Foto di S. Deckard OLI ESSENZIALI nell’ambulatorio del medico di famiglia trova oggi un razionale impiego in tante situazioni cliniche e in particolare nelle dermatopatie di varia eziologia, anche impetiginizzate; in affezioni delle vie respiratorie batteriche e virali (con attività di modificazione delle secrezioni e azione antiflogistica, antisettico-balsamica e antispasmodica), nelle malattie dell’apparato gastro-intestinale (dal meteorismo al colon irritabile fino alle infezioni intestinali), nelle patologie batteriche urinarie, nel trattamento dei parassiti intestinali, in genere anche in altre malattie infettive microbiche e/o micotiche, e inoltre nelle reumoartropatie, tramite applicazioni topiche dirette o transdermiche. L’aromaterapia trova poi spunto anche in malattie di ambito specialistico, approcciabili talvolta in fase iniziale dallo stesso curante, come in neurologia (crisi d’ansia, insonnia) e in ambito ginecologico (vaginosi e vaginiti). Aromaterapia applicata L’uso di questi preziosi estratti (distillazione in corrente di vapore, CO2 supercritica, Naviglio estrattore) può essere altresì proposto a integrazione della terapia medica convenzionale, secondo criteri di sinergia farmacologica ed efficacia. Il meccanismo di azione (bat- APPROCCIO TERAPEUTICO RAZIONALE CON GLI OLI ESSENZIALI IN MEDICINA GENERALE Thymus vulgaris Gli oli essenziali hanno una notevole potenzialità terapeutica grazie alla loro spiccata attività antisettica e antinfiammatoria e possono essere uno strumento decisamente efficace nel bagaglio di rimedi fitoterapici del medico. * Paolo Campagna e basi razionali di un completo sviluppo clinico degli oli essenziali trova oggi riscontro nell’aromaterapia francese (denominata appunto clinica), che considera la somministrazione degli oli essenziali anche oltre l’utilizzo topico o inalatorio, tramite enteroclismi o preparazioni orali, sotto la scrupolosa supervisione di medici e all’interno di una molteplice strategia terapeutica rigorosamente allineata ai criteri L 44 natural 1 aprile 2013 della medicina accademica (a tale aromaterapia si ispira anche l’indirizzo normativo accordato dalla Commissione Europea di Bruxelles). Lo straordinario potere di penetrazione e diffusibilità degli oli essenziali all’interno del corpo umano (risaputa almeno dai tempi di Teofrasto), ne ha comunque da tempo consolidato l’applicazione esterna che assume un suo distinto significato, permettendo tra l’altro di trarre benefici non irrilevanti anche tra alcuni oli essenziali che difficilmente potrebbero trovare impiego (per tossicità o causticità) per via interna. L’uso degli oli essenziali in medicina e in particolare tericida e talvolta batteriostatica) degli oli essenziali è simile in fondo a quello degli antibiotici (De Billerbeck et al., 2001), ma essi agiscono anche mediante differenti mezzi poiché influenzano l’ambiente ecologico (Langenheim, 1994), ostacolando la sopravvivenza dei microrganismi e rinforzando le difese immunitarie, non deteriorando la flora batterica intestinale. In aggiunta, alcuni oli essenziali possiedono un’azione locale su mucosa gastrica, epitelio urinario e mucose genitali (Baspeyras, 1995) o possono essere usati come rimedi topici per la decolonizzazione di MRSA (Methicillin-resistant Staphylococcus aureus) (Caelli et al., 2000). Una ricerca effettuata nell’Università degli Studi di Sassari sull’olio essenziale di Myrtus communis, ad esempio, aveva già registrato una buona azione batteriostatica nei confronti di 27 ceppi di microrganismi fra i quali 3 Gram-positivi, 6 Gram-negativi e 18 candide, oltre a una attività interessante su Helicobacter pylori. (Deriu et al., 2007), ma di dubbio valore clinico, visto che mai è stata confermata in vivo su pazienti sottoposti a esame bioptico endoscopico. Consiglio spesso gli oli essenziali puri tipizzati (a chemotipo), disciolti nella propoli, ai miei pazienti con flogosi ORL e del cavo orale (gengivo-stomatiti anche OLI ESSENZIALI aftose, mughetto, candidosi), sia nelle forme virali (molto frequenti) che in quelle batteriche, talvolta in associazione agli antibiotici di sintesi nelle forme miste di un certo impegno. Prediligo in questo caso la propoli, ottimo solvente alcolico, per la sua azione immunostimolante, oltre che antibatterica, balsamica e antiflogistica (esplicata anche “per contatto”). Nei casi di rinosinusite purulenta certamente questa resina trova inserimento nel protocollo che comprende antibiotici e/o gli stessi oli essenziali a spiccata attività microbicida, mucolitica e balsamica, utilizzabili per semplice inalazione o in soluzione per aerosol, ma solo con particolari accorgimenti. Nelle infezioni batteriche con o senza sovrapposizioni fungine, oli essenziali puri, spesso tipizzati, di Melaleuca alternifolia, Thymus vulgaris, Corydothymus capitatus, Origanum vulgare, Cinnamomun zeylanicum, trovano la giusta collocazione terapeutica, per uso topico e/o interno, anche da soli, in alternativa ai comuni farmaci di sintesi. In tali situazioni mi avvalgo invece di preparazioni come capsule molli oleose o opercoli di gelatina (gèlules), con il vantaggio di moderarne la lesività gastrica, ridurre il contatto diretto con la mucosa e favorirne l’assorbimento tramite oli vegetali o altri eccipienti. Molto interessante è proprio l’azione dell’olio essenziale di Tea tree contro batteri, funghi e lieviti; essa interessa numerosi ceppi di microrganismi, ad esempio Trichophytum spp., Microsporum spp. e Candida spp. e si manifesta sia per un uso sistemico, dove appunto prediligo le preparazioni in opercoli, che per applicazione locale. Uno studio clinico controllato ha recentemente valutato l’efficacia e la tollerabilità di un prodotto topico al 5% in olio essenziale di Melaleuca alternifolia vs placebo in pazienti con tinea capitis da Pityrosporum ovale. L’azione si manifesta a concentrazioni medie o medio-alte; data la sua notevole liposolubilità questo olio essenziale viene ben assorbito anche se utilizzato per via topica, pur senza raggiungere i livelli che si riscontrano dopo una costante, ma controllata, somministrazione orale. L’attività antimicotica è attribuita anche all’olio essenziale di Thymus vulgaris a timolo ed è stata testata con successo anche su altri ceppi difficili quali Aspergillus, Penicillium, Alternaria e Trichoderma. Nei casi di colon irritabile molto valida risulta la terapia per os con opercoli gastroresistenti di O.E. di Menta piperita, efficaci almeno quanto la trimebutina, ma con alcune controindicazioni e avvertenze; così come nelle gastropatie da Helicobacter pylori alcuni oli essenziali sembrerebbero, in attesa di ulteriori conferme dal mondo scientifico, utili nella sua eradicazione, talvolta in originali miscele antibioticiestratti volatili, per ridurne la posologia e la tossicità. 46 natural 1 aprile 2013 Nelle infezioni urinarie interessante e molto efficace appare l’associazione di Vaccinium macrocarpon, probiotici e alcuni O.E. a tropismo genito-urinario, persino nei casi di cisto-uretrite recidivante da Escherichia coli. Ciò vale anche nelle frequenti forme di vaginosi, dove una terapia naturale con fitocomplessi e cicli di oli essenziali tipizzati e puri spesso è sufficiente per il controllo clinico della patologia. Nel trattamento poi di alcune affezioni cutanee, spesso sostenute da Gram positivi, determinati oli essenziali a chemotipo alcool, eccellenti per maneggevolezza e tollerabilità (v. linalolo), possono essere razionalmente proposti insieme ad altri ad azione eudermica, cicatrizzante e antiflogistica. Nell’acne l’aromaterapia si è arricchita di recente di particolari oli essenziali che hanno mostrato efficacia notevole su Propionibacterimu acnes, proponibili in associazione per una azione polivalente. Ciò vale anche per favorire la riparazione di ulcere venose, laddove alcuni di questi rimedi, in veicolo oleoso intelligente, possono “potenziare” le stesse garze medicate convenzionali. Potenzialità da esprimere Quanto descritto rappresenta solo una parte della nicchia di intervento tramite aromaterapia per il medico, poiché altri spazi ancora potrebbero essere proponibili con esiti favorevoli; purché si tenga conto di parametri quali l’aromatogramma e le MIC (e MCB) in fase di primo approccio microbiologico, oltre a eventuale ipersensibilità cutanea e generale del paziente verso un olio essenziale, non trascurando mai il loro basso indice terapeutico e la loro potenziale tossicità epatica, renale e neurologica, specialmente quando ricchi in chetoni, aldeidi, esteri. Posologia e durata dei cicli terapeutici, controllo di esami ematochimici, esperienza clinica e conoscenza del paziente, rappresentano poi i capisaldi del protocollo aromatologico. Recenti problematiche inoltre li coinvolgono in interazioni farmacologiche con altri farmaci, in relazione alla metabolizzazione epatica (citocromo P450). L’uso razionale e scientifico degli oli essenziali, specialmente per uso interno, necessita pertanto di rigore clinico, tanto buon senso e metodologia, esclusivamente all’interno di uno stretto legame tra il medico esperto, il microbiologo e il farmacista che, tra l’altro, è in prima persona filtro responsabile della idonea preparazione o del buon acquisto (biologicità, purezza, tipizzazione) e della buona conservazione. * Medico Presidente SIROE (Società Italiana Ricerca Oli Essenziali) Docente nel Corso di Perfezionamento in Fitoterapia presso Università della Tuscia di Viterbo