GENTE DI SCUOLA Volevo scrivere qualcosa di serio, ma poi mi sono imbattuto in una barzelletta troppo bella da non condividere con chi sta leggendo questo pezzo. Scuola è un termine greco, skholḗ, che significa tempo libero. No, giuro, non vi sto prendendo in giro. Quei burloni dei greci dicevano che la scuola doveva essere un luogo di svago, appannaggio per discussioni sulla filosofia e sulla bellezza. Oggi nemmeno riusciremmo a pensare alla scuola in termini di bellezza, rinchiusi 6 ore consecutive (quando va bene) dietro ad un banco, fissi davanti allo schermo di un computer o a parlare davanti ad una cattedra. Studenti, docenti, personale. Nessuno escluso. Soltanto a pensare che sia tutto ricominciato, che qualcuno abbia premuto il tasto “Restart” ci viene un senso di nausea senza precedenti. Ogni anno dedichiamo circa 1.500 ore alla scuola, 1.000 vanno per le lezioni e circa 500 per lo studio. Anni della nostra vita che vediamo volare via, davanti ai nostri occhi. Quel senso di fatica quando ogni giorno varchiamo la soglia dell’ingresso, il fuoco che brucia dentro. Ma perché dobbiamo studiare? Che senso ha quel che studiamo per la nostra vita? Ditemi come uno studio di funzione matematica può cambiare e migliorare la mia vita. Stiamo pensando tutti in termini sbagliati. Avete, abbiamo buttato via anni della nostra vita guardando il lato sbagliato delle cose. Pensando che fossimo dei prigionieri. Nessuno si è ancora accorto della bellezza che circola silenziosa tra di noi. S’insinua ogni giorno tra le fessure, gli spazi, le emozioni e se ne sta buona lì, in attesa che qualche pioniere se ne accorga e decida di interpellarla. Pensate se ogni giorno potessimo svegliarci felici, sfregarci le mani e dire: -Oggi finalmente posso andare a scuola, imparare, conoscere qualcosa in più di me stesso e scoprire la bellezza che la cultura mi riserva. -Oggi finalmente posso andare a scuola, sapendo che davanti ho dei ragazzi che posso abbracciare con la mia cultura, trasmettergli tutto quello che la vita mi ha insegnato. -Oggi posso finalmente andare a scuola, a lavorare in mezzo a ragazzi e docenti che trasudano gioia da tutti i pori. Non vi sto parlando di mondi oscuri, della galassia di Star Trek o del mondo immaginario Marvel. Citando Avvenire.it, “Lo scopo della scuola non è studiare dei libri, ma rispondere al desiderio di scoprire il segreto di sé e delle cose. La scuola è un mondo dove si incrociano tanti mondi: la storia, la filosofia, la matematica, la fisica sono strade attraverso cui entrare nella realtà, mettendo a frutto il bagaglio di conoscenza e di esperienza che ci viene dal passato, perché possa essere re-inventato” Se ancora non si fosse capito, l’intento è quello di smuovere le coscienze. Di risvegliarsi finalmente dal torpore in cui siamo caduti e cominciare a vedere la scuola per quello che veramente è. Perché come ci ricorda papa Francesco: "amiamo" la scuola per quel che può accadere dentro la scuola, dentro quelle 1.000 ore all'anno di vita che condividiamo con i nostri studenti.” Non ci credo a chi dice di essere troppo vecchio per queste cose, di non avere gli strumenti per cambiare le cose. Non servono leggi, riforme, miracoli. Serve che qualcuno dia un senso a quello che stiamo facendo. Ridateci la nostra voglia di stare dietro ai banchi, non solo per ascoltare ore di noiosi monologhi su cose che non ci interessano. Motivateci alla bellezza. Non abbiamo paura di faticare per le cose che desideriamo. Odiamo la mancanza di senso, la percezione di essere sommersi di risposte a domande che non abbiamo. L’augurio per quest’anno scolastico, da parte mia, è di avviare una rivoluzione che porti le cose alla normalità. Che la scuola sia un mezzo per entrare dentro di noi, per riprendere coscienza di noi stessi. Studenti, docenti, dirigenti, collaboratori, impiegati. Siamo qui, siamo pronti a vivere finalmente. Buon anno scolastico a tutti, davvero. un visionario