 Su questa vicenda uno studioso italiano ha pubblicato, usando materiali d’archivio, una monografia di altissimo livello: cfr. N. Pianciola, Stalinismo di frontiera, Roma, Viella, 2009. 85 Nei contributi presentati in questo fascicolo ci si concentra soprattutto sul presente. In due di essi si tratteggiano vicende e prospettive di altrettanti “stan” dal 1991 ai giorni nostri (Lorena Di Placido sul Kazakistan e Fabio Indeo sul Turkmenistan), mentre gli altri offrono sguardi prospettici più generali sull’Asia centrale (Oleksiy Bondarenko sulla Russia e il “Russkii mir”, Jos Boonstra sulla strategia dell’Unione Europea, Emanuele Giordana sull’Afghanistan e Laura Rachele Galeotti su ruolo della Cina in Asia centrale). Ulteriori contributi saranno pubblicati su successivi fascicoli de “Il Politico”. 86