18202_INT@42-46:x 25-11-2008 15:51 Pagina 42 In prova Panasonic Lumix DMC-G1 Abbasso lo specchio resentata alla recente Photokina e lanciata con una imponente campagna pubblicitaria, la Panasonic Lumix DMC-G1 (che da qui in poi chiameremo brevemente Lumix G1 e che è già stata da noi presentata in anteprima sullo scorso numero di Fotografia Reflex) è la prima fotocamera al mondo con mirino elettronico ed obiettivi intercambiabili. Si tratta di un progetto decisamente innovativo, basato su un sensore in formato Quattroterzi (18x13,5mm quello delle reflex Olympus, Panasonic e Leica per intenderci) e su una nuova baionetta battezzata Micro Quattroterzi, che tramite adattatore permette una compatibilità con le ottiche Quattroterzi standard. Ma la caratteristica che maggiormente distingue la G1 è l’assenza dello specchio reflex, sostituito da un display LCD ad alta densità di punti immagine (1.440.000dpi) su cui punta l’oculare della macchina, visore alternativo al display LCD presente sul dorso. In pratica si tratta di una soluzione di Live View continuo, che ha permesso, eliminando lo specchio che nelle reflex tradizionali riflette l’immagine verso il vetro smerigliato e il pentaprisma e da qui all’occhio del fotografo, di ridurre le dimensioni complessive dell’oggetto e di semplificarne meccanicamente la costruzione. Tant’è che il tiraggio della Lumix G1 (ossia la distanza fra l’esterno della baionetta e il piano del sensore su cui si proietta l’immagine) è la metà di quello delle normali reflex Quattroterzi (20mm contro 40mm), mentre la baionetta ha un diametro più stretto di 6mm, che non sono pochi. La Lumix G1 ha le sembianze P 42 di Eugenio Martorelli La prima macchina con la nuova baionetta Micro Quattroterzi è una piccola 12 megapixel stabilizzata col mirino elettronico e il display orientabile di una vera reflex, con tanto di sporgenza per un pentaprisma mancante, design studiato probabilmente per non “spaventare” quei consumatori che associano la forma di una reflex al concetto di maggiore qualità. Ma di fatto non lo è, proprio per la tipologia di questo sistema di visione fotografica, vecchio ormai ben più di mezzo secolo. Basta prendere la nuova fotocamera Panasonic e portare l’occhio all’oculare del mirino: buio DICEMBRE 2008 FOTOGRAFIA REFLEX totale. Non abbiamo tolto il tappo dall’obiettivo? No, solo che la macchina è spenta; per vedere qualcosa ci vuole l’energia della batteria, mentre in una vera reflex la visione è sempre libera. Beninteso, questo non è un giudizio qualitativo (nel merito del quale entreremo dopo), si tratta solo della constatazione che si tratta di due sistemi diversi. Altra differenza è La Lumix G1 è prodotta con livrea rossa, nera o blu scuro. che in un mirino reflex il soggetto appare come esso è (e a volte anche più bello e interessante di quanto non sia…), mentre un mirino elettronico mostra il soggetto come apparirà nella fotografia, perché tiene conto delle regolazioni apportate dal fotografo oppure dagli automatismi della macchina, con in più la possibilità di visualizzare a piacere l’istogramma, un reticolo di linee o anche un formato immagine con proporzione fra i lati diverse dal 4:3 (ossia il 3:2 e il 16:9). Inoltre il mirino delle G1 mostra il 100 per cento del campo inquadrato dal sensore. Ma il limite principale dei mirini elettronici non è sempre stato la loro cattiva qualità, con pixelamento e contrasto eccessivo dell’immagine, effetto cometa nei cambi rapidi di inquadratura, aloni e sfarfallamenti? Diciamo subito che il mirino elettronico della Lumix G1 rappresenta un notevole passo in avanti rispetto al passato, ma è proprio su come verrà accolta dal pubblico la sua “qualità” che questo nuovo concetto di apparecchio avrà più o meno successo. Tecnicamente il mirino è composto da quasi un milione e mezzo di punti immagine, quattro volte il numero di quelli generalmente presenti nei mirini delle cosiddette digitali prosumer o superzoom, rispetto alle quali c’è un abisso di differenza. Inoltre il display non è composto da un reticolo di punti RGB, ma visualizza tre immagini rosse, verdi e blu in successione, con un refresh rate elevatissimo (60 cicli al secondo). In luce normale l’effetto è gradevole, in pe- 18202_INT@42-46:x 25-11-2008 15:51 Pagina 43 SCHEDA TECNICA Il pannello posteriore della Lumix G1 formato Quattroterzi ospita un display LCD che ha invece un rapporto fra i lati 3:2. Il visore è orientabile (sotto). In alto, la macchina impugnata vista da sopra. L’impugnatura è piuttosto pronunciata per favorire una presa tradizionale dell’apparecchio. nombra e in interni lo è ancora di più, grazie all’amplificazione che mostra l’immagine come verrà esposta, mentre in luce solare forte la visione diventa molto contrastata. Secondo noi per arrivare a competere con un vero reflex, di strada ce n’è ancora molta da fare, ma forse Nella vista posteriore si apprezza la disposizione razionale dei comandi, con un classico selettore a 4 vie da “compatta” sulla destra del display. Sotto di esso il pulsante per il controllo visivo della profondità di campo. SENSORE. Tipo: Live Mos. Dimensioni: 18x13,5mm. Pixel effettivi: 12 milioni. Rapporto fra i lati: 4:3, 3:2, 16:9. Fattore rispetto al 35mm: 2x. Risoluzione massima:4000x3000 pixel. IMMAGINE. Scheda di memoria: Secure Digital (anche SDHC), Multimedia card. Formati di salvataggio: Raw (.RW2), Jpeg, Raw+Jpeg. Livelli di compressione: 2. Spazio colore: sRGB, AdobeRGB. Regolazioni manuali dell’immagine: nitidezza, saturazione, contrasto, riduzione del rumore. Modi immagine: (film mode) standard, dinamico, natura, attenuato, nostalgico, vivido; bianconero standard, dinamico e attenuato. Bilanciamento del bianco (WB): auto, manuale (5 posizioni regolabili), misurato (2), temperatura colore (kelvin regolabili). Bracketing WB: sì. VISIONE. Mirino: elettronico, con 1.440.000 pixel. Copertura mirino: circa 100%. Regolazione diottrica: sì. Monitor: LCD a colori TFT da 3” e 660mila pixel, orientabile. Funzione LiveView: sì. MESSA A FUOCO. Modi: AF singolo, AF continuo, manuale, AF+manuale. Modalità: Face detection, AF Tracking, AF su 23 punti e su 1 punto regolabile. Sensibilità AF: 0+18EV (a 100 Iso). Blocco AF: sì. Illuminatore AF: sì. Controllo profondità di campo: sì. ESPOSIZIONE. Modi: Intelligent auto, program, priorità dei tempi e dei diaframmi, manuale. Programmi tematici: sì (25). Tipo lettura: multizona su 144 punti, a prevalenza centrale, spot. Sensibilità esposimetro: 0+18EV. Blocco memoria: sì. Correttore fisso: +/- 3EV. Autobracketing: 3, 5, 7 ftg. Sensibilità Iso: auto, Intelligent Iso, 100-3200. OTTURATORE. Tempi: da 1/4000 di sec. a 60 secondi e posa B. Scatto: singolo, continuo. Cadenza max continuo: 3 ftg/sec per 7 scatti in Raw, illimitata in Jpeg. Autoscatto: sì, 2, 10 sec, 10 sec e 3 scatti. Stabilizzatore: sì. Caratteristica speciale: anteprima effetto del tempo di scatto. FLASH. Incorporato: sì. Presa sincro esterna: no. Tempo di sincronizzazione: 1/160 di sec. Modi: auto, manuale, occhi rossi, slow sync, 2a tendina. Compensazione flash: +/-2EV. Controllo flash separati: con unità dedicate su slitta a contatto caldo. ALTRE FUNZIONI. Funzioni di personalizzazione: sì. Dispositivo pulizia sensore: sì. Comando apparecchio via PC: no. Interfaccia e uscite: Video HDMI, USB 2.0, telecomando. ALTRE CARATTERISTICHE. Innesto obiettivi: baionetta Micro Quattroterzi; compatibilità: baionetta Quattroterzi tramite adattatore. Alimentazione: batteria al litio da 1250mAh. Test batteria: sì. Dimensioni: 124x84x45mm. Peso solo corpo: 385g (senza batteria). Accessori a corredo: caricabatteria, cavi, software. Distributore: Fowa Spa, tel. 011 81441, www.fowa.it, www.panasonic.it. Prezzo: 790 euro. non è questo il problema. Il mirino elettronico ha anche i suoi vantaggi; inoltre, a chi si avvicina ora alla fotografia e non ha mai messo l’occhio nel mirino di una reflex full frame, con la luminosità data da uno specchio grande, queste considerazioni probabilmente non interessano affatto: la nuova generazione, abituata alle immagini elettroni- che, si troverà sul suo. Ed è proprio a questo pubblico, e precisamente a coloro che provengono da una compatta digitale, ma che sono intimiditi o non vogliono affrontare l’impegno di una reflex, che è rivolta la Lumix G1. La campagna pubblicitaria Panasonic la presenta come una macchina piccolissima, ma nella realtà non lo è poi tanto, dato che le sue dimensioni sono appena inferiori a quelle di una reflex digitale delle più piccole, come la Pentax K-m o la Olympus E-420. Ma volendo conservare l’impostazione classica da reflex, più di tanto non si può scendere, altrimenti non si saprebbe dove mettere le mani. Il vero guadagno di dimensioni promesso dal nuovo concept lo si nota nell’obiettivo standard, uno zoom 14-45mm f/3,5-5,6 di ottima qualità e dotato di stabilizzatore ottico Mega OIS che equivale a un 28-90mm nel formato 35mm (il fattore di moltiplicazione del Quattoterzi è 2x). In pratica, aggiungendo lo zoom 45-200mm già presente in corredo (a breve saranno disponibili altre ottiche), è possibile andare in giro con una borsa fotografica piccola e leggera e focali equivalenti a un range da 28 a 400mm. Chi si por- FOTOGRAFIA REFLEX DICEMBRE 2008 43 18202_INT@42-46:x 25-11-2008 15:51 Pagina 44 PANASONIC LUMIX DMC-G1 FILM MODE DINAMICO Le immagini della Lumix G1 sono modulabili a piacere secondo la voga attuale dei modi pellicola (Film Mode), ognuno dei quali può inoltre essere calibrato a piacere per nitidezza, contrasto, saturazione e riduzione del rumore. Sopra e a lato tre esempi fra i nove modi disponibili. Nel bianconero manca però la possibilità di simulare l’effetto dei filtri cromatici. TEST DEL RUMORE FILM MODE ATTENUATO diverse Per il nostro tradizionale test del rumore abbiamo fotografato la scena qui sopra alle diverse sensibilità della Lumix G1, che vanno da 100 a 1600 Iso. E’ possibile impostare una sensibilità massima per gli Iso auto, mentre il comando di riduzione del rumore è disponibile da menu solo per le lunghe esposizioni. Ogni Film Mode dispone però di una sua regolazione del livello di attenuazione dei disturbi digitali. Come si vede dai particolari in basso, con le impostazioni standard il rumore è molto contenuto fino a 800 Iso, evidente e con una struttura granulosa a 1600 Iso, molto netto a 3200 Iso, con forte perdita di dettaglio. FILM MODE BN DINAMICO 100 ISO 200 ISO 400 ISO 800 ISO 1600 ISO 3200 ISO HP WBPROFESSIONAL AUTO IN LUCE SATIN TUNG Ottimo il controllo della luce da parte del bilanciamento del bianco (WB) automatico. Questo è uno scatto alla luce di una lampadina con una temperatura colore di non più di 2000K. Le possibilità di regolazioni manuali del WB della G1 sono in ogni caso notevoli. 44 DICEMBRE 2008 FOTOGRAFIA REFLEX diverse 18202_INT@42-46:x 25-11-2008 15:51 Pagina 45 PROVA PRATICA DI RIPRESA FORMATO RIPRESA 4:3 FORMATO RIPRESA 16:9 Oltre che nel formato nativo Quattoterzi (a sinistra), la Lumix G1 permette di scattare anche immagini con rapporto fra i lati 3:2 e 16:9 (sopra). In questo caso però la risoluzione scende, rispettivamente, a 10MP e a 8MP. Il display LCD con rapporto 3:2 rappresenta un buon compromesso fra i tre formati. L’esposimetro della Lumix G1 ha la misurazione multizona su 144 punti, oltre alla prevalenza centrale e lo spot. La gamma dinamica è più che discreta (a lato), con dettagli sia nelle luci sia nell’ombra media. L’esposimetro tende però a sottoesporre leggermente, proprio per compensare una tendenza a chiudere le alte luci massime (a sinistra). Lo zoom standard (28-90mm equivalenti) della G1 mette a fuoco fino a 30cm, un valore non certo macro ma buono per la fotografia a distanza ravvicinata. L’obiettivo ha comunque un’ottima definizione a tutte le lunghezze focali e limitate deformazioni ottiche. La plasticità dell’immagine non è invece particolarmente marcata. FOTOGRAFIA REFLEX DICEMBRE 2008 45 18202_INT@42-46:x 25-11-2008 15:52 Pagina 46 La baionetta Micro Quattroterzi con i contatti elettrici in evidenza. Il piccolo e compatto zoom standard 14-45mm (2890mm equiv.) ha lo stabilizzatore ottico, (destra). Il sensore della G1 ha le stesse dimensioni di quello delle normali reflex Quattoterzi (fattore 2x). I contatti elettrici dell’attacco sono invece due in più. Sulla sinistra della calotta superiore si trovano la ghiera dei modi di messa a fuoco, il comando apertura flash, la correzione diottrica e il pulsante per scegliere manualmente fra la visione a LCD o a mirino elettronico. La commutazione può anche avvenire automaticamente avvicinando l’occhio a un sensore sulla destra dell’oculare (dettaglio). Sulla parte destra abbiamo invece la grossa ghiera dei modi di esposizione. A portata di pollice c’è il pulsante di blocco AE/AF. Il comando di accensione e quello dei modi di scatto sono coassiali alla ghiera. Nella G1 la ghiera di controllo è unica e si trova sotto il pulsante di scatto. Premendola e ruotandola è anche possibile regolare la compensazione dell’esposizione. Al centro il flash incorporato illumina correttamente il soggetto anche alla focale di 28mm equivalenti. A destra, il vano per schede tipo Secure Digital (SD). ta tutto il giorno sulla spalla certe reflex digitali con due zoom sa di cosa stiamo parlando… Ma proviamo a smontare l’obiettivo. Ebbene, benché nella Lumix G1 sia presente un otturatore a tendine metalliche, il sensore rimane a vista, benché protetto dal filtro UV. Ciò avviene perché il sensore non è dotato di un sistema di “otturazione elettronica”. Tecnicamente, un istan- te prima dello scatto l’otturatore meccanico si chiude, probabilmente resettando così il sensore dall’immagine presente, per poi riaprire e richiudere le tendine per l’esposizione vera e propria, riaprendosi infine per permettere la visione. Il rumore dello scatto è gradevolmente silenzioso, a vantaggio della discrezione. Vediamo ora la messa a fuoco. Analizzando la G1 sulla carta si temeva che l’autofocus implementato per mezzo del solo sensore (sistema a rilevamento del contrasto) non fosse abbastanza veloce, come d’altronde si è sperimentato con le reflex in modalità Live View che fanno a meno, per la misurazione AF, di abbassare e rialzare lo specchio, potrà stare tranquillo: la velocità e la precisione dell’AF (che lavora su 23 punti) sono almeno pari a PRO E CONTRO ☺ Nonostante le dimensioni ridotte, la Lumix G1 si impugna comodamente grazie a una riuscita ergonomia. La sensazione è quella di avere fra le mani una reflex classica, solo più leggera. 46 DICEMBRE 2008 FOTOGRAFIA REFLEX Progetto inedito e innovativo. Zoom standard di ottimo livello, stabilizzato. Miglior mirino elettronico visto finora su una fotocamera. Compattezza e leggerezza del corredo. Ergonomia e buon livello delle finiture. Manca la modalità di ripresa video. Contrasto eccessivo del mirino elettronico in luce forte. Manca controllo wireless dei flash separati Quattroterzi. quelle di una reflex entry level con sistema a rilevamento di fase. Inoltre la Lumix G1 dispone di un efficace Face Detection, dell’AF spot con collimatore spostabile e dell’AF Tracking che si aggancia anche al colore. La Lumix G1 è anche dotata di sistema di rimozione della polvere dal sensore e di tutta una completa serie di modi di esposizione e di regolazione dell’immagine per il dettaglio dei quali vi rimandiano alla nostra scheda tecnica e alla prova pratica di ripresa. Qui segnaliamo che l’automia è discreta (considerato che il mirino elettronico è un forte consumatore di energia), e che lo stabilizzatore si basa su una collaudata tecnologia Panasonic ed è efficace. Fra i difetti di gioventù segnaliamo invece la mancanza di una modalità di ripresa video (in arrivo con il prossimo modello, forse al PMA di Las Vegas all’inizio del prossimo anno) e una ridondanza di comandi e funzioni che, secondo noi, contrasta con le esigenze del pubblico a cui la Lumix G1 è diretta: il fotoamatore utente di compatte che vuole fare il passaggio a qualcosa di più versatile. E in virtù delle sue possibilità, di versatilità la G1 ne promette tanta. Sarà da provarla ancora con uno degli obiettivi in arrivo, o lo zoom 7-14mm, oppure il 14-140mm, o magari il normale 20mm f/1,7, attesi a breve.