PUO’ L’ORGANIZZAZIONE ARRESTARE IL DECLINO DEL PARTITO NOVECENTESCO? L’emorragia di iscritti che ha investito i partiti politici è interpretabile sulla base di alcune profonde dinamiche socio-politiche che investono da oltre un decennio le grandi organizzazioni e tutte le forme associative. In particolar modo i partiti di massa europei soffrono di una crisi generalizzata per un diffuso calo di aderenti riconducibile a varie concause: dalla “liquefazione” delle relazioni sociali alla riduzione dei legami comunitari, della differenziazione della società al rifugio nella dimensione individuale e privata, dal tramonto delle ideologie totalizzanti (specie a sinistra) fino alla personalizzazione della politica con la delega della rappresentanza ai leader populisti. A fronte di tali tendenze sono cresciute sia le aggregazioni sociali virtuale, specie quelle telematiche “giovanili” come FaceBook e simili in cui si sviluppa un dibattito politico informale, sia forme di partecipazione di massa come le primarie, facendo emergere un desiderio di presenza attiva nell’arena politica che non trova più o rifiuta il naturale sbocco dell’affiliazione al modello del partito novecentesco. Il tema dell’organizzazione, lungi dall’evocare risposte “tecniche” e neutrali, comporta inevitabilmente una visione di fondo e una mission basate su presupposti e opzioni/principi chiave, di chiara valenza “politica” e pubblica. La forma organizzativa del partito politico può essere concettualizzata e interpretata in una prospettiva di sistema-partito, che presuppone almeno tre chiavi di lettura/interpretazione della struttura e delle relazioni interne ed esterne all’organizzazione stessa, in un’ottica appunto sistemica: i processi di differenziazione funzionale (divisione specialistica del lavoro) e gerarchica, tipici dell’evoluzione sociale (1) a cui fa da contrappeso una complementare necessità di integrazione organizzativa e sociale (2) in rapporto ai confini e alle relazioni/comunicazioni con gli ambienti a cui si rapporta il sistema-partito (3). La differenziazione gerarchica interna, piramidale e geografica (sezioni, comitati cittadini, provinciali, regionali ed organi deliberativi nazionali) è quella classica, di impostazione verticale novecentesca, che dimostra tutti i suoi anni e la sua farraginosità burocratica, specie se confrontata con un’evoluzione sociale e culturale che enfatizza, all’opposto, la dimensione comunicativa orizzontale e partecipativa paritaria, coniugata in tutte le forme di interazione e relazione “social” mediate dagli strumenti elettronici. Va da se che le trasformazioni sociali e culturali hanno coinvolto prima di tutto le sezioni/circoli, che nel novecento si relazionavano prima di tutto con la dimensione comunitaria locale del quartiere o del paese, che sono via via venute meno per l’erosione delle storiche basi socio-economiche dei partiti di massa. La differenziazione funzionale interna risponde in modo più appropriato ed efficace ad una società che ha fatto della differenziazione in una pluralità di sotto-sistemi “specializzati” (4) un modello irreversibile rispetto alle società pre-moderne, basate su gerarchie sociali rigide e disfunzionali. La differenziazione dei sotto-sistemi sociali e delle loro funzioni, con la moltiplicazione dei codici e dei sistemi interpretativi/valutativi, stà alla base della società “liquida” e del venire meno del collante comunitario fondato sulla dimensione relazionale interpersonale e del cosiddetto mondo della vita. Il sistema-partito ha risposto in modo direi obbligato alla sfida della società differenziata, differenziandosi specularmente a sua volta al proprio interno, con la costituzione dei vari dipartimenti a livello locale e centrale. Il processo di differenziazione si è, ad esempio, materializzato simbolicamente nei tavoli tematici della Leopolda, che hanno caratterizzato in modo emblematico le edizioni della convention fiorentina. Spetta ai gruppi dirigenti, ai vari livelli gerarchici, la funzione di integrazione dell’organizzazione differenziata e soprattutto l’ottimizzazione della comunicazione tra i dipartimenti tematici e la platea degli iscritti, dei simpatizzanti, degli amministratori e delle rappresentanze istituzionali. Conferenza organizzativa PD 2014 – Giuseppe Belleri – Circolo PD Brescia Nord [Digitare il testo] Pag. 1 Infine il tema dei confini e dei rapporti tra il sistema-partito e l’ambiente è forse la variabile che ha subito il maggior cambiamento negli ultimi anni, come effetto prima di tutto del processo di differenziazione funzionale della società sopra descritto, che coinvolge direttamente o indirettamente tutta l’organizzazione. I dipartimenti tematici, ad esempio, sono composti in genere da tecnici/professionisti del settore e come naturale si rivolgono idealmente a specifici sotto-sistemi sociali, ovvero con specifici segmenti dell’ambiente(il mondo della scuola, della giustizia, della sanità, ricerca, trasporti, agricoltura, industria, università etc…) con cui il partito intende entrare in comunicazione e relazione, ad esempio con conferenze e convegni su argomenti di specifico interesse a livello locale o regionale/nazionale. Per le sezioni/circoli periferici risulta più problematico entrare in relazione/comunicazione con il proprio ambiente “naturale”, sia perché la dimensione locale “micro” viene by-passata da quella tematica “specialistica”, sia perchè sono venuti meno i legami comunitari su cui un tempo si reggevano le articolazioni periferiche di base. Se il tesseramento è l’atto formale che consente di superare il confine con l’ambiente e segna l’aggregazione dell’iscritto al sistema-partito, l’inclusione nell’orbita del partito dell’area dei partecipanti alle primarie segna uno spostamento non deliberato dello stesso confine verso la società, pur senza un atto di affiliazione formale. Ma è a livello “macro” che si sono realizzati i maggiori cambiamenti. Mi riferisco in particolare all’entrata in scena delle primarie che ha modificato in modo radicale l’ambiente di riferimento del sistema-partito e rotto gli equilibri tra apparato e iscritti, il cui ruolo si è annacquato nella confluenza con il popolo delle primarie. In sostanza e in modo schematico i gruppi dirigenti del sistema-partito ai vari livelli si devono relazionare ed entrare in comunicazione/interazione non più con un unico ambiente, ma con la sua segmentazione in tre dimensioni: quella macro della platea generale degli elettori e dell’opinione pubblica la nuova cerchia ristretta del popolo delle primarie, ovvero dei simpatizzanti non iscritti (dimensione meso) la dimensione micro del tradizionale gruppo di iscritti/militanti con tessera, che si stanno assottigliando e che partecipano solo occasionalmente alla vita del circolo. Va da se che strumenti, linguaggi, tempi e modalità di comunicazione devono essere tarati rispetto alle caratteristiche di questi tre diversi ambienti di riferimento. In particolare si pone il problema di agganciare e mantenere i contatti con il segmento intermedio, la vera novità nel panorama politico italiano dell’ultimo decennio che potrebbe rianimare la vecchia forma partito novecentesca, favorendone l’evoluzione in senso più partecipativo e aperto alla società. Le esperienze di e-democracy (5) di democrazia deliberativa e partecipativa (6) sono ormai diffuse e consolidate; in particolare nell’area PD da qualche anno è attivo il movimento delle cosiddette doparie , naturale sbocco delle primarie, nel segno della consultazione e del coinvolgimento della base degli iscritti e dei simpatizzanti nelle decisioni più rilevanti per la vita del partito e della sinistra (7). Si tratta di favorire l’evoluzione da una partecipazione/consultazione degli iscritti/simpatizzanti centrata sulla personalizzazione (le primarie per la selezione dei candidati e della classe dirigente locale o nazionale) ad una partecipazione/deliberazione circa idee, proposte, programmi e iniziative politiche del partito e della vasta sinistra sommersa, orfana di un referente partitico, emersa con le primarie (la proposta delle “doparie”). A proposito della differenziazione e della mobilità dei confini tra partito-sistema e ambiente Raffaele Calabretta, animatore delle doparie, ha osservato che “esiste un modo semplice e sensato per uscire dall’equivalenza tra iscritti ed elettori : ed è quello di fornire loro privilegi specifici [….]ipotizzando /due tipi di consultazione deliberativa all’interno dei partiti: Conferenza organizzativa PD 2014 – Giuseppe Belleri – Circolo PD Brescia Nord [Digitare il testo] Pag. 2 Doparie aperte a iscritti e elettori (anche a potenziali nuovi elettori). Si svolgerebbero – diciamo – una volta all’anno, su temi cruciali che spaccano il partito. Si rifanno alle procedure sperimentate nelle primarie nazionali. Doparie interne, riservate agli iscritti: sarebbero piu’ “dettagliate” e frequenti (anche elettroniche), per contribuire a costruire la linea del partito. Conclusione: la forma partito novecentesca è ormai in fase di esaurimento irreversibile e non saranno certo le minoranze interne o l’ipotesi dell’ennesima scissione a fermare un declino in atto da lustri, e tanto meno nuove aggregazioni di forze raccogliticce nell’ennesimo micro-partito radicale. Forse la vecchia forma partito potrebbe essere affiancata e rivitalizzata da nuove energie, a prescindere da vecchie contrapposizioni interne, se solo si riuscisse a mantenere un canale di comunicazione/relazione con il popolo informe e disperso delle primarie. Servono però nuovi canali comunicativi, linguaggi e strumenti adeguati, come ad esempio le citate doparie. In caso contrario verrà decretata la nascita di una nuova forma-partito, quanto mai leggera, informe e liquida se non gassosa. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE E SITOGRAFIA AA VV, Luhmann in glossario, I concetti fondamentali della teoria dei siatemi sociali, Franco Angeli Crozier M. Friedberg E, Attore sociale e sistema, Etas Libri Easton D, L’analisi sistemica della politica, Marietti Ed. Fabris A, L’organizzazione in una società in cambiamento, Etas Libri Ferrante M, Zan S, Il fenomeno organizzativo, NIS Scott W, Le organizzazioni, Il Mulino Zan S, Le organizzazioni complesse, Carocci 1-http://www.treccani.it/enciclopedia/sistema-sociale_%28Enciclopedia_delle_scienze_sociali%29/ 2-http://www.treccani.it/enciclopedia/integrazione-sociale_%28Enciclopedia_delle_scienze_sociali%29/ 3-http://www.treccani.it/enciclopedia/teoria-dei-sistemi_%28Enciclopedia_delle_scienze_sociali%29/ 4 http://it.wikipedia.org/wiki/Differenziazione_sociale 5-http://biblioteca.formez.it/webif/media/e-democracyLG.pdf, http://www.funzionepubblica.gov.it/media/274364/linee__strategiche_it.pdf 6-http://www.ittig.cnr.it/EditoriaServizi/AttivitaEditoriale/InformaticaEDiritto/IeD2004_1-2-NannucciBiasiotti.pdf, http://servizi2.regione.toscana.it/partecipazione/img/getfile_img1.php?id=7667 7-http://laral.istc.cnr.it/rcalabretta/pensatoio/rassegna_stampa.html , https://www.facebook.com/groups/doparie/ Conferenza organizzativa PD 2014 – Giuseppe Belleri – Circolo PD Brescia Nord [Digitare il testo] Pag. 3