50 Bimestrale di informazione e cultura della Banca di Bedizzole Turano Valvestino Numero 50 Anno IX w w Aprile - Maggio 2011 w . b e d Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Brescia i z z o l e . b c c . i t Fisso Variabile Step Up ad ognuno il suo tasso! Sede e Direzione 25081 BEDIZZOLE (Brescia) - Via Garibaldi 6/A Tel. 030/6877.1 (passante) - Fax 030/6877204 www.bedizzole.bcc.it E-mail: [email protected] Filiali 25081 BEDIZZOLE SEDE - Piazza XXV Aprile, 13 Tel. 030/6871873 - 030/6871569 - Fax 030/6870145 ABI 8379 - CAB 54080 BRESCIA - Via Creta, 86 Tel. 030/2426100 - 030/2429628 - Fax 030/2477891 25080 CALVAGESE DELLA RIVIERA - Piazza Zanardelli, 23 Tel. 030/601092-601521 - Fax 030/601521 CAB 54180 25080 TURANO VALVESTINO - Piazza Madonna Pellegrina, 2 Tel. 0365/74043 - Fax 0365/74043 CAB 55360 25084 GARGNANO - Via Roma, 30/34 Tel. 0365/72661 - Fax 0365/72664 CAB 54550 25085 GAVARDO - Via A. Gosa, 164 - Complesso Cristallo Tel. 0365/372750-374024 - Fax 0365/371926 CAB 54560 25080 MUSCOLINE - Piazza Roma, 21 Tel. 0365/373878 - Fax 0365/373878 CAB 77130 25080 NUVOLENTO - Via Trento, 73 Tel. 030/6919594 - Fax 030/6919176 CAB 54810 25080 PREVALLE - Via Volta, 2 Tel. 030/6801607-603810 - Fax 030/6801607 CAB 55050 25080 SOIANO DEL LAGO - Piazza Don Vantini, 1 Tel. 0365/674696-675442 - Fax 0365/675446 CAB 64720 25079 VOBARNO - Via C. Battisti, 57 Tel. 0365/598630 - Fax 0365/598904 CAB 55450 25080 CILIVERGHE DI MAZZANO - Via Venturoli 24/N Tel. 030/2122145-146 - Fax 030/2129154 CAB 54760 25087 SALÒ - Frazione Cunettone - Via Zette, 31 Tel. 0365/438058 - Fax 0365/522954 CAB 55180 25017 CENTENARO DI LONATO Via Centenaro - Angolo via Cà Nova Tel. 030/9103237-9102046 - Fax 030/9103595 CAB 54660 50 25081 BEDIZZOLE 2 - Via Garibaldi, 6 Tel. 030/6871551-6873127 - Fax 030/6873668 CAB 54081 25014 CASTENEDOLO - Via Brescia, 25 - Loc. Alpino Tel. 030/2131560 - Fax 030/2130751 CAB 54270 25010 POZZOLENGO Via Marconi - Complesso Le Tabachere Tel. 030/9916028 - Fax 030/9916699 CAB 55020 25015 DESENZANO DEL GARDA - Viale Motta Tel. 030/9991855 - Fax 030/9991238 CAB 54460 25080 MANERBA DEL GARDA - Loc. Montinelle Via G. B. Marchesini, 17 Tel. 0365/551927 - Fax 0365/658149 CAB 54720 Ufficio Tesoreria CAPOVALLE - Piazza G. Marconi, 1 - Tel. 0365/750151 Sportelli Bancomat SERLE - Via Marconi, 18-20 S. FELICE D/B - Via Trento, 30 - Portese SALO’ - Largo Dante Alighieri - Stazione bus SOPRAZOCCO DI GAVARDO - Via S. Giacomo, 9 TIGNALE - Via Manzoni, 1 - Gardola SottoTraccia Sommario Il Punto Solide radici irrorate dai numeri Sinfonici ensemble di vissuto Sottotraccia 4 5 La Nota Anticicliche, accorte strategie di mercato 6 Agenzia CofeeeBreak Sana e robusta minimalità economica 7 L’Argomento Economie migratorie da sviluppo e stampa Risolte o rescisse esequie del contratto 8 9 Noi Soci Avviso di convocazione Assemblea 11 Germogli solidali a getto continuo 11 Modifiche allo Statuto Sociale 12 Patrio fare, disfare, rifare 15 Scenario - Bedizzole/Val Chiese Fotosintesi da ferma immagine Gustosamente, semplicemente esponenziali 16 17 Scenario - Garda/Valvestino Little Robin di selva Rivoltella Il respiro del borgo incantato 18 19 Scenario - Grande Brescia Mai più discese dall’albero della conoscenza 20 Epicità e cronaca in ardimento pittorico 21 Numero 50 - Aprile-Maggio 2011 - Anno IX Editore: Banca di Bedizzole Turano Valvestino Via Garibaldi, 6/A - 25081 BEDIZZOLE (BS) Direttore Responsabile: Giuseppe Rocca Progetto grafico: Graphite snc Fotografie: Barbara Caldera Tipografia: FDA EUROSTAMPA SRL Via Molino Vecchio,185 - 25010 BORGOSATOLLO (BS) - tel. 030/2701606 Registrazione Tribunale di Brescia n. 3/03 del 21/01/03 Cellofanatura e Spedizione: COOP SERVICE s.c.r.l. Via Napoleonica 7 - 25080 REZZATO (BS) - Tel. 030/2594360 Primo Piano Associazioni Giovani interpretazioni ecodidattiche 22 Primo Piano Aziende Internazionali refrigeranze d’asporto 23 Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Brescia SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 3 Il punto Riassunto di vita aziendale 2002-2010. Solide radici irrorate dai numeri di Vanni Zecchi - Presidente In eredità per il futuro amministrativo della Banca 20.000 clienti, 2.150 soci, superato il miliardo di masse intermediate, 19 filiali ed una nuova sede direzionale. Traguardi concreti dedicati a tutti coloro che hanno reso possibile il conseguimento di obiettivi tanto significativi. Fermarsi a esaminare le situazioni da una certa con l’evidenza dei numeri, di come si è mossa la più che un fine, un mezzo per raggiungere gli obi- nostra BCC in questi nove anni, dallo sviluppo (in ettivi statutari e sociali. Allo stesso tempo però è alcuni casi davvero marcato) delle masse aziendali, altrettanto indubbia l’importanza di garantire un all’espansione commerciale e territoriale, ai risultati risultato economico all’azienda, anche e soprat- economici. tutto per i suoi riflessi sul consolidamento del pat- L’eredità che vogliamo idealmente lasciare ai pros- rimonio aziendale. simi amministratori, oltre a quella di una banca Se il Consiglio di Amministrazione si è mosso sem- radicata sul territorio che oggi conta 20.000 clienti, pre nella logica di tenere in equilibrio queste due 2.150 soci, 19 filiali ed una nuova Sede direzionale, esigenze (redditività ma non a discapito degli obiet- che ha superato il traguardo del miliardo di Euro tivi sociali e statutari), questi nove anni hanno visto di masse intermediate, è quella che a nostra volta la BCC produrre utili per totali 29,5 milioni di Euro. abbiamo raccolto nel maggio 2002 da chi ci ha Una media di 3,3 milioni annui, nonostante il rallen- preceduto: un patrimonio aziendale di 70 milioni di tamento segnato negli ultimi due esercizi a seguito Euro, fondamento e garanzia per il proseguimento degli effetti della crisi economica e finanziaria, con della nostra ultra centenaria istituzione. punte di 6,7 milioni di Euro nell’esercizio 2008. distanza, da un certo orizzonte, anche temporale, LA CRESCITA DELLE MASSE AZIENDALI ena e realistica. Ecco perché voglio soffermarmi in spesso aiuta a vedere le cose in maniera più ser- questo mio ultimo editoriale, che coincide con il A fine 2001 la BCC raccoglieva risparmio dalla traguardo del cinquantesimo numero di Sottotrac- clientela per 231 milioni di Euro. Al 31 dicembre cia, a fornire una sintesi di quelli che sono stati gli 2010 la raccolta valorizza 550 milioni di Euro con anni della mia esperienza di Presidente BCC a una crescita nel periodo del 138%. Ancora più evi- partire da maggio 2002. Un passaggio dovuto che dente la dinamica degli impieghi aziendali, il credito voglio dedicare a tutti coloro, i Soci, gli Amminis- che la Banca eroga sul territorio a Soci e clienti, che tratori – voglio ricordare particolarmente Claudio dai 185 milioni di fine 2001 risultano praticamente Gazzurelli, Giordano Monari e Giovanni Zatti che triplicati in nove anni (+191%) toccando quota come me hanno condiviso l’esperienza amminis- 540 milioni di Euro. In totale le masse intermediate trativa di questi nove anni - i Sindaci, i Direttori e sono passate nel periodo dai 416 milioni del 2001 i Collaboratori che si sono succeduti, hanno reso agli attuali 1.090 milioni di Euro. possibile in questi anni alla banca, con impegno e I RISULTATI ECONOMICI tivi. Dopo aver presentato nello scorso numero DEL PERIODO dedizione, di raggiungere obiettivi tanto significa- l’attività sociale della banca, vorrei rendere l’idea, 4 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO E’ noto come le BCC considerino l’utile aziendale, L’ESPANSIONE COMMERCIALE E TERRITORIALE A fine 2001 la banca contava 12 filiali distribuite su un territorio di competenza di 40 Comuni e un bacino di circa 200.000 abitanti. Oggi la BCC può contare su 19 filiali e opera su un territorio ormai molto vasto, si va dalla Valvestino all’hinterland di Brescia, dalla Valle Sabbia al Mantovano, con 66 Comuni di competenza e oltre 600.000 abitanti. Una crescita che ha dovuto fare i conti con un periodo di forte concorrenza all’apertura di sportelli bancari, ma che oggi consente alla BCC di godere di un bacino e di un presidio commerciale davvero significativo. La cronologia dell’espansione territoriale è presto detta: 2003, apertura degli sportelli bancomat di Turano, S. Felice d/B, Manerba, Salò centro, Soprazzocco, e Tignale. 2004 apertura degli sportelli di Centenaro di Lonato e Bedizzole 2. 2005: è operativa la filiale di Castenedolo. 2006: ap- interni adeguati alle mutati dimensioni dell’organico ertura della filiale di Pozzolengo. 2007: è operativa e alle nuove esigenze di operatività. Oggi la nuova filiale di Desenzano del Garda. 2008: apertura della sede BCC, situata all’entrata di Bedizzole su una via filiale di Manerba del Garda. 2009: trasferimento di alto scorrimento, in una posizione che garantisce della Sede legale e amministrativa di piazza XXV facile accesso e una grande visibilità, è il biglietto da Aprile al nuovo immobile di via Garibaldi a Bediz- visita di una banca ben radicata nel proprio territo- zole. 2010: apertura della diciannovesima filiale di rio di origine ma che guarda con fiducia ai prossimi Brescia 2. cento anni. IL PATRIMONIO IMMOBILIARE IL PATRIMONIO Forse meno evidente dello sviluppo territoriale, ma Il Patrimonio infine. Come detto in apertura, esso altrettanto vivace è stata l’attività svolta dalla Banca vuole essere la maggiore eredità che coloro che per valorizzare il proprio patrimonio immobiliare con me hanno collaborato in questi anni lascer- che ha visto nel periodo l’acquisto degli immobili anno ai prossimi amministratori, allo stesso modo delle nuove filiali di Bedizzole 2, di Centenaro, di di quanti, nove anni fa, lo affidarono al Consiglio Pozzolengo e Desenzano, ma anche le nuove ac- presieduto dal sottoscritto. Oggi la Banca conta un quisizioni degli sportelli di Vobarno e Gargnano. patrimonio di 70 milioni di Euro, sempre incrementatosi anno dopo anno, anche quelli più impegnativi, UNA NUOVA SEDE TRA PASSATO E per un totale di 26 milioni di Euro (+60%) dai 44 milioni di fine 2001, al netto di quanto distribuito FUTURO 50 Un passaggio epocale rincorso da decenni e di- ai soci in dividendi, rivalutazioni azionarie e benefi- ventato da tempo indifferibile. Che si è concretiz- cenza. zato, grazie all’impegno di molti, nel breve volgere di pochi anni. Da ottobre 2009 la Banca, dopo ol- In questi ultimi dati il mio personale saluto e auspicio tre cento anni, ha spostato la propria sede legale a tutti voi soci, affinché prosegua questo simbolico e amministrativa dalla piazza XXV aprile al nuovo passaggio di consegne che si compie da oltre cento immobile di via Garibaldi a Bedizzole. Un’opera anni, carico di responsabilità ma altrettanto arric- necessaria per garantire alla nostra cooperativa di chente dal punto di vista umano. Un sincero augu- poter avere a disposizione una sede e degli uffici rio di un buon cammino alla nostra cooperativa. Cinquanta numeri dedicati all’armonia tra BCC e territorio Sinfonici ensemble di vissuto Sottotraccia Dal 2003 il bimestrale accompagna il racconto e l’informazione istituzionale agli interessi della comunità. Un compleanno celebrato spiegando le ragioni tematiche della scelta del nome, legate alla voglia di descrivere e stimolare i valori di realtà geografiche solo apparentemente minori. E la volontà di estendere sempre più in rete il linguaggio informativo, istituzionale e di relazioni con la realtà locale. di Giuseppe Rocca Con un ringraziamento speciale a tutto lo staff di scrit- ta alla fine. E da qui l’innovativa esperienza del periodico sta dunque la scelta del nome di testata. Onorandoci di tori, lettori, auditori, Sottotraccia fa cinquanta. Evento che come strumento d’informazione per soci e clienti. Soggetti esporre oggi con orgoglio questa rivelazione. Oggi che gli rafforza l’auspicata genesi operativa delle indicazioni di appartenenti ad una Banca che interviene a proposito di anni di pubblicazione sono ormai otto. Oggi che le scelte massima legate alle particolarità originalmente evidenti di quel che necessita in chiave non di esclusiva speculazione, verso l’orizzonte informativo viaggiano nell’impercettibile, un istituto di credito come la Banca di Bedizzole Turano ma piuttosto di utilizzo reinvestito di risorse dentro la co- ma potente, rete del virtuale. Nella quale, a poco a poco, Valvestino. Raccontando un angolo di comunicazione dedi- munità di appartenenza. Così Sottotraccia ha perorato la stiamo inserendo anche la vitalità espressiva dei nostri cata. Sotto le stelle del punto di vista oggettivo e di servizio. causa di universo genere, umano e d’impresa, calando l’as- nuovi e rinnovati contenuti istituzionali. Senza barriere. Al Articolato alle esigenze di avviso ai naviganti istituzionali, so utilmente rafforzativo dell’informazione. Ripercorrendo in cospetto contiguo ed avvincente della realtà che ci circon- relazionali e socialmente identificati dentro l’autonoma ed questo senso di nicchia geografico antropologica, il sentiero da. Per un raccordo espressivo di qualità ed impegno. Da importante rappresentatività di tutto un territorio. Com- alla ricerca di quell’Italia minore, messa in onda televisiva- vivere, applicare, regolare e sostenere con la volitiva, som- mutando, nel simbolico, intrigante ed evoluto paradigma mente, nei primi anni Novanta, dal regista Ugo Gregoretti. messa, appassionata esplosività di linguaggi e messaggi. di intervento ideale definito nella chiara e semplice evolu- Programma cult intitolato appunto Sottotraccia. In questa Organizzati e raccontati, in sinfonico dinamico ensemble, zione di Un Paese chiamato BCC. Perché di Banca si trat- chiave di tributo associativo d’intenzionalità tematiche, Sottotraccia. SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 5 La nota Si tratta di quelle sostenute dalla BCC durante la crisi Anticicliche, accorte strategie di mercato di Vilma Leoni - Direttore Generale La formula imprenditoriale basata su un “no profit” antispeculativo, che non dimentica il conto economico, ha permesso il sostegno oculato verso famiglie, imprese, immaginando non effimere linee di ripresa reale L’anno appena chiuso è stato difficile per l’intero sistema bancario, ma, quantunque tuttora fortemente segnato dalle gravi difficoltà della situazione economica, è stato anche un periodo in cui, forse più di sempre, la nostra Banca è stata vicina alle famiglie, ai piccoli imprenditori, agli artigiani e ai giovani. Sono stati dodici mesi nei quali l’identità e l’unicità della Banca di Bedizzole Turano Valvestino si sono dimostrate di estrema attualità e in cui la proverbiale funzione anticiclica, sempre sviluppata nei momenti di difficoltà, si è confermata preziosa. Sono in molti infatti a ritenere che la presente crisi non risulti legata unicamente ad un fattore strettamente economico, sembra anzi un parere diffuso che essa sia dovuta anche ad un’errata concezione del mercato e del modo di fare banca che rischia di far passare in secondo piano qualsiasi considerazione etica o di riferimento a sani principi e credenze ideologiche. Un mondo degli affari, del business a tutti i costi, in cui tutto è permesso e che mette ancora più in evidenza la mancanza di fiducia, di responsabilità, di valori e appunto di etica. Dinanzi a queste fosche prospettive, diventa pertanto sempre più necessario dare rilievo con determinazione e convinzione al modo “differente” di operare che ha sempre contraddistinto questa istituzione presente sul territorio dal lontano 1895. Lo sviluppo di una società, di una comunità, di un’impresa richiede una partecipazione responsabile di ciascun individuo al fine di coniugare l’equilibrio economico con la sostenibilità sociale, relazionale e morale. La BCC ha dunque sviluppato, nel corso della sua storia centenaria, una formula imprenditoriale basata non sul “profit”, che non significa non badare al conto economico, ma evitare di speculare sui prodotti offerti ai pro- “SINTESI DEI PRINCIPALI DATI AGGREGATI DELLA BOZZA DI BILANCIO 2010” DATI PATRIMONIALI DATI DI CONTO ECONOMICO ALTRI DATI 6 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO Importi in migliaia di Euro Titoli di Proprietà Crediti verso Banche Crediti verso Clientela Immobilizzazioni Altre Voci Totale Attivo Importi in migliaia di Euro Debiti verso le Banche Debiti verso la Clientela Titoli in circolazione Altre voci Patrimonio Utile d’esercizio Totale Passivo Importi in migliaia di Euro Raccolta Diretta Raccolta Indiretta Raccolta Complessiva Impieghi per Cassa Impieghi di Firma MONTANTE Importi in migliaia di Euro Margine di Interesse Commissioni Nette Margine di Intermediazione Costi Operativi Imposte sul Reddito UTILE D’ESERCIZIO Soci Filiali Dipendenti 31-12-2010 66.448 20.626 524.623 15.742 11.065 638.505 31-12-2010 3.331 321.141 233.202 11.745 68.800 287 638.505 31-12-2010 554.342 53.059 607.402 524.623 32.984 1.165.010 31-12-2010 13.834 3.162 17.249 13.455 736 287 2.165 19 122 31-12-2009 60.382 16.351 527.296 16.328 12.000 632.356 31-12-2009 6.890 275.548 273.428 6.939 69.351 200 632.356 31-12-2009 548.976 57.083 606.059 527.296 19.108 1.152.462 31-12-2009 14.655 3.021 17.753 12.664 518 200 1.913 18 122 var. % 10,05% 26,14% -0,51% -3,59% -7,79% 0,97% var. % -51,66% 16,55% -14,71% 69,27% -0,79% 43,25% 0,97% var. % 0,98% -7,05% 0,22% -0,51% 72,62% 1,09% var. % -5,60% 4,68% -2,84% 6,24% 41,99% 43,25% 13,17% 5,56% 0,00% pri soci e clienti. La responsabilità sociale e l’etica ci hanno così sempre guidato nelle decisioni economiche, che pensano al bene dell’intera comunità. La nostra Banca si impegna altresì ad investire in qualità e a dare una spinta di concreta solidarietà, ovvero un effettivo impegno di servizio. L’azione complessiva della Banca verso soci, clienti, territorio è stata quella di saper gestire l’attuale fase di crisi, sostenendo cioè le famiglie e le imprese a traghettare questo momento, salvaguardando al contempo la solidità e la forza della Banca, come efficace garanzia per il futuro. Si è cercato di costruire risposte nuove e più efficienti, immaginando le linee di ripresa e creando reti territoriali. Una serena riflessione sulla coerenza dei valori fondanti della nostra Banca è il modo più bello per guardare ad un anno migliore. Guardiamo allora alcuni numeri. Quelli del 2010. Quelli della ripresa. Il margine di interesse, principale componente del nostro risultato economico, risulta essere di euro 13.833.956 con un calo, rispetto al 2009, pari al -5,60% (la media BCC della provincia è di –12,46%, della regione –6,88%). E’ indubbio che la dinamica ancora stabile dei tassi in tutto l’esercizio scorso abbia condizionato notevolmente i risultati della voce in argomento. Le commissioni nette (attive meno quelle passive) risultano essere, pari a euro 3.162.100 con una crescita, rispetto al 2009, del 4,68% imputabile ai risparmi di costo sulle commissioni passive (la media BCC della provincia è di +5,18%, della regione +7,91%). Ciò denota fortemente la volontà della nostra Bcc di mantenere un profilo trasparente e marginale nella strategia reddituale riferita al comparto. Non si è fatto della voce in questione, soprattutto in un momento di diffusa difficoltà delle imprese e delle famiglie, la risorsa cui recuperare la redditività lasciata dal margine di interesse. La dinamica della gestione denaro, in aggiunta a quella delle commissioni nette e del risultato netto della gestione finanziaria, determina un margine di intermediazione pari ad euro 17.248.510, con un contenuto decremento percentuale del 2,84% sul 2009 (le BCC della provincia performano mediamente un – 7,78%, quelle della regione un – 5,39%). Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti ammontano a euro 2.771.081 con un decremento rispetto al 2009 di euro 1.597.962 -57,66%). I costi operativi ammontano complessivamente ad euro 13.454.580 contro i 12.644.342 dell’esercizio precedente, registrando un aumento percentuale del 6,24%. La sintesi delle dinamiche sopra rappresentate, considerato anche il risultato da cessione di investimenti genera un utile dell’operatività corrente, al lordo delle imposte, pari ad euro 1.022.578 (era di euro 718.422 nel 2009). L’aumento, rispetto all’esercizio precedente, è del 42,34%, pari a euro 304.156. La crescita, benché contenuta in termini assoluti, è significativa, certo, ma nel contesto attuale e con gli andamentali richiamati sul margine d’interesse, sui costi operativi e sul costo del credito, può essere qualificato come il risultato estremamente positivo dello sforzo corale di tutte le componenti della nostra banca. A Montinelle fra macelleria, bazar alimentare e Bcc Sana e robusta minimalità economica L’azienda di Stefano Cipriani e Claudia Menghello, operativa a Manerba del Garda dal 1962, esemplifica il valore aziendale di un modo economico di fare comunità. L’interattività ideale gratificante, nel segno del dialogo con l’agenzia guidata da Ivan Materossi Vivere il tempo della grande distribuzione da piccoli commercianti dalla consolidata esperienza. Facendone tesoro. Magari cercando dagli istituti credito quelle ragioni di aiuto e contributo a favore di crescita e mantenimento di status economicamente sostenibile. Da qui parte una corretta interpretazione dedicata con opportuna e determinata applicazione, proprio dalle banche di impronta locale. Così, l’interstizio dinamico e reattivo di questo collage, tanto minimale quanto altamente qualitativo, tra piccola impresa e funzione creditizia, rende efficaci risposte anche alle disarmonie critiche del momento economico. A Montinelle di Manerba, il coffee break evolutivo di questo pensiero trasversale propositivo. Con la locale filiale della Banca di Bedizzole e Turano Valvestino, attraverso la conduzione del direttore Ivan Materossi, affiancato da Nadia Zambelli e le prerogative esperte locali d’azienda della Macelleria Cipriani, guidata da Stefano insieme alla moglie Claudia Menghello. “La nostra attività è presente a Manerba dal 1962 – conferma con orgoglio Stefano Cipriani – l’ha fondata mio padre Marino insieme a mia madre. Il negozio è stato trasferito a Montinelle nel 1990. Io ho seguito le orme di famiglia, cercando di mantenerne l’identità originaria, adeguandone le specificità alle esigenze dei tempi”. Che sono cambiati. Come assunto quasi scontato di riflessione successiva impellente. “Oggi il mercato è diverso – gli fa eco la moglie Claudia – anche per questo la nostra offerta attualmente riguarda, oltre alla macelleria anche altri generi alimentari ed ulteriori servizi per la clientela”. Su quest’idea di servizio si fondano altresì le mission operative della banca di credito cooperativo. “Qui a Manerba gli obiettivi – interviene il direttore Ivan Materossi – sono molto vicini al nostro spirito identitario. Rispetto alle mie precedenti esperienze, tra Valvestino e dintorni, l’aspetto turistico, oltre a quello residenziale ed imprenditoriale, è sicuramente più presente e dinamico. A Montinelle si respira comunque un’aria consapevole del proprio radicamento dentro il territorio. E su questo anche noi lavoriamo per aggiungere sempre maggiori sintonie al sostegno del mercato”. Questa chiarezza d’aria libera e leggera da sovrastrutture la assaporiamo in diretta. Un occasionale avventore di macelleria, fra un’incartocciata di roast beef e una battuta di routine dialettica, perpetra ragionamenti in offerte di servizi bancari delle diverse realtà creditizie. Argomento a fagiolo. Pronto ad uscire con decisione dall’anonimato del proprio baccello. Il dialogo si inerpica dunque nel settore/sentiero accidentato di tassi, condizioni, opportunità. “Ci sono un sacco di proposte – commenta, mentre chiude l’acquisto il cliente – ed a volte è complicato capirle bene fino in fondo. Ma anche qui c’è una banca?” Sì. Ed è una di quelle che cercano di dare, per costituzione statutaria ultracentenaria, un volto umanamente compatibile con le esigenze appena accennate nello sfuggente attimo di compravendita. Per cui non solo casualmente passa di qui il direttore d’agenzia. Con un rotondo beneaugurante arrivederci all’amico di bancone, da cui raccogliamo input di ulteriore approfondimento. “Il nostro ruolo – sottolinea a questo proposito Materossi dopo il cordiale saluto convenevole di rito – è proprio quello di gestire le necessità più disparate. Ma soprattutto quelle che arrivano da aziende di piccole dimensioni. Spiegando bene e con onestà intellettuale, il tipo di prodotto utile sia all’investimento che al risparmio. Cercando in questo modo di diffondere fiducia e sicurezza negli utenti, attraverso la chiarezza delle operazioni proposte”. “Ed è proprio di semplicità che le piccole imprese come le nostre hanno bisogno – annuisce Claudia Meneghello – soprattutto per quanto riguarda il rapporto con le aziende di credito. Perché la concorrenza è ormai molto forte e richiede attenzione a 360 gradi. Per fare un esempio – aggiunge Claudia – il nostro negozio oggi, oltre a vendere carne ed altri generi alimentari, effettua anche servizi di consegna della spesa a domicilio. Un compito molto apprezzato dai residenti e che concretamente ci qualifica in esclusiva rispetto alla grande distribuzione. Naturalmente non dimentichiamo la vocazione anche turistica del nostro territorio, cercando di proporre prodotti al massimo della qualità. Viste queste ormai oggettive necessità di diversificazione dell’offerta, al fine di rimanere competitivi, il ruolo di sostegno, garanzia e sviluppo che ci può garantire nell’applicazione delle nostre idee una banca, diventa elemento essenziale per una corretta politica imprenditoriale”. Il filo conduttore di collegamento scopre potenzialità espressive di incremento sempre all’erta in un mercato in costante movimento. “Il marchio di fabbrica – commenta ancora Stefano Cipriani – rimane comunque quello della nostra carne. Prodotto che in questi anni ha subito una notevole riduzione dei consumi. Del resto la comunicazione, eccessivamente negativa, non ha certo giovato alle vendite. Penso che sarebbe importante ribadire più che un concetto di carne italiana, quello di prodotto europeo, pretendendo standard di qualità eccellenti. Noi, per scelta precisa, offriamo solo carni fresche. Garantendone il valore di gusto e proprietà organolettiche sulla base di elementi merceologici certificati”. L’associazione a produrre in base alla chiarezza, ribadisce il colore identitario di una comunità che ben si consocia nel limpido inserimento della BCC fra le regole di Montinelle e della sua gente. Per un ruolo sempre alla riscoperta del timido, ma sostanzioso, elemento liquido, esistenzialmente inossidabile, aggrappato al vitale minimalismo di sana e robusta economia reale. SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 7 L’Argomento Rileggendo una precognitiva intuizione in camera oscura generativa di un fenomeno Economie migratorie da sviluppo e stampa a cura di Luca Galvani - [email protected] Anno 2000, Convegno alla Caritas di Roma. Antonio Fazio , allora Governatore di Bankitalia rifletteva su povertà, disoccupazione, sviluppo e migrazione. A dieci anni di distanza l’intervento, qui stralciato, è più che mai attuale.Viste le tematiche che vanno dalla necessità di migliorare le garanzie per i diritti umani ad ordinamenti più stabili. Oltre alla promozione ed il sostegno delle libertà sollecitando il dinamismo economico e l’innovazione. Le grandi trasformazioni che stanno investendo le economie, con l’accelerazione dell’innovazione tecnologica, l’accentuazione della concorrenza e, più in generale, con la globalizzazione, pongono problemi nuovi e rilevanti per la società e i cittadini. Cresce la distanza tra centri che influiscono sulle grandi trasformazioni economiche, da un lato, e potere politico e rappresentanza democratica, dall’altro. Nelle grandi trasformazioni, passaggio ineludibile è il tema degli ordinamenti e delle regole che debbono governarle. Vi è la necessità di migliorare le garanzie per i diritti umani; ciò richiede ordinamenti stabili. Vi è anche l’esigenza di promuovere e sostenere le libertà sollecitando il dinamismo economico e l’innovazione; nel contempo, saper creare le condizioni per la proficua convivenza tra paesi e individui dotati di differenti mezzi e capacità per affrontare le nuove sollecitazioni. Non è immaginabile una sorta di Panopticon che permetta di costringere e controllare la trasformazione economica; ma neppure è ipotizzabile un mercato senza regole in cui i vantaggi degli scambi siano solo per il più forte. I benefici, oltre che a favore degli individui, devono volgere nella direzione del bene comune. Visioni che guardano al mercato, in particolare a quello internazionale, come retto semplicemente e soltanto da “armonie prestabilite” possono sconfinare nell’utopia. L’informatica, le telecomunicazioni, gli scambi, agenti principali della globalizzazione, stanno mutando il contesto nel quale operano le nostre società. Siamo a un passaggio d’epoca, simile a quello delle grandi scoperte geografiche. La globalizzazione è stata definita come un segno dei tempi, ricca di potenzialità positive per i capitali finanziari e gli uomini. Le migrazioni sono fenomeno carico di significato e di conseguenze. Di questi sviluppi non dobbiamo essere succubi, ma regolatori consapevoli, a livello 8 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO politico, delle istituzioni, del diritto, dell’organizzazione del lavoro. Sono necessarie innovazioni nei sistemi sociali ed economici: per creare lavoro, dare un futuro ai giovani, non permettere che gli anziani siano espulsi dalla vita collettiva; per convivere, nella sicurezza e nella legalità, con gli immigrati. Sono impegnati poteri pubblici, imprese, cittadini. L’immigrazione, con il discernimento e la lungimiranza dei paesi d’arrivo, con la capacità di disciplinarla, può tradursi in un innesto fecondo per le nostre società. Il fenomeno riguarda soprattutto individui in età produttiva; spesso sono i più capaci che lasciano la terra d’origine. Se si tratta di persone con un grado elevato di istruzione, ne conseguono un impoverimento relativo nella nazione di partenza e un arricchimento nei paesi di arrivo. L’inserimento nei luoghi di arrivo e il processo di assimilazione sono più difficili se il livello di istruzione degli immigrati, come spesso avviene, è molto basso. Le grandi migrazioni hanno inciso profondamente nella storia dei popoli. Avvenne nell’Italia antica, dopo la crisi demografica dell’Impero romano e ancora nei secoli successivi, fino all’età moderna, quando migrazioni massicce, dovute a motivi religiosi e politici, hanno fatto spesso la prosperità dei luoghi di arrivo. L’Italia unitaria è stata sin dall’inizio caratterizzata da tassi di crescita della popolazione elevati e da fenomeni di emigrazione. Ciò è accaduto fino ai primi decenni successivi al secondo conflitto mondiale; in seguito, l’accrescimento della produzione e della ricchezza e l’impoverimento demografico hanno determinato un’inversione di segno del fenomeno. Il nostro Paese è ora caratterizzato da saldi netti di immigrazione. Già nel 1941 Pio XII si soffermava sui possibili effetti benefici delle migrazioni, quando opportunamente regolate, affermando: “... va rispettato il diritto della famiglia ad uno spazio vitale. Dove questo accadrà, l’emigrazione raggiungerà il suo scopo naturale, che spesso convalida l’esperienza, vogliamo dire la distribuzione più favorevole degli uomini sulla superficie terrestre,...; superficie che Dio creò e preparò per uso di tutti. Se le due parti, quella che concede di lasciare il luogo natio e quella che ammette i nuovi venuti, rimarranno lealmente sollecite di eliminare quanto potrebbe essere di impedimento al nascere e allo svolgersi di una verace fiducia tra il Paese di emigrazione e il Paese di immigrazione, tutti i partecipanti a tale tramutamento di luoghi e di persone, ne avranno vantaggio: le famiglie riceveranno un terreno che sarà per loro la terra patria nel vero senso della parola; le terre di densi abitanti resteranno alleggerite e i loro popoli si creeranno nuovi amici in territori stranieri; e gli Stati che accolgono gli emigrati guadagneranno cittadini operosi. Così le Nazioni che danno e gli Stati che ricevono, in pari grado contribuiranno all’incremento del benessere umano e al progresso dell’umana cultura”. Con questi problemi altri paesi europei, come la Germania, la Francia e l’Inghilterra, si sono da tempo confrontati. L’allungamento della vita media, conquista di innegabile valore umano e sociale, pone alle società industriali problemi nuovi che investono la sanità, la previdenza, la sicurezza sociale. Nello stesso tempo l’aumento dell’età media può rallentare l’apertura alle trasformazioni. Sono necessarie politiche per l’anziano, che comportano anche mutamenti nella composizione dei servizi e della produzione; occorrono forme nuove di abilità e capacità professionali in una società in cui cresce il bisogno di prestare cura e assistenza agli anziani. Queste azioni sono anche un doveroso tributo di solidarietà delle nuove generazioni a quelle che le hanno precedute. Ma non bisogna rinunciare alla speranza di invertire la tendenza al declino demografico, che non è fatale. Occorre investire di più e meglio nel sostegno alle famiglie, nei servizi sociali, nella promozione dell’educazione. Vanno riempiti di contenuto i precetti della nostra Costituzione. È nella famiglia che si realizza con la procreazione e con l’educazione della prole il passaggio del testimone al futuro. Non possiamo oscillare tra la preoccupazione per il declino demografico e il timore dell’invasione demografica. Le immigrazioni non costituiranno la soluzione dei nostri problemi economici, sociali, della previdenza pubblica; potranno tuttavia contribuirvi in misura non irrilevante. L’atteggiamento culturale deve essere di apertura alle novità, soprattutto in una fase storica di avanzamento della tecnologia. Il problema dell’immigrazione, al quale i paesi ricchi non potranno sottrarsi, da un lato per la loro tendenza al declino, dall’altro per la continua crescita demografica nelle regioni meno sviluppate del globo, deve essere oggetto di capacità previsiva; va studiato nelle sue componenti; fronteggiato negli aspetti negativi; valorizzato nelle potenzialità. È una delle grandi sfide con cui le nazioni europee devono confrontarsi. Tentare di eluderla è miope; recherebbe con sé problemi maggiori di quanti ne comporta una realistica presa d’atto, con la determinazione ad affrontare il fenomeno. La regolazione per il controllo degli ingressi e per l’integrazione è un punto complesso, ma necessario. Sicurezza e legalità devono essere garantite senza incertezze; è necessario fissare regole sugli ingressi e vincoli di coerenza e di compatibilità, innanzitutto a livello di principi dell’ordinamento giuridico, che presiedano alle varie forme di integrazione. Va difesa l’identità culturale dei nostri paesi; dalle tradizioni dei nuovi venuti può scaturire una “contaminazione” fruttuosa nella misura in cui esse siano compatibili con il nostro ordinamento. A coloro che vengono in Italia alla ricerca di condizioni di vita migliori per sé e per la famiglia occorre presentare un nucleo condiviso di valori, di diritti e di doveri, di lealtà costituzionale verso lo Stato; a essi si deve chiedere un’adesione piena, senza riserve. Alcuni paesi europei hanno adottato scelte in materia che possono costituire anche per noi un importante punto di riferimento. È lo ius soli, nella visione più ampia del diritto, che si afferma sullo ius sanguinis. È nella concretezza dei problemi, nell’individuazione delle soluzioni più idonee che si superano i pregiudizi. La prefigurazione di società multietniche può divenire un’astrat- L’Argomento tezza se dovessero smarrirsi la questione identitaria e la necessità di un baricentro nei valori di una comunità: quest’ultimo costituisce anche un antidoto contro visioni integralistiche dei nuovi arrivati. La legge e i governi debbono mirare al comportamento di ogni cittadino nei confronti di tutti gli altri membri della società di cui è o viene a far parte. Non si tratta di intervenire sulle convinzioni morali o religiose o sulle ideologie; devono essere respinti atteggiamenti anche solo vagamente xenofobi. Sulla politica delle immigrazioni occorrono interventi coordinati dei paesi dell’Unione europea. È necessario, nell’interesse di tutti, il rispetto di regole di compatibilità; anche da parte di chi chiede di entrare per avere quella prospettiva di vita che gli è negata nei luoghi di provenienza. Negli ultimi trenta anni il divario tra paesi avanzati e quelli in via di sviluppo si è ulteriormente ampliato. Fuori della cerchia dei paesi del benessere vi sono nazioni in cui si vive in condizioni talora subumane di nutrizione, di riparo, di salute. La disuguaglianza crescente all’interno di una comunità, e tra gli Stati, può minare le stesse ragioni della convivenza civile. È cruciale lo sviluppo. Studi degli organismi internazionali confermano che pure la fascia di popolazione economicamente più disagiata trae beneficio da una crescita economica più sostenuta. L’accentuazione delle disuguaglianze distributive tra paesi, e all’interno di questi, le ricadute sociali e spesso le conseguenze politiche hanno creato negli organismi internazionali e nei responsabili politici una nuova sensibilità per queste problematiche. Viene valutato con preoccupazione, per le stesse ragioni economiche, un assetto nel quale il povero rimane sempre povero, “semper pauper eris si pauper es”, e il ricco diventa sempre più ricco. Non dobbiamo assumere che ciò sia ineluttabile. Se intorno alla mensa del ricco Epulone crescerà enormemente il numero di coloro a cui vanno solo le briciole, alla lunga la stessa stabilità della mensa sarà in pericolo. Merito e indirizzi di socialità, se convivono, possono costituire fattori di progresso. Un contributo alla soluzione del problema della povertà, a livello internazionale, richiede innanzitutto il superamento della protezione garantita ai settori agricolo e tessile dei paesi più ricchi. Occorre promuovere una maggiore apertura dei mercati dei paesi industriali alle esportazioni tipiche dei paesi in via di sviluppo. Spesso la povertà dipende da conflitti e fattori politici. Fondamentali sono le iniziative di pace. Sostenendo i paesi più poveri a superare le loro difficoltà, si contribuisce anche a meglio affrontare il problema delle migrazioni. È necessario aprire un nuovo round globale che tenga conto di richieste avanzate da paesi che si sentono vittime della globalizzazione. Occorre raccogliere il sentimento diffuso che anima, a livello internazionale, uomini di cultura e di governo. Gli sforzi, benemeriti, compiuti dalla Chiesa e dalle associazioni private per concorrere a combattere malattie e miseria nei paesi sottosviluppati non possono fare smarrire la necessità di una vasta azione a livello di Stati, per definire i principi di un nuovo ordine internazionale nel quale sia sempre presente il fine ultimo della tutela della dignità di tutti gli uomini. Le istituzioni internazionali sono chiamate a rivedere il loro ruolo, l’essenza stessa del loro operare. La crescita economica si traduce a vantaggio di un benessere diffuso se si associa a un parallelo sviluppo dei diritti fondamentali della persona. Nuove forme di povertà e di esclusione sociale si manifestano nei paesi avanzati. Creare lavoro oggi si rivela molto più complesso che in passato. È richiesta una serie di interventi sull’ordinamento giuridico, sullo Stato sociale, sul bilancio dello Stato, sulle relazioni industriali e per sospingere l’innovazione. È necessario un nuovo statuto del lavoro. Solo con le riforme di struttura si può creare occupazione durevole, offrire una prospettiva di sicurezza. Il volontariato può svolgere un ruolo fondamentale in un contesto economico e in un clima culturale nel quale si sta ripensando il significato dell’intervento pubblico e dove il necessario pluralismo nell’economia non può esaurirsi nelle diverse forme di proprietà privata. L’evoluzione del pubblico verso il sociale, di cui si rinvengono tracce nella stessa Costituzione, fornisce un orientamento. Cruciale è dare vita ad assetti imperniati sul principio di sussidiarietà, che riservi al “pubblico” il ruolo prevalente di regolatore. In Italia lo sviluppo del terzo settore è rilevante, sebbene non raggiunga l’importanza che esso ha nei paesi più avanzati, dove oltre che più sviluppato è meglio organizzato. Lo Stato non può intervenire per far fronte a tutti i nuovi bisogni e a tutte le nuove forme di povertà; deve rispettare le compatibilità di bilancio. Una minima parte delle risorse risparmiate con il necessario ridimensionamento dello Stato sociale può essere destinata a fornire le indispensabili strutture di base perché il terzo settore e il volontariato possano svolgere in maniera più sistematica ed efficiente la propria opera. Essa deve rimanere opera volontaria. Lo Stato, i poteri pubblici non devono intervenire sui contenuti, sull’azione; devono, invece, assicurare condizioni normative e fiscali, fornire le infrastrutture di base perché il compito di questi nuovi soggetti possa esplicarsi e svilupparsi. È, questa del privato sociale, una prospettiva che è parte di un disegno di più compiuta democrazia economica e di partecipazione. La pace è presupposto della realizzazione di ogni altro valore umano; via per l’affermazione dei diritti naturali. È possibile modificare il corso della storia. Come affermato da un’alta Cattedra morale, è necessario che si diffonda l’impegno per un mondo che diventi un giardino e non un cumulo di macerie. I diversi significati della terminologia legale Risolte o rescisse esequie del contratto di Marco Rigoni Ultimo appuntamento tematico con il linguaggio del diritto. Per spiegare che l’accordo si “risolve” quando ci si libera degli obblighi. Mentre si “rescinde” quando di mezzo c’è iniquità, sproporzione, svantaggio dettato dal bisogno fra l’una e l’altra parte Della Risoluzione Ultima causa di risoluzione è data dalla eccessiva onerosità, che Formalità per definiire un addio ricorre quando, a causa di eventi straordinari e imprevedibili, si Inadempimento, impossibilità sopravvenuta ed eccessiva onerosità come cause essenziali per sciogliere i patti altera l’equilibrio tra le prestazioni del contratto e una delle par- Frequentemente le persone dicono di voler rescindere un contratto quando in realtà dovrebbero dire risolvere. Risoluzione e rescissione non sono sinonimi. Risolvere vuole dire sciogliere; risolvere un contratto, dunque, vuole dire sciogliersi, liberarsi degli obblighi che derivano da un contratto. La prima causa di risoluzione è l’inadempimento, ossia il mancato rispetto degli obblighi contrattuali da parte di una, di alcune o di tutte le parti che hanno stipulato il contratto. Nel caso di Tizio che vende a Caio un immobile, si ha inadempimento – ad esempio – se Caio non ne paga il prezzo.Tizio potrà così rivolgersi al giudice e chiedere che sia risolto, cioè sciolto, il vincolo contrattuale per inadempimento di Caio, il quale dovrà risarcire i danni. Altra causa di risoluzione è l’impossibilità sopravvenuta di rispet- ti si vedrebbe costretta ad eseguire una prestazione divenuta sproporzionata rispetto a quella a carico dell’altra. Della Rescissione Stop all’unilateralità dell’ingiustizia La vita di un contratto può rescindere il suo sviluppo quando la debolezza di una delle parti si è materializzata essenzialmente per condizioni di bisogno sotto la spinta di necessità obbligate Chiudiamo con il concetto di rescissione. Si può rescindere un contratto quando una parte ha assunto obbligazioni a condizioni inique, sentendosi spinto dalla necessità, di cui l’altro contraente si sia approfittato, di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno alla persona. Si può rescindere un contratto anche quando vi sia sproporzione tra le prestazioni delle parti e questa sia dipesa dallo stato di bisogno in cui una si trovi e di cui l’altra si sia approfittata. tare gli impegni assunti. Cioè, dopo la stipulazione di un contratto deve verificarsi qualche cosa, che non dipenda dalla volontà E’ evidente che questa breve esposizione su alcuni termini in delle parti, che impedisce ad esse di eseguire il contratto stesso. materia di “contratti” accenna soltanto ad alcuni contenuti. Gli Più semplicemente, la parte vorrebbe rispettare il contratto ma argomenti sono vastissimi e complessi, ricchi di implicazioni e si è verificato un evento o un fatto che non dipende da lei che molto vi sarebbe da scrivere. Reputo, però, che anche soltanto glielo impedisce. In questo caso non c’è responsabilità. conoscere in maniera rudimentale il significato di espressioni che L’impossibilità di eseguire la prestazione non deve dipendere appartengono al diritto possa essere utile per una maggiore dalla volontà della parte che la deve eseguire; se dipendesse comprensione della realtà giuridica, che non è estranea al vivere dalla volontà della parte si tratterebbe di inadempimento. quotidiano, ma ci riguarda tutti assai da vicino. SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 9 d 1 Appuntamenti, eventi e notizie della Compagine Sociale In arrivo il Bilancio Sociale 2010 Avviso di convocazione Assemblea ordinaria e straordinaria Germogli solidali a getto continuo (pubblicato su “Il Giornale di Brescia” del 6 aprile 2011) L’Assemblea ordinaria e straordinaria dei Soci è indetta per il giorno 29 aprile 2011, alle ore 17.00, presso il Teatro don Gorini di Bedizzole, in prima convocazione, e, qualora nel suddetto giorno non si raggiungesse il numero legale prescritto per la valida costituzione dell’Assemblea, per DOMENICA 29 MAGGIO 2011, alle ore 8.30, presso il Teatro don Gorini di Bedizzole, in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: Nono anno per una pubblicazione che intende dare conto e valore, attraverso la comunicazione, all’importante impegno che fa capo alla responsabilità sociale d’impresa Rivista e aggiornata, fresca di stampa e ricca di contenuti. E’ la nona edizione del Bilancio Sociale BCC - 80 pagine di numeri, contenuti e immagini - che verrà allegata a questo numero di Sottotraccia e inviata a tutta la compagine sociale. Da nove anni questo fascicolo intende raccontare in maniera sempre più compiuta quella che è l’anima cooperativa e locale della BCC, la quantità e qualità delle sue relazioni con Soci, collaboratori, clienti e comunità territoriali: in una definizione oggi molto in voga vuole dare conto della “Responsabilità sociale d’impresa”. E di una responsabilità sociale anche delle imprese, oggi più che mai, sembra davvero esserci una forte aspettativa soprattutto dopo l’uragano della crisi mondiale. Come riportato nell’incipit del Bilancio sociale 2010 “il modello cooperativo di organizzazione di impresa nasce per venire incontro alle esigenze dei più deboli, sulla base di una visione solidaristica del mercato che non nega il profitto, ma lo integra con obiettivi di responsabilità sociale. Ne scaturisce una visione dell’impresa ispirata alla valorizzazione degli interessi dei soci, dei dipendenti, dei clienti e del territorio. Si tratta, a ben vedere, dei principi cardine su cui si fonda il benessere delle comunità, principi che dovrebbero essere di guida per tutti gli operatori, soprattutto nella presente, difficile situazione economica. (Anna Maria Tarantola, Vice Direttore Generale di Banca d’Italia). PARTE ORDINARIA 1. Bilancio al 31 dicembre 2010. Deliberazioni inerenti e conseguenti. 2. Politiche di remunerazione ai sensi dell’art. 30 dello Statuto sociale. Informative all’assemblea previste dalla normativa di vigilanza. PARTE STRAORDINARIA 1. Modifiche degli attuali articoli 2, 8, 9, 13, 14, 15, 21, 25, 28, 30, 32, 35, 37, 40, 42, 45, 47 dello Statuto sociale. 2. Introduzione di un nuovo articolo 53 “Disposizioni transitorie” dello Statuto sociale. 3. Attribuzione al Presidente del Consiglio di Amministrazione, nonché a chi lo sostituisce a norma di statuto, del potere di apportare alla delibera assembleare e al relativo testo statutario eventuali limitate variazioni richieste dalla Banca d’Italia ai fini dell’accertamento, mediante attestazione di conformità, ex art. 56 del d. lgs. n. 385/1993. PARTE ORDINARIA 3. Determinazione dell’ammontare massimo delle posizioni di rischio, così come definite dalla disciplina prudenziale in materia di concentrazione dei rischi, che possono essere assunte nei confronti dei soci e clienti, e degli esponenti aziendali. 4. Determinazione dei compensi degli amministratori e dei sindaci; 5. Nomina del Presidente, dei membri effettivi e dei membri supplenti del Collegio dei Probiviri; 6. Elezione dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale; 7. Comunicazioni del Presidente. Potranno intervenire all’Assemblea e votare i soci che, alla data di svolgimento dell’Assemblea, siano iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci. Presso la Sede Sociale risultano depositati il bilancio con le annesse relazioni. E’ a disposizione inoltre l’elaborato della proposta di modifica allo Statuto Sociale in testo comparato. Il Regolamento Assembleare ed Elettorale è liberamente consultabile presso la sede sociale e presso le succursali della Banca. Ciascun socio ha diritto di averne copia gratuita. Presso la Sede BCC di via Garibaldi, dall’apertura dei seggi elettorali e per tutto il corso della giornata, sarà a disposizione dei Soci un buffet. Modifiche allo Statuto Sociale 2011 LA GOVERNANCE AL CENTRO Le variazioni, proposte e stimolate da Federasse, rispondono alla necessità di un governo delle BCC sempre adeguato ai tempi Il prossimo passaggio assembleare prevede come noto, nella sua sessione straordinaria, una serie di modifiche allo statuto sociale (il cui articolato è stato riportato integralmente in testo comparato a pagina 12 e 13). E’ importante premettere come tali modifiche allo statuto sociale, avendo preso avvio da un’iniziativa della Federazione Nazionale delle BCC (FEDERCASSE), risultano comuni in larga parte a tutte le BCC italiane. Le ragioni alla base delle modifiche allo Statuto originano da istanze diverse, maturate principalmente all’interno del sistema del Credito Cooperativo ma anche in sedi normative diverse, che trovano nello statuto il loro punto di convergenza. Il cuore degli interventi apportati nel 2011 da FEDERCASSE sulle disposizioni statutarie risiede in quelle modifiche che definiscono la governance delle BCC, con l’intento di migliorare la stessa. In primo luogo, le proposte conseguono ad un ampio e fruttuoso dibattito svoltosi all’interno del Credito Cooperativo, le cui diverse componenti hanno piena consapevolezza della necessità di un governo delle BCC sempre adeguato ai tempi e in grado di prevenire crisi i cui effetti, anche reputazionali, possono estendersi anche ad altri soggetti della Categoria. Anche tali riflessioni hanno, da tempo, indotto il sistema delle BCC ad avviare un’iniziativa, tesa a rafforzare la stabilità delle BCC e la capacità di prevenzione delle crisi, rappresentata dalla creazione del Fondo di Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo. In questo contesto si inseriscono anche alcune modifiche volte a rafforzare il raccordo con le Federazioni Locali, con i Fondi di Garanzia espressione diretta del Credito Cooperativo esistenti, ai quali le BCC - obbligatoriamente o volontariamente – già oggi aderiscono, e con l’istituendo Fondo di Garanzia Istituzionale. Allo stesso modo e nella medesima prospettiva, le modifiche allo statuto tipo si collocano nel più ampio contesto di iniziative che completano il totale quadro degli interventi diretti a innalzare la qualità complessiva del governo delle BCC. AL 31/12/2010 SIAMO 2.165 SOCI 19-04- 2011 11:09:46 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 11 Assemblea Straordinaria 2011 Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo MODIFICHE ALLO STATUTO SOCIALE testo vigente testo proposto Titolo I - Costituzione - Denominazione e scopo mutualistico - Principi ispiratori - Sede - Competenza territoriale - Durata Art. 2 - Principi ispiratori Art. 2- Principi ispiratori Nell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi dell’insegnamento sociale cristiano e ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. La Società ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. Nell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi dell’insegnamento sociale cristiano e ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. La Società ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. E’ altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettivi forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i soci. La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. E’ altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettivi forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i soci nonché la partecipazione degli stessi alla vita sociale. titolo ii - Soci Art. 8 - Procedura di ammissione a socio Art. 8 - Procedura di ammissione a socio Per l’ammissione a socio, l’aspirante socio deve presentare al consiglio di amministrazione una domanda scritta contenente, oltre al numero delle azioni richieste in sottoscrizione o acquistate, le informazioni e dichiarazioni dovute ai sensi del presente statuto o richieste dalla Società in via generale. Per l’ammissione a socio, l’aspirante socio deve presentare al consiglio di amministrazione una domanda scritta contenente, oltre al numero delle azioni richieste in sottoscrizione o acquistate, le informazioni e dichiarazioni dovute ai sensi del presente statuto o richieste dalla Società in via generale. Il consiglio di amministrazione decide sulla richiesta di ammissione entro il termine di novanta giorni dal suo ricevimento e, in caso di accoglimento, verificato il versamento integrale dell’importo delle azioni sottoscritte e dell’eventuale sovrapprezzo, provvede immediatamente alla comunicazione all’interessato della delibera di ammissione e all’annotazione di quest’ultima nel libro dei soci. La qualità di socio si acquista a far data dalla annotazione predetta. Il consiglio di amministrazione decide sulla richiesta di ammissione entro il termine di novanta giorni dal suo ricevimento e dispone la comunicazione della deliberazione all’interessato. In caso di accoglimento, unitamente alla comunicazione della delibera, il consiglio provvede immediatamente ad informare l’interessato che dovrà effettuare il versamento integrale dell’importo delle azioni sottoscritte e dell’eventuale sovrapprezzo nel termine perentorio di sessanta giorni dal ricevimento della delibera. Verificato l’avvenuto versamento degli importi dovuti, è disposta l’annotazione della delibera nel libro dei soci, a far tempo dalla quale si acquista la qualità di socio. Nessun socio può possedere azioni per un valore nominale complessivo eccedente i limiti fissati dalla legge. Gli amministratori nella relazione al bilancio illustrano le ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione di nuovi soci. Nessun socio può possedere azioni per un valore nominale complessivo eccedente i limiti fissati dalla legge. Gli amministratori nella relazione al bilancio illustrano le ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione di nuovi soci. Art. 9 - Diritti e doveri dei soci Art. 9 - Diritti e doveri dei soci I soci, che a norma delle disposizioni precedenti sono stati ammessi nella Società ed iscritti nel libro soci, esercitano i diritti sociali e patrimoniali e: I soci, che a norma delle disposizioni precedenti sono stati ammessi nella Società ed iscritti nel libro soci, esercitano i diritti sociali e patrimoniali e: a) intervengono in assemblea ed esercitano il diritto di voto, secondo quanto stabilito dall’art. 25; a) intervengono in assemblea ed esercitano il diritto di voto, secondo quanto stabilito dall’art. 25; b) partecipano al dividendo deliberato dall’assemblea a partire dal mese successivo a quello di acquisto della qualità di socio e nel caso di acquisto di nuove azioni a quello successivo al pagamento delle azioni stesse; b) partecipano al dividendo deliberato dall’assemblea a partire dal mese successivo a quello di acquisto della qualità di socio e nel caso di sottoscrizione di nuove azioni a quello successivo al pagamento delle azioni stesse; c) hanno diritto di usufruire dei servizi e dei vantaggi offerti dalla Società ai propri soci nei modi e nei limiti fissati dai regolamenti e dalle deliberazioni sociali. c) hanno diritto di usufruire dei servizi e dei vantaggi offerti dalla Società ai propri soci nei modi e nei limiti fissati dai regolamenti e dalle deliberazioni sociali. I dividendi non riscossi entro il quinquennio dal giorno in cui divengono esigibili restano devoluti alla Società ed imputati alla riserva legale. I dividendi non riscossi entro il quinquennio dal giorno in cui divengono esigibili restano devoluti alla Società ed imputati alla riserva legale. I soci hanno l’obbligo di osservare lo statuto, i regolamenti e le deliberazioni degli organi sociali e di collaborare al buon andamento della Società, operando con essa, partecipando all’assemblea e favorendo in ogni modo gli interessi sociali. I soci hanno l’obbligo di osservare lo statuto, i regolamenti e le deliberazioni degli organi sociali e di collaborare al buon andamento della Società, operando in modo significativo, partecipando all’assemblea e favorendo in ogni modo gli interessi sociali. Art. 13 - Recesso del socio Art. 13 - Recesso del socio Oltre che negli altri casi previsti dalla legge, il socio ha diritto di recedere dalla Società, qualora non abbia concorso alle deliberazioni assembleari riguardanti la fusione con banche di diversa natura ai sensi dell’art. 36 del Testo Unico bancario, nonché nell’ipotesi in cui siano venuti meno i requisiti di cui all’art. 6. Il recesso non può essere parziale. Oltre che negli altri casi previsti dalla legge, il socio ha diritto di recedere dalla Società, qualora non abbia concorso alle deliberazioni assembleari riguardanti la fusione con banche di diversa natura ai sensi dell’art. 36 del Testo Unico bancario, nonché nell’ipotesi in cui siano venuti meno i requisiti di cui all’art. 6. Il recesso non può essere parziale. La relativa dichiarazione deve farsi per iscritto con lettera raccomandata diretta al consiglio di amministrazione che dovrà esaminarla entro sessanta giorni dal ricevimento e comunicarne gli esiti al socio. La relativa dichiarazione deve farsi per iscritto con lettera raccomandata diretta al consiglio di amministrazione che dovrà esaminarla entro sessanta giorni dal ricevimento e comunicarne gli esiti al socio. Il socio può altresì richiedere, con le formalità di cui al comma precedente, di recedere dalla Società, oltre che nel caso in cui il consiglio di amministrazione non abbia autorizzato il trasferimento delle azioni da lui possedute ad altro soggetto non socio, nel caso di dissenso dalle deliberazioni aventi ad oggetto la proroga della durata della società e per altri giustificati motivi. Il socio può altresì richiedere, con le formalità di cui al comma precedente, di recedere dalla Società, oltre che nel caso in cui il consiglio di amministrazione non abbia autorizzato il trasferimento delle azioni da lui possedute ad altro soggetto non socio, nel caso di dissenso dalle deliberazioni aventi ad oggetto la proroga della durata della Società. Nei casi di cui al comma precedente, il consiglio di amministrazione, sentito il collegio sindacale e tenuto conto della situazione economica e patrimoniale della Società, deve deliberare entro sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta. Nei casi di cui al comma precedente, il consiglio di amministrazione, sentito il collegio sindacale e tenuto conto della situazione economica e patrimoniale della Società, deve deliberare entro sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta. Il recesso produce effetto dal momento della comunicazione al socio del provvedimento di accoglimento della richiesta. Il recesso produce effetto dal momento della comunicazione al socio del provvedimento di accoglimento della richiesta. Con riferimento ai rapporti mutualistici il recesso ha effetto con la chiusura dell’esercizio in corso, se comunicato tre mesi prima, e, in caso contrario, con la chiusura dell’esercizio successivo. Con riferimento ai rapporti mutualistici il recesso ha effetto con la chiusura dell’esercizio in corso, se comunicato tre mesi prima, e, in caso contrario, con la chiusura dell’esercizio successivo. Nei casi previsti dal terzo comma il recesso non può essere esercitato, e la relativa richiesta non ha comunque effetto, prima che il socio abbia adempiuto tutte le sue obbligazioni verso la Società. Nei casi previsti dal terzo comma il recesso non può essere esercitato, e la relativa richiesta non ha comunque effetto, prima che il socio abbia adempiuto tutte le sue obbligazioni verso la Società. Art. 14 - Esclusione del socio Art. 14 - Esclusione del socio Il consiglio di amministrazione, previo accertamento delle circostanze che seguono, pronuncia l’esclusione dei soci: Il consiglio di amministrazione, previo accertamento delle circostanze che seguono, pronuncia l’esclusione dei soci: - che siano privi dei requisiti di cui all’art. 6, nonché quelli che vengano a trovarsi nelle condizioni di cui alle lett. a) e b) dell’art. 7; - che siano privi dei requisiti di cui all’art. 6, nonché quelli che vengano a trovarsi nelle condizioni di cui alle lett. a) e b) dell’art. 7; - nei cui confronti sia stata pronunciata, in primo grado, sentenza di condanna a seguito dell’esercizio dell’azione di responsabilità nella loro qualità di amministratori, di sindaci o di direttori; - nei cui confronti sia stata pronunciata, in primo grado, sentenza di condanna a seguito dell’esercizio dell’azione di responsabilità nella loro qualità di amministratori, di sindaci o di direttori; Il consiglio di amministrazione, con deliberazione presa a maggioranza dei suoi componenti, può altresì escludere dalla Società il socio che: Il consiglio di amministrazione, con deliberazione presa a maggioranza dei suoi componenti, può altresì escludere dalla Società il socio che: a) abbia arrecato in qualsiasi modo danno alla Società o svolga attività in concorrenza con la stessa; a) abbia arrecato in qualsiasi modo danno alla Società o svolga attività in concorrenza con la stessa; b) in relazione a gravi inadempienze, abbia costretto la Società ad assumere provvedimenti per l’adempimento delle obbligazioni a qualunque titolo contratte con essa; b) in relazione a gravi inadempienze, abbia costretto la Società ad assumere provvedimenti per l’adempimento delle obbligazioni a qualunque titolo contratte con essa; c) sia stato interdetto dall’emissione di assegni bancari; c) sia stato interdetto dall’emissione di assegni bancari; d) abbia mostrato, nonostante specifico richiamo del consiglio di amministrazione, palese e ripetuto disinteresse per l’attività della Società, omettendo di operare in modo significativo con essa. d) abbia mostrato, nonostante specifico richiamo del consiglio di amministrazione, palese e ripetuto disinteresse per l’attività della Società, omettendo di operare in modo significativo con essa. Nei casi diversi da quelli previsti dalla legge l’esclusione del socio è deliberata tenuto conto della situazione economica e patrimoniale della Società. Il provvedimento di esclusione è comunicato al socio con lettera raccomandata ed è immediatamente esecutivo. Il socio può ricorrere, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione, al collegio dei probiviri. Resta convenzionalmente esclusa la possibilità di sospensione del provvedimento impugnato. Il provvedimento di esclusione è comunicato al socio con lettera raccomandata ed è immediatamente esecutivo. Il socio può ricorrere, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione, al collegio dei probiviri. Resta convenzionalmente esclusa la possibilità di sospensione del provvedimento impugnato. Contro l’esclusione il socio può proporre opposizione al tribunale. Contro l’esclusione il socio può proporre opposizione al tribunale. Art. 15- Liquidazione della quota del socio Il socio receduto o escluso o gli aventi causa del socio defunto hanno diritto soltanto al rimborso del valore nominale delle azioni e del sovrapprezzo versato in sede di sottoscrizione delle azioni, detratti gli utilizzi per copertura di eventuali perdite quali risultano dai bilanci precedenti e da quello dell’esercizio in cui il rapporto sociale si è sciolto limitatamente al socio. Art. 15 - Liquidazione della quota del socio Il socio receduto o escluso o gli aventi causa del socio defunto hanno diritto soltanto al rimborso del valore nominale delle azioni e del sovrapprezzo versato in sede di sottoscrizione delle azioni, detratti gli utilizzi per copertura di eventuali perdite quali risultano dai bilanci precedenti e da quello dell’esercizio in cui il rapporto sociale si è sciolto limitatamente al socio. Il pagamento deve essere eseguito entro centottanta giorni dall’approvazione del bilancio stesso ed il relativo importo è posto a disposizione degli aventi diritto in un conto infruttifero. Il pagamento deve essere eseguito entro centottanta giorni dall’approvazione del bilancio stesso ed il relativo importo è posto a disposizione degli aventi diritto in un conto infruttifero. 12 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO Fermo restando quanto previsto dal primo comma, è comunque vietata la distribuzione di riserve. Fermo restando quanto previsto dal primo comma, è comunque vietata la distribuzione di riserve. Le somme non riscosse entro cinque anni dal giorno in cui divengono esigibili restano devolute alla Società ed imputate alla riserva legale. titolo iv - Patrimonio - Capitale Sociale – Azioni Art. 21 - Azioni Art. 21 - Azioni e trasferimento delle medesime Le azioni sono nominative ed indivisibili, e non sono consentite cointestazioni; esse non possono essere cedute a non soci senza l’autorizzazione del consiglio di amministrazione. Le azioni sono nominative ed indivisibili, e non sono consentite cointestazioni; esse non possono essere cedute a non soci senza l’autorizzazione del consiglio di amministrazione, che esaminerà preventivamente la domanda di ammissione dell’aspirante socio nei termini e con le modalità di cui all’art. 8. In caso di cessione di azioni fra soci, le parti contraenti, entro trenta giorni dalla cessione, debbono con lettera raccomandata comunicare alla Società il trasferimento e chiedere le relative variazioni del libro dei soci. Le azioni non possono essere sottoposte a pegno o vincoli di qualsiasi natura senza la preventiva autorizzazione del consiglio di amministrazione; è inoltre vietato fare anticipazioni sulle stesse. La Società non emette i titoli azionari e la qualità di socio risulta dall’iscrizione nel libro dei soci. In caso di cessione di azioni fra soci, le parti contraenti, entro trenta giorni dalla cessione, debbono con lettera raccomandata comunicare alla Società il trasferimento e chiedere le relative variazioni del libro dei soci. Le azioni non possono essere sottoposte a pegno o vincoli di qualsiasi natura senza la preventiva autorizzazione del consiglio di amministrazione; è inoltre vietato fare anticipazioni sulle stesse. La Società non emette i titoli azionari e la qualità di socio risulta dall’iscrizione nel libro dei soci. titolo VI - ASSEMBLEA DEI SOCI Art. 25 - Intervento e rappresentanza in assemblea Art. 25 - Intervento e rappresentanza in assemblea Possono intervenire all’assemblea e hanno diritto di voto i soci iscritti nel libro dei soci da almeno novanta giorni. Possono intervenire all’assemblea e hanno diritto di voto i soci iscritti nel libro dei soci da almeno novanta giorni. Ogni socio ha un voto, qualunque sia il numero delle azioni a lui intestate. Ogni socio ha un voto, qualunque sia il numero delle azioni a lui intestate. Il socio può farsi rappresentare da altro socio persona fisica che non sia amministratore, sindaco o dipendente della Società, mediante delega scritta, contenente il nome del rappresentante e nella quale la firma del delegante sia autenticata dal presidente della Società o da un notaio. La firma dei deleganti potrà altresì essere autenticata da consiglieri o dipendenti della Società a ciò espressamente autorizzati dal consiglio di amministrazione. Il socio può farsi rappresentare da altro socio persona fisica che non sia amministratore, sindaco o dipendente della Società, mediante delega scritta, contenente il nome del rappresentante e nella quale la firma del delegante sia autenticata dal presidente della Società o da un notaio. La firma dei deleganti potrà altresì essere autenticata da consiglieri o dipendenti della Società a ciò espressamente autorizzati dal consiglio di amministrazione. Ogni socio può ricevere non più di una delega in caso di assemblea ordinaria e non più di tre deleghe in caso di assemblea straordinaria. Ogni socio può ricevere non più di una delega in caso di assemblea ordinaria e non più di tre deleghe in caso di assemblea straordinaria. All’assemblea può intervenire, senza diritto di voto, un rappresentante della Federazione locale cui la Società aderisce ed un rappresentante della Federazione Nazionale (Federcasse). All’assemblea può intervenire e prendere la parola, senza diritto di voto, un rappresentante della Federazione Locale cui la società aderisce ed un rappresentante della Federazione Nazionale (Federcasse). All’assemblea potranno anche intervenire e prendere la parola, senza diritto di voto, rappresentanti dei Fondi di Garanzia cui la Società aderisce, nei casi e secondo le modalità previsti nello statuto dei Fondi medesimi. Art. 28 - Maggioranze assembleari Art. 28 - Maggioranze assembleari L’assemblea ordinaria e straordinaria, sia in prima che in seconda convocazione, delibera a maggioranza dei voti espressi. L’assemblea ordinaria e straordinaria, sia in prima che in seconda convocazione, delibera a maggioranza dei voti espressi. La nomina delle cariche sociali avviene a maggioranza relativa; a parità di voti si intende eletto il più anziano di età. La nomina delle cariche sociali avviene a maggioranza relativa; le modalità di candidatura, eventualmente anche in rappresentanza dei più significativi ambiti territoriali, e le modalità di espressione del voto sono disciplinate in un apposito regolamento approvato dall’assemblea ordinaria su proposta del consiglio di amministrazione. A parità di voti si intende eletto il più anziano di età. Le votazioni in assemblea hanno luogo in modo palese e normalmente per alzata di mano; per la nomina delle cariche sociali si procede a scrutinio segreto, salvo che l’assemblea, su proposta del presidente, deliberi, con la maggioranza dei due terzi dei voti espressi, di procedere con voto palese. Le votazioni in assemblea hanno luogo in modo palese e normalmente per alzata di mano; per la nomina delle cariche sociali si procede a scrutinio segreto, salvo che l’assemblea, su proposta del presidente, deliberi, con la maggioranza dei due terzi dei voti espressi, di procedere con voto palese. Art. 30 - Assemblea ordinaria Art. 30 - Assemblea ordinaria L’assemblea ordinaria è convocata almeno una volta l’anno, entro centoventi giorni dalla chiusura dell’esercizio, per procedere, oltre che alla trattazione degli altri argomenti posti all’ordine del giorno, all’approvazione del bilancio di esercizio e alla determinazione, su proposta del consiglio di amministrazione, dell’ammontare del fido massimo che la Società può concedere ad uno stesso obbligato nei limiti e con i criteri stabiliti dalle disposizioni di vigilanza. L’assemblea ordinaria è convocata almeno una volta l’anno, entro centoventi giorni dalla chiusura dell’esercizio, per procedere, oltre che alla trattazione degli altri argomenti posti all’ordine del giorno, all’approvazione del bilancio di esercizio e alla determinazione, su proposta del consiglio di amministrazione, dell’ammontare massimo delle posizioni di rischio, così come definite dalla disciplina prudenziale in materia di concentrazione dei rischi, che possono essere assunte nei confronti dei soci e clienti, in misura non superiore al 15 per cento del patrimonio di vigilanza della banca e, qualora si tratti di esponenti aziendali, ancorché non soci, in misura non superiore al 5 per cento. I limiti di cui al comma precedente non si applicano nel caso di posizioni di rischio assunte nei confronti delle banche della categoria. L’assemblea ordinaria, oltre a stabilire i compensi spettanti agli organi dalla stessa nominati, approva le politiche di remunerazione a favore dei consiglieri di amministrazione, di dipendenti o di collaboratori non legati alla società da rapporti di lavoro subordinato. L’assemblea ordinaria, oltre a stabilire i compensi spettanti agli organi dalla stessa nominati, approva le politiche di remunerazione a favore dei consiglieri di amministrazione, di dipendenti o di collaboratori non legati alla Società da rapporti di lavoro subordinato, tenendo conto delle linee di indirizzo formulate dalla Federazione locale cui la Società aderisce. titolo VII - CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Art. 32 - Composizione del consiglio di amministrazione Il consiglio di amministrazione è composto da undici amministratori eletti dall’assemblea fra i soci, facendo salva la rappresentanza delle zone originarie. Non possono essere nominati, e se eletti decadono: a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che siano stati condannati ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi; b) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza determinati ai sensi dell’art. 26 del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385; c) i parenti, coniugi o affini con altri amministratori o dipendenti della Società, fino al secondo grado incluso; d) i dipendenti della Società; e) coloro che sono legati da un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione, i componenti di organi amministrativi o di controllo di altre banche o di società finanziarie o assicurative operanti nella zona di competenza territoriale della Società. Detta causa di ineleggibilità e decadenza non opera nei confronti dei soggetti che si trovano nelle situazioni sovradescritte in società finanziarie di partecipazione, in società finanziarie di sviluppo regionale, in enti della categoria, in società partecipate, in consorzi o in cooperative di garanzia. Art. 32 - Composizione del consiglio di amministrazione Il consiglio di amministrazione è composto da undici amministratori eletti dall’assemblea fra i soci, facendo salva la rappresentanza delle zone originarie. Non possono essere nominati, e se eletti decadono: a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che siano stati condannati ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi; b) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza determinati ai sensi dell’art. 26 del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385; c) i parenti, coniugi o affini con altri amministratori o dipendenti della Società, fino al secondo grado incluso; d) i dipendenti della Società e coloro che lo sono stati, per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro; e) coloro che sono legati da un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione, i componenti di organi amministrativi o di controllo di altre banche o di società finanziarie o assicurative operanti nella zona di competenza territoriale della Società. Detta causa di ineleggibilità e decadenza non opera nei confronti dei soggetti che si trovano nelle situazioni sovradescritte in società finanziarie di partecipazione, in società finanziarie di sviluppo regionale, in enti anche di natura societaria della categoria, in società partecipate, anche indirettamente, dalla Società, in consorzi o in cooperative di garanzia; f) coloro che ricoprono, o che hanno ricoperto nei sei mesi precedenti, la carica di consigliere comunale in Comuni il cui numero di abitanti è superiore a 10.000, di consigliere provinciale o regionale, di assessore o di sindaco in Comuni il cui numero di abitanti è superiore a 3.000, di presidente di provincia o di regione, di componente delle relative giunte, o coloro che ricoprono la carica di membro del Parlamento, nazionale o europeo, o del Governo italiano, o della Commissione europea; tali cause di ineleggibilità e decadenza operano con riferimento alle cariche ricoperte in istituzioni il cui ambito territoriale comprenda la zona di competenza della Società; g) coloro che, nei due esercizi precedenti l’adozione dei relativi provvedimenti, hanno svolto funzioni di amministrazione, direzione o controllo nella Società, qualora essa sia stata sottoposta alle procedure di crisi di cui al Titolo IV, art. 70 ss., del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385. Detta causa di ineleggibilità e decadenza ha efficacia per cinque anni dall’adozione dei relativi provvedimenti. La non ricorrenza delle cause di ineleggibilità e decadenza di cui alle lettere c), d) e f) del comma precedente costituisce requisito di indipendenza degli amministratori. Art. 35 - Poteri del Consiglio di Amministrazione Il consiglio è investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Società, tranne quelli riservati per legge all’assemblea dei soci. Oltre alle attribuzioni non delegabili a norma di legge, sono riservate alla esclusiva competenza del consiglio di amministrazione le decisioni concernenti: - l’ammissione, l’esclusione e il recesso dei soci; - le decisioni che incidono sui rapporti mutualistici con i soci; - la determinazione degli indirizzi generali di gestione e dell’assetto generale dell’organizzazione della Società; - l’approvazione degli orientamenti strategici, dei piani industriali e finanziari e delle politiche di gestione del rischio; - la nomina e le attribuzioni del direttore e dei componenti la direzione; - l’approvazione e le modifiche di regolamenti interni; - l’istituzione, il trasferimento e la soppressione di succursali e la proposta all’assemblea della istituzione o soppressione di sedi distaccate; - l’assunzione e la cessione di partecipazioni; - l’acquisto, la costruzione e l’alienazione di immobili; Art. 35 - Poteri del consiglio di amministrazione Il consiglio è investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Società, tranne quelli riservati per legge all’assemblea dei soci. Oltre alle attribuzioni non delegabili a norma di legge, sono riservate alla esclusiva competenza del consiglio di amministrazione le decisioni concernenti: - l’ammissione, l’esclusione e il recesso dei soci; - le decisioni che incidono sui rapporti mutualistici con i soci; - la determinazione degli indirizzi generali di gestione e dell’assetto generale dell’organizzazione della Società; - l’approvazione degli orientamenti strategici, dei piani industriali e finanziari e delle politiche di gestione del rischio; - la nomina e le attribuzioni del direttore e dei componenti la direzione; - l’approvazione e le modifiche di regolamenti interni; - l’istituzione, il trasferimento e la soppressione di succursali e la proposta all’assemblea della istituzione o soppressione di sedi distaccate; - l’assunzione e la cessione di partecipazioni; - l’acquisto, la costruzione e l’alienazione di immobili; SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 13 Il consiglio di amministrazione, nel rispetto delle disposizioni di legge e di statuto, può delegare proprie attribuzioni ad un comitato esecutivo, determinando in modo chiaro e analitico i limiti quantitativi e di valore della delega. - la promozione di azioni giudiziarie ed amministrative di ogni ordine e grado di giurisdizione, fatta eccezione per quelle relative al recupero dei crediti; - le iniziative per lo sviluppo delle condizioni morali e culturali dei soci nonché per la promozione della cooperazione e per l’educazione al risparmio e alla previdenza; - la costituzione di speciali comitati con funzioni consultive, istruttorie e propositive, composti di propri membri; - l’istituzione di una consulta dei soci, disciplinata da un apposito regolamento e munita di funzioni consultive e con resa di pareri e proposte non vincolanti; - la nomina, sentito il collegio sindacale, dei responsabili delle funzioni di controllo sulla gestione dei rischi, di revisione interna e di conformità; - la costituzione del comitato di controllo sulla responsabilità amministrativa della Società, disciplinato ai sensi del D.lgs. 231/2001, laddove sia stato adottato il relativo modello. Il consiglio di amministrazione, nel rispetto delle disposizioni di legge e di statuto, può delegare proprie attribuzioni ad un comitato esecutivo, determinando in modo chiaro e analitico i limiti quantitativi e di valore della delega. In materia di erogazione del credito, poteri deliberativi possono essere delegati al comitato esecutivo nonché, per importi limitati, al direttore, al o ai vice direttori, o in mancanza di nomina di questi, a chi lo sostituisce, ai responsabili di area e/o settori, se nominati, e ai preposti alle succursali, entro limiti di importo graduati. In caso di impossibilità di funzionamento del comitato o di impedimento dei predetti soggetti delegati e di particolare urgenza, il presidente può rivestire compiti di supplenza, fermo restando il potere di proposta del direttore. In materia di erogazione del credito, poteri deliberativi possono essere delegati al comitato esecutivo nonché, per importi limitati, al direttore, al o ai vice direttori, o in mancanza di nomina di questi, a chi lo sostituisce, ai responsabili di area e/o settori, se nominati, e ai preposti alle succursali, entro limiti di importo graduati. In caso di impossibilità di funzionamento del comitato o di impedimento dei predetti soggetti delegati e di particolare urgenza, il presidente può rivestire compiti di supplenza, fermo restando il potere di proposta del direttore. - la promozione di azioni giudiziarie ed amministrative di ogni ordine e grado di giurisdizione, fatta eccezione per quelle relative al recupero dei crediti; - le iniziative per lo sviluppo delle condizioni morali e culturali dei soci nonché per la promozione della cooperazione e per l’educazione al risparmio e alla previdenza; - la costituzione di speciali comitati con funzioni consultive, istruttorie e propositive, composti di propri membri; - la nomina, sentito il collegio sindacale, dei responsabili delle funzioni di controllo sulla gestione dei rischi, di revisione interna e di conformità. Fermo restando il rispetto delle forme di legge, non possono essere stipulati contratti di appalto di opere o contratti per prestazioni di servizi o per fornitura di beni di natura continuativa o comunque pluriennale con gli amministratori o con persone ad essi legate dai rapporti specificati nell’art. 32, secondo comma, lettera c), o con società alle quali gli stessi, o le persone di cui all’art. 32, secondo comma, lettera c), partecipano, direttamente o indirettamente, in misura superiore al 25% del capitale sociale o nelle quali rivestano la carica di amministratori. Il limite suddetto, in tutte le sue forme, si applica anche rispetto a colui che rivesta la carica di direttore. Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano con riferimento ai contratti stipulati con gli enti, anche di natura societaria, della categoria. Il consiglio di amministrazione può conferire a singoli amministratori o a dipendenti della Società poteri per il compimento di determinati atti o categorie di atti. Il consiglio di amministrazione può conferire a singoli amministratori o a dipendenti della Società poteri per il compimento di determinati atti o categorie di atti. Delle decisioni assunte dai titolari di deleghe dovrà essere data notizia al consiglio di amministrazione nella sua prima riunione. Delle decisioni assunte dai titolari di deleghe dovrà essere data notizia al consiglio di amministrazione nella sua prima riunione. Art. 37 - Deliberazioni del consiglio di amministrazione Art. 37 - Deliberazioni del consiglio di amministrazione Il consiglio è presieduto dal presidente ed è validamente costituito quando siano presenti più della metà degli amministratori in carica. Le deliberazioni del consiglio sono assunte a votazione palese. Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei presenti. In caso di parità di voti, prevale il voto di chi presiede. Alle riunioni del consiglio di amministrazione può partecipare, senza diritto di voto, un rappresentante della Federazione locale, cui la Società aderisce, e/o un rappresentante di Federcasse. Alle riunioni del consiglio partecipa, con parere consultivo, il direttore, che assolve altresì, in via ordinaria, le funzioni di segretario, eventualmente coadiuvato, con il consenso del consiglio, da altro dipendente. Art. 40 - Presidente del consiglio di amministrazione Al presidente del consiglio di amministrazione spetta la rappresentanza legale della Società di fronte ai terzi e in giudizio, nonché l’uso della firma sociale; egli sovrintende all’andamento della Società, presiede l’assemblea dei soci, il consiglio di amministrazione e provvede affinché adeguate informazioni sulle materie iscritte all’ordine del giorno vengano fornite ai componenti del consiglio. Nell’ambito dei poteri di rappresentanza, il presidente consente ed autorizza la cancellazione di privilegi, di ipoteche e le surrogazioni e postergazioni, le annotazioni di inefficacia delle trascrizioni e la restituzione di pegni o cauzioni costituenti garanzia sussidiaria di operazioni di credito o di mutui ipotecari stipulati dalla Società quando il credito sia integralmente estinto. In caso di assenza o di impedimento, il presidente è sostituito nelle sue funzioni dal vice presidente e, in caso di più vice presidenti, prioritariamente da quello vicario; in caso di assenza o impedimento anche di questi, le funzioni sono svolte dal consigliere designato dal consiglio di amministrazione. Di fronte ai terzi, la firma di chi sostituisce il presidente fa prova dell’assenza o impedimento di quest’ultimo. Il consiglio è presieduto dal presidente ed è validamente costituito quando siano presenti più della metà degli amministratori in carica. Le deliberazioni del consiglio sono assunte a votazione palese. Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei presenti. In caso di parità di voti, prevale il voto di chi presiede. Alle riunioni del consiglio di amministrazione può partecipare e prendere la parola, senza diritto di voto, un rappresentante della Federazione Locale cui la società aderisce ed un rappresentante della Federazione Nazionale (Federcasse). Alle riunioni potranno anche intervenire e prendere la parola, senza diritto di voto, rappresentanti dei Fondi di Garanzia cui la Società aderisce, nei casi e secondo le modalità previsti nello statuto dei Fondi medesimi. Alle riunioni del consiglio partecipa, con parere consultivo, il direttore, che assolve altresì, in via ordinaria, le funzioni di segretario, eventualmente coadiuvato, con il consenso del consiglio, da altro dipendente. Art. 40 - Presidente del consiglio di amministrazione Il presidente del consiglio di amministrazione promuove l’effettivo funzionamento del governo societario, garantendo l’equilibrio di poteri tra gli organi deliberanti della Società, con particolare riferimento ai poteri delegati. Egli presiede l’assemblea dei soci, convoca e presiede il consiglio di amministrazione, e provvede affinché adeguate informazioni sulle materie iscritte all’ordine del giorno vengano fornite ai componenti del consiglio. Al presidente del consiglio di amministrazione spetta la rappresentanza legale della Società di fronte ai terzi e in giudizio, nonché l’uso della firma sociale. Nell’ambito dei poteri di rappresentanza, il presidente consente ed autorizza la cancellazione di privilegi, di ipoteche e le surrogazioni e postergazioni, le annotazioni di inefficacia delle trascrizioni e la restituzione di pegni o cauzioni costituenti garanzia sussidiaria di operazioni di credito o di mutui ipotecari stipulati dalla Società quando il credito sia integralmente estinto. In caso di assenza o di impedimento, il presidente è sostituito nelle sue funzioni dal vice presidente e, in caso di più vice presidenti, prioritariamente da quello vicario. Di fronte ai terzi, la firma di chi sostituisce il presidente fa prova dell’assenza o impedimento di quest’ultimo. titolo iX - COLLEGIO SINDACALE Art. 42 - Composizione del collegio sindacale Art. 42 Composizione del collegio sindacale L’assemblea ordinaria nomina tre sindaci effettivi, designandone il presidente e due sindaci supplenti. I sindaci restano in carica per tre esercizi e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della loro carica; l’assemblea ne fissa il compenso annuale valevole per l’intera durata del loro ufficio, in aggiunta al rimborso delle spese effettivamente sostenute per l’esercizio delle funzioni. L’assemblea ordinaria nomina tre sindaci effettivi, designandone il presidente e due sindaci supplenti. I sindaci restano in carica per tre esercizi e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della loro carica; l’assemblea ne fissa il compenso annuale valevole per l’intera durata del loro ufficio, in aggiunta al rimborso delle spese effettivamente sostenute per l’esercizio delle funzioni. I sindaci sono rieleggibili. Non può essere nominato presidente, salvo che nel caso di ricambio totale del collegio sindacale, il sindaco effettivo che non abbia svolto per almeno un mandato le funzioni di sindaco effettivo di una banca. I sindaci sono rieleggibili, con i limiti di seguito specificati. Non è nominabile o rieleggibile alla rispettiva carica colui che abbia ricoperto la carica di presidente del collegio sindacale per 3 mandati consecutivi o di componente effettivo del collegio sindacale della Società per 3 mandati consecutivi. Agli effetti del computo del numero dei mandati le cariche di presidente e di componente effettivo del collegio sindacale non si cumulano. In ogni caso non è possibile essere rieletti quando si sono raggiunti 6 mandati come sindaco effettivo e presidente del collegio. Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall’ufficio: a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che sono stati condannati ad una pena che importa l’interdizione anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi; b) il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della Società, gli amministratori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori delle società da questa controllate, delle società che la controllano e di quelle sottoposte a comune controllo; c) coloro che sono legati alla Società o alle società da questa controllate o alle società che la controllano o a quelle sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d’opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l’indipendenza; d) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità ed indipendenza determinati ai sensi dell’art. 26 del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385; e) i parenti, il coniuge o gli affini fino al quarto grado con dipendenti della Società e l’amministratore o il sindaco in altra banca o società finanziaria operante nella zona di competenza della Società, salvo che si tratti di società finanziarie di partecipazione, di enti della categoria, di società partecipate, di consorzi o di cooperative di garanzia. Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall’ufficio: a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che sono stati condannati ad una pena che importa l’interdizione anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi; b) il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della Società, gli amministratori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori delle società da questa controllate, delle società che la controllano e di quelle sottoposte a comune controllo; c) coloro che sono legati alla Società o alle società da questa controllate o alle società che la controllano o a quelle sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d’opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l’indipendenza; d) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità ed indipendenza determinati ai sensi dell’art. 26 del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385; e) i parenti, il coniuge o gli affini fino al quarto grado con dipendenti della Società e l’amministratore o il sindaco in altra banca o società finanziaria operante nella zona di competenza della Società, salvo che si tratti di società finanziarie di partecipazione, di enti anche di natura societaria della categoria, di società partecipate, di consorzi o di cooperative di garanzia; f) coloro che, nei due esercizi precedenti l’adozione dei relativi provvedimenti, hanno svolto funzioni di amministrazione, direzione o controllo nella Società, qualora essa sia stata sottoposta alle procedure di crisi di cui al Titolo IV, art. 70 ss., del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385. Detta causa di ineleggibilità ha efficacia per cinque anni dall’adozione dei relativi provvedimenti; g) coloro che abbiano ricoperto la carica di amministratore nel mandato precedente o di direttore nei tre anni precedenti. Non possono essere stipulati contratti di appalto di opere o contratti per prestazioni di servizi o per fornitura di beni di natura continuativa o comunque pluriennale con i componenti del collegio sindacale, o con società alle quali gli stessi partecipano, direttamente o indirettamente, in misura superiore al 25% del capitale sociale o nelle quali rivestano la carica di amministratori. Il divieto suddetto si applica anche rispetto al coniuge, nonché ai parenti e agli affini entro il secondo grado dei sindaci.Tale divieto non si applica con riferimento ai contratti stipulati con gli enti, anche di natura societaria, della categoria. I sindaci non possono assumere cariche in organi diversi da quelli di controllo presso altre società del gruppo bancario cui la banca appartiene, nonché presso società nelle quali la banca stessa detenga, anche indirettamente, una partecipazione strategica ai sensi delle disposizioni di vigilanza. 14 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO Se viene a mancare il presidente del collegio sindacale, le funzioni di presidente sono assunte dal più anziano di età tra i sindaci effettivi rimasti in carica. titolo X - ASSUNZIONE DI OBBLIGAZIONI NEI CONFRONTI DELLA SOCIETA’ Art. 45 - Assunzione di obbligazioni da parte degli esponenti sociali Gli amministratori, i sindaci, il direttore e coloro che ne svolgono le funzioni non possono contrarre obbligazioni di qualsiasi natura o compiere atti di compravendita, direttamente o indirettamente, con la Società, se non previa deliberazione del consiglio di amministrazione assunta all’unanimità, con l’astensione dell’amministratore interessato e con il voto favorevole di tutti i componenti del collegio sindacale, fermi restando gli obblighi previsti dal codice civile in materia di interessi degli amministratori. Art. 45 - Assunzione di obbligazioni da parte degli esponenti aziendali Gli amministratori, i sindaci, il direttore e coloro che ne svolgono le funzioni non possono contrarre obbligazioni di qualsiasi natura o compiere atti di compravendita, direttamente o indirettamente, con la Società, se non previa deliberazione del consiglio di amministrazione assunta all’unanimità, con l’astensione dell’amministratore interessato e con il voto favorevole di tutti i componenti del collegio sindacale, fermi restando gli obblighi previsti dal codice civile in materia di interessi degli amministratori. Restano fermi i limiti e i divieti previsti nell’articolo 35, sesto comma, e nell’articolo 42, settimo comma. Per le erogazioni di credito nonché per le obbligazioni di qualsiasi natura, ivi compresi gli atti di compravendita, che riguardino, direttamente o indirettamente, soggetti che intrattengono con i componenti del collegio sindacale rapporti di natura professionale, gli obblighi in tema di interessi degli amministratori si applicano anche ai componenti del collegio sindacale. titolo XII - DIRETTORE Art. 47 - Compiti e attribuzioni del direttore Il direttore è il capo del personale ed ha il potere di proposta in materia di assunzione, promozione, provvedimenti disciplinari e licenziamento del personale. Il direttore prende parte con parere consultivo alle adunanze del consiglio di amministrazione; ha il potere di proposta in materia di erogazione del credito. Il direttore prende parte altresì alle riunioni del comitato esecutivo ed ha, di norma, il potere di proposta per le delibere del comitato esecutivo medesimo. Il direttore dà esecuzione alle delibere degli organi sociali secondo le previsioni statutarie; persegue gli obiettivi gestionali e sovrintende allo svolgimento delle operazioni ed al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del consiglio di amministrazione, assicurando la conduzione unitaria della Società e l’efficacia del sistema dei controlli interni. In caso di assenza o impedimento, il direttore è sostituito dal vice direttore e, in caso di più vice direttori, prioritariamente da quello vicario. In caso di mancata nomina, di assenza o di impedimento di questi, le funzioni sono svolte dal dipendente designato dal consiglio di amministrazione. Art. 47 - Compiti e attribuzioni del direttore Il direttore è il capo del personale. Non può essere nominato direttore il coniuge, un parente o un affine, entro il quarto grado degli amministratori ed entro il secondo grado dei dipendenti della Società. Il direttore ha il potere di proposta in materia di assunzione, promozione, provvedimenti disciplinari e licenziamento del personale; egli non può proporre l’assunzione di persone legate a lui medesimo, o ai dipendenti della Società, da rapporti di coniugio, parentela o affinità, entro il secondo grado. Il direttore prende parte con parere consultivo alle adunanze del consiglio di amministrazione; ha il potere di proposta in materia di erogazione del credito. Il direttore prende parte altresì alle riunioni del comitato esecutivo ed ha, di norma, il potere di proposta per le delibere del comitato esecutivo medesimo. Il direttore dà esecuzione alle delibere degli organi sociali secondo le previsioni statutarie; persegue gli obiettivi gestionali e sovrintende allo svolgimento delle operazioni ed al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del consiglio di amministrazione, assicurando la conduzione unitaria della Società e l’efficacia del sistema dei controlli interni. In caso di assenza o impedimento, il direttore è sostituito dal vice direttore e, in caso di più vice direttori, prioritariamente da quello vicario. In caso di mancata nomina, di assenza o di impedimento di questi, le funzioni sono svolte dal dipendente designato dal consiglio di amministrazione. titolo XVI - DISPOSIZIONI TRANSITORIE Art. 53 - Disposizioni transitorie I divieti e i limiti introdotti agli articoli 32, 35 e 42 si applicano e si iniziano a computare a partire dalla scadenza del mandato di amministratori e sindaci in corso al momento dell’adozione delle medesime previsioni. La disposizione della lettera f) di cui al secondo comma dell’art. 32 si applica a partire dalla scadenza delle cariche ricoperte presso le istituzioni ivi menzionate al momento dell’adozione della medesima previsione. Qualora, al momento dell’adozione della disposizione di cui al primo comma dell’art. 30, sussistano posizioni di rischio che superino i limiti nello stesso sanciti, tali posizioni devono essere ricondotte nei limiti previsti nel termine di due anni. Agricoltori e Artigiani alle mostre torinesi sul 150° Patrio fare, disfare, rifare Visioni di storia, attualità e futuro sapientemente rappresentate, fino al 20 novembre, nell’originale spazio delle Officine Grandi Riparazioni Fare e ragionare, disfare ed amare. Rifare per crescere, inventare, sognare. In trasferta programmata celebrativa a Torino prima capitale unitaria. In mostra le pieghe dell’Italia che tonalizza belletti, cerimonie e prospettive per la rotondità di un compleanno che fa centocinquanta. E in viaggio c’è stato anche il team di soci agricoltori ed artigiani della Banca di Bedizzole Turano Valvestino. Partecipati ed attenti osservatori dei due momenti espositivi torinesi, aperti fino al 20 novembre 2011 negli spazi abilmente riadattati delle Officine Grandi Riparazioni. Con le titolazioni che vanno dallo storico/istituzionale acclamato nel “Fare gli Italiani 1861-2011”, all’avveniristico/fantascientifico possibi- le della “Stazione Futuro. Qui si rifà l’Italia”. Marchio collegiale di fabbrica rievocativa l’efficace e lineare “Esperienza Italia 150°”. Prodromo pulsante di qualità made in Italy dentro un secolo e mezzo di storia. Per esibizioni elegantemente installate, tra sipari a coprire e dischiudere diversità geografiche e elementi reali di vissuto (guerre, campagna, chiesa, mafia, trasporti, scuola, fabbriche ecc) sviluppati scenograficamente per isole tematiche. Mentre il progetto esperienziale di questo 150 a tutta forza, si riepiloga avveniristicamente nello scalo di partenza, che osserva il flusso trasparente e vivace della rete. Ricordando come si può fare a vivere senza petrolio o ad azzerare i rifiuti. Lanciando occhi, interessati e concreti, insieme a molto altro ancora di matrice prospettica allestita sempre per argomenti e spazi dedicati, dentro l’orgogliosa simmetria d’intenti dell’Officina Grandi Riparazioni, sulla terza pelle delle neotecnologie. All’apologia dialettico funzionale di agricoltori ed artigiani, il compito razionalizzante di stimolare con determinata operatività, questa simbolica ed attraente energia di modernità applicata alle certezze riclassificanti della nostra storia. Ne hanno facoltà autorevole. Dettata dall’antica formidabile reale legge redatta, in articoli e comma, su passione esperienza e professionalità. SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 15 Scenario Nello sguardo ad olio di Lorenzo Pasini Fotosintesi da ferma immagine In galleria Disciplina a Bedizzole, dal 7 al 15 maggio, la personale del pittore bresciano su “Fauna selvatica nell’ambiente naturale” un assemblaggio appassionato di emozioni dall’agreste, venatorio, orizzonte di scoperta e catalogazione Dentro l’elemento natura. In un formidabile appassionato approccio che ne cattura i movimenti. Aggiungendo sensazioni che, nell’intensità del colore, regolano l’immagine al cospetto virtuoso di fauna selvaggia sensibilmente addomesticata. Nel riverbero contestualizzato di flora e di spazi dalla vivacità caratterizzante i paradigmi ideali di un mondo. Quell’ambito di spazio agreste che accampa emozioni di semplice e commestibile freschezza popolare. Ritaglio espressivo navigante fra caccia, campagna e vissuto d’aria libera. I dipinti di Lorenzo Pasini, in mostra a Bedizzole, dal 7 al 15 maggio in galleria Disciplina, con gli oli su tela di“Fauna selvatica nell’ambiente naturale”, raccolgono questa originale sfida di lineare tangibilità al reale. Ripercorrendo vertici di immediatezza e di contatto dalla prospettica avvincente docilità alla vista. La pittura come compagnia di viaggio allegata ad un altrettanto appassionato vissuto quotidiano di apprezzato commerciante. Esperto in quella terra procace di derivati animali, vegetali destinati all’alimentazione, dall’agricola, nostrana fragranza propositiva. Frutti riflessi concreti dal potere ammaliante 16 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO inserito in quella voglia espressiva che Lorenzo Pasini esplicita fin dal 1971. “Quello è stato l’anno della mia mostra desordio a Bedizzole – ci racconta l’artista in procinto di inaugurare quest’ultima personale - ma dal disegno e dalla pittura sono stato attratto fin da piccolo”. Con un inizio a questo tipo di formula creativa, che si collega ad un ricordo dal divertito taglio bonariamente trasgressivo. “Il mio primo quadro l’ho realizzato quando avevo circa diciassette anni, negli anni Cinquanta – rammenta Pasini – si ispirava ad un personaggio locale che di buon mattino passava a piedi da Pontenove, frazione di Bedizzole dove io abitavo. Il suo percorso era quello verso Molinetto di Mazzano. Lì saliva sull’autobus per andare a Brescia. E fin qui tutto regolare. Il fatto è che, nel tardo pomeriggio – sorride Lorenzo – ripercorreva, sulla via del ritorno, la stessa strada, ma in bicicletta!” Ogni ipotesi, nessuna esclusa, di motivazione intrinseca a questa strana diversità del mezzo di locomozione, tra l’andata ed il ritorno, è ammessa. Comprese quelle border line con la sottile, ma amabile, spregiudicatezza del rendere vivace e remunerativa la giornata di lavoro in tempi in cui sbarcare il lunario presentava sovente qualche difficoltà. Da questo groviglio intermittente di sensazioni giovanili, al cospetto multiforme di una realtà rurale, in mutazione evidente pro domo variegata alla struttura dell’esigenza primaria e sostanziale del momento, cresce l’esigenza creativa di Pasini. Rimescolata abilmente nella partecipata emozionalità rappresentativa di questa natura selvaggia, ridefinita nella peculiarità dei singoli ambienti. “A vent’anni – prosegue il racconto di Lorenzo Pasini – dopo aver lavorato la terra, iniziai come rappresentante di generi alimentari. Un lavoro che, successivamente, avrei continuato in proprio insieme a mia moglie Clara, gran sovrintenden- te d’azienda, occupazione che ora prosegue grazie all’impegno di mio figlio Gianfranco, mentre il fratello Diego, rimane legato al mondo agricolo/animale/alimentare, che così tanta parte ha nella mia vita, svolgendo la professione di veterinario. Insomma al primo culmine di quasi maggiore età dell’epoca, mentre sto sviluppando le mie azioni di vendita, a Maderno sul Garda incontro il pittore Arturo Verni. Grazie al suo aiuto ho appreso le prime tecniche di approccio, scelta e stesura del colore. Altri amici, colleghi e maestri come Edgardo Beccalossi e Ottorino Garosio, hanno contribuito poi ulteriormente a sviluppare la mia formazione”. Per un perfezionamento didattico al quale si deve aggiungere la sua frequentazione ai corsi della scuola di disegno “Rodolfo Vantini”. Nel limitare centellinato di storia artistica, affiancata alle dinamiche di adeguamento imprenditoriale ed efficiente al lavoro, passando verso gli amori per natura ed ambiente che incrociano la regalità nobilmente austera della caccia, stimolante imprinting della fauna descritta dentro l’habitat nel suo selvaggio essere. Riverberi di identità dialettica con il mondo animale si riepilogano in luoghi rappresentativi precisi. Dalla saga dei caprioli che insistono nel dare corpo ad amore, corteggiamento e famiglia alle diverse specie di uccelli, ritratti in sintonia diretta con l’ambiente di un geografia locale ben riconoscibile. Lago di Garda, fiume Chiese, colline moreniche e prealpi bresciane sono dunque territorio di conquista per immagini che liberano il movimento animale catalogato ad olio da Pasini. Mentre Lampo, capostipite dei segugi da caccia di Lorenzo, ricollega l’anima domestica ad una par condicio ideale fra preda e predatore. Mettendo in ferma l’artistica fotosintesi da disegno e colore per una natura dall’ossigenante movimento espressivo. [Bedizzole / Valchiese] I quozienti di qualità del Ristorante l’Ortica di Bedizzole Gustosamente, semplicemente esponenziali Dall’esperienza internazionale dello Chef Piercarlo Zanotti, una linea di menù che fanno confluire la freschezza dei prodotti e il piacere di assaporare i singoli ingredienti. In un’amabile confronto di sensazioni accessibili alle singole disponibilità di tempo, denaro ed occasione Semplicità qualitativamente eccellente come effetto speciale. Allegato all’armonica deflagrazione dei piaceri della tavola. Imbandita a dovere grazie all’organizzata e creativa abilità dello chef Piercarlo Zanotti. Che nel magico angolo del Ristorante –orgogliosamente stellato Michelin - L’Ortica di Bedizzole, insieme alla regia di sala di Stefano Bignotti, interpreta i segnali attraenti del gusto con convinta e raffinata passione professionale. Riportando variegate esperienze lungo le direttrici internazionali della ristorazione al massimo livello. Fra le Rotondo Cervo portualità della Sardegna Vip. Fino all’esaltazione rigorosa della cucina italiana dentro l’esotica ospitalità imperiale del Sol Levante. Passando per la classe riconosciuta e consolidata della ricettività turistica gardesana. Per un risultato di alta classe adatto ad un parterre di avventori variegato alle singole disponibilità di tempo, denaro ed occasione. “L’amore per cucinare ce l’ho da sempre –racconta Piercarlo Zanotti, lonatese classe 1970, declinando sensazioni di vita vissuta, in un dopo pranzo appena scaturito dalla digestiva, apprezzabile rilassatezza post incrocio d’armi attrezzate al pacifico intervento su primi piatti e pietanze –fin da quando a sette anni preparavo in casa i biscotti. Per questo è stato naturale iscrivermi alla scuola alberghiera di Desenzano. Da lì è partita un’interessante carriera che mi ha portato in giro per il mondo”. E che mondo diciamo noi. Cominciando dall’Italia gardesana, dove ricordiamo, tra le altre, le esperienze di Pier Carlo in Ristoranti quali Da Oscar ed Esplanade e grandi hotel come il prestigioso Villa Cortine. Poi il viaggio riparte, estendendo le sue rotaie di conoscenza verso l’immagine altisonante di Sardegna dell’eccellenza di cui rammentiamo, sempre dal curriculum di Piercarlo il Ciga Hotel Pitrizza di Porto Cervo. Un balzo in Spagna. Da capitale, al Palace di Madrid. E da isola, al Dos Lunas di Ibiza. Il gran salto è però targato Osaka –Giappone. “Lì ho lavorato al “Sogni di Sogni” –ricorda ancora Zanotti – nel più grande locale italiano in terra nipponica. Una settantina di cuochi per la conduzione di ristorante e pizzeria. Un bella esperienza che mi ha permesso di conoscere una realtà diversa ed ha arricchito il mio bagaglio di conoscenze in materia” . Ed infine il passaggio, dopo le tante stagioni lavorative nelle più diverse località internazionali, a quella realtà che oggi si chiama L’Ortica. Spazio ospitale nato inizialmente con la formula di raffinata osteria a Manerba del Garda e dal settembre 2009 trasferito a Bedizzole. L’elegante profilo di questa piccola bomboniera del gusto, ritaglia in riquadro visivo il lavoro di Piercarlo e dei suoi collaboratori. Con Enrico Bignotti a seguirne le orme creative in pirofila, piatto, forno e padella supportate dall’assistenza di Elias. Mentre, dall’altro lato del boccaporto dell’Ortica, l’amabile ed accurato servizio di sala, raccorda il linguaggio della materia affine al palato a cura della cordiale gestualità operativa di Stefano Bignotti coadiuvato da Robert. E se la lingua viaggia lungo le direttrici dell’internazionalità di classe, qual’è quella inserita nel vocabolario culinario di Piercarlo Zanotti? “Penso che la semplicità sia la formula che maggiormente si addice alla mia cucina –risponde lo chef con la sicurezza derivata dai tanti menù realizzati alle diverse latitudini - qui all’Ortica puntiamo inoltre moltissimo sulla freschezza dei prodotti. Cercando di fare acquisti stagionali principalmente da fornitori locali. Successivamente ne curiamo la lavorazione nel modo più semplice. Alla ricerca di una costante valorizzazione dei sapori per far apprezzare con chiarezza il pregio dei singoli elementi cucinati”. Il risultato è di alto spessore gastronomico. Stimolato dal racconto sulla leggerezza, affine alla resa materializzante di particolari sogni. Organizzati e rivissuti nella descrizione di certi fritti appoggiati a materie animali o vegetali. Ed ancora alla sublime granularità mantecata dei risotti ed alla fresca dicotomia del sapore attraversata dal sugo al pomodoro. Allineando altresì il colore delicatamente intenso e mai invasivo delle carni e del pesce. Completando l’onirica rivoluzione, verso questa realtà golosamente attraente, corroborata da vicino dal verso in calice e bottiglia caro a Dionisio, alla vernice conclusiva incantata nell’aura sensibile alla gradevolezza del dolce. Mosaico esperienziale dal fascino inimitabile quello proposto da Piercarlo. Messo in opera nel tempo attraverso ingredienti precisi regolati da passione ed impegno indiscutibili “Nei vari momenti della mia carriera –aggiunge Zanotti, commentando i frutti concreti della sua attività- ho avuto modo di apprendere molte cose. Dal lavoro all’estero in generale ho imparato l’importanza dell’organizzazione e del metodo. Dal Giappone in particolare ho appreso il rispetto per la materia prima. In pratica se tu un prodotto lo apprezzi, lo tuteli, quando lo rielabori, magicamente ritorna a te con grande qualità. Così succede anche in cucina. Il fatto poi di essere italiano –aggiunge Piercarlo –aiuta. Eccome se aiuta. Perché l’essenza della buona tavola ce l’hai dentro. Caratteristica già ben connotata in me da piccolissimo. Quando mi ingegnavo nell’impastare quei famosi biscotti. Sperimentando con naturale approccio operazioni che appartengono alla nostra tradizione”. Per un costume che continua e si rinnova. Sempre alla ricerca di novità ed emozioni. Da allestire in sintonia di coltello e forchetta. Inanellando menù in continua evoluzione. Che gratificano la gloria, piacevolmente urticante, di questo verde Ortica dal rigoroso, semplice e gustoso quoziente esponenziale. SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 17 Scenario Eric Esposito, 11 anni, secondo ai nazionali di tiro con l’arco Little Robin di selva Rivoltella La grandissima passione del giovanissimo arciere gardesano per le discipline che contemplano il bersaglio. E la voglia di crescere. Perché per il prossimo anno l’obiettivo è il gradino più alto del podio. Sognando di diventare istruttore Le frecce di Eric Esposito sono precise e vincenti. L’arco è quello di essenziale fattura. Da piegare con attenzione dimenticando il mirino. Lui, undicenne arciere di Rivoltella del Garda, secondo classificato nella categoria ragazzi al Campionato Italiano di tiro con l’arco, recentemente organizzato a Padova, sorride compiaciuto e convinto dei suoi mezzi. E per il futuro, insieme all’intenzione di salire ai nazionali sul gradino più alto del podio, il progetto di diventare istruttore. Senza dimenticare la voglia di sperimentare altre arti sportive che come vertice di successo 18 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO hanno la ricerca di un bersaglio (piattello, carabina, pistola ecc.) Il colore dei sogni di Eric, inserito nella adolescenziale velocità verbale, rielabora passione ed amore per questa organizzata disciplina sportiva nata a Desenzano 1997 grazie all’impegno di Ad Flexum – sezione specializzata agonistico divulgativa all’interno di ASD Pro Desenzano. Piccola e prorompente di sviluppi di carriera futuri, il storia di Eric allinea elementi magneticamente policromatici rigogliosi aperti ad orizzonti sensazionalmente avvincenti. Sui quali è bello alzare il sipario. Rivendo insieme al nostro Little Robin di Selva Gardesana l’allungo esplosivo, di giusta curvatura, sincronizzato all’unisono fra occhio attento e corda armonicamente elastica di un arco ancora tanto imberbe, quanto formidabile in precisione ed applicazione sportiva.. “Ho iniziato a tirare con l’arco due anni fa – spiega Eric Esposito con l’incipit del talento subito capace di gestire la situazione di successo e visibilità – grazie ai consigli ed agli insegnamenti di Ario Rossi, il mio istruttore, mi sono molto appassionato. Anche perché, per armi e tiro in genere, ho sempre avuto un debole. Inizialmente mi ero avvicinato ad altri sport come il basket e il nuoto. Poi, proprio qui a Rivoltella, ho scoperto l’arco e ne sono rimasto subito entusiasta”. I risultati non si sono fatti così attendere. La mescolanza di capacità tecniche ed appunto passione, fornisce elementi di sicuro e prospettico avvenire agonistico. I sacrifici comunque, nonostante la soddisfazione esclusiva di provare e riprovare a ripetizione tiri al limite del perfezionismo, non mancano. “Mi alleno 4 giorni alla settimana – conferma il giovane Robin Hood rivoltellese – lunedì, mercoledì e venerdì dalle nove alle dieci di sera. Mentre il sabato dalle tre del pomeriggio fino alle sette”. Il surplus di concentrazione, dopo gli obblighi di scuola e i divertimenti dell’età, aggiunge valore ad un impegno costante e continuativo che, a undici anni, già si segnala come fatto abitualmente inusuale. “In futuro proverò a confrontarmi anche in altri tipi di tiro come il piattello – insiste con entusiastica e determinata fermezza Eric – per ora mi concentro sull’arco. Con l’obiettivo nel 2012 di raggiungere il primo posto nel Campionato Italiano, pensando anche alla possibilità di diventare istruttore”. Questo lo sfrecciare disincantato e deciso dei sogni di Eric. Immortalato con l’adolescente e reattiva energia di un sorriso. [Garda / Valvestino] Da sostenere a Cima Rest con un progetto di sviluppo Il respiro del borgo incantato Il Comune di Magasa propone il rilancio della terra dei fienili arcaici. Mettendo in primo piano interventi riferiti a Turismo (ospitalità alberghiera diffusa)Agricoltura (sostegno al formaggio tipico locale “Tombea”), Ambiente e Territorio (azienda faunistica) in prospettica visione operativo promozionale Turistico, Agricolo, Ambientale, Territoriale. Questi i cardini espositivi per lo sviluppo operativo di Borgo Cima Rest proposto dal Comune di Magasa. A partire, in ottica turistica, dalla concretizzazione ad albergo diffuso di tutta l’area interessata attraverso il completamento degli ultimi fienili storici. Oltre alla tabellazione dei sentieri e la creazione di punti attrezzati al picnic e di un piccolo campo funzionale sempre in zona. Rivalutando poi, in ambito agricolo, il sostegno ed il rilancio del formaggio tipico “Tombea”. Favorendo il rispetto di ambiente e territorio pensando tra l’altro alla creazione di un’azienda faunistica.“Obbiettivo fondamentale di tutto il progetto – spiegano in una nota Federico Venturini e Omar Venturini, rispettivamente Sindaco e Assessore a Finanze/Bilancio di Magasa - è quello di dare nuova linfa a un piccolo comune montano povero di risorse sia umane che finanziarie, ma con un territorio unico, ricco di bellezze, di storia e tradizioni che altrimenti andrebbero scomparendo”. E che tradizioni e che storia si identificano nella minimalità geografica di Borgo Cima Rest. Per un racconto affascinante e ancora carico di interrogativi sull’origine di questi fienili che fan risalire le loro tracce nella notte dei tempi. Il territorio magasino è infatti caratterizzato da una consistente presenza di questi piccoli edifici rustici adibiti alla conservazione del foraggio e all’allevamento di bestiame bovino. Generalmente la loro collocazione è situata nelle zone di pascolo degli altipiani di Denai e di Cima Rest. Particolare interesse è quello riferito all’architettura di questi edifici che è unica nel suo genere e, eccettuate alcune somiglianze riscontrate nel nord Italia, non ne esistono altrove. “L’origine storica - come spiegato nel documento di presentazione strategica del Progetto Integrato Borgo Cima Rest - non è ben definita. Per alcuni studiosi è risalente al basso medioevo con ascendenze che si possono far risalire ad epoca romana, mentre per altri furono i Longobardi, nel 600 dopo Cristo, provenienti dall’Ungheria, a introdurre nella Val Vestino questo tipo di costruzione (l’intelaiatura delle travi del tetto è tipica del modo di costruire di queste popolazioni)”. Alcuni di questi fabbricati sono ancora impiegati per l’allevamento del bestiame e per la produzione del formaggio, altri sono stati ristrutturati e usati come abitazioni estive da privati. Un certo numero è poi in completo abbandono. La precisa caratteristica del tetto in paglia è andata comunque persa. E questo a causa sia dei costi che per il complicato reperimento della materia prima. “Così, a partire dagli anni ’80 – prosegue la nota storica esplicativa - si iniziò a pensare di recuperare queste strutture. I primi interventi, fortemente voluti dall’amministrazione comunale di Magasa, furono eseguiti a Cima Rest, che venne recuperata completamente. Dal 1995 fu promosso, in collaborazione con ERSAF, Regione Lombardia e Comunità Montana Parco Altro Garda Bresciano, il ripristino di un primo lotto di quattro fienili che uniti alla prima struttura e insieme a quella di proprietà del Sostentamento del Clero, costituiscono il nucleo di strutture turistico - ricettive denominate “Borgo Cima Rest”. Le successive acquisizioni comunali di altri edifici fatiscenti portò nel 2006 al recupero di quattro ulteriori fienili: altopiano Denai (due) Cabrì (uno) e Crune (uno)”. Su queste consolidate basi storico/programmatiche di fondo si muovono le idee progettuali del progetto in questione. Che, grazie al completamento degli ultimi fienili, potrebbe stimolare ulteriormente lo sviluppo turistico. Trascinando di conseguenza l’elemento agricolo a favore delle piccole aziende del settore, simboleggiato dal lancio in grande stile del formaggio “Tombea”. Oltre a dare costrutto e solidità di tutela ecologica alla bellezza inestimabile di un territorio dall’incantato, prezioso e affascinante orizzonte ambientale. SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 19 Scenario Tahar Lamri e la voce narrante dell’Africa Mai più discese dall’albero della conoscenza Incontro alla Biblioteca di Vobarno con lo scrittore algerino da anni trapiantato a Ravenna. L’Africa come corpo unico per tradurre elementi di libertà che riflettono un connotato arcaico di civiltà dall’alto profilo sociale. Con formule di integrazione meno complesse di quel che appare grazie alla forza aggregante della comunicazione diretta Voci del continente d’oltremare nostrum. Canti di libertà dal telematico avvento di liberazione. E collegamenti identitari già efficacemente tradotti nel tessuto sociale del nostro mondo d’Occidente a volte inopportunamente perplesso. Tahar Lamri, scrittore algerino migrante dalle radici ormai consolidate a Ravenna, riepiloga con il fascino di una narrazione descrittivamente attraente, i colori di questo consorzio emozionale tutto da scoprire. Riprendendo le fila di un discorso molto attuale durante l’interessante incontro realizzato in Biblioteca a Vobarno, opportunamente intitolato alle “Persone Africane” e coordinato dal direttore di ValleSabbia News, Ubaldo Vallini. Corrono leggere le parole di Lamri. Che parte dal riverbero storico di un Africa dal nome “che deriva dall’antico nome della Tunisia. Ovvero del- 20 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO la non esaustiva suddivisione fra del nord e nera. Perché di fatto il continente è una cosa sola. Attraversato nord/ sud, est/ovest da nomadi migranti – Tuareg, Berberi ecc., che ne caratterizzarono l’equilibrio movimentato di commerci e civiltà”. Ricordando gli elementi formidabili normativi dell’ormai quasi sconosciuto Impero del Songhai. “Dove già nel 1211 esisteva una delle più antiche carte dei diritti umani. Conteneva articoli molto interessanti. Soprattutto per quel che riguarda la tutela delle donne e dei bambini” Poi tutto è cambiato. Sconvolte le eredità di tradizione orale tramandate nei villaggi. Sopraffatta la riflessione saggiamente arcaica che si sofferma sul fatto che “quando in Africa muore un vecchio è come se bruciasse una biblioteca”. “Con l’inizio dell’era scientifico/industriale l’Africa non è più esistita – insiste Lamri - E per molti era impossibile pensare che popoli come i Dogon del Mali potessero avere conoscenze scientifiche di altissimo livello. Per cui altro non potevano essere che creature provenienti dallo spazio”. L’elemento moderno di un continente in movimento non può prescindere da tutto questo. “Anch’io sono un migrante. Ho vissuto gran parte della mia vita in paesi diversi. Algeria, Libia, Francia. Ora sono in Italia. Ho imparato la lingua direttamente dalla gente. Nelle piazze e dentro la comunità. Ed oggi scrivo direttamente in italiano”. Esempio pertinente di neoculturalità dall’efficace effetto integrante. Ne esistono moltissimi. Generativi a volte di interpretazioni al limite del paradosso. “Ero stato invitato a tenere una relazione in una scuola racconta ancora Tahar Lamri, piegando il vertice delle labbra in sorridente sottolineatura - un giovane alunno, figlio di emigranti di matrice e religione musulmana, presentò l’incontro ad un suo coetaneo italiano come la conferenza di un terrorista islamico”. Marchio occidentale per eccellenza quello affibbiato al terrorismo di una certa parte. “Ma nel nostro contesto Al – Qaeda - argomenta Tahar - non è una presenza tangibile come lo è a livello di comunicazione in Occidente. Le difficolta di Egitto,Tunisia, Libia, Marocco ed Algeria, pur nelle singole diversità sono altre. Lo ha ben dimostrato questa rivoluzione. Scaturita spontaneamente dal popolo e dalla rete senza simboli, slogan e bandiere sfregiati. Da conoscere sono piuttosto le realtà sociali di questi territori.Tunisia ed Egitto hanno iniziato il complicato processo verso la libertà. L’Algeria è invece un mostro a cento teste dominato dalla corruzione. La Libia, paese problematico quanto la Siria, della quale leggiamo le efferatezze, ma in cui la cosiddetta divisione tribale – Tripolitania, Cirenaica ecc - è un fatto inesistente. In Marocco la situazione è più sotto controllo. Perché la figura del re è elemento di unità riconosciuto”. La visione tragica lascia il posto ad elementi di positività poco visibili. “A Lampedusa gli abitanti hanno preparato il cous cous per gli immigrati. E anch’io ho trovato in Italia un grande cuore. Fin dall’inizio, quando non co- noscevo la lingua. Come quello disponibile e aperto della persona che, alla fermata dell’autobus, vedendo che non capivo le sue domande, ha guardato da solo, alzandomi il lembo della manica della giacca l’ora del mio orologio. Un gesto semplicissimo, che per me rappresenta un segno indelebile di cordialità ed accoglienza. Forse oggi è tutto un po’ più complicato”. Ricorrenza del tempo che intaglia nelle ripartenze e fermate la legge essenziale dell’intercambio di comunicazioni, linguaggi, esperienze evitando il meccanismo frenanante del luogo comune. “Forse è importate proporre quello che si è, che si conosce e che si vuol far conoscere della propria cultura con maggior chiarezza” È lo stimolo che arriva da Pietro Barziza, viaggiatore d’Africa in ideale ripercorrenza sulle antiche rotte migratorie dei popoli amalgamati dentro la madre di tutti i continenti. Tahar Lamri annuisce. Per poi ricominciare a narrare “A Tambacunda – Senegal. Villaggio grande come una città. Bivio d’incontro e di memoria, l’orologio della stazione è fermo da sette anni....Questo è il mio posto”. Luogo peregrino e fermo alle origini di un tempo dove si possono incontrare persone capaci di “inventare alberi genealogici” per sentirsi più vicino agli antenati. Per poi incamminarsi “ne triste ne contento” fino al richiamo del grande baobab millenario sul quale arrampicarsi. Ed osservare tutti i giorni ai suoi piedi, il mattino, tre persone, dall’improbabile frammentaria arcata dentaria, per raccontarsi una storia. Un baobab magicamente attraente di contraddizioni e di saperi misteriosi difficili, ma non impossibili da catalogare. Dove persone senza denti, con l’emozione che scorre libera da freddi, scientifici codici antropologici, viaggiano dentro grandi orizzonti, narrando ed ascoltando. Un albero forte che “assomiglia ai narratori perché quando è spoglio sembra avere le radici per aria”. Simbolo immanente dell’affascinante singolarità africana, che invita alla scoperta ed al dialogo. Dal quale non vogliamo più scendere. [Grande Brescia] Nella fotografia epocale da campo di Telemaco Signorini Epicità e cronaca in ardimento pittorico di Mario Negroni Nel dipinto “L’Alt dei Granatieri Toscani a Calcinatello presso Brescia” del 1859, la “macchiaiola” interpretazione diretta del pittore, che proprio in quell’anno fu al seguito all’Artiglieria Toscana. Seguendo una tensione patriottica comune a molti esponenti di quel movimento artistico Il Macchiaiolismo toscano è considerato il movimento artistico più interessante dell’Ottocento Italiano; ciò non solo per la coerenza delle aspirazioni e l’unità delle ricerche degli esponenti che ne fecero parte, ma anche per la qualità dei risultati che ne scaturirono. Esso prese il nome dalla “macchia” considerata come principio fondante di una visione pittorica innovativa. Com’è facile intuire, la macchia ha rappresentato in ogni epoca lo spregio grafico per eccellenza ed elevarla a icona di un’arte come quella pittorica significava rompere con gli schemi convenzionali delle scuole accademiche più di quanto non fosse mai accaduto in precedenza. Nei Macchiaioli l’elemento macchia non si limitava ad esprimere un accordo di toni, cioè di ombre e luce, finalizzato a suscitare nell’animo un sentimento capace di esaltare la fantasia, ma indicava piuttosto un nuovo e specifico modo di dipingere. L’innovazione artistica introdotta dai Macchiaioli, per i quali tutto è bello in natura dal punto di vista dell’arte, consisteva nel “fotografare” le impressioni che ricevevano dalla realtà mediante macchie di colore dotate ciascuna di un valore autonomo da raffrontare poi tra loro con la tecnica istintiva del rapporto cromatico diretto. Una giustapposizione di semplici zone di colore, che i macchiaioli consideravano non già come abbozzo ma come sintesi finale del traguardo creativo, e dalla quale lo studio della forma e la valorizzazione del contesto rimanevano espressioni marginali o meramente pretestuose. Luogo di convegno e sede delle discussioni dei Macchiaioli furono il fiorentino Caffè Michelangiolo e il paesino di mare di Castiglioncello in provincia di Livorno. In tal modo la vita artistica delle Accademie si spostava, anche di fatto, in ritrovi “comuni”, e si separava – di conseguenza - l’arte “ufficiale” dall’arte “viva”. Il periodo più intenso delle ricerche intorno al nuovo principio figurativo non durò che pochi anni (dal 1854 al 1860 circa); dopo di che i Macchiaioli si volsero, ciascuno secondo il proprio talento, ad espressioni più libere e varie. Era il 1859 e l’Italia, purtroppo, ancora un paese diviso. Il popolo e gli intellettuali d’Italia, da tempo, chiedevano l’indipendenza e l’unità della penisola, ma senza ottenere risultati. L’Austria, nonostante le continue pressioni, non mollava la presa e continuava a tenere sotto giogo il territorio del Lombardo - Veneto. Il Re del Piemonte, grazie alle trame diplomatiche di Cavour, mirava ad impadronirsi dell’Italia Settentrionale convinto che ciò avrebbe aperto nuove prospettive al movimento di unità nazionale. Anche Napoleone III, Re di Francia, appoggiava la linea politica intrapresa da Cavour, ma non tanto per consentire all’Italia di emanciparsi, bensì per sottometterla definitivamente alla sua egemonia. Dopo l’insurrezione toscana, alla quale avevano aderito anche le truppe, il Governo Provvisorio di Toscana aveva deciso di confermare l’appoggio a Vittorio Emanuele II per tutta la durata del conflitto. Una guerra comune del Regno di Piemonte con il Regno di Francia e il Granducato di Toscana alleati contro l’Austria: una guerra che sarebbe passata alla storia con il nome di “II Guerra d’Indipendenza”. Una delle battaglie principali si svolse sui colli di Solferino e S. Martino; le truppe Franco-Piemontesi, con l’appoggio delle truppe Toscane, riuscirono alla fine a prevalere, sia pure a costo di grandi perdite umane da entrambe le parti. Un tempo, quando si partiva per la guerra, ai soldati si univano anche scrittori e pittori: erano i cronisti dell’epoca. Così, nel 1859, “come artigliere al quinto pezzo della prima batteria sotto il comando del Colonnello Masel e Capitano Palmieri e, poi, sotto il comando di Garibaldi”, partì anche Telemaco Signorini (1835-1901). Figlio di pittore (il padre era un “ottimo vedutista della Firenze lorenese”) pensava che la sua vocazione fosse quella del letterato ma, quasi obbligato dal padre, si decise a dedicarsi principalmente alla pittura. Ma non solo! Telemaco Signorini, infatti, spicca tra le figure di primo piano non solo per le sue innegabili doti di artista e per i risultati conseguiti, ma anche per la sua sveglia intelligenza critica e per la mordace vena polemica (di cui lasciò anche alcuni vivaci ricordi nel famoso volumetto “Caricaturisti e caricaturali al Caffè Michelangiolo” che si affianca alla raccolta di sonetti in lingua e in vernacolo dal titolo “Le 99 discussioni artistiche” e altri numerosi manoscritti). Nel 1858 si recò a La Spezia “alla ricerca di un’atmosfera consona alle nuove esigenze formali, alla ricerca di un ambiente visivo che gli rendesse più facile, nel rapporto diretto con il vero, la definizione di quel netto contrasto tra luce e ombra, capace di individuare la macchia come elemento grammaticale dell’opera”. Nel 1859, seguendo quella tensione patriottica comune a molti macchiaioli, anche Telemaco Signorini partì, al seguito dell’Artiglieria Toscana. In questo periodo l’impegno di Signorini si rivolse ai temi militari. In seguito partecipò, con altri pittori, alla Scuola di Pergentina che “continuò con minor rigore programmatico le ricerche di macchia”. Alcuni dei successivi dipinti, poi, si volsero a ritrarre aspetti di città nordiche, dell’Inghilterra e della Scozia, dove egli si recò più volte, mosso da quella stessa viva curiosità intellettuale che lo aveva spinto a rendersi conto delle novità introdotte dalla contemporanea pittura francese e a stringere amicizia a Parigi con Degas e con Monet. Dell’opera “L’Alt dei Granatieri Toscani a Calcinatello presso Brescia” esiste un disegno, che sembra databile al 1859 e realizzato dal vero poiché ritrae alcuni soldati in un momento di riposo. Dal disegno Signorini trasse un primo bozzetto, di esecuzione molto sommaria. Poi un secondo bozzetto, di dimensioni più piccole, nel quale la conduzione pittorica definisce le persone e le cose con maggiore accuratezza; esso è più vicino alla versione definitiva, e le masse sono distribuite con pari modalità compositiva. Questa teletta presenta una straordinaria tavolozza luminosa, chiarissima nel cielo. Secondo la critica è “con questo bozzetto che Signorini dimostra di aver maturato il nodo della macchia chiaroscurale”. Il dipinto esprime compiutamente i valori acquisiti della nuova ricerca macchiaiola, incentrati sul contrasto violento di ombre e luci, e sulla calibrata ricerca tonale. Il quadro fu esposto al prezzo di 50 francesconi alla Promotrice di Firenze nel 1860. Andato invenduto, figurò successivamente alla Esposizione Nazionale di Brera a Milano, dove fu acquistato dalla Società degli Artisti e Patriottica di quella città. Pare interessante rilevare che il soggetto dell’opera non è propriamente bellico, ma la scelta di Signorini, non a caso, privilegia l’illustrazione di temi militari antiretorici. In esso, infatti, i soldati vengono rappresentati in un momento di riposo. Se non fosse per le divise indossate dalle persone ritratte si potrebbe addirittura ipotizzare un contesto pacifico nell’ambito di una calma periferia urbana dell’epoca. Nel periodo di “cronista” a fianco delle truppe toscane Telemaco Signorini produrrà altre opere, delle quali una soltanto “fotografa” una scena di combattimento: - L’artiglieria toscana a Montechiaro salutata dai francesi feriti a Solferino. - Avanti a braccia – gli Zuavi francesi a Rubiera (chiamato anche “Ingresso in Piubega”). - La cacciata degli Austriaci dalla borgata di Solferino Telemaco Signorini appare quindi un personaggio singolare, anche sotto l’aspetto del carattere umano. Con la sua partecipazione all’azione patriottica dimostra di aver ritenuto necessario ricorrere ad un’azione bellica per il raggiungimento di un ideale più alto. Ma, una volta sperimentato quanto possano essere cruente e mostruose le conseguenze di una guerra, si sofferma a “fotografare” aspetti diversi. Anche per questo c’è materia più che sufficiente per un’analisi e un approfondimento, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico e artistico delle opere, sia sotto il profilo umano e culturale dell’autore. E sarebbe interessante, pure, poter vedere le opere dal vero. Si tratta, come ovvio, di una provocazione che però gruppi e associazioni culturali potrebbero raccogliere e, nell’ambito delle proprie capacità e competenze, convertire in sfida a beneficio sia di chi già apprezza l’arte, sia di coloro che, se avvicinati e opportunamente aiutati, ne potrebbero comprenderne la bellezza e il valore. SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 21 Primo Piano Associazioni A Gavardo il fascino incantato del Giocabosco Giovani interpretazioni ecodidattiche di Michela Sartori Interessante e utile iniziativa dedicata all’infanzia scolare e prescolare (2-10 anni) ideata da Michela Sartori. I bimbi, dai 2 ai 10, travestiti da piccoli gnomi, accompagnati da fate/ assistenti e da una bella storia, apprendono il rispetto per le regole del bosco immersi nella natura. Qui di seguito il racconto per sensazioni, argomenti e racconti d’ambiente, di quel che accade in questa reale, fantastica foresta. Abitata da sogni ed emozioni dal delicato e avvincente sviluppo educativo. Appello urgente a tutti i bambini dai 2 ai 10 anni: gli Gnomi hanno bisogno di Voi!! Proprio loro , i protagonisti di tante fiabe e leggende, i piccoli abitanti dei boschi dai cappelli rossi a punta, sono in difficoltà. La maleducazione delle persone sta mettendo a dura prova l’esistenza del mondo nel quale vivono e loro da soli non ce la fanno a proteggere animali e natura, per questo chiedono aiuto anche ai bambini. Ad accompagnare gli Gnomi in questo difficile compito di insegnare l’educazione ambientale ci sono Fata Margherita, Fata Selvaspina e Fata Nilla Mirtilla, che aspettano i bambini in gita con la scuola dell’Infanzia e Primaria o con la famiglia per vivere un’esperienza fantastica immersi nella natura. I piccoli ospiti, travestiti da Gnometti, accompagnati da una storia, attraverso un percorso che coinvolge i cinque sensi, imparano le “regole del bosco” e l’importanza della salvaguardia del mondo degli gnomi, ovvero di tutta la Natura, ma saranno anche stimolati a sviluppare il piacere della scoperta e della collaborazione per raggiungere un obiettivo. 22 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO Ovviamente il tutto per mezzo del gioco e della fantasia. Attraverso gli odori, le forme, i rumori, e i colori del bosco, viene insegnato ai piccoli ospiti l’atteggiamento giusto per difendere insieme a Gnomi Fate e agli animali la natura. Dopo una mattinata con fine della giornata, prima della partenza, i bambini le Fate, dopo il pranzo al sacco, nel pomeriggio, i riceveranno dagli Gnomi un riconoscimento per bambini potranno giocare nell’area giochi attrezzata essere diventati “Guardiani del Bosco”. con originali casette di legno, labirinto, tunnel, scivolo Il Giocabosco è aperto tutti i giorni su prenotazione anche se il gioco preferito resta la scalata degli argini da Aprile a Ottobre per le gite scolastiche e i grest, e le scivolate dalle scarpate. Le Fate propongono poi alcune date vengono riservate per le Giornate il Truccagnomi e Laboratori manuali per costruire delle Famiglie nelle quali si ricevono i privati, sul scacciapensieri, infeltrire la lana, disegnare, colorare. sito si trova il calendario e il programma di queste Quanto ai grandi che li accompagneranno, sappiate giornate. E’ importante che i bambini non sappiano che potranno solo essere spettatori silenziosi, delle attività che si svolgeranno durante la giornata perché i protagonisti della giornata sono solo i in modo che tutto sia una sorpresa! bambini. Nel bosco sono presenti le affascinanti Al Giocabosco è possibile anche festeggiare i abitazioni degli Gnomi sugli alberi, che destano compleanni dei bambini dai 2 ai 7 anni. molta curiosità ed interesse nei bambini che ad ogni avvistamento rafforzano la convinzione di essere in Il Giocabosco si trova a Gavardo (BS), via del Colle 21. un bosco magico. In un’area del querceto vivono i Per info e prenotazioni pony, i conigli, le galline e le colombe delle Fate che i www.giocabosco.it - [email protected] bambini potranno osservare durante la giornata. Alla tel. 339/5631539 - fax 0365-373448 Primo Piano Aziende Dal 1948 la Gelateria Scaligeri nel centro storico di Sirmione Internazionali refrigeranze d’asporto Beppe Bignotti prosegue l’attività di famiglia fra le prime a proporre gelati sul lago di Garda. Gli altri rami d’impresa del gruppo al Ristorante La Rucola ed alla Pizzeria Scaligeri’s. E la tradizione continua. Con l’impegno dei figli e l’apertura di un modernissimo punto vendita gelati fuori le mura a Colombare L’incrocio di passeggio originale, con accompagnamento alle voglie del palato che scorre sull’aromatica conicità del gelato, è ormai un classico sirmionese. Anzi gardesano. Con attributi internazionalizzanti di consolidata ed apprezzata certezza . Per un gusto intatto, nel suo dinamismo cadenzato alle bellezze del posto, che filtra in penisola ormai dal lontano 1948. Alla Gelateria Scaligeri di Sirmione del Garda, ogni giorno confabula lo struscio esclusivo di questa storia. Tirando avanti nel patrimonio imprenditoriale di famiglia composto altresì, sempre nel cuore del centro storico, dallo stellato Ristorante la Rucola, all’esegesi di mozzarella e pomodoro della Pizzeria Scaligeri’s. Mentre fuori le mura, nel viavai alternativo di Colombare, altri gelati sono in rampa da asporto, nel nuovissimo locale di recentissima ed attesa inaugurazione. Tra il primo vetrinistico effetto di Primavera di Sirmio vicoli e mura, Giuseppe – Beppe – Bignotti, traccia linee di ricordo per un intrigante e di successo percorso di lavoro. Lo spazio è il suo Bar Scaligeri appunto. Cuore dall’aromatico interferire rinfrescante di creme e frutti da mattina, pomeriggio e sera votati al relax. “L’idea venne a mio nonno Angelo Nocera – racconta Beppe, con il consapevole orgoglio di rappresentarne la continuità – era il 1948 e questa dove siamo seduti ades- so, è stata una delle prime gelaterie del lago di Garda. In successione, a livello familiare, sono poi arrivati il Ristorante la Rucola, gestito da mio fratello Gionata e la pizzeria Scaligeri’s, oggi condotta da mio figlio Angelo”. Per la cronaca alla Rucola la Stella Michelin è sempre di casa. Mentre in quella che un tempo si chiamava Bicocca, il forno a legna, con qualità di pizza annessa e connessa, si certifica in antesignana quasi esclusiva presenza in ambito benacense. In una centralità appassionata dentro la bellezza della Sirmione che lambisce fasti turistici in ossequio a radici culturali importanti. Che nella famiglia di Beppe Bignotti, risaltano nell’impegno altresì entusiastico dello zio Michele Nocera, noto critico e giornalista capace di trasferire il forte respiro catulliano, via Maria Callas, ad una curiosità di livello internazionale. Aggiungendo tonalità, ancora di chiaro spessore esemplificativo con la virtuosa molteplicità dell’interessenza di gruppo familiare attivamente proteso nel panorama spazio localistico, un altro legame da raccontare in relazione alla funzione non solo simbolica del marchio Scaligeri. Ovvero la parentela – leggi marito e moglie – della sorella di Giuseppe, Miriam con Giovanni Sartori, attuale direttore sportivo del mitico fenomeno Chievo Calcio e dagli importanti precedenti trascorsi agonistici sotto le insegne del Milan. Anche in questo ulteriore intreccio di legami che risiedono e vivono in penisola, il valore aggiunto rappresentato da un ambiente, un’identità, una storia che non si ferma al primo tocco di sensazione operativa. E del resto anche Giuseppe, aldilà della vocazione d’imprenditore, qualche ghirigoro sistematico inclinato a dribbling, lanci e organizzazione tattica di gioco l’ha messo e lo mette in opera con esperto e sagace ottimo piede calcistico. Ribadendo in questo caso il valore di importanti affinità elettive. Ma torniamo in gelateria. Per assaporare ancora un po’ di questi avvenimenti che incontrano il calembour d’immagini appropriate appoggiate alle emblema Scaligeri. “L’offerta di gelato è stata da sempre la nostra specialità – prosegue Giuseppe Bignotti ripercorrendo tratti di memoria più o meno recenti – dopo mio nonno qui hanno lavorato mia mamma Maddalena e mio padre Angelo che nella lavorazione del prodotto è stato un vero talento. Ricordo con soddisfazione la sua vittoria nel campionato mondiale per il gelato alla nocciola. Oggi la tradizione continua con qualche sostanziale cambiamento di rotta adeguato ai tempi”. Ed infatti agli Scaligeri, dove punto di riferimento importante è anche la moglie di Beppe, Lella, hanno recentemen- te rinnovato il look. Associando la novità degli arredi ad un’interpretazione d’offerta, che non esclude ovviamente la storicizzata magia del gelato, più legata a quello che si può definire un Coffee Restaurant. “L’attenzione alle richieste del mercato – prosegue Bignotti – ha sempre costituito uno stimolo essenziale alla nostra attività. Come del resto anche la concentrazione sugli sviluppi d’investimento per il futuro. Da questi presupposti è nata l’idea di aprire una gelateria, inaugurata proprio in questi giorni, anche fuori dal centro storico, a Colombare. Con una particolarità organizzativa precisa: solo gelato da asporto al banco. Inoltre abbiamo riproposto i tradizionali contenitori coperti per i diversi gusti, riassumendo in un mix di tradizione e modernità un ambiente di lavoro e distribuzione al massimo livello funzionalmente qualitativo”. L’elegante profilo angolare, tra legni ed acciai ben raccordati nell’ambiente, che rivolge il suo sguardo post consegna di cono o diverso contenitore, tra una panchina di sosta e un’occhiata di verde, assume valenze in chiave futura dal efficace dinamismo aziendale.“L’impegno in questa nuova avventura – commenta in conclusione Giuseppe Bignotti – è anche in funzione di un’ancora viva voglia di continuità imprenditoriale di tipo familiare. Gli altri miei due figli hanno intenzione di proseguire in questa attività. Benjamin, come il più grande Angelo che gestisce la pizzeria, sta già lavorando con me. Carlo Maria studia all’istituto alberghiero. Indirizzo scolastico scelto proprio per intraprendere a sua volta la carriera nei nostri esercizi turistici”. In questo futuro che avanza rapidamente, rispecchiando passato e presente effervescenti di creatività e di crescita, l’avvincente e mai doma fresca fragranza, di scaligera evolutiva emozione. Internazionalmente, gustosamente, felicemente d’asporto. SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO 23 GRAPHITE La Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo Società Cooperativa bandisce per il ventesimo anno consecutivo un concorso per l’assegnazione di n. 80 Premi allo Studio per l’anno scolastico 2010/2011 e l’anno accademico 2009/2010 per l’iscrizione e la frequenza ad istituti e scuole di istruzione secondaria di primo e secondo grado, statali o riconosciuti dallo Stato, corsi di laurea universitari di qualsiasi facoltà e riconosciuti dallo Stato. 1) I n. 80 premi allo studio saranno riservati rispettivamente in n. 40 ai Soci e figli di Soci e in n. 40 ai figli di clienti che intrattengano un rapporto di conto corrente con la Banca. Essi verranno suddivisi tra le varie scuole ed indirizzi secondo le modalità di seguito riportate ed in proporzione alle domande pervenute. Il valore dei premi allo studio è fissato in Euro 200,00 per la scuola secondaria di primo grado (scuola media), Euro 400,00 per la scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore) e per gli istituti professionali, Euro 500,00 per l’università. L’assegnazione dei premi allo studio è stabilita dal Consiglio di Amministrazione con giudizio insindacabile in base alla graduatoria di merito. Verranno prese in considerazione, ai fini della graduatoria di cui sopra, le domande presentate aventi i seguenti requisiti: • Studenti che hanno conseguito la licenza di scuola media con la votazione di 10/10. • Studenti della scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore), che hanno riportato nella sessione estiva dell’anno scolastico 2010/2011 una votazione, senza debiti formativi, non inferiore a 8.5/10 nello scrutinio finale se trattasi di promozione ad anno successivo e 95/100 per il conseguimento del diploma di maturità. • Studenti di istituti professionali che possono dar diritto al conseguimento del diploma oppure ad una semplice qualificazione professionale che hanno frequentato il terzo anno e si iscrivono al quarto ed hanno riportato, senza debiti formativi, una votazione non inferiore a 8.5/10. Gli studenti del quarto e quinto anno saranno equiparati agli studenti di scuola secondaria di secondo grado a livello di maturità. • Studenti frequentanti l’università che abbiano conseguito un numero di crediti congruo con il relativo e regolare piano di studi e una media non inferiore ai 27/30. 2) I concorrenti iscritti agli istituti di istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2010/2011 dovranno comprovare i requisiti di cui sopra mediante certificato rilasciato dalla scuola o dall’istituto cui appartengono. Il certificato scolastico dovrà riportare, ove previste, le votazioni ottenute in ciascuna materia e gli eventuali debiti formativi. La media sarà calcolata con l’esclusione dei voti riportati nelle eventuali materie facoltative. Dal concorso sono esclusi gli studenti ripetenti. I concorrenti iscritti a corsi universitari successivi al primo delle rispettive facoltà per l’anno accademico 2009/2010 dovranno comprovare che si trovino in regolare corso di studi presentando la seguente documentazione: • copia del piano di studi depositato presso la Segreteria della Facoltà. Il suddetto piano di studi dovrà risultare regolarmente approvato; • certificato rilasciato dalla Segreteria dell’Università attestante il numero di esami sostenuti e le votazioni riportate per ogni esame. Nel caso in cui uno dei due documenti di cui sopra non dovesse essere presentato il concorrente non sarà ammesso al concorso. L’età massima degli studenti frequentanti corsi universitari non dovrà essere pari/superiore ai 26 anni alla data di presentazione della domanda. La domanda di ammissione al concorso redatta sul modello predisposto e disponibile presso tutti gli sportelli della Banca, corredata dalla documentazione prescritta dal successivo punto 4) potrà essere presentata, entro e non oltre il 31 luglio 2011, direttamente presso gli sportelli della Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo oppure essere inviata a mezzo lettera raccomandata all’attenzione dell’Ufficio Segreteria Generale della BCC presso la Sede di Bedizzole. 4) Alla domanda dovranno essere allegati i seguenti documenti: • Stato di famiglia del concorrente; • Certificato della Scuola o dell’Università di cui al precedente punto 2). 5) All’assegnazione dei premi allo studio provvederà il Consiglio di Amministrazione della Banca con sua delibera sulla base della graduatoria elaborata. 6) Ai vincitori sarà data comunicazione personale entro il mese di settembre 2011. La graduatoria di cui sopra sarà disponibile presso le filiali della Banca per una eventuale consultazione almeno quindici giorni prima della data stabilita per la consegna. 7) La consegna del premio è subordinata al possesso di libretto a risparmio per gli studenti minorenni e di conto corrente personale per gli studenti maggiorenni aperto presso la filiale della Banca di Bedizzole Turano Valvestino indicata dal vincitore. 8) Le domande incomplete nella documentazione o che pervenissero fuori termine stabilito non saranno prese in considerazione. Bedizzole, 7 ottobre 2010