FISIOLOGIA Generale e Oculare File # 8 UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 ADATTAMENTO VISIVO al Buio e alla Luce Affinchè i fotorecettori possano funzionare sotto l’enorme variazione di luce ambientale, essi devono regolare la loro sensibilità La sensibilità dell’occhio può essere misurata determinando la luminanza minima di uno spot-test necessaria per produrre una sensazione visiva. Ciò può essere fatto al buio aumentando la luminanza dello spot-test fino a che il soggetto non ne rileva la presenza UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 ADATTAMENTO AL BUIO L’adattamento al buio è la proprietà dell’occhio di recuperare la sua sensibilità al buio a seguito di esposizione per circa 10 min a luce brillante Le curve dell’adattamento al buio fanno vedere che la sensibilità dell’occhio aumenta enormemente dopo 5-10 min al buio. La curva ha un asintoto verso un minimo (soglia assoluta) di circa 10-5 cd/ m2 dopo circa 30 minuti di buio L’adattamento al buio forma le basi della teoria della visione duplex che dice che al di sopra di un certo valore di luminanza (circa 0.03 cd/m2), sono i coni a mediare la visione (fotopica). Al di sotto di questo valore sono i bastoncelli a fornire la visione (scotopica) La visione fotopica al termine dell’adattamento (dopo circa 8-10 min) si converte nella visione scotopica dei bastoncelli; tale passaggio avviene in corrispondenza del cosiddetto “gomito di Kohlrausch” UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Alcuni dei fattori che influenzano l’adattamento al buio Intensità e durata della luce di pre-adattamento Dimensione e posizione dell’area retinica usata per misurare l’adattamento Lunghezza d’onda della luce usata Rigenerazione della rodopsina All’aumentare della luminanza della luce preadattativa la branca dei coni diventa più lunga e quella dei bastoncelli più ritardata. A bassi livelli la soglia dei bastoncelli raggiunge quella assoluta. Più è breve la durata della luce di pre-adattamento e più rapida è la diminuzione dell’adattamento al buio. Per periodi pre-adattativi molto brevi si ottiene una sola curva, quella dei bastoncelli. Solo dopo un lungo periodo pre-adattativo si ottiene la curva bifasica UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 il punto della retina utilizzato per valutare l’adattamento è molto importante Se si punta un piccolo spot luminoso nella fovea (eccentricità di 0°), si vede solo una branca. Quando lo stesso spot si usa in periferia si osserva la tipica curva bifasica La dimensione della luce-test cambia la curva di adattamento al buio Usando un piccolo spot centrato nella fovea dopo adattamento si ricava un’unica curva dovuta all’eccitazione dei soli coni. Con luci più larghe si cominciano a stimolare anche i bastoncelli e la curva si spezza in due. Con luci molto larghe la sensibilità dell’occhio aumenta a seguito della sommazione spaziale (convergenza) dei bastoncelli interessati UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Lunghezza d’onda della luce Il gomito coni-bastoncelli non si vede con lunghezze d’onda nel rosso (RI=680 nm) perché i fotorecettori hanno sensibilità simili alle lunghezze d’onda lunghe. L’uso di luci a lunghezze d’onda brevi dà luogo a curve bifasiche molto accentuate UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Rigenerazione del pigmento l’adattamento al buio dipende dallo sbiancamento del fotopigmento e dalla sua rigenerazione. Diminuzione logaritmica della sensibilità rispetto a quella del fotorecettore adattato al buio Esistono malattie che rallentano i tempi di adattamento al buio: fundus albipunctatum (mutazioni nell’enzima RDH5), deficit di vitamina A, maculopatie correlate all’età (difficoltà ad attraversare la membrana di Bruch) In effetti il tempo necessario per l’adattamento al buio è simile a quello necessario alla rigenerazione bastoncelli coni A seguito di sbiancamento la sensibilità dei bastoncelli è molto minore di quella dei coni Per esempio, lo sbiancamento del 30% della rodopsina dei bastoncelli fa diminuire la sensibilità di oltre 6 unità logaritmiche mentre lo stesso sbiancamento del pigmento dei coni diminuisce la sensibilità di meno di 1 unità logaritmica. Proporzione del pigmento sbiancato UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 ADATTAMENTO alla LUCE Con l’adattamento alla luce, l’occhio si adatta rapidamente a intensità crescenti di illuminazione dello sfondo e diviene capace di distinguere oggetti posti in questo sfondo. L’adattamento si può esplorare determinando l’aumento della soglia, dove uno stimolo test viene presentato in uno sfondo di una data luminosità. L’intensità dello stimolo viene aumentato fino ad essere visto contro lo sfondo luminoso UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 L’esperimento si può ripetere cambiando la luminosità dello sfondo e i colori sfondo/luce test Le curve per la parafovea con una luce test gialla (580 nm) su uno sfondo verde (500 nm) presentano una zona più bassa per i bastoncelli e una per i coni che si origina quando la luminosità dello sfondo aumenta. Anche in questo caso la curva bifasica riflette la doppia natura della visione (duplex) Intensità della luminosità soglia Alta Soglia La curva che si ottiene dipende dalle lunghezze d’onda delle luci (test e sfondo) e dalla zona retinica Bassa Soglia Intensità della luminosità dello sfondo UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Acuità e Contrasto L’acuità visiva esprime la risoluzione spaziale dell’occhio, cioè la sua capacità di vedere i dettagli In prima istanza, l’acuità visiva è limitata dalla diffrazione, dalle aberrazioni luminose e dalla densità dei fotorecettori (Smith e Atchison, 1997). L’anello di Landolt C, la E illetterata e le lettere di Snellen sono alcune delle forme utilizzate per valutare l’acuità visiva. In tutte si risolve la collocazione degli intervalli intervalli UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Considerando un punto luminoso, la sua immagine sulla retina verrà distribuita con una funzione di dispersione (PSF: point spread function) dovuta al fatto che il sistema ottico non è perfetto. Lo stesso accade nella visione di 2 linee. La percezione delle 2 linee può trasformarsi in quella di una sola se le due linee sono troppo vicine (mancata risoluzione) Oggetti nello spazio visivo Immagine di un punto sulla retina e suo PSF Funzioni di distribuzione sulla retina Percezione Visiva due punti luminosi sufficientemente vicini formano un profilo sulla retina che è fusione dei 2 singoli Immagine di 2 punti sulla retina e loro PSF Affinchè si possano risolvere piccoli dettagli è necessario un buon sistema ottico con recettori opportunamente spaziati percezione di 2 linee di un occhio con differenti sistemi recettoriali (da A a F). Solo a partire dal sistema C (3 recettori) si possono risolvere le 2 linee. A e B che hanno 1 o 2 soli recettori discriminano una sola linea (segnale si-no-si) UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 A livello della fovea (dove è massima l’acuità visiva) i coni hanno in media un diametro di 1,5 µm (e sono separati bordo-bordo da circa 0.5 µm; la distanza intercentro è di 2 o 2.5 µm). Pertanto, un soggetto è in grado di distinguere due punti separati se i loro centri sulla retina distano tra loro di 5 µm, ossia due punti in grado di eccitare due coni tra i quali ne sia intercalato un terzo 5 µm X= 2,4-2,6 µm diametro cono 1,5 µm x=2,5 µm sezione di fovea umana UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 L’acuità visiva nel sistema di Snellen può essere espresso come frequenza spaziale e viceversa Acuità visiva secondo Snellen e sua conversione in frequenza spaziale Lettera 10/10 2 minuti di arco in un ciclo ci sono 60 minuti in un grado quindi, 1 grado contiene 30 cicli per la lettera 10/10 la frequenza spaziale è 30 cicli per grado la spaziatura dei coni nella fovea è circa 2.5 µm equivalente a 28 secondi di arco (e quindi circa 0.5 minuti di grado). In base a questa spaziatura sarebbero possibili circa 60 cicli per grado, un’acuità teorica molto maggiore di quella ottenuta dalle misure cliniche (circa 30) a causa della non perfetta ottica dell’occhio e, soprattutto, del processing neuronale UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 La fovea ha un diametro inferiore a 500 µm il che significa che il massimo di acuità visiva si realizza in meno di 2 gradi del campo visivo. 1’ (1/60 di grado) ~ 5 µm 1° ~ 5x60 = 300 µm Nella fovea i coni sono molto più addensati e la fovea rappresenta lo 0.01% della retina O fovea < 500 µm <2° La densità delle gangliari varia in proporzione: 50.000/mm2 nella fovea <1.000/mm2 al di fuori I neuroni nella corteccia sono spaziati regolarmente, senza relazione con la retina, per cui la fovea mappa circa 8-10% della corteccia visiva la corteccia impiega un maggior numero di “processamenti” dei segnali provenienti dalla fovea: elevata acuità si associa con elevata intensità di “processing” (Ingrandimento Corticale) MAPPA RETINOTOPICA di V1 UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Altri fattori che contribuiscono alla acuità visiva 1. Illuminazione 2. Tempo di esposizione del bersaglio 3. Area della retina stimolata 4. Stato adattativo dell’occhio 5. Movimento oculare illuminazione L’acuità visiva dipende dal livello di illuminazione dello sfondo. Sono evidenti due tratti di curva: quasi-lineare per i bastoncelli (visione scotopica) e una alta e sigmoidale per i coni (visione fotopica) Con limitata disponibilità quantale la cattura della luce è più probabile nelle zone para-centrali e periferiche della retina a seguito della maggiore sommazione spaziale; qui la risoluzione è scarsa. Quando I livelli di luminosità aumentano la cattura dei fotoni sarà maggiore nella retina centrale (macula e fovea). Si ottiene qui una acuità visiva maggiore le frecce indicano la massima risoluzione (acuità) per i 2 fotorecettori UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Area di stimolazione della retina Stato adattativo dell’occhio A causa della maggiore densità di coni nella fovea, l’acuità visiva è massima nel centro di fissazione. Alla distanza di 10 minuti (appena 1/6 di grado) c’è già la perdita del 25% dell’acuità visiva. A eccentricità maggiori di 2 gradi l’acuità scende molto di più di quanto prevedibile sulla base della distribuzione dei fotorecettori suggerendo l’esistenza di elementi retinici limitanti post-recettoriali I più alti livelli di acuità visiva si hanno con occhi adattati allo stesso livello di luminanza del test In condizioni scotopiche sono le cellule AII a limitare l’acuità (Kolb, 1992; Wassle, 1995). La massima acuità scotopica si ha tra 5-15° di accentricità, corrispondente alla max densità delle cellule amacrine AII. Oltre i 15° l’acuità scotopica è limitata dalle cellule gangliari P (Mills & Massey, 1999) UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Movimento degli occhi Anche se un oggetto viene fissato intensamente, gli occhi compiono costanti movimenti. In queste condizioni, le immagini retiniche attraversano distanze di circa 3 minuti di grado al secondo I movimenti oculari di un soggetto che osserva la fotografia per 2 minuti UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 La Sensibilità al Contrasto Nella visione il Contrasto è un parametro estremamente importante. La misura clinica dell’acuità visiva usa alto contrasto (lettere nere in fondo bianco) mentre nella realtà gli oggetti e lo sfondo hanno contrasti molto variabili. Le grate sinusoidali Il contrasto di una grata sinusoidale è dato dal rapporto tra le soglie di intensità della grata: C = (Lmax - Lmin) / (Lmax + Lmin) dove C può assumere valori tra 0 e 1. La luminanza del contrasto delle grate varia in modo sinusoidale e permette di alterare il contrasto delle grate senza cambiare la luminosità dello schermo Profilo di luminanza di grate sinusoidali con C 1 e 0.5. Per un C=1 la grata ha i valori di luminanza massimo e minimo disponibili Le dimensioni delle barre della grata possono essere espresse in termini di numero di cicli (un ciclo consiste di una barra luminosa più una scura) per angolo sotteso dall’occhio (frequenza spaziale della grata) in unità cicli/grado 1 ciclo per grado 2 cicli per grado Il numero di grate che cade in un grado della retina dipende dalla distanza UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 La “Funzione di Sensibilità al Contrasto” (CSF) Si determina la sensibilità al contrasto dell’occhio in funzione della frequenza spaziale della grata. Per una data frequenza spaziale il contrasto può essere abbassato sino a che è possibile discriminare le barre della grata (soglia di contrasto). Il reciproco della soglia di contrasto è chiamato “sensibilità al contrasto” diagramma di Campbell-Robson (1968) In questa immagine, la frequenza della modulazione aumenta logaritmicamente. Anche il contrasto varia logaritmicamente dal 100% allo 0.5% BASSO C Si costruiscono grafici mettendo in ordinate la sensibilità del contrasto e in ascisse la frequenza spaziale ottenendo una curva chiamata “Funzione di Sensibilità al Contrasto” (CSF). Contrasto CSF In condizioni fotopiche, il picco di CSF è a metà dell’intervallo della frequenza spaziale e la risoluzione è al massimo livello soltanto sotto condizioni di alto contrasto ALTO C Frequenza spaziale della grata UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Le immagini bersaglio sono rappresentative dell’organizzazione centro-periferia dei neuroni, con diversa inibizione periferica a frequenze angolari basse, medie e elevate. Frequenze angolari troppo alte o troppo basse provocano contemporaneamente stimoli eccitatori ed inibitori che si sovrappongono nello stesso campo recettivo retinico UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 La forma e i parametri della CSF dipendono da diversi fattori tra i quali la luminosità media della grata e la limpidezza delle ottiche dell’occhio. A bassi livelli di luminosità, la massima sensibilità al contrasto è circa l’ 8% e la massima risoluzione è circa 6 cicli/grado All’aumentare della luminosità media, il picco CSF è vicino al 50% di contrasto e la massima frequenza spaziale è di circa 30-40 cicli/grado Ad alti livelli fotopici il picco di CSF è a 5-10 cicli/grado e la frequenza spaziale è di circa 50 cicli/grado (van Ness e Bouman, 1967) Bassa luminosità Alta luminosità One Troland of retinal illumination is produced when an eye with a pupil size of 1 mm2 looks at a surface whose luminance is 1 cd/m2 UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 i circuiti dei coni e dei bastoncelli L’apparato visivo umano è basato soprattutto sui coni per la visione dei colori e l’acuità visiva i bastoncelli garantiscono la visione notturna e aumentano la sensibilità dell’occhio in condizioni scotopiche. La maggioranza dei Vertebrati ha retine con un numero maggiore di bastoncelli (animali notturni). i bastoncelli sono così sensibili da captare singoli quanti di luce permettendo la visione notturna Se il sistema dei bastoncelli si ammala e degenera si ha cecità notturna (retinitis pigmentosa). UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 I circuiti dei Coni Fuori dalla fovea, i bastoncelli circondano i coni. La densità dei coni è altissima nella fovea e scende rapidamente in periferia. Zona non vascolarizzata della fovea Mappa della densità dei coni (x1000) nella retina umana fovea ingrandita Nella fovea ci sono circa 200.000 coni. Ci sono circa 17.500 coni/grado UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 I coni sinaptano differenti cellule bipolari; il GLU dei coni è continuamente rilasciato al buio e il suo rilascio è soppresso alla luce le bipolari dei coni sono ON (ed hanno un campo recettivo depolarizzante) ed OFF (con campo recettivo iperpolarizzante) Complesso sinaptico del terminale di un cono cono Recettore Inibitorio mGluR6 D’Angelo-Peres; Fisiologia – Molecole Cellule e sistemi; EDI-ERMES bipolari centrali con mGLUR6 Recettore eccitatorio AMPA/KA ON OFF OFF ON bipolari centrali con AMPA/ kainato UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Nel centro fovea e fino a 4 mm le vie dei coni sono organizzate così: 1 cono a 2 bipolari midget (MBC) (una a centro ON- e una a centro OFF-) a 2 midget gangliari (MGC) (una a centro ON- e una a centro OFF-) Oltre i 4 - 5 mm dalla fovea le MBC presentano contatti con 2 oppure 3 coni. Le MGC si ritrovano fino a metà retina e aumentano gradualmente l’arborizzazione dendritica UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Le vie dei coni viaggiano come due sistemi paralleli (ON e OFF) fino alla cellula gangliare un canale fornisce informazioni alla gangliare circa gli stimoli più luminosi dello sfondo (canale a centro-ON) mentre l’altro dà indicazioni circa gli stimoli più scuri dello sfondo (canale a centro-OFF) I circuiti dei Coni grazie ai campi recettivi centro-periferia mediano il “Contrasto simultaneo” L’informazione inerente zone di buio e zone di luce dell’immagine è fondamentale per la sensazione visiva, ma l’aggiunta simultanea del contrasto di entrambe aumenta moltissimo la risoluzione dell’immagine Stimoli efficaci per i 2 canali a centro-ON e a centro-OFF Il maggior contrasto si ottiene tramite inibizione laterale, dove un confine scuro inibisce un’area luminosa e viceversa UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 i campi recettivi possono essere più o meno larghi La variazione in morfologia di H1 all’aumentare dell’eccentricità (da 2.9 mm a 9.7 mm ) L’elevata acuità visiva della fovea è mediata dai piccoli campi recettivi delle gangliari che richiedono alta densità e piccole dimensioni dei coni, bipolari e gangliari. Nei primati l’organizzazione delle orizzontali è complessa a causa della fovea. Le orizzontali H1 della fovea, il tipo più comune, hanno un’arborizzazione dendritica di 16 µm, sono molto addensate (25.000 cells/mm2) e si uniscono mediamente a 3 altre H1 vicine. Le H1 in periferia, a ridotta risoluzione, hanno bassa densità (1000 cell/mm2), larga arborizzazione dendritica (160 µm di diametro) e si connettono a circa 30 altre H1. diametri dei dendriti di H1 e dei campi recettivi in funzione dell’eccentricità - L’area grigia mostra l’aumento in diametro di H1, i cerchi i campi recettivi di H1 (con relativa curva) e la curva superiore mostra le dimensioni della periferia delle cellule gangliari Packer & Dacey - Journal of Vision (2005) 5, 1038–54 UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Le cellule gangliari a centro-ON vengono attivate quando la luce cade al centro dei loro campi recettivi, mentre quelle a centro-OFF danno risposta alla luce che cade in periferia del loro campo recettivo Le cellule gangliari hanno campi recettivi a “sombrero” Un cono dà l’informazione a 2 “midget” gangliari; in qualunque momento ogni cono foveale trasmette o un segnale ON oppure un segnale OFF al cervello. Questo segnale porta anche un messaggio sul colore UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 le risposte ON e OFF delle cellule gangliari producono potenziali d’azione a frequenza variabile OFF ON ON OFF La luce si concentra al centro eccita cellula gangliare inibisce cellula gangliare inibisce cellula gangliare eccita cellula gangliare La luce si concentra nella periferia La luce solo in un punto della periferia La luce diffusa sia sul centro che sulla periferia debole risposta della cellula gangliare UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Variazione della frequenza di scarica di una cellula gangliare a centro-ON in funzione della distanza di uno stimolo luminoso dal centro del campo recettivo. Lo zero sull’asse delle x corrisponde al centro. A una distanza di 5° lo stimolo luminoso cade al di fuori del campo recettivo UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Risposte di una depolarizzazione di cellule gangliari a cento-ON i cui campi recettivi (A-E) siano distribuiti attraverso un bordo di separazione buio-luce. Le cellule che rispondono maggiormente sono quelle i cui campi recettivi si trovano a cavallo del bordo buio-luce UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 I circuiti dei bastoncelli Cellule amacrine dei bastoncelli Sono due fondamentali, le AII e le A17 La piccola AII è probabilmente l’amacrina più comune della retina (512.000 nel gatto) seguita dalla A17 (tra 170.000 e 230.000 nel coniglio). bastoncello Recettore Inibitorio mGluR6 Anche i bastoncelli si dotano di campi recettivi centro-ON con una periferia OFF antagonista grazie a cellule amacrine AII (e anche A17) che rilasciano GABA sulle RBC del centro A17 UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Le amacrine AII dei bastoncelli hanno ruoli nella visione scotopica connettono il circuito dei bastoncelli a quelli dei CONI in modo tale che i segnali dei bastoncelli usano anche le vie delle bipolari dei coni per raggiungere le gangliari. AII usa sinapsi chimiche inibitorie con la cellula gangliare a centro-OFF che viene inibita Bipolare ON del bastoncello cb1 cb2 glicina OFF cb5 AII gap AII usa sinapsi elettriche eccitatorie (grandi gap junction) per passare l’impulso eccitatorio alle cellule gangliari a centro-ON ON Nei Primati, i segnali dei coni e dei bastoncelli si mescolano nel circuito fasico (cellule gangliari M o parasol) UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 i segnali dei bastoncelli raggiungono le gangliari a centro-ON e quelle a centro-OFF con due diverse modalità che dipendono dalla luminosità S C O T O P I C O M E S O P I C O in condizioni mesopiche (dal crepuscolo sino a luce lunare) il segnale dei bastoncelli passa direttamente ai coni tramite gap junctions (vie ON2 e OFF2), impiegando così la via fotopica. S C O T O P I C O M E S O P I C O A livelli scotopici (luce stellare) viene utilizzata la via della cellula bipolare dei bastoncelli e le amacrine AII UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 ruolo delle cellule amacrine di tipo AII nella visione duplex Le AII ricevono messaggi da molti bastoncelli permettendo la percezione di piccole quantità luminose Ruolo nella visione scotopica la diminuzione di GLU (alla LUCE) depolarizza la bipolare dei bastoncelli provocandone il rilascio di GLU sulle amacrine A17 e AII GLU eccita AII provocando: glicina GLU 1. rilascio di glicina che inibisce le gangliari OFF 2. depolarizzazione delle bipolari ON dei coni tramite gap junction e quindi delle gangliari ON 3. aumento del rapporto SEGNALE/RUMORE dovuto alla diffusione del segnale all’interno del network formato dalle cellule AII. GLU L’effetto globale è di inibizione delle vie OFF- e di eccitazione delle ON- governate dai bastoncelli nel circuito dei bastoncelli in condizioni scotopiche AII permette il flusso verticale di informazioni, amplifica il segnale e riduce il rumore prima che il segnale stesso raggiunga le cellule gangliari UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 Ruolo delle AII nella visione fotopica (visione duplex) Nei circuiti dei coni, cioè in condizioni fotopiche, le bipolari-ON stimolano le gangliari-ON e anche le AII tramite le gap junction. Predomina però la risposta a centro-ON LUCE Iperpolarizzazione: blocco esocitosi del GLU bipolare ON si depolarizza OFF-CBC ON-CBC OFF-CBC AII causa inibizione glicinergica delle OFF-CBC e delle gangliari OFF AII si depolarizza dando una forte risposta a centro-ON, anche grazie al rilascio di glicina e quindi alla inibizione delle risposte OFF. Il segnale glicinergico permette ai segnali ON di predominare nella retina interna glicina Gangliare centro-OFF i segnali di ONCBC eccitano elettricamente AII inibizione chimica di AII (mancata esocitosi di GLU) In questo modo AII mescola non solo i segnali coni/ bastoncelli ma anche le vie centro-ON/centro-OFF UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8 ruolo delle cellule amacrine di tipo AII nella visione duplex A livello delle cellule AII si incrociano le vie dei coni e dei bastoncelli ed anche le vie a centro-ON e a centro-OFF Le amacrine provvedono alla creazione della periferia di coni L (rossi) attorno al centro fatto da coni M (verdi). Succede anche il contrario: l’amacrina fornisce una periferia di coni M a un centro di coni L Quindi, AII riceve sempre impulsi variabili (che dipendono dalla intensità dello stimolo) spostandosi da una via all’altra e da una funzione all’altra UniSalento – Ottica e Optometria – Fisiologia Generale e Oculare – A.A. 2016-2017 – S. Marsigliante - # 8