Youth - La giovinezza

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Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Lorenzo
Bianchi
20 maggio 2015
Due anni fa aveva deliziato Cannes (e non solo) con La Grande
Bellezza, ora Paolo Sorrentino torna sulla croisette portando con
sé Youth – La giovinezza. L’attesa ovviamente è alle stelle,
perché da questo Autore italiano ci si aspetta ormai il capolavoro,
rischiando, come in questo caso, di scottarsi.
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Fred Ballinger (Michael Caine) è un ex compositore che sta trascorrendo il
suo abituale periodo di vacanza ristoratrice in una lussuosa villa in
Svizzera, assieme a sua figlia Lena (Rachel Weisz) e al suo grande amico,
lo sceneggiatore e regista Mick Boyle (Harvey Keitel). La regina Elisabetta
vorrebbe che Fred dirigesse per lei l’orchestra, ma lui non sembra affatto
convinto.
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Era già successo, ma non in maniera così traumatica. Dopo il capolavoro,
Il Divo, ci fu This Must Be The Place, non eccezionale, dopo La Grande
Bellezza, incantevole, arriva Youth, discutibile, che sembra dare
conferma di come Sorrentino sia molto più efficace quando rimane nel
territorio nazionale. Partendo dal presupposto che la qualità del regista (e
sceneggiatore) napoletano è fuori discussione, restano invece i dubbi
relativi alla composizione narrativa, ad alcune scelte in fase di
sceneggiatura. Sorrentino infatti concepisce un racconto fatto di sguardi,
sguardi rivolti al passato e al futuro, in linea con la sua poetica
immaginifica: e allora ecco che uno sceneggiatore guarda al suo passato
di gloria (?) e alla speranza di lasciare il suo testamento-capolavoro, un
compositore guarda al suo triste passato dalla scomparsa prematura di
sua moglie, un giovane attore guarda con disprezzo a chi gli chiede solo
dei suoi ruoli commerciali, il cinema guarda al suo passato, al suo presente
e al futuro che sembra spingerlo alle serie tv. Senza contare, però, che lo
stesso regista ne dirigerà una. Lo sguardo di Sorrentino è, come sempre,
un ritratto di uomini soli, una visione amara e nostalgica, che accompagna
lungo una trama troppo sfilacciata, troppo altalenante, che alterna qualche
scelta pienamente azzeccata ad altre sequenze tranquillamente tagliabili e
di cui non si sarebbe sentita la mancanza, cui va aggiungersi l’eccessiva
carne al fuoco: amore, sesso, vecchiaia e gioventù, passato e futuro.
Troppo. Non mancano le ovvietà didascaliche, alternate però ad alcuni
attimi di poesia, come se il compositore Sorrentino si fosse adagiato sulla
sua Grande Bellezza e si limitasse a dirigere una serie di quadri,
esteticamente perfetti, ma dal contenuto spesso dubbio.
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Michael Caine e Harvey Keitel assieme sono funzionali allo scopo, ma non
riescono a regalare l’emozione che sembra essere ricercata lungo tutto
l’arco narrativo. Un film di tempi morti, di immagini, che però manca della
ferocia espressa da/in Jep Gambardella e dai/nei suoi grotteschi, ricchi e
annoiati mondani della capitale. Al termine de La Grande Bellezza si
restava muti, in silenzio, ancora pieni della meraviglia di cui si è appena
potuto godere: l’espressione ora resta uguale, ma è un silenzio di
perplessità.
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Titolo originale: Youth
Regia: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino
Attori principali: Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano, Mark Kozelek, Robert Seethaler,
Alex Macqueen, Luna Mijovic, Tom Lipinski, Chloe Pirrie, Alex Beckett, Nate Dern, Mark Gessner, Paloma
Faith, Ed Stoppard, Sonia Gessner, Madalina Ghenea, Sumi Jo, Jane Fonda
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Musica: David Lang
Prodotto da: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori
Distribuzione: Medusa Film
Durata: 118′
Genere: Drammatico
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