Igor Stravinskij - Associazione Sviluppo Europeo

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a cura di Maria Luisa Neri
Arte & Cultura
Diplomata in violino e viola presso il Conservatorio di Santa
Cecilia, laureata in Psicologia presso l’Università della
Sapienza di Roma , Maria Luisa Neri si è poi perfezionata per
gli aspetti dell’età evolutiva, sui disturbi dell’Apprendimento, ha
effettuato corsi sulle tematiche dei disturbi dell’alimentazione e
sulla devianza e, iscrittasi all’Albo, ha lavorato quindi anche
come psicologa
In passato ha collaborato con le più famose orchestre del
territorio romano con le quali ha effettuato più di 500 concerti,
inoltre ha effettuato produzioni con L’arena di Verona, per la
famosa Aida di Luxor, con l’Orchestra della Radio Svizzera
Italiana e con la Rai per trasmissioni televisive sulla musica
Maria Luisa Neri, Presidente dell’ Associazione Culturale
“Arte del suonare”, con Il suo amore per la musica, si è
proposta lo scopo di valorizzazione il repertorio musicale
classico e la promozione dei giovani talenti italiani e si è resa
disponibile a condurre la Rubrica “La Musica Spiegata” per il
Sito dell’Associazione Sviluppo Europeo
Igor Stravinskij
nacque a Oranienbaum
(oggi Lomonosov), nelle vicinanze di San Pietroburgo,
in Russia, nel 1882. Cresciuto in un appartamento e
dominato dal padre e dal fratello maggiore, la sua
infanzia fu la cosa più lontana dall'artista cosmopolita
che sarebbe poi divenuto. Igor originariamente si dedicò
agli studi di giurisprudenza, la composizione arrivò in
seguito. Nel 1902, a 20 anni, divenne il pupillo di
Nikolaj Rimskij-Korsakov, con tutta probabilità il
maggior compositore russo del tempo.
Lasciò la Russia per la
prima volta nel 1910,
dirigendosi a Parigi per
assistere alla prima del suo
balletto
L'Oiseau
de
feu.http://youtu.be/LoC1GZ
J_yYQ
Durante il suo soggiorno,
compose tre importanti opere per i balletti russi: L'uccello di fuoco,
Petruška
http://youtu.be/Rjgwxa8VdKA
e
La
sagra
della
primavera
http://youtu.be/lH13ocmWBSA. Da questi balletti si può comprendere il suo cammino stilistico; da
L'uccello di fuoco, il cui stile si accosta ancora a quello di Rimskij-Korsakov, alla bitonalità di
Petruška, alla dissonanza polifonica e selvaggia della Sagra della primavera. Come lui stesso disse,
con queste prime la sua intenzione era di mandare il pubblico "a quel paese". E ci riuscì: la première
della Sagra nel 1913 si trasformò in una sommossa.
Il musicista mostrava un inesauribile desiderio di imparare ed
esplorare l'arte, la letteratura, la vita. Questo desiderio si
manifestava in molte delle sue collaborazioni parigine. Non fu
solamente il principale compositore per i Ballets Russes di
Sergej Diaghilev, ma collaborò anche con Picasso(Pulcinella
nel 1920), Jean Cocteau (Oedipus Rex nel 1927) e George
Balanchine (Apollon Musagete o Apollo nel 1928).
Relativamente alto di statura ma non certo un bell'uomo
secondo le convenzioni comuni, Stravinskij era tuttavia molto
fotogenico, come ci dimostrano numerose sue immagini. Malgrado fosse un riconosciuto donnaiolo
(si chiacchierò anche di relazioni con esponenti dell'alta società come Coco Chanel), era anche un
uomo di famiglia che devolveva parte considerevole del suo tempo e delle sue spese ai figli. Era
ancora giovane quando, il 23 gennaio 1906, sposò la cugina Katerina Nossenko, che conosceva sin
dall'infanzia. I due ebbero quattro figli e rimasero sposati fino al 1939 quanto Katerina morì di
tubercolosi, ma il legame sentimentale più significativo fu quello
con la seconda moglie Vera de Bosset con la quale intrecciò una
relazione già durante il primo matrimonio.
Quando Stravinskij e Vera si incontrarono, nei primi anni venti,
lei era sposata con il pittore e scenografo Serge Sudeikin, ma
presto cominciò la loro relazione che portò lei ad abbandonare il
marito. Katerina ne venne presto a conoscenza e accettò la cosa
come inevitabile e permanente. Dopo la sua morte, i due si sposarono a New York dove erano
fuggiti nel '40 per sfuggire alla guerra.
Il mecenatismo non fu mai troppo lontano. Nei primi anni '20, Leopold Stokowski riuscì ad aiutarlo
regolarmente attraverso un fittizio "benefattore". Il compositore riusciva comunque ad attirare i
committenti: la maggior parte delle sue opere successive a L'uccello di fuoco furono scritte per
occasioni specifiche e generosamente retribuite.
Stravinskij divenne presto un uomo di mondo, acquisendo un acuto istinto per le questioni di lavoro
e sembrando a suo agio e rilassato in molte grandi città. Parigi, Venezia, Berlino, Londra e New
York: tutte ospitarono sue apparizioni di successo sia come pianista che
come direttore d'orchestra. La maggior parte delle persone che lo
conoscevano per via delle sue performance pubbliche ne parlava come di
una persona cortese, gentile e servizievole. Ad esempio, Otto Klemperer,
che conosceva bene Schoenberg, diceva di aver sempre trovato Stravinskij
molto più cooperativo e più facile da trattare.
Casualmente la musica di Stravinskij venne notata da Diaghilev, il direttore
dei Ballets Russes a Parigi, che gli commissionò un balletto per il suo
teatro. In conseguenza a ciò, nel 1911, Stravinskij si recò a Parigi. Il
balletto in questione finì per essere il famoso L'uccello di fuoco.
Comunque, a causa della prima guerra mondiale e della rivoluzione d'ottobre in Russia, decise di
trasferirsi in Svizzera nel 1914: tornò a Parigi solo nel 1920 per comporre altri balletti e opere
diverse. Nel 1939 partì per gli Stati Uniti, e vi divenne cittadino naturalizzato nel 1945, vivendovi
fino alla sua morte nel 1971, scrivendo con poco successo colonne sonore per film. In fondo, pur
essendo russo, s'era adeguato a vivere in Francia, ma traslocare così lontano all'età di cinquantotto
anni dava una prospettiva veramente diversa. Per un certo periodo conservò un circolo di amici e
conoscenti emigrati russi, ma infine si rese conto che
questo suo comportamento non avrebbe favorito o
sostenuto la sua vita intellettuale e professionale in quel
paese. Mentre progettava di scrivere un'opera con
W.H.Auden, il bisogno di acquisire maggior familiarità
con il mondo anglofono coincise con il suo incontro con
il direttore e musicologo Robert Craft. Craft visse con
Stravinskij fino alla sua morte, in qualità di interprete,
cronista, assistente direttore e factotum per infiniti
compiti musicali e sociali.
Il gusto di Stravinskij in campo letterario era ampio e rifletteva il suo costante desiderio di nuove
scoperte. I testi e le fonti letterarie per il suo lavoro partivano da un iniziale interesse nel folklore
russo, attraversarono gli autori classici e la liturgia latina, per fermarsi poi alla Francia
contemporanea (André Gide, con Persephone) e infine alla letteratura inglese: Auden, Thomas
Stearns Eliot e la poesia medievale inglese. Alla fine della sua carriera e vita inserì anche la scrittura
ebraica in Abraham and Isaac. http://youtu.be/jfDsVi1RM5Y
Nel 1962 accettò un invito a ritornare in patria per una serie di concerti, ma rimase un emigrato con
forti radici in Occidente.
Morì a New York il 6 aprile 1971, a ottantotto anni. Per sua espressa richiesta, la sua tomba è vicina
a quella del suo collaboratore di vecchia data, Diaghilev, a Venezia nell'isola di San Michele. La
sua vita ha racchiuso buona parte del XX secolo, e anche molti degli stili musicali classico moderni,
influenzando altri compositori sia durante che dopo la sua vita.
C'è una stella a suo nome al numero 6340 di Hollywood Boulevard, all'interno della Hollywood
Walk of Fame.
Periodi stilistici
La carriera di Stravinskij è includibile a grandi linee in quattro distinti periodi stilistici; quasi tutti i
suoi componimenti possono essere sistemati in uno dei quattro seguenti.
Il periodo russo
Il primo dei maggiori periodi stilistici di Stravinskij che comincia
quando a ventitré anni conobbe Rimskij-Korsakov diventando suo
allievo di composizione (dando vita alla Sinfonia in Mi bemolle, alla
suite Le faune et la bergère del 1905, a due lavori sinfonici del 1908:
Fuochi d'artificio e Scherzo fantastico, scritti insieme a un canto
funebre per Rimskij-Korsakov, andato perduto) e prosegue con il primo
balletto (L'uccello di fuoco) balletti che compose per Diaghilev il quale
decise di commissionarglielo dopo aver sentito Fuochi d'artificio e
Scherzo fantastico, i due lavori che aprirono la strada del talento al
compositore. L'uccello di fuoco, presentato a Parigi nel 1910, ebbe grande successo. Per quanto
riguarda la partitura è da notare per la sua introduzione inusuale (terzine lente dei contrabbassi) e
orchestrazione movimentata.
Il periodo fauvista
Anche Petruška, d'altronde, si distingue come L'uccello di fuoco per la sua partitura ed è il primo
tra i balletti di Stravinskij ad attirare l'attenzione sulla
mitologia russa, tra gli altri impressionò molto soprattutto
Debussy con i suoi ritmi. Ma è il terzo balletto, Le Sacre du
Printemps del 1913 (un anno dopo l'altrettanto "scandaloso"
Pierrot Lunaire di Schoenberg), a venir generalmente
considerato l'apoteosi del "periodo fauve" di Stravinskij. Qui,
il compositore pone l'accento sulla brutalità della Russia
pagana, descrivendo questi sentimenti con motivi pungenti e
rozzamente abbozzati che occhieggiano in tutta l'opera. Molti i
passaggi famosi, ma due degni di particolare nota: il motivo
d'apertura suonato da un fagotto con note all'estremo del suo registro, quasi fuori estensione; e il
poliaccordo di otto note eseguito dagli archi e accentato dai corni in controtempo. La ritmica
ossessiva a blocchi unita alla politonalità fece scandalo nella Parigi dell'epoca quasi come un
secondo Wagner.
Nel 1914 Stravinskij ebbe successo con Le Rossignol
(L'usignolo), opera in tre atti cominciata già durante gli studi
con Rimskij-Korsakov, da quest'opera verrà ricavato il balletto
Le chant du rossignol del 1920. Altre opere di questo periodo
comprendono Renard (1916), Histoire du soldat (1918),
http://youtu.be/JbtBbu05V1Y
opere
composte
dopo
l'abbandono di Pietroburgo e il trasferimento a Morges, in
Svizzera nel 1914.
L'Histoire du soldat è un'opera da camera in cui Stravinskij
fonde tutte le esperienze accumulate fino ad allora,
dall'impressionismo alla politonalità, dal cabaret al jazz,
genere in cui il compositore si interessò anche nella strumentazione, sostituendo il sassofono al
fagotto, considerato più penetrante (nel 1918 compose anche Ragtime per undici strumenti);
l'ambientazione dell'opera è stata accostata da alcuni al cubismo: sono state trovate analogie proprio
tra l'evoluzione dei linguaggi di Stravinskij e di Picasso, accostando il periodo russo-impressionista
del compositore ai periodi rosa e blu del pittore.
Il periodo neoclassico
La fase successiva dello stile compositivo dell'artista,
brevemente sovrapposta alla precedente, è inaugurata da due
lavori: Pulcinella (1919), http://youtu.be/nFNl6D75Jxo su
musiche di Giovanni Battista Pergolesi e l' Ottetto (1923)
per strumenti a fiato. Entrambe queste opere presentano il
tratto distintivo di questo periodo: il ritorno di Stravinskij
agli stilemi della musica antica. Questa svolta neoclassica o
meglio - per usare il termine preferito dal compositore formalista, comportò l'abbandono delle grandi orchestre
impiegate per i balletti. In queste nuove opere, scritte tra il
1920 e il 1951, Stravinskij opta per organici variamente
ridotti, tali da conferire a ciascuna composizione una "tinta"
caratteristica e unica. Il Neoclassicismo di Stravinskij non è
una rivisitazione del diatonismo come in Paul Hindemith, anche se come lui taglia
completamente ogni legame con l'Ottocento, ma è una "contaminatio" con il suo stile
ritmico e politonale precedentemente affermato. Sarà in questa fase che Stravinskij si
opporrà all'atonalismo di Schoenberg, pur quasi raggiungendolo con le Tre liriche
giapponesi del 1913 per voce e strumenti. http://youtu.be/tbn05st7Azs
Erroneamente Stravinskij viene spesso etichettato in maniera totale come neoclassico,
anche per il richiamo del pagano della Sagra della Primavera, ma ciò accade forse
perché il periodo neoclassico è uno dei più fertili per il compositore. A Pulcinella
seguono anche altre composizioni ancora ricche di atmosfera russa come Sinfonie per
strumenti a fiato (1920), scritte in onore di Debussy, Mavra, opera buffa in un atto del
1923, Les noces, http://youtu.be/6IDyrJnKkpI balletto per quattro pianoforti e
percussioni con coro misto e 4 voci soliste.
Altre opere come l'oratorio in latino Edipo Re (1927) e i balletti Le
baiser de la fée e Apollon musagète, entrambi del 1928 su temi di
Čajkovskij continuano lungo questa linea.
Lavori più ampi di questo periodo sono le tre sinfonie: la Sinfonia
dei Salmi (1930) lavoro particolare vicino forse solo all’Edipo re,
per orchestra con pianoforte che fa da scheletro armonico di
sostegno (si divide in tre movimenti che corrispondono ai salmi
39, 40 e 150, nell'ultimo movimento viene usata la forma della
fuga), la Sinfonia in do (1940) e la Sinfonia in tre movimenti
(1945). Persephone (1934), melodramma per recitante, tenore,
coro e orchestra, i balletti Orpheus e Jeu de cartes (1937) segnano
anch'essi l'interesse di Stravinskij per i miti greci e la volontà di
comporre un'opera settecentesca (la futura Carriera di un
libertino).
Il vertice di questo periodo è l'opera La carriera di un libertino (The Rake's Progress), melodramma
in tre atti completato e messo in scena alla Fenice di Venezia nel 1951. Quest'opera, scritta su un
libretto di Auden e basata sugli schizzi di William Hogarth, racchiude tutto ciò che il compositore
aveva perfezionato nei precedenti 20 anni del suo periodo neoclassico. La musica è diretta ma
capricciosa; prende spunto dall'armonia tonale classica ma anche intervalla sorprendenti
dissonanze; comprende il marchio di fabbrica di Stravinskij, i "contro ritmi"; e
contemporaneamente ritorna alle opere e ai temi di Monteverdi, Gluck e Mozart. Quest'opera, oltre
a duetti, terzetti, cavatine e cabalette virtuosistiche contiene persino il recitativo secco al
clavicembalo. Lo scalpore suscitato da quest'opera portò Stravinskij a concludere che la sua
regressione nel passato non poteva più progredire, aveva raggiunto il "limite consentito",
considerazione che lo portò a mutare radicalmente stile, abbracciando il serialismo weberniano
della Scuola di Vienna.
Il periodo dodecafonico, o seriale
Solo dopo la morte di Arnold Schoenberg, l'inventore della dodecafonia, nel 1951, Stravinskij
cominciò a usare questa tecnica nelle sue opere, dopo aver conosciuto
l'allievo di Schoenberg Anton Webern. Senza dubbio, il compositore fu
aiutato nella comprensione del metodo dodecafonico (e forse nella
conversione ad esso) dal suo confidente e aiutante Robert Craft, che da
lungo tempo perorava la modifica. Conseguentemente, Stravinskij spese
i quindici anni successivi componendo opere in questo stile.
Cominciò a dilettarsi con la tecnica dodecafonica per la prima volta, in
modo parziale, nel Settimino del 1952, e successivamente in piccole
opere vocali come la Cantata (1952), Three Songs from Shakespeare
(1953) e In Memoriam Dylan Thomas (1954) per voce e strumenti, come
se stesse sperimentando il sistema. Successivamente cominciò ad espandere il suo uso di questa
tecnica in lavori spesso basati sulle Sacre Scritture, come Threni (1958), A Sermon, a Narrative,
and a Prayer (1961), Canticum sacrum ad honorem Sancti Marci nominis (1955), The Flood
(1962).
Un'importante opera di transizione in questo periodo del lavoro di Stravinskij fu un ritorno al
balletto: Agon, per dodici ballerini e un'orchestra di 112 elementi, composto tra il 1954 e il 1957.
Questo balletto può essere visto come una sorta di enciclopedia in miniatura di Stravinskij, dato che
contiene molti spunti che si ritrovano in tutto l'arco della sua vita compositiva, sia essa primitivista,
neoclassica, o seriale: svolazzi ritmici e sperimentazioni, ingenuità armoniche, e un abile "orecchio"
per un'orchestrazione impetuosa e autoritaria. In effetti, queste caratteristiche sono quelle che fanno
la produzione di Stravinskij così unica se comparata con le opere di compositori seriali a lui
contemporanei.
La fase serialista di Stravinskij fu un importante punto di svolta, essendo un antagonista della scuola
schoenberghiana: egli vedeva nel serialismo un formale e rigoroso recupero delle antiche forme
contrappuntistiche rinascimentali - precisamente fiamminghe - a cui il serialismo è legato. Si può
vedere quindi la fase serialista di Stravinskij come un neoclassicismo indiretto, un neoclassicismo di
citazione che lo porterà a comporre il Monumento pro Gesualdo da Venosa ad CD annum, per
strumenti a fiato e archi, l'ultima importante opera della sua vita.
Stile
La produzione di Stravinskij è quanto mai eterogenea. Egli impiegò stili diversi e si cimentò in tutti
i generi musicali. Reinventò la forma del balletto e incorporò nel suo linguaggio musicale culture e
tradizioni tra loro lontane, nel tempo e nello spazio.
Stravinskij cominciò a ripensare il suo uso del motivo e
dell'ostinato già ai tempi del balletto L'Uccello di fuoco (L'Oiseau
de feu), in cui si nota anche un uso sapiente e innovativo del
silenzio, anche se l'uso di questi elementi musicali raggiunse
l'apice nella Sagra della primavera (Le Sacre du printemps).
Lo sviluppo del motivo musicale, che usa una distinta frase
musicale successivamente alterata e sviluppata lungo un brano, ha
le sue radici nelle sonate dell'era di Mozart. Il primo maggiore
innovatore in questo metodo fu Beethoven; il celebre motivo
d'apertura della Quinta Sinfonia riappare in tutta l'opera con
sorprendenti e fresche variazioni. Ad ogni modo, l'uso da parte di
Stravinskij dello sviluppo dei motivi musicali fu unico per la
maniera in cui sviluppò i suoi motivi. Ne Le Sacre du printemps
introduce variazioni "additive", quelle che aggiungono o
sottraggono una nota a un motivo, senza riguardo alle modifiche metriche.
Lo stesso balletto è degno di nota per il suo uso massiccio dell'ostinato. Il passaggio più conosciuto
è formato da un ostinato di 8 note da parte degli archi accentato da 8 corni che si può ascoltare nella
sezione "Danza degli auguri primaverili". Questo è forse il primo caso in musica di un ostinato
"allargato" che non viene usato né per variazione né per accompagnamento della melodia. In altri
momenti in quest'opera Stravinskij "nasconde" altri ostinato opposti tra loro, senza riguardo
all'armonia o al tempo, creando uno zibaldone musicale, equivalente di un quadro cubista. Questi
passaggi sono da tenere in considerazione non solo per la loro qualità di pastiche ma anche per la
loro lunghezza, in quanto il Nostro li tratta come una sezione musicale completa e separata.
L’orchestrazione è postromantica e conta 5 flauti, 4 oboi, 1 corno inglese, 5 clarinetti, 4 fagotti, 1
controfagotto, 8 corni, 5 trombe, 3 tromboni, 2 tube e un organico vastissimo di percussioni (2
percussionisti ai timpani). Stravinskij non è paragonabile a nessun compositore russo del periodo
poiché da un punto di vista ritmico e armonico è più vicino a Béla Bartók, anche se c’è una
fondamentale differenza di carattere musicale essendo Bartók un etnomusicologo. Queste tecniche
sopra citate anticipano di alcuni decenni i lavori minimalisti di compositori come Terry Riley e
Steve Reich.
Le figurazioni sono tratte dalla rete web google immagini
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