Il morbo di Crohn
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica
dell’intestino; l’incidenza è più elevata tra i soggetti di età
compresa fra i 15 e 35 anni. Di fatto esiste una
predisposizione genetica alla malattia. Diversi gli esami
diagnostici previsti per l’accertamento della patologia il cui
trattamento è, essenzialmente, medico-farmacologico.
Talvolta è necessario anche un intervento chirurgico
Intervista a Fabrizio Parente, Direttore della Struttura di
Endoscopia e Gastroenterologia dell’Ospedale “A. Manzoni” di Lecco
Cos’è il morbo di Crohn ?
E’ una malattia infiammatoria cronica che può colpire, teoricamente, tutto il canale alimentare, ma
che più frequentemente si localizza alla porzione terminale dell’intestino tenue, ovvero l’ileo (ileite)
e/o nel colon destro-ceco (ileocolite), oppure solo al colon in una sua qualsiasi parte (colite). La
malattia si chiama così dal nome del medico americano , Burril Bernard Crohn, che per primo la
descrisse, nel 1932, come malattia dell’ileo.
A che età si manifesta ?
Il morbo di Crohn si può manifestare a qualsiasi età, tuttavia l’incidenza è più elevata tra i 15 e i 35
anni. Uomini e donne ne sono colpiti in egual misura. Negli ultimi anni si è osservato un aumento
della incidenza della malattia, soprattutto nell’età pediatrica. Si calcola infatti che oggi circa il 20%
dei casi interessi i bambini e gli adolescenti.
Quali sono le cause del morbo di Crohn ?
Tuttora le cause specifiche di questa patologia sono ignote. L’ipotesi prevalente è che si tratti di
una malattia su base immunitaria legata ad una reazione immunologica abnorme da parte
dell’intestino nei confronti di alcuni antigeni presenti a livello intestinale (ad esempio batteri).
Questo squilibrio immunologico potrebbe instaurarsi per un’alterata interazione tra fattori genetici
propri dell’individuo e fattori ambientali. Di fatto, esiste una predisposizione genetica alla malattia,
confermata dal fatto che le persone che hanno un fratello od una sorella affetto da morbo di Crohn
hanno 30 volte più probabilità di svilupparla rispetto alla popolazione generale.
I sintomi del patologia ?
Molte persone affette dal morbo di Crohn presentano sintomi per anni prima che venga formulata
la corretta diagnosi. Il dolore addominale costituisce il sintomo prevalente, più spesso localizzato
in basso a destra (sede delll’ileo e del ceco, le zone intestinali più frequentemente colpite). E’
spesso accompagnato da diarrea, le cui caratteristiche dipendono dalla porzione di intestino tenue
o del colon coinvolte. Nel caso di localizzazione ileale si hanno in genere elevati volumi di feci
acquose senza sangue, nel caso di colite si ha spesso diarrea sanguinolenta. Nelle forme più
estensive sono spesso presenti febbre, calo di peso e diminuzione dell’appetito. Altri segni precoci
della malattia, che possono anche precedere le manifestazioni intestinali, sono fistole ed ascessi
perianali, che si manifestano come un orifizio drenante materiale purulento o, rispettivamente, un
piccola massa locale arrossata, estremamente dolente e tesa, in regione perianale. Non
infrequentemente si possono associare manifestazioni extra-intestinali per interessamento di
numerosi organi ed apparati, tra cui fegato e vie biliari (colangite sclerosante primitiva), cute
(eritema nodoso), apparato oculare (uveite, episclerite), articolazioni (artriti periferiche, spondilite
anchilosante, sacro-ileite).
Come si diagnostica il morbo di Crohn ?
La malattia va sospettata allorquando vi siano i sintomi e segni sopradescritti; tuttavia, dato che si
tratta di sintomi in genere poco specifici e comuni ad altre malattie, è necessario eseguire degli
esami diagnostici. Gli esami del sangue hanno un ruolo poco specifico in quanto potranno solo
indicare uno stato infiammatorio (aumento della VES, della proteina C reattiva, leucocitosi). Utile è
il dosaggio della calprotectina fecale (un esame delle feci) che può confermare la presenza di una
infiammazione intestinale. Gli esami strumentali di scelta sono rappresentati dall’ecografia
intestinale, che rileva un ispessimento delle pareti dei tratti intestinali colpiti, dalla Risonanza
Magnetica intestinale dalla enteroTAC e dalla video capsula endoscopica del tenue, nonché dalla
coloscopia con biopsia che rappresenta sicuramente l’esame più affidabile per la diagnosi di una
malattia a localizzazione colica.
Comunque, la diagnosi di morbo di Crohn non si deve basare sull’esito di una sola indagine, ma
sulla valutazione complessiva dello stato clinico del paziente e sui risultati dei vari test di
laboratorio e strumentali.
Come si cura il morbo di Crohn ?
La terapia medica del morbo di Crohn ha lo scopo di indurre la remissione dei sintomi e di
mantenerla nel tempo, nonché prevenire e curare le possibili complicanze (fistole, ascessi,
stenosi). Ad oggi esistono numerosi farmaci impiegati nel trattamento di questa malattia. Ciascuno
di essi ha le sue indicazioni ed il suo profilo di sicurezza. La scelta del farmaco dipende da svariati
fattori, quali la localizzazione di malattia, la sua estensione, la sua severità. E’ pertanto necessario
che il trattamento venga individualizzato sul singolo paziente in base alle caratteristiche della sua
malattia. Vi sono purtroppo casi in cui il trattamento medico non risulta efficace o si verificano
complicanze non risolvibili con trattamento medico (stenosi, ascessi, fistole); in tal caso è
necessario ricorrere all’intervento chirurgico che comporta, in genere, la resezione del tratto
intestinale interessato dalla malattia.