Progetto Agriverde

Gruppo riabilitativo
Progetto pedagogico
Inserimento socio-lavorativo
AAAGGGRRRIIIVVVEEERRRDDDEEEsssoooccc...cccooooooppp...sssoooccciiiaaallleeeaaarrr..l.ll... - Via Seminario 1 - 40068 SAN LAZZARO DI SAVENA (BO) - Tel. (051) 625.13.14 Fax (051) 625.13.52
Iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n° A115241. Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente di Diritto.
Categoria Cooperative Sociali. Categoria Attività Esercitata Cooperative di Lavoro Agricolo.
Partita IVA 00641731203 - Tribunale Bologna 45003 - C.C.I.A.A. 303581 - Codice Fiscale 03607230376
Autorizzazione produzione vivaistica L.R. 3/98 n°261. Registro Ufficiale dei Produttori vivaistici iscrizione n° 00641731203
E-mail: [email protected] - Sito web: coopagriverde.it
Premessa
Questo progetto scritto, trattando di inserimento socio lavorativo, è nato da un forte bisogno
di struttura all’interno della nostra équipe di lavoro. Lavorare in psichiatria necessita di un insieme
di strumenti chiari e delimitati. Lavorare tutti i giorni con la malattia mentale, toccandola con il
cuore, il corpo e i neuroni, richiede una forte consapevolezza di quello che si sta facendo e di dove
si sta andando. Le situazioni di crisi sono presenti in ogni momento della giornata ed allo stesso
titolo, la verifica che ciascuno di noi ha delle competenze da spendere.
Questo progetto è stato costruito nel corso degli anni grazie all’équipe degli operatori
dell’orto che, ogni giorno, porta nuove osservazioni, nuovi interventi. Ma più che il lavoro di
équipe, sono i lavoratori stessi che ci insegnano, giorno dopo giorno, a relazionarsi con loro, a
guardarsi con rispetto e dignità, allontanando pregiudizio e stereotipi. Ci insegnano quanto è
importante costruire qualcosa con le proprie mani, ma anche costruirsi un’ identità , sapendo che
esistono delle persone che gli possono garantire una linea di apprendimento, un contenimento e un
riferimento quando si perdono e uno stare insieme. Ci aiutano a capire il senso di ciascuno dei loro
pensieri e/o azioni.
Il progetto non è finito, e credo che non lo sarà mai. Non vuole essere né verità assoluta né
pratica esclusiva. Questo progetto vuole essere semplicemente uno strumento di lavoro per la nostra
cooperativa in relazione ai servizi di riferimento competente.
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A. Introduzione
“ Il termine ‘ammalarsi’ indica di solito la comparsa di sintomi e, in passato, lo psichiatra si è
occupato di questi sintomi e del problema di raggrupparli e classificarli in entità nosologiche. Ma
ora sembra, almeno in alcuni casi, che ammalarsi o assumere il ruolo di paziente, possa essere
l’ultima risorsa di un individuo che manca di un adeguato sostegno sociale ed è incapace di fare
alcunché per aiutarsi.” Maxwell Jones
“ Il folle ha bisogna non solo delle cure per la malattia, ma anche di un rapporto umano con chi lo
cura, di risposta reali per il suo essere, di denaro, di una famiglia e di tutto ciò di cui anche i
medici che lo curano hanno bisogno.” U. Galimberti
1. Ideologia:
Il nostro lavoro si basa su tre concetti chiave, che secondo noi, sono fondamentali per lo
sviluppo di un equilibrio mentale e un miglioramento della nostra qualità di vita: il lavoro, il gruppo
e l’agricoltura. Ricordo che questi concetti vanno letti in un contesto specifico e limitato. Non si
tratta di un progetto di vita complesso ma di un intervento basato su un fatto di realtà indotto dalla
nostra società: il mondo del lavoro.
Il lavoro sotto intende un insieme di attività produttive e redditizie con una riconoscenza
economica. Il lavoro include una popolazione adulta (da i 18 ai 65 anni) e richiede una serie di
comportamenti socialmente accettati. Il lavoro non è solo un diritto per tutti, ma è anche una serie di
doveri da rispettare e da affrontare.
Il lavoro in gruppo è stato studiato e sviluppato da psichiatri che credono nel “fare insieme”
e nella creazione di legami sociali significativi nell’obiettivo di abbassare le sofferenze psichiche. Il
guardarsi negli occhi, il confrontarsi ed esprimersi in gruppo, in questo contesto, permette secondo
noi una maggiore crescita dell’essere qualcuno, una persona degna di diritti e doveri.
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L’agricoltura biologica è parte integrante degli elementi naturali che ci circondano: la terra,
l’acqua, l’aria e il fuoco. Fare crescere una piantina è sviluppare delle conoscenze in termine di
qualità della terra, in termine di condizioni climatiche e stagionali, in termini di impegno morale e
fisico, per potere, più tardi, raccoglierne i frutti.
Per esprimere questa ideologia, provo a esporvi teorie di questi tre concetti.
Il Lavoro:
“Je propose le terme de vita activa pour désigner trois activités humaines fondamentales :
le travail, l’oeuvre et l’action. Elles sont fondamentales parce que chacune d’elles correspond aux
conditions de base dans lesquelles la vie sur terre est donnée à l’homme. » H.Arendt, « conditions
de l’homme moderne ».
Il lavoro è
“processo biologico del corpo umano, di cui la crescita spontanea, il metabolismo ed
eventualmente la corruzione, sono legati alle produttività elementari di cui il lavoro nutre questo
processo vitale. La condizione umana del lavoro è la vita stessa.”
“il lavoro non assicura solo la sopravvivenza dell’individuo, ma anche quella della sua
specie.”
L’opera è l’attività che corrisponde alla
“ non naturalità dell’esistenza umana, che non è incasellata nello spazio e di cui la
mortalità non è compensata da l’eterno ritorno ciclico della specie. L’opera fornisce un mondo
artefice di oggetti nettamente diversi di tutti ambienti naturali. E all’interno dei suoi confini che
dimora ciascuna delle vite individuali, allora quando questo mondo stesso è destinato alla loro
sopravvivenza e a trascenderle tutte. La condizione umana dell’opera è l’appartenenza al
mondo…L’opera e i suoi prodotti (le dignità) conferiscono una certa permanenza, una durata alla
futilità della vita mortale e al carattere fugace del tempo umano.”
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L’azione è
“l’unica attività che mette direttamente in rapporto gli uomini, senza l’intermediare degli
oggetti né della materia, corrisponde alla condizione umana della pluralità, al fatto che sono gli
uomini e non l’uomo, che vivono sulla terra e abitano il mondo….Sé tutti gli aspetti della
condizione umana sono in qualche modo rapporto alla politica, questa pluralità è specificamente la
condizione di tutta la vita politica….L’azione, nella misura ove si consacra a fondare e a
mantenere degli organismi politici, crea la condizione del ricordo, che vuole dire la Storia.”
Il gruppo
-
Nozione di “il lavoro con i gruppi in psichiatria” A. Correale e Miller
Definizione della bellezza del Giardinaggio e dell’agricoltura ( Tasini e Boggero ). L’agricoltura biologica
“Le soddisfazioni che si ottengono coltivando un proprio orto sono già state esaltate da
molti. Ecologi, buongustai, igienisti e chi, in generale, è attento ai i problemi di una società basata
sul consumo concordano tutti su un punto: coltivare ortaggi è un passatempo non solo proficuo, ma
anche piacevole e divertente….Che cosa si deve fare dal momento in cui si avventura fuori dalla
porta di casa armati di vanga fino al momento, molte settimane o mesi più tardi, in cui si farà
ritorno con un cesto pieno di ortaggi succulenti….Una delle ragioni principali che spingono la
gente a coltivare un orto è l’incomparabile sapore della verdura fesca, fatta crescere con cura e
selezionata nelle varietà preferite….Le varietà coltivata possono essere scelte in basa al gusto
personale, cosi da ritrovare l’impareggiabile profumo della verdura appena raccolta: per i giovani
ciò costituirà una piacevole sorpresa, nei più anziani farà nascere lontani ricordi.” T. Biggs,
“L’orto”,
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2. Un po’ di storia:
Agriverde si è costituita cooperativa agricola nel 1986, per iniziativa del Servizio d’Igiene
Mentale e Assistenza Psichiatrica dell’ex USL 22.
Ha iniziato la propria attività nel 1987, organizzando un corso di formazione per operatori del
verde, rivolto ad utenti dei suddetti Servizi.
“Al termine del corso parte degli allievi è stata assunta dalla Cooperativa, che ha intrapreso la
vera e propria attività lavorativa nei settori agricolo e della manutenzione di aree verdi.
Già dalla sua costituzione Agriverde è stata concepita come un’entità autonoma dai Servizi
dell’USL, pur mantenendo rapporti di stretta collaborazione. Ciò ha consentito lo sviluppo di
un’autonoma politica imprenditoriale, e ha permesso che non s’innescassero meccanismi di
dipendenza economica ed organizzativa dal Servizio Pubblico.
Il 28 gennaio 1994, si è tenuta l’assemblea straordinaria dei soci, la quale ha deliberato di
modificare il proprio statuto, recependo le direttive della legge n. 381 del 1991, diventando quindi
Cooperativa Sociale di tipo B. Il 25 giugno 1998 abbiamo ottenuto l’iscrizione all’Albo Regionale
delle Cooperative Sociali come tipo B+A.
L’esperienza maturata nel corso degli anni ha permesso ad Agriverde di svolgere un’azione
di scelta e di verifica sulle attività intrapresa, in modo che le stesse fossero strumento flessibile ed
efficace sia per la produzione di servizi di qualità che per il recupero e l’inserimento lavorativo di
persone svantaggiate.
A tale proposito la forma sociale di Cooperativa e la scelta del settore agricolo sono
sembrati i due punti di partenza ed anche gli strumenti più idonei per la realizzazione degli scopi
social quali quello della promozione umana, sociale ed economica di persone in condizioni di
disabilità o di emarginazione sociale.” F. Pedretti
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3. Contesto:
Tutti gli utenti hanno una storia e una situazione di vita diverse. Certi vivono in famiglia con
i genitori, altri sono sposati, altri, ancora, vivono da soli o in gruppo appartamento. Si recano
autonomamente sul luogo di lavoro. La cooperativa non fa servizio di trasporto. Sono chiamati
lavoratori perché gli proponiamo un luogo dove vengono valorizzate le capacità professionali e non
le difficoltà patologiche. Hanno tutti un ruolo e un’identità lavorativa.
4. organigramma cooperativa.
In questo momento, la cooperativa è composta di 5 soci volontari, 25 soci-dipendenti di cui
6 con svantaggi dichiarati, 14 dipendenti non soci di cui 6 svantaggiati dichiarati, 6 borse lavoro a
fini osservativi e/o assuntivi, 15 borse lavoro in retta. Il Consiglio Di Amministrazione è composto
da 7 soci-dipendenti.
La cooperativa è formata da tre gruppi distinti che si intrecciano quotidianamente in
rapporto alle esigenze sociali, economiche e produttive.
Il primo gruppo è composto da giardinieri professionisti, tutti dipendenti con una percentuale di
dipendenti “svantaggiati”. Si occupano di manutenzione dei parchi pubblici, giardini privati,
potature varie e impiantistica.
Il secondo gruppo è il gruppo intermedio, composto da giardinieri beneficiando di formazione e
aggiornamento sull’accompagnamento di persone “svantaggiate” nell’inserimento lavorativo.
Seguono le borse lavoro a carattere osservativo e/o finalizzato all’assunzione. Rispetto all’orto, il
livello di produttività e di comportamento “adeguato” è più alto. Si occupano di manutenzione di
parchi pubblici e giardini privati. In caso di bisogno produttivo e/o riabilitativo, lavorano anche
nell’orto.
Il terzo gruppo è il nostro: Riabilitativo chiamato “l’orto”.
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CDA
7 consiglieri di cui il presidente (tutti soci dipendenti)
Grup. dei giardinieri
←------
Grup. intermedio
←------→ Grup. Riabilitativo
Manutenzione parchi
Manutenzione dei parchi pubblici
Vivaismo
pubblici e privati
Tutela igienica dei parchi
Agricoltura biologica
Impiantistica
Manutenzione verde
Tree climbing
Sementi
Recupero parchi storici
Punto Vendita
Formazione
Riabilitazione
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5. organigramma orto.
Il gruppo degli operatori è composto al momento da 5 operatori con formazione di educatori
professionali ed esperienze pratiche nei vari settori lavorativi. Un altro operatore lavora nell’orto a
titolo più produttivo, non fa parte strettamente del nostro gruppo però, una forte relazione esiste tra
lui e il nostro gruppo.
Servizi USL
5 operatori di cui 1 coordinatore
Famiglie
15 utenti
vivaio
negozio
Prod. pelargoni
bottega
Prod. tappezzanti
Prod. aromatiche
Manut. piante in vaso
orto
San Camillo
Sementi
Produzione
Manutenzione
Raccolta
consegne
Frutta e Verdura
complessiva del parco
e
mercato
Biologica
Selezione
Sementi
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B. Presentazione progetto pedagogico.
1. Finalità :
- inserimento socio-professionale;
- diminuzione delle sofferenze psichiche e sociali;
- ricerca di un equilibrio sano;
- sviluppo di un’identità lavorativa;
- creazione legami sociali;
- dignità umana;
- riscontro economico.
2. Obiettivi :
- cura della persona
- permettere un inserimento professionale;
- ottenere un ritmo di lavoro;
- ottenere un ritmo quotidiano e stagionale (orario, estate, inverno,..)
- creare una rete di relazioni sociali;
- acquistare nuove tecniche di lavoro;
- evolvere insieme ai colleghi;
- riscontro economico;
- responsabilizzare il lavoratore;
- sviluppare il sapere fare ed il sapere essere;
- rispettare il luogo di lavoro, i colleghi e l’ ambiente;
- creare punti di riferimento significativi;
- trovare l’equilibrio tra la produttività e la salute mentale.
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3. Metodologia :
a. settori di inserimento: vivaio, manutenzione del parco San Camillo, orto, bottega (vendita in
azienda, consegne a domicilio e mercatino), sementi.
b. Orario di lavoro:
I lavoratori hanno la possibilità, tramite contrattazione con i riferenti, di lavorare nelle fasce
orarie seguenti: dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 12.00
e il martedì, giovedì e venerdì dalle 13.00 alle 16.30.
c. Lavori in gruppo e/o in autonomia:
I vari settori di lavoro e il numero degli operatori permettono di diversificare
l’inquadramento delle persone e di rispondere alle esigenze più varie. Il gruppo è un elemento
fondamentale che permettere al lavoratore di relazionarsi in una realtà più ampia. Si cerca di
raggiungere diversi obiettivi: la collaborazione, l’espressione di sentimenti e di bisogni, la
crescita personale e di gruppo, la tolleranza, l’accettazione delle differenze, il sentimento di
appartenenza,…
Oltre al lavoro in gruppo, Il lavoratore ha la possibilità di sperimentarsi in autonomia,
prendendo coscienza delle sue capacità professionali ed emozionali. Il concetto dell’autonomie è
in questo caso la ricerca e lo sviluppo di capacità varie permettendo di non essere, o di essere al
meno possibile, dipendente da una persona di una che controlla continuamente la qualità e la
rapidità di un compito lavorativo. Questo concetto porta ad insegnare il compimento di un
lavoro complessivo, potendo ricorrere alla collaborazione con altre persone, se necessario. La
ricerca dell’autonomia si traduce nell’azione di intraprendere un’attività complessiva con le
conoscenze più varie messe a disposizione della persona.
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d. condizioni di ingresso, convenzione : la tipologia degli utenti inviati dai servizi è la seguente:
Psichiatria, Handicap adulto, e, più raramente, tossicodipendenza.
Tutti i lavoratori del gruppo socio-riabilitativo sono inseriti in retta. La richieste parte dalle
aziende sanitarie locali, sezione salute mentale, handicap adulto e tossicodipendenza.
I
lavoratori devono essere autonomi riguardo alle capacità mototie, all’igiène personale e
all’orientamento nello spazio. I lavoratori si recano autonomamente sul luogo di lavoro.
Il referente dell’azienda sanitaria presenta al gruppo riabilitativo le caratteristiche psicomedico-sociali del futuro lavoratore, spiegando la diagnosi, le motivazioni e i primi obiettivi dell’
inserimento. Dopo accordo mutuo entro le parti, viene organizzata una prima presentazione del
lavoratore sul luogo di lavoro insieme al referente usl ed al coordinatore del gruppo “orto” della
cooperativa. Questa presentazione permette di ottenere un primo contatto con l’utente ,osservando
le sue motivazioni e i suoi desideri per costruire un progetto nuovo. Una volta che tutti gli
intervenuti concordano sul progetto, il presidente della cooperativa firma la convenzione emessa dai
direttori delle Ausl. Queste convenzioni (vedere allegato) variano in funzione dell’unità locale. In
linea generale, si cerca di ottenere una stessa convenzione per tutti i servizi.
Enti invianti attuali
1.
Ausl Bo SUD, salute mentale:.
La proposte d’inserimento dell’ utente viene richiesta da parte del suo psichiatra referente,
dopo una riflessione con l’équipe del d.s.m.. Durante l’inserimento, l’utente continua ad
essere seguito dallo psichiatra e dall’équipe degli educatori ed assistenti sociali. Sono
organizzati frequenti incontri tra i servizi e la cooperativa.
2.
Ausl Bo Sud, handicap adulti:
La proposta viene effettuata dall’educatore in carica per gli inserimenti lavorativi, il quale
prende in carico il progetto e l’accompagnamento durante tutto il percorso. Gli incontri
avvengono periodicamente con il responsabile del gruppo.
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3.
Ausl Bo Città, handicap adulti:
L’assistente sociale o l’educatore referente dell’utente fa una proposta d’inserimento. Lo
psichiatra o psicologo, assieme al direttore, ne decidono l’utlità e ne fanno la delibera.
L’utente è seguito durante l’inserimento da i suoi referenti. Gli incontri tra servizi e
cooperativa sono regolari.
4.
Ausl Bo Città, salute mentale:
Lo psichiatra propone l’inserimento e ne delibera assieme al direttore. Il rinnovo della
delibera si fa ogni sei mesi. L’utente è seguito dall’ equipe educativa con incontri regolari tra
la cooperativa e lo psichiatra.
5.
Ausl Bo Nord, salute mentale:
L’utente è inviato dall’ assistente sociale e gli incontri tra lo psichiatra, il referente e la
cooperativa sono più o meno frequenti (in funzione della gravità della malattia dell’utente).
Avvengono anche incontri con la famiglia.
e. Definizione di un progetto personalizzato
L’inizio di un percorso lavorativo è un momento delicato e sicuramente decisivo per il suo
corretto sviluppo, qualunque siano finalità e obiettivi degli intervenenti. L’utente deve essere sin
dall’inizio compreso in un insieme di fattori: familiari, sociali, culturali, medicale, scolastico,
professionale, cognitivi ed emozionali. L’utente deve sentirsi sostenuto nelle diverse fasi del
percorso da un’équipe allargata. La motivazione personale rimane il punto più importante del
progetto.
Per raggiungere questi obiettivi, il gruppo riabilitativo si incontra con i servizi per definire al
meglio un percorso idoneo alla persone. L’utente viene “analizzato” secondo un contesto di
dinamiche familiari e attuali della sua vita. Si riepiloga la sua storia e gli elementi che lo hanno
portato ad ammalarsi. Si prende atto della cronicità o meno della persona, dei sintomi e delle
sindromi della malattia, quindi si esegue una prima diagnosi della sua struttura psicologica e
psichiatrica. Oltre la situazione medica, cerchiamo informazioni sulla sua situazione attuale:
dove vive; in che modo; quali sono i suoi ritmi quotidiani; che attività o luoghi frequenta; se
partecipa ad attività ludiche, artistiche, sportive; se frequenta amici, rete sociali e relazionali.
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Iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n° A115241. Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente di Diritto.
Categoria Cooperative Sociali. Categoria Attività Esercitata Cooperative di Lavoro Agricolo.
Partita IVA 00641731203 - Tribunale Bologna 45003 - C.C.I.A.A. 303581 - Codice Fiscale 03607230376
Autorizzazione produzione vivaistica L.R. 3/98 n°261. Registro Ufficiale dei Produttori vivaistici iscrizione n° 00641731203
E-mail: [email protected] - Sito web: coopagriverde.it
In un secondo tempo, si verifica le esperienze scolastiche e professionali significative della
persona e si analizzo i punti che possono portare ad un miglioramento della sua condizione di
vita. Proviamo a definire le diverse conoscenze della persona in termine di conoscenze
trasversali, di base e professionali. Definiamo i primi obiettivi del percorso e la metodologia che
verrà usata per raggiungergli. I primi tre mesi di percorso sono destinati esclusivamente alle
osservazioni comportamentali individuali e di gruppo: la presentazione, le dinamiche relazionali
con i colleghi e gli operatori, le motivazioni, le capacità e i ritmi professionali.
Una prima valutazione viene effettuata per affinare e ridefinire il progetto con l’équipe
allargata.
Oltre alla definizione del progetto personale dell’ utente, si lavorerà sul come arrivare
all’acquisizione di capacità relazionali e professionali. Il lavoro consisterà in una definizione di
una metodologia di sostegno: incontri individuali di auto-valutazione, incontro in équipe
allargata, verifiche con i psichiatri referenti, coinvolgimento delle famiglie,…
f. Contratto tra l’utente e la cooperativa
Al fine di creare un rapporto professionale e di dichiarare le proprie motivazioni, il coordinatore
prende l’impegno, assieme al nuovo lavoratore, di firmare e rispettare un contratto formale.
Il contratto è una forma di rispetto dell’identità lavorativa della persona, una riconoscimento sia
del lavoratore che della cooperativa. Questo contratto non ha la pretesa di essere esclusivo e/o
obbligatoriamente firmato. Nel caso che non si riesca a trovare un accordo con il lavoratore, il
coordinatore si troverà di fronte ad una nuova contrattazione e sarà quindi in possesso di nuovi
elementi, non emersi nei primi incontri, ed assolutamente fondamentali, per una maggiore
conoscenza delle motivazioni. Nel caso contrario, il contratto diventerà un elemento importante per
ricordare motivazioni e obiettivi stipulati inizialmente per il percorso.
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CONTRATTO FORMATIVO INDIVIDUALE PER LA BORSA LAVORO DI:
Nome………………………….. Cognome
Residenti in………………………………………………..C.A.P. …………………
Comune …………………………….. Prov. ………………………………………..
1.
Contesto:
Il progetto di inserimento lavorativo del sig….. continuerà ad essere realizzato dalla Cooperativa Agriverde in
collaborazione con il Servizio………….. . Il gruppo di lavoro è costituito da ………. per l’Ausl e di ……. per la
Cooperativa Agriverde. Alla definizione del presente progetto si è giunti dopo avere svolto diversi colloqui
preparatori tra il Servizio, la persona e la Cooperativa. Si tratta di un progetto mirato e personale, definito in base al
proficuo rapporto di fiducia che si è stabilito tra le parti.
2.
Tipologia:
la Borsa Lavoro è a carattere sociale, lo scopo principale che si prefigge è pertanto quello di migliorare,
sviluppare e allargare alla persona le relazioni sociali, l’impegno lavorativo e l’ autostima.
3.
Regolamentazione:
A. ……. s’impegna a segnare con precisione il cartellino delle ore. L’operatore referente dovrà
aggiungerci la sua firma in fine mese. Il cartellino va consegnato l’ultimo giorno del mese al Servizio.
B. …... lavorerà tre giorni alla settimana (martedì, mercoledì e giovedì) dalle ore 8.30 alle 12.00. Al fine
di evitare ritardi e incomprensioni, è richiesta puntualità e precisione riguardi agli orari e i giorni di
attività. In caso di impedimenti nella frequenza è obbligatorio comunicare telefonicamente i motivi
dell’assenza e il giorno di rientro. In caso di ritardo oltre le 9.00 precise, il lavoratore viene rimandato
a casa. Se si verificano assenze non comunicate o non giustificate, si provvederà ad un incontro del
gruppo di lavoro.
C. …... si presenterà ogni martedì con tre magliette pulite, un cambio di vestito nel caso che dovesse
sporcarsi o bagnarsi. La Cooperativa richiede una massima attenzione per l’igiene personale del
lavoratore.
Luogo e data……………………………………………………………………..
Il Servizio inviante
il Lavoratore
Per la Cooperativa
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g. Accoglienza.
Nel primo mese, l’utente lavora con un operatore unico e con gruppi piccoli e variabili.
Il gruppo prova a dargli il tempo di ambientarsi nel nuovo contesto di lavoro. Lavorare con uno
stesso operatore permette di entrare più facilmente in confidenza e di creare un primo clima di
fiducia. L’operatore spiega il funzionamento della cooperativa, i ritmi e livelli di produzione
richiesti, il regolamento,… . L’operatore approfitta di questa relazione “privilegiata” per
presentare i suoi nuovi colleghi di lavoro. Quando l’operatore percepisce che l’utente ha trovato
i suoi primi riferimenti, inizia a distaccarsi. Il momento di accoglienza può essere molto
variabile in funzione della personalità dell’utente.
4. Ruoli:
a. Coordinatore:
Il coordinatore gestisce il gruppo degli operatori/educatori, assicura che il progetto
pedagogico venga seguito e rispettato, assicura che le attività lavorative e le responsabilità
varie vengano svolte in termine di insegnamento e redditività riabilitativa ed economica,
assicura che gli operatori si trovino nelle migliori condizioni per potere lavorare (vedere
allegato)
Il coordinatore è referente diretto di tutti gli utenti del gruppo. Quindi definisce il
progetto pedagogico assieme agli operatori ed ai servizi, mantiene i rapporti con i servizi e le
famiglie riferendo le informazioni necessarie al gruppo degli operatori.
Il coordinatore lavora quotidianamente e allo stesso livello degli operatori con gli
utenti, assumendo un ruolo di referente per ogni esigenza esistente. Il coordinatore mantiene
un rapporto “privilegiato” con l’utente organizzando, quando necessarie e/o richiesto,
riunioni individuali e assemblee.
Il coordinatore deve rispondere delle sue azioni e dell’andamento del lavoro (utenti,
operatori, attività lavorative,..) al consiglio di amministrazione. Il coordinatore propone
progetti nuovi ( nuovi inserimenti, attività, pensieri pedagogici,…) al consiglio prima di
metterli in azione.
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Il coordinatore esegue la parte amministrativa: conteggio e invio delle ore ai servizi,
conteggio delle ore degli operatori, raccolta dei certificati di sana e robusta costituzione,
rispetto della legge sulla privacy,…
Il coordinatore elabora il progetto pedagogico, confrontandosi con gli operatori ed
effettuando un lavoro di riflessione sulle motivazioni di utenti e operatori, cerca nuove
possibilità di inserimenti lavorativi. Il coordinatore raccoglie gli elementi di osservazioni
degli operatori e redige le relazioni e il diario di bordo degli utenti.
b.
Operatore/educatore :
Gli operatori lavorano allo sviluppo dei progetti pedagogici per gli utenti. Il loro
ruolo è di gestire piccoli gruppi di utenti attraverso le diverse attività lavorative definite.
L’educatore ha non soltanto il ruolo di insegnare dei compiti lavorativi o l’uso di attrezzi,
ma anche un ruolo di mediazione nelle diverse dinamiche di gruppo. L’operatore è invitato
ad osservare i diversi comportamenti degli utenti in situazione diverse, a riflettere di essi ad
intervenire, definendo nuovi obiettivi di lavoro e relazioni per permettere all’utente di
evolvere verso un futuro migliore.
Il ruolo dell’operatore trova senso , oltre all’insegnamento del lavoro e alla
realizzazione professionale, nel fatto di essere un riferimento significativo per l’utente, un
contenimento, un mediatore, un elemento di stimolazione , una possibilità di libera
espressione e di tranquilizzazione, una persona che aiuta a trovare la concentrazione.
L’operatore è una persona fondamentale in quanto permette all’ utente di vedersi realizzato e
sostenuto nella crescita personale e professionale.
L’operatore deve riferire ogni osservazione riguardo al percorso dell’ utente al
coordinatore del settore. L’operatore deve comunicare con il coordinatore accordi e/o
disaccordi riguardo al progetto per permettere la massima trasparenza del lavoro.
L’operatore deve rispondere della sue responsabilità lavorative al referente comunicandogli
andamento, scelte, difficoltà, proposte future.
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Gli operatori incontrano i servizi di salute mentale insieme al coordinatore. Riguardo
agli altri incontri, non partecipano per motivi sia economici che di logistica. Non c’è
comunque impedimento a partecipare se una persona ne sente la necessità oggettiva.
L’auto-valutazione sull’andamento del nostro lavoro è importantissima: rileva il
buon funzionamento della nostra organizzazione. Il nostro lavoro è molto impegnativo
quanto alle emozioni e alla fisicità vissute durante la mattinata: è importante condividere
continuamente gli obbiettivi definiti e condividere le diverse metodologie. Come si sentono
gli educatori? Sono motivati? Mostrano segni di stanchezza? Riescono a staccarsi
mentalmente ed emotivamente alla situazione? Si sentono in accordo con il progetto?
Chiedono aiuto ed informazioni in caso problematico? Il loro lavoro è valorizzato? I compiti
sono distribuiti in modo giusto? Fanno proposte di cambiamento, di miglioramento? Si
esprimono tutti?.....
Esistono diversi modi di valutare il lavoro : riunione, discussione, supervisione
organizzative e supervisione dei casi.
c. Gli utenti:
L’utente è protagonista del suo percorso. Gli sviluppi e la direzione dell’ apprendimento
dipendono fondamentalmente dalle sue motivazioni e dal desiderio di aggregarsi ad un progetto
complesso. Ovviamente, l’operatore dovrà utilizzare tutta la sua professionalità per permettere
all’utente di intraprendere il percorso con la massima fiducia.
Il ruolo dell’utente è di collaborare ed esprimersi con i suoi colleghi, di rendersi
disponibile ad affrontare situazioni come la quotidianità, la continuità, la fatica fisica, il ritmo
stagionale , la concentrazione, l’impegno, l’ascolto, il paragone, la qualità, la produzione, la
frustrazione, …
L’utente deve accettare di lavorare in una direzione di miglioramento e di maggiore
autonomia per il futuro.
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L’utente ha come referente di percorso il coordinatore. L’utente ha come compito, nei
momenti messi a disposizione, di relazionarsi con lui per effettuare delle auto-valutazioni, di
esprimere piacere e dispiacere riguardo all’insieme del progetto (sia lavorativo che relazionale),
di presentare e cercare di superare le difficoltà incontrate, definire i compiti in cui vorrebbe
specializzarsi,…
Con l’operatore invece, l’utente ha un rapporto strettamente di apprendimento dei
compiti lavorativi e di mediazione sociale. L’utente, all’interno del suo gruppo, deve cercare di
eseguire al meglio quello che gli viene richiesto: si deve concentrare , ascoltare e chiedere
informazioni, rendere conto del suo lavoro e valutarne i risultati finali.
5.
Attività e momenti a disposizione dell’utente :
Quanto l’utente si sente di appartenere al gruppo riabilitativo? Quanto si sentono lavoratori? Quanto
vedono i risultati ottenuti per loro e per la cooperativa?...
Il gruppo degli utenti deve sapere in che processo lavorativo si trova, dove sta andando, a cosa
partecipa!
Come possiamo sviluppare questi sentimenti? Come migliorare la collaborazione? Come renderli
partecipo all’ evoluzione delle nostre attività? Come dargli la voglia ad essere autonomi nei diversi
compiti? Quali sono le possibilità di passare nel gruppo intermedio? Quali sono le possibilità
effettive di un reale inserimento socio-lavorativo?
Come :
a - cinque settori di lavoro dove si possono esprimere (vivaio, orto, lavorazione sementi,
negozio/consegne, manutenzione del San Camillo).
b - compiti personalizzati, lavoro in autonomia, piccoli e medi gruppi;
c - momenti di pausa tutti assieme;
d - possibilità di pranzare assieme al gruppo allargato della cooperativa;
e - gite e visite di aziende agricole organizzate ogni due/tre mesi;
f - assemblee frequenti con temi pertinenti al momento;…
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g - momenti di auto-valutazione con il coordinatore;
h - frequenti giri di ricognizione dei lavori effettuati;
i – partecipazione alle fiere di quartiere e a mercatini.
6. riunioni degli operatori.
Riunioni operative:
In modo da gestire e strutturare al meglio gli inserimenti lavorativi e l’andamento dei
lavori, il gruppo degli operatori si riunisce frequentemente per discutere e valutare diversi punti.
a - riunione del mattino : dalle 7.30 alle 8.00
- organizzazione dei gruppi lavorativi;
- organizzazione delle attività lavorative;
b - riunione del lunedì pomeriggio : dalle 13.30 alle 16.30
- elaborazione e aggiornamento dei progetti pedagogici individuali;
- valutare se il progetto di gruppo segue una stessa linea per tutti
- analisi e riflessione sulle diverse problematiche sorte;
- programmazione delle attività lavorative riguardani la settimana;
- formulazione e aggiornamento di una struttura operativa del lavoro ( processi
d’apprendimento per ogni settore lavorativo, gruppo e persone);
-organizzazione delle diverse “feste” (verde San Lazzaro, parco dei Gessi,…);
- elaborazione di nuovi progetti di inserimento;
-valutazioni ed aggiustamenti;
- aggiornamento delle regole per il gruppo d’utenti nii diversi ambiti in funzione
delle situazione emerse in settimana (lavoro,
comportamenti, orari, igiene …),…
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7. Rapporto con i servizi
incontri con i servizi
La collaborazione è uno strumento fondamentale per capire meglio l’utente, rendere
conto del suo andamento in rapporto al progetto in agriverde o per, evventualmente,
aggiustare questo andamento. Il gruppo operativo s’incontra regolarmente con i diversi
servizi. Gli incontri, danno spazio ad uno scambio di informazioni riguardo alle osservazioni
effettuate nel periodo breve. Il gruppo informa i servizi dei cambiamenti o del mantenimenti
degli stati di umore, delle motivazioni e degli impegni vari sul lavoro. L’aspetto relazione
degli utenti è rilevante per i servizi per una comprensione più ampia dell’equilibrio della
persona. A loro volta, i servizi ci informano delle situazioni di cambiamento di vita della
persona: situazione giuridiche, familiari, economiche, tempo libero,….tutti gli elementi che
possono aiutarci a capire meglio la persone durante il lavoro e quindi a lavorare in modo più
informato, dettagliato e specializzato.
Ogni 3 mesi, in media, si organizzano verifiche con gli psichiatri referenti degli
utenti. La verifica comprende un lavoro di valutazione più complesso e dettagliato su un
tempo più lungo di osservazione e di tentato raggiungimento degli obiettivi.
La frequenza degli incontri e le modalità variano in funzione dei servizi competenti e
dei progetti stipulati: - gruppo operatori e servizio;
-
gruppo operatore, servizio e psichiatra;
-
coordinatore e servizio;
-
coordinatore, servizio e utente;
-
coordinatore, servizio e famiglia;
-
coordinatore e utente.
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8.
Rapporto con le famiglie
Anche in questo caso, la collaborazione è uno strumento fondamentale. Come capire una
persona se non “analizzato” nel suo contesto affettivo più forte e ravvicinato?
La famiglia chiede spesso come sta andando il lavoro del figlio, chiede ad essere messa al corrente
dei sviluppi effettuati e quando si potrà trovare un “lavoro vero”. Ci sono anche lavoratori che non
hanno la famiglia, oppure che hanno una famiglia assente. Per ottenere informazioni utili e rendere
informazioni sull’andamento del percorso, senza subire invasioni, intromissioni e/o sensi di
abbandono, solitudini, i rapporti con le famiglie vengono gestiti insieme esclusivamente con il
servizio. Questo permette una maggiora trasparenza negli rapporti e nei interventi effettuati.
Soltanto le informazioni di tipo organizzativo, come le assenze, le gite o ancora le giornate di
chiusura vengono passate in modo diretto alle famiglie ( buon senso!).
9.
Giornata tipo degli utenti
a–
Il coordinatore del gruppo organizza una riunione breve con i lavoratori presenti alle 8.00 per
annunciare la formazione dei gruppi e lo svolgimento delle attività. Questo momento trova il suo
senso nelle seguente fasi: salutare tutti i lavoratori e augurare una buona giornata, rendere un senso
di appartenenza al gruppo e trovare la motivazione a partecipare alle attività, sapere quello che
fanno i colleghi ed avere un’idea completa delle attività quotidiane.
In quel momento l’operatore si può fare una prima idea dell’atmosfera individuale e di gruppo. I
lavoratori possono già dare delle informazioni in modo verbale e non verbale del loro stato d’animo.
I lavoratori che arrivano alle 8.30 vengono informati dei gruppi e compiti dall’operatore che
allestisce la mensa.
b - I primi lavoratori scendono in campo. Ognuno al suo compito in attesa degli altri colleghi:
aperture dei cancelli e “baracche”, allestimento del negozio, controllo che le piante siano bagnate e
in piedi. La preparazione dei diversi cantieri si fa con o senza la partecipazione degli operatori in
funzione del grado di autonomia e poi iniziano le attività lavorative ( massimo alle 9.00 ).
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d – Un operatore, insieme a uno o due lavoratori, apparecchia la mensa, prepara le bruschette e la
tisana per la pausa. In seguito raggiungono il loro cantiere.
e - una pausa di mezz’ora è organizzata dalle 10.00 alle 10.30. È un momento che offre un poco di
relax. Tutti assieme, approfittiamo per bere un tè, ricaricarci con una bruschetta. L’obiettivo è di
riuscire a raccontarsi l’andamento dei lavori, a comunicare con l’altro, a staccare mentalmente dopo
un’ora di impegno e di concentrazione per potere continuare a lavorare fino a mezzo giorno.
f - La ripresa dei lavori: qualche modifica di gruppo, cantiere e attività può avvenire in funzione di
priorità lavorative e/o miglioramento di condizioni fisiche/morali. Si insegna sia ad essere
impegnato su un oggetto per un tempo determinato che la flessibilità di potere cambiare davanti ad
un imprevisto.
g - il pranzo è un altro momento parte integrante del progetto educativo. In questo momento, il
lavoratore si deve lavare le mani, mangiare in un modo socialmente accettabile e trova il pieno
senso nell’incontro con i giardinieri della cooperativa. Ci troviamo davanti ad un confronto diretto
con l’identità lavorativa e l’appartenenza ad una realtà lavorativa. I lavoratori tornano a casa
autonomamente alle 13.00
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10.
Regolamento interno
“ In queste comunità ci sono delle regole, non c’è alcuna regola contro le regole, ma c’è la
regola che le regole siano aperte a ogni analisi e revisione.” R. D. Laing
a. I lavoratori iniziano le attività secondo il loro contratto alle 8.00 o alle 8.30. L’orario
massimo di inizio attività, in via eccezionale, è previsto per le 9.00. Se un lavoratore non si
presenta entro le 9.00, pronto a lavorare, viene rimandato a casa, qualunque sia la
giustificazione.
b. Le assenze vanno sempre comunicate fisicamente o telefonicamente al responsabile del
settore entro le 8.00 della mattina stessa.
c. Una pausa di mezz’ora è prevista nell’arco della mattina, dalle 10.00 alle 10.30, con
possibile variazione decisa dall’operatore.
d. Le attività lavorative si concludono alle 12.00. La presenza in mensa è autorizzata fino alle
13.00. Non sono concesse interruzioni durante il lavoro per visite mediche o impegni non
relativi al lavoro.
e. Non è possibile recuperare le ore non lavorate.
f. È richiesto al lavoratore un atteggiamento adeguato e rispettoso nei confronti delle persone,
dell’ambiento e del materiale.
g. È richiesto un abbigliamento adeguato (vedere allegato) e pulito sia per presentarsi sul
luogo di lavoro che per eseguire il lavoro in funzione della stagione e delle diverse attività
lavorative. Il lavoratore deve tenere un cambio di vestiti nel suo armadietto. Sono richieste
norme di igiene personale adeguate alla vita di gruppo.
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Iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n° A115241. Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente di Diritto.
Categoria Cooperative Sociali. Categoria Attività Esercitata Cooperative di Lavoro Agricolo.
Partita IVA 00641731203 - Tribunale Bologna 45003 - C.C.I.A.A. 303581 - Codice Fiscale 03607230376
Autorizzazione produzione vivaistica L.R. 3/98 n°261. Registro Ufficiale dei Produttori vivaistici iscrizione n° 00641731203
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11.
Valutazione.
Prima di esporvi il nostro modo di interpretare la valutazione, vorremmo presentarvi una
definizione della valutazione formativa secondo De Landsheere G.:
“
Il suo obiettivo è di elencare uno stato di avanzamento, di riconoscere dove e in cosa un
allieve prova una difficoltà e di aiutarlo ad affrontarla. Questa valutazione non si tradusce in nota,
e ancora meno, in punteggio. Si tratta di un’informazione di ritorno (feedback) per l’allievo e il
maestro.”
“
Interviene, in principio, al termine di ogni tappa dell’apprendimento e ha per oggetto
d’informare l’allievo ed il maestro del grado di conoscenza acquisito e, eventualmente, di scoprire
dove e in cosa un allievo prova delle difficoltà di apprendimento in vista di proporgli o di fargli
scoprire delle strategie che gli permettono di progredire.
Fa, prima di tutto, parte integrante del processo educativo normale, gli “sbagli” essendo da
considerare come momenti nella risoluzione di un problema e non come debolezza riprensibile o
manifestazioni “patologiche”.
Permette anche di determinare se un allievo possiede i prerequisiti necessari per abbordare
le tappe seguenti, in un insieme sequenziale.”, De Landersheere G.
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La valutazione è uno strumento fondamentale per il lavoro pedagogico della cooperativa, sia per
i lavoratori (utenti e operatori) che per le attività di inserimento socio-professionale. Permette di
indirizzarsi all’utente, cercando di adattarsi alle situazioni individuali. Dà il dirito all’errore e
coinvolge l’utente nella valutazione del raggiungimento degli obiettivi e dell’ efficienza della sua
azione tramite una consapevolezza che rende l’utente attore del suo processo, piuttosto che
spettatore. La valutazione formativa s’interessa sia al processo che al risultato, non si limita
all’osservazione ma propone un’azione, cerca le cause delle difficoltà e non la sanzione. La
valutazione formativa permette, per ritorno di informazione multiple, di orientare in modo efficiente
e flessibile la sua azione.
Il nostro compito è di avvicinarci al meglio e sempre di più al raggiungimento del benessere e
all’equilibrio mentale della persona in funzione della realtà esistente. Iniziare a lavorare in
cooperativa non significa dovere diventare per forza un giardiniere o un ortolano, ma intraprendere
un percorso che permetterà in futuro di definire quello che fa stare bene la persone: l’identità
lavorativa, il movimento fisico, la concentrazione su qualcos’altro che la malattia, la creazione di
legami sociali, la scoperta di un interesse professionale, il non volere lavorare,… .
Al livello di gruppo degli utenti l’interesse è valutare i livelli di partecipazione ad un progetto
globale della cooperativa, il senso del lavoro effettuato, l’appartenenza alla cooperativa, il livello di
collaborazione raggiungibile e la capacità di costruire dei rapporti significativi.
Il lavoro dell’operatore va sempre valutato e rimesso in discussione per assicurare una maggiore
professionalità. Siamo in grado di porre uno sguardo critico? Siamo in grado di seguire una linea
ben precisa per raggiungere obiettivi definiti? Siamo in grado di metterci in gioco? La valutazione
riguarda gli aspetti personali delle nostre motivazioni, la democraticità di sviluppare e ridefinire i
progetti, l’aderenza alle scelte prese e la costruzione di interventi significativi.
Le attività lavorative, loro volta, vanno sempre ridefinite e “pesate” in termini di produttività, di
riabilitazione, di inserimento sul territorio, di rendimento economico e di visibilità.
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a. La valutazione per l’utente :
La valutazione è costruita su diversi criteri, per mettere in rapporto l’interesse che
l’utente può trovare in termine di miglioramento della sua qualità di vita e di aumento delle sue
risorse professionali. E quindi molto importante capire sia le motivazioni personali che l’utente
ha a partecipare alle diverse attività sia quelle che definiamo assieme a lui. Durante il percorso
di inserimento, strutturiamo dei gruppi lavorativi assegnando diverse mansioni a diversi utenti,
creando gruppi relazionali sempre diversi. In questo modo, osserviamo le risorse, le competenze
e gli acquisti dell’utente. In seguito, valutiamo le loro evoluzioni. I criteri sono:
-La regolarità: - rispetto dei giorni di lavoro previsti ( frequenze e assenze );
-Il rispetto dell’intera giornata lavorativa (inizio, fine, evoluzione, variazione,
spiegazione, negoziazione,…).
-Applicazione: implicazione, autonomia, prese d’iniziativa;
-Valutazione del lavoro realizzato, consapevolezza dei diversi passaggi;
-Atmosfera: collaborazione con gli operatori, i colleghi, la cooperativa, i servizi;
- Igiene personale.
Questi criteri possono essere modificati e sviluppati davanti a nuove richieste o difficoltà incontrate.
La valutazione viene realizzata in diversi momenti del percorso individuale. In caso di un momento
critico, verrà realizzata frequentemente. In altri casi, si realizzerà prima delle verifiche con i
referenti usl. La valutazione si effettua in una riunione d’équipe degli operatori. In seguito, il
coordinatore ne redige la relazione. L’utente ha la possibilità di realizzare un’auto-valutazione
assieme al coordinatore. In questo modo, l’utente ottiene una partecipazione più complete al suo
progetto e realizza una consapevolezza maggiore del suo ruolo in Cooperativa.
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Come :
Esempio di una griglia quotidiana/settimanale:
La valutazione quotidiana/settimanale si compila in caso di crisi. Perciò deve essere molto
sintetica e concreta. Questa formula ha per obiettivo di essere soltanto descrittiva di comportamenti
e atteggiamenti . Ci permetterà di comprendere meglio i minimi fattori che annunciano la crisi e
pensare a come si può intervenire per sostenere l’utente ad attraversare la fase in modo costruttivo.
L’analisi e la riflessione nei momenti critici permette di avere elementi concreti per richiedere in
modo efficace l’intervento del servizio e di essere più tutelato nell’intervento educativo. La crisi va
affrontato con tempestività.
Giorni
Nome operatore
nome utente
Data
attività lavorative
ORARI
1° Prenzenze
2°Ritardo (5min, 10,15,20….)
3° Pause (1, 2, …)
4° Anticipo fine lavoro Si o No
5° Motivi Lavoro o Personale
VALUTAZIONI COMPORTAMENTALI:
6° E capace di spiegare il suo ritardo/pause?
7° In che modo?
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8° Si è instaurato un rapporto con l'operatore?
SOCIALIZZAZIONE
1° Collaborazione offerta
2° Collaborazione accolta
3° Rispetto delle regole e del contesto lavorativo
IGIENE PERSONALE
L’utente viene pulito?
Possiede un cambio di vestito?
È autonomo nei propri bisogni?
Pulizia dei bagni?
IDENTITÀ SOCIALE E DI LAVORATORE
1° Si riconosce nel contesto sociale, si sente integrato?
2° Possiede (ovvero si aspetta di possedere) una identità di
lavoratore?
3° E consapevole del proprio ruolo in Agv?
4° Impegno e interesse mostrati.
APPLICAZIONE/PRODUTTIVITÀ
Lavoro effettuato al completo? Si o No
Qualità (Insufficiente- Sufficiente-Buono)
A Implicazione
1- E concentrato sul proprio lavoro? (Si o No)
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2-C'è un miglioramento? ( Si o No)
3-Commenti
B Autonomia
1° Cura del posto di lavoro?
2° L' ut. ha bisogno di essere sostenuto dal op.?
Se si:
3° Per un’attività particolare (Si/quale o No)
4° Per tutte le attività (Si o No)
5° Chiede un sostegno importante?
6° Miglioramenti nell’autonomia (+ / -)
7° Commenti / cos' ha favorito questo?
C Iniziative dell'utente
1-L'utente prende iniziative? (Si o No)
2-Sono adeguate? (Si o No)
Giorni
Esempio di una valutazione compilata assieme all’utente :
La valutazione deve essere adattata ad ogni utente in funzione delle sue capacità cognitive e
emotive. Si può organizzare una o due volte all’anno o in funzione delle sue richieste in termine di
miglioramento nel percorso o bisogno. Il linguaggio usato deve essere quello dell’utente al fine di
assicurare una corretta comprensione.
I punti sono:
- Che lavori faccio?
-
Come svolgo le attività?
-
Che difficoltà ho incontrato?
-
Riesco a parlarne con l’operatore?
-
Che miglioramenti percepisco?
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-
Come mi trovo con i colleghi?
-
Riesco a lavorare in gruppo?
-
Sono soddisfatto di quello che faccio?
-
….
I criteri e metodi di valutazione sono ovviamente soggetti a modificazioni. La
valutazione è uno strumento di controllo dei risultati ottenuti e degli obiettivi da perseguire.
Ogni utente è diverso, mille fattori possono influenzare un comportamento o un altro.
Quindi, questi esempi di griglie non vogliono essere esclusivi ne definitive. Il sistema stesso
di griglia può essere messo in discussione.
b. La valutazione per il gruppo dell’utente
In quanto tempo un gruppo di utenti riesce a costruire un’azione autonomamente,
senza la mediazione dell’operatore, ottenendone la propria valorizzazione? Il gruppo riesce
ad auto-aiutarsi? Un utente riesce a riconoscere le sue proprie capacità, a riconoscere quelle
dell’altro? L’utente riesce a collaborare con l’altro, uscendo da un rapporto di forza, di
potere e di competitività? Il gruppo è un elemento di terapia per la singola persona? In
quanto tempo l’utente riesce ad affermarsi di fronte a un suo collega, a difendersi da
meccanismi vari o a non usare un potere autoritario sull’altro? In quanto riescono a parlarsi?
Sono tutti elementi di osservazione da prendere in considerazione per riuscire a
definire meglio un intervento mirato. Le dinamiche di gruppo sono probabilmente le più
interessanti del nostro lavoro; danno luogo a riflessioni sul comportarsi in società,
sull’espressione di paure, sfoghi, sicurezze, debolezze, abitudini famigliari e sociali.
La valutazione per il gruppo di utenti seguito da un intervento mirato uguale per il
gruppo del momento permette di indurre un comportamento sociale definito e, in seguito, di
creare un sentimento di appartenenza ad esso, un’identità sociale.
L’intervento trova luogo nel lavoro quotidiano in piccoli gruppi e nelle assemblee.
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c. La valutazione per l’operatore
L’operatore mette in atto una metodologia. Il gruppo di lavoro si deve relazionare
con i servizi in modo adeguato per aumentare le conoscenze e la relazione di insegnamento
Il lavoro dell’operatore deve sempre essere messo in discussione per assicurare una massima
professionalità. I metodi possono essere vari. Esistono riunioni di gruppo, possibilità di
formazione, supervisioni con psicologi, scambi di informazioni con altre realtà e/o iniziative.
In questo momento, non seguiamo una supervisione con uno psicologo.
La valutazione del lavoro svolto e da effettuare va sempre, nel nostro caso,
ridimensionata in relazione al contesto di inserimento socio-lavorativo, contesto limitativo,
che non è il lavoro di progetti di vita in senso globale.
I criteri di valutazione si mettono in rapporto agli obiettivi e ai mezzi messi a
disposizione per sviluppare un progetto di inserimento lavorativo personale e di gruppo.
Nella prima fase, l’operatore si mette in rapporto con l’utente in relazione ad un
contesto socio-economico-politico. L’operatore è portato ad osservare, domandare e
elaborare rappresentazioni complesse. L’operatore deve scoprire e aprirsi a forme nuove di
espressione.
In una seconda fase, l’operatore si mette in rapporto con l’utente in relazione di aiuto
e di insegnamento di un progetto di inserimento socio-lavorativo. L’operatore interviene
sull’utente, e, nello stesso momento, sul gruppo. Il compito è di analizzare le diverse
problematiche, costruire ipotesi e definire gli obiettivi. Dopo il lavoro di riflessione con
l’utente.
Nella terza fase, il gruppo deve allargare il suo intervento con la collaborazione di
altre realtà che potrebbero permettere un maggiore inserimento della persona. A questo
punto, la valutazione dei risultati ottenuti diventa uno strumento essenziale. L’operatore
deve essere in grado di analizzare il lavoro prodotto e di ridefinire nuovi obbiettivi per
aggiustarne i risultati e proseguire la relazione con l’utente.
È fondamentale che, sia l’operatore sia l’équipe, identifichino le dinamiche personali
nella scelta di interventi e nell’azione educativa.
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La valutazione delle attività lavorative
Tutte le attività lavorative sono strumenti di riabilitazione per le persone in difficoltà.
La produttività ed il rendimento economico va sempre messo in rapporto con la valenza terapeutica
di esse. Quanto il livello di produzione è terapeutico? Quanto le singole attività trovano senso in un
progetto globale? Quanto e come le nostre attività possono inserirsi in un ambiente esterno
permettendo una maggiore integrazione sociale? Come organizzarsi per affrontare le domande del
mercato e l’equilibrio psico-sociale delle persone? Che decisioni prendere per avere attività sempre
più strutturate e “competitive” sviluppando una massima professionalità nella relazione di aiuto?
Queste domande fanno parte del nostro quotidiano. Esse sono il motore di ricerca per
una valutazione sempre più adeguata. Dobbiamo trovare il punto di equilibrio tra crescità personale
e professionale senza cadere né nella attività protetta e nell’assistenzialismo, né nella produttività
che comporti l’esclusione di qualcuno.
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D. Presentazione dei settori di inserimento lavorativi, il loro obiettivi,
tecniche, possibilità di insegnamento e reti sociali.
Settori lavorativi:
Come segnalato prima, il gruppo riabilitazione si sviluppa al momento su cinque settori di
lavoro: il vivaio, l’orto, il negozio/consegne/mercatino, la manutenzione del parco San Camillo e la
raccolta/lavorazione di sementi. Ciascuno di essi ha degli obiettivi e delle finalità diverse, sia livello
riabilitativo che produttivo. In questi settori, si cerca di trovare la dimensione giusta per rispondere
alle esigenze di tutti gli intervenenti. L’utente si sperimenterà in ambiti vari lungo al suo percorso e
si cercherà di sviluppare le risorse di ciascuno per delineare una crescita dei valori espressi
precedentemente.
A. Vivaio :
1. Riconoscimento dello spazio:
Il vivaio è composte da serra riscaldata, un piazzale con irrigazione “piovane”, un piazzale
lungo con le piante perenni e la semine delle querce, due piazzali con piante a foglie verde, piante
aromatiche e pelargoni. Attorno a questi piazzali, abbiamo la vigna, alberi da frutta ( albicocchi,
cachi, susini, meli,..), piante aromatiche e rose varie. In fondo, c’è un ex-pollaio non usato che
potrebbe essere soggetto a progetti vari (prolungamento della vigna, orticello, costruzione di un
nuovo piazzale). All’ingresso del vivaio, sulla sinistra, si trova la bottega di frutta e verdura. Le
attività possibili in vivaio sono tante.
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2. attività:
2.1. le piante:
Gennaio- Maggio:
- Pulizia vasetti sia all’interno che all’esterno per le nuove talee di pelargoni;
- Rinvasi di talee di pelargoni;
-
Rinvasi di talee di aromatiche o perenni preparate in precedenza;
-
Rinvasi ove sia necessario da un diametro inferiore ad uno superiore;
-
Rabbocco di terriccio nei vasi grandi;
-
Taglio dell’ultimo pezzetto di radici di quelle piante che hanno un vaso
grande e che non è possibile cambiare;
-
Potatura, cimatura di alcune piante;
-
Concimazione di tutte le piante;
-
Rimozione del tessuto non tessuto che serviva a proteggere le piantine
dalle gelate;
-
Pulizia dei vari piazzali dalle foglie secche, diserbo dell’agritela dalle
infestanti e sistemazione delle piante in cassette ordinate;
-
Semina dei diversi tipi di piante;
-
Pulizia delle piante madri di pelargoni da foglie secche, malate e insetti;
-
Annaffiature quotidiane a semenzai e vasetti all’interno della serra.
-
Sistemazione delle piante della serra all’esterno;
-
Diradamento e successivo rinvaso delle piantine seminate nei mesi
Maggio- Ottobre:
precedenti;
-
Diserbi e rabbocco delle piante poste all’esterno;
-
Preparazione delle nuove piante madri di pelargoni utilizzando le talee già
cresciute, queste serviranno in luglio per preparare le talee;
-
Propagazione di erbacce perenni come liriope, geranium, ophiopogon;
-
Annaffiature almeno tre volte alla settimana nel periodo più afoso a tutte
le piante, alberi e aiuole non raggiunte dall’impianto di irrigazione;
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-
Preparazione di tutte le piante per le varie fiere (Verde San Lazzaro, Festa
del parco,…);
-
Sistemazione in pieno campo o in fioriere delle piante aromatiche a
grande consumo;
-
Verifica dello stato delle piante e degli alberi in vivaio (cadute per il
vento, non raggiunte dall’irrigazione);
-
Raccolte dei semi delle piante particolari;
-
Sistemazione nei vari piazzali di ombreggiante per proteggere le piante
dal sole;
-
Preparazione delle nuove talee e di alcune varietà di piante aromatiche e
perenni.
Novembre – Dicembre
-
Sistemazione all’interno della serra delle piante che non tollerano le
ghiacciate;
-
Sistemazione degli ombreggianti al riparo;
-
Coperture delle piante in previsione dell’inverno con tessuto non tessuto.
Gruppi di utenti:
i cantieri proposti permettono di lavorare sia in gruppo che in
autonomia. Queste attività sono interessanti per osservare le dinamiche di
gruppo. Gli utenti, con la mediazione dell’operatore, sono portati a
collaborare e a paragonarsi con i ritmi dei colleghi. Il vantaggio dell’attività è
dato dalla possibilità di lavorare in gruppo rimanendo concentrato sulla
pianta. Chi ha delle difficoltà a guardare l’altro negli occhi, trova un oggetto
intermedio per comunicare. Quando una persone conosce bene le sequenze
lavorative, si può sperimentare in autonomia e fare un lavoro sui suoi
progressi di produttività e/o di qualità.
AAAGGGRRRIIIVVVEEERRRDDDEEEsssoooccc...cccooooooppp...sssoooccciiiaaallleeeaaarrr..l.ll... - Via Seminario 1 - 40068 SAN LAZZARO DI SAVENA (BO) - Tel. (051) 625.13.14 Fax (051) 625.13.52
Iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n° A115241. Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente di Diritto.
Categoria Cooperative Sociali. Categoria Attività Esercitata Cooperative di Lavoro Agricolo.
Partita IVA 00641731203 - Tribunale Bologna 45003 - C.C.I.A.A. 303581 - Codice Fiscale 03607230376
Autorizzazione produzione vivaistica L.R. 3/98 n°261. Registro Ufficiale dei Produttori vivaistici iscrizione n° 00641731203
E-mail: [email protected] - Sito web: coopagriverde.it
Capacità professionali:
L’insegnamento prevede un riconoscimento delle varie tipologie di
piante e del loro stato di sopravvivenza ( sana, sofferente, secca,…). Si
insegna ad usare la forza fisica in modo controllato e si sviluppa una
manualità di precisione. Le attrezzature impiegate sono forbici, carriole,
misurini, annaffiatoi. È richiesto un certo auto-controllo e una massima
concentrazione. Riguardo ai ”grandi” diserbi (pulizia di piazzali e rinvasi in
grandi rinvasi) è richiesta una manualità e capacità deambulatoria molto
meno precisa.
Obiettivi:
La manutenzione delle piante ornamentali e delle erbacee perenni
corrisponde direttamente alle esigenze dei giardinieri della cooperativa.
Infatti, le piante verranno utilizzate nel quadro di progetti di impiantistica sia
dei giardini pubblici che privati. È quindi fondamentale fornire un lavoro di
qualità rispettando tempi funzionali alla realizzazione dei cantieri esterni.
La propagazione dei pelargoni e la produzione di piante aromatiche
invece hanno come riscontro produttivo la vendita diretta in negozio e durante
le fiere. L’obiettivo è di contribuire alla biodiversità e alla salvaguardia di
specie particolari. Le proponiamo ai nostri clienti, ai diversi mercati e vivai
per riuscire a ricavarne un beneficio economico. Il lavoro deve essere di
qualità, i ritmi produttivi sono stagionali e irrilevanti in termine di fatica
fisica.
2.2. L’impianto di irrigazione
L’impianto di irrigazione prevede un’annaffiatura automatica regolata da un
computer. L’acqua proviene da un pozzo situato a 40 metri sotto terra. È
dotato di una pompa a immersione che permette di portare l’acqua in
superficie.
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Il lavoro prevede un costante aggiustamento dei tubi di irrigazione, assicurarsi
che un massimo di piante vengono annaffiate in modo automatico ed
effettuare una costante manutenzione dell’impianto. L’impianto è quindi
stabile riguardo alle linee di irrigazione, flessibile riguardo ai sistemi e
“movimenti” di entrate e uscite delle piante.
Novembre – Dicembre:
-
Smontaggio di tutti i vari irrigatori e decalcarizzazione degli stessi;
-
Smontaggio delle eletrovalvole collegate al computer;
-
Riordino di tubi, giunte, irrigatori ed elettrovalvole in luogo protetto dal
gelo;
-
Spegnimento del computer, chiusura del pozzo, protezione dal gelo.
-
Pianificazione dei nuovi sistemi di irrigazione;
-
Acquisto dei prodotti necessari al montaggio di essi;
-
Montaggio di elettrovalvole, tubi e irrigatori;
-
Collegamento degli irrigatori alle piante;
-
Accensione della pompa e del computer;
-
Prove generale dell’impianto con successivo aggiustamento;
-
Regolazione dei giorni di annaffiature, tempi di irrigazione e partenza;
-
Inizio delle annaffiature manuali per le piante non coperte dall’irrigazione
Marzo – Aprile:
automatica.
Maggio – Ottobre:
-
Controllo del livello di umidità delle piante;
-
Manutenzione, cura, riparazione e aggiustamento dell’impianto di
irrigazione;
-
Aggiornamento della programmazione del computer in funzione delle
condizione climatiche;
-
Annaffiature manuale delle piante fuori circuito di annaffiature
automatiche.
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Gruppi di utenti:
Il lavoro svolto attorno all’impianto di irrigazione permette l’impiego di
poche persone. Non si riesce, o almeno non siamo riusciti ad organizzare
gruppi estesi. Il lavoro prevede quindi un rapporto ravvicinato tra utente e
operatore e si lavora in direzione di un’autonomia manuale e cognitiva
dell’utente.
Capacità professionali:
In questo cantiere, si insegna un’attenta osservazione, riconoscimento dello
stato di salute delle piante e l’individuazione dei motivi di questo.
L’insegnamento prevede la pulizia, il montaggio e smontaggio di tubi e
irrigatori. Ci vuole quindi una capacità manuale e visiva abbastanza precisa.
B. Orto :
1. Riconoscimento dello spazio
Dietro al palazzo San Camillo, disponiamo di circa 2 ettari di terra, ai piedi dei colli del Parco
dei Gessi Bolognesi. Coltiviamo secondo metodi biologici certificati ICEA.
Un ettaro di terra è lavorato per la coltivazione di ortaggi e frutta varie. Il secondo è messo a
sovescio nell’intenzione di fertilizzare il terreno.
In collaborazione con il Parco dei Gessi, abbiamo piantato una quarantina di alberi da frutta
antica e autoctona nell’ obiettivo di valorizzare i prodotti tipici della zona. Cerchiamo da
qualche anno di seminare varietà di ortaggi scomparse (scomparse per motivi di richiesta del
mercato), sempre nell’obiettivo di riscoprire sapori di una volta e di non perdere varietà che
magari non sono abbastanza produttive ma sono di ottima qualità.
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Insieme all’Università agraria di Bologna, abbiamo sperimentato bordure di fioriture varie che
possano attirare certi insetti che ne allontanano altri. Si cerca quindi di creare un ecosistema
sostenibile a livello ambientale.
La produzione è in parte destinata al consumo, cercando di creare un legame diretto tra
produttori e consumatori. L’altra parte è destinata alla produzione di sementi biologiche
certificate ICEA.
2. Attività
Gennaio:
Febbraio:
-
produzione di semenzai vari (pomodori, insalata, porri,…);
-
piantare cipolle e aglio;
- semenzai vari;
-
acquisto di patate da seminare e sistemazione in cassetta, taglio delle
patate a fine mese;
Marzo:
Aprile:
Maggio:
Giugno:
-
montaggio archi e nylon della serra delle fragole e dell’insalata;
-
potature alberi da frutta;
-
sistemazione paglia nella serra delle fragole;
-
concimazione terreno per le patate;
-
piantare fagiolini e patate;
-
montaggio impianto di irrigazione e controllo del suo funzionamento;
-
sistemazione pacciamature e tunnelini per piantare i vari ortaggi;
-
montaggio serra lunga dei pomodori;
-
semine in pieno campo di spinaci, piselli, ceci,…;
- semenzai vari;
-
trapianti vari (pomodori, zucchine, meloni, insalata,…);
-
fine mese, inizio raccolta fragole;
-
raccolta fragole, cipollotti e insalate;
-
Trapianti peperoni, melanzane,…;
-
Diserbi vari meccanici e manuali;
- raccolte e trapianti vari;
-
smontaggio serra fragole e insalata;
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Luglio:
Agosto:
Settembre:
Novembre:
Dicembre:
-
diserbi vari;
-
Raccolta cipolle, aglio e patate;
-
Raccolte varie (pomodori, peperoni, melanzane, meloni,…);
-
Trapianti insalata;
-
Raccolte varie più pomodori da conserva;
-
Lavorazione terra per i trapianti autunnali;
-
Trapianti autunnali;
-
Baulatura e trapianti fragole per anno successivo;
-
Cambi tubi di irrigazione in funzione dei nuovi trapianti;
-
Pulizia e lavorazione delle zone in fine produzione;
-
Diserbi vari e ronchettature nuovi trapianti;
-
Inizio legatura trevigiano;
-
Smontaggio impianto di irrigazione;
-
legatura cardi;
-
Raccolte varie;
-
Pulizia stoloni fragole;
-
Riordino generale;
-
Preparazione fossi per le patate e terreno per le cipolle;
-
Inizio trapianto cipolle.
3.Gruppi di utenti
L’orto è un’enorme risorsa per gli utenti. Le attività sono tante e lo spazio è grande. Si riesce a
coinvolgere qualunque persona, anche se tanti si rifiutano per le rappresentazioni che possono
avere (di solito, la terra è bassa e piegarsi significa fatica). Nell’orto, possiamo creare gruppi
molto numerosi quando si tratta di spostare tubi di irrigazione, montare delle serre o ancora
raccogliere le patate. In quei casi, il gruppo trova il senso completo della collaborazione e i
risultati del lavorare assieme.
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Ma l’orto significa anche lavorare in autonomia, per esempio raccogliendo l’insalata, la bietola
per il negozio, significa lavorare in due e tre persone con l’operatore per trapiantare piantine,
concimare il campo. L’orto permette anche a chi a bisogno di allontanarsi dal gruppo, di
cambiare aria, riflettere su se stesso, di lavorare da solo con l’operatore, con ritmi diversi e la
possibilità di fare due chiacchiere. L’orto, con la professionalità relazionale dell’operatore, è un
ottimo strumento di mediazione e di possibilità di espressione.
4.Capacità professionali
Il vantaggio dell’orto, è che ci sono attività che richiedono qualunque tipo di capacità manuali e
professionali. Ogni capacità e ritmo viene valorizzato. L’insegnamento prevede una capacità di
camminare in terreni vasti, di usare attrezzi come vanghe, zappe, badili, coltelli,…
Si insegna a raccogliere i prodotti con criteri e spiegazioni professionali, a concimare,
trapiantare e quindi a migliorare la manualità, a montare delle serre, a piegare e lanciare delle
corde.
5.Obiettivi
il lavoro dell’orto ha per obiettivo il raggiungimento del senso fondamentale del lavoro. Per
mangiare, bisogna lavorare. Partendo dalla semina all’assaggio del prodotto, l’utente ha dovuto
mettere insieme una serie di azioni fisiche e mentali. Il risultato è il prodotto delle sue azioni,
influenzato da fattori esterni come le condizioni climatiche, la qualità del terreno e l’attrezzatura
messa a disposizione e organizzazione del lavoro.
L’obiettivo è di creare un clima e dei progetti che diano le motivazioni a tutti gli utenti di venire
a lavorare nell’orto con soddisfazione e/o il senso di quello che si sta facendo.
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Negozio/Consegne/mercatino :
Il negozio è in relazione diretta con il lavoro effettuato nell’orto. Come espresso
precedentemente, i punti che verranno sviluppati attorno al negozio sono tentativi di risposte al
raggiungimento degli obiettivi dell’orto. I progetti sono vari e si cerca di elaborarli al meglio
alfine di ottenere una struttura sempre più solida e presente sul territorio. L’obiettivo del settore
è di riuscire ad aumentare le vendite dei prodotti nostri, ricavando una risorse economica,
permettendo, un domani, l’assunzione di un utente in bottega e/o nell’orto.
Con il passare del tempo, il punto vendita è uscito dalle sue mura, creando un cerchio di
clienti, collaboratori e conoscenze. L’intervento di inserimento socio-lavorativo non è più solo
della cooperativa ma di una serie di collaboratori esterni. L’attività del negozio è strutturata da
un punto vendita in cooperativa, da consegne a domicilio a Bologna e periferia, dalla
partecipazione settimanale a un mercatino e dal rapporto con un gruppo di contadini della zona.
Il punto vendita:
1. Spazio
Il punto vendita è composto da una casetta di legno situata all’ingresso del vivaio, riparata dal sole
sotto a una bellissima e comodissima soffora. A cinquanta metri, si trova la cella frigo per lo
stoccaggio dei prodotti. Il negozio è aperto durante l’orario di lavoro degli utenti.
2. Attività
-
pulizia dell’ambiente (pavimento, parete, mensole,…) con scopa,
moccio,…;
-
pulizia cella frigo e anticella;
-
inventario e controllo del materiale e dell’attrezzatura (cassa, bilancia,
sacchetti, matite, calcolatrice,…);
-
Allestimento del negozio degli ortaggi in modo attraente per il cliente e
comodo per il bottegaio;
-
Raccolta quotidiana in campo dei prodotti necessari alla vendita;
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-
Pulizia e selezione dei prodotti;
-
Aggiornamento prezzi.
3. Gruppo di utenti
Il negozio prevede un piccolo gruppo di utenti. Il numero varia da 1 a 3 persone in funzione del
lavoro da svolgere. In questo momento, soltanto l’operatore mantiene un rapporto diretto e serve il
cliente. L’utente ha un rapporto indiretto: lo saluta, lo aiuta a portare la spesa, gli va a raccogliere i
prodotti mancanti.
4. Capacità professionali
Si insegna la raccolta e la pulizia delle verdure, la selezione dei prodotti, quindi il riconoscimento di
una prima e seconda scelta, la vendibilità o meno di un prodotto, il riconoscimento delle esigenze
del cliente e del mercato. Si insegna a calcolare i prezzi, ad usare la bilancia ed a preparare le spese.
Si insegna l’igiene personale per la manipolazione di prodotti e la presentazione al cliente.
5. Obiettivi
-
Ottenere un risultato “immediato” della qualità del lavoro svolto, dalla
semina alla vendita del prodotto.
-
Riconoscere la stagionalità e i prodotti.
-
Pensare ad un maggiore coinvolgimento dell’utente nelle fase di vendita e
nel rapporto diretto con il cliente.
-
Responsabilizzare l’utente in termine di “imprenditoria di mercato”.
-
Curare l’igiene personale e ambientale.
La preparazione e le consegne a domicilio:
Le consegne a domicilio sono state create per sensibilizzare i cittadini sulla qualità dei
prodotti freschi e sul lavoro sociale, per rispondere alle esigenze di un maggiore numero di clienti e
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per uscire dalle nostre mura. In questo modo, abbiamo ampliato la vendita dei prodotti, la quantità e
la diversificazione dei lavori. Il cliente che ordina in anticipo la spesa, beneficia di uno sconto,
perché ci permette di organizzarci meglio.
L’attività di preparazione delle spese si effettua con un utente solo, in un rapporto
individuale e basato sul rispetto di tempi produttivi dovuti alle scadenze di consegne. L’utente deve
essere in grado di leggere gli ordini, i pesi indicati dalla bilancia e di fare dei calcoli matematici.
Attorno a chi prepara le spese, si è creato una struttura lavorativa importante (raccolte, pulizie
verdure, trasporto delle cassette,…)
Le consegne, invece, prevedono una partecipazione più ampia degli utenti. L’igiene
personale ed i comportamenti sociali sono fondamentali per potere partecipare.
L’attività consiste nel
-
Mantenere contatti con i diversi contadini e il mercato ortofrutticolo per
conoscere la disponibilità dei prodotti;
-
definizione e aggiornamento prezzi;
-
mandare tramite internet o fax il listino al gruppo dei clienti;
-
recupero degli ordini;
-
ordinazione, acquisto e controllo dei prodotti mancanti;
-
inizio preparazione delle spese;
-
controllo dei conti;
-
sistemazione delle spese in cella frigo;
-
elenco del giro stradale per effettuare le consegne
- caricamento delle spese sul pulmino;
-
formazione della squadra di consegna;
-
consegne a Bologna e periferia ai clienti;
-
ritiro dei soldi e resa della differenza.
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Gruppo di “Vanga e di Zappa”:
La creazione del gruppo di “Vanga e di Zappa”, anche se non formalmente fondato, nasce da
qualche anno. L’obiettivo è stato di creare dei legami diretti fra i vari produttori del biologico della
zona Nord-Est di Bologna per:
-
evitare il più possibile passaggi intermediari tra produttore e consumatore;
-
confrontarsi nel momento della programmazione orticola;
-
assicurare al consumatore la qualità e l’eticità dei metodi lavorativi;
-
permettere, tramite visite guidate nelle diverse aziende e cooperativa, una
maggiore sensibilizzazione sull’apporto ambientale dei metodi di
coltivazione biologici e biodinamici, riconoscere i prodotti di stagione e i
prodotti locali, capire meglio la politica dei prezzi;
-
valorizzare nello stesso tempo il lavoro del contadino.
Gli utenti non sono direttamente coinvolti in questa organizzazione, però, è stato un modo
per creare legami sociali tra l’utente, protagonista del nostro lavoro, e realtà esterne alla
cooperativa.
Il Mercatino:
Dal maggio 2006, si è creato un nuovo mercatino del biologico in un quartiere popolare di
Bologna. Il mercato si sviluppa in un fascia oraria serale (dalle 18.00 alle 21.00). È organizzato
sotto forma di “aperitivo- mercato- dibattito”. Alcuni punti regolano la partecipazione: i produttori
devono portare esclusivamente i loro prodotti, i prezzi devono seguire una certa eticità e non
mettersi in competizione con gli altri produttori, partecipazione alle riunioni ± mensili,
presentazione della ragione sociale della cooperativa o azienda agricola.
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Motivi per cui partecipiamo:
-
Occasione per creare nuovi legami sociali;
-
Politica in coerenza con i nostro modo di lavorare;
-
Integrazione sociale in un quartiere popolare;
-
Maggiore visibilità del nostro lavoro;
-
Possibilità di allargare la nostra clientele;
-
Ulteriore possibilità di migliorare il nostro lavoro e conoscere le nuove
esigenze del mercato;
-
Possibilità di aumentare gli inserimenti socio-lavorativi in un contesto
sociale più ampio con risultati diretti del nostro lavoro;
Obiettivi principali: aumentare le motivazioni degli utenti a partecipare alle attività dell’orto e del
negozio e creare nuove possibilità di inserimenti lavorativi in un orario diverso.
L’utente non può ancora partecipare alla vendita diretta dei prodotti sul mercato perché non
abbiamo ancora fatto la richiesta di una convenzione comprendendo un orario serale. Comunque,
tutti gli utenti sono invitati a passare un po’ di tempo al mercato, a titolo personale.
Le attività legate al mercato si sviluppano al martedì con un piccolo gruppo di utenti e consistono a:
-
raccogliere la frutta e la verdura in giornata;
-
pulire e sistemare in cassette di legno tutte uguali;
-
Aggiornamento dei prezzi;
-
preparazione dei cartelli promozionali e dei volantini pubblicitari;
-
Caricamento sul pulmino del materiale di supporto (tavolo, panchina,
bilancia,…)
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Al momento, tre utenti partecipano al mercato a titolo di curiosità. L’attività principale a cui
lavorano è la sistemazione delle cassette di frutta e verdura in vista per il pubblico e la preparazione
dei sacchetti per i clienti.
Il ritmo è molto produttivo e veloce. E quindi fondamentale strutturare bene l’attività per potere
creare degli inserimenti valorizzanti e significativi. Ci stiamo lavorando ora e vi sapremo dire più
avanti.
Manutenzione del San Camillo :
1. Riconoscimento dello spazio
Il parco del San Camillo si estende su circa 2 ettari. È situato
all’interno del parco dei Gessi. Al centro del parco si trova il palazzo San
Camillo, sede di una parte dell’A.u.s.l.. Gli uffici sono occupati da diversi
servizi, compreso quello dell’igiene mentale con cui lavoriamo. Il parco è
molto frequentato dagli impiegati dell’A.u.s.l.. Il parco è composto di
parcheggi, aiuole, piante rare e centenarie, arbusti e manto erboso.
2. Attività
Marzo – Ottobre:
Pulizia delle aiuole:
-
Diserbare;
-
Zappettare e vangare;
-
Concimare;
-
Piantare nuove varietà;
-
Annaffiare;
AAAGGGRRRIIIVVVEEERRRDDDEEEsssoooccc...cccooooooppp...sssoooccciiiaaallleeeaaarrr..l.ll... - Via Seminario 1 - 40068 SAN LAZZARO DI SAVENA (BO) - Tel. (051) 625.13.14 Fax (051) 625.13.52
Iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n° A115241. Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente di Diritto.
Categoria Cooperative Sociali. Categoria Attività Esercitata Cooperative di Lavoro Agricolo.
Partita IVA 00641731203 - Tribunale Bologna 45003 - C.C.I.A.A. 303581 - Codice Fiscale 03607230376
Autorizzazione produzione vivaistica L.R. 3/98 n°261. Registro Ufficiale dei Produttori vivaistici iscrizione n° 00641731203
E-mail: [email protected] - Sito web: coopagriverde.it
Manto stradale:
-
Spazzare manto stradale dagli aghi di pino e dall’erba tagliata;
-
Diserbare i bordi stradali dagli infestanti.
-
Taglio dell’erba con l’uso di tosaerba;
-
Possibilità di uso di decespugliatore per la rifinitura dei bordi
-
Raccolta dell’erba con rastrelli, pale e bidoni;
-
Recupero dell’erba in una zona interna di composto;
Manto erboso:
Cura cespugli e piante ornamentali:
-
Spollonare i getti degli alberi da frutta e dei tigli con forbici;
-
Leggere
potature
ai
cespugli
(pyracantus,
cotoneaster,
ligustri,
viburni,…) per dargli forme desiderate e mantenere sotto controllo i loro
sviluppo;
-
diserbare e vangare quando necessario;
Tutela igienica del parco:
-
raccolta carta con pinza e raspino;
-
cambio sacchetti dai cestini.
-
Annaffiatura manuale delle fioriere;
-
Annaffiatura manuale di tutti gli arbusti e i cespugli;
-
Creazione di tubi e impianti di irrigazione (non collegati al computer) per
Annaffiature:
agevolare il lavoro dell’annaffiatura;
-
Riparazione eventuale dei tubi esistenti.
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Novembre – Febbraio:
-
Raccolta foglie dal manto erboso e stradale con raspino, pala, scopa e
soffione;
-
Recupero delle materie organiche ( foglie, erba, frutta e verdura ) in una
zona interna di composto;
-
Formazione di terriccio ad uso interno (concime per l’orto, rabbocco
piante,…)
-
Servizio neve del manto stradale e sgombro della neve depositata sulle
piante ( uso di pale, spargere il sale,…);
-
Raccolta rami rotti;
-
Potature piante ornamentali e dei rami secchi nei limiti di sicurezza
attinente alle persone inserite. (le potature più importanti e quelle di
piante più grandi vengono effettuate dai i giardinieri della cooperativa.
I ritmi di manutenzione e di cura del parco effettuati dal gruppo riabilitativo
non rispettano sempre le richiesta stagionale e/o del committente dei lavori. In questo
caso, grazie alla collaborazione tra i diversi gruppi, intervengono i lavoratori del
gruppo intermedio. Da una parte, possiamo vivere una certa frustrazione di non
essere stato in grado di rispettare tempi e qualità di lavoro, dall’altra parte,
confrontiamo direttamente modalità e capacità di esecuzione tra il nostro gruppo e il
gruppo di persone più specializzate.
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Gruppi di utenti:
La diversità e la quantità dei lavori permette di creare gruppi, sia piccoli che grandi,
ed di conseguenza, di relazionarsi in modo ravvicinato o di coordinatore vero e
proprio di un cantiere. Lo spazio permette un ampio senso di libertà e di
comunicazione. Si può lavorare a distanze relazionale flessibile in funzione dello
stato di umore della persone e delle dinamiche personali.
Obiettivi e capacità professionali:
-
Aumentare la sensibilità rispetto ai cambi di stagione, all’evoluzione delle
piante e alla loro manutenzione;
-
Aumentare la sensibilità rispetto alla bellezza della natura e diventare
consapevole dell’impatto diretto che può produrre un nostro intervento;
-
Acquistare tecniche professionali e tempi di produzione spendibile in un
eventuale passaggio nel gruppo intermedio;
-
Acquistare maggiore manualità e pratica nell’utilizzo di attrezzature;
-
Acquistare nozioni di sicurezza;
-
Muoversi autonomamente in uno spazio delimitato dove esiste una
componente di traffico automobilistico, a volta, intenso;
-
…
Sementi :
L’attività relativa alla raccolta e alla selezione dei semi ha preso piede grazie alla
collaborazione con una cooperativa Agricola che ne commercializza i prodotti in tutta
Europa. Ad inizio stagione ci presentano un elenco dei semi di cui hanno bisogno con il
prezzo che pagano al dettaglio.
L’attività si realizza sia nel parco del San Camillo, sia al di fuori. Per certe varietà di
piante (ligustri, biancospino, glicine, querce,…) si richiede l’autorizzazione ai privati o al
comune per ottenere un permesso di raccolto. In questo caso, usciamo dal San Camillo
formando grande squadre di raccolte. Dopo la raccolta, viene il momento della pulizia e
della selezione. Finito la selezione, i semi vanno consegnati.
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La cooperativa agricola stessa affida al nostro gruppo quantità e qualità di semi da
selezionare: di solito, semi che non riescono a lavorare con le macchine.
Oltre alla raccolta e alla selezione, sempre per loro, seminiamo querce di diversi tipi:
roverelle, farnie, lecci, cerri,… . Le facciamo crescere fino ad un altezza di trenta centimetri
circa, poi le riconsegniamo. Le querce avranno il compito di rimboscare le foreste sia
italiane che Europee.
Questo lavoro rende il pieno senso dell’evoluzione naturale di un seme in un albero,
anche se si tratta di micro-cambiamenti.
Si insegna ad avere un’attenta cura delle piante, ad osservarne gli sviluppi e ad
avvertirne (il prima possibile) accenni di patologie. Riguardo alla selezione dei semi, è
richiesto una forte concentrazione e capacità di auto-controllo. L’operatore deve insegnare
all’utente a riconoscere il seme di qualità. La raccolta , invece, richiede di saper usare le
mani per raccogliere la più grande quantità di seme nel tempo più breve possibile.
Questi lavori si fanno essenzialmente durante l’inverno. È un attività che dà la
possibilità di lavorare tutti giorni dell’anno, nonostante le condizioni climatiche. Sono
attività che si fanno in gruppo e quindi permettono un’ottima possibilità di conoscere l’altro.
La selezione dei semi si effettua in serra, luogo riparato dal freddo. Lo spazio si riduce molto
e quindi presuppone un gran sapere fare dell’operatore in termine di mediazione e di
interazione tra gli utenti.
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Richieste professionali e comportamentali per il passaggio nel gruppo intermedio:
Valutazione del lavoro svolto:
Punti di criticità:
Punti da sviluppare:
Conclusioni:
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