Valori estremi e rischi assicurativi di Anna Maria Fiori [email protected] Tradizionalmente rivolta ad ambiti propri dell’ingegneria e delle scienze ambientali (climatologia, idrologia, geologia), la teoria statistica dei valori estremi ha recentemente conquistato un ruolo di primo piano nelle discipline attuariali e finanziarie. Alcune fondamentali pubblicazioni apparse negli Anni Novanta (ad esempio Beirlant, Teugels e Vynckier, 1996; Embrechts, Klüppelberg e Mikosch, 1997) hanno, infatti, accreditato la convinzione che una metodologia appropriata per modellare perdite estreme in contesti assicurativi e finanziari sia la stessa che da tempo viene applicata per valutare l’eccezionalità degli eventi di pioggia intensa (cfr. “La statistica ed il dissesto idrogeologico” di A. Bodini su SIS-Magazine del 19.04.2010) o i livelli massimi delle maree in zone soggette a rischio di inondazioni (cfr. “Valori estremi e analisi dei rischi ambientali” di S. A. Padoan su SIS-Magazine del 13.05.2011). Un contesto privilegiato per illustrare questo parallelismo riguarda la valutazione dei trattati di riassicurazione. Nonostante la maggioranza delle persone sia titolare di una o più polizze assicurative, nessun soggetto privato entra normalmente in contatto con il ramo della riassicurazione. Quest’ultimo ha dunque “vissuto nell’anonimato” per circa 150 anni, considerato che la fondazione della prima riassicurazione professionale, Cologne Re, è avvenuta nel 1842 in seguito ad un incendio che aveva devastato la città di Amburgo. Il recente incremento dei costi assicurativi conseguenti a calamità naturali e disastri provocati dall’uomo (cfr. figura sottostante) ha, tuttavia, modificato questa situazione, facendo uscire dall’ombra un’industria che riveste un ruolo primario per la stabilità del settore assicurativo e, più in generale, dell’economia nel suo complesso. Costi globalmente sostenuti dalle assicurazioni per eventi catastrofali (in miliardi di Dollari USA, a prezzi 2011) Fonte: http://www.swissre.com/media Disciplinata nell’art. 1929 del Codice Civile italiano, la riassicurazione è il contratto con il quale un soggetto, ossia l’assicuratore diretto (compagnia cedente o riassicurato) trasferisce parte del rischio o dei rischi assunti ad un altro assicuratore (il riassicuratore o cessionario), versandogli contestualmente un premio. A questo contratto rimane estraneo l’assicurato principale, che non ha rapporti diretti con il riassicuratore. Sotto il profilo tecnico-economico, i vantaggi per la compagnia cedente spaziano da una composizione più equilibrata del portafoglio di rischi all’ampliamento della capacità di sottoscrizione, alla riduzione del capitale proprio a copertura dell’attività (come consentito nell’attuale regime di Solvency I1). Sul piano economico-sociale, la riassicurazione consente di rendere assicurabili rischi che per la loro natura, per le dimensioni o per l’esposizione a particolari situazioni di casualità (“concentrazione di rischi”, ad esempio l’incendio di un grattacielo, ed il conseguente cumulo di sinistri) non sarebbero normalmente assumibili. I principali attori del mercato riassicurativo sono necessariamente società di dimensioni rilevanti, che diversificano i rischi su base mondiale, avvalendosi frequentemente della retrocessione ad altre compagnie riassicurative. Munich Re, Swiss Re, Hannover Re, Berkshire Hathaway e Lloyds sono le prime cinque presenti sul mercato, ordinate in base alla raccolta premi nel 2009. Nella pratica, i trattati riassicurativi si distinguono in proporzionali e non proporzionali. La riassicurazione proporzionale, che prevede una suddivisione pro-quota di responsabilità e premi tra assicuratore diretto e riassicuratore, è comunemente utilizzata per rischi di “moderata” entità. A fronte di eventi rari ma potenzialmente in grado di compromettere la solvibilità delle compagnie cedenti (ad es. un terremoto, un incendio distruttivo…), l’offerta delle società di riassicurazione si è progressivamente orientata verso soluzioni alternative, sviluppando apposite coperture di tipo non proporzionale. Nella riassicurazione non proporzionale per eccesso di sinistro (excess of loss, o XL), l’obbligo di prestazione del riassicuratore scatta soltanto quando il danno supera un limite monetario D (priorità) contrattualmente prefissato, cosicché restano in carico all’assicuratore diretto tutti i risarcimenti di entità non superiore a D. Nella terminologia propria del ramo vita, il limite D è chiamato livello di ritenzione della compagnia cedente, mentre nel ramo danni – in cui l’entità del danno da risarcire non è nota in anticipo – si usa di preferenza il termine deducibile. Se si denota con Y la variabile casuale rappresentativa del danno oggetto di copertura riassicurativa, l’impegno a carico del riassicuratore in un trattato XL con priorità D si concretizza nel risarcimento dell’importo (aleatorio): (Y − D )+ se Y ≤ D 0 = Y − D se Y > D Il premio equo Π Y (D ) per questo impegno risarcitorio corrisponde al suo valore atteso (aspettativa o media), al quale concorre il contributo di due fattori: Π Y (D ) = Valore medio[(Y − D )+ ] = eY (D) ⋅ FY (D) 1 (1) Disciplina di vigilanza prudenziale del settore assicurativo europeo, che prescrive dei capitali minimi a garanzia degli impegni assunti nei confronti degli assicurati. Il termine FY (D) - funzione di sopravvivenza di Y calcolata in D - rappresenta la probabilità di osservare un danno eccedente la priorità D contrattualmente prefissata: Prob (Y > D). Il termine eY (D) – funzione eccesso medio – esprime invece, condizionatamente al verificarsi dell’evento (Y > D), il valore atteso del corrispondente eccesso di danno (Y – D). Pur non richiedendo la conoscenza dell’intera distribuzione di probabilità di Y, la (1) presenta un’intrinseca difficoltà di valutazione in conseguenza della rarità di eventi significativi per il calcolo sia di FY (D) sia di eY (D) . Questa considerazione viene di seguito esemplificata su un dataset assicurativo incluso nei moduli software EVIR ed EVIM, che eseguono analisi statistiche di valori estremi in ambienti, rispettivamente, R e Matlab. Il dataset dan comprende danni da incendio di entità almeno pari ad 1 milione di Corone danesi (DKK), verificatisi fra il 1980 ed il 1990 e rivalutati ai prezzi del 1985 per tenere conto dell’inflazione del periodo (Fonte: Danish Re). Gli n = 2167 valori del dataset (figura sottostante) possono intendersi come altrettante realizzazioni campionarie y1,…,yn del danno globale Y (ad edifici, arredi, oggetti personali… incluse eventuali perdite di profitto) in conseguenza dell’incendio. In figura è visualizzata un’ipotetica ripartizione del danno fra assicuratore diretto e riassicuratore in presenza di copertura riassicurativa XL con priorità D = 150 milioni di DKK. Serie storica “Danish fire losses” (dan), in milioni di DKK (Fonte: Danish Re), con indicazione degli unici due danni eccedenti un’ipotetica priorità D = 150. Poiché il campione a disposizione include due sole eccedenze rispetto a 150 (rispettivamente 263,25 e 152,41, visualizzate in figura), una stima intuitiva della funzione eY (D) si ottiene prendendo la media aritmetica dei due corrispondenti eccessi di danno: (263,25 − 150) + (152,41 − 150) = 57,83 2 mentre FY (D) - ovvero la probabilità dell’evento (Y > 150) – può essere approssimata con la sua frequenza relativa campionaria: fr (Y > 150) = 2 = 0,00092 2167 Inseriti nella (1), questi risultati consentono un’immediata valutazione empirica del premio equo di riassicurazione (in milioni di DKK): ˆ EMP (D ) = e EMP (D) ⋅ FEMP (D) = 0,0534 Π 57,83 0,00092 Chiaramente, l’affidabilità di un calcolo basato su due sole osservazioni campionarie non può che suscitare qualche perplessità. Peggio ancora: che cosa succederebbe se la compagnia cedente volesse fissare D ad un livello superiore a 263,25 (ovvero il massimo danno storicamente accertato)? Semplicemente, la serie storica a disposizione non conterrebbe l’informazione necessaria per una valutazione puramente empirica del premio di riassicurazione (1). Una soluzione alternativa per quantificare il premio di questa copertura riassicurativa proviene dall’analisi statistica dei valori estremi, la cui variante condizionale propone di descrivere la distribuzione delle “ultime” osservazioni, ovvero quelle superiori ad un’opportuna soglia u (threshold), tramite un modello parametrico fornito dalla legge di Pareto generalizzata (GP). Condizionatamente al verificarsi di un sinistro Y eccedente u, la probabilità che l’eccesso di danno (Y – u) superi un determinato valore y può essere approssimata mediante la funzione di sopravvivenza: 1 − y ξ 1 + ξ β Gξ , β ( y ) = y − e β ξ ≠0 ξ =0 dipendente dai due parametri ξ (forma) e β > 0 (scala). Stimati questi ultimi con opportuni metodi statistici, l’approssimazione GP consente una valutazione parametrica del premio equo (1) muovendo da un approccio noto come “Peaks-over-Threshold” (POT), per la cui descrizione si rimanda ai testi segnalati in bibliografia. Le condizioni di validità per questa approssimazione sono analoghe a quelle richieste nella versione classica della teoria dei valori estremi per l’utilizzo di una legge GEV – di identico parametro ξ – come distribuzione limite per i massimi campionari (cfr. Padoan, SIS-Magazine, 2011). Si tratta di condizioni tipicamente soddisfatte dalla maggioranza delle distribuzioni di uso comune in statistica (dall’esponenziale alla gamma, dalla normale alla lognormale, dalla Dagum alla Weibull...). Data la priorità D = 150, il metodo POT fornisce una stima parametrica del premio equo (1) pari a: ˆ POT (D ) = e POT (D) ⋅ FPOT (D) = 0,0617 Π 152,37 0,000405 un risultato sensibilmente superiore alla precedente valutazione empirica (0,0534). Il confronto fra le due impostazioni, l’empirica e la parametrica, è stato replicato al variare del deducibile D, riscontrando le divergenze riportate in tabella: Deducibile D No. eccedenze campionarie (yi > D) 25 Premio equo XL Valutazione empirica Valutazione parametrica (POT) 24 0,3416 0,3329 50 7 0,2029 0,1779 100 3 0,1201 0,0918 150 2 0,0534 0,0617 200 1 0,0292 0,0465 300 0 - 0,0310 Premio equo (in milioni DKK) di una copertura riassicurativa XL contro il rischio di incendio, al variare del deducibile D: confronto fra valutazione empirica e valutazione parametrica (basata sulla teoria dei valori estremi). Mentre un approccio puramente empirico diventa meno consigliabile al diminuire del numero di eccedenze campionarie osservate (e del tutto impraticabile per D > 263,25 = max{y1,…,yn}), il metodo POT basato sulla teoria dei valori estremi consente una valutazione parametrica della (1) anche in corrispondenza di D prossimo -o addirittura esterno- al range campionario. Specificamente rivolta alla modellizzazione di eventi rari, l’analisi statistica dei valori estremi può fornire un utile supporto quantitativo nella determinazione dei premi di riassicurazione e, più in generale, nella valutazione probabilistica dei costi associati a rischi estremi o “catastrofali”. Tuttavia, non potendo per definizione operare su numerosità campionarie elevate, questa metodologia è soggetta ad ampi margini di incertezza. Analisi di scenario, rivalutazione dei risultati al variare della soglia prescelta per l’approssimazione GP, prove di stress vanno necessariamente affiancate alla tecnica di base al fine di consentirne un’applicazione consapevole e calibrata ai casi concreti. Per saperne di più … Sulla riassicurazione: Swiss Re, The essential guide to reinsurance. http://www.swissre.com/publications/ Romanello, L., Stocco, A. (2011). Assicurazioni vita: rischio, solvibilità e riassicurazione. Seminario presentato al Dipartimento di Metodi Quantitativi per le Scienze Economiche ed Aziendali, Università di Milano-Bicocca. Testo della presentazione accessibile da: http://webnuovo.dimequant.unimib.it/~annafiori/filesRA/riassicurazione-romanello-stocco.pptx … Sull’analisi statistica dei valori estremi e le sue applicazioni finanziarie/assicurative: Beirlant, J., Teugels, J.L., Vynckier, P. (1996). Practical analysis of extreme values. Leuven University Press. Embrechts, P., Klüppelberg, C., Mikosch, T. (1997). Modelling extremal events for insurance and finance. Springer, Berlin. Beltrami, D. (2010). L’analisi statistica dei valori estremi: aspetti metodologici ed applicazioni finanziarie. Tesi di laurea magistrale in Economia e Finanza, Università di Milano-Bicocca. Zerbinati, F. (2011). La riassicurazione e l’analisi statistica dei valori estremi. Tesi di laurea magistrale in Economia e Finanza, Università di Milano-Bicocca. L’autore Anna Maria Fiori, Dipartimento di Metodi Quantitativi per le Scienze Economiche ed Aziendali, Università di Milano-Bicocca (anna.fiori_AT_unimib.it)