MERCURIO

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MERCURIO
Mercurio è il pianeta più interno del sistema solare e il
più vicino al Sole. È il più piccolo e la sua orbita è anche
la più eccentrica, ovvero la meno circolare, degli otto
pianeti. Conosciuto sin dal tempo dei Sumeri, il suo
nome è tratto dalla mitologia romana. Il pianeta è stato
associato a Mercurio, messaggero degli dei,
probabilmente a causa della sua rapidità di movimento
nel cielo. Il suo simbolo astronomico è una versione stilizzata del caduceo del dio. Trattandosi di un pianeta
interno rispetto alla Terra, Mercurio appare sempre molto vicino al Sole, al punto che i telescopi terrestri
possono osservarlo raramente, durante il giorno la luminosità solare impedisce ogni osservazione, e
l'osservazione diretta è possibile solamente subito dopo il tramonto, oppure eccezionalmente in occasione
delle eclissi totali. Inoltre l'estrema brevità del suo moto di rivoluzione ne permette l'osservazione
solamente per pochi giorni consecutivi, dopo di che il pianeta è inosservabile dalla Terra. Mercurio è visibile
solitamente per sei periodi l'anno, con 3 apparizioni la mattina prima dell'alba e 3 la sera immediatamente
dopo il tramonto. I periodi migliori per l'osservazione sono dopo il tramonto attorno all'equinozio di
primavera per l'emisfero boreale e prima dell'alba attorno all'equinozio di autunno per l'emisfero australe,
a causa dell'inclinazione dell'eclittica sull'orizzonte.
I transiti di Mercurio osservati dalla Terra sono molto più frequenti dei transiti di Venere grazie alla ridotta
distanza dal Sole e alla maggiore velocità orbitale: ne avvengono circa 13 ogni secolo. Sin dai tempi antichi il
transito fornisce un'ottima occasione per condurre studi scientifici. Nel 1600 i transiti di Mercurio vennero
usati per stimare la dimensione del pianeta e per calcolare la distanza tra Terra e Sole, allora sconosciuta.
Mercurio fu visitato per la prima volta nel 1974 dalla sonda statunitense Mariner 10 che teletrasmise a
terra fotografie registrate nel corso di tre successivi sorvoli.
Concepito per l'osservazione di Venere e Mercurio, il Mariner 10 venne lanciato il 3 novembre 1973 e
raggiunse il pianeta nel 1974, usando per la prima volta nella storia la manovra di fionda gravitazionale. La
sonda effettuò il primo sorvolo il 29 marzo a una distanza minima di 700 km, fornendo le prime immagini
inedite del pianeta e risultati scientifici inaspettati: la sonda registrò un campo magnetico rilevante che si
pensava fosse quasi del tutto assente. Il secondo sorvolo, il 21 settembre, fu ben più lontano del primo. Si
decise di risparmiare carburante per permettere un terzo sorvolo che avrebbe permesso di capire la natura
del campo magnetico: se intrinseco come quello della Terra o indotto dal vento solare come quello di
Venere. Il sorvolo avvenne a circa 50 000 km dalla superficie e fornì ulteriori immagini della superficie
illuminata e dettagli del polo sud. Le manovre preparatorie per il terzo sorvolo non furono prive di incidenti,
ma riuscirono comunque a portare la sonda statunitense alla minima distanza da Mercurio il 16 marzo
1975, quando passò a soli 327 km dalla superficie, confermando la natura intrinseca del campo magnetico e
l'esistenza di una magnetosfera. La sonda abbandonò il pianeta dopo aver fotografato il 41% della
superficie del pianeta, fu spenta e rimase in orbita eliocentrica.
La NASA lanciò nel 2004 la sonda MESSENGER il cui primo passaggio ravvicinato di Mercurio, avvenuto il 14
gennaio 2008, fu preceduto da un sorvolo ravvicinato della Terra e da due di Venere e fu seguito da tre
manovre di fionda gravitazionale su Mercurio prima dell'ingresso in orbita attorno al pianeta il 18 marzo
2011. In seguito al primo fly-by di Mercurio, la sonda MESSENGER inviò a terra le prime immagini
dell'emisfero "sconosciuto" di Mercurio. La missione permise di scoprire la composizione della superficie, di
rivelare la sua storia geologica, di analizzare il suo campo magnetico e di verificare la presenza di ghiaccio ai
poli. La missione si concluse con il decadimento orbitale e l'impatto ad alta velocità sulla superficie, creando
presumibilmente un nuovo cratere dal diametro di 16 metri[
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