BES e non solo: ADHD, AUTISMO didattica inclusiva Dott.ssa Luana Vitale Corso di aggiornamento professionale per insegnanti Scuola primaria G. Deledda Istituto Comprensivo "VIA LAPARELLI 60" A.S. 2013-14 ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) • Il Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività è un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato, secondo i criteri del Diagnostic and Statistical Manual Of Mental Disorders (DSM-III; DSM-IIIR; DSM-IV), da inattenzione e impulsività/iperattività. • Nello specifico, il DSM-IV distingue tre forme cliniche: inattentiva, iperattiva, combinata. In alcuni soggetti prevale la disattenzione, in altri l’iperattività/impulsività, ma nella maggior parte dei casi i due problemi coesistono. • Nel corso dello sviluppo, lo stesso soggetto può evolvere da una categoria all’altra manifestando in modo variabile, nelle diverse fasi evolutive, le tre differenti dimensioni del disturbo. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 2 • Tutti questi sintomi non sono causati da deficit cognitivo (ritardo mentale), ma da difficoltà oggettive nell'autocontrollo e nella capacità di pianificazione pianificazione.. • Sono persistenti in tutti i contesti e le situazioni di vita del bambino, procurando una limitazione significativa delle attività quotidiane. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 3 Disattenzione • L'inattenzione o facile distraibilità tende a presentarsi in particolare come scarsa cura per i dettagli ed incapacità a portare a termine compiti o giochi intrapresi intrapresi.. • E' presente compromissione dell' dell'attenzione attenzione focale (capacità di prestare attenzione su uno stimolo determinato, trascurando i particolari irrilevanti e non utili al compito in corso) e dell' dell'attenzione attenzione sostenuta ovvero della capacità di mantenere l'attenzione attiva nel tempo durante lo svolgimento di attività scolastiche, nei compiti a casa, nel gioco o in semplici attività quotidiane quotidiane.. • Ancor più ardua l’attenzione alternata e divisa divisa.. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 4 Impulsività • L'impulsività si manifesta come incapacità di procrastinare nel tempo la risposta ad uno stimolo esterno o interno interno.. • In genere i soggetti con ADHD rispondono sempre senza riflettere, non riescono quasi mai ad aspettare il proprio turno nelle attività quotidiane o nei giochi giochi;; sono precipitosi e spesso si lasciano coinvolgere in attività pericolose senza valutare adeguatamente le conseguenze (provocando talvolta danni fisici a sé stessi o ad altri).. altri) Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 5 Una combinazione esplosiva • L'impulsività è generalmente associata ad iperattività: • questi soggetti vengono descritti "come mossi da un motorino", non riescono a star fermi, se seduti si muovono con le mani o i piedi, hanno frequentemente l'esigenza di alzarsi e muoversi senza uno scopo o un obiettivo preciso. • A questo si accompagna una sensazione interna soggettiva, di tensione, pressione, instabilità, che necessita di essere scaricata • Tale sensazione soggettiva diventa spesso prevalente in adolescenza o in età adulta, quando si riduce l'iperattività motoria. • Se confrontati con i coetanei, mostrano una eccessiva attività motoria come muovere continuamente le gambe anche da seduti, giocherellare o lanciare oggetti, spostarsi continuamente. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 6 • I ragazzi con ADHD mostrano, soprattutto in assenza di un supervisore adulto, un rapido raggiungimento di un elevato livello di "stanchezza" e di noia che si evidenzia con frequenti spostamenti da un'attività non completata ad un'altra; perdita di concentrazione e incapacità di portare a termine qualsiasi compito o gioco protratti nel tempo. • Nella gran parte delle situazioni, questi soggetti hanno difficoltà a controllare i propri impulsi ed a posticipare una gratificazione: non riescono a riflettere prima di agire, ad aspettare il proprio turno, a lavorare per un premio lontano nel tempo, anche se consistente. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 7 • L'iperattività a questi livelli compromette l'adeguata esecuzione dei compiti richiesti. • L'incapacità a rimanere attenti e a controllare gli impulsi fa si che, spesso, i soggetti con ADHD abbiano una minore resa scolastica e sviluppino con maggiore difficoltà le proprie abilità cognitive: frequentemente mostrano scarse abilità nell'utilizzazione delle norme di convivenza sociale, in particolare in quelle capacità che consistono nel cogliere quegli indici sociali non verbali che modulano le relazioni interpersonali. • Questo determina una significativa interferenza nella qualità delle relazioni tra questi ragazzi ed il mondo che li circonda. La normale iperattività, impulsività e instabilità attentiva non determinano significative conseguenze funzionali. • • Il vero Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività determina conseguenze negative a breve e lungo termine. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 8 Alcuni dati • l’ADHD è presente in circa l'1% (fonte Istituto Superiore di Sanità, 2010) della popolazione infantile a fronte del 5% di studenti sarebbe affetto da DSA con una prevalenza della dislessia sugli altri disturbi( fonte Ministero Istruzione, 2012) • Ha una causa neurobiologica i cui sintomi sono riconducibili a difficoltà nell'autocontrollo e nelle capacità di pianificazione • Non è attribuibile ad un deficit intellettivo. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 9 Riconoscere i segnali Molti bambini e ragazzi possono presentare comportamenti di disattenzione e/o irrequietezza motoria, tuttavia gli alunni che presentano un reale Disturbo hanno difficoltà pervasive e persistenti nel: • selezionare le informazioni necessarie per eseguire il compito e mantenere l’attenzione per il tempo utile a completare la consegna • resistere ad elementi distraenti presenti nell'ambiente o a pensieri divaganti • seguire le istruzioni e rispettare le regole (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di comprensione) • utilizzare i processi esecutivi di individuazione, pianificazione e controllo di sequenze di azioni complesse, necessarie all'esecuzione di compiti e problemi. • Comorbilità con altri disturbi(DSA) Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 10 Riconoscere i segnali • • • • • • • • • • • • Regolare il comportamento e l’eccessiva irrequietezza motoria che si esprime principalmente in movimenti non finalizzati, nel frequente abbandono della posizione seduta e nel rapido passaggio da un'attività all'altra nel controllare, inibire e differire risposte o comportamenti che in un dato momento risultano inopportuni nell’aspettare il proprio turno nel gioco o nella conversazione nell’applicare in modo efficiente strategie di studio che consentano di memorizzare le informazioni a lungo termine difficoltà mnemoniche, particolarmente nella ritenzione delle informazioni nel costruire e mantenere relazioni positive con i coetanei nell'autoregolare le proprie emozioni nell'affrontare adeguatamente situazioni di frustrazione imparando a posticipare la gratificazione nel gestire il livello di motivazione interna approdando molto precocemente ad uno stato di “noia” nell'evitare stati di eccessiva demoralizzazione e ansia nel controllare livelli di aggressività nel seguire i ritmi di apprendimento della classe a causa delle difficoltà attentive. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 11 Dalla Circolare MIUR del 15/06/2010 U3 In merito alla norma sancita dal Decreto Ministeriale 16 gennaio 2009 n° 5 che riguarda “Criteri e modalità applicative della valutazione del comportamento” è auspicabile • che i docenti considerino i fattori presenti nella diagnosi ADHD prima di procedere alla valutazione dell’alunno/a. • Si sottolinea l'importanza e delicatezza della valutazione periodica del comportamento dell'alunno (voto di condotta). Occorre infatti tenere conto del fatto che il comportamento di un alunno con ADHD è condizionato fortemente dalla presenza dei sintomi del disturbo. • Sarebbe pertanto auspicabile che la valutazione delle sue azioni fosse fatta evitando di attribuire valutazioni negative per comportamenti che sono attribuibili a fattori di tipo neurobiologico. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 12 Diapositiva 12 U3 documento sottoscritto da Airipa( Associazione Italiana Ricerca ed Intervento nella psicopatologia dell’apprendimento), Sinpia ( Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza), Aidai ( Associazione Italiana per i disturbi di attenzione , iperattività e patologie correlate) , Aifa ( Associazione Italiana Famiglie Adhd Onlus) e pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità : http://www.iss.it/adhd/docu/cont.php?id=385&lang=1&tipo=3 Utente; 03/12/2013 In sintesi, si ritiene opportuno che tutti i docenti: • predispongano l’ambiente nel quale viene inserito lo studente con ADHD in modo tale da ridurre al minimo le fonti di distrazione • prevedano l’utilizzo di tecniche educative di documentata efficacia , ad es. aiuti visivi, introduzione di routine, tempi di lavoro brevi o con piccole pause, gratificazioni immediate, procedure di controllo degli antecedenti e conseguenti, attività brevi e mirate un obiettivo alla volta anticipare la meta apprendere con il corpo didattica metacognitiva Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 13 Ulteriori suggerimenti di cui avvalersi: • Definire con tutti gli studenti poche e chiare regole di comportamento da mantenere all’interno della classe. • • Concordare con l'alunno piccoli e realistici obiettivi comportamentali e didattici da raggiungere nel giro di qualche settimana. • Allenare il bambino ad organizzare il proprio banco in modo da avere solo il materiale necessario per la lezione del momento. • Occuparsi stabilmente della corretta scrittura dei compiti sul diario. • Incoraggiare l’uso di diagrammi di flusso, tracce, tabelle , parole chiave per favorire l’apprendimento e sviluppare la comunicazione e l’attenzione. • Favorire l’uso del computer e di enciclopedie multimediali, vocabolari su CD, etc. • Assicurarsi che, durante l'interrogazione, l'alunno abbia ascoltato e riflettuto sulla domanda e incoraggiare una seconda risposta qualora tenda a esprimersi frettolosamente. • Organizzare prove scritte suddivise in più parti e invitare lo studente ad effettuare un accurato controllo del proprio compito prima di consegnarlo. AUTOMONITORAGGIO DIDATTICA METACOGNITIVA Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 14 Segue… • Comunicare chiaramente i tempi necessari per l’esecuzione del compito , tenendo conto che l’alunno con ADHD può necessitare di tempi maggiori rispetto alla classe o viceversa, può avere l'attitudine di affrettarne eccessivamente la conclusione • Valutare gli elaborati scritti in base al contenuto, senza considerare esclusivamente gli errori di distrazione, valorizzando il prodotto e l’impegno piuttosto che la forma. • Le prove scritte dovrebbero essere suddivise in più quesiti. • Evitare di comminare punizioni mediante: un aumento dei compiti per casa, una riduzione dei tempi di ricreazione e gioco, l'eliminazione dell'attività motoria, la negazione di ricoprire incarichi collettivi nella scuola, l'esclusione dalla partecipazione alle gite. • Le gratificazioni devono essere immediate e frequenti. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 15 Le terapie • I soggetti affetti da ADHD possono essere sottoposti a terapie: - farmacologiche - psico-educative e comportamentali combinate Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 16 • L’8 marzo 2007, il C.d.A. dell’AIFA autorizzava l’immissione in commercio di due farmaci per l’ADHD: Atomoxetina e Metilfenidato. I farmaci devono rientrare nell’ambito di un programma di terapia multimodale monitorato dal Registro nazionale. Gli psicostimolanti sono considerati la terapia più efficace per l'ADHD e il metilfenidato (RITALIN) è il farmaco di cui, fino ad oggi, è stata raccolta la maggiore esperienza. • Gli psicostimolanti agiscono sui trasportatori per le monoamine: il metilfenidato modula soprattutto la quantità di dopamina, e di noradrenalina, presente nello spazio intersinaptico. Potenzia una trasmissione dopaminergica deficitaria e attenua uno stato di iperattività dopaminergica. È in grado di migliorare l'inibizione delle risposte, la memoria di lavoro e i processi di discriminazione degli stimoli. il farmaco inizia a mostrare la sua attività clinica dopo circa mezz’ora dalla somministrazione orale, raggiunge il picco di attività dopo un’ora per una durata terapeutica di circa 2-5 ore. Il metilfenidato viene quindi solitamente somministrato 2-3 volte al giorno. Esiste peraltro un a notevole variabilità di risposta clinica tra i singoli individui Il metilfenidato è utilizzato in gran parte dei Paesi dell’Unione Europea e in molti altri Stati: Usa, Australia, India, Canada, Cile, Hong Kong, Inghilterra, Iran, Israele, 17 Malesia, Messico, Olanda, Nuova Zelanda, Sud Africa, Singapore, Venezuela. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 I FARMACI PER LA CURA DELL’ADHD I limiti farmacoterapeutici Mentre l’efficacia nel breve periodo è ben documentata, pochi sono stati finora gli studi che hanno analizzato gli effetti a lungo termine del metilfenidato. • I risultati ottenuti non hanno evidenziato nei pazienti trattati un miglior inserimento sociale o il raggiungimento di più alti livelli di scolarità rispetto ai controlli. • Ne consegue che le evidenze a tutt’oggi disponibili supportano l’uso del farmaco solo per un periodo di breve durata e nell’ambito di una terapia non solo farmacologica. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 18 Gli effetti collaterali • I ricercatori ritengono che i medicinali migliorano il comportamento dei giovani con ADHD ma possono esporre al rischio di problemi di crescita (ritardo) e di sbalzi di umore. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 19 Le terapie non farmacologiche LA TERAPIA PSICOPSICO-COMPORTAMENTALE • Include un ciclo di incontri di Parent Training (svolto in gruppo o singolarmente in base alle dinamiche genitoriali ) e la consulenza sistematica agli insegnanti. • Il Parent Training è composto da sedute semi-strutturate (in genere almeno 10) che includono una serie di informazioni sull’ADHD e altre attività formative relative alla comprensione del problema e l’applicazione di strategie comportamentali. • La consulenza sistematica agli insegnanti include 4 incontri in cui osservare e comprendere le caratteristiche del bambino per diventare capaci di modulare le richieste degli insegnanti e ridurre i comportamenti disfunzionali del bambino con ADHD. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 20 WARNING! • E’ importante sottolineare che ogni terapia va adattata al bambino bambino.. • Il clinico deve tenere in considerazione diversi fattori che determinano una certa scelta terapeutica, tra cui: la comorbilità del bambino, la situazione familiare (in particolare il livello socioeconomico e il vissuto dei genitori stessi), la collaborazione con la scuola, la possibilità per i genitori di recarsi frequentemente presso il servizio di riferimento. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 21 Il Parent Training • La necessità di operare in modo attento e sistematico con i genitori nasce da almeno quattro considerazioni: 1) la famiglia è una risorsa importante per cercare di favorire i comportamenti positivi del bambino, soprattutto nell’età prescolare; 2) il lavoro con il bambino a volte non è sufficiente per osservare l’apprendimento di adeguati comportamenti a casa e a scuola; 3) l’istinto materno e paterno, ovvero la disponibilità dei genitori ad affrontare le problematiche sollevate dal figlio con ADHD, non sono sufficienti a modificare i comportamenti iperattivi e/o la disattenzione; 4) la frequente presenza di relazioni disfunzionali dei membri della famiglia con il bambino ne aggravano il suo profilo psicologico. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 22 • I parent training sono piuttosto mirati e tendono a distinguere le problematiche coniugali dagli aspetti relativi all’educazione dei figli. • Gli incontri servono a preparare i genitori all’accettazione e al cambiamento e hanno l’obiettivo di rendere espliciti i pensieri e i comportamenti dei genitori nei confronti del figlio. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 23 Un approccio ecoeco-sistemico e olistico • • La definizione degli obiettivi e l’utilizzo degli strumenti compensativi e dispensativi devono essere condivisi con lo studente e tra gli insegnanti; la famiglia; gli specialisti. Non trascurare che è anche lo studente a poter indicare agli insegnanti, ai genitori, ai tecnici ciò che gli serve, ciò che lo aiuta, ciò che gli facilita l’apprendimento e lo studio. Scuola Servizio di NPI Famiglia Studente Sostegno psicopedagogico Extra-scuola Terapie riabilitative (psicomotricità, logopedia…) Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 24 L’intervento a scuola • Il coinvolgimento degli insegnanti fa parte integrante ed essenziale di un percorso terapeutico per il trattamento del bambino con ADHD. • La procedura di consulenza sistematica, prevede incontri regolari durante tutto l’anno scolastico, con una frequenza quindicinale per i primi tre mesi e mensile nel periodo successivo e ha diversi obiettivi: 1. informare sulle caratteristiche del ADHD e sul trattamento che viene proposto e fornire strumenti di valutazione (questionari e tabelle di osservazione) per completare i dati diagnostici; 2. migliorare la relazione con l’alunno e strutturare l’ambiente classe in base ai suoi bisogni e alle sue caratteristiche; 3. spiegare come utilizzare specifiche procedure di modificazione del comportamento. • L’ausilio di una serie di informazioni dettagliate sulle caratteristiche del disturbo consente all’insegnante di assumere un atteggiamento più costruttivo nel rapporto con il bambino. • L’apprendimento di queste procedure richiede uno stretto contatto con lo psicologo o il pedagogista ed una frequente supervisione. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 25 L’autismo Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 26 Eziologia • L'autismo è un disturbo psicopatologico complesso, caratterizzato da comportamenti stereotipati e difficoltà nell'interazione sociale e nella comunicazione. • La maggior parte (80%) dei bambini con autismo ha anche difficoltà cognitive. • Il ruolo di alcuni fattori ambientali è attualmente dibattuto, ma esistono numerose evidenze che la componente genetica in questo disturbo eserciti un ruolo di fondamentale importanza. • Molte teorie patogenetiche sono state preposte e sembrano avere un ruolo in almeno alcuni sotto-fenotipi nella patogenesi della sindrome autistica: disturbo nello sviluppo di alcune strutture cerebrali, disfunzioni dei neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale, anomalie immunologiche, processi autoimmuni… Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 27 • Dal punto di vista neuropatologico, gli studi autoptici condotti su cervelli di soggetti autistici comparati con soggetti normali mostrano aumentata densità cellulare e ridotte dimensioni delle cellule neuronali nel sistema limbico (ippocampo, corteccia entorinale, amigdala, corpi mammillari, giro cingolato anteriore) e nel cervelletto1. • Lesioni in queste aree producono effetti prominenti sulla motivazione, sull'emozione, sull'apprendimento, sulla memoria e interazioni sociali, comportamenti che sono anormali nei soggetti con autismo. • Il carattere delle lesioni suggerisce che le alterazioni di sviluppo cerebrale siano cominciate nel primo trimestre di gravidanza. • 1. P. Curatolo, MC. Porfirio, S. Pennacchia, Cattedra di Neuropsichiatria infantile, Università di Tor Vergata,Roma, Atti del Convegno “Verso un progetto di Vita”, Senigallia, 2003. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 28 L’autismo • Il 64% dei bambini con disordini dello spettro autistico ha ricevuto la prescrizione di almeno un farmaco psicotropo. Lo studio Psychotropic Medication Use and Polypharmacy in Children with Le combinazioni hanno compreso: Autism Spectrum Disorders, 1) antidepressivi e medicinali per (Pediatrics, XI, 2013) ha ADHD; 2) antipsicotici e farmaci rilevato che il 35% dei bambini per ADHD; 3) antipsicotici e antidepressivi; 4) antipsicotici, con sindrome dello spettro antidepressivi e medicinali per autistico ha avuto la ADHD. prescrizione contemporanea di 2 o più farmaci psicotropi. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 29 ?????????????????????????????? • Gli autori dello studio suggeriscono che alcuni clinici che curano i ragazzi con disordine dello spettro autistico possono non essere consapevoli della diffusione dell’uso e degli effetti dei farmaci psicotropi specie se in combinazione con altri farmaci, un aspetto critico per questi ragazzi così problematici che spesso incontrano molti operatori sanitari. • Gli autori raccomandano che gli operatori di “primary care” monitorizzino attentamente la prescrizione dei farmaci, valutandone l’efficacia in relazione ai sintomi dello spettro autistico che si intende controllare. (American Academy of Pediatrics ,21 ottobre 2013) Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 30 METODI DI TRATTAMENTO Metodo etodinamico Trevarthen,1979, Terapia di Attivazione Emotiva e Reciprocità Corporea (AERC) Zappella,1996) Uno degli obiettivi principali é quello di creare nel soggetto una motivazione positiva sia a interagire che a collaborare: é per questa ragione che spesso é utile far uso di varie forme di attivazione, verbale e motoria, come prendere per mano e far correre o saltare il bambino, mettendolo in uno stato di disponibilità e di contentezza per cui, subito dopo, diventa pronto a collaborare per vari obiettivi cognitivi. Il Programma T.E.A.C.C.H. E. Schopler et. Al. Il Programma TEACCH è stato messo a punto nelle scuole per autistici dello Stato americano della Carolina del Nord. Il Programma comprende numerose attività di tipo educativo da effettuare con bambini con DGS o con disturbi della comunicazione. L'uso di tali attività va di volta in volta contestualizzato ed individualizzato; la messa in atto di queste attività deve basarsi, in particolare su quattro criteri: 1.modello di interazione, 2.prospettive di sviluppo, 3.relativismo comportamentale,4. gerarchia di addestramento La Therapie d'Echange et Developpement (TED) Barthelemy, Hameury e Lelord (1995) I risultati di alcune ricerche mettono in evidenza una curiosità fisiologica naturale, la tendenza biologica ad associare, comprendere e ricercare dei significati. Il terapeuta deve organizzare il setting e le attività da proporre al ragazzo tenendo conto di queste capacità che anche il soggetto autistico possiede, seppur in misura ridotta e non strutturata. I principi ispiratori sono: la tranquillità, la disponibilità, la reciprocità, il coinvolgimento attivo della famiglia . Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 31 La psicoanalisi e la terapia delle psicosi infantili Mahler ,1972 La terapia familiare sistemica A.M. Sorrentino, Selvini Palazzoli Metodo ABA (Applied Behavioral Analysis) Ivar Lovaas fine ‘60 Individua alcuni princìpi nella cura analitica dei bambini psicotici. Il primo obiettivo terapeutico è quello di coinvolgere il bambino in una "esperienza simbiotica correttiva“ che consenta al bambino, nel corso di un periodo di tempo piuttosto lungo, di pervenire ad un livello più alto di rapporto con l'oggetto, rivivendo anche le precedenti fasi dello sviluppo. I bambino ripercorre le varie tappe di sviluppo (presimbiotica, simbiotica e di separazione individuazione) con il supporto di un terapeuta che funga da “Io ausiliario” fornendo al bambino quelle funzioni dell'Io che servono a proteggerlo dalla eccessiva stimolazione proveniente dall'esterno e dagli stimoli interiori minacciosi. Il terapeuta dovrà porre dei limiti al bambino, soprattutto ai suoi impulsi aggressivi ed autodistruttivi, per es. intervenendo ed aiutandolo nell'organizzare meglio un gioco che tende ad essere frammentario e incomprensibile. Può inoltre svolgere, con il bambino una funzione pedagogica mediante una terapia individuale, necessaria per farlo uscire dal suo isolamento. Certi interventi pedagogici non potranno essere proficui fino a quando il bambino non avrà cominciato a sviluppare un qualche tipo di rapporto simbiotico. Il soggetto è in grado di fornire informazioni importanti con il suo comportamento, anche se non parla e appare chiuso nel suo mondo . É infatti frequente che privilegi il rapporto con uno dei genitori e intervenga disturbando , in momenti particolarmente significativi delle sedute. Ciò consente al terapeuta di ridefinire il ragazzo come attore del gioco familiare, dotato di intenzionalità. Questa definizione sostituisce quella di figlio malato e passivo anche se, in genere, non viene accettata senza obiezioni o resistenze dai genitori. La fase centrale della terapia vede la sola presenza dei genitori; in queste sedute il terapeuta cerca di mettere più chiaramente in relazione il disturbo del ragazzo con la situazione di "stallo" relazionale della coppia . La presenza dei soli genitori in questa fase della terapia sottolinea, in maniera pragmatica, che il lavoro terapeutico è diretto soprattutto a loro. Vengono inoltre proposte alcune consegne ai genitori, che riguardano attività da fare con il figlio (holding) ABA costituisce l’applicazione pratica dei principi e delle tecniche individuati dal comportamentismo. Il principio centrale è quello del rinforzo: la frequenza e la forma di un determinato comportamento possono essere influenzate da ciò che accade prima o dopo il comportamento stesso. 32 Per testare, valutare, approfondire PRCR--2 PRCR Prove di Prerequisito per la Diagnosi delle Difficoltà, Giunti O.S., Firenze, 2009 Valutano le difficoltà di lettura e scrittura nei bambini della scuola dell'infanzia e dei primi due anni della scuola primaria, senza escludere l'utilizzo fino alla quinta classe per casi di particolare problematicità. La somministrazione può essere individuale e collettiva. Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013 Per testare, valutare, approfondire Cornoldi, C. e Colpo, G. (2012) Nuove Prove MT per la Scuola Secondaria di I Grado, Giunti OS. • Cornoldi, C., Pra Baldi, A. et al. (2010) MT Avanzate-2 Prove MT Avanzate di Lettura e Matematica per il biennio della Scuola Superiore di II Grado, Giunti OS. • Carretti, B., Cornoldi, C., Caldarola, N. e Tencati, C. (2013) CO-TT Comprensione Orale-Test e Trattamento, Ed. Erickson. • De Beni, R. e Pazzaglia, F. (1991), Lettura e Metacognizione. Attività didattiche per la comprensione del testo, Ed. Erickson • Fogarolo, F. (2012) Costruire il Piano Didattico Personalizzato, Ed. Erickson. • Friso, G. et al. (2012) Studio efficace per ragazzi con DSA, Ed. Erickson. • Martino, M.G., Pappalardo, F., Re,A.M., Tressoldi, P.E., Lucangeli, D., Cornoldi C. (2011) La valutazione della dislessia nell’adulto. Un contributo alla standardizzazione della Batteria dell’Università di Padova in “Dislessia”, 2, 119-134. • Le guide Erickson (2012), DISLESSIA e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti, Ed. Erickson Dott.ssa Luana Vitale 04/12/2013