INSEGNAMENTO DI STORIA DELLA FILOSOFIA LEZIONE IX “MARXISMO E POSITIVISMO” PROF.SSA CATERINA VALENTINO Storia della filosofia Lezione IX Indice 1 Destra e Sinistra hegeliana ........................................................................................................ 3 2 L’alienazione religiosa di Feuerbach........................................................................................ 4 3 Il materialismo storico-dialettico di Marx (Trevivi 1818-Londra 1883) ............................... 5 3.1 Il contesto storico culturale e la questione sociale ................................................................... 6 3.2 Il concetto di alienazione e il distacco da Feuerbach ............................................................... 8 3.3 I concetti di struttura, sovrastruttura, ideologia ....................................................................... 9 3.3.1 Ideologia e scienza .......................................................................................................... 9 3.3.2 La storia ......................................................................................................................... 10 3.3.3 Struttura, sovrastruttura e ideologia ............................................................................ 10 3.3.4 Forze produttive e rapporti di produzione .................................................................... 11 3.4 La dialettica storica tra le classi ............................................................................................. 12 3.4.1 Lo scontro tra proletariato e capitalismo ..................................................................... 12 3.4.2 La dialettica nel Settecento ........................................................................................... 12 3.4.3 La dialettica nell’Ottocento........................................................................................... 13 3.5 La dialettica del proletariato .................................................................................................. 13 3.5.1 Il pensiero utopistico ..................................................................................................... 14 4 Il Positivismo ............................................................................................................................ 16 4.1 Contesto storico...................................................................................................................... 16 4.2 Caratteri generali .................................................................................................................... 16 4.3 Il Positivismo sociale e il Positivismo evoluzionistico .......................................................... 17 4.4 La nuova idea di scienza e di enciclopedia del sapere di Comte (1798-1857) ...................... 19 4.5 Le conseguenze filosofiche di una teoria scientifica: “Charles Darwin” ............................... 21 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 22 Storia della filosofia Lezione IX 1 Destra e Sinistra hegeliana Alla morte di Hegel (1831) ci fu una profonda spaccatura della sua scuola per il diverso atteggiamento assunto dai suoi discepoli rispetto alla religione e alla politica. Si ebbe così una Destra conservatrice, in particolare rispetto alla religione, ed una Sinistra rivoluzionaria che finì per fare della filosofia uno strumento di contestazione razionale della religione e con essa dell‟esistente. Ne scaturirà la teorizzazione di un progetto di trasformazione rivoluzionaria delle istituzioni politiche contemporanee. Gli esponenti della sinistra di cui andremo a trattare sono Feuerbach e Marx. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 22 Storia della filosofia Lezione IX 2 L’alienazione religiosa di Feuerbach Nella sua battaglia contro la mentalità idealistico-religiosa, Feuerbach mira a ricapovolgere i rapporti tra soggetto e predicato, riconoscendo ciò che è veramente soggetto: il concreto (e quindi l‟uomo e non lo spirito) e ciò che è veramente predicato (l‟astratto). È il soggetto concreto (l‟uomo) che si crea Dio che per Feuerbach è nient‟altro che l‟essenza oggettivata del soggetto, cioè l‟immagine riflessa o la proiezione illusoria di qualità umane. Circa l‟origine dell‟idea di Dio Feuerbach si è variamente espresso. Talora ne ha individuato la genesi nella distinzione tra individuo e specie; talora nell‟opposizione volere e potere, talora nel sentimento di dipendenza che l‟uomo prova nei confronti della natura. In ogni caso la religione ha una chiara matrice antropologica; è un‟antropologia capovolta, perché l‟uomo “scindendosi” proietta fuori di sé una potenza superiore (Dio) a cui si sottomette e, quanto più l‟uomo pone in Dio, tanto più toglie a se stesso. La presa di coscienza di questa alienazione genera la necessità dell‟ateismo. L‟ateismo, dunque, si identifica con la riappropriazione da parte dell‟uomo della propria essenza alienata, è un atto di intelligenza filosofica ma anche un dovere umano e morale. All‟amore per Dio va sostituito l‟amore per l‟uomo. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 22 Storia della filosofia Lezione IX 3 Il materialismo storico-dialettico di Marx (Trevivi 1818-Londra 1883) Di famiglia borghese, studia diritto a Bonn, poi all‟Università di Berlino dove si impegna sempre più negli studi di filosofia. Entra in contatto con gli intellettuali di sinistra e si laurea con una tesi sulla filosofia di Epicuro e sulla differenza dalla filosofia di Democrito (sin da quel momento, riprendendo le tesi di Feuerbach, prende apertamente posizione contro l‟interpretazione di “destra”, con una critica alla trascendenza e alla religione, di denuncia della condizione di asservimento a cui esse conducono l‟uomo. La repressione del governo prussiano contro i giovani hegeliani, accusati di ateismo e liberalismo gli causa l‟allontanamento dall‟università. Marx si impegna allora nel giornalismo politico. Nel 1842 assume la direzione di un quotidiano liberale, La Gazzetta Renana, promovendo una campagna contro la censura e per la libertà di stampa e la democrazia. Il modello a cui si richiama è quello dello Stato etico “universale” di Hegel che tuteli l‟insieme dei cittadini. Ma a differenza di Hegel, Marx si contrappone allo Stato etico “universale” di Hegel che tuteli l‟insieme dei cittadini. A differenza di Hegel, Marx si contrappone allo Stato Prussiano, accusato di guardare unicamente agli interessi dei ceti dominanti. Nel 1843 è costretto a lasciare la Germania e si reca a Parigi, dove vivono numerosi tedeschi fuoriusciti. Nel 1844 fonda Gli annali franco-tedeschi (della rivista, fatta in collaborazione con il poeta Heinrich Heine, uscirà un solo numero). Approfondisce gli studi di economia e di storia ed ha continui contatti con noti esponenti dei movimenti democratici, socialisti e comunisti di Francia e di tutta Europa. Conosce Friedrich Engels che lavora come impiegato a Manchester, in una fabbrica tessile di cui il padre è comproprietario, stringe con lui un rapporto di amicizia e collaborazione che durerà tutta la vita. Tale rapporto avrà importanza decisiva per l‟elaborazione teorica e per l‟attività politica di entrambi. Di lì a poco Marx verrà espulso dalla Francia, si reca in Belgio, dove vive dal 1845 al 1848. Insieme a Engels si impegna a costituire una rete di comitati di corrispondenza con i gruppi comunisti clandestini, soprattutto quelli tedeschi operanti all‟estero. Nel 1848 Marx ed Engels, per incarico della Lega dei comunisti, scrivono il Manifesto del partito comunista, che dovrebbe costituire il programma ufficiale della Lega e che esce a Londra in lingua tedesca. Scoppiata la rivoluzione europea ed espulso anche dal Belgio, si reca prima a Parigi e poi a Colonia, dove fonda la Nuova gazzetta renana e svolge una intensa attività politica e giornalistica, nella quale attacca la politica rinunciataria dell‟Assemblea nazionale tedesca riunita a Francoforte e appoggia i moti nazionali italiani, ungheresi e polacchi. Dopo il fallimento della Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 22 Storia della filosofia Lezione IX rivoluzione tenta invano di costituire un movimento di guerriglia, poi fugge prima a Parigi e poi a Londra. Qui per anni vivrà con la moglie e le figlie una dura vita di stenti. La miseria provocherà la morte di quattro figli piccoli e lo farà gravemente ammalare. La famiglia Marx verrà aiutata da Engels, soprattutto quando questi erediterà la comproprietà dell‟azienda paterna. Sono gli anni decisivi, nei quali Marx lavora incessantemente nel British Museum, dove raccoglie ed analizza un vasto materiale di documentazione, che usa per elaborare la sua opera fondamentale, Il Capitale. Nel 1864, mantenendo i rapporti con i dirigenti dei movimenti democratici e socialisti in Europa, contribuisce alla fondazione dell‟Associazione internazionale dei lavoratori (Prima Internazionale). Negli anni precedenti combatte una dura lotta contro esponenti e posizioni che gli sembrano indebolire la prospettiva rivoluzionaria e comunista e il carattere internazionalista dell‟organizzazione, in particolare combatte contro il riformismo di Proudhon e Vassalle e contro l‟anarchismo di Bakunin, come durissima sarà anche la polemica con Mazzini. Marx vede nello sbocco della rivolta parigina del 1870 (nella Comune) la prima forma di “governo della classe operaia”. Muore a Londra nel 1883. Opere: La Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico, I Manoscritti economicofilosofici, le Tesi su Feuerbach, La miseria della filosofia, risposta alla Filosofia della miseria di Proudhon, La Critica dell’economia politica, Il Capitale (solo il primo volume, il secondo e il terzo usciranno dopo la sua morte). Insieme ad Engels diverse opere: Il Manifesto dl partito comunista, La sacra famiglia (contro Bauer e altri esponenti della sinistra hegeliana), L’Ideologia tedesca (pubblicata postuma). 3.1 Il contesto storico culturale e la questione sociale Giornata di lavoro che durava 12-15 ore, operai in concorrenza con le macchine, salari di pura sopravvivenza, il licenziamento, i luoghi insalubri, le deformazioni fisiche e le malattie provocate dal lavoro, le abitazioni miserabili, l‟alimentazione consistente quasi esclusivamente in patate. Marx conobbe la situazione della classe operaia inglese attraverso la testimonianza del giovane amico Engels che a Manchester aveva visto come lavoravano e dove vivevano gli operai. Engels aveva 24 anni quando scrisse il libro “La situazione della classe operaia in Inghilterra”, la sua è un‟attenta descrizione e analisi di questa situazione. In particolare si pone delle domande: Quale tipo di classe operaia produce il capitalismo? Quali sono le sue condizioni di vita, quale sorta di comportamento individuale e collettivo creano queste condizioni materiali? È certamente unico il Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 22 Storia della filosofia Lezione IX suo contributo alla scienza sociale. “Il capitalismo scaraventa il nuovo proletariato, spesso composto di immigrati provenienti da un ambiente preindustriale, in un inferno sociale che li maciulla, mal pagati e affamati, e li lascia morire negli slums, disprezzati” La teoria marxiana trae origine da una revisione critica dell‟hegelismo, da una presa di distanze dal socialismo utopistico e da uno sviluppo della teoria economica classica. Ciò che caratterizza questa teoria è: 1) L‟approccio globalistico alla realtà: Marx infatti costruisce un‟analisi globale della realtà sociale, non solo sotto l‟aspetto filosofico, ma anche sotto quello sociologico, economico e storico. 2) Il primato della Praxis rispetto al Logos: Non è il pensiero (l‟idea hegeliana) a determinare la realtà (Ragione→Realtà) ma la realtà sociale a determinare la coscienza umana, i sistemi di pensiero (Realtà→Ragione); Il Marxismo non offre solo un‟interpretazione del mondo ma vuole trasformarlo, per cui la filosofia si fonde all‟impegno sociale. 3) Il materialismo è storico dialettico, materialismo non in senso metafisico (come ad es. nell‟atomismo di Democrito per cui tutto è materia) ma in senso sociologico: le vere forze motrici della storia non sono spirituali ma socio-economiche; il materialismo è storico perché la realtà economico-produttiva dell‟uomo si realizza, diviene nella storia; è dialettico perché la storia è dominata dalla conflittualità tra le classi. Soggetto di questa dialettica non è più lo spirito hegeliano ma la struttura economica e la competizioneconflitto tra le classi sociali. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 22 Storia della filosofia 3.2 Lezione IX Il concetto di alienazione e il distacco da Feuerbach Marx riprende il concetto di alienazione sia da Hegel cha da Feuerbach. In Hegel il concetto di alienazione ha un significato ambivalente: - è negativa in quanto nega l‟identità dello Spirito che si fa “altro da sè” nell‟oggetto; - è positiva in quanto, nel terzo momento, lo Spirito si riappropria della sua identità in modo arricchito. In Feuerbach l‟alienazione è puramente negativa: è una autoestraniazione o autospossessamento dell‟essenza umana a favore di Dio. 1. Per Feuerbach è l‟uomo che crea Dio e non Dio che crea l‟uomo: Dio, infatti, è la materializzazione dei desideri frustrati dell’uomo. 2. L‟uomo proietta in Dio le sue aspirazioni e si autoespropria, trasferendo la sua essenza in Dio. 3. “Le lacrime del cuore evaporano nel cielo della fantasia, e formano le nuvole che raffigurano Dio”. 4. L‟ateismo è dunque un dovere umano e morale: è la riappropriazione da parte dell‟uomo della propria essenza alienata; (l‟ateismo di Feuerbach è in fondo un antropoteismo o umanesimo ateo). Già dai “Manoscritti economico-filosofici” Per Marx l‟alienazione: - non è un fatto coscienziale, un prodotto della sofferenza interiore dell‟umanità (ateismo antropologico di Feuerbach); - ma un fatto reale (ateismo socio-economico), un prodotto dell‟alienazione socio-economica: Feuerbach non si pone il problema di cambiare il mondo reale; - l‟alienazione economica è causa di tutte le alienazioni. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 22 Storia della filosofia Lezione IX La religione è una materializzazione dell‟intima struttura sociale di una data società. Una società alienata si proietta in una religione alienante. La società è alienata perché basata sulla proprietà privata e, di conseguenza, su un processo lavorativo alienante che “spossessa” l‟operaio in modi interconnessi. a. Riguardo alla sua persona: egli non è più un soggetto del lavoro ma uno strumento di produzione a benificio del capitalista. b. Riguardo al suo lavoro: questo non è più creativo ma ripetitivo e costruttivo e quindi degradante, bestiale. c. Riguardo alla ricchezza: il denaro (capitale) non appartiene all‟operaio che lo produce ma al capitalista che detiene i mezzi di produzione. Il capitale sta di fronte all‟operaio come potenza estranea e nemica. d. Rispetto al prossimo perché l‟altro è il capitalista. La religione è alienante perché funge da meccanismo compensatorio: spinge la gente a rinunciare a combattere per una società giusta ed a cercare in un ipotetico al di là ciò che è negato nell‟al di qua a motivo delle ingiustizie sociali. Diviene così un narcotico delle masse (oppio dei popoli e sospiro della creatura oppressa). La religione non va abbattuta direttamente, perché è solo un effetto, ma indirettamente con la distruzione della causa: le strutture sociali alienanti. La disalienazione religiosa ha come suo presupposto la disalienazione economica. 3.3 I concetti di struttura, sovrastruttura, ideologia “L‟IDEOLOGIA TEDESCA” 3.3.1 Ideologia e scienza In quest‟opera Marx ed Engels si prefiggono di cogliere il “movimento reale” della storia al di là delle rappresentazioni ideologiche che ne velano la struttura effettiva. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 22 Storia della filosofia Lezione IX Il termine “Ideologia” diviene sinonimo di “falsa rappresentazione” mentre quello di scienza assume il significato di demistificazione dell’Ideologia. La classe dominante, infatti, non impone solo un certo assetto economico a lei congeniale ma anche la propria visione globale del mondo o cultura poiché “le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti”. Infatti, la classe dominante, a difesa e copertura dei propri interessi, partorisce le idee dominanti che contrabbanda come scienza, cioè come visione globale ed oggettiva della realtà, mentre si tratta solo di ideologia, cioè visione soggettiva e finalizzata ai propri interessi di classe. 3.3.2 La storia La storia si configura essenzialmente come un processo di “produzione materiale dell’esistenza” basato sul lavoro che per Marx ha due caratteristiche: 1. è costitutivo dell‟essenza antropologica dell‟uomo (l‟uomo si diversifica dall‟animale perché è capace di produrre i propri mezzi di sussistenza); 2. è creatore di civiltà e cultura, cioè di sistemi socio-culturali corrispettivi ai modi di produzione. 3.3.3 Struttura, sovrastruttura e ideologia Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 22 Storia della filosofia Lezione IX L‟unico elemento veramente determinante della storia, la variabile dominante è l‟insieme della realtà produttiva che Marx definisce struttura. La struttura è la base economica di una società, l‟insieme dell‟assetto economico. La sovrastruttura, invece, è l‟insieme delle istituzioni politicogiuridico-culturali che sono la proiezione di una determinata struttura economica. Ogni struttura, oltre a proiettarsi in una sovrastruttura, si adombra in una ideologia intesa come visione globale della realtà (morale, arte, filosofia, religione). La sovrastruttura e ciò che ne consegue (l‟ideologia) sono solo un riflesso della struttura, cioè una variabile dipendente, e come tale hanno un‟incidenza storica indiretta. 3.3.4 Forze produttive e rapporti di produzione Per comprendere una struttura o realtà produttiva di una società, è importante individuare il modo di produzione in essa presente. Il modo di produzione è la combinazione storica tra forze produttive e rapporti di produzione. Questa combinazione forma il blocco portante di una formazione sociale. Per forze produttive Marx intende, né “l’ideologia tedesca”, l’assetto produttivo cioè gli elementi indispensabili al processo di produzione: 1. gli uomini che producono (forza lavoro); 2. i mezzi di produzione (terra, macchine, …); 3. le conoscenze tecnico-scientifiche. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 22 Storia della filosofia Lezione IX Quindi le forze produttive sono espresse da chi lavora effettivamente senza detenere i mezzi di produzione. Per Rapporti di produzione Marx intende, ne “L‟ideologia tedesca”, i rapporti che s‟instaurano tra gli uomini nel corso della produzione per il fatto che alcuni detengono i mezzi di produzione ed altri no, quindi la classe dominante che detiene i mezzi di produzione e, quindi, il potere sociale. 3.4 La dialettica storica tra le classi 3.4.1 Lo scontro tra proletariato e capitalismo La molla propulsiva del divenire storico (nonché la chiave interpretativa dello stesso divenire) è rappresentata dalla dialettica intercorrente tra le forze produttive (quelli che lavorano, la classe subalterna) e i rapporti di produzione (i capitalisti, il patronato). La dialettica consiste nel fatto che il proletariato (forze produttive) si sviluppa più rapidamente del capitalismo (rapporti di produzione) che tende a rimanere statico. Infatti, mentre le nuove forze produttive sono sempre incarnate da una classe in ascesa, la proprietà è incarnata da una classe dominante al tramonto e quindi risulta inevitabile una situazione periodica di frizione e di scontro sociale tra classe dominante e quella subalterna, col trionfo certo della classe che risulta espressione delle nuove forze produttive. 3.4.2 La dialettica nel Settecento Ad esempio, nella Francia del „700 vi fu uno scontro fra la Borghesia (espressione delle nuove forze produttive) e l‟Aristocrazia (espressione dei vecchi rapporti di proprietà-produzione agrario-feudali). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 22 Storia della filosofia 3.4.3 Lezione IX La dialettica nell’Ottocento Invece, nel capitalismo moderno dell‟800 si delineava una contraddizione esplosiva tra le nuove forze produttive di tipo sociale e collettivistico della classe operaia ed i vecchi rapporti di produzione privatistici del capitalismo della classe borghese. Il capitalismo, dunque, nel‟epoca di Marx, portava in sé, come esigenza dialettica, il socialismo, e poneva le condizioni oggettive per l‟avvento del comunismo a livello mondiale. Il socialismo si poneva come blocco inevitabile della dialettica storica. 3.5 La dialettica del proletariato Del socialismo utopistico Marx ed Engels (1820-1895) riconoscono l‟utile funzione di denuncia delle iniquità e delle contraddizioni della società capitalistica, ma criticano l‟incapacità di comprendere la causa di quelle contraddizioni reali, cioè il meccanismo di funzionamento della società capitalistica. Per questo gli esponenti del socialismo utopistico non sono stati in grado di offrire delle prospettive credibili di superamento del capitalismo. La teoria economica de “Il Capitale” vuole essere un‟”anatomia della società capitalistica” capace di individuare gli aspetti ed i principi fondamentali di svolgimento dei processi capitalistici di produzione. Si fonda sul concetto di forza-lavoro, quella erogata dall‟operaio, che dà “valore” alle merci che produce e che è superiore al suo valore di scambio, in quanto, se per una parte della giornata lavorativa produce merci il cui valore serve a compensare il capitalista delle spese anticipate per la produzione, per un‟altra parte è un lavoro erogato come un di più (un plus-valore lo chiama Marx) che viene incamerato dal capitalista. La competizione economica fra i capitalisti tende ad accentuare progressivamente il tasso di sfruttamento del lavoro, anche mediante il progresso tecnico. Ciò determina una proletarizzazione crescente, una caduta tendenziale del saggio di profitto e periodiche crisi di sovrapproduzione, che, ad un certo punto, dovrebbero aprire la prospettiva di un rovesciamento del capitalismo. La borghesia ha già partorito i suoi “seppellitori”, i proletari. Contraddizioni oggettive e crescita della coscienza di classe del proletariato renderanno più aspra la lotta delle classi, che si Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 22 Storia della filosofia Lezione IX dovrebbe tradurre in una rivoluzione, che porterebbe ad una fase di transizione caratterizzata dalla dittatura del proletariato e del socialismo. Questa è la fase in cui la conquista del potere politico dello Stato dovrà servire a governare il passaggio delle strutture capitalistiche dell‟economia, della società e dello stato a quelle del socialismo, fino a quando, con il definitivo superamento di ogni residuo capitalistico, si instaurerà il comunismo. A quel punto vi sarebbe una società senza classi, un sistema di eguaglianza, da cui risulterebbe abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione ed estinto lo stato. 3.5.1 Il pensiero utopistico Nasce dalla riflessione sui mutamenti prodotti dalla rivoluzione industriale il cosiddetto Socialismo utopistico. A questo indirizzo di pensiero fanno capo i pensatori che propongono modelli nuovi di società, alternativi rispetto a quello capitalistico. Fra questi è Claude-Henri de Rouvroy, conte di Saint-Simon (1760-1825), il quale ritiene che si debba passare da un‟epoca di disordine sociale e di crisi dei vecchi sistemi di valore (o epoca “critica”) a un‟epoca organica, basata sui valori nuovi dell‟industrialismo, della scienza e della tecnica. In questa nuova epoca la presenza dello Stato dovrà essere ridotta al minimo e gli affari temporali dovranno essere amministrati dagli industriali, mentre quelli spirituali dovranno essere di competenza degli scienziati, considerati, insieme con gli industriali, come la spina dorsale della nazione. Charles Fourier (1772-1837) propone un altro modello di organizzazione sociale alternativo a quello affermatosi con il capitalismo-industriale. Egli ritiene che esista un‟armonia universale, che nell‟uomo si esprime in una specie di “attrazione passionale” fra gli esseri umani, su cui si fonda la stessa costituzione della società dell‟Armonia basata sull‟attuazione di condizioni lavorative attraenti e sulla costituzione di falansteri, cioè su unità di vita sociale e di lavoro decentrante, relativamente ridotte, basate sia sulla comunione dei beni che su libere unioni sessuali e familiari e nelle quali anche il lavoro sia libero, dettato, in ciascun individuo, dalle sue inclinazioni e vocazioni professionali. L‟inglese Robert Owen (1771-1858) si impegna ad avviare un processo di cooperazione fra i lavoratori ed a costituire delle unioni del lavoro, cercando una via economica e non politica di realizzazione del socialismo. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 22 Storia della filosofia Lezione IX Il francese Pierre-Joseph Proudhon (1809.1865) afferma che “la proprietà è un furto”: ciò che conta è il lavoro, non un istinto giuridico (la proprietà) in nome del quale al lavoratore vengono sottratti i frutti del suo lavoro. Egli, comunque, intende abolire non la proprietà privata ma l‟interesse capitalistico, cioè il reddito legato alla proprietà del denaro, al credito, che egli ritiene illegittimo. Promuove la cooperazione, come aveva fatto Owen, ma, a differenza di questi, afferma che il rapporto mutualistico fra i lavoratori deve fondarsi sullo scambio diretto di beni, senza la mediazione del denaro. Occorre realizzare una società di libere imprese cooperative, la cui progressiva estensione permetta di ridurre e – al limite – estinguere lo Stato, senza alcun tipo di rivoluzione. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 22 Storia della filosofia Lezione IX 4 Il Positivismo Nella prima metà dell‟Ottocento oltre al movimento romantico, alla filosofia idealista ed alle reazioni all‟idealismo, sorti nell‟ambito della cultura tedesca, in Gran Bretagna e in Francia si svilupparono le cosiddette filosofie della rivoluzione industriale: l‟utilitarismo, il socialismo utopistico e il positivismo. Quest‟ultimo sarà trattato in questo capitolo. La denominazione di filosofie della rivoluzione industriale nasce dal fatto che queste filosofie si concentrarono sulle problematiche imposte da quella rivoluzione e dal conseguente affermarsi della sociètà capitalistica. Il Positivismo è un vasto movimento culturale e sociale che si caratterizza per l’esaltazione della scienza come forma privilegiata del sapere; esso sorse in ambito filosofico nella prima metà dell‟Ottocento e s‟impose nella seconda metà del secolo influenzando i più diversi aspetti della cultura occidentale. L‟espressione “filosofia positiva” comparve già nell‟opera di Saint-Simon “Catechismo degli industriali” del 1823-24, ma fu imposta da Comte, suo discepolo e fondatore del Positivismo, che così ne definì il significato: per filosofia si deve intendere “il sistema generale delle concezioni umane”, mentre l‟aggettivo positivo equivale a “reale, utile, certo, preciso”. La filosofia si estende quindi a tutto il sapere umano e questo deve essere: - reale, nel senso che indaga solo quei campi che sono “accessibili alla nostra intelligenza” ed esclude tutto ciò che è “impenetrabile mistero”; - utile, in quanto ha per scopo “il miglioramento continuo della reale condizione umana, a livello individuale e collettivo” e non la “soddisfazione di sterili curiosità”; - certo, perché elabora certezze universalmente condivisibili al posto dei “dubbi” e delle “discussioni interminabili” propri della vecchia filosofia; - preciso, dato che ricerca la “precisione compatibile con la natura dei fenomeni” e rifiuta le “vaghe opinioni” fondate su “un‟autorità soprannaturale”. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 22 Storia della filosofia Lezione IX Dalle affermazioni di Comte s‟intuiscono già le caratteristiche fondamentali del positivismo; queste si possono così sintetizzare: - l’unica fonte accettabile di sapere è la razionalità, è quindi da escludere il ricorso ad altre facoltà; - la razionalità deve applicarsi entro i limiti di ciò che è osservabile e verificabile, la metafisica è dunque da escludersi per definizione; - l‟indagine razionale deve avere i caratteri della scientificità, intesa come ricerca di leggi costanti, e deve essere finalizzata all‟umana utilità; - la scienza, così come si è venuta costituendo dalla rivoluzione scientifica in poi, è l’unica conoscenza possibile e il metodo scientifico l’unico valido; - tutti i campi, compresi quelli che concernono l’uomo e la società, debbono essere esplorati con il metodo scientifico e inseriti nell‟ambito delle scienze; - è propria del metodo scientifico l‟oggettività; quindi ogni cosa, compresi l‟uomo e le sue vicende, deve essere analizzata oggettivamente, senza alcuna interpretazione soggettiva; - la nuova scienza della società, e cioè la sociologia, consentirà di riorganizzare la collettività su basi nuove e finalmente scientifiche; - all‟origine del progresso umano stanno “la scienza con le sue invenzioni e la tecnica con le sue realizzazioni”; - con il Positivismo ha avuto inizio un’epoca di grande progresso intellettuale, morale e materiale, che consentirà all‟umanità il conseguimento della felicità. vismo evoluzionistico Tradizionalmente nel Positivismo si distinguono due periodi. Il primo è costituito dal Positivismo sociale, che si sviluppò dagli anni ‟20 agli anni ‟50 dell‟Ottocento ed ebbe come principali esponenti il francese Comte e l‟inglese Mill. Il secondo dal positivismo evoluzionistico, Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 22 Storia della filosofia Lezione IX così detto perché profondamente influenzato dalle teorie di Darwin, che s‟impose come cultura egemone nella seconda metà del secolo ed ebbe come massimo esponente Spencer. Nel primo periodo il Positivismo appare come l‟erede dell‟Illuminismo, ma di un Illuminismo profondamente mutato rispetto a quello settecentesco. Infatti il dispotismo napoleonico prima e la restaurazione poi avevano operato all‟interno della cultura illuministica una rigorosa selezione: messo in ombra ciò che vi era di potenzialmente eversivo, avevano privilegiato la matematica e le scienze, ritenute politicamente “neutre” e apprezzate come utili strumenti per la pubblica amministrazione, per l‟arte militare, per l‟economia; in sintesi la ragione illuminista era stata ridotta alla razionalità scientifica, togliendole i pericolosi ambiti della morale, del diritto, della politica, della religione. È di questo Illuminismo “ridotto” che il Positivismo fu l‟erede. E, tuttavia, al di là di questa opposizione, che resta, sono state evidenziate anche analogie profonde: - la tendenza ad assolutizzare, proprio della cultura romantica ed idealista, è presente anche nel Positivismo, che assume il sapere scientifico come unica verità e come unica guida per l‟uomo e per la collettività (tanto che qualcuno ha parlato di “romanticismo della scienza”); - l‟interpretazione del reale come totalità necessaria e diveniente, che è tipica dell‟Idealismo, specie hegeliano, ma che anche nel Positivismo generale e di quello evoluzionistico in particolare; - la concezione, collegata all‟assunto precedente, per la quale il finito è manifestazione dell‟infinito, e il particolare - naturale o storico – ha senso solo nell‟universale; - che il processo tende verso un esito positivo, sicchè il Positivismo, come l‟Idealismo, è fondamentalmente ottimista, come il Marxismo, si presenta come il profeta di un futuro migliore che necessariamente dovrà prodursi. Il secondo periodo, come s‟è detto, è caratterizzato dall‟influenza esercitata dall‟evoluzionismo di Darwin (la cui opera, L‟origine della specie, 1859, costituì il punto di cesura fra i due periodi) e divenne cultura egemone per gran parte della seconda metà dell‟Ottocento. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 18 di 22 Storia della filosofia Lezione IX In questi decenni, caratterizzati da grande sviluppo economico, scientifico e tecnologico, si diffuse l‟ottimistica fiducia nel progresso e nella scienza – che sembravano in grado di risolvere ogni problema – e si esaltarono, anche attraverso la letteratura popolare, le figure dello scienziato, del capitano dell‟industria, del medico, del maestro elementare diffusore di cultura fra la povera gente. Ancor più che nel passato, quindi, il Positivismo in questo periodo appare come la cultura che pienamente risponde alle esigenze dei tempi e della classe che se ne sente la protagonista: la borghesia. Per cui, senza voler ridurre il Positivismo a semplice ideologia della borghesia dominante, è vero che quello espresse bene la posizione di questa, così che l‟ottimistica fiducia nella società industriale e nelle sue prospettive si tradusse in posizioni politiche riformistiche (condivise anche da parte del movimento operaio), nemiche del conservatorismo, ma aliene anche al rivoluzioniamo marxista. 4.4 La nuova idea di scienza e di enciclopedia del sapere di Comte (1798-1857) Per Comte lo sviluppo del sapere scientifico ha creato le condizioni per realizzare un progresso effettivo dell‟umanità. Egli pensa di aver fatto una scoperta fondamentale, che sta alla base di tutta la sua filosofia: le leggi dei tre stadi. Afferma che osservando lo sviluppo storico di ciascuna scienza, ma anche la storia dell‟umanità e la crescita psicologica di ciascun uomo, vi si possono distinguere tre stadi: Stadio teologico o fittizio. È lo stadio iniziale, nel quale prevale la facoltà dell‟immaginazione. In questo stadio lo spirito umano è alla ricerca dell‟intima natura degli esseri, delle cause prime e ultime, e pertanto spiega i fenomeni ricorrendo”all‟azione diretta di agenti soprannaturali”. A questo stadio corrisponde un‟età organica come quella medievale e una società teocratica, militare e monarchica. Stadio metafisico o astratto. È lo stadio di transizione, nel quale prevale la ragione speculativa. In questo stadio si cercano ancora la natura degli esseri e le cause prime e finali, le “essenze”. A questo stadio corrispondono un‟età critica, come quella della rivoluzione francese e una società fondata su un “astratto patto sociale” e sul principio, altrettanto astratto, della sovranità popolare. Stadio positivo o scientifico. È lo stadio definitivo, caratterizzato dalla razionalità scientifica, con cui l‟umanità può costituire un nuovo ordine intellettuale e politico sociale. Con l‟avvento dello stadio positivo si afferma un nuovo concetto di scienza. Compito di questa, sottolinea Comte, è riportare i fatti alle loro leggi, cioè alle “relazioni costanti che esistono Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 19 di 22 Storia della filosofia Lezione IX tra i fenomeni osservati”. La scienza supera lo stadio metafisico quando non si chiede più il perché dei fenomeni (le loro cause profonde, nascoste), ma come essi si verifichino, cioè in base a quali fatti e relazioni tra fatti. Matematica, astronomia, fisica, chimica e fisiologica sono già giunte allo stadio positivo, sebbene in tempi ed in misura diversi. Questo non è avvenuto per l‟indagine sulla società umana; condurre anche questo aspetto del sapere allo stadio positivo, cioè fondare la nuova scienza della società umana è il compito che si prefigge Comte, ovvero la sociologia. Anche nella sociologia si devono distinguere la statica e la dinamica. La statica indaga le relazioni che intercorrono tra le varie componenti di una società (istituzioni, costumi, credenze, ecc.). La dinamica indaga il processo attraverso il quale la società muta e nel quale ogni stadio è il risultato necessario del precedente e la necessaria premessa del seguente. La conoscenza della statica e della dinamica sociali assicurerà all‟umanità un‟era di ordine (però non statico come nel Medioevo) e di progresso (senza il disordine che aveva caratterizzato la rivoluzione francese). Questo progresso è necessario, e svolgentesi secondo linee predeterminate; esso è un progresso non solo materiale, ma soprattutto morale, perché consiste nel superamento dell‟individualismo, proprio anche della concezione illuministica, e nell‟affermarsi della morale della solidarietà, che subordina gli interessi dell‟individuo a quelli della collettività. È da sottolineare però che questa concezione antiindividualistica in ambito politico sfocia nella sottovalutazione delle libertà individuali, della libertà di pensiero e della democrazia e nell‟esaltazione di una società guidata dagli “esperti”, fondamentalmente autoritaria, anche se orientata al progresso ed al miglioramento della vita degli uomini. Infatti, i filosofi positivi (e non più i sacerdoti o i filosofi metafisici) saranno le guide della nuova società; mentre il potere dovrà essere esercitato dai rappresentati di tutte le forze economiche produttrici di ricchezza, quindi non solo degli imprenditori, ma anche dei lavoratori. La filosofia di Comte ha una trasformazione in senso mistico nella sua ultima fase. Questa trasformazione si incentra principalmente sulla concezione dell‟umanità, intesa come “l‟insieme degli esseri passati, presenti e futuri”. L‟umanità, che nella prima fase era oggetto dell‟indagine scientifica della sociologia, diviene nella seconda il Grande Essere immortale, oggetto di venerazione e di amore (religione dell’umanità). Ciascun uomo è quindi parte di un Tutto, e l‟unica vera forma di immortalità individuale è quella del “sopravvivere negli altri”, per ciò che di positivo ciascuno ha compiuto per il progresso del‟umanità. Per cui Comte prevede anche un nuovo calendario, con il quale al posto del culto dei santi della Chiesa cattolica vi sarà la celebrazione dei grandi benefattori dell‟umanità: gli scienziati, gli artisti, i politici, i grandi diffusori delle religioni. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 20 di 22 Storia della filosofia 4.5 Lezione IX Le conseguenze filosofiche di una teoria scientifica: “Charles Darwin” La teoria messa a punto da Darwin, ed espressa nella sua celeberrima opera “L‟origine della specie per selezione naturale”, si fonda su questi due principi ricavati dall‟osservazione: 1) le specie sono sottoposte a processo di evoluzione; 2) le trasformazioni all‟interno della specie sono il frutto di una selezione da parte della natura e sono vantaggiose per gli individui che le presentano perché hanno maggiore probabilità di sopravvivere nella lotta per la vita. Il carattere originale delle ricerche di Darwin, la base della sua teoria è che la storia, la vita e la sopravvivenza di una specie sono determinate proprio da quelle differenze individuali, che la scienza più recente ha dimostrato essere la conseguenza di innumerevoli e casuali mutazioni genetiche. L‟accumularsi di piccole variazioni e la loro conservazione per mezzo dell‟ereditarietà producono la variazione degli organismi animali che, nei suoi termini estremi, è il passaggio da una specie ad un‟altra, determinando l‟ordine progressivo degli esseri viventi, fino all‟uomo. L‟uomo non presenta, secondo Darwin, alcuna differenza con i “mammiferi più elevati per ciò che riguarda le facoltà mentali”: c‟è solo una differenza di grado, per cui la discendenza dell‟uomo da organismi inferiori non ne diminuisce la dignità. Le ricerche di Darwin sono le ricerche dello scienziato ma le sue teorie hanno provocato un effetto dirompente: per la prima volta l‟uomo è inserito nella “catena della natura”: anche se in quella catena egli rappresenta l‟anello più alto, d‟ora in poi la scienza dell‟uomo non può più prescindere dalla ricostruzione di quella catena. L‟idea di evoluzione e di adattamento – inteso come processo attivo di interazione tra individuo e ambiente – diventano concetti chiave per le scienze di fine Ottocento e inizio del Novecento (psicologia comparata tra il comportamento umano e quello animale, psicologia evolutiva) ma anche di scienze già esistenti quali la sociologia e l‟antropologia. Una interessante ripresa dell‟evoluzionismo scientifico e filosofica c‟è stata ad opera di Jacques Monod nel suo saggio “Il caso e la necessità” del 1970. Ma più vicina a Darwin è la teoria di evoluzione di Spencer. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 21 di 22 Storia della filosofia Lezione IX Bibliografia Abbagnano N.- Fornero G.”Itinerari di filosofia”,protagonisti, testi, temi e laboratori; Vol.III, Ed. Paravia Abbagnano N. – Fornero G.”Le tracce del pensiero”, Vol. III, Ed. Paravia De Bartolomeo M. – Magni V., “Filosofia”, Vol. III, Ed.Atlas Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 22 di 22