Scrivi una relazione/riflessione sulla seguente frase di Terenzio: HOMO SUM, HUMANI NIHIL A ME ALIENUM PUTO. (Traduzione: Sono un essere umano, niente di umano mi è estraneo.) In origine questa frase è stata usata dal commediografo romano Terenzio nell’opera Heauton timorùmenos, Il punitore di se stesso, una rielaborazione datata al 163 a.C. dell’omonima opera di Menandro vissuto circa cento anni prima di lui. La famosa citazione è stata collocata nella presentazione di un personaggio, Cremete, per giustificare l’eccessiva curiosità di costui nei confronti dei fatti privati del protagonista Menedèmo. Quindi, in quel contesto la frase assumeva il significato seguente: per il fatto che sono umano, non posso stare alla larga di ciò che è umano, di ciò che succede agli umani intorno a me. Però, estratta dal contesto, la frase potrebbe assumere anche un significato più profondo. Infatti, l’essere umano, per la sua triplice natura, anima, mente e corpo, non può ignorare alcun aspetto di questa triplicità. Più prende consapevolezza di ciò che è, più diventa curioso e coraggioso nell’esplorare se stesso e gli altri. In effetti, come bambino, l’essere umano si mostra più interessato all’ambiente circostante che a se stesso; conoscere per capire dove si trova e le cose che lo circondano; e meno si chiede chi è e che cosa sono le emozioni che gli trafiggono l’anima. Il bambino è ciò che a lui si dice di essere. Con il tempo però si percepisce diverso da quel che gli è stato detto e sente di avere con se stesso un rapporto che non aveva prima; la consapevolezza della sua natura materiale, del suo corpo, diventa più interessante come oggetto di analisi e studio. E iniziano gli sguardi introspettivi con le domande relative a tutto ciò, fino a un certo punto quando matura e, dopo aver sperimentato varie circostanze ed esperienze, arriva a capire che è assolutamente naturale come umano non trascurare le emozioni, la conoscenza e in uguale misura i bisogni della materia, i piaceri dei sensi. Essere umano vuol dire pensare, vivere emozioni e lasciarsi andare, provare con i sensi tutto ciò che la vita ha da offrire. Bellezza e bruttezza. Leggerezza e pesantezza. Felicità e dolore. Fisicità ed etereo. Da soli nella propria privacy, con gli altri nella collettività. E tutto questo, insieme, non sarà mai estraneo ad un essere umano, perché tutto questo, insieme, significa essere umano. Roma, 02/10/2019 Isabella Tokos, III A