Elisa Fabemoli LA VERA STORIA DI OCCHIO PIDOCCHIO Ovvero come sensibilizzare genitori, insegnanti, educatori e bambini su un problema che tormenta i pensieri dentro e sopra le nostre teste… 1 In una scuola non lontano da qui, era entrato, trasportato dalle correnti, un piccolo pidocchio esploratore. Il suo nome era Occhio Pidocchio. Non chiedetemi quale fosse il nome e quale il cognome, probabilmente nemmeno lui lo sapeva, ai pidocchi non piacciono le formalità. Ma c’è una cosa che ai pidocchi piace tanto cui non sono proprio disposti a rinunciare: un posto caldo dove trascorrere le giornate. Anzi, per la precisione, la temperatura deve essere tra i 30 e i 36 gradi, né di più ne di meno. In questo i pidocchi sono davvero cavillosi! Occhio Pidocchio si mise subito alla ricerca di un posticino che fosse proprio adatto alle sue esigenze. Ma dove trovare una temperatura così precisa all’interno di una scuola? 2 Sul pavimento? Troppo freddo. Sul calorifero? Troppo caldo. Sulla sedia? Forse. Infatti, per un po’ si mantiene calda, ma poi …. No, no è troppo pericoloso! Nelle scarpe? Misericordia, ci vorrebbe una maschera ad ossigeno. Occhio Pidocchio se ne stava accovacciato sulla parete della classe 2^ F, privo di forze per il freddo accumulato, quando accadde qualcosa di davvero inaspettato. Un bambino di nome Ferdinando, stanco per la lezione di geografia, appoggiò la testa proprio a quella parete, mentre spalancava la bocca per dare sfogo ad un plateale sbadiglio. Occhio Pidocchio, incuriosito dal ciuffo che si opponeva al resto dei capelli ben pettinati, si avvicinò timidamente. Saltò sopra la punta di un capello e iniziò a dondolarsi come su un’altalena e poi a scivolare come fosse sullo scivolo. Che meraviglia! Quei capelli sembravano un Luna Park tutto a sua disposizione. Che divertimento! 3 Quando Occhio Pidocchio raggiunse la radice del capello si trovò avvolto da un tepore incredibile. La pelle di Ferdinando emanava un calore dalla temperatura perfetta: 35 gradi e mezzo. Una delizia! Occhio Pidocchio poté così ricaricare tutte le energie e schiacciò un pisolino. Naturalmente Ferdinando non si accorse di nulla e continuò la sua lezione di geografia che nel frattempo era diventata proprio interessante. Occhio Pidocchio dormì per ore. Al suo risveglio iniziò l’esplorazione di quella testa pelosa. “Quanto spazio!”. Pensò tra sé. “Questo sì che è un appartamento con i fiocchi!”. 4 Rapito da una gioia sfrenata, Occhio Pidocchio iniziò a correre tra un capello e l’altro provocando un leggero prurito sulla testa di Ferdinando. Occhio Pidocchio non poteva più rinunciare a quello spazio meraviglioso e confortevole e decise di stabilirvi la sua residenza. L’indomani mattina accadde qualcosa che ancora oggi non mi so spiegare. Occhio Pidocchio fece un uovo. Vuoi vedere che il nostro pidocchio era una femmina? Mah, queste sono cose da esperti di insetti, però, come vi dicevo all’inizio di questa storia, ai pidocchi non piacciono le formalità. Ciò che a loro interessa, oltre a trovare un posto caldo (ma di questo sappiamo già tutto) è riuscire a rendere ben stabili le loro uova, perché non vadano perse. Il nostro amico pidocchio riuscì dunque a trovare il sistema di appiccicare il suo uovo ad un capello e lo fece stare così fermo che sembrava attaccato con la colla stick, come quella che ogni bambino dovrebbe avere nel proprio zaino. Quell’uovo era davvero piccino ed era quasi trasparente. Occhio Pidocchio fece altre uova e ne fissò una ad ogni capello. 5 Una mattina, Ferdinando portò a scuola una macchinina nuova. Carletto incuriosito si avvicinò a lui per vederla bene. Mentre Ferdinando spiegava al suo compagno tutte le caratteristiche di quel gioco appoggiò la testa a quella di Carletto. Occhio Pidocchio non si fece sfuggire l’occasione per allargare il suo appartamento e con un balzo saltò sulla testa di Carletto. Vi posò dieci uova più in fretta che poté e fece subito ritorno sulla testa di Ferdinando. E così fece anche con la testa di Mariuccia, Gigetto e persino di Lina, la più timida della classe. 6 Ormai Occhio Pidocchio aveva costruito un impero e si sentiva un re. Presto tutte le uova si schiusero e sulle teste dei bambini si sviluppò una tribù di pidocchi allegra e festosa. Durante le loro scorribande sulle teste provocavano un fastidioso prurito che impediva ai bambini di prestare attenzione alle lezioni e persino di giocare in modo tranquillo. Tutti sentivano in continuazione l’esigenza di grattarsi la testa. Impossibile vivere tranquilli! La mamma di Ferdinando capì che qualcosa non andava: il suo bambino non si era mai grattato la testa così tanto. Allora lo fece avvicinare al lavandino del bagno e con un pettine con i denti fitti fitti cominciò a pettinare i suoi capelli. Sulla ceramica bianca del lavandino saltarono uno alla volta i figli di Occhio Pidocchio. Ferdinando non credeva ai suoi occhi. Per giorni, aveva ospitato a sua insaputa così tanti inquilini sulla testa! 7 I genitori di Ferdinando, preoccupati, fecero delle ricerche per saperne di più su questi pidocchi impertinenti. Scoprirono che: - i pidocchi sono dei parassiti, che si nutrono del sangue del cuoio capelluto; - possono provocare delle infezioni sulla pelle; - le uova dei pidocchi si chiamano lendini e si schiudono dopo 7-10 giorni; - avere i pidocchi non dipende dallo stato di pulizia dei capelli, tutti li possono prendere! - è importante controllare spesso i capelli e trattarli con uno shampoo speciale solo in presenza di pidocchi o lendini. La mamma lavò subito la testa al suo bambino con uno shampoo di quelli che bruciano la lingua ai pidocchi. Poi avvisò subito il direttore della scuola e, attraverso di lui, informò le mamme di tutti i bambini. Tutti quanti lavarono i capelli con quello shampoo e ogni tanto ripetono ancora l’operazione per evitare di trovare altre sorprese. La cosa più importante è che lo shampoo lo facciano tutti, ma proprio tutti, altrimenti basta che in circolazione ci sia anche un solo parente di Occhio Pidocchio che la tribù dei pidocchi si riforma in men che non si dica. 8 E di Occhio Pidocchio cosa mi dite? Che ne è stato di lui? Qualcuno di voi l’ha visto? No? Allora attenzione, perché potrebbe essere ancora nascosto da qualche parte, in cerca di appartamenti dove portare la propria residenza. Avvertite tutti prima che sia troppo tardi, e … buona scuola, bambini. ___________________________ www.chebelloinsegnare.it 9