La comunicazione influenza il comportamento

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Introduzione ai principali modelli teorici sulla comunicazione
Etimologia di “comunicazione”: rendere comune un’operazione di trasmissione
La comunicazione è al centro dell’esistenza quotidiana, è presente in ogni ambiente della vita umana, è l’elemento
costitutivo della trama dei rapporti fra le persone
La comunicazione è essenziale all’uomo:
 Risponde a bisogni di tipo fisico
 Il nostro senso di identità nasce dalle interazioni
 Risponde a bisogni sociali
 Risponde a bisogni di tipo pratico
Le funzioni della comunicazione:
 informativo-referenziale o denotativa: “oggi ha piovuto tutto il giorno”
 emotiva o espressiva: “mi sento triste”
 persuasiva o conativa: “finisci l’esercizio!”
 fatica o di contatto: “Pronto?”
 metalinguistica: “resilienza significa…”(lo scopo è fornire spiegazioni sulla lingua stessa)
 poetica o connotativa: “Silvia rimembri ancor…”
A. Lo schema tradizionale della comunicazione prevede un emittente (a cui soltanto il messaggio appare chiaro),
un destinatario o ricevente (che può deformare il messaggio), un referente (l’argomento), un messaggio (ciò che
viene comunicato), un codice (che deve essere condiviso), un canale (il mezzo attraverso cui si comunica).
Modello tradizionale lineare: EmittenteMessaggioRicevente
Modello interattivo:
La comunicazione
 non è uno scambio che passa attraverso un condotto, ma è una “partita a tennis” verbale e non verbale
 nella comunicazione i messaggi vanno avanti e indietro tra le parti interagenti
 è un continuo gioco di azione e reazione
B. Modello di interazione comunicativa circolare (indirizzo sistemico)
Gli individui interagenti sono contemporaneamente causa ed effetto del comportamento reciproco.
La comunicazione è uno scambio di informazioni tra due o più entità la cui proprietà è di emettere e di ricevere
segnali all’interno di un processo interattivo caratterizzato dal meccanismo del feedback o retroazione (Villamira
1995)
Dunque la comunicazione non può considerarsi effettuata se manca il segnale di ritorno
Dal principio causa – effetto (logica aristotelica) al principio di circolarità.
Comunicare: rendere comune con un’operazione di trasmissione
La comunicazione interpersonale è basata sulla interdipendenza di due modalità comunicative: la comunicazione
verbale e la comunicazione non verbale
Nella comunicazione interpersonale:
le parole veicolano il messaggio nella percentuale del 7%
il sistema vocale (volume, tono, ritmo, ecc.) al 38%
il comportamento non verbale al 55%
(Mehrabian, 1970)
Infatti, in caso di incongruenza, gli indici verbali non hanno efficacia e l’informazione viene attinta dai segnali non
verbali (Argyle, Salter, 1970)
Dunque il linguaggio non verbale comunica anche al di fuori della nostra consapevolezza e della nostra
intenzionalità
Le funzioni della comunicazione non verbale
1. Comunica atteggiamenti interpersonali (es. amichevole/ostile, dominante/sottomesso), consente di cogliere
la relazione fra gli interlocutori
2. Esprime le emozioni in maniera molto più chiara della comunicazione non verbale
3. Rivela gli atteggiamenti del soggetto relativi all’immagine di sé, del proprio corpo, all’autovalutazione
4. Integra la comunicazione verbale: sostiene, completa, modifica, contraddice il discorso
5. Riveste una funzione regolatrice dell’interazione
6. E’ più credibile della comunicazione verbale perché meno soggetta a controllo
Gli elementi della comunicazione non verbale
1. Espressione mimica del volto: area superiore (occhi, sopracciglia e fronte) e area inferiore (bocca e naso).
 Il fenomeno del contatto visivo (durata e frequenza)
 La giusta distanza
2. Comportamento spaziale
 La postura: il modo in cui le persone dispongono e orientano le parti del loro corpo
 La distanza interpersonale (intima, personale, sociale, pubblica)
3. La gestualità delle varie parti del corpo
 Gesti simbolici, illustratori, regolatori, rivelatori di stati emotivi, gesti di adattamento
4. Aspetti non verbali del parlato (paralinguistici):
 Tono della voce e controllo dell’articolazione,
 Vocalizzazioni: segnali vocali verbali (“Hum”) e non verbali (pause, balbettii, sospiri)
5. Aspetto esteriore
 Apparenza fisica
 Abbigliamento, trucco, ecc.
L’atto comunicativo interpersonale è un processo globale
Il comportamento non verbale dell’operatore può facilitare il rapporto mediante
 Sensibilità: invio di messaggi non verbali efficaci utilizzando i vari canali
 Congruenza: invio di messaggi congruenti
 Sincronia: grado di armonia fra il comportamento non verbale del counselor e quello del cliente
La complessità dei canali richiede al counselor capacità di osservazione e di integrazione olistica
C. La pragmatica della comunicazione
Si occupa dell’influenza che la comunicazione ha sul comportamento facendo attenzione al contesto e alla
circolarità della processo di influenzamento.
Ogni comportamento comunica qualcosa, e a questa comunicazione l’altro reagisce con un’altra comunicazione –
comportamento
La pragmatica studia l’interazione umana attraverso i vari usi della comunicazione verbale e non verbale indagando
come la comunicazione influenzi il comportamento.
Alla fine degli anni ’60 Watzlawick et al. della scuola di Palo Alto si riconnettono alla teoria generale della
comunicazione dell’antropologo Bateson nel testo “La pragmatica della comunicazione umana”. In essa si studia il
ruolo della comunicazione nell’influenzare e regolare le relazioni fra chi interagisce. Alla base del modello c’è la
convinzione che la comunicazione non può essere considerata un fenomeno unidirezionale bensì un processo
interattivo. L’individuo non può essere estrapolato dal contesto relazionale perché qualsiasi suo comportamento fa
parte di un contesto interattivo.
La comunicazione ha delle regole (gli assiomi) ed è veicolo di importanti informazioni. Tra le più importanti ci sono
quelle sull’immagine di Sé, del Noi e del Contesto in cui si esprime la relazione. Attraverso la comunicazione gli
individui definiscono la relazione con gli altri e implicitamente se stessi.
Gli assiomi della comunicazione (P. Watzlawick)
1. Non si può non comunicare
La comunicazione non ha un suo opposto poiché non è possibile non avere un comportamento. Non si può non
essere in relazione con qualcuno. Se si accetta che l’intero comportamento in una situazione di interazione ha valore
di messaggio ne consegue che non si può non comunicare
2. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo
classifica il primo ed è quindi metacomunicazione
Una comunicazione, oltre a trasmettere un’informazione, impone un comportamento. Ecco come mi vedo, ecco
come ti vedo, eco come ti vedo che mi vedi. “E’importante togliere la frizione gradatamente e dolcemente” è
diverso dal dire “Se togli di colpo la frizione rovinerai la trasmissione in un momento!” Quanto più una relazione è
spontanea e “sana” tanto più l’aspetto relazionale recede sullo sfondo. Viceversa le relazioni malate sono definite da
una lotta costante per definire la natura della relazione.
Esempio: Lui: “Guarda che è verde!” Lei: “Guidi tu o guido io?” A cosa sta rispondendo lei? Da cosa è determinata
la sua reazione?
Esempio: marito e moglie davanti alla Tv. Lui: “Anna, ho finito la birra!” Cosa sta comunicando a livello di
relazione?
3. Gli scambi comunicativi non sono una sequenza ininterrotta, ma si collegano come causa ed effetto
La punteggiatura, anche se convenzionale, è vitale per l’organizzazione delle interazioni. Si trova alla radice di
innumerevoli conflitti di relazione un disaccordo su come punteggiare la sequenza di eventi. Esempio: lui: “io mi
chiudo in me stesso perché tu brontoli” lei: “ io brontolo perché tu ti chiudi in te stesso”. Come si esce da questa
situazione? Metacomunicando.
Il topo che ha detto: “ho addestrato il mio sperimentatore: ogni volta che premo la leva mi dà da mangiare” stava
rifiutando di accettare la punteggiatura della sequenza che lo sperimentatore cercava di imporgli.
4. Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico (CV) che con quello analogico (CNV).
Il primo è importante per trasmettere contenuti, ma il secondo è la modalità privilegiata per trasmettere gli aspetti
relativi alla relazione. La CNV ha le sue radici in periodi più arcaici dell’evoluzione e la sua validità è quindi molto
più generale. Il materiale del messaggio numerico ha un grado di complessità, precisione, versatilità e astrazione
molto più elevato di quello analogico.
5. Tutti gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari a seconda che siano basati sulla
uguaglianza o sulla differenza.
Nel primo caso si minimizzano le differenze (e si rispecchia il comportamento dell’altro) nel secondo caso si
esaltano, come, per esempio nelle posizioni superiore-dominante/inferiore-sottomessa o nei rapporti sociali
predeterminati come padre-figlio, insegnante-alunno. La simmetria e la complementarietà non sono di per sé
“buone” o “cattive”, la flessibilità o rigidità le possono connotare in tal senso.
La comunicazione patologica (P. Watzlawick)
Tutti gli assiomi hanno le loro patologie
 I assioma La squalificazione della comunicazione. Invalidare la propria comunicazione o quella dell’altro
(contraddirsi, cambiare argomento, sfiorare un argomento, pronunciare frasi incomplete, interpretare
letteralmente le metafore o l’inverso, usare uno stile comunicativo oscuro)
 I assioma Lo sproloquio: non dire nulla dicendo qualcosa; in genere si usa quando non ce ne possiamo andare: la
comunicazione ‘folle’ può essere l’unica reazione possibile ad un contesto di comunicazione assurdo e
insostenibile
 I assioma Il sintomo come comunicazione: far finta di aver sonno, dire di avere l’emicrania…o farsela venire
davvero.
 II assioma (Molto spesso, soprattutto nelle coppie accade che si parli di contenuti mentre il disaccordo è sul piano
della relazione). Il prototipo della comunicazione a livello di relazione parte dal comunicare: “ecco come mi
vedo”. L’interlocutore che risponde, a livello di relazione potrà confermare, rifiutare, squalificare,
disconfermare l’altro. La conferma del Sé viene considerata da Watzlawick un modo per garantire lo sviluppo
positivo del bambino e la stabilità mentale dell’individuo. Anche il rifiuto, per quanto doloroso, può avere
conseguenze costruttive. Esso presuppone il riconoscimento di quanto si rifiuta. Equivale a: “Hai torto” Il
problema sorge quando si usa la disconferma, che nega la realtà dell’individuo come emittente della definizione.
Equivale a: “Tu non esisti”. Diversamente dalla conferma, che accetta la definizione che l’altro, comunicando,
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ha dato di sé (Ecco come mi vedo) e dal rifiuto, la disconferma nega la realtà del soggetto come emittente della
comunicazione.Viene completamente trascurato come il soggetto agisce (il marito che dice sempre alla moglie
che è buono il piatto, anche quando ha bruciato il cibo), cosa prova, che senso dà alla situazione
III assioma A livello di punteggiatura il conflitto fra causa ed effetto mentre si sa che questi concetti non sono
validi per la circolarità dell’interazione. La profezia che si autodetermina: la persona che agisce sentendo di non
piacere ma credendo di reagire al fatto di non piacere agli altri non di provocare lui questa reazione.
IV assioma Errori nella traduzione del materiale analogico in numerico. Il materiale del messaggio analogico si
presta ad interpretazioni numeriche diverse. Uno degli obiettivi del counseling e della psicoterapia è dare una
numerizzazione correttiva del messaggio analogico
V assioma L’escalation simmetrica. La competizione portata alla distruzione reciproca. Voler avere l’ultima
parola
V assioma La complementarietà rigida La relazione madre-figlio nell’infanzia non cambia nel corso degli anni. Il
sadomasochismo
La teoria del doppio legame (Bateson et al.), ingiunzione paradossale senza scelta: due o più persone coinvolte
in una relazione intensa, con un alto valore di sopravvivenza fisica e/o psicologica per uno o per entrambi o per
tutti nella quale vengono inviati messaggi paradossali al quale l’altro non può reagire in modo congruo. Es.:
“Sai che sei libero di andartene caro; non preoccuparti se comincio a piangere”
Cause di errori di emissione e ricezione:
 Ambiti linguistici differenti
 L’idea di sé e dell’altro che hanno emittente e destinatario
 Situazione, stato dell’umore, ruolo
 Errori nella traduzione del materiale analogico in numerico
 Fattori di distorsione esterni
Ecco perché è importante il feed-back!
Gli ostacoli della comunicazione
 Dare soluzioni, avvertimenti, consigli
 Argomentare, persuadere con la logica
 Indagare, investigare
 Usare un linguaggio estraneo all’altro
Fanno sentire l’altro in una situazione di inferiorità e non promuovono autonomia e autostima
 Sdrammatizzare, ridicolizzare, ironizzare
 Etichettare
 Generalizzare, usare frasi fatte
Tendono a svalutare il problema e a sbarazzarsene
 Moralizzare, giudicare
Fanno sentire giudicati e non capiti
 Pensare alla risposta
 Usare allusioni, circonlocuzioni
 Doppio legame
dr.ssa Silvia Foschetti
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