‘900 Evoluzione del linguaggio L'evoluzione del lnguaggio musicale nel '900 (pagina in costruzione) Claude Debussy Interviene sulle tecniche compositive e sui contenuti espressivi. Elude il concetto di forma, melodia, armonia tradizionali per esprimere le diverse impressioni dell’animo umano. Valorizza il timbro e tratta la dissonanza per la prima volta senza risolverla su un accordo consonante, considerandola come elemento espressivo autonomo e indipendente. La formazione di Schoenberg risente del dibattito sulla musica di fine Ottocento (Wagner – Brahms – Mahler) e delle prime avvisaglie della rivoluzione impressionista di Debussy. Prende posizione giungendo, con l’atonalità, (1905 – Arnold 1919) ad una espressione immediata e "dissonante" dei sentimenti. Dal 1920 scrive Schoenberg musica utilizzando quasi esclusivamente, fino alla fine della sua vita, il rivoluzionario, ma non meno dissonante, sistema dodecafonico. Igor Stravinskij John Cage L'evoluzione dell'ispirazione musicale di Stravinskij viene spesso accostata al cammino artistico di Pablo Picasso. Il primo, significativo periodo della sua carriera artistica vede la realizzazione di tre importanti balletti: "L'uccello di fuoco" (1910), "Petruška" (1911) e "La sagra della primavera" (1913), considerati dei veri e propri capolavori. In queste opere, che celebrano con sensibilità moderna i miti dell'antica Russia, Stravinskij profonde a piene mani la sua ispirazione musicale: ritmi violenti ed insistenti, sovrapposizioni tonali, meccanicità di certe pagine. Il periodo Neoclassico viene inaugurato nel 1919 con il balletto "Pulcinella" ,mentre , nel 1930, con la "Sinfonia di Salmi", si avvicina ai contenuti religiosi. Anche il linguaggio del jazz lo affascina, tanto da scrivere negli anni Quaranta composizioni ispirate all'affascinante genere nato negli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento. Negli anni Cinquanta, quando ormai la dodecafonia appartiene al passato, scrive composizioni seriali dimenticando la battaglia che trent'anni prima lo aveva contrapposto a Schoenberg e alla Scuola di Vienna. Allievo di Arnold Schoenberg dà forma musicale alle filosofie orientali che permearono buona parte della sua esistenza. Cerca nel silenzio una dimensione artistica affermando nelle sue opere la casualità degli eventi sonori (alea). Il pianoforte assume la forte identità di strumento percussivo attraverso l'inserimento di oggetti estranei tra le sue corde.