13. Magnetismo 13.1 La forza di Lorentz. Il magnetismo è un fenomeno noto da molti secoli, ma fino all’inizio dell’ottocento la teoria trattava di calamite, aghi magnetici e delle loro interazioni con il magnetismo terrestre. La peculiarità delle calamite era il loro presentarsi sempre con due poli di segno opposto che non si riuscivano mai ad isolare, spezzando una calamita si avevano due calamite ognuna con due poli. I poli vengono chiamati nord e sud perché un ago magnetico libero si orienta lungo una direzione prossima a quella nord-sud geografica. In quel periodo viene fatta una prima scoperta fondamentale, una corrente elettrica interagisce con un ago magnetico, da questa prima osservazione deriva lo sviluppo sperimentale che portò fino ad una teoria unificata per elettricità e magnetismo. La differenza fondamentale è che non sono mai state scoperte cariche magnetiche isolate, monopoli magnetici. Nel capitolo 11 abbiamo definito il campo elettrico tramite la forza esercitata su una carica, definiamo in maniera analoga il campo magnetico tramite la forza esercitata su una carica in movimento con velocità v in una zona di spazio dove è un campo magnetico . B 13.1 =q v × B F La forza è detta forza di Lorentz. Nel Sistema Internazionale l’unità di misura del campo magnetico è il Tesla (T), 1T = 1 N N =1 per avere una idea C⋅m/s A⋅m dell’intensità del campo notiamo che il campo magnetico terrestre è circa 5 ⋅10-5 T. Dalla definizione di prodotto vettore notiamo che la forza ha modulo qvB sin θ , , direzione ortogonale al piano dove θ è l’angolo tra le direzioni di v e di B e verso positivo se i tre vettori sono orientati individuato dai due vettori v e B secondo una terna cartesiana destrorsa. Questa definizione di forza di Lorentz, ha alcune conseguenze particolarmente ovvero la forza è ortogonale a v e B importanti: • la forza non compie lavoro • la forza non cambia il modulo di v • la forza non varia l’energia cinetica della carica Per chiarirci le idee proviamo a scomporre la velocità nelle sue componenti parallela e perpendicolare al campo magnetico. La componente di v nella si mantiene costante, e la forza di Lorentz è zero; per quanto direzione di B riguarda la componente di v perpendicolare a B questa da origine ad una forza che farà deviare il moto in direzione ortogonale a v ovvero alla tangente alla traiettoria della carica, localmente cioè su una traiettoria circolare. Consideriamo il caso semplice di una carica q che si muove in un campo sono perpendicolari la carica farà magnetico costante. Se le direzioni di v e B un moto circolare uniforme, la forza di Lorentz è la forza centripeta e vale per l’accelerazione centripeta la relazione: ma c =qvB ⇒ m trovare il raggio dell’orbita circolare r= v2 =qvB , possiamo quindi r mv . Naturalmente possiamo calcolare qB anche la frequenza angolare con cui si muove la carica ω=qB / m . Nel caso la avremo un moto carica abbia anche una componente di v nella direzione di B elicoidale, ovvero la carica si muoverà nella direzione di B con velocità costante mentre percorre una circonferenza nel piano ortogonale. 13.2 Forza su un conduttore percorso da corrente. Consideriamo un conduttore elettrico, ad esempio un filo di rame, al cui interno stia scorrendo della corrente, nel paragrafo precedente abbiamo visto che una carica che si muove in un campo magnetico risente della forza di Lorentz, ci aspettiamo allora che le cariche in moto risentano di una forza, e poiché sono confinate all’interno del conduttore ci aspettiamo di avere una forza sul conduttore, effettivamente se proviamo a realizzare l’esperimento vediamo che il filo viene spostato. Proviamo a calcolare questa forza. Consideriamo un tratto di filo rettilineo di lunghezza l percorso da una corrente i sul piano orizzontale ed immerso in un campo magnetico diretto perpendicolarmente al piano stesso verso il basso. Il fatto che nel filo circola una corrente equivale a dire che le cariche si muovono nel filo con una velocità di deriva vd . Il modulo della forza agente sulla singola carica è F =qv d B , la corrente costante che circola nel filo si può scrivere come i=q/ l / v d , ovvero la carica che passa nel filo diviso il tempo che ci mette ad attraversare il filo. Possiamo dunque mettere insieme queste due relazioni ed otteniamo che: F = il / v d ⋅v d B=ilB . Il filo risente dunque di una forza che tenderà verso la sinistra di un osservatore che si muove con la corrente. Se il campo magnetico non fosse stato ortogonale alla corrente, ma avesse formato un angolo θ con la sua direzione avremmo dovuto tenerne conto naturalmente e sarebbe risultato F =qv d B sin θ . Possiamo allora scrivere questa relazione in forma vettoriale, se abbiamo un filo rettilineo di lunghezza l percorso da una corrente i immerso in un campo magnetico costante esso risente di una forza: 13.2 =i l × B F Poiché non sempre saremo così fortunati da avere un filo rettilineo che mantiene fisso il suo orientamento rispetto al campo magnetico, possiamo agente su un pezzetto generalizzare la formula 13.2, consideriamo la forza d F =id l × B , possiamo allora scrivere che infinitesimo d l di conduttore sarà d F la forza su di un generico conduttore, che si estende da un punto A ad un punto B, percorso da corrente ed immerso in un campo magnetico vale: B 13.3 =∫ id l × B F A 13.3 Momento di una spira conduttrice percorsa da corrente. Nel paragrafo precedente abbiamo parlato della forza su un conduttore percorso da corrente, vogliamo ora preoccuparci ora del caso in cui la forza di Lorentz abbia un momento diverso da zero. Consideriamo una spira conduttrice, ovvero un filo chiuso su se stesso, ad esempio una spira rettangolare percorsa da una corrente i ed orientata in modo tale che la e che normale al piano in cui giace formino un angolo θ con la direzione di B . due lati siano perpendicolari al campo B Le forze sui lati L΄ hanno stesso modulo e verso opposto, esse tendono a deformare il circuito, ma non danno un momento, le forze sui due lati L danno invece un momento il cui modulo è 13.4 iBL L 'sin θ il prodotto LL ' è l’area della spira, se indichiamo con A il vettore avente modulo l’area della spira e perpendicolare alla spira stessa possiamo scrivere che il campo esercita un momento: 13.5 τ =i A× B La quantità μ =i A viene detta momento magnetico della spira, abbiamo quindi che il momento della forza sulla spira vale: 13.6 τ =μ × B La relazione che abbiamo trovato per una spira rettangolare può essere generalizzata e risulta vera per spire di qualunque forma. Se abbiamo un sistema formato da N spire avvolte insieme, una bobina, attraversate dalla stessa corrente, il momento sarà N volte quello appena calcolato. 13.4 Legge di Biot e Savart Nell’introduzione del capitolo abbiamo accennato al fatto che aghi magnetici e correnti interagiscono, questo significa che una conduttore percorso da corrente esercita una forza su un magnete. Possiamo dire dunque che un filo percorso da corrente genera un campo magnetico. Se consideriamo un elemento piccolo, al limite infinitesimo, di filo d l percorso da una corrente i, generato in un punto P a distanza r sperimentalmente risulta per il campo B dall’elemento di filo stesso: • è perpendicolare a d l ed ad r B • il modulo di B varia come r−2 • il modulo di B è proporzionale a i ed alla lunghezza di d l • è proporzionale a sin θ dove θ è l’angolo tra d l ed il modulo di B r Quanto detto si può riassumere nella seguente forma vettoriale che esprime la legge di Biot e Savart: 13.7 = dB μ 0 i d l ×r 4π r3 la costante μ 0 vale 4 π⋅10−7 N/A, ed è detta permeabilità magnetica del vuoto. Il modulo del campo magnetico può essere scritto come dB= μ 0 i dl sin θ . 4 π r2 La legge di Biot e Savart dà il campo magnetico generato da un elemento dobbiamo integrare su tutti infinitesimo di conduttore, se vogliamo il campo B gli elementi d l in cui è suddiviso il conduttore. Si può notare che questa legge ha notevoli analogie con la legge di Coulomb per l’elettrostatica: una carica elettrica puntiforme produce un campo elettrico la cui intensità varia come r−2 , un elemento di corrente produce un campo magnetico la cui intensità varia di nuovo come r−2 , bisogna per fare attenzione che le direzione dei due campi sono completamente diverse. Vediamo ad esempio il campo magnetico generato da un filo, di lunghezza indefinita e percorso da corrente i, ad una distanza r dalla stesso. Nel punto P per ogni elemento d l il campo è ortogonale al piano determinato da P e dalla corrente quindi è tangente al cerchio che passa per P ha centro sul filo e giace sul piano perpendicolare alla corrente. Quando integriamo tutti gli elementi d l contribuisco nella stessa direzione, possiamo quindi passare al solo modulo del campo che risulta B= μ 0 ∞ sin θ i∫ dl , svolgendo i calcoli ed 4 π −∞ r 2 indicando con R la distanza tra il punto P ed il filo: 13.8 B= μ0 i 2 πR Vediamo ora il campo magnetico generato sull’asse di una spira circolare di raggio R percorsa da una corrente i: Dato un punto P sull’asse della spira a distanza x dalla stessa, tutti gli elementi d l sono perpendicolari ad r e si trovano alla stessa distanza r dal punto P: r 2=x 2R 2 . Il modulo del campo vale inoltre dB= μ0 i dl . Possiamo anche 4 π x R 2 2 vedere che il campo ha una componente lungo l’asse della spira ed una nella direzione ortogonale. Per ragioni di simmetria l’integrale su tutta la spira della componente ortogonale fa zero, possiamo quindi interessarci alla sola componente lungo l’asse dB cos θ ed integrarla su tutta la spira tenendo conto che cos θ= B=∮ R x 2 1/2 r 2 μ 0 i cos θ dl 4 π x 2R 2 = si ottiene il seguente integrale: μ0 i R 4 π x 2R 2 3/2 ∮ dl= μ 0 iR 2 3/ 2 2 x 2R 2 Nel centro della spira questo campo diventa: μ0 i 13.9 2R 13.5 Forza tra due conduttori paralleli percorsi da corrente Abbiamo detto nei paragrafi precedenti che un conduttore percorso da corrente risente della forza di un campo magnetico e che un conduttore percorso da corrente è una sorgente di campo magnetico. Da ciò deduciamo che se abbiamo due conduttori percorsi da corrente ciascuno eserciterà sull’altro una forza mediata dal campo magnetico. Questa proprietà è di particolare interesse perché è usata per definire l’Ampere. Consideriamo due fili paralleli di lunghezza indefinita percorsi da corrente: Il filo 1 produce ad una distanza d un campo magnetico B 1= μ0 i 1 2π d , la corrente nel filo 2 interagisce con il campo B1 e la forza su una porzione L del filo 2 è quindi F 1−2=i 2 L B1= μ0 i 1 i 2 L 2π d . In maniera simmetrica, il filo 2 produce ad una distanza d un campo magnetico B 2= μ0 i 2 2π d , la corrente nel filo 1 interagisce con il campo B 2 e la forza su una porzione L del filo 1 è quindi uguale alla precedente in modulo F 2−1=i 2 L B 1= μ0 i 1 i 2 L 2π d . La forza è attrattiva se le due correnti sono concordi, repulsiva se sono discordi. DEFINIZIONE DELL’AMPÈRE: 1 ampère è l’intensità di corrente costante, che, mantenuta in due conduttori paralleli, di lunghezza infinita e di sezione trascurabile, posti ad una distanza di 1 m uno dall’altro nel vuoto, produce tra tali conduttori la forza di 2⋅10−7 N per metro di lunghezza. 13.5 Teorema di Ampere La legge di Biot e Savart ci mette in grado di calcolare il campo magnetico generato da un sistema di correnti, ma spesso i calcoli non sono semplici. Sarebbe utile una qualche formulazione che semplifichi il problema sfruttandone le eventuali simmetrie, in maniera analoga a quanto succede per il calcolo del campo elettrico di una distribuzione di cariche tramite il teorema di Gauss. Torniamo al caso del filo di lunghezza indefinita percorso da corrente, abbiamo visto che il campo in un punto P è tangente alla circonferenza che giace nel piano perpendicolare al filo, passa per P ed ha il centro sul filo. Inoltre sappiamo che l’intensità del campo è la stessa su tutta la ⋅d l sulla circonferenza circonferenza. Se andiamo a considerare la quantità B passante per P notiamo che i due vettori sono sempre paralleli quindi per la l è costante su tutti i punti di una traiettoria circolare attorno al quantità B⋅d filo percorso da corrente e risulta: μ i l =B ∮ dl = 0 2 π r= μ 0 i ∮ B⋅d 2π r Abbiamo calcolato questo risultato nel caso specifico del filo indefinito percorso da corrente, in realtà esso ha validità generale e viene indicato con il nome di ⋅d l lungo un qualunque percorso teorema di Ampere: l’integrale di linea di B chiuso, detto anche circuitazione di B, è uguale al prodotto di μ 0 per la corrente continua totale concatenata con il percorso. ∮ B⋅d l = μ0 i c 13.10 Il teorema di Ampere svolge effettivamente per il campo magnetico il ruolo che il teorema di Gauss svolge per il campo elettrico, è utile soprattutto nel caso di distribuzioni di correnti con elevata simmetria. Bisogna prestare attenzione che esso è valido solo per correnti continue e che le correnti sono tutte e sole quelle concatenate al percorso. Nel disegno sottostante ad esempio la corrente i 4 non è concatenata al percorso. Il teorema di Ampere può essere utilizzato per calcolare il campo del filo indefinito percorso da corrente, o visto che questo calcolo lo abbiamo già fatto per calcolare il campo di un solenoide ideale di lunghezza indefinita percorso da una corrente i. Il solenoide è un insieme di spire avvolte su un cilindro tutte percorse dalla stessa corrente, un solenoide reale avrà chiaramente una lunghezza finita ed il campo magnetico da esso generato somiglierà a quello del solenoide ideale nella regione lontana dai bordi. Nel solenoide ideale il campo magnetico è parallelo all’asse del solenoide ed è costante all’interno e zero all’esterno, come può essere facilmente verificato sfruttando la sua simmetria. Se consideriamo il percorso rettangolare indicato in figura ∮ B⋅d l si può dividere in 4 parti: 13.11 b c d a a b c d l =∫ B⋅d l ∫ B⋅d l ∫ B⋅d l ∫ B⋅d l ∮ B⋅d solo il primo termine è diverso da zero, infatti il campo magnetico è sempre nullo nel terzo integrale ed è ortogonale a d l nel secondo e nel quarto. Risulta quindi b 13.12 l =∫ B⋅d l = Bh ∮ B⋅d a dal teorema di Ampere sappiamo che questo integrale deve essere anche uguale a μ0 per la corrente concatenata al percorso, se N è il numero delle spire concatenate ∮ B⋅d l =Bh= μ0 i c = μ0 iN e se introduciamo il numero di spire per unità di lunghezza n= N / h il campo magnetico del nostro solenoide risulta: 13.13 B= μ 0 in