La Governance 2

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La Governance nelle scienze sociali
Testo di riferimento:
Patrick Le Galès
Le città europee
Società urbane, globalizzazione, governo locale
il Mulino, Bologna, 2006, pp. 35-43; 255-267
Governance Territoriale a.a. 2008/2009
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La Governance 1
Legame fra le trasformazioni dello Stato, dell’economia e della società
fanno vacillare il modello dello Stato-nazione
Si modificano i vincoli e le opportunità dei territori infranazionali
Strutturazione di diverse modalità di Governance
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La Governance 2
√ La riflessione sociologica sulla governance tenta di integrare le
trasformazioni intervenute sul piano economico, politico e sociale,
privilegiando un approccio territoriale
√ Per le élite dello Stato la governance è utilizzata come una
strategia di adattamento ai vincoli esterni per riproporsi sulla
scena in maniera vantaggiosa
√ Ma
questa nozione
strumentalizzazione
mostra
un
elevata
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potenzialità
di
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L’uso della Governance nelle scienze sociali 1
√ La governance rinvia in particolare a tre tipi di uso nelle
scienze sociali (Kooiman, 2000; Leresche, 2001):
1. L’uso dell’economia classica (economisti americani)
2. L’uso della sociologia economica
3. L’uso della scienza politica
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L’uso della Governance nelle scienze sociali 2
√ Per gli economisti americani la governance indica il
coordinamento per accrescere l’efficacia dell’azienda
√ La sociologia economica considera i conflitti di potere, il
gioco dei gruppi sociali e dei meccanismi di controllo
√ La sociologia politica definisce la governance come un
processo di coordinamento di attori, di gruppi sociali, di
istituzioni, per raggiungere scopi discussi e definiti
collettivamente
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Sociologia economica e governance
√ Tipologia dei meccanismi di governance: mercato, reti,
gerarchie,
comunità,
associazioni
(regolazioni
articolate)
√ Le tre dimensioni del concetto di regolazione:
1. Modalità di coordinamento delle attività e delle
relazioni tra attori
2. L’allocazione delle risorse in relazione alle attività e
agli attori
3. Strutturazione dei conflitti (prevenzione, risoluzione)
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La regolazione
“Possiamo parlare di regolazione quando si possono
mettere in evidenza relazioni relativamente stabili tra
attori, gruppi sociali, che permettono la distribuzione
delle risorse secondo norme e regole esplicite o
implicite e permettono sanzioni
Numerosi autori hanno proposto delle tipologie per
identificare, da una parte, i tipi di regolazione e,
dall’altra parte, il risultato delle diverse combinazioni.
Possiamo per esempio identificare classicamente tre
forme idealtipiche di regolazione” (Le Galès, 2006: 37)
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Tre forme idealtipiche di regolazione
√ La regolazione statale
√ La regolazione attraverso il mercato
√ La regolazione attraverso la cooperazionereciprocità
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Sociologia politica e governance
1. I principi generali di costituzione e di organizzazione di
una collettività
2. L’organo e la costellazione di organi che istruisce,
decide, alloca, impone, amministra
3. Il processo di governo, ovvero il modo in cui l’organo
funziona
4. I prodotti del processo di governo
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La problematica della governance
L’origine di questa problematica risiede nei fallimenti del
governo:
“l’incapacità di mettere in vigore regolamentazione, il
rifiuto dei gruppi di riconoscere la legittimità, la negativa
valutazione delle relazioni tra mezzi e fini, l’assenza di
competenza e di strumenti di governo” (Mayntz, 1993)
Tale prospettiva insiste sulla capacità della società di
autoregolarsi e sulla capacità dei settori di resistere
all’autorità dello Stato
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Definizioni di governance
“Tutti quegli assetti interattivi in cui partecipano attori pubblici e
privati, allo scopo di risolvere problemi della società o di creare
opportunità per la società, impegnandosi nelle istituzioni
all’interno delle quali avvengono queste attività di governance
e per stimolare dibattiti normativi sul principio alla base di tutte
le attività di governance” (Kooiman, 2000)
“La governance è un metodo/meccanismo per trattare
un’ampia gamma di problemi/conflitti in cui gli attori arrivano
regolarmente a decisioni reciprocamente soddisfacenti e
vincolanti attraverso la negoziazione e la cooperazione
nell’implementazione di queste decisioni ” (Schmitter, 2002)
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La governance come interazione orizzontale
Tutte queste definizioni mettono l’accento sulle forme
orizzontali di interazione tra gli attori, le
interdipendenze, la regolarità e le regole di interazione
e di scambio, l’autonomia dei settori e delle reti nei
confronti dello Stato, la dimensione temporale, i
processi di coordinamento degli attori politici e sociali
e, a volte, i vincoli associati alla decisione
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La sociologia della governance
Consente di riflettere sulle articolazioni tra i diversi modi
di regolazione della società
L’interesse per le questioni di governance deriva, in
effetti, dalla trasformazione del ruolo dello Stato e dei
modi di regolazione propri dello Stato
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La governance come modello esplicativo
Nell’ambito di lavori comparativi consente di elaborare
degli idealtipi di modalità di governance
Essa non costituisce un concetto ancorato ad una teoria
Tale approccio mira ad allontanarsi da ogni visione della
«buona governance» intesa esclusivamente in termini di
efficacia e di soluzione miracolo per risolvere problemi,
ma guarda alle forme di governance adeguatamente
strutturate
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La città attore
Le città e i territori sono sottoposte a pressioni da parte degli
attori economici, degli individui e degli stati
• Consolidamento dei processi
disuguaglianze, della segregazione
di
esclusione,
rafforzamento
delle
• Sviluppo delle periferie separate dalle città, città policentriche, complessi
infrastrutturali per il divertimento, centri commerciali, diversi modelli culturali
gli attori all’interno della città agiscono per orientare il divenire
delle città stesse.
Si strutturano modalità di governance all’interno delle quali
amministratori e governi locali giocano un ruolo importante
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L’attore collettivo “città”
Gli attori all’interno della città contribuiscono alla
formazione di un attore “collettivo” città
La città non è vista solo come spazio passivo sul
quale si esercitano logiche calate dall’alto
La città diventa un attore attivo sulla scena
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Dimensioni del modello di attore collettivo
Un attore collettivo si identifica per la presenza di
cinque importanti elementi:
1. Interessi comuni e percepiti come tali
2. Decisione collettiva
3. Rappresentazione interna ed esterna
4. Meccanismi di integrazione
5. Capacità di innovazione
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1. Interessi comuni
Laddove esiste una difficoltà a percepire lo Stato
come garante dell’interesse comune gli attori sono
costretti ad elaborare riflessioni, strategie e
soluzioni che assomiglino ad un interesse generale
delle città
Ma la percezione di un interesse comune è rara e
limitata con maggiori probabilità di esistere dove ci
sono forti identità locali
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2. Decisione collettiva
Le città costituiscono uno specifico livello di
aggregazione di interessi privati, pubblici e
associativi che partecipano alla formazione di un
attore collettivo
In esse si esplicitano diversi aspetti che vanno nel
senso dell’istituzionalizzazione di forme di azione
collettiva:
• Rinnovamento della pianificazione strategica
• Moltiplicazione di partenariati (pubblico/pubblico,
pubblico/privato)
• Processi di concertazione, ecc.
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3. Rappresentazione interna ed esterna
Le città e i territori sono sempre più impegnate in
rapporti con gli attori esterni per posizionarsi nella
concorrenza economica o per attirare persone,
capitali, risorse
Questa rappresentazione si esplicita in tutte le azioni
di promozione, strategie e sviluppi di legami
verticali e orizzontali
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4. Meccanismi di integrazione
Tali meccanismi riguardano ancora una volta la sfera
politica: la politica può difficilmente ignorare i
poveri
Essi si esplicitano in quei meccanismi di aggregazione
e di integrazione che uniscono cultura, politica
(politica sociale, politiche pubbliche), mercato
(sostegni ai consumi), sfera sociale (famiglia, sport,
religione)
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5. Capacità di innovazione
Le città sono un luogo importante di innovazione
culturale, sociale, economica e politica
Questa capacità di innovazione appare, quindi, essere
ampiamente soddisfatta
• sia in termini di azione pubblica (molteplici esempi di
politiche sociali o ambientali adottate),
• sia in termini di istituzionalizzazione dell’azione
collettiva, di integrazione ecc.
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Dimensioni delle modalità di governance
Le città e ei territori rappresentano qualcosa di unico
Ciascuna città è caratterizzata dalla cultura, da identità e
soprattutto da condizioni strutturali in rapporto al mercato, allo
Stato, alla società civile
Le modalità di governance delle città si differenziano in
funzione di quattro dimensioni:
1. Le caratteristiche di struttura della società locale
2. L’orientamento politico
3. L’istituzionalizzazione dell’azione collettiva (coalizione)
4. I risultati, i prodotti
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1. Caratteristiche di struttura della società locale
• Risorse istituzionali e politiche, tipo di governo urbano, rapporto
con gli altri livelli di governo, con lo Stato e con l’Unione
europea, relazioni orizzontali nelle reti di città o tematiche,
grado di frammentazione del governo locale
• Situazione economica, pressione del mercato, interessi economici
organizzati, relazioni con le grandi imprese, struttura delle
imprese nel territorio, rapporto con le imprese di gestione delle
reti e dei servizi, mercato del lavoro
• Struttura sociale, peso delle classi medie del settore pubblico,
importanza dei processi di segregazione e di esclusione,
potere delle élite
• Peso del settore associativo, organizzazione della società civile
(religione, famiglia, quartiere, comunità)
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2. Orientamenti politici
Nell’insieme vasto delle sfumature
sottolinearne alcune tra le principali:
politiche
è
utile
Orientamento neoliberale (paesi anglosassoni): priorità allo
sviluppo economico (competizione tra città), attirare imprese,
privatizzare i servizi urbani, introdurre meccanismi di mercato
nella gestione dei servizi locali, dare priorità alla promozione,
ai grandi progetti urbani, agli eventi di prestigio
• Orientamento socialdemocratico (paesi scandinavi): sviluppo
economico e coesione sociale attraverso i servizi pubblici
(servizi urbani, formazione/educazione, servizi sociali, case
popolari, sanità), lotta alle disuguaglianze (reddito, mercato
del lavoro, genere, immigrazione, accesso a diversi servizi,
segregazione sociale)
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3. Coalizione
Una modalità di governance è caratterizzata da
coalizioni di attori e da forme di istituzionalizzazione
dell’azione collettiva
La formazione di una coalizione si analizza non solo in
funzione degli interessi economici, bensì anche in
termini politici di compromesso, di concorrenza, di
controllo, di rapporti di potere, di leadership
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4. I risultati
Le modalità di governance si analizzano anche in
funzione dei risultati
Dal punto di vista delle città come attore collettivo i
risultati si osservano a partire:
• dalle azioni (portate avanti o meno)
• dalla capacità di mettere in opera politiche
(costruzione di case popolari, miglioramento della
qualità dell’aria)
• Infine i risultati riguardano internamente i processi
di selezione/esclusione degli attori
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Conclusioni
Queste quattro dimensioni possono servire come base per
una tipologia delle modalità di governance delle città e in
generale dei territori. Tuttavia tali dimensioni restano
analiticamente separate
In città molto divise o frammentate, gruppi ed élite riescono a
volte a creare dinamiche di formazione di attore collettivo con
una debole capacità di integrazione interna, ma perfettamente
capaci di esprimere una strategia
le città non possono essere considerate a priori come attori
collettivi. Ma gli attori al loro interno reagiscono per tentare di
organizzare una modalità di governance che dia alla città uno
statuto di attore
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