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In prova Panasonic Lumix DMC-G1
Abbasso lo specchio
resentata alla recente Photokina
e lanciata con una imponente
campagna pubblicitaria, la Panasonic Lumix DMC-G1 (che da qui
in poi chiameremo brevemente Lumix G1 e che è già stata da noi presentata in anteprima sullo scorso numero di Fotografia Reflex) è la
prima fotocamera al mondo con
mirino elettronico ed obiettivi intercambiabili. Si tratta di un progetto decisamente innovativo, basato su un sensore in formato
Quattroterzi (18x13,5mm quello
delle reflex Olympus, Panasonic
e Leica per intenderci) e su una
nuova baionetta battezzata Micro
Quattroterzi, che tramite adattatore permette una compatibilità
con le ottiche Quattroterzi standard. Ma la caratteristica che
maggiormente distingue la G1 è
l’assenza dello specchio reflex,
sostituito da un display LCD ad
alta densità di punti immagine
(1.440.000dpi) su cui punta l’oculare della macchina, visore alternativo al display LCD presente
sul dorso.
In pratica si tratta di una soluzione di Live View continuo, che
ha permesso, eliminando lo specchio che nelle reflex tradizionali
riflette l’immagine verso il vetro
smerigliato e il pentaprisma
e da qui all’occhio del
fotografo, di ridurre le
dimensioni complessive dell’oggetto e
di semplificarne
meccanicamente
la costruzione.
Tant’è che il tiraggio della Lumix G1
(ossia la distanza fra
l’esterno della baionetta
e il piano del sensore su
cui si proietta l’immagine) è la metà di quello
delle normali reflex Quattroterzi (20mm contro
40mm), mentre la baionetta
ha un diametro più stretto di
6mm, che non sono pochi.
La Lumix G1 ha le sembianze
P
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di Eugenio Martorelli
La prima macchina con la nuova
baionetta Micro Quattroterzi è
una piccola 12 megapixel
stabilizzata col mirino elettronico
e il display orientabile
di una vera reflex, con tanto di
sporgenza per un pentaprisma
mancante, design studiato probabilmente per non “spaventare”
quei consumatori che associano
la forma di una reflex al concetto
di maggiore qualità. Ma di fatto
non lo è, proprio per la tipologia
di questo sistema di visione fotografica, vecchio ormai ben più di
mezzo secolo. Basta prendere la nuova fotocamera Panasonic
e portare l’occhio all’oculare del mirino: buio
DICEMBRE 2008 FOTOGRAFIA REFLEX
totale. Non abbiamo tolto il tappo
dall’obiettivo? No, solo che la
macchina è spenta; per vedere
qualcosa ci vuole l’energia della
batteria, mentre in una vera reflex
la visione è sempre libera. Beninteso, questo non è un giudizio
qualitativo (nel merito del quale
entreremo dopo), si tratta solo
della constatazione che si tratta di
due sistemi diversi.
Altra differenza è
La Lumix G1 è
prodotta con livrea
rossa, nera o blu
scuro.
che in un mirino reflex il soggetto appare come esso è (e a volte
anche più bello e interessante di
quanto non sia…), mentre un mirino elettronico mostra il soggetto come apparirà nella fotografia,
perché tiene conto delle regolazioni apportate dal fotografo oppure dagli automatismi della
macchina, con in più la possibilità di visualizzare a piacere l’istogramma, un reticolo di linee o
anche un formato immagine con
proporzione fra i lati diverse dal
4:3 (ossia il 3:2 e il 16:9). Inoltre
il mirino delle G1 mostra il 100
per cento del campo inquadrato
dal sensore. Ma il limite principale dei mirini elettronici non è
sempre stato la loro cattiva qualità, con pixelamento e contrasto
eccessivo dell’immagine, effetto
cometa nei cambi rapidi di inquadratura, aloni e sfarfallamenti?
Diciamo subito che il mirino
elettronico della Lumix G1 rappresenta un notevole passo in
avanti rispetto al passato, ma è
proprio su come verrà accolta
dal pubblico la sua “qualità”
che questo nuovo concetto di apparecchio avrà
più o meno successo.
Tecnicamente il mirino è
composto da quasi un milione e mezzo di punti immagine, quattro volte il numero di
quelli generalmente presenti
nei mirini delle cosiddette digitali prosumer o superzoom, rispetto alle quali c’è
un abisso di differenza.
Inoltre il display non è
composto da un reticolo di punti
RGB, ma visualizza tre immagini rosse, verdi e blu in successione, con
un refresh rate
elevatissimo (60
cicli al secondo).
In luce normale l’effetto è gradevole, in pe-
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SCHEDA TECNICA
Il pannello posteriore della Lumix
G1 formato Quattroterzi ospita un
display LCD che ha invece un rapporto fra i lati 3:2. Il visore è
orientabile (sotto). In alto, la macchina impugnata vista da sopra.
L’impugnatura è piuttosto pronunciata per favorire una presa
tradizionale dell’apparecchio.
nombra e in interni lo è ancora di
più, grazie all’amplificazione che
mostra l’immagine come verrà
esposta, mentre in luce solare forte la visione diventa
molto contrastata.
Secondo noi
per arrivare a
competere con
un vero reflex, di
strada ce n’è ancora
molta da fare, ma forse
Nella vista posteriore si
apprezza la disposizione
razionale dei comandi,
con un classico
selettore a 4 vie da
“compatta” sulla destra
del display. Sotto di
esso il pulsante per il
controllo visivo della
profondità di campo.
SENSORE. Tipo: Live Mos. Dimensioni: 18x13,5mm. Pixel effettivi: 12 milioni. Rapporto fra i lati: 4:3,
3:2, 16:9. Fattore rispetto al 35mm: 2x. Risoluzione massima:4000x3000 pixel.
IMMAGINE. Scheda di memoria: Secure Digital (anche SDHC), Multimedia card. Formati di salvataggio:
Raw (.RW2), Jpeg, Raw+Jpeg. Livelli di compressione: 2. Spazio colore: sRGB, AdobeRGB. Regolazioni manuali dell’immagine: nitidezza, saturazione, contrasto, riduzione del rumore. Modi immagine: (film
mode) standard, dinamico, natura, attenuato, nostalgico, vivido; bianconero standard, dinamico e attenuato.
Bilanciamento del bianco (WB): auto, manuale (5 posizioni regolabili), misurato (2), temperatura colore
(kelvin regolabili). Bracketing WB: sì.
VISIONE. Mirino: elettronico, con 1.440.000 pixel. Copertura mirino: circa 100%. Regolazione diottrica: sì. Monitor: LCD a colori TFT da 3” e 660mila pixel, orientabile. Funzione LiveView: sì.
MESSA A FUOCO. Modi: AF singolo, AF continuo, manuale, AF+manuale. Modalità: Face detection, AF
Tracking, AF su 23 punti e su 1 punto regolabile. Sensibilità AF: 0+18EV (a 100 Iso). Blocco AF: sì. Illuminatore AF: sì. Controllo profondità di campo: sì.
ESPOSIZIONE. Modi: Intelligent auto, program, priorità dei tempi e dei diaframmi, manuale. Programmi tematici: sì (25). Tipo lettura: multizona su 144 punti, a prevalenza centrale, spot. Sensibilità esposimetro: 0+18EV. Blocco memoria: sì. Correttore fisso: +/- 3EV. Autobracketing: 3, 5, 7 ftg. Sensibilità
Iso: auto, Intelligent Iso, 100-3200.
OTTURATORE. Tempi: da 1/4000 di sec. a 60 secondi e posa B. Scatto: singolo, continuo. Cadenza max
continuo: 3 ftg/sec per 7 scatti in Raw, illimitata in Jpeg. Autoscatto: sì, 2, 10 sec, 10 sec e 3 scatti. Stabilizzatore: sì. Caratteristica speciale: anteprima effetto del tempo di scatto.
FLASH. Incorporato: sì. Presa sincro esterna: no. Tempo di sincronizzazione: 1/160 di sec. Modi: auto, manuale, occhi rossi, slow sync, 2a tendina. Compensazione flash: +/-2EV. Controllo flash separati:
con unità dedicate su slitta a contatto caldo.
ALTRE FUNZIONI. Funzioni di personalizzazione: sì. Dispositivo pulizia sensore: sì. Comando apparecchio via PC: no. Interfaccia e uscite: Video HDMI, USB 2.0, telecomando.
ALTRE CARATTERISTICHE.
Innesto obiettivi: baionetta Micro Quattroterzi; compatibilità: baionetta Quattroterzi tramite adattatore.
Alimentazione: batteria al litio da 1250mAh. Test batteria: sì. Dimensioni: 124x84x45mm. Peso solo
corpo: 385g (senza batteria). Accessori a corredo: caricabatteria, cavi, software. Distributore: Fowa Spa,
tel. 011 81441, www.fowa.it, www.panasonic.it. Prezzo: 790 euro.
non è questo il problema. Il mirino elettronico ha anche i suoi
vantaggi; inoltre, a chi si avvicina
ora alla fotografia e non ha mai
messo l’occhio nel mirino di una
reflex full frame, con la luminosità data da uno specchio grande,
queste considerazioni probabilmente non interessano affatto: la
nuova generazione,
abituata alle immagini
elettroni-
che, si troverà sul suo. Ed è proprio a questo pubblico, e precisamente a coloro che provengono
da una compatta digitale, ma che
sono intimiditi o non vogliono affrontare l’impegno di una reflex,
che è rivolta la Lumix G1.
La campagna pubblicitaria Panasonic la presenta come una
macchina piccolissima, ma nella
realtà non lo è poi tanto, dato che le sue dimensioni
sono appena inferiori a quelle di
una reflex digitale delle più piccole, come la Pentax K-m o la
Olympus E-420. Ma volendo
conservare l’impostazione classica da reflex, più di tanto non si
può scendere, altrimenti non si
saprebbe dove mettere le mani. Il
vero guadagno di dimensioni
promesso dal nuovo concept lo si
nota nell’obiettivo standard, uno
zoom 14-45mm f/3,5-5,6 di ottima qualità e dotato di stabilizzatore ottico Mega OIS che equivale a un 28-90mm nel formato 35mm (il fattore
di moltiplicazione
del
Quattoterzi
è 2x). In
pratica, aggiungendo lo
zoom 45-200mm
già presente in
corredo (a breve
saranno disponibili altre ottiche), è
possibile andare
in giro con una
borsa fotografica
piccola e leggera e
focali equivalenti a
un range da 28 a
400mm. Chi si por-
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PANASONIC LUMIX DMC-G1
FILM MODE DINAMICO
Le immagini della
Lumix G1 sono
modulabili a
piacere secondo
la voga attuale
dei modi pellicola
(Film Mode),
ognuno dei quali
può inoltre
essere calibrato a
piacere per
nitidezza,
contrasto,
saturazione e
riduzione del
rumore. Sopra e a
lato tre esempi
fra i nove modi
disponibili. Nel
bianconero
manca però la
possibilità di
simulare l’effetto
dei filtri
cromatici.
TEST DEL RUMORE
FILM MODE ATTENUATO
diverse
Per il nostro tradizionale test del rumore abbiamo fotografato la scena qui sopra alle diverse sensibilità della Lumix G1, che vanno da 100
a 1600 Iso. E’ possibile impostare una sensibilità massima per gli Iso auto, mentre il comando di riduzione del rumore è disponibile da menu
solo per le lunghe esposizioni. Ogni Film Mode dispone però di una sua
regolazione del livello di attenuazione dei disturbi digitali. Come si vede dai particolari in basso, con le impostazioni standard il rumore è
molto contenuto fino a 800 Iso, evidente e con una struttura granulosa a 1600 Iso, molto netto a 3200 Iso, con forte perdita di dettaglio.
FILM MODE BN DINAMICO
100 ISO
200 ISO
400 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
HP
WBPROFESSIONAL
AUTO IN LUCE SATIN
TUNG
Ottimo il controllo della luce da parte del bilanciamento del bianco
(WB) automatico. Questo è uno scatto alla luce di una lampadina con
una temperatura colore di non più di 2000K. Le possibilità di regolazioni manuali del WB della G1 sono in ogni caso notevoli.
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DICEMBRE 2008 FOTOGRAFIA REFLEX
diverse
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PROVA PRATICA DI RIPRESA
FORMATO RIPRESA 4:3
FORMATO RIPRESA 16:9
Oltre che nel formato nativo Quattoterzi (a sinistra), la Lumix G1
permette di scattare anche immagini con rapporto fra i lati 3:2 e
16:9 (sopra). In questo caso però la risoluzione scende,
rispettivamente, a 10MP e a 8MP. Il display LCD con rapporto 3:2
rappresenta un buon compromesso fra i tre formati.
L’esposimetro
della Lumix G1
ha la
misurazione
multizona su
144 punti, oltre
alla prevalenza
centrale e lo
spot. La gamma
dinamica è più
che discreta (a
lato), con
dettagli sia
nelle luci sia
nell’ombra
media.
L’esposimetro
tende però a
sottoesporre
leggermente,
proprio per
compensare
una tendenza a
chiudere le alte
luci massime (a
sinistra).
Lo zoom standard (28-90mm equivalenti) della G1 mette a fuoco fino
a 30cm, un valore non certo macro ma buono per la fotografia a
distanza ravvicinata. L’obiettivo ha comunque un’ottima definizione a
tutte le lunghezze focali e limitate deformazioni ottiche. La plasticità
dell’immagine non è invece particolarmente marcata.
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La baionetta
Micro
Quattroterzi
con i contatti
elettrici in
evidenza.
Il piccolo e
compatto
zoom standard
14-45mm (2890mm equiv.)
ha lo
stabilizzatore
ottico, (destra).
Il sensore della G1 ha le stesse dimensioni di quello delle normali
reflex Quattoterzi (fattore 2x). I
contatti elettrici dell’attacco sono invece due in più.
Sulla sinistra della calotta superiore si trovano la ghiera dei modi di
messa a fuoco, il comando apertura flash, la correzione diottrica e il
pulsante per scegliere manualmente fra la visione a LCD o a mirino
elettronico. La commutazione può anche avvenire automaticamente
avvicinando l’occhio a un sensore sulla destra dell’oculare (dettaglio).
Sulla parte destra abbiamo invece la grossa ghiera dei modi di esposizione. A portata di pollice c’è il pulsante di blocco AE/AF. Il comando di
accensione e quello dei modi di scatto sono coassiali alla ghiera.
Nella G1 la ghiera di controllo è unica e si trova sotto il pulsante di scatto. Premendola e ruotandola è anche
possibile regolare la compensazione dell’esposizione. Al centro il flash incorporato illumina correttamente il
soggetto anche alla focale di 28mm equivalenti. A destra, il vano per schede tipo Secure Digital (SD).
ta tutto il giorno sulla spalla certe
reflex digitali con due zoom sa di
cosa stiamo parlando…
Ma proviamo a smontare l’obiettivo. Ebbene, benché nella
Lumix G1 sia presente un otturatore a tendine metalliche, il sensore rimane a vista, benché protetto dal filtro UV. Ciò avviene
perché il sensore non è dotato di
un sistema di “otturazione elettronica”. Tecnicamente, un istan-
te prima dello scatto l’otturatore
meccanico si chiude, probabilmente resettando così il sensore
dall’immagine presente, per poi
riaprire e richiudere le tendine
per l’esposizione vera e propria,
riaprendosi infine per permettere
la visione. Il rumore dello scatto
è gradevolmente silenzioso, a
vantaggio della discrezione.
Vediamo ora la messa a fuoco.
Analizzando la G1 sulla carta si
temeva che l’autofocus implementato per mezzo del solo sensore (sistema a rilevamento del
contrasto) non fosse abbastanza
veloce, come d’altronde si è sperimentato con le reflex in modalità Live View che fanno a meno,
per la misurazione AF, di abbassare e rialzare lo specchio, potrà
stare tranquillo: la velocità e la
precisione dell’AF (che lavora su
23 punti) sono almeno pari a
PRO E CONTRO
☺
Nonostante le dimensioni ridotte, la Lumix G1 si impugna comodamente grazie a una riuscita ergonomia. La sensazione è quella
di avere fra le mani una reflex
classica, solo più leggera.
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DICEMBRE 2008 FOTOGRAFIA REFLEX
Progetto inedito e innovativo.
Zoom standard di ottimo livello, stabilizzato.
Miglior mirino elettronico visto finora su una fotocamera.
Compattezza e leggerezza del corredo.
Ergonomia e buon livello delle finiture.
Manca la modalità di ripresa video.
Contrasto eccessivo del mirino elettronico in luce forte.
Manca controllo wireless dei flash separati Quattroterzi.
quelle di una reflex entry level
con sistema a rilevamento di fase.
Inoltre la Lumix G1 dispone di
un efficace Face Detection, dell’AF spot con collimatore spostabile e dell’AF Tracking che si aggancia anche al colore.
La Lumix G1 è anche dotata di
sistema di rimozione della polvere dal sensore e di tutta una completa serie di modi di esposizione
e di regolazione dell’immagine
per il dettaglio dei quali vi rimandiano alla nostra scheda tecnica e
alla prova pratica di ripresa. Qui
segnaliamo che l’automia è discreta (considerato che il mirino
elettronico è un forte consumatore di energia), e che lo stabilizzatore si basa su una collaudata tecnologia Panasonic ed è efficace.
Fra i difetti di gioventù segnaliamo invece la mancanza di una
modalità di ripresa video (in arrivo con il prossimo modello, forse
al PMA di Las Vegas all’inizio
del prossimo anno) e una ridondanza di comandi e funzioni che,
secondo noi, contrasta con le esigenze del pubblico a cui la Lumix G1 è diretta: il fotoamatore
utente di compatte che vuole fare
il passaggio a qualcosa di più versatile. E in virtù delle sue possibilità, di versatilità la G1 ne promette tanta. Sarà da provarla ancora con uno degli obiettivi in arrivo, o lo zoom 7-14mm, oppure
il 14-140mm, o magari il normale 20mm f/1,7, attesi a breve.