Sottotraccia n.50 - Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito

annuncio pubblicitario
50
Bimestrale di informazione e cultura della Banca di Bedizzole Turano Valvestino
Numero 50
Anno IX
w
w
Aprile - Maggio 2011
w
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b
e
d
Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Brescia
i
z
z
o
l
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b
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c
.
i
t
Fisso
Variabile
Step Up
ad ognuno
il suo tasso!
Sede e Direzione
25081 BEDIZZOLE (Brescia) - Via Garibaldi 6/A
Tel. 030/6877.1 (passante) - Fax 030/6877204
www.bedizzole.bcc.it
E-mail: [email protected]
Filiali
25081 BEDIZZOLE SEDE - Piazza XXV Aprile, 13
Tel. 030/6871873 - 030/6871569 - Fax 030/6870145
ABI 8379 - CAB 54080
BRESCIA - Via Creta, 86
Tel. 030/2426100 - 030/2429628 - Fax 030/2477891
25080 CALVAGESE DELLA RIVIERA - Piazza Zanardelli, 23
Tel. 030/601092-601521 - Fax 030/601521
CAB 54180
25080 TURANO VALVESTINO - Piazza Madonna Pellegrina, 2
Tel. 0365/74043 - Fax 0365/74043
CAB 55360
25084 GARGNANO - Via Roma, 30/34
Tel. 0365/72661 - Fax 0365/72664
CAB 54550
25085 GAVARDO - Via A. Gosa, 164 - Complesso Cristallo
Tel. 0365/372750-374024 - Fax 0365/371926
CAB 54560
25080 MUSCOLINE - Piazza Roma, 21
Tel. 0365/373878 - Fax 0365/373878
CAB 77130
25080 NUVOLENTO - Via Trento, 73
Tel. 030/6919594 - Fax 030/6919176
CAB 54810
25080 PREVALLE - Via Volta, 2
Tel. 030/6801607-603810 - Fax 030/6801607
CAB 55050
25080 SOIANO DEL LAGO - Piazza Don Vantini, 1
Tel. 0365/674696-675442 - Fax 0365/675446
CAB 64720
25079 VOBARNO - Via C. Battisti, 57
Tel. 0365/598630 - Fax 0365/598904
CAB 55450
25080 CILIVERGHE DI MAZZANO - Via Venturoli 24/N
Tel. 030/2122145-146 - Fax 030/2129154
CAB 54760
25087 SALÒ - Frazione Cunettone - Via Zette, 31
Tel. 0365/438058 - Fax 0365/522954
CAB 55180
25017 CENTENARO DI LONATO
Via Centenaro - Angolo via Cà Nova
Tel. 030/9103237-9102046 - Fax 030/9103595
CAB 54660
50
25081 BEDIZZOLE 2 - Via Garibaldi, 6
Tel. 030/6871551-6873127 - Fax 030/6873668
CAB 54081
25014 CASTENEDOLO - Via Brescia, 25 - Loc. Alpino
Tel. 030/2131560 - Fax 030/2130751
CAB 54270
25010 POZZOLENGO
Via Marconi - Complesso Le Tabachere
Tel. 030/9916028 - Fax 030/9916699
CAB 55020
25015 DESENZANO DEL GARDA - Viale Motta
Tel. 030/9991855 - Fax 030/9991238
CAB 54460
25080 MANERBA DEL GARDA - Loc. Montinelle
Via G. B. Marchesini, 17
Tel. 0365/551927 - Fax 0365/658149
CAB 54720
Ufficio Tesoreria
CAPOVALLE - Piazza G. Marconi, 1 - Tel. 0365/750151
Sportelli Bancomat
SERLE - Via Marconi, 18-20
S. FELICE D/B - Via Trento, 30 - Portese
SALO’ - Largo Dante Alighieri - Stazione bus
SOPRAZOCCO DI GAVARDO - Via S. Giacomo, 9
TIGNALE - Via Manzoni, 1 - Gardola
SottoTraccia
Sommario
Il Punto
Solide radici irrorate dai numeri
Sinfonici ensemble di vissuto Sottotraccia
4
5
La Nota
Anticicliche, accorte strategie di mercato
6
Agenzia CofeeeBreak
Sana e robusta minimalità economica 7
L’Argomento
Economie migratorie da sviluppo e stampa
Risolte o rescisse esequie del contratto
8
9
Noi Soci
Avviso di convocazione Assemblea 11
Germogli solidali a getto continuo 11
Modifiche allo Statuto Sociale
12
Patrio fare, disfare, rifare 15
Scenario - Bedizzole/Val Chiese
Fotosintesi da ferma immagine
Gustosamente, semplicemente esponenziali
16
17
Scenario - Garda/Valvestino
Little Robin di selva Rivoltella
Il respiro del borgo incantato
18
19
Scenario - Grande Brescia
Mai più discese dall’albero della conoscenza
20
Epicità e cronaca in ardimento pittorico
21
Numero 50 - Aprile-Maggio 2011 - Anno IX
Editore: Banca di Bedizzole Turano Valvestino
Via Garibaldi, 6/A - 25081 BEDIZZOLE (BS)
Direttore Responsabile: Giuseppe Rocca
Progetto grafico: Graphite snc
Fotografie: Barbara Caldera
Tipografia:
FDA EUROSTAMPA SRL
Via Molino Vecchio,185 - 25010 BORGOSATOLLO (BS) - tel. 030/2701606
Registrazione Tribunale di Brescia n. 3/03 del 21/01/03
Cellofanatura e Spedizione:
COOP SERVICE s.c.r.l.
Via Napoleonica 7 - 25080 REZZATO (BS) - Tel. 030/2594360
Primo Piano Associazioni
Giovani interpretazioni ecodidattiche
22
Primo Piano Aziende
Internazionali refrigeranze d’asporto
23
Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Brescia
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
3
Il punto
Riassunto di vita aziendale 2002-2010.
Solide radici
irrorate dai numeri
di Vanni Zecchi - Presidente
In eredità per il futuro
amministrativo della Banca
20.000 clienti, 2.150 soci,
superato il miliardo di masse
intermediate, 19 filiali ed
una nuova sede direzionale.
Traguardi concreti dedicati a
tutti coloro che hanno reso
possibile il conseguimento di
obiettivi tanto significativi.
Fermarsi a esaminare le situazioni da una certa
con l’evidenza dei numeri, di come si è mossa la
più che un fine, un mezzo per raggiungere gli obi-
nostra BCC in questi nove anni, dallo sviluppo (in
ettivi statutari e sociali. Allo stesso tempo però è
alcuni casi davvero marcato) delle masse aziendali,
altrettanto indubbia l’importanza di garantire un
all’espansione commerciale e territoriale, ai risultati
risultato economico all’azienda, anche e soprat-
economici.
tutto per i suoi riflessi sul consolidamento del pat-
L’eredità che vogliamo idealmente lasciare ai pros-
rimonio aziendale.
simi amministratori, oltre a quella di una banca
Se il Consiglio di Amministrazione si è mosso sem-
radicata sul territorio che oggi conta 20.000 clienti,
pre nella logica di tenere in equilibrio queste due
2.150 soci, 19 filiali ed una nuova Sede direzionale,
esigenze (redditività ma non a discapito degli obiet-
che ha superato il traguardo del miliardo di Euro
tivi sociali e statutari), questi nove anni hanno visto
di masse intermediate, è quella che a nostra volta
la BCC produrre utili per totali 29,5 milioni di Euro.
abbiamo raccolto nel maggio 2002 da chi ci ha
Una media di 3,3 milioni annui, nonostante il rallen-
preceduto: un patrimonio aziendale di 70 milioni di
tamento segnato negli ultimi due esercizi a seguito
Euro, fondamento e garanzia per il proseguimento
degli effetti della crisi economica e finanziaria, con
della nostra ultra centenaria istituzione.
punte di 6,7 milioni di Euro nell’esercizio 2008.
distanza, da un certo orizzonte, anche temporale,
LA CRESCITA DELLE MASSE
AZIENDALI
ena e realistica. Ecco perché voglio soffermarmi in
spesso aiuta a vedere le cose in maniera più ser-
questo mio ultimo editoriale, che coincide con il
A fine 2001 la BCC raccoglieva risparmio dalla
traguardo del cinquantesimo numero di Sottotrac-
clientela per 231 milioni di Euro. Al 31 dicembre
cia, a fornire una sintesi di quelli che sono stati gli
2010 la raccolta valorizza 550 milioni di Euro con
anni della mia esperienza di Presidente BCC a
una crescita nel periodo del 138%. Ancora più evi-
partire da maggio 2002. Un passaggio dovuto che
dente la dinamica degli impieghi aziendali, il credito
voglio dedicare a tutti coloro, i Soci, gli Amminis-
che la Banca eroga sul territorio a Soci e clienti, che
tratori – voglio ricordare particolarmente Claudio
dai 185 milioni di fine 2001 risultano praticamente
Gazzurelli, Giordano Monari e Giovanni Zatti che
triplicati in nove anni (+191%) toccando quota
come me hanno condiviso l’esperienza amminis-
540 milioni di Euro. In totale le masse intermediate
trativa di questi nove anni - i Sindaci, i Direttori e
sono passate nel periodo dai 416 milioni del 2001
i Collaboratori che si sono succeduti, hanno reso
agli attuali 1.090 milioni di Euro.
possibile in questi anni alla banca, con impegno e
I RISULTATI ECONOMICI
tivi. Dopo aver presentato nello scorso numero DEL PERIODO
dedizione, di raggiungere obiettivi tanto significa-
l’attività sociale della banca, vorrei rendere l’idea,
4
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
E’ noto come le BCC considerino l’utile aziendale,
L’ESPANSIONE COMMERCIALE E
TERRITORIALE
A fine 2001 la banca contava 12 filiali distribuite
su un territorio di competenza di 40 Comuni e un
bacino di circa 200.000 abitanti. Oggi la BCC può
contare su 19 filiali e opera su un territorio ormai
molto vasto, si va dalla Valvestino all’hinterland di
Brescia, dalla Valle Sabbia al Mantovano, con 66 Comuni di competenza e oltre 600.000 abitanti. Una
crescita che ha dovuto fare i conti con un periodo
di forte concorrenza all’apertura di sportelli bancari, ma che oggi consente alla BCC di godere di
un bacino e di un presidio commerciale davvero
significativo. La cronologia dell’espansione territoriale è presto detta: 2003, apertura degli sportelli
bancomat di Turano, S. Felice d/B, Manerba, Salò
centro, Soprazzocco, e Tignale. 2004 apertura degli sportelli di Centenaro di Lonato e Bedizzole 2.
2005: è operativa la filiale di Castenedolo. 2006: ap-
interni adeguati alle mutati dimensioni dell’organico
ertura della filiale di Pozzolengo. 2007: è operativa
e alle nuove esigenze di operatività. Oggi la nuova
filiale di Desenzano del Garda. 2008: apertura della
sede BCC, situata all’entrata di Bedizzole su una via
filiale di Manerba del Garda. 2009: trasferimento
di alto scorrimento, in una posizione che garantisce
della Sede legale e amministrativa di piazza XXV
facile accesso e una grande visibilità, è il biglietto da
Aprile al nuovo immobile di via Garibaldi a Bediz-
visita di una banca ben radicata nel proprio territo-
zole. 2010: apertura della diciannovesima filiale di
rio di origine ma che guarda con fiducia ai prossimi
Brescia 2.
cento anni.
IL PATRIMONIO IMMOBILIARE
IL PATRIMONIO
Forse meno evidente dello sviluppo territoriale, ma
Il Patrimonio infine. Come detto in apertura, esso
altrettanto vivace è stata l’attività svolta dalla Banca
vuole essere la maggiore eredità che coloro che
per valorizzare il proprio patrimonio immobiliare
con me hanno collaborato in questi anni lascer-
che ha visto nel periodo l’acquisto degli immobili
anno ai prossimi amministratori, allo stesso modo
delle nuove filiali di Bedizzole 2, di Centenaro, di
di quanti, nove anni fa, lo affidarono al Consiglio
Pozzolengo e Desenzano, ma anche le nuove ac-
presieduto dal sottoscritto. Oggi la Banca conta un
quisizioni degli sportelli di Vobarno e Gargnano.
patrimonio di 70 milioni di Euro, sempre incrementatosi anno dopo anno, anche quelli più impegnativi,
UNA NUOVA SEDE TRA PASSATO E per un totale di 26 milioni di Euro (+60%) dai 44
milioni di fine 2001, al netto di quanto distribuito
FUTURO
50
Un passaggio epocale rincorso da decenni e di-
ai soci in dividendi, rivalutazioni azionarie e benefi-
ventato da tempo indifferibile. Che si è concretiz-
cenza.
zato, grazie all’impegno di molti, nel breve volgere
di pochi anni. Da ottobre 2009 la Banca, dopo ol-
In questi ultimi dati il mio personale saluto e auspicio
tre cento anni, ha spostato la propria sede legale
a tutti voi soci, affinché prosegua questo simbolico
e amministrativa dalla piazza XXV aprile al nuovo
passaggio di consegne che si compie da oltre cento
immobile di via Garibaldi a Bedizzole. Un’opera
anni, carico di responsabilità ma altrettanto arric-
necessaria per garantire alla nostra cooperativa di
chente dal punto di vista umano. Un sincero augu-
poter avere a disposizione una sede e degli uffici
rio di un buon cammino alla nostra cooperativa.
Cinquanta numeri dedicati all’armonia tra BCC e territorio
Sinfonici ensemble
di vissuto Sottotraccia
Dal 2003 il bimestrale accompagna il racconto e l’informazione istituzionale agli interessi della comunità.
Un compleanno celebrato spiegando le ragioni tematiche della scelta del nome, legate alla voglia di descrivere e stimolare
i valori di realtà geografiche solo apparentemente minori. E la volontà di estendere sempre più in rete il linguaggio
informativo, istituzionale e di relazioni con la realtà locale.
di Giuseppe Rocca
Con un ringraziamento speciale a tutto lo staff di scrit-
ta alla fine. E da qui l’innovativa esperienza del periodico
sta dunque la scelta del nome di testata. Onorandoci di
tori, lettori, auditori, Sottotraccia fa cinquanta. Evento che
come strumento d’informazione per soci e clienti. Soggetti
esporre oggi con orgoglio questa rivelazione. Oggi che gli
rafforza l’auspicata genesi operativa delle indicazioni di
appartenenti ad una Banca che interviene a proposito di
anni di pubblicazione sono ormai otto. Oggi che le scelte
massima legate alle particolarità originalmente evidenti di
quel che necessita in chiave non di esclusiva speculazione,
verso l’orizzonte informativo viaggiano nell’impercettibile,
un istituto di credito come la Banca di Bedizzole Turano
ma piuttosto di utilizzo reinvestito di risorse dentro la co-
ma potente, rete del virtuale. Nella quale, a poco a poco,
Valvestino. Raccontando un angolo di comunicazione dedi-
munità di appartenenza. Così Sottotraccia ha perorato la
stiamo inserendo anche la vitalità espressiva dei nostri
cata. Sotto le stelle del punto di vista oggettivo e di servizio.
causa di universo genere, umano e d’impresa, calando l’as-
nuovi e rinnovati contenuti istituzionali. Senza barriere. Al
Articolato alle esigenze di avviso ai naviganti istituzionali,
so utilmente rafforzativo dell’informazione. Ripercorrendo in
cospetto contiguo ed avvincente della realtà che ci circon-
relazionali e socialmente identificati dentro l’autonoma ed
questo senso di nicchia geografico antropologica, il sentiero
da. Per un raccordo espressivo di qualità ed impegno. Da
importante rappresentatività di tutto un territorio. Com-
alla ricerca di quell’Italia minore, messa in onda televisiva-
vivere, applicare, regolare e sostenere con la volitiva, som-
mutando, nel simbolico, intrigante ed evoluto paradigma
mente, nei primi anni Novanta, dal regista Ugo Gregoretti.
messa, appassionata esplosività di linguaggi e messaggi.
di intervento ideale definito nella chiara e semplice evolu-
Programma cult intitolato appunto Sottotraccia. In questa
Organizzati e raccontati, in sinfonico dinamico ensemble,
zione di Un Paese chiamato BCC. Perché di Banca si trat-
chiave di tributo associativo d’intenzionalità tematiche,
Sottotraccia.
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
5
La nota
Si tratta di quelle sostenute dalla BCC
durante la crisi
Anticicliche, accorte
strategie di mercato
di Vilma Leoni - Direttore Generale
La formula imprenditoriale basata su un “no profit” antispeculativo, che non dimentica il
conto economico, ha permesso il sostegno oculato verso
famiglie, imprese, immaginando
non effimere linee di ripresa
reale
L’anno appena chiuso è stato difficile per l’intero sistema bancario, ma, quantunque tuttora fortemente segnato dalle gravi difficoltà della situazione economica, è stato anche un periodo in cui,
forse più di sempre, la nostra Banca è stata vicina alle famiglie,
ai piccoli imprenditori, agli artigiani e ai giovani. Sono stati dodici
mesi nei quali l’identità e l’unicità della Banca di Bedizzole Turano
Valvestino si sono dimostrate di estrema attualità e in cui la proverbiale funzione anticiclica, sempre sviluppata nei momenti di
difficoltà, si è confermata preziosa. Sono in molti infatti a ritenere
che la presente crisi non risulti legata unicamente ad un fattore
strettamente economico, sembra anzi un parere diffuso che essa
sia dovuta anche ad un’errata concezione del mercato e del
modo di fare banca che rischia di far passare in secondo piano
qualsiasi considerazione etica o di riferimento a sani principi e
credenze ideologiche. Un mondo degli affari, del business a tutti
i costi, in cui tutto è permesso e che mette ancora più in evidenza la mancanza di fiducia, di responsabilità, di valori e appunto
di etica. Dinanzi a queste fosche prospettive, diventa pertanto
sempre più necessario dare rilievo con determinazione e convinzione al modo “differente” di operare che ha sempre contraddistinto questa istituzione presente sul territorio dal lontano
1895. Lo sviluppo di una società, di una comunità, di un’impresa
richiede una partecipazione responsabile di ciascun individuo
al fine di coniugare l’equilibrio economico con la sostenibilità
sociale, relazionale e morale. La BCC ha dunque sviluppato, nel
corso della sua storia centenaria, una formula imprenditoriale
basata non sul “profit”, che non significa non badare al conto
economico, ma evitare di speculare sui prodotti offerti ai pro-
“SINTESI DEI PRINCIPALI DATI AGGREGATI DELLA BOZZA DI BILANCIO 2010”
DATI PATRIMONIALI
DATI DI CONTO ECONOMICO
ALTRI DATI
6
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
Importi in migliaia di Euro
Titoli di Proprietà
Crediti verso Banche
Crediti verso Clientela
Immobilizzazioni
Altre Voci
Totale Attivo
Importi in migliaia di Euro
Debiti verso le Banche
Debiti verso la Clientela
Titoli in circolazione
Altre voci
Patrimonio
Utile d’esercizio
Totale Passivo
Importi in migliaia di Euro
Raccolta Diretta
Raccolta Indiretta
Raccolta Complessiva
Impieghi per Cassa
Impieghi di Firma
MONTANTE
Importi in migliaia di Euro
Margine di Interesse
Commissioni Nette
Margine di Intermediazione
Costi Operativi
Imposte sul Reddito
UTILE D’ESERCIZIO
Soci
Filiali
Dipendenti
31-12-2010
66.448
20.626
524.623
15.742
11.065
638.505
31-12-2010
3.331
321.141
233.202
11.745
68.800
287
638.505
31-12-2010
554.342
53.059
607.402
524.623
32.984
1.165.010
31-12-2010
13.834
3.162
17.249
13.455
736
287
2.165
19
122
31-12-2009
60.382
16.351
527.296
16.328
12.000
632.356
31-12-2009
6.890
275.548
273.428
6.939
69.351
200
632.356
31-12-2009
548.976
57.083
606.059
527.296
19.108
1.152.462
31-12-2009
14.655
3.021
17.753
12.664
518
200
1.913
18
122
var. %
10,05%
26,14%
-0,51%
-3,59%
-7,79%
0,97%
var. %
-51,66%
16,55%
-14,71%
69,27%
-0,79%
43,25%
0,97%
var. %
0,98%
-7,05%
0,22%
-0,51%
72,62%
1,09%
var. %
-5,60%
4,68%
-2,84%
6,24%
41,99%
43,25%
13,17%
5,56%
0,00%
pri soci e clienti. La responsabilità sociale e l’etica ci hanno così
sempre guidato nelle decisioni economiche, che pensano al bene
dell’intera comunità. La nostra Banca si impegna altresì ad investire in qualità e a dare una spinta di concreta solidarietà, ovvero
un effettivo impegno di servizio. L’azione complessiva della Banca
verso soci, clienti, territorio è stata quella di saper gestire l’attuale
fase di crisi, sostenendo cioè le famiglie e le imprese a traghettare
questo momento, salvaguardando al contempo la solidità e la
forza della Banca, come efficace garanzia per il futuro. Si è cercato
di costruire risposte nuove e più efficienti, immaginando le linee
di ripresa e creando reti territoriali.
Una serena riflessione sulla coerenza dei valori fondanti della
nostra Banca è il modo più bello per guardare ad un anno migliore.
Guardiamo allora alcuni numeri. Quelli del 2010. Quelli della ripresa. Il margine di interesse, principale componente del nostro
risultato economico, risulta essere di euro 13.833.956 con un
calo, rispetto al 2009, pari al -5,60% (la media BCC della provincia è di –12,46%, della regione –6,88%). E’ indubbio che la
dinamica ancora stabile dei tassi in tutto l’esercizio scorso abbia
condizionato notevolmente i risultati della voce in argomento.
Le commissioni nette (attive meno quelle passive) risultano essere, pari a euro 3.162.100 con una crescita, rispetto al 2009,
del 4,68% imputabile ai risparmi di costo sulle commissioni passive (la media BCC della provincia è di +5,18%, della regione
+7,91%). Ciò denota fortemente la volontà della nostra Bcc di
mantenere un profilo trasparente e marginale nella strategia reddituale riferita al comparto. Non si è fatto della voce in questione,
soprattutto in un momento di diffusa difficoltà delle imprese e
delle famiglie, la risorsa cui recuperare la redditività lasciata dal
margine di interesse. La dinamica della gestione denaro, in aggiunta a quella delle commissioni nette e del risultato netto della
gestione finanziaria, determina un margine di intermediazione
pari ad euro 17.248.510, con un contenuto decremento percentuale del 2,84% sul 2009 (le BCC della provincia performano
mediamente un – 7,78%, quelle della regione un – 5,39%). Le
rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti
ammontano a euro 2.771.081 con un decremento rispetto al
2009 di euro 1.597.962 -57,66%). I costi operativi ammontano complessivamente ad euro 13.454.580 contro i 12.644.342
dell’esercizio precedente, registrando un aumento percentuale
del 6,24%. La sintesi delle dinamiche sopra rappresentate, considerato anche il risultato da cessione di investimenti genera un
utile dell’operatività corrente, al lordo delle imposte, pari ad euro
1.022.578 (era di euro 718.422 nel 2009). L’aumento, rispetto
all’esercizio precedente, è del 42,34%, pari a euro 304.156. La
crescita, benché contenuta in termini assoluti, è significativa, certo, ma nel contesto attuale e con gli andamentali richiamati sul
margine d’interesse, sui costi operativi e sul costo del credito,
può essere qualificato come il risultato estremamente positivo
dello sforzo corale di tutte le componenti della nostra banca.
A Montinelle fra macelleria,
bazar alimentare e Bcc
Sana e robusta
minimalità
economica
L’azienda di Stefano Cipriani e
Claudia Menghello, operativa a
Manerba del Garda dal 1962,
esemplifica il valore aziendale
di un modo economico di fare
comunità. L’interattività ideale
gratificante, nel segno del dialogo con l’agenzia guidata da Ivan
Materossi
Vivere il tempo della grande distribuzione da piccoli
commercianti dalla consolidata esperienza. Facendone
tesoro. Magari cercando dagli istituti credito quelle ragioni di aiuto e contributo a favore di crescita e mantenimento di status economicamente sostenibile. Da
qui parte una corretta interpretazione dedicata con
opportuna e determinata applicazione, proprio dalle
banche di impronta locale. Così, l’interstizio dinamico
e reattivo di questo collage, tanto minimale quanto
altamente qualitativo, tra piccola impresa e funzione
creditizia, rende efficaci risposte anche alle disarmonie critiche del momento
economico. A Montinelle
di Manerba, il coffee break
evolutivo di questo pensiero
trasversale propositivo. Con
la locale filiale della Banca di
Bedizzole e Turano Valvestino, attraverso la conduzione
del direttore Ivan Materossi,
affiancato da Nadia Zambelli
e le prerogative esperte locali d’azienda della Macelleria
Cipriani, guidata da Stefano
insieme alla moglie Claudia
Menghello. “La nostra attività è presente a Manerba dal
1962 – conferma con orgoglio Stefano Cipriani – l’ha
fondata mio padre Marino
insieme a mia madre. Il negozio è stato trasferito a Montinelle nel 1990. Io ho seguito
le orme di famiglia, cercando di mantenerne l’identità
originaria, adeguandone le specificità alle esigenze dei
tempi”. Che sono cambiati. Come assunto quasi scontato di riflessione successiva impellente. “Oggi il mercato è diverso – gli fa eco la moglie Claudia – anche
per questo la nostra offerta attualmente riguarda, oltre
alla macelleria anche altri generi alimentari ed ulteriori
servizi per la clientela”. Su quest’idea di servizio si fondano altresì le mission operative della banca di credito
cooperativo. “Qui a Manerba gli obiettivi – interviene il
direttore Ivan Materossi – sono molto vicini al nostro
spirito identitario. Rispetto alle mie precedenti esperienze, tra Valvestino e dintorni, l’aspetto turistico, oltre
a quello residenziale ed imprenditoriale, è sicuramente
più presente e dinamico. A Montinelle si respira comunque un’aria consapevole del proprio radicamento
dentro il territorio. E su questo anche noi lavoriamo
per aggiungere sempre maggiori sintonie al sostegno
del mercato”. Questa chiarezza d’aria libera e leggera
da sovrastrutture la assaporiamo in diretta. Un occasionale avventore di macelleria, fra un’incartocciata di
roast beef e una battuta di routine dialettica, perpetra
ragionamenti in offerte di servizi bancari delle diverse
realtà creditizie. Argomento a fagiolo. Pronto ad uscire
con decisione dall’anonimato del proprio baccello. Il
dialogo si inerpica dunque nel settore/sentiero accidentato di tassi, condizioni, opportunità. “Ci sono un
sacco di proposte – commenta, mentre chiude l’acquisto il cliente – ed a volte è complicato capirle bene
fino in fondo. Ma anche qui c’è una banca?” Sì. Ed è una
di quelle che cercano di dare, per costituzione statutaria ultracentenaria, un volto umanamente compatibile
con le esigenze appena accennate nello sfuggente attimo di compravendita. Per cui non solo casualmente
passa di qui il direttore d’agenzia. Con un rotondo beneaugurante arrivederci all’amico di bancone, da cui
raccogliamo input di ulteriore approfondimento. “Il
nostro ruolo – sottolinea a questo proposito Materossi dopo il cordiale saluto convenevole di rito – è
proprio quello di gestire le necessità più disparate. Ma
soprattutto quelle che arrivano da aziende di piccole
dimensioni. Spiegando bene e con onestà intellettuale,
il tipo di prodotto utile sia all’investimento che al risparmio. Cercando in questo modo di diffondere fiducia e sicurezza negli utenti, attraverso la chiarezza delle
operazioni proposte”. “Ed è proprio di semplicità che
le piccole imprese come le nostre hanno bisogno –
annuisce Claudia Meneghello – soprattutto per quanto
riguarda il rapporto con le aziende di credito. Perché la
concorrenza è ormai molto forte e richiede attenzione
a 360 gradi. Per fare un esempio – aggiunge Claudia – il
nostro negozio oggi, oltre a vendere carne ed altri generi alimentari, effettua anche servizi di consegna della
spesa a domicilio. Un compito molto apprezzato dai
residenti e che concretamente ci qualifica in esclusiva
rispetto alla grande distribuzione. Naturalmente non
dimentichiamo la vocazione anche turistica del nostro
territorio, cercando di proporre prodotti al massimo
della qualità. Viste queste ormai oggettive necessità di
diversificazione dell’offerta, al fine di rimanere competitivi, il ruolo di sostegno, garanzia e sviluppo che ci può
garantire nell’applicazione delle nostre idee una banca,
diventa elemento essenziale per una corretta politica
imprenditoriale”. Il filo conduttore di collegamento
scopre potenzialità espressive di incremento sempre
all’erta in un mercato in costante movimento. “Il marchio di fabbrica – commenta ancora Stefano Cipriani –
rimane comunque quello della nostra carne. Prodotto
che in questi anni ha subito una notevole riduzione dei
consumi. Del resto la comunicazione, eccessivamente
negativa, non ha certo giovato alle vendite. Penso che
sarebbe importante ribadire più che un concetto di
carne italiana, quello di prodotto europeo, pretendendo standard di qualità eccellenti. Noi, per scelta precisa,
offriamo solo carni fresche. Garantendone il valore di
gusto e proprietà organolettiche sulla base di elementi
merceologici certificati”. L’associazione a produrre in
base alla chiarezza, ribadisce il colore identitario di una
comunità che ben si consocia nel limpido inserimento
della BCC fra le regole di Montinelle e della sua gente.
Per un ruolo sempre alla riscoperta del timido, ma sostanzioso, elemento liquido, esistenzialmente inossidabile, aggrappato al vitale minimalismo di sana e robusta
economia reale.
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
7
L’Argomento
Rileggendo una precognitiva intuizione in camera
oscura generativa di un fenomeno
Economie migratorie
da sviluppo e stampa
a cura di Luca Galvani - [email protected]
Anno 2000, Convegno alla Caritas di Roma. Antonio Fazio , allora Governatore di Bankitalia
rifletteva su povertà, disoccupazione, sviluppo e migrazione. A
dieci anni di distanza l’intervento,
qui stralciato, è più che mai attuale.Viste le tematiche che vanno dalla necessità di migliorare
le garanzie per i diritti umani ad
ordinamenti più stabili. Oltre alla
promozione ed il sostegno delle
libertà sollecitando il dinamismo
economico e l’innovazione.
Le grandi trasformazioni che stanno investendo le economie,
con l’accelerazione dell’innovazione tecnologica, l’accentuazione della concorrenza e, più in generale, con la globalizzazione,
pongono problemi nuovi e rilevanti per la società e i cittadini.
Cresce la distanza tra centri che influiscono sulle grandi trasformazioni economiche, da un lato, e potere politico e rappresentanza democratica, dall’altro. Nelle grandi trasformazioni, passaggio ineludibile è il tema degli ordinamenti e delle regole che
debbono governarle. Vi è la necessità di migliorare le garanzie
per i diritti umani; ciò richiede ordinamenti stabili. Vi è anche
l’esigenza di promuovere e sostenere le libertà sollecitando il
dinamismo economico e l’innovazione; nel contempo, saper
creare le condizioni per la proficua convivenza tra paesi e individui dotati di differenti mezzi e capacità per affrontare le nuove
sollecitazioni. Non è immaginabile una sorta di Panopticon che
permetta di costringere e controllare la trasformazione economica; ma neppure è ipotizzabile un mercato senza regole in cui
i vantaggi degli scambi siano solo per il più forte. I benefici, oltre
che a favore degli individui, devono volgere nella direzione del
bene comune. Visioni che guardano al mercato, in particolare a
quello internazionale, come retto semplicemente e soltanto da
“armonie prestabilite” possono sconfinare nell’utopia. L’informatica, le telecomunicazioni, gli scambi, agenti principali della
globalizzazione, stanno mutando il contesto nel quale operano
le nostre società. Siamo a un passaggio d’epoca, simile a quello
delle grandi scoperte geografiche. La globalizzazione è stata
definita come un segno dei tempi, ricca di potenzialità positive
per i capitali finanziari e gli uomini. Le migrazioni sono fenomeno carico di significato e di conseguenze. Di questi sviluppi non
dobbiamo essere succubi, ma regolatori consapevoli, a livello
8
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
politico, delle istituzioni, del diritto, dell’organizzazione del lavoro. Sono necessarie innovazioni nei sistemi sociali ed economici:
per creare lavoro, dare un futuro ai giovani, non permettere che
gli anziani siano espulsi dalla vita collettiva; per convivere, nella
sicurezza e nella legalità, con gli immigrati. Sono impegnati poteri pubblici, imprese, cittadini. L’immigrazione, con il discernimento e la lungimiranza dei paesi d’arrivo, con la capacità di
disciplinarla, può tradursi in un innesto fecondo per le nostre
società. Il fenomeno riguarda soprattutto individui in età produttiva; spesso sono i più capaci che lasciano la terra d’origine.
Se si tratta di persone con un grado elevato di istruzione, ne
conseguono un impoverimento relativo nella nazione di partenza e un arricchimento nei paesi di arrivo. L’inserimento nei
luoghi di arrivo e il processo di assimilazione sono più difficili se
il livello di istruzione degli immigrati, come spesso avviene, è
molto basso. Le grandi migrazioni hanno inciso profondamente
nella storia dei popoli. Avvenne nell’Italia antica, dopo la crisi
demografica dell’Impero romano e ancora nei secoli successivi,
fino all’età moderna, quando migrazioni massicce, dovute a motivi religiosi e politici, hanno fatto spesso la prosperità dei luoghi
di arrivo. L’Italia unitaria è stata sin dall’inizio caratterizzata da
tassi di crescita della popolazione elevati e da fenomeni di emigrazione. Ciò è accaduto fino ai primi decenni successivi al secondo conflitto mondiale; in seguito, l’accrescimento della produzione e della ricchezza e l’impoverimento demografico hanno determinato un’inversione di segno del fenomeno. Il nostro
Paese è ora caratterizzato da saldi netti di immigrazione. Già nel
1941 Pio XII si soffermava sui possibili effetti benefici delle migrazioni, quando opportunamente regolate, affermando: “... va
rispettato il diritto della famiglia ad uno spazio vitale. Dove questo accadrà, l’emigrazione raggiungerà il suo scopo naturale, che
spesso convalida l’esperienza, vogliamo dire la distribuzione più
favorevole degli uomini sulla superficie terrestre,...; superficie
che Dio creò e preparò per uso di tutti. Se le due parti, quella
che concede di lasciare il luogo natio e quella che ammette i
nuovi venuti, rimarranno lealmente sollecite di eliminare quanto
potrebbe essere di impedimento al nascere e allo svolgersi di
una verace fiducia tra il Paese di emigrazione e il Paese di immigrazione, tutti i partecipanti a tale tramutamento di luoghi e
di persone, ne avranno vantaggio: le famiglie riceveranno un
terreno che sarà per loro la terra patria nel vero senso della
parola; le terre di densi abitanti resteranno alleggerite e i loro
popoli si creeranno nuovi amici in territori stranieri; e gli Stati
che accolgono gli emigrati guadagneranno cittadini operosi.
Così le Nazioni che danno e gli Stati che ricevono, in pari grado
contribuiranno all’incremento del benessere umano e al progresso dell’umana cultura”. Con questi problemi altri paesi europei, come la Germania, la Francia e l’Inghilterra, si sono da
tempo confrontati. L’allungamento della vita media, conquista di
innegabile valore umano e sociale, pone alle società industriali
problemi nuovi che investono la sanità, la previdenza, la sicurezza sociale. Nello stesso tempo l’aumento dell’età media può
rallentare l’apertura alle trasformazioni. Sono necessarie politiche per l’anziano, che comportano anche mutamenti nella
composizione dei servizi e della produzione; occorrono forme
nuove di abilità e capacità professionali in una società in cui
cresce il bisogno di prestare cura e assistenza agli anziani. Queste azioni sono anche un doveroso tributo di solidarietà delle
nuove generazioni a quelle che le hanno precedute. Ma non
bisogna rinunciare alla speranza di invertire la tendenza al declino demografico, che non è fatale. Occorre investire di più e
meglio nel sostegno alle famiglie, nei servizi sociali, nella promozione dell’educazione. Vanno riempiti di contenuto i precetti
della nostra Costituzione. È nella famiglia che si realizza con la
procreazione e con l’educazione della prole il passaggio del testimone al futuro. Non possiamo oscillare tra la preoccupazione per il declino demografico e il timore dell’invasione demografica. Le immigrazioni non costituiranno la soluzione dei nostri problemi economici, sociali, della previdenza pubblica; potranno tuttavia contribuirvi in misura non irrilevante. L’atteggiamento culturale deve essere di apertura alle novità, soprattutto
in una fase storica di avanzamento della tecnologia. Il problema
dell’immigrazione, al quale i paesi ricchi non potranno sottrarsi,
da un lato per la loro tendenza al declino, dall’altro per la continua crescita demografica nelle regioni meno sviluppate del
globo, deve essere oggetto di capacità previsiva; va studiato nelle sue componenti; fronteggiato negli aspetti negativi; valorizzato nelle potenzialità. È una delle grandi sfide con cui le nazioni
europee devono confrontarsi. Tentare di eluderla è miope; recherebbe con sé problemi maggiori di quanti ne comporta una
realistica presa d’atto, con la determinazione ad affrontare il
fenomeno. La regolazione per il controllo degli ingressi e per
l’integrazione è un punto complesso, ma necessario. Sicurezza e
legalità devono essere garantite senza incertezze; è necessario
fissare regole sugli ingressi e vincoli di coerenza e di compatibilità, innanzitutto a livello di principi dell’ordinamento giuridico,
che presiedano alle varie forme di integrazione. Va difesa l’identità culturale dei nostri paesi; dalle tradizioni dei nuovi venuti
può scaturire una “contaminazione” fruttuosa nella misura in
cui esse siano compatibili con il nostro ordinamento. A coloro
che vengono in Italia alla ricerca di condizioni di vita migliori per
sé e per la famiglia occorre presentare un nucleo condiviso di
valori, di diritti e di doveri, di lealtà costituzionale verso lo Stato;
a essi si deve chiedere un’adesione piena, senza riserve. Alcuni
paesi europei hanno adottato scelte in materia che possono
costituire anche per noi un importante punto di riferimento. È
lo ius soli, nella visione più ampia del diritto, che si afferma sullo
ius sanguinis. È nella concretezza dei problemi, nell’individuazione delle soluzioni più idonee che si superano i pregiudizi. La
prefigurazione di società multietniche può divenire un’astrat-
L’Argomento
tezza se dovessero smarrirsi la questione identitaria e la necessità di un baricentro nei valori di una comunità: quest’ultimo
costituisce anche un antidoto contro visioni integralistiche dei
nuovi arrivati. La legge e i governi debbono mirare al comportamento di ogni cittadino nei confronti di tutti gli altri membri
della società di cui è o viene a far parte. Non si tratta di intervenire sulle convinzioni morali o religiose o sulle ideologie; devono essere respinti atteggiamenti anche solo vagamente xenofobi. Sulla politica delle immigrazioni occorrono interventi
coordinati dei paesi dell’Unione europea. È necessario, nell’interesse di tutti, il rispetto di regole di compatibilità; anche da parte di chi chiede di entrare per avere quella prospettiva di vita
che gli è negata nei luoghi di provenienza. Negli ultimi trenta
anni il divario tra paesi avanzati e quelli in via di sviluppo si è
ulteriormente ampliato. Fuori della cerchia dei paesi del benessere vi sono nazioni in cui si vive in condizioni talora subumane
di nutrizione, di riparo, di salute. La disuguaglianza crescente
all’interno di una comunità, e tra gli Stati, può minare le stesse
ragioni della convivenza civile. È cruciale lo sviluppo. Studi degli
organismi internazionali confermano che pure la fascia di popolazione economicamente più disagiata trae beneficio da una
crescita economica più sostenuta. L’accentuazione delle disuguaglianze distributive tra paesi, e all’interno di questi, le ricadute sociali e spesso le conseguenze politiche hanno creato negli
organismi internazionali e nei responsabili politici una nuova
sensibilità per queste problematiche. Viene valutato con preoccupazione, per le stesse ragioni economiche, un assetto nel
quale il povero rimane sempre povero, “semper pauper eris si
pauper es”, e il ricco diventa sempre più ricco. Non dobbiamo
assumere che ciò sia ineluttabile. Se intorno alla mensa del ricco
Epulone crescerà enormemente il numero di coloro a cui vanno solo le briciole, alla lunga la stessa stabilità della mensa sarà
in pericolo. Merito e indirizzi di socialità, se convivono, possono
costituire fattori di progresso. Un contributo alla soluzione del
problema della povertà, a livello internazionale, richiede innanzitutto il superamento della protezione garantita ai settori agricolo e tessile dei paesi più ricchi. Occorre promuovere una
maggiore apertura dei mercati dei paesi industriali alle esportazioni tipiche dei paesi in via di sviluppo. Spesso la povertà dipende da conflitti e fattori politici. Fondamentali sono le iniziative di pace. Sostenendo i paesi più poveri a superare le loro
difficoltà, si contribuisce anche a meglio affrontare il problema
delle migrazioni. È necessario aprire un nuovo round globale
che tenga conto di richieste avanzate da paesi che si sentono
vittime della globalizzazione. Occorre raccogliere il sentimento
diffuso che anima, a livello internazionale, uomini di cultura e di
governo. Gli sforzi, benemeriti, compiuti dalla Chiesa e dalle associazioni private per concorrere a combattere malattie e miseria nei paesi sottosviluppati non possono fare smarrire la
necessità di una vasta azione a livello di Stati, per definire i principi di un nuovo ordine internazionale nel quale sia sempre
presente il fine ultimo della tutela della dignità di tutti gli uomini.
Le istituzioni internazionali sono chiamate a rivedere il loro
ruolo, l’essenza stessa del loro operare. La crescita economica
si traduce a vantaggio di un benessere diffuso se si associa a un
parallelo sviluppo dei diritti fondamentali della persona. Nuove
forme di povertà e di esclusione sociale si manifestano nei paesi avanzati. Creare lavoro oggi si rivela molto più complesso
che in passato. È richiesta una serie di interventi sull’ordinamento giuridico, sullo Stato sociale, sul bilancio dello Stato, sulle relazioni industriali e per sospingere l’innovazione. È necessario
un nuovo statuto del lavoro. Solo con le riforme di struttura si
può creare occupazione durevole, offrire una prospettiva di sicurezza. Il volontariato può svolgere un ruolo fondamentale in
un contesto economico e in un clima culturale nel quale si sta
ripensando il significato dell’intervento pubblico e dove il necessario pluralismo nell’economia non può esaurirsi nelle diverse forme di proprietà privata. L’evoluzione del pubblico verso il
sociale, di cui si rinvengono tracce nella stessa Costituzione,
fornisce un orientamento. Cruciale è dare vita ad assetti imperniati sul principio di sussidiarietà, che riservi al “pubblico” il ruolo prevalente di regolatore. In Italia lo sviluppo del terzo settore
è rilevante, sebbene non raggiunga l’importanza che esso ha nei
paesi più avanzati, dove oltre che più sviluppato è meglio organizzato. Lo Stato non può intervenire per far fronte a tutti i
nuovi bisogni e a tutte le nuove forme di povertà; deve rispettare le compatibilità di bilancio. Una minima parte delle risorse
risparmiate con il necessario ridimensionamento dello Stato
sociale può essere destinata a fornire le indispensabili strutture
di base perché il terzo settore e il volontariato possano svolgere in maniera più sistematica ed efficiente la propria opera. Essa
deve rimanere opera volontaria. Lo Stato, i poteri pubblici non
devono intervenire sui contenuti, sull’azione; devono, invece,
assicurare condizioni normative e fiscali, fornire le infrastrutture
di base perché il compito di questi nuovi soggetti possa esplicarsi e svilupparsi. È, questa del privato sociale, una prospettiva
che è parte di un disegno di più compiuta democrazia economica e di partecipazione. La pace è presupposto della realizzazione di ogni altro valore umano; via per l’affermazione dei diritti naturali. È possibile modificare il corso della storia. Come
affermato da un’alta Cattedra morale, è necessario che si diffonda l’impegno per un mondo che diventi un giardino e non
un cumulo di macerie.
I diversi significati della terminologia legale
Risolte o rescisse
esequie del contratto
di Marco Rigoni
Ultimo appuntamento tematico con il linguaggio del diritto. Per spiegare
che l’accordo si “risolve” quando ci si libera degli obblighi. Mentre si “rescinde” quando di mezzo c’è iniquità, sproporzione, svantaggio dettato
dal bisogno fra l’una e l’altra parte
Della Risoluzione
Ultima causa di risoluzione è data dalla eccessiva onerosità, che
Formalità per definiire un addio
ricorre quando, a causa di eventi straordinari e imprevedibili, si
Inadempimento, impossibilità sopravvenuta ed
eccessiva onerosità come cause essenziali per
sciogliere i patti
altera l’equilibrio tra le prestazioni del contratto e una delle par-
Frequentemente le persone dicono di voler rescindere un contratto quando in realtà dovrebbero dire risolvere.
Risoluzione e rescissione non sono sinonimi.
Risolvere vuole dire sciogliere; risolvere un contratto, dunque,
vuole dire sciogliersi, liberarsi degli obblighi che derivano da un
contratto.
La prima causa di risoluzione è l’inadempimento, ossia il mancato rispetto degli obblighi contrattuali da parte di una, di alcune
o di tutte le parti che hanno stipulato il contratto.
Nel caso di Tizio che vende a Caio un immobile, si ha inadempimento – ad esempio – se Caio non ne paga il prezzo.Tizio potrà
così rivolgersi al giudice e chiedere che sia risolto, cioè sciolto, il
vincolo contrattuale per inadempimento di Caio, il quale dovrà
risarcire i danni.
Altra causa di risoluzione è l’impossibilità sopravvenuta di rispet-
ti si vedrebbe costretta ad eseguire una prestazione divenuta
sproporzionata rispetto a quella a carico dell’altra.
Della Rescissione
Stop all’unilateralità dell’ingiustizia
La vita di un contratto può rescindere il suo sviluppo quando la debolezza di una delle parti si è
materializzata essenzialmente per condizioni di
bisogno sotto la spinta di necessità obbligate
Chiudiamo con il concetto di rescissione.
Si può rescindere un contratto quando una parte ha assunto obbligazioni a condizioni inique, sentendosi spinto dalla necessità,
di cui l’altro contraente si sia approfittato, di salvare sé o altri dal
pericolo attuale di un danno alla persona.
Si può rescindere un contratto anche quando vi sia sproporzione
tra le prestazioni delle parti e questa sia dipesa dallo stato di
bisogno in cui una si trovi e di cui l’altra si sia approfittata.
tare gli impegni assunti. Cioè, dopo la stipulazione di un contratto deve verificarsi qualche cosa, che non dipenda dalla volontà
E’ evidente che questa breve esposizione su alcuni termini in
delle parti, che impedisce ad esse di eseguire il contratto stesso.
materia di “contratti” accenna soltanto ad alcuni contenuti. Gli
Più semplicemente, la parte vorrebbe rispettare il contratto ma
argomenti sono vastissimi e complessi, ricchi di implicazioni e
si è verificato un evento o un fatto che non dipende da lei che
molto vi sarebbe da scrivere. Reputo, però, che anche soltanto
glielo impedisce. In questo caso non c’è responsabilità.
conoscere in maniera rudimentale il significato di espressioni che
L’impossibilità di eseguire la prestazione non deve dipendere
appartengono al diritto possa essere utile per una maggiore
dalla volontà della parte che la deve eseguire; se dipendesse
comprensione della realtà giuridica, che non è estranea al vivere
dalla volontà della parte si tratterebbe di inadempimento.
quotidiano, ma ci riguarda tutti assai da vicino.
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
9
d 1
Appuntamenti, eventi e notizie della Compagine Sociale
In arrivo il Bilancio
Sociale 2010
Avviso di convocazione
Assemblea ordinaria e straordinaria
Germogli
solidali
a getto
continuo
(pubblicato su “Il Giornale di Brescia” del 6 aprile 2011)
L’Assemblea ordinaria e straordinaria dei Soci è indetta per il giorno 29 aprile 2011, alle ore 17.00, presso il Teatro don Gorini
di Bedizzole, in prima convocazione, e, qualora nel suddetto giorno non si raggiungesse il numero legale prescritto per la valida
costituzione dell’Assemblea, per DOMENICA 29 MAGGIO 2011, alle ore 8.30, presso il Teatro don Gorini di Bedizzole, in
seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:
Nono anno per una
pubblicazione che intende
dare conto e valore,
attraverso
la comunicazione,
all’importante impegno che
fa capo alla responsabilità
sociale d’impresa
Rivista e aggiornata, fresca di stampa
e ricca di contenuti. E’ la nona edizione
del Bilancio Sociale BCC - 80 pagine
di numeri, contenuti e immagini - che
verrà allegata a questo numero di
Sottotraccia e inviata a tutta la compagine sociale. Da nove anni questo
fascicolo intende raccontare in maniera sempre più compiuta quella che è
l’anima cooperativa e locale della BCC,
la quantità e qualità delle sue relazioni
con Soci, collaboratori, clienti e comunità territoriali: in una definizione oggi
molto in voga vuole dare conto della
“Responsabilità sociale d’impresa”. E di
una responsabilità sociale anche delle
imprese, oggi più che mai, sembra
davvero esserci una forte aspettativa
soprattutto dopo l’uragano della crisi
mondiale. Come riportato nell’incipit
del Bilancio sociale 2010 “il modello
cooperativo di organizzazione di impresa nasce per venire incontro alle
esigenze dei più deboli, sulla base di
una visione solidaristica del mercato
che non nega il profitto, ma lo integra
con obiettivi di responsabilità sociale.
Ne scaturisce una visione dell’impresa
ispirata alla valorizzazione degli interessi dei soci, dei dipendenti, dei clienti
e del territorio. Si tratta, a ben vedere,
dei principi cardine su cui si fonda il
benessere delle comunità, principi che
dovrebbero essere di guida per tutti gli
operatori, soprattutto nella presente,
difficile situazione economica. (Anna
Maria Tarantola, Vice Direttore Generale di Banca d’Italia).
PARTE ORDINARIA
1. Bilancio al 31 dicembre 2010. Deliberazioni inerenti e conseguenti.
2. Politiche di remunerazione ai sensi dell’art. 30 dello Statuto sociale. Informative all’assemblea previste dalla normativa di
vigilanza.
PARTE STRAORDINARIA
1. Modifiche degli attuali articoli 2, 8, 9, 13, 14, 15, 21, 25, 28, 30, 32, 35, 37, 40, 42, 45, 47 dello Statuto sociale.
2. Introduzione di un nuovo articolo 53 “Disposizioni transitorie” dello Statuto sociale.
3. Attribuzione al Presidente del Consiglio di Amministrazione, nonché a chi lo sostituisce a norma di statuto, del potere di
apportare alla delibera assembleare e al relativo testo statutario eventuali limitate variazioni richieste dalla Banca d’Italia ai fini
dell’accertamento, mediante attestazione di conformità, ex art. 56 del d. lgs. n. 385/1993.
PARTE ORDINARIA
3. Determinazione dell’ammontare massimo delle posizioni di rischio, così come definite dalla disciplina prudenziale in materia di
concentrazione dei rischi, che possono essere assunte nei confronti dei soci e clienti, e degli esponenti aziendali.
4. Determinazione dei compensi degli amministratori e dei sindaci;
5. Nomina del Presidente, dei membri effettivi e dei membri supplenti del Collegio dei Probiviri;
6. Elezione dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale;
7. Comunicazioni del Presidente.
Potranno intervenire all’Assemblea e votare i soci che, alla data di svolgimento dell’Assemblea, siano iscritti da almeno novanta giorni
nel libro dei soci. Presso la Sede Sociale risultano depositati il bilancio con le annesse relazioni. E’ a disposizione inoltre l’elaborato
della proposta di modifica allo Statuto Sociale in testo comparato. Il Regolamento Assembleare ed Elettorale è liberamente
consultabile presso la sede sociale e presso le succursali della Banca. Ciascun socio ha diritto di averne copia gratuita.
Presso la Sede BCC di via Garibaldi, dall’apertura dei seggi elettorali e per tutto il corso della giornata, sarà a disposizione dei Soci
un buffet.
Modifiche allo Statuto Sociale 2011
LA GOVERNANCE AL CENTRO
Le variazioni, proposte e stimolate da Federasse, rispondono alla necessità di un governo delle BCC sempre adeguato ai tempi
Il prossimo passaggio assembleare prevede come noto, nella sua sessione straordinaria, una serie di modifiche allo statuto sociale (il
cui articolato è stato riportato integralmente in testo comparato a pagina 12 e 13). E’ importante premettere come tali modifiche
allo statuto sociale, avendo preso avvio da un’iniziativa della Federazione Nazionale delle BCC (FEDERCASSE), risultano comuni
in larga parte a tutte le BCC italiane. Le ragioni alla base delle modifiche allo Statuto originano da istanze diverse, maturate
principalmente all’interno del sistema del Credito Cooperativo ma anche in sedi normative diverse, che trovano nello statuto
il loro punto di convergenza. Il cuore degli interventi apportati nel 2011 da FEDERCASSE sulle disposizioni statutarie risiede
in quelle modifiche che definiscono la governance delle BCC, con l’intento di migliorare la stessa. In primo luogo, le proposte
conseguono ad un ampio e fruttuoso dibattito svoltosi all’interno del Credito Cooperativo, le cui diverse componenti hanno piena
consapevolezza della necessità di un governo delle BCC sempre adeguato ai tempi e in grado di prevenire crisi i cui effetti, anche
reputazionali, possono estendersi anche ad altri soggetti della Categoria. Anche tali riflessioni hanno, da tempo, indotto il sistema
delle BCC ad avviare un’iniziativa, tesa a rafforzare la stabilità delle BCC e la capacità di prevenzione delle crisi, rappresentata dalla
creazione del Fondo di Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo. In questo contesto si inseriscono anche alcune modifiche
volte a rafforzare il raccordo con le Federazioni Locali, con i Fondi di Garanzia espressione diretta del Credito Cooperativo
esistenti, ai quali le BCC - obbligatoriamente o volontariamente – già oggi aderiscono, e con l’istituendo Fondo di Garanzia
Istituzionale.
Allo stesso modo e nella medesima prospettiva, le modifiche allo statuto tipo si collocano nel più ampio contesto di iniziative che
completano il totale quadro degli interventi diretti a innalzare la qualità complessiva del governo delle BCC.
AL 31/12/2010 SIAMO 2.165 SOCI
19-04-
2011
11:09:46
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
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Assemblea Straordinaria 2011
Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo
MODIFICHE ALLO STATUTO SOCIALE
testo vigente
testo proposto
Titolo I - Costituzione - Denominazione e scopo mutualistico - Principi ispiratori - Sede - Competenza territoriale - Durata
Art. 2 - Principi ispiratori
Art. 2- Principi ispiratori
Nell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi dell’insegnamento sociale cristiano e ai principi cooperativi della mutualità
senza fini di speculazione privata. La Società ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e
nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo
sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e
sostenibile del territorio nel quale opera.
Nell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi dell’insegnamento sociale cristiano e ai principi cooperativi della mutualità
senza fini di speculazione privata. La Società ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni
e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo
lo sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e
sostenibile del territorio nel quale opera.
La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. E’ altresì impegnata ad agire in
coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettivi forme adeguate di democrazia economico-finanziaria
e lo scambio mutualistico tra i soci.
La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. E’ altresì impegnata ad agire in
coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettivi forme adeguate di democrazia economico-finanziaria
e lo scambio mutualistico tra i soci nonché la partecipazione degli stessi alla vita sociale.
titolo ii - Soci
Art. 8 - Procedura di ammissione a socio
Art. 8 - Procedura di ammissione a socio
Per l’ammissione a socio, l’aspirante socio deve presentare al consiglio di amministrazione una domanda scritta contenente, oltre
al numero delle azioni richieste in sottoscrizione o acquistate, le informazioni e dichiarazioni dovute ai sensi del presente statuto o
richieste dalla Società in via generale.
Per l’ammissione a socio, l’aspirante socio deve presentare al consiglio di amministrazione una domanda scritta contenente, oltre
al numero delle azioni richieste in sottoscrizione o acquistate, le informazioni e dichiarazioni dovute ai sensi del presente statuto o
richieste dalla Società in via generale.
Il consiglio di amministrazione decide sulla richiesta di ammissione entro il termine di novanta giorni dal suo ricevimento e, in caso
di accoglimento, verificato il versamento integrale dell’importo delle azioni sottoscritte e dell’eventuale sovrapprezzo, provvede
immediatamente alla comunicazione all’interessato della delibera di ammissione e all’annotazione di quest’ultima nel libro dei soci.
La qualità di socio si acquista a far data dalla annotazione predetta.
Il consiglio di amministrazione decide sulla richiesta di ammissione entro il termine di novanta giorni dal suo ricevimento e dispone
la comunicazione della deliberazione all’interessato. In caso di accoglimento, unitamente alla comunicazione della delibera, il consiglio provvede immediatamente ad informare l’interessato che dovrà effettuare il versamento integrale dell’importo delle azioni
sottoscritte e dell’eventuale sovrapprezzo nel termine perentorio di sessanta giorni dal ricevimento della delibera. Verificato
l’avvenuto versamento degli importi dovuti, è disposta l’annotazione della delibera nel libro dei soci, a far tempo dalla quale si
acquista la qualità di socio.
Nessun socio può possedere azioni per un valore nominale complessivo eccedente i limiti fissati dalla legge.
Gli amministratori nella relazione al bilancio illustrano le ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione di nuovi
soci.
Nessun socio può possedere azioni per un valore nominale complessivo eccedente i limiti fissati dalla legge.
Gli amministratori nella relazione al bilancio illustrano le ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione di nuovi
soci.
Art. 9 - Diritti e doveri dei soci
Art. 9 - Diritti e doveri dei soci I soci, che a norma delle disposizioni precedenti sono stati ammessi nella Società ed iscritti nel libro soci, esercitano i diritti sociali
e patrimoniali e:
I soci, che a norma delle disposizioni precedenti sono stati ammessi nella Società ed iscritti nel libro soci, esercitano i diritti sociali
e patrimoniali e:
a) intervengono in assemblea ed esercitano il diritto di voto, secondo quanto stabilito dall’art. 25;
a) intervengono in assemblea ed esercitano il diritto di voto, secondo quanto stabilito dall’art. 25;
b) partecipano al dividendo deliberato dall’assemblea a partire dal mese successivo a quello di acquisto della qualità di socio e nel
caso di acquisto di nuove azioni a quello successivo al pagamento delle azioni stesse;
b) partecipano al dividendo deliberato dall’assemblea a partire dal mese successivo a quello di acquisto della qualità di socio e nel
caso di sottoscrizione di nuove azioni a quello successivo al pagamento delle azioni stesse;
c) hanno diritto di usufruire dei servizi e dei vantaggi offerti dalla Società ai propri soci nei modi e nei limiti fissati dai regolamenti
e dalle deliberazioni sociali.
c) hanno diritto di usufruire dei servizi e dei vantaggi offerti dalla Società ai propri soci nei modi e nei limiti fissati dai regolamenti
e dalle deliberazioni sociali.
I dividendi non riscossi entro il quinquennio dal giorno in cui divengono esigibili restano devoluti alla Società ed imputati alla riserva
legale.
I dividendi non riscossi entro il quinquennio dal giorno in cui divengono esigibili restano devoluti alla Società ed imputati alla riserva
legale.
I soci hanno l’obbligo di osservare lo statuto, i regolamenti e le deliberazioni degli organi sociali e di collaborare al buon andamento
della Società, operando con essa, partecipando all’assemblea e favorendo in ogni modo gli interessi sociali.
I soci hanno l’obbligo di osservare lo statuto, i regolamenti e le deliberazioni degli organi sociali e di collaborare al buon andamento
della Società, operando in modo significativo, partecipando all’assemblea e favorendo in ogni modo gli interessi sociali.
Art. 13 - Recesso del socio
Art. 13 - Recesso del socio
Oltre che negli altri casi previsti dalla legge, il socio ha diritto di recedere dalla Società, qualora non abbia concorso alle deliberazioni
assembleari riguardanti la fusione con banche di diversa natura ai sensi dell’art. 36 del Testo Unico bancario, nonché nell’ipotesi in cui
siano venuti meno i requisiti di cui all’art. 6. Il recesso non può essere parziale.
Oltre che negli altri casi previsti dalla legge, il socio ha diritto di recedere dalla Società, qualora non abbia concorso alle deliberazioni
assembleari riguardanti la fusione con banche di diversa natura ai sensi dell’art. 36 del Testo Unico bancario, nonché nell’ipotesi in cui
siano venuti meno i requisiti di cui all’art. 6. Il recesso non può essere parziale.
La relativa dichiarazione deve farsi per iscritto con lettera raccomandata diretta al consiglio di amministrazione che dovrà esaminarla
entro sessanta giorni dal ricevimento e comunicarne gli esiti al socio.
La relativa dichiarazione deve farsi per iscritto con lettera raccomandata diretta al consiglio di amministrazione che dovrà esaminarla
entro sessanta giorni dal ricevimento e comunicarne gli esiti al socio.
Il socio può altresì richiedere, con le formalità di cui al comma precedente, di recedere dalla Società, oltre che nel caso in cui il consiglio di amministrazione non abbia autorizzato il trasferimento delle azioni da lui possedute ad altro soggetto non socio, nel caso di
dissenso dalle deliberazioni aventi ad oggetto la proroga della durata della società e per altri giustificati motivi.
Il socio può altresì richiedere, con le formalità di cui al comma precedente, di recedere dalla Società, oltre che nel caso in cui il
consiglio di amministrazione non abbia autorizzato il trasferimento delle azioni da lui possedute ad altro soggetto non socio, nel caso
di dissenso dalle deliberazioni aventi ad oggetto la proroga della durata della Società.
Nei casi di cui al comma precedente, il consiglio di amministrazione, sentito il collegio sindacale e tenuto conto della situazione
economica e patrimoniale della Società, deve deliberare entro sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta.
Nei casi di cui al comma precedente, il consiglio di amministrazione, sentito il collegio sindacale e tenuto conto della situazione
economica e patrimoniale della Società, deve deliberare entro sessanta giorni dal ricevimento della relativa richiesta.
Il recesso produce effetto dal momento della comunicazione al socio del provvedimento di accoglimento della richiesta.
Il recesso produce effetto dal momento della comunicazione al socio del provvedimento di accoglimento della richiesta.
Con riferimento ai rapporti mutualistici il recesso ha effetto con la chiusura dell’esercizio in corso, se comunicato tre mesi prima, e,
in caso contrario, con la chiusura dell’esercizio successivo.
Con riferimento ai rapporti mutualistici il recesso ha effetto con la chiusura dell’esercizio in corso, se comunicato tre mesi prima, e,
in caso contrario, con la chiusura dell’esercizio successivo.
Nei casi previsti dal terzo comma il recesso non può essere esercitato, e la relativa richiesta non ha comunque effetto, prima che il
socio abbia adempiuto tutte le sue obbligazioni verso la Società.
Nei casi previsti dal terzo comma il recesso non può essere esercitato, e la relativa richiesta non ha comunque effetto, prima che il
socio abbia adempiuto tutte le sue obbligazioni verso la Società.
Art. 14 - Esclusione del socio
Art. 14 - Esclusione del socio
Il consiglio di amministrazione, previo accertamento delle circostanze che seguono, pronuncia l’esclusione dei soci:
Il consiglio di amministrazione, previo accertamento delle circostanze che seguono, pronuncia l’esclusione dei soci:
- che siano privi dei requisiti di cui all’art. 6, nonché quelli che vengano a trovarsi nelle condizioni di cui alle lett. a) e b) dell’art. 7;
- che siano privi dei requisiti di cui all’art. 6, nonché quelli che vengano a trovarsi nelle condizioni di cui alle lett. a) e b) dell’art. 7;
- nei cui confronti sia stata pronunciata, in primo grado, sentenza di condanna a seguito dell’esercizio dell’azione di responsabilità nella
loro qualità di amministratori, di sindaci o di direttori;
- nei cui confronti sia stata pronunciata, in primo grado, sentenza di condanna a seguito dell’esercizio dell’azione di responsabilità
nella loro qualità di amministratori, di sindaci o di direttori;
Il consiglio di amministrazione, con deliberazione presa a maggioranza dei suoi componenti, può altresì escludere dalla Società il
socio che:
Il consiglio di amministrazione, con deliberazione presa a maggioranza dei suoi componenti, può altresì escludere dalla Società il
socio che:
a) abbia arrecato in qualsiasi modo danno alla Società o svolga attività in concorrenza con la stessa;
a) abbia arrecato in qualsiasi modo danno alla Società o svolga attività in concorrenza con la stessa;
b) in relazione a gravi inadempienze, abbia costretto la Società ad assumere provvedimenti per l’adempimento delle obbligazioni a
qualunque titolo contratte con essa;
b) in relazione a gravi inadempienze, abbia costretto la Società ad assumere provvedimenti per l’adempimento delle obbligazioni a
qualunque titolo contratte con essa;
c) sia stato interdetto dall’emissione di assegni bancari;
c) sia stato interdetto dall’emissione di assegni bancari;
d) abbia mostrato, nonostante specifico richiamo del consiglio di amministrazione, palese e ripetuto disinteresse per l’attività della
Società, omettendo di operare in modo significativo con essa.
d) abbia mostrato, nonostante specifico richiamo del consiglio di amministrazione, palese e ripetuto disinteresse per l’attività della
Società, omettendo di operare in modo significativo con essa.
Nei casi diversi da quelli previsti dalla legge l’esclusione del socio è deliberata tenuto conto della situazione economica e patrimoniale della Società.
Il provvedimento di esclusione è comunicato al socio con lettera raccomandata ed è immediatamente esecutivo. Il socio può
ricorrere, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione, al collegio dei probiviri. Resta convenzionalmente esclusa la possibilità di
sospensione del provvedimento impugnato.
Il provvedimento di esclusione è comunicato al socio con lettera raccomandata ed è immediatamente esecutivo. Il socio può
ricorrere, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione, al collegio dei probiviri. Resta convenzionalmente esclusa la possibilità di
sospensione del provvedimento impugnato.
Contro l’esclusione il socio può proporre opposizione al tribunale.
Contro l’esclusione il socio può proporre opposizione al tribunale.
Art. 15- Liquidazione della quota del socio
Il socio receduto o escluso o gli aventi causa del socio defunto hanno diritto soltanto al rimborso del valore nominale delle azioni
e del sovrapprezzo versato in sede di sottoscrizione delle azioni, detratti gli utilizzi per copertura di eventuali perdite quali risultano
dai bilanci precedenti e da quello dell’esercizio in cui il rapporto sociale si è sciolto limitatamente al socio.
Art. 15 - Liquidazione della quota del socio
Il socio receduto o escluso o gli aventi causa del socio defunto hanno diritto soltanto al rimborso del valore nominale delle
azioni e del sovrapprezzo versato in sede di sottoscrizione delle azioni, detratti gli utilizzi per copertura di eventuali perdite
quali risultano dai bilanci precedenti e da quello dell’esercizio in cui il rapporto sociale si è sciolto limitatamente al socio.
Il pagamento deve essere eseguito entro centottanta giorni dall’approvazione del bilancio stesso ed il relativo importo è posto a
disposizione degli aventi diritto in un conto infruttifero.
Il pagamento deve essere eseguito entro centottanta giorni dall’approvazione del bilancio stesso ed il relativo importo è posto
a disposizione degli aventi diritto in un conto infruttifero.
12 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
Fermo restando quanto previsto dal primo comma, è comunque vietata la distribuzione di riserve.
Fermo restando quanto previsto dal primo comma, è comunque vietata la distribuzione di riserve.
Le somme non riscosse entro cinque anni dal giorno in cui divengono esigibili restano devolute alla Società ed imputate
alla riserva legale.
titolo iv - Patrimonio - Capitale Sociale – Azioni
Art. 21 - Azioni
Art. 21 - Azioni e trasferimento delle medesime
Le azioni sono nominative ed indivisibili, e non sono consentite cointestazioni; esse non possono essere cedute a non soci senza
l’autorizzazione del consiglio di amministrazione.
Le azioni sono nominative ed indivisibili, e non sono consentite cointestazioni; esse non possono essere cedute a non soci senza
l’autorizzazione del consiglio di amministrazione, che esaminerà preventivamente la domanda di ammissione dell’aspirante socio
nei termini e con le modalità di cui all’art. 8.
In caso di cessione di azioni fra soci, le parti contraenti, entro trenta giorni dalla cessione, debbono con lettera raccomandata
comunicare alla Società il trasferimento e chiedere le relative variazioni del libro dei soci.
Le azioni non possono essere sottoposte a pegno o vincoli di qualsiasi natura senza la preventiva autorizzazione del consiglio di
amministrazione; è inoltre vietato fare anticipazioni sulle stesse.
La Società non emette i titoli azionari e la qualità di socio risulta dall’iscrizione nel libro dei soci.
In caso di cessione di azioni fra soci, le parti contraenti, entro trenta giorni dalla cessione, debbono con lettera raccomandata comunicare alla Società il trasferimento e chiedere le relative variazioni del libro dei soci.
Le azioni non possono essere sottoposte a pegno o vincoli di qualsiasi natura senza la preventiva autorizzazione del consiglio di
amministrazione; è inoltre vietato fare anticipazioni sulle stesse.
La Società non emette i titoli azionari e la qualità di socio risulta dall’iscrizione nel libro dei soci.
titolo VI - ASSEMBLEA DEI SOCI
Art. 25 - Intervento e rappresentanza in assemblea
Art. 25 - Intervento e rappresentanza in assemblea
Possono intervenire all’assemblea e hanno diritto di voto i soci iscritti nel libro dei soci da almeno novanta giorni.
Possono intervenire all’assemblea e hanno diritto di voto i soci iscritti nel libro dei soci da almeno novanta giorni.
Ogni socio ha un voto, qualunque sia il numero delle azioni a lui intestate.
Ogni socio ha un voto, qualunque sia il numero delle azioni a lui intestate.
Il socio può farsi rappresentare da altro socio persona fisica che non sia amministratore, sindaco o dipendente della Società,
mediante delega scritta, contenente il nome del rappresentante e nella quale la firma del delegante sia autenticata dal presidente
della Società o da un notaio. La firma dei deleganti potrà altresì essere autenticata da consiglieri o dipendenti della Società a ciò
espressamente autorizzati dal consiglio di amministrazione.
Il socio può farsi rappresentare da altro socio persona fisica che non sia amministratore, sindaco o dipendente della Società,
mediante delega scritta, contenente il nome del rappresentante e nella quale la firma del delegante sia autenticata dal presidente
della Società o da un notaio. La firma dei deleganti potrà altresì essere autenticata da consiglieri o dipendenti della Società a ciò
espressamente autorizzati dal consiglio di amministrazione.
Ogni socio può ricevere non più di una delega in caso di assemblea ordinaria e non più di tre deleghe in caso di assemblea
straordinaria.
Ogni socio può ricevere non più di una delega in caso di assemblea ordinaria e non più di tre deleghe in caso di assemblea straordinaria.
All’assemblea può intervenire, senza diritto di voto, un rappresentante della Federazione locale cui la Società aderisce ed un
rappresentante della Federazione Nazionale (Federcasse).
All’assemblea può intervenire e prendere la parola, senza diritto di voto, un rappresentante della Federazione Locale cui la società
aderisce ed un rappresentante della Federazione Nazionale (Federcasse). All’assemblea potranno anche intervenire e prendere la
parola, senza diritto di voto, rappresentanti dei Fondi di Garanzia cui la Società aderisce, nei casi e secondo le modalità previsti
nello statuto dei Fondi medesimi.
Art. 28 - Maggioranze assembleari
Art. 28 - Maggioranze assembleari
L’assemblea ordinaria e straordinaria, sia in prima che in seconda convocazione, delibera a maggioranza dei voti espressi.
L’assemblea ordinaria e straordinaria, sia in prima che in seconda convocazione, delibera a maggioranza dei voti espressi.
La nomina delle cariche sociali avviene a maggioranza relativa; a parità di voti si intende eletto il più anziano di età.
La nomina delle cariche sociali avviene a maggioranza relativa; le modalità di candidatura, eventualmente anche in rappresentanza
dei più significativi ambiti territoriali, e le modalità di espressione del voto sono disciplinate in un apposito regolamento approvato
dall’assemblea ordinaria su proposta del consiglio di amministrazione. A parità di voti si intende eletto il più anziano di età.
Le votazioni in assemblea hanno luogo in modo palese e normalmente per alzata di mano; per la nomina delle cariche sociali si
procede a scrutinio segreto, salvo che l’assemblea, su proposta del presidente, deliberi, con la maggioranza dei due terzi dei voti
espressi, di procedere con voto palese.
Le votazioni in assemblea hanno luogo in modo palese e normalmente per alzata di mano; per la nomina delle cariche sociali si
procede a scrutinio segreto, salvo che l’assemblea, su proposta del presidente, deliberi, con la maggioranza dei due terzi dei voti
espressi, di procedere con voto palese.
Art. 30 - Assemblea ordinaria
Art. 30 - Assemblea ordinaria
L’assemblea ordinaria è convocata almeno una volta l’anno, entro centoventi giorni dalla chiusura dell’esercizio, per procedere, oltre
che alla trattazione degli altri argomenti posti all’ordine del giorno, all’approvazione del bilancio di esercizio e alla determinazione, su
proposta del consiglio di amministrazione, dell’ammontare del fido massimo che la Società può concedere ad uno stesso obbligato
nei limiti e con i criteri stabiliti dalle disposizioni di vigilanza.
L’assemblea ordinaria è convocata almeno una volta l’anno, entro centoventi giorni dalla chiusura dell’esercizio, per procedere, oltre
che alla trattazione degli altri argomenti posti all’ordine del giorno, all’approvazione del bilancio di esercizio e alla determinazione, su
proposta del consiglio di amministrazione, dell’ammontare massimo delle posizioni di rischio, così come definite dalla disciplina
prudenziale in materia di concentrazione dei rischi, che possono essere assunte nei confronti dei soci e clienti, in misura non
superiore al 15 per cento del patrimonio di vigilanza della banca e, qualora si tratti di esponenti aziendali, ancorché non soci, in
misura non superiore al 5 per cento.
I limiti di cui al comma precedente non si applicano nel caso di posizioni di rischio assunte nei confronti delle banche della
categoria.
L’assemblea ordinaria, oltre a stabilire i compensi spettanti agli organi dalla stessa nominati, approva le politiche di remunerazione a
favore dei consiglieri di amministrazione, di dipendenti o di collaboratori non legati alla società da rapporti di lavoro subordinato.
L’assemblea ordinaria, oltre a stabilire i compensi spettanti agli organi dalla stessa nominati, approva le politiche di remunerazione a
favore dei consiglieri di amministrazione, di dipendenti o di collaboratori non legati alla Società da rapporti di lavoro subordinato,
tenendo conto delle linee di indirizzo formulate dalla Federazione locale cui la Società aderisce.
titolo VII - CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Art. 32 - Composizione del consiglio di amministrazione
Il consiglio di amministrazione è composto da undici amministratori eletti dall’assemblea fra i soci, facendo salva la rappresentanza
delle zone originarie.
Non possono essere nominati, e se eletti decadono:
a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che siano stati condannati ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai
pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi;
b) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza determinati ai sensi dell’art. 26 del
D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385;
c) i parenti, coniugi o affini con altri amministratori o dipendenti della Società, fino al secondo grado incluso;
d) i dipendenti della Società;
e) coloro che sono legati da un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione, i componenti di organi amministrativi o di
controllo di altre banche o di società finanziarie o assicurative operanti nella zona di competenza territoriale della Società. Detta
causa di ineleggibilità e decadenza non opera nei confronti dei soggetti che si trovano nelle situazioni sovradescritte in società
finanziarie di partecipazione, in società finanziarie di sviluppo regionale, in enti della categoria, in società partecipate, in consorzi
o in cooperative di garanzia.
Art. 32 - Composizione del consiglio di amministrazione
Il consiglio di amministrazione è composto da undici amministratori eletti dall’assemblea fra i soci, facendo salva la rappresentanza
delle zone originarie.
Non possono essere nominati, e se eletti decadono:
a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che siano stati condannati ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai
pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi;
b) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza determinati ai sensi dell’art. 26 del
D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385;
c) i parenti, coniugi o affini con altri amministratori o dipendenti della Società, fino al secondo grado incluso;
d) i dipendenti della Società e coloro che lo sono stati, per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro;
e) coloro che sono legati da un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione, i componenti di organi amministrativi o di
controllo di altre banche o di società finanziarie o assicurative operanti nella zona di competenza territoriale della Società. Detta
causa di ineleggibilità e decadenza non opera nei confronti dei soggetti che si trovano nelle situazioni sovradescritte in società
finanziarie di partecipazione, in società finanziarie di sviluppo regionale, in enti anche di natura societaria della categoria, in
società partecipate, anche indirettamente, dalla Società, in consorzi o in cooperative di garanzia;
f) coloro che ricoprono, o che hanno ricoperto nei sei mesi precedenti, la carica di consigliere comunale in Comuni il cui
numero di abitanti è superiore a 10.000, di consigliere provinciale o regionale, di assessore o di sindaco in Comuni il cui
numero di abitanti è superiore a 3.000, di presidente di provincia o di regione, di componente delle relative giunte, o coloro
che ricoprono la carica di membro del Parlamento, nazionale o europeo, o del Governo italiano, o della Commissione
europea; tali cause di ineleggibilità e decadenza operano con riferimento alle cariche ricoperte in istituzioni il cui ambito
territoriale comprenda la zona di competenza della Società;
g) coloro che, nei due esercizi precedenti l’adozione dei relativi provvedimenti, hanno svolto funzioni di amministrazione,
direzione o controllo nella Società, qualora essa sia stata sottoposta alle procedure di crisi di cui al Titolo IV, art. 70 ss.,
del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385. Detta causa di ineleggibilità e decadenza ha efficacia per cinque anni dall’adozione dei
relativi provvedimenti.
La non ricorrenza delle cause di ineleggibilità e decadenza di cui alle lettere c), d) e f) del comma precedente costituisce requisito
di indipendenza degli amministratori.
Art. 35 - Poteri del Consiglio di Amministrazione
Il consiglio è investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Società, tranne quelli riservati per legge
all’assemblea dei soci.
Oltre alle attribuzioni non delegabili a norma di legge, sono riservate alla esclusiva competenza del consiglio di amministrazione le
decisioni concernenti:
- l’ammissione, l’esclusione e il recesso dei soci;
- le decisioni che incidono sui rapporti mutualistici con i soci;
- la determinazione degli indirizzi generali di gestione e dell’assetto generale dell’organizzazione della Società;
- l’approvazione degli orientamenti strategici, dei piani industriali e finanziari e delle politiche di gestione del rischio;
- la nomina e le attribuzioni del direttore e dei componenti la direzione;
- l’approvazione e le modifiche di regolamenti interni;
- l’istituzione, il trasferimento e la soppressione di succursali e la proposta all’assemblea della istituzione o soppressione di sedi
distaccate;
- l’assunzione e la cessione di partecipazioni;
- l’acquisto, la costruzione e l’alienazione di immobili;
Art. 35 - Poteri del consiglio di amministrazione
Il consiglio è investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Società, tranne quelli riservati per legge
all’assemblea dei soci.
Oltre alle attribuzioni non delegabili a norma di legge, sono riservate alla esclusiva competenza del consiglio di amministrazione le
decisioni concernenti:
- l’ammissione, l’esclusione e il recesso dei soci;
- le decisioni che incidono sui rapporti mutualistici con i soci;
- la determinazione degli indirizzi generali di gestione e dell’assetto generale dell’organizzazione della Società;
- l’approvazione degli orientamenti strategici, dei piani industriali e finanziari e delle politiche di gestione del rischio;
- la nomina e le attribuzioni del direttore e dei componenti la direzione;
- l’approvazione e le modifiche di regolamenti interni;
- l’istituzione, il trasferimento e la soppressione di succursali e la proposta all’assemblea della istituzione o soppressione di sedi
distaccate;
- l’assunzione e la cessione di partecipazioni;
- l’acquisto, la costruzione e l’alienazione di immobili;
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
13
Il consiglio di amministrazione, nel rispetto delle disposizioni di legge e di statuto, può delegare proprie attribuzioni ad un comitato
esecutivo, determinando in modo chiaro e analitico i limiti quantitativi e di valore della delega.
- la promozione di azioni giudiziarie ed amministrative di ogni ordine e grado di giurisdizione, fatta eccezione per quelle relative
al recupero dei crediti;
- le iniziative per lo sviluppo delle condizioni morali e culturali dei soci nonché per la promozione della cooperazione e per
l’educazione al risparmio e alla previdenza;
- la costituzione di speciali comitati con funzioni consultive, istruttorie e propositive, composti di propri membri;
- l’istituzione di una consulta dei soci, disciplinata da un apposito regolamento e munita di funzioni consultive e con resa di
pareri e proposte non vincolanti;
- la nomina, sentito il collegio sindacale, dei responsabili delle funzioni di controllo sulla gestione dei rischi, di revisione interna e
di conformità;
- la costituzione del comitato di controllo sulla responsabilità amministrativa della Società, disciplinato ai sensi del D.lgs.
231/2001, laddove sia stato adottato il relativo modello.
Il consiglio di amministrazione, nel rispetto delle disposizioni di legge e di statuto, può delegare proprie attribuzioni ad un comitato
esecutivo, determinando in modo chiaro e analitico i limiti quantitativi e di valore della delega.
In materia di erogazione del credito, poteri deliberativi possono essere delegati al comitato esecutivo nonché, per importi limitati, al
direttore, al o ai vice direttori, o in mancanza di nomina di questi, a chi lo sostituisce, ai responsabili di area e/o settori, se nominati, e
ai preposti alle succursali, entro limiti di importo graduati. In caso di impossibilità di funzionamento del comitato o di impedimento
dei predetti soggetti delegati e di particolare urgenza, il presidente può rivestire compiti di supplenza, fermo restando il potere di
proposta del direttore.
In materia di erogazione del credito, poteri deliberativi possono essere delegati al comitato esecutivo nonché, per importi limitati, al
direttore, al o ai vice direttori, o in mancanza di nomina di questi, a chi lo sostituisce, ai responsabili di area e/o settori, se nominati, e
ai preposti alle succursali, entro limiti di importo graduati. In caso di impossibilità di funzionamento del comitato o di impedimento
dei predetti soggetti delegati e di particolare urgenza, il presidente può rivestire compiti di supplenza, fermo restando il potere di
proposta del direttore.
- la promozione di azioni giudiziarie ed amministrative di ogni ordine e grado di giurisdizione, fatta eccezione per quelle relative al
recupero dei crediti;
- le iniziative per lo sviluppo delle condizioni morali e culturali dei soci nonché per la promozione della cooperazione e per
l’educazione al risparmio e alla previdenza;
- la costituzione di speciali comitati con funzioni consultive, istruttorie e propositive, composti di propri membri;
- la nomina, sentito il collegio sindacale, dei responsabili delle funzioni di controllo sulla gestione dei rischi, di revisione interna e di
conformità.
Fermo restando il rispetto delle forme di legge, non possono essere stipulati contratti di appalto di opere o contratti per
prestazioni di servizi o per fornitura di beni di natura continuativa o comunque pluriennale con gli amministratori o con persone
ad essi legate dai rapporti specificati nell’art. 32, secondo comma, lettera c), o con società alle quali gli stessi, o le persone di cui
all’art. 32, secondo comma, lettera c), partecipano, direttamente o indirettamente, in misura superiore al 25% del capitale sociale
o nelle quali rivestano la carica di amministratori. Il limite suddetto, in tutte le sue forme, si applica anche rispetto a colui che
rivesta la carica di direttore. Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano con riferimento ai contratti stipulati con
gli enti, anche di natura societaria, della categoria.
Il consiglio di amministrazione può conferire a singoli amministratori o a dipendenti della Società poteri per il compimento di
determinati atti o categorie di atti.
Il consiglio di amministrazione può conferire a singoli amministratori o a dipendenti della Società poteri per il compimento di
determinati atti o categorie di atti.
Delle decisioni assunte dai titolari di deleghe dovrà essere data notizia al consiglio di amministrazione nella sua prima riunione.
Delle decisioni assunte dai titolari di deleghe dovrà essere data notizia al consiglio di amministrazione nella sua prima riunione.
Art. 37 - Deliberazioni del consiglio di amministrazione
Art. 37 - Deliberazioni del consiglio di amministrazione
Il consiglio è presieduto dal presidente ed è validamente costituito quando siano presenti più della metà degli amministratori in
carica.
Le deliberazioni del consiglio sono assunte a votazione palese.
Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei presenti.
In caso di parità di voti, prevale il voto di chi presiede.
Alle riunioni del consiglio di amministrazione può partecipare, senza diritto di voto, un rappresentante della Federazione locale, cui
la Società aderisce, e/o un rappresentante di Federcasse.
Alle riunioni del consiglio partecipa, con parere consultivo, il direttore, che assolve altresì, in via ordinaria, le funzioni di segretario,
eventualmente coadiuvato, con il consenso del consiglio, da altro dipendente.
Art. 40 - Presidente del consiglio di amministrazione
Al presidente del consiglio di amministrazione spetta la rappresentanza legale della Società di fronte ai terzi e in giudizio, nonché
l’uso della firma sociale; egli sovrintende all’andamento della Società, presiede l’assemblea dei soci, il consiglio di amministrazione e
provvede affinché adeguate informazioni sulle materie iscritte all’ordine del giorno vengano fornite ai componenti del consiglio.
Nell’ambito dei poteri di rappresentanza, il presidente consente ed autorizza la cancellazione di privilegi, di ipoteche e le surrogazioni
e postergazioni, le annotazioni di inefficacia delle trascrizioni e la restituzione di pegni o cauzioni costituenti garanzia sussidiaria di
operazioni di credito o di mutui ipotecari stipulati dalla Società quando il credito sia integralmente estinto.
In caso di assenza o di impedimento, il presidente è sostituito nelle sue funzioni dal vice presidente e, in caso di più vice presidenti,
prioritariamente da quello vicario; in caso di assenza o impedimento anche di questi, le funzioni sono svolte dal consigliere designato
dal consiglio di amministrazione. Di fronte ai terzi, la firma di chi sostituisce il presidente fa prova dell’assenza o impedimento di
quest’ultimo.
Il consiglio è presieduto dal presidente ed è validamente costituito quando siano presenti più della metà degli amministratori in
carica.
Le deliberazioni del consiglio sono assunte a votazione palese.
Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei presenti.
In caso di parità di voti, prevale il voto di chi presiede.
Alle riunioni del consiglio di amministrazione può partecipare e prendere la parola, senza diritto di voto, un rappresentante della
Federazione Locale cui la società aderisce ed un rappresentante della Federazione Nazionale (Federcasse). Alle riunioni potranno
anche intervenire e prendere la parola, senza diritto di voto, rappresentanti dei Fondi di Garanzia cui la Società aderisce, nei casi
e secondo le modalità previsti nello statuto dei Fondi medesimi.
Alle riunioni del consiglio partecipa, con parere consultivo, il direttore, che assolve altresì, in via ordinaria, le funzioni di segretario,
eventualmente coadiuvato, con il consenso del consiglio, da altro dipendente.
Art. 40 - Presidente del consiglio di amministrazione
Il presidente del consiglio di amministrazione promuove l’effettivo funzionamento del governo societario, garantendo l’equilibrio
di poteri tra gli organi deliberanti della Società, con particolare riferimento ai poteri delegati. Egli presiede l’assemblea dei soci,
convoca e presiede il consiglio di amministrazione, e provvede affinché adeguate informazioni sulle materie iscritte all’ordine del
giorno vengano fornite ai componenti del consiglio.
Al presidente del consiglio di amministrazione spetta la rappresentanza legale della Società di fronte ai terzi e in giudizio, nonché
l’uso della firma sociale.
Nell’ambito dei poteri di rappresentanza, il presidente consente ed autorizza la cancellazione di privilegi, di ipoteche e le surrogazioni
e postergazioni, le annotazioni di inefficacia delle trascrizioni e la restituzione di pegni o cauzioni costituenti garanzia sussidiaria di
operazioni di credito o di mutui ipotecari stipulati dalla Società quando il credito sia integralmente estinto.
In caso di assenza o di impedimento, il presidente è sostituito nelle sue funzioni dal vice presidente e, in caso di più vice presidenti,
prioritariamente da quello vicario. Di fronte ai terzi, la firma di chi sostituisce il presidente fa prova dell’assenza o impedimento di
quest’ultimo.
titolo iX - COLLEGIO SINDACALE
Art. 42 - Composizione del collegio sindacale
Art. 42 Composizione del collegio sindacale
L’assemblea ordinaria nomina tre sindaci effettivi, designandone il presidente e due sindaci supplenti. I sindaci restano in carica per
tre esercizi e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della loro carica;
l’assemblea ne fissa il compenso annuale valevole per l’intera durata del loro ufficio, in aggiunta al rimborso delle spese effettivamente
sostenute per l’esercizio delle funzioni.
L’assemblea ordinaria nomina tre sindaci effettivi, designandone il presidente e due sindaci supplenti. I sindaci restano in carica per
tre esercizi e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della loro carica;
l’assemblea ne fissa il compenso annuale valevole per l’intera durata del loro ufficio, in aggiunta al rimborso delle spese effettivamente
sostenute per l’esercizio delle funzioni.
I sindaci sono rieleggibili.
Non può essere nominato presidente, salvo che nel caso di ricambio totale del collegio sindacale, il sindaco effettivo che non
abbia svolto per almeno un mandato le funzioni di sindaco effettivo di una banca.
I sindaci sono rieleggibili, con i limiti di seguito specificati.
Non è nominabile o rieleggibile alla rispettiva carica colui che abbia ricoperto la carica di presidente del collegio sindacale per 3
mandati consecutivi o di componente effettivo del collegio sindacale della Società per 3 mandati consecutivi.
Agli effetti del computo del numero dei mandati le cariche di presidente e di componente effettivo del collegio sindacale non si
cumulano. In ogni caso non è possibile essere rieletti quando si sono raggiunti 6 mandati come sindaco effettivo e presidente
del collegio.
Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall’ufficio:
a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che sono stati condannati ad una pena che importa l’interdizione anche temporanea, dai
pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi;
b) il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della Società, gli amministratori, il coniuge, i parenti e gli
affini entro il quarto grado degli amministratori delle società da questa controllate, delle società che la controllano e di quelle
sottoposte a comune controllo;
c) coloro che sono legati alla Società o alle società da questa controllate o alle società che la controllano o a quelle sottoposte a
comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d’opera retribuita,
ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l’indipendenza;
d) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità ed indipendenza determinati ai sensi dell’art. 26 del
D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385;
e) i parenti, il coniuge o gli affini fino al quarto grado con dipendenti della Società e l’amministratore o il sindaco in altra banca o
società finanziaria operante nella zona di competenza della Società, salvo che si tratti di società finanziarie di partecipazione, di
enti della categoria, di società partecipate, di consorzi o di cooperative di garanzia.
Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall’ufficio:
a) gli interdetti, gli inabilitati, i falliti, coloro che sono stati condannati ad una pena che importa l’interdizione anche temporanea, dai
pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi;
b) il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della Società, gli amministratori, il coniuge, i parenti e gli
affini entro il quarto grado degli amministratori delle società da questa controllate, delle società che la controllano e di quelle
sottoposte a comune controllo;
c) coloro che sono legati alla Società o alle società da questa controllate o alle società che la controllano o a quelle sottoposte a
comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d’opera retribuita,
ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l’indipendenza;
d) coloro che non siano in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità ed indipendenza determinati ai sensi dell’art. 26 del
D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385;
e) i parenti, il coniuge o gli affini fino al quarto grado con dipendenti della Società e l’amministratore o il sindaco in altra banca o
società finanziaria operante nella zona di competenza della Società, salvo che si tratti di società finanziarie di partecipazione, di
enti anche di natura societaria della categoria, di società partecipate, di consorzi o di cooperative di garanzia;
f) coloro che, nei due esercizi precedenti l’adozione dei relativi provvedimenti, hanno svolto funzioni di amministrazione,
direzione o controllo nella Società, qualora essa sia stata sottoposta alle procedure di crisi di cui al Titolo IV, art. 70 ss.,
del D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385. Detta causa di ineleggibilità ha efficacia per cinque anni dall’adozione dei relativi
provvedimenti;
g) coloro che abbiano ricoperto la carica di amministratore nel mandato precedente o di direttore nei tre anni precedenti.
Non possono essere stipulati contratti di appalto di opere o contratti per prestazioni di servizi o per fornitura di beni di natura
continuativa o comunque pluriennale con i componenti del collegio sindacale, o con società alle quali gli stessi partecipano,
direttamente o indirettamente, in misura superiore al 25% del capitale sociale o nelle quali rivestano la carica di amministratori. Il
divieto suddetto si applica anche rispetto al coniuge, nonché ai parenti e agli affini entro il secondo grado dei sindaci.Tale divieto
non si applica con riferimento ai contratti stipulati con gli enti, anche di natura societaria, della categoria.
I sindaci non possono assumere cariche in organi diversi da quelli di controllo presso altre società del gruppo bancario cui la banca
appartiene, nonché presso società nelle quali la banca stessa detenga, anche indirettamente, una partecipazione strategica ai sensi
delle disposizioni di vigilanza.
14 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
Se viene a mancare il presidente del collegio sindacale, le funzioni di presidente sono assunte dal più anziano di età tra i sindaci
effettivi rimasti in carica.
titolo X - ASSUNZIONE DI OBBLIGAZIONI NEI CONFRONTI DELLA SOCIETA’
Art. 45 - Assunzione di obbligazioni da parte degli esponenti sociali
Gli amministratori, i sindaci, il direttore e coloro che ne svolgono le funzioni non possono contrarre obbligazioni di qualsiasi natura
o compiere atti di compravendita, direttamente o indirettamente, con la Società, se non previa deliberazione del consiglio di
amministrazione assunta all’unanimità, con l’astensione dell’amministratore interessato e con il voto favorevole di tutti i componenti
del collegio sindacale, fermi restando gli obblighi previsti dal codice civile in materia di interessi degli amministratori.
Art. 45 - Assunzione di obbligazioni da parte degli esponenti aziendali
Gli amministratori, i sindaci, il direttore e coloro che ne svolgono le funzioni non possono contrarre obbligazioni di qualsiasi natura
o compiere atti di compravendita, direttamente o indirettamente, con la Società, se non previa deliberazione del consiglio di
amministrazione assunta all’unanimità, con l’astensione dell’amministratore interessato e con il voto favorevole di tutti i componenti
del collegio sindacale, fermi restando gli obblighi previsti dal codice civile in materia di interessi degli amministratori. Restano fermi i
limiti e i divieti previsti nell’articolo 35, sesto comma, e nell’articolo 42, settimo comma.
Per le erogazioni di credito nonché per le obbligazioni di qualsiasi natura, ivi compresi gli atti di compravendita, che riguardino,
direttamente o indirettamente, soggetti che intrattengono con i componenti del collegio sindacale rapporti di natura professionale,
gli obblighi in tema di interessi degli amministratori si applicano anche ai componenti del collegio sindacale.
titolo XII - DIRETTORE
Art. 47 - Compiti e attribuzioni del direttore
Il direttore è il capo del personale ed ha il potere di proposta in materia di assunzione, promozione, provvedimenti disciplinari e
licenziamento del personale.
Il direttore prende parte con parere consultivo alle adunanze del consiglio di amministrazione; ha il potere di proposta in materia
di erogazione del credito.
Il direttore prende parte altresì alle riunioni del comitato esecutivo ed ha, di norma, il potere di proposta per le delibere del comitato
esecutivo medesimo.
Il direttore dà esecuzione alle delibere degli organi sociali secondo le previsioni statutarie; persegue gli obiettivi gestionali e
sovrintende allo svolgimento delle operazioni ed al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del consiglio di amministrazione,
assicurando la conduzione unitaria della Società e l’efficacia del sistema dei controlli interni.
In caso di assenza o impedimento, il direttore è sostituito dal vice direttore e, in caso di più vice direttori, prioritariamente da quello
vicario. In caso di mancata nomina, di assenza o di impedimento di questi, le funzioni sono svolte dal dipendente designato dal
consiglio di amministrazione.
Art. 47 - Compiti e attribuzioni del direttore
Il direttore è il capo del personale. Non può essere nominato direttore il coniuge, un parente o un affine, entro il quarto grado
degli amministratori ed entro il secondo grado dei dipendenti della Società.
Il direttore ha il potere di proposta in materia di assunzione, promozione, provvedimenti disciplinari e licenziamento del personale;
egli non può proporre l’assunzione di persone legate a lui medesimo, o ai dipendenti della Società, da rapporti di coniugio,
parentela o affinità, entro il secondo grado.
Il direttore prende parte con parere consultivo alle adunanze del consiglio di amministrazione; ha il potere di proposta in materia
di erogazione del credito.
Il direttore prende parte altresì alle riunioni del comitato esecutivo ed ha, di norma, il potere di proposta per le delibere del comitato
esecutivo medesimo.
Il direttore dà esecuzione alle delibere degli organi sociali secondo le previsioni statutarie; persegue gli obiettivi gestionali e
sovrintende allo svolgimento delle operazioni ed al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del consiglio di amministrazione,
assicurando la conduzione unitaria della Società e l’efficacia del sistema dei controlli interni.
In caso di assenza o impedimento, il direttore è sostituito dal vice direttore e, in caso di più vice direttori, prioritariamente da quello
vicario. In caso di mancata nomina, di assenza o di impedimento di questi, le funzioni sono svolte dal dipendente designato dal
consiglio di amministrazione.
titolo XVI - DISPOSIZIONI TRANSITORIE
Art. 53 - Disposizioni transitorie
I divieti e i limiti introdotti agli articoli 32, 35 e 42 si applicano e si iniziano a computare a partire dalla scadenza del mandato di
amministratori e sindaci in corso al momento dell’adozione delle medesime previsioni.
La disposizione della lettera f) di cui al secondo comma dell’art. 32 si applica a partire dalla scadenza delle cariche ricoperte
presso le istituzioni ivi menzionate al momento dell’adozione della medesima previsione.
Qualora, al momento dell’adozione della disposizione di cui al primo comma dell’art. 30, sussistano posizioni di rischio che
superino i limiti nello stesso sanciti, tali posizioni devono essere ricondotte nei limiti previsti nel termine di due anni.
Agricoltori e Artigiani alle mostre torinesi sul 150°
Patrio fare, disfare, rifare
Visioni di storia, attualità e futuro sapientemente rappresentate, fino al
20 novembre, nell’originale spazio delle Officine Grandi Riparazioni
Fare e ragionare, disfare ed amare. Rifare per crescere,
inventare, sognare. In trasferta programmata celebrativa a Torino prima capitale unitaria. In mostra le pieghe
dell’Italia che tonalizza belletti, cerimonie e prospettive per la rotondità di un compleanno che fa centocinquanta. E in viaggio c’è stato anche il team di soci
agricoltori ed artigiani della Banca di Bedizzole Turano
Valvestino. Partecipati ed attenti osservatori dei due
momenti espositivi torinesi, aperti fino al 20 novembre 2011 negli spazi abilmente riadattati delle Officine
Grandi Riparazioni. Con le titolazioni che vanno dallo storico/istituzionale acclamato nel “Fare gli Italiani
1861-2011”, all’avveniristico/fantascientifico possibi-
le della “Stazione Futuro. Qui si rifà l’Italia”. Marchio
collegiale di fabbrica rievocativa l’efficace e lineare
“Esperienza Italia 150°”. Prodromo pulsante di qualità
made in Italy dentro un secolo e mezzo di storia. Per
esibizioni elegantemente installate, tra sipari a coprire e
dischiudere diversità geografiche e elementi reali di vissuto (guerre, campagna, chiesa, mafia, trasporti, scuola,
fabbriche ecc) sviluppati scenograficamente per isole
tematiche. Mentre il progetto esperienziale di questo
150 a tutta forza, si riepiloga avveniristicamente nello
scalo di partenza, che osserva il flusso trasparente e
vivace della rete. Ricordando come si può fare a vivere
senza petrolio o ad azzerare i rifiuti. Lanciando occhi,
interessati e concreti, insieme a molto altro ancora di
matrice prospettica allestita sempre per argomenti e
spazi dedicati, dentro l’orgogliosa simmetria d’intenti
dell’Officina Grandi Riparazioni, sulla terza pelle delle
neotecnologie. All’apologia dialettico funzionale di agricoltori ed artigiani, il compito razionalizzante di stimolare con determinata operatività, questa simbolica ed
attraente energia di modernità applicata alle certezze riclassificanti della nostra storia. Ne hanno facoltà
autorevole. Dettata dall’antica formidabile reale legge
redatta, in articoli e comma, su passione esperienza e
professionalità.
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
15
Scenario
Nello sguardo ad olio di Lorenzo Pasini
Fotosintesi
da ferma immagine
In galleria Disciplina a Bedizzole,
dal 7 al 15 maggio, la personale
del pittore bresciano su “Fauna
selvatica nell’ambiente naturale” un assemblaggio appassionato di emozioni dall’agreste, venatorio, orizzonte di scoperta e
catalogazione
Dentro l’elemento natura. In un formidabile appassionato approccio che ne cattura i movimenti. Aggiungendo sensazioni che, nell’intensità del colore, regolano l’immagine al cospetto virtuoso di fauna selvaggia
sensibilmente addomesticata. Nel riverbero contestualizzato di flora e di spazi dalla vivacità caratterizzante i paradigmi ideali di un mondo. Quell’ambito
di spazio agreste che accampa emozioni di semplice
e commestibile freschezza popolare. Ritaglio espressivo navigante fra caccia, campagna e vissuto d’aria
libera. I dipinti di Lorenzo Pasini, in mostra a Bedizzole, dal 7 al 15 maggio in galleria Disciplina, con gli
oli su tela di“Fauna selvatica nell’ambiente naturale”,
raccolgono questa originale sfida di lineare tangibilità al reale. Ripercorrendo vertici di immediatezza e
di contatto dalla prospettica avvincente docilità alla
vista. La pittura come compagnia di viaggio allegata
ad un altrettanto appassionato vissuto quotidiano di
apprezzato commerciante. Esperto in quella terra
procace di derivati animali, vegetali destinati all’alimentazione, dall’agricola, nostrana fragranza propositiva. Frutti riflessi concreti dal potere ammaliante
16 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
inserito in quella voglia espressiva che Lorenzo Pasini
esplicita fin dal 1971. “Quello è stato l’anno della mia
mostra desordio a Bedizzole – ci racconta l’artista in
procinto di inaugurare quest’ultima personale - ma
dal disegno e dalla pittura sono stato attratto fin da
piccolo”. Con un inizio a questo tipo di formula creativa, che si collega ad un ricordo dal divertito taglio
bonariamente trasgressivo. “Il mio primo quadro l’ho
realizzato quando avevo circa diciassette anni, negli anni Cinquanta – rammenta Pasini – si ispirava ad
un personaggio locale che di buon mattino passava
a piedi da Pontenove, frazione di Bedizzole dove io
abitavo. Il suo percorso era quello verso Molinetto di
Mazzano. Lì saliva sull’autobus per andare a Brescia. E
fin qui tutto regolare. Il fatto è che, nel tardo pomeriggio – sorride Lorenzo – ripercorreva, sulla via del
ritorno, la stessa strada, ma in bicicletta!” Ogni ipotesi,
nessuna esclusa, di motivazione intrinseca a questa
strana diversità del mezzo di locomozione, tra l’andata ed il ritorno, è ammessa. Comprese quelle border
line con la sottile, ma amabile, spregiudicatezza del
rendere vivace e remunerativa la giornata di lavoro
in tempi in cui sbarcare il lunario presentava sovente
qualche difficoltà.
Da questo groviglio intermittente di sensazioni giovanili, al cospetto multiforme di una realtà rurale, in
mutazione evidente pro domo variegata alla struttura dell’esigenza primaria e sostanziale del momento,
cresce l’esigenza creativa di Pasini. Rimescolata abilmente nella partecipata emozionalità rappresentativa
di questa natura selvaggia, ridefinita nella peculiarità
dei singoli ambienti. “A vent’anni – prosegue il racconto di Lorenzo Pasini – dopo aver lavorato la terra,
iniziai come rappresentante di generi alimentari. Un
lavoro che, successivamente, avrei continuato in proprio insieme a mia moglie Clara, gran sovrintenden-
te d’azienda, occupazione che ora prosegue grazie
all’impegno di mio figlio Gianfranco, mentre il fratello
Diego, rimane legato al mondo agricolo/animale/alimentare, che così tanta parte ha nella mia vita, svolgendo la professione di veterinario. Insomma al primo
culmine di quasi maggiore età dell’epoca, mentre sto
sviluppando le mie azioni di vendita, a Maderno sul
Garda incontro il pittore Arturo Verni. Grazie al suo
aiuto ho appreso le prime tecniche di approccio, scelta e stesura del colore. Altri amici, colleghi e maestri
come Edgardo Beccalossi e Ottorino Garosio, hanno
contribuito poi ulteriormente a sviluppare la mia formazione”. Per un perfezionamento didattico al quale
si deve aggiungere la sua frequentazione ai corsi della
scuola di disegno “Rodolfo Vantini”. Nel limitare centellinato di storia artistica, affiancata alle dinamiche di
adeguamento imprenditoriale ed efficiente al lavoro,
passando verso gli amori per natura ed ambiente che
incrociano la regalità nobilmente austera della caccia, stimolante imprinting della fauna descritta dentro
l’habitat nel suo selvaggio essere. Riverberi di identità
dialettica con il mondo animale si riepilogano in luoghi rappresentativi precisi. Dalla saga dei caprioli che
insistono nel dare corpo ad amore, corteggiamento e
famiglia alle diverse specie di uccelli, ritratti in sintonia
diretta con l’ambiente di un geografia locale ben riconoscibile. Lago di Garda, fiume Chiese, colline moreniche e prealpi bresciane sono dunque territorio
di conquista per immagini che liberano il movimento
animale catalogato ad olio da Pasini. Mentre Lampo,
capostipite dei segugi da caccia di Lorenzo, ricollega
l’anima domestica ad una par condicio ideale fra preda e predatore.
Mettendo in ferma l’artistica fotosintesi da disegno
e colore per una natura dall’ossigenante movimento
espressivo.
[Bedizzole / Valchiese]
I quozienti di qualità del Ristorante l’Ortica di Bedizzole
Gustosamente,
semplicemente
esponenziali
Dall’esperienza internazionale
dello Chef Piercarlo Zanotti, una
linea di menù che fanno confluire la freschezza dei prodotti e il
piacere di assaporare i singoli ingredienti. In un’amabile confronto di sensazioni accessibili alle
singole disponibilità di tempo,
denaro ed occasione
Semplicità qualitativamente eccellente come effetto
speciale. Allegato all’armonica deflagrazione dei piaceri
della tavola. Imbandita a dovere grazie all’organizzata
e creativa abilità dello chef Piercarlo Zanotti. Che nel
magico angolo del Ristorante –orgogliosamente stellato
Michelin - L’Ortica di Bedizzole, insieme alla regia di
sala di Stefano Bignotti, interpreta i segnali attraenti del
gusto con convinta e raffinata passione professionale.
Riportando variegate esperienze lungo le direttrici
internazionali della ristorazione al massimo livello. Fra
le Rotondo Cervo portualità della Sardegna Vip. Fino
all’esaltazione rigorosa della cucina italiana dentro
l’esotica ospitalità imperiale del Sol Levante. Passando
per la classe riconosciuta e consolidata della ricettività
turistica gardesana. Per un risultato di alta classe adatto
ad un parterre di avventori variegato alle singole
disponibilità di tempo, denaro ed occasione. “L’amore
per cucinare ce l’ho da sempre –racconta Piercarlo
Zanotti, lonatese classe 1970, declinando sensazioni
di vita vissuta, in un dopo pranzo appena scaturito
dalla digestiva, apprezzabile rilassatezza post incrocio
d’armi attrezzate al pacifico intervento su primi piatti e
pietanze –fin da quando a sette anni preparavo in casa i
biscotti. Per questo è stato naturale iscrivermi alla scuola
alberghiera di Desenzano. Da lì è partita un’interessante
carriera che mi ha portato in giro per il mondo”. E che
mondo diciamo noi. Cominciando dall’Italia gardesana,
dove ricordiamo, tra le altre, le esperienze di Pier Carlo
in Ristoranti quali Da Oscar ed Esplanade e grandi
hotel come il prestigioso Villa Cortine. Poi il viaggio
riparte, estendendo le sue rotaie di conoscenza verso
l’immagine altisonante di Sardegna dell’eccellenza di cui
rammentiamo, sempre dal curriculum di Piercarlo il Ciga
Hotel Pitrizza di Porto Cervo. Un balzo in Spagna. Da
capitale, al Palace di Madrid. E da isola, al Dos Lunas di
Ibiza. Il gran salto è però targato Osaka –Giappone. “Lì
ho lavorato al “Sogni di Sogni” –ricorda ancora Zanotti
– nel più grande locale italiano in terra nipponica. Una
settantina di cuochi per la conduzione di ristorante e
pizzeria. Un bella esperienza che mi ha permesso di
conoscere una realtà diversa ed ha arricchito il mio
bagaglio di conoscenze in materia” . Ed infine il passaggio,
dopo le tante stagioni lavorative nelle più diverse località
internazionali, a quella realtà che oggi si chiama L’Ortica.
Spazio ospitale nato inizialmente con la formula di
raffinata osteria a Manerba del Garda e dal settembre
2009 trasferito a Bedizzole. L’elegante profilo di questa
piccola bomboniera del gusto, ritaglia in riquadro visivo
il lavoro di Piercarlo e dei suoi collaboratori. Con Enrico
Bignotti a seguirne le orme creative in pirofila, piatto,
forno e padella supportate dall’assistenza di Elias. Mentre,
dall’altro lato del boccaporto dell’Ortica, l’amabile ed
accurato servizio di sala, raccorda il linguaggio della
materia affine al palato a cura della cordiale gestualità
operativa di Stefano Bignotti coadiuvato da Robert. E se
la lingua viaggia lungo le direttrici dell’internazionalità di
classe, qual’è quella inserita nel vocabolario culinario di
Piercarlo Zanotti? “Penso che la semplicità sia la formula
che maggiormente si addice alla mia cucina –risponde
lo chef con la sicurezza derivata dai tanti menù realizzati
alle diverse latitudini - qui all’Ortica puntiamo inoltre
moltissimo sulla freschezza dei prodotti. Cercando di
fare acquisti stagionali principalmente da fornitori locali.
Successivamente ne curiamo la lavorazione nel modo
più semplice. Alla ricerca di una costante valorizzazione
dei sapori per far apprezzare con chiarezza il pregio dei
singoli elementi cucinati”. Il risultato è di alto spessore
gastronomico. Stimolato dal racconto sulla leggerezza,
affine alla resa materializzante di particolari sogni.
Organizzati e rivissuti nella descrizione di certi fritti
appoggiati a materie animali o vegetali. Ed ancora alla
sublime granularità mantecata dei risotti ed alla fresca
dicotomia del sapore attraversata dal sugo al pomodoro.
Allineando altresì il colore delicatamente intenso
e mai invasivo delle carni e del pesce. Completando
l’onirica rivoluzione, verso questa realtà golosamente
attraente, corroborata da vicino dal verso in calice e
bottiglia caro a Dionisio, alla vernice conclusiva incantata
nell’aura sensibile alla gradevolezza del dolce. Mosaico
esperienziale dal fascino inimitabile quello proposto
da Piercarlo. Messo in opera nel tempo attraverso
ingredienti precisi regolati da passione ed impegno
indiscutibili “Nei vari momenti della mia carriera
–aggiunge Zanotti, commentando i frutti concreti della
sua attività- ho avuto modo di apprendere molte
cose. Dal lavoro all’estero in generale ho imparato
l’importanza dell’organizzazione e del metodo. Dal
Giappone in particolare ho appreso il rispetto per la
materia prima. In pratica se tu un prodotto lo apprezzi,
lo tuteli, quando lo rielabori, magicamente ritorna a
te con grande qualità. Così succede anche in cucina. Il
fatto poi di essere italiano –aggiunge Piercarlo –aiuta.
Eccome se aiuta. Perché l’essenza della buona tavola ce
l’hai dentro. Caratteristica già ben connotata in me da
piccolissimo. Quando mi ingegnavo nell’impastare quei
famosi biscotti. Sperimentando con naturale approccio
operazioni che appartengono alla nostra tradizione”.
Per un costume che continua e si rinnova. Sempre alla
ricerca di novità ed emozioni. Da allestire in sintonia
di coltello e forchetta. Inanellando menù in continua
evoluzione. Che gratificano la gloria, piacevolmente
urticante, di questo verde Ortica dal rigoroso, semplice
e gustoso quoziente esponenziale.
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
17
Scenario
Eric Esposito, 11 anni,
secondo ai nazionali di tiro con l’arco
Little Robin di selva
Rivoltella
La grandissima passione del
giovanissimo arciere gardesano per le discipline che contemplano il bersaglio. E la voglia di crescere. Perché per il
prossimo anno l’obiettivo è
il gradino più alto del podio.
Sognando di diventare istruttore
Le frecce di Eric Esposito sono precise e vincenti.
L’arco è quello di essenziale fattura. Da piegare con
attenzione dimenticando il mirino. Lui, undicenne
arciere di Rivoltella del Garda, secondo classificato
nella categoria ragazzi al Campionato Italiano di
tiro con l’arco, recentemente organizzato a Padova,
sorride compiaciuto e convinto dei suoi mezzi. E per
il futuro, insieme all’intenzione di salire ai nazionali sul
gradino più alto del podio, il progetto di diventare
istruttore. Senza dimenticare la voglia di sperimentare
altre arti sportive che come vertice di successo
18 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
hanno la ricerca di un bersaglio (piattello, carabina,
pistola ecc.) Il colore dei sogni di Eric, inserito nella
adolescenziale velocità verbale, rielabora passione ed
amore per questa organizzata disciplina sportiva nata
a Desenzano 1997 grazie all’impegno di Ad Flexum –
sezione specializzata agonistico divulgativa all’interno
di ASD Pro Desenzano. Piccola e prorompente di
sviluppi di carriera futuri, il storia di Eric allinea elementi
magneticamente policromatici rigogliosi aperti ad
orizzonti sensazionalmente avvincenti. Sui quali è
bello alzare il sipario. Rivendo insieme al nostro Little
Robin di Selva Gardesana l’allungo esplosivo, di giusta
curvatura, sincronizzato all’unisono fra occhio attento
e corda armonicamente elastica di un arco ancora
tanto imberbe, quanto formidabile in precisione
ed applicazione sportiva.. “Ho iniziato a tirare con
l’arco due anni fa – spiega Eric Esposito con l’incipit
del talento subito capace di gestire la situazione
di successo e visibilità – grazie ai consigli ed agli
insegnamenti di Ario Rossi, il mio istruttore, mi sono
molto appassionato. Anche perché, per armi e tiro in
genere, ho sempre avuto un debole. Inizialmente mi
ero avvicinato ad altri sport come il basket e il nuoto.
Poi, proprio qui a Rivoltella, ho scoperto l’arco e ne
sono rimasto subito entusiasta”. I risultati non si sono
fatti così attendere. La mescolanza di capacità tecniche
ed appunto passione, fornisce elementi di sicuro e
prospettico avvenire agonistico. I sacrifici comunque,
nonostante la soddisfazione esclusiva di provare e
riprovare a ripetizione tiri al limite del perfezionismo,
non mancano. “Mi alleno 4 giorni alla settimana –
conferma il giovane Robin Hood rivoltellese – lunedì,
mercoledì e venerdì dalle nove alle dieci di sera.
Mentre il sabato dalle tre del pomeriggio fino alle
sette”. Il surplus di concentrazione, dopo gli obblighi
di scuola e i divertimenti dell’età, aggiunge valore ad
un impegno costante e continuativo che, a undici
anni, già si segnala come fatto abitualmente inusuale.
“In futuro proverò a confrontarmi anche in altri tipi
di tiro come il piattello – insiste con entusiastica e
determinata fermezza Eric – per ora mi concentro
sull’arco. Con l’obiettivo nel 2012 di raggiungere
il primo posto nel Campionato Italiano, pensando
anche alla possibilità di diventare istruttore”. Questo
lo sfrecciare disincantato e deciso dei sogni di Eric.
Immortalato con l’adolescente e reattiva energia di
un sorriso.
[Garda / Valvestino]
Da sostenere a Cima Rest
con un progetto di sviluppo
Il respiro del borgo
incantato
Il Comune di Magasa propone il rilancio della terra dei fienili
arcaici. Mettendo in primo piano interventi riferiti a Turismo
(ospitalità alberghiera diffusa)Agricoltura (sostegno al formaggio
tipico locale “Tombea”), Ambiente e Territorio (azienda faunistica)
in prospettica visione operativo promozionale
Turistico, Agricolo, Ambientale, Territoriale. Questi i
cardini espositivi per lo sviluppo operativo di Borgo
Cima Rest proposto dal Comune di Magasa. A partire, in ottica turistica, dalla concretizzazione ad albergo
diffuso di tutta l’area interessata attraverso il completamento degli ultimi fienili storici. Oltre alla tabellazione dei sentieri e la creazione di punti attrezzati al picnic e di un piccolo campo funzionale sempre in zona.
Rivalutando poi, in ambito agricolo, il sostegno ed il
rilancio del formaggio tipico “Tombea”. Favorendo il
rispetto di ambiente e territorio pensando tra l’altro
alla creazione di un’azienda faunistica.“Obbiettivo fondamentale di tutto il progetto – spiegano in una nota
Federico Venturini e Omar Venturini, rispettivamente
Sindaco e Assessore a Finanze/Bilancio di Magasa - è
quello di dare nuova linfa a un piccolo comune montano povero di risorse sia umane che finanziarie, ma
con un territorio unico, ricco di bellezze, di storia e
tradizioni che altrimenti andrebbero scomparendo”.
E che tradizioni e che storia si identificano nella minimalità geografica di Borgo Cima Rest. Per un racconto affascinante e ancora carico di interrogativi sull’origine di questi fienili che fan risalire le loro tracce nella
notte dei tempi. Il territorio magasino è infatti caratterizzato da una consistente presenza di questi piccoli
edifici rustici adibiti alla conservazione del foraggio e
all’allevamento di bestiame bovino. Generalmente la
loro collocazione è situata nelle zone di pascolo degli
altipiani di Denai e di Cima Rest. Particolare interesse
è quello riferito all’architettura di questi edifici che è
unica nel suo genere e, eccettuate alcune somiglianze
riscontrate nel nord Italia, non ne esistono altrove.
“L’origine storica - come spiegato nel documento di
presentazione strategica del Progetto Integrato Borgo Cima Rest - non è ben definita. Per alcuni studiosi
è risalente al basso medioevo con ascendenze che si
possono far risalire ad epoca romana, mentre per altri
furono i Longobardi, nel 600 dopo Cristo, provenienti dall’Ungheria, a introdurre nella Val Vestino questo
tipo di costruzione (l’intelaiatura delle travi del tetto
è tipica del modo di costruire di queste popolazioni)”.
Alcuni di questi fabbricati sono ancora impiegati per
l’allevamento del bestiame e per la produzione del
formaggio, altri sono stati ristrutturati e usati come
abitazioni estive da privati. Un certo numero è poi
in completo abbandono. La precisa caratteristica del
tetto in paglia è andata comunque persa. E questo a
causa sia dei costi che per il complicato reperimento
della materia prima. “Così, a partire dagli anni ’80 –
prosegue la nota storica esplicativa - si iniziò a pensare di recuperare queste strutture. I primi interventi,
fortemente voluti dall’amministrazione comunale
di Magasa, furono eseguiti a Cima Rest, che venne
recuperata completamente. Dal 1995 fu promosso,
in collaborazione con ERSAF, Regione Lombardia e
Comunità Montana Parco Altro Garda Bresciano, il
ripristino di un primo lotto di quattro fienili che uniti
alla prima struttura e insieme a quella di proprietà
del Sostentamento del Clero, costituiscono il nucleo
di strutture turistico - ricettive denominate “Borgo
Cima Rest”. Le successive acquisizioni comunali di
altri edifici fatiscenti portò nel 2006 al recupero di
quattro ulteriori fienili: altopiano Denai (due) Cabrì
(uno) e Crune (uno)”. Su queste consolidate basi
storico/programmatiche di fondo si muovono le idee
progettuali del progetto in questione. Che, grazie al
completamento degli ultimi fienili, potrebbe stimolare ulteriormente lo sviluppo turistico. Trascinando di
conseguenza l’elemento agricolo a favore delle piccole aziende del settore, simboleggiato dal lancio in
grande stile del formaggio “Tombea”. Oltre a dare
costrutto e solidità di tutela ecologica alla bellezza
inestimabile di un territorio dall’incantato, prezioso e
affascinante orizzonte ambientale.
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
19
Scenario
Tahar Lamri e la voce narrante dell’Africa
Mai più discese
dall’albero della
conoscenza
Incontro alla Biblioteca di Vobarno con lo scrittore algerino
da anni trapiantato a Ravenna.
L’Africa come corpo unico per
tradurre elementi di libertà che
riflettono un connotato arcaico
di civiltà dall’alto profilo sociale. Con formule di integrazione
meno complesse di quel che appare grazie alla forza aggregante
della comunicazione diretta
Voci del continente d’oltremare nostrum. Canti di libertà
dal telematico avvento di liberazione. E collegamenti identitari già efficacemente tradotti nel tessuto sociale del nostro
mondo d’Occidente a volte inopportunamente perplesso.
Tahar Lamri, scrittore algerino migrante dalle radici ormai
consolidate a Ravenna, riepiloga con il fascino di una narrazione descrittivamente attraente, i colori di questo consorzio emozionale tutto da scoprire. Riprendendo le fila di
un discorso molto attuale durante l’interessante incontro
realizzato in Biblioteca a Vobarno, opportunamente intitolato alle “Persone Africane” e coordinato dal direttore di
ValleSabbia News, Ubaldo Vallini. Corrono leggere le parole
di Lamri. Che parte dal riverbero storico di un Africa dal
nome “che deriva dall’antico nome della Tunisia. Ovvero del-
20 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
la non esaustiva suddivisione fra del nord e nera. Perché
di fatto il continente è una cosa sola. Attraversato nord/
sud, est/ovest da nomadi migranti – Tuareg, Berberi ecc., che
ne caratterizzarono l’equilibrio movimentato di commerci e
civiltà”. Ricordando gli elementi formidabili normativi dell’ormai quasi sconosciuto Impero del Songhai. “Dove già nel
1211 esisteva una delle più antiche carte dei diritti umani.
Conteneva articoli molto interessanti. Soprattutto per quel
che riguarda la tutela delle donne e dei bambini” Poi tutto
è cambiato. Sconvolte le eredità di tradizione orale tramandate nei villaggi. Sopraffatta la riflessione saggiamente arcaica
che si sofferma sul fatto che “quando in Africa muore un
vecchio è come se bruciasse una biblioteca”. “Con l’inizio
dell’era scientifico/industriale l’Africa non è più esistita – insiste Lamri - E per molti era impossibile pensare che popoli
come i Dogon del Mali potessero avere conoscenze scientifiche di altissimo livello. Per cui altro non potevano essere
che creature provenienti dallo spazio”. L’elemento moderno di un continente in movimento non può prescindere da
tutto questo. “Anch’io sono un migrante. Ho vissuto gran
parte della mia vita in paesi diversi. Algeria, Libia, Francia.
Ora sono in Italia. Ho imparato la lingua direttamente dalla gente. Nelle piazze e dentro la comunità. Ed oggi scrivo
direttamente in italiano”. Esempio pertinente di neoculturalità dall’efficace effetto integrante. Ne esistono moltissimi.
Generativi a volte di interpretazioni al limite del paradosso.
“Ero stato invitato a tenere una relazione in una scuola racconta ancora Tahar Lamri, piegando il vertice delle labbra
in sorridente sottolineatura - un giovane alunno, figlio di
emigranti di matrice e religione musulmana, presentò l’incontro ad un suo coetaneo italiano come la conferenza di
un terrorista islamico”. Marchio occidentale per eccellenza
quello affibbiato al terrorismo di una certa parte. “Ma nel
nostro contesto Al – Qaeda - argomenta Tahar - non è una
presenza tangibile come lo è a livello di comunicazione in
Occidente. Le difficolta di Egitto,Tunisia, Libia, Marocco ed
Algeria, pur nelle singole diversità sono altre. Lo ha ben dimostrato questa rivoluzione. Scaturita spontaneamente dal
popolo e dalla rete senza simboli, slogan e bandiere sfregiati.
Da conoscere sono piuttosto le realtà sociali di questi territori.Tunisia ed Egitto hanno iniziato il complicato processo
verso la libertà. L’Algeria è invece un mostro a cento teste dominato dalla corruzione. La Libia, paese problematico quanto la Siria, della quale leggiamo le efferatezze, ma
in cui la cosiddetta divisione tribale – Tripolitania, Cirenaica
ecc - è un fatto inesistente. In Marocco la situazione è più
sotto controllo. Perché la figura del re è elemento di unità
riconosciuto”. La visione tragica lascia il posto ad elementi
di positività poco visibili. “A Lampedusa gli abitanti hanno
preparato il cous cous per gli immigrati. E anch’io ho trovato in Italia un grande cuore. Fin dall’inizio, quando non co-
noscevo la lingua. Come quello disponibile e aperto della
persona che, alla fermata dell’autobus, vedendo che non
capivo le sue domande, ha guardato da solo, alzandomi
il lembo della manica della giacca l’ora del mio orologio.
Un gesto semplicissimo, che per me rappresenta un segno
indelebile di cordialità ed accoglienza. Forse oggi è tutto un
po’ più complicato”. Ricorrenza del tempo che intaglia nelle
ripartenze e fermate la legge essenziale dell’intercambio
di comunicazioni, linguaggi, esperienze evitando il meccanismo frenanante del luogo comune. “Forse è importate
proporre quello che si è, che si conosce e che si vuol far
conoscere della propria cultura con maggior chiarezza” È
lo stimolo che arriva da Pietro Barziza, viaggiatore d’Africa
in ideale ripercorrenza sulle antiche rotte migratorie dei
popoli amalgamati dentro la madre di tutti i continenti. Tahar Lamri annuisce. Per poi ricominciare a narrare “A Tambacunda – Senegal. Villaggio grande come una città. Bivio
d’incontro e di memoria, l’orologio della stazione è fermo
da sette anni....Questo è il mio posto”. Luogo peregrino e
fermo alle origini di un tempo dove si possono incontrare
persone capaci di “inventare alberi genealogici” per sentirsi
più vicino agli antenati. Per poi incamminarsi “ne triste ne
contento” fino al richiamo del grande baobab millenario sul
quale arrampicarsi. Ed osservare tutti i giorni ai suoi piedi, il
mattino, tre persone, dall’improbabile frammentaria arcata
dentaria, per raccontarsi una storia. Un baobab magicamente attraente di contraddizioni e di saperi misteriosi difficili, ma non impossibili da catalogare. Dove persone senza
denti, con l’emozione che scorre libera da freddi, scientifici
codici antropologici, viaggiano dentro grandi orizzonti, narrando ed ascoltando. Un albero forte che “assomiglia ai
narratori perché quando è spoglio sembra avere le radici
per aria”. Simbolo immanente dell’affascinante singolarità
africana, che invita alla scoperta ed al dialogo. Dal quale
non vogliamo più scendere.
[Grande Brescia]
Nella fotografia epocale da campo
di Telemaco Signorini
Epicità e cronaca in
ardimento pittorico
di Mario Negroni
Nel dipinto “L’Alt dei Granatieri
Toscani a Calcinatello presso
Brescia” del 1859, la “macchiaiola”
interpretazione
diretta
del
pittore, che proprio in quell’anno
fu al seguito all’Artiglieria Toscana.
Seguendo una tensione patriottica
comune a molti esponenti di quel
movimento artistico
Il Macchiaiolismo toscano è considerato il movimento
artistico più interessante dell’Ottocento Italiano; ciò non solo
per la coerenza delle aspirazioni e l’unità delle ricerche degli
esponenti che ne fecero parte, ma anche per la qualità dei
risultati che ne scaturirono. Esso prese il nome dalla “macchia”
considerata come principio fondante di una visione pittorica
innovativa. Com’è facile intuire, la macchia ha rappresentato
in ogni epoca lo spregio grafico per eccellenza ed elevarla
a icona di un’arte come quella pittorica significava rompere
con gli schemi convenzionali delle scuole accademiche
più di quanto non fosse mai accaduto in precedenza. Nei
Macchiaioli l’elemento macchia non si limitava ad esprimere
un accordo di toni, cioè di ombre e luce, finalizzato a suscitare
nell’animo un sentimento capace di esaltare la fantasia, ma
indicava piuttosto un nuovo e specifico modo di dipingere.
L’innovazione artistica introdotta dai Macchiaioli, per i quali
tutto è bello in natura dal punto di vista dell’arte, consisteva
nel “fotografare” le impressioni che ricevevano dalla realtà
mediante macchie di colore dotate ciascuna di un valore
autonomo da raffrontare poi tra loro con la tecnica istintiva del
rapporto cromatico diretto. Una giustapposizione di semplici
zone di colore, che i macchiaioli consideravano non già come
abbozzo ma come sintesi finale del traguardo creativo, e dalla
quale lo studio della forma e la valorizzazione del contesto
rimanevano espressioni marginali o meramente pretestuose.
Luogo di convegno e sede delle discussioni dei Macchiaioli
furono il fiorentino Caffè Michelangiolo e il paesino di mare
di Castiglioncello in provincia di Livorno. In tal modo la vita
artistica delle Accademie si spostava, anche di fatto, in ritrovi
“comuni”, e si separava – di conseguenza - l’arte “ufficiale”
dall’arte “viva”. Il periodo più intenso delle ricerche intorno al
nuovo principio figurativo non durò che pochi anni (dal 1854
al 1860 circa); dopo di che i Macchiaioli si volsero, ciascuno
secondo il proprio talento, ad espressioni più libere e varie.
Era il 1859 e l’Italia, purtroppo, ancora un paese diviso. Il popolo
e gli intellettuali d’Italia, da tempo, chiedevano l’indipendenza
e l’unità della penisola, ma senza ottenere risultati. L’Austria,
nonostante le continue pressioni, non mollava la presa e
continuava a tenere sotto giogo il territorio del Lombardo
- Veneto. Il Re del Piemonte, grazie alle trame diplomatiche
di Cavour, mirava ad impadronirsi dell’Italia Settentrionale
convinto che ciò avrebbe aperto nuove prospettive al
movimento di unità nazionale. Anche Napoleone III, Re di
Francia, appoggiava la linea politica intrapresa da Cavour,
ma non tanto per consentire all’Italia di emanciparsi, bensì
per sottometterla definitivamente alla sua egemonia. Dopo
l’insurrezione toscana, alla quale avevano aderito anche
le truppe, il Governo Provvisorio di Toscana aveva deciso
di confermare l’appoggio a Vittorio Emanuele II per tutta
la durata del conflitto. Una guerra comune del Regno di
Piemonte con il Regno di Francia e il Granducato di Toscana
alleati contro l’Austria: una guerra che sarebbe passata alla
storia con il nome di “II Guerra d’Indipendenza”. Una
delle battaglie principali si svolse sui colli di Solferino e S.
Martino; le truppe Franco-Piemontesi, con l’appoggio delle
truppe Toscane, riuscirono alla fine a prevalere, sia pure a
costo di grandi perdite umane da entrambe le parti.
Un tempo, quando si partiva per la guerra, ai soldati si univano
anche scrittori e pittori: erano i cronisti dell’epoca. Così, nel
1859, “come artigliere al quinto pezzo della prima batteria
sotto il comando del Colonnello Masel e Capitano Palmieri
e, poi, sotto il comando di Garibaldi”, partì anche Telemaco
Signorini (1835-1901). Figlio di pittore (il padre era un
“ottimo vedutista della Firenze lorenese”) pensava che la sua
vocazione fosse quella del letterato ma, quasi obbligato dal
padre, si decise a dedicarsi principalmente alla pittura. Ma non
solo! Telemaco Signorini, infatti, spicca tra le figure di primo
piano non solo per le sue innegabili doti di artista e per i risultati
conseguiti, ma anche per la sua sveglia intelligenza critica e per
la mordace vena polemica (di cui lasciò anche alcuni vivaci
ricordi nel famoso volumetto “Caricaturisti e caricaturali al
Caffè Michelangiolo” che si affianca alla raccolta di sonetti in
lingua e in vernacolo dal titolo “Le 99 discussioni artistiche” e
altri numerosi manoscritti). Nel 1858 si recò a La Spezia “alla
ricerca di un’atmosfera consona alle nuove esigenze formali,
alla ricerca di un ambiente visivo che gli rendesse più facile,
nel rapporto diretto con il vero, la definizione di quel netto
contrasto tra luce e ombra, capace di individuare la macchia
come elemento grammaticale dell’opera”. Nel 1859, seguendo
quella tensione patriottica comune a molti macchiaioli, anche
Telemaco Signorini partì, al seguito dell’Artiglieria Toscana. In
questo periodo l’impegno di Signorini si rivolse ai temi militari.
In seguito partecipò, con altri pittori, alla Scuola di Pergentina
che “continuò con minor rigore programmatico le ricerche
di macchia”.
Alcuni dei successivi dipinti, poi, si volsero a ritrarre aspetti di
città nordiche, dell’Inghilterra e della Scozia, dove egli si recò
più volte, mosso da quella stessa viva curiosità intellettuale
che lo aveva spinto a rendersi conto delle novità introdotte
dalla contemporanea pittura francese e a stringere amicizia a
Parigi con Degas e con Monet.
Dell’opera “L’Alt dei Granatieri Toscani a Calcinatello
presso Brescia” esiste un disegno, che sembra databile al
1859 e realizzato dal vero poiché ritrae alcuni soldati in un
momento di riposo. Dal disegno Signorini trasse un primo
bozzetto, di esecuzione molto sommaria. Poi un secondo
bozzetto, di dimensioni più piccole, nel quale la conduzione
pittorica definisce le persone e le cose con maggiore
accuratezza; esso è più vicino alla versione definitiva, e
le masse sono distribuite con pari modalità compositiva.
Questa teletta presenta una straordinaria tavolozza luminosa,
chiarissima nel cielo. Secondo la critica è “con questo bozzetto
che Signorini dimostra di aver maturato il nodo della macchia
chiaroscurale”.
Il dipinto esprime compiutamente i valori acquisiti della nuova
ricerca macchiaiola, incentrati sul contrasto violento di ombre
e luci, e sulla calibrata ricerca tonale. Il quadro fu esposto al
prezzo di 50 francesconi alla Promotrice di Firenze nel 1860.
Andato invenduto, figurò successivamente alla Esposizione
Nazionale di Brera a Milano, dove fu acquistato dalla Società
degli Artisti e Patriottica di quella città. Pare interessante
rilevare che il soggetto dell’opera non è propriamente bellico,
ma la scelta di Signorini, non a caso, privilegia l’illustrazione
di temi militari antiretorici. In esso, infatti, i soldati vengono
rappresentati in un momento di riposo. Se non fosse per le
divise indossate dalle persone ritratte si potrebbe addirittura
ipotizzare un contesto pacifico nell’ambito di una calma
periferia urbana dell’epoca.
Nel periodo di “cronista” a fianco delle truppe toscane
Telemaco Signorini produrrà altre opere, delle quali una
soltanto “fotografa” una scena di combattimento:
- L’artiglieria toscana a Montechiaro salutata dai francesi
feriti a Solferino.
- Avanti a braccia – gli Zuavi francesi a Rubiera (chiamato
anche “Ingresso in Piubega”).
- La cacciata degli Austriaci dalla borgata di Solferino
Telemaco Signorini appare quindi un personaggio singolare,
anche sotto l’aspetto del carattere umano. Con la sua
partecipazione all’azione patriottica dimostra di aver ritenuto
necessario ricorrere ad un’azione bellica per il raggiungimento
di un ideale più alto. Ma, una volta sperimentato quanto
possano essere cruente e mostruose le conseguenze di una
guerra, si sofferma a “fotografare” aspetti diversi. Anche per
questo c’è materia più che sufficiente per un’analisi e un
approfondimento, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico
e artistico delle opere, sia sotto il profilo umano e culturale
dell’autore. E sarebbe interessante, pure, poter vedere le
opere dal vero. Si tratta, come ovvio, di una provocazione che
però gruppi e associazioni culturali potrebbero raccogliere e,
nell’ambito delle proprie capacità e competenze, convertire
in sfida a beneficio sia di chi già apprezza l’arte, sia di coloro
che, se avvicinati e opportunamente aiutati, ne potrebbero
comprenderne la bellezza e il valore.
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
21
Primo Piano Associazioni
A Gavardo il fascino incantato del Giocabosco
Giovani interpretazioni
ecodidattiche
di Michela Sartori
Interessante e utile iniziativa
dedicata all’infanzia scolare e
prescolare (2-10 anni) ideata da Michela Sartori. I bimbi,
dai 2 ai 10, travestiti da piccoli
gnomi, accompagnati da fate/
assistenti e da una bella storia, apprendono il rispetto per
le regole del bosco immersi
nella natura. Qui di seguito il
racconto per sensazioni, argomenti e racconti d’ambiente, di
quel che accade in questa reale, fantastica foresta.
Abitata da sogni ed emozioni
dal delicato e avvincente sviluppo educativo.
Appello urgente a tutti i bambini dai 2 ai 10 anni:
gli Gnomi hanno bisogno di Voi!! Proprio loro , i
protagonisti di tante fiabe e leggende, i piccoli abitanti
dei boschi dai cappelli rossi a punta, sono in difficoltà.
La maleducazione delle persone sta mettendo a dura
prova l’esistenza del mondo nel quale vivono e loro
da soli non ce la fanno a proteggere animali e natura,
per questo chiedono aiuto anche ai bambini. Ad
accompagnare gli Gnomi in questo difficile compito
di insegnare l’educazione ambientale ci sono Fata
Margherita, Fata Selvaspina e Fata Nilla Mirtilla, che
aspettano i bambini in gita con la scuola dell’Infanzia
e Primaria o con la famiglia per vivere un’esperienza
fantastica immersi nella natura. I piccoli ospiti,
travestiti da Gnometti, accompagnati da una storia,
attraverso un percorso che coinvolge i cinque sensi,
imparano le “regole del bosco” e l’importanza della
salvaguardia del mondo degli gnomi, ovvero di tutta
la Natura, ma saranno anche stimolati a sviluppare
il piacere della scoperta e della collaborazione per
raggiungere un obiettivo.
22 SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
Ovviamente il tutto per mezzo del gioco e della
fantasia. Attraverso gli odori, le forme, i rumori, e
i colori del bosco, viene insegnato ai piccoli ospiti
l’atteggiamento giusto per difendere insieme a Gnomi
Fate e agli animali la natura. Dopo una mattinata con
fine della giornata, prima della partenza, i bambini
le Fate, dopo il pranzo al sacco, nel pomeriggio, i
riceveranno dagli Gnomi un riconoscimento per
bambini potranno giocare nell’area giochi attrezzata
essere diventati “Guardiani del Bosco”.
con originali casette di legno, labirinto, tunnel, scivolo
Il Giocabosco è aperto tutti i giorni su prenotazione
anche se il gioco preferito resta la scalata degli argini
da Aprile a Ottobre per le gite scolastiche e i grest,
e le scivolate dalle scarpate. Le Fate propongono poi
alcune date vengono riservate per le Giornate
il Truccagnomi e Laboratori manuali per costruire
delle Famiglie nelle quali si ricevono i privati, sul
scacciapensieri, infeltrire la lana, disegnare, colorare.
sito si trova il calendario e il programma di queste
Quanto ai grandi che li accompagneranno, sappiate
giornate. E’ importante che i bambini non sappiano
che potranno solo essere spettatori silenziosi,
delle attività che si svolgeranno durante la giornata
perché i protagonisti della giornata sono solo i
in modo che tutto sia una sorpresa!
bambini. Nel bosco sono presenti le affascinanti
Al Giocabosco è possibile anche festeggiare i
abitazioni degli Gnomi sugli alberi, che destano
compleanni dei bambini dai 2 ai 7 anni.
molta curiosità ed interesse nei bambini che ad ogni
avvistamento rafforzano la convinzione di essere in
Il Giocabosco si trova a Gavardo (BS), via del Colle 21.
un bosco magico. In un’area del querceto vivono i
Per info e prenotazioni
pony, i conigli, le galline e le colombe delle Fate che i
www.giocabosco.it - [email protected]
bambini potranno osservare durante la giornata. Alla
tel. 339/5631539 - fax 0365-373448
Primo Piano Aziende
Dal 1948 la Gelateria Scaligeri
nel centro storico di Sirmione
Internazionali
refrigeranze d’asporto
Beppe
Bignotti
prosegue
l’attività di famiglia fra le prime
a proporre gelati sul lago di
Garda. Gli altri rami d’impresa
del gruppo al Ristorante La
Rucola ed alla Pizzeria Scaligeri’s.
E la tradizione continua. Con
l’impegno dei figli e l’apertura
di un modernissimo punto
vendita gelati fuori le mura a
Colombare
L’incrocio di passeggio originale, con accompagnamento alle voglie del palato che scorre sull’aromatica conicità del gelato, è ormai un classico sirmionese.
Anzi gardesano. Con attributi internazionalizzanti di
consolidata ed apprezzata certezza . Per un gusto intatto, nel suo dinamismo cadenzato alle bellezze del
posto, che filtra in penisola ormai dal lontano 1948.
Alla Gelateria Scaligeri di Sirmione del Garda, ogni
giorno confabula lo struscio esclusivo di questa storia.
Tirando avanti nel patrimonio imprenditoriale di famiglia composto altresì, sempre nel cuore del centro
storico, dallo stellato Ristorante la Rucola, all’esegesi di
mozzarella e pomodoro della Pizzeria Scaligeri’s. Mentre fuori le mura, nel viavai alternativo di Colombare,
altri gelati sono in rampa da asporto, nel nuovissimo
locale di recentissima ed attesa inaugurazione. Tra il
primo vetrinistico effetto di Primavera di Sirmio vicoli
e mura, Giuseppe – Beppe – Bignotti, traccia linee di
ricordo per un intrigante e di successo percorso di
lavoro. Lo spazio è il suo Bar Scaligeri appunto. Cuore
dall’aromatico interferire rinfrescante di creme e frutti
da mattina, pomeriggio e sera votati al relax. “L’idea
venne a mio nonno Angelo Nocera – racconta Beppe,
con il consapevole orgoglio di rappresentarne la continuità – era il 1948 e questa dove siamo seduti ades-
so, è stata una delle prime gelaterie del lago di Garda.
In successione, a livello familiare, sono poi arrivati il Ristorante la Rucola, gestito da mio fratello Gionata e la
pizzeria Scaligeri’s, oggi condotta da mio figlio Angelo”.
Per la cronaca alla Rucola la Stella Michelin è sempre
di casa. Mentre in quella che un tempo si chiamava
Bicocca, il forno a legna, con qualità di pizza annessa
e connessa, si certifica in antesignana quasi esclusiva
presenza in ambito benacense. In una centralità appassionata dentro la bellezza della Sirmione che lambisce
fasti turistici in ossequio a radici culturali importanti.
Che nella famiglia di Beppe Bignotti, risaltano nell’impegno altresì entusiastico dello zio Michele Nocera,
noto critico e giornalista capace di trasferire il forte
respiro catulliano, via Maria Callas, ad una curiosità di
livello internazionale. Aggiungendo tonalità, ancora di
chiaro spessore esemplificativo con la virtuosa molteplicità dell’interessenza di gruppo familiare attivamente proteso nel panorama spazio localistico, un altro
legame da raccontare in relazione alla funzione non
solo simbolica del marchio Scaligeri. Ovvero la parentela – leggi marito e moglie – della sorella di Giuseppe, Miriam con Giovanni Sartori, attuale direttore
sportivo del mitico fenomeno Chievo Calcio e dagli
importanti precedenti trascorsi agonistici sotto le insegne del Milan. Anche in questo ulteriore intreccio di
legami che risiedono e vivono in penisola, il valore aggiunto rappresentato da un ambiente, un’identità, una
storia che non si ferma al primo tocco di sensazione
operativa. E del resto anche Giuseppe, aldilà della vocazione d’imprenditore, qualche ghirigoro sistematico
inclinato a dribbling, lanci e organizzazione tattica di
gioco l’ha messo e lo mette in opera con esperto e
sagace ottimo piede calcistico. Ribadendo in questo
caso il valore di importanti affinità elettive. Ma torniamo in gelateria. Per assaporare ancora un po’ di questi
avvenimenti che incontrano il calembour d’immagini
appropriate appoggiate alle emblema Scaligeri. “L’offerta di gelato è stata da sempre la nostra specialità
– prosegue Giuseppe Bignotti ripercorrendo tratti di
memoria più o meno recenti – dopo mio nonno qui
hanno lavorato mia mamma Maddalena e mio padre
Angelo che nella lavorazione del prodotto è stato un
vero talento. Ricordo con soddisfazione la sua vittoria
nel campionato mondiale per il gelato alla nocciola.
Oggi la tradizione continua con qualche sostanziale
cambiamento di rotta adeguato ai tempi”. Ed infatti
agli Scaligeri, dove punto di riferimento importante è
anche la moglie di Beppe, Lella, hanno recentemen-
te rinnovato il look. Associando la novità degli arredi
ad un’interpretazione d’offerta, che non esclude ovviamente la storicizzata magia del gelato, più legata a
quello che si può definire un Coffee Restaurant. “L’attenzione alle richieste del mercato – prosegue Bignotti – ha sempre costituito uno stimolo essenziale alla
nostra attività. Come del resto anche la concentrazione sugli sviluppi d’investimento per il futuro. Da questi
presupposti è nata l’idea di aprire una gelateria, inaugurata proprio in questi giorni, anche fuori dal centro
storico, a Colombare. Con una particolarità organizzativa precisa: solo gelato da asporto al banco. Inoltre
abbiamo riproposto i tradizionali contenitori coperti
per i diversi gusti, riassumendo in un mix di tradizione
e modernità un ambiente di lavoro e distribuzione al
massimo livello funzionalmente qualitativo”. L’elegante profilo angolare, tra legni ed acciai ben raccordati
nell’ambiente, che rivolge il suo sguardo post consegna di cono o diverso contenitore, tra una panchina di
sosta e un’occhiata di verde, assume valenze in chiave
futura dal efficace dinamismo aziendale.“L’impegno in
questa nuova avventura – commenta in conclusione
Giuseppe Bignotti – è anche in funzione di un’ancora
viva voglia di continuità imprenditoriale di tipo familiare. Gli altri miei due figli hanno intenzione di proseguire in questa attività. Benjamin, come il più grande
Angelo che gestisce la pizzeria, sta già lavorando con
me. Carlo Maria studia all’istituto alberghiero. Indirizzo scolastico scelto proprio per intraprendere a sua
volta la carriera nei nostri esercizi turistici”. In questo
futuro che avanza rapidamente, rispecchiando passato e presente effervescenti di creatività e di crescita,
l’avvincente e mai doma fresca fragranza, di scaligera
evolutiva emozione. Internazionalmente, gustosamente, felicemente d’asporto.
SOTTO TRACCIA APRILE-MAGGIO
23
GRAPHITE
La Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo Società Cooperativa bandisce per il ventesimo anno
consecutivo un concorso per l’assegnazione di n. 80 Premi allo Studio per l’anno scolastico 2010/2011
e l’anno accademico 2009/2010 per l’iscrizione e la frequenza ad istituti e scuole di istruzione secondaria
di primo e secondo grado, statali o riconosciuti dallo Stato, corsi di laurea universitari di qualsiasi facoltà e
riconosciuti dallo Stato.
1) I n. 80 premi allo studio saranno riservati rispettivamente in n. 40 ai Soci e figli di Soci e in n. 40 ai figli di
clienti che intrattengano un rapporto di conto corrente con la Banca. Essi verranno suddivisi tra le varie
scuole ed indirizzi secondo le modalità di seguito riportate ed in proporzione alle domande pervenute. Il
valore dei premi allo studio è fissato in Euro 200,00 per la scuola secondaria di primo grado (scuola media),
Euro 400,00 per la scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore) e per gli istituti professionali, Euro
500,00 per l’università.
L’assegnazione dei premi allo studio è stabilita dal Consiglio di Amministrazione con giudizio insindacabile in
base alla graduatoria di merito.
Verranno prese in considerazione, ai fini della graduatoria di cui sopra, le domande presentate
aventi i seguenti requisiti:
• Studenti che hanno conseguito la licenza di scuola media con la votazione di 10/10.
• Studenti della scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore), che hanno riportato
nella sessione estiva dell’anno scolastico 2010/2011 una votazione, senza debiti formativi, non inferiore a
8.5/10 nello scrutinio finale se trattasi di promozione ad anno successivo e 95/100 per il conseguimento del
diploma di maturità.
• Studenti di istituti professionali che possono dar diritto al conseguimento del diploma oppure ad
una semplice qualificazione professionale che hanno frequentato il terzo anno e si iscrivono al quarto ed
hanno riportato, senza debiti formativi, una votazione non inferiore a 8.5/10. Gli studenti del quarto e
quinto anno saranno equiparati agli studenti di scuola secondaria di secondo grado a livello di maturità.
• Studenti frequentanti l’università che abbiano conseguito un numero di crediti congruo con il
relativo e regolare piano di studi e una media non inferiore ai 27/30.
2) I concorrenti iscritti agli istituti di istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2010/2011
dovranno comprovare i requisiti di cui sopra mediante certificato rilasciato dalla scuola o dall’istituto cui
appartengono. Il certificato scolastico dovrà riportare, ove previste, le votazioni ottenute in ciascuna materia
e gli eventuali debiti formativi. La media sarà calcolata con l’esclusione dei voti riportati nelle eventuali
materie facoltative.
Dal concorso sono esclusi gli studenti ripetenti.
I concorrenti iscritti a corsi universitari successivi al primo delle rispettive facoltà per l’anno accademico
2009/2010 dovranno comprovare che si trovino in regolare corso di studi presentando la seguente
documentazione:
• copia del piano di studi depositato presso la Segreteria della Facoltà. Il suddetto piano di studi dovrà
risultare regolarmente approvato;
• certificato rilasciato dalla Segreteria dell’Università attestante il numero di esami sostenuti e le votazioni
riportate per ogni esame.
Nel caso in cui uno dei due documenti di cui sopra non dovesse essere presentato il concorrente non sarà
ammesso al concorso.
L’età massima degli studenti frequentanti corsi universitari non dovrà essere pari/superiore ai 26 anni alla
data di presentazione della domanda.
La domanda di ammissione al concorso redatta sul modello predisposto e disponibile presso tutti gli
sportelli della Banca, corredata dalla documentazione prescritta dal successivo punto 4) potrà essere
presentata, entro e non oltre il 31 luglio 2011, direttamente presso gli sportelli della Banca di Bedizzole
Turano Valvestino Credito Cooperativo oppure essere inviata a mezzo lettera raccomandata all’attenzione
dell’Ufficio Segreteria Generale della BCC presso la Sede di Bedizzole.
4) Alla domanda dovranno essere allegati i seguenti documenti:
• Stato di famiglia del concorrente;
• Certificato della Scuola o dell’Università di cui al precedente punto 2).
5) All’assegnazione dei premi allo studio provvederà il Consiglio di Amministrazione della Banca con sua
delibera sulla base della graduatoria elaborata.
6) Ai vincitori sarà data comunicazione personale entro il mese di settembre 2011. La graduatoria di cui sopra
sarà disponibile presso le filiali della Banca per una eventuale consultazione almeno quindici giorni prima
della data stabilita per la consegna.
7) La consegna del premio è subordinata al possesso di libretto a risparmio per gli studenti
minorenni e di conto corrente personale per gli studenti maggiorenni aperto presso la filiale
della Banca di Bedizzole Turano Valvestino indicata dal vincitore.
8) Le domande incomplete nella documentazione o che pervenissero fuori termine stabilito non saranno prese
in considerazione.
Bedizzole, 7 ottobre 2010
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