IL SOTTOBOSCO DICEMBRE 2008 13 Tel.- Fax 0549 991011 - Cell. 3357330499 e-mail: [email protected] // www.Cuore-Vita.sm OCCHIO E IPERTENSIONE Fra le varie patologie oculari che possono interessare i Medici Internisti, ed in particolare i colleghi Cardiologi, ritengo che la retinopatia ipertensiva si collochi ai primi posti, l’occhio è infatti l’unico organo nel quale sia possibile osservare, in maniera non traumatica, lo stato della circolazione generale ed i danni che l’alterazione della stessa porta ad organi nobili come cuore e cervello. Gli effetti della ipertensione arteriosa sulla circolazione retinica dipendono dalla durata dello stato ipertensivo, dai livelli dell’aumento pressorio, dal preesistente stato dei vasi retinici. E’ importante ricordare che le alterazioni retiniche, secondarie alla ipertensione arteriosa, costituiscono molto spesso il primo segno della malattia ipertensiva. Il riscontro di tali alterazioni è talvolta occasionale durante una visita oculistica di routine, a volte secondario ad una richiesta di consulenza da parte del cardiologo. Il reperto di alterazioni retiniche a carico del microcircolo può contribuire alla diagnosi precoce di uno stato ipertensivo latente e consentire quindi, con l’ausilio del cardiologo, un trattamento farmacologico adeguato. Controlli nel tempo del fondo oculare concorrono nel formulare un giudizio sull’efficacia della terapia antipertensiva in atto. La retinopatia ipertensiva viene classificata clinicamente in quattro stadi. 1° stadio: è caratterizzato da un lieve restringimento dei vasi retinici arteriolari. 2° stadio: si osservano gli incroci artero-venosi. Il fenomeno dell’incrocio artero-venoso acquista valore patologico quando si verificano, in ordine progressivo di gravità, i seguenti segni: a) Segno di Gunn: nel punto di incrocio con l’arteria, la vena appare come spezzata nel suo decorso, per la trasmissione di pressione dell’arteria sulla vena. b) Segno di Salus: il decorso venoso subisce uno spostamento repentino dopo l’incrocio con l’arteria (ad “U” se i due vasi si incrociano perpendicolarmente, a “S” se l’incrocio avviene obliquamente). c) Segno di ingorgo: a monte dell’incrocio la vena appare più grossa e tortuosa, mentre a valle è più snella e rettilinea. Questo segno, è causato dall’ingorgo ematico nel tratto a monte. Il segno dell’ingorgo, tipico degli stati ipertensivi, è di significato prognosticamente peggiorativo nei confronti dei segni di Gunn e Salus. d) Segno di pretrombosi di P. Bonnet: prelude spesso all’occlusione vasale. Consiste in uno spruzzo emorragico ed un insieme di essudati duri attorno al punto di incrocio. e) Riflesso assiale a “filo di rame” e più tardivamente a “filo d’argento”. Il colore metallico a “filo di rame” si rileva in un vaso retinico di calibro normale ma tortuoso, il riflesso a “filo d’argento”, invece, è tipico di un vaso dal calibro diminuito. 3° stadio: è caratterizzato dalla comparsa di alterazioni extravasali, quali emorragie retiniche ed edema (sono fuoriuscite di sangue, o della sola componente liquida di questo, che diffondono dai vasi nel tessuto retinico circostante). Essudati “molli a fiocco di cotone”, sono tipici di questo stadio e si presentano come chiazze biancastre di aspetto sfumato, di varia grandezza e sono l’espressione di microinfarti focali (aree di non perfusione). Gli essudati “duri”, con contorni netti tendono a confluire configurando varie fantasie, a stella maculare, arcipelago, cercine etc., vengono considerati come depositi extravasali di sostanze lipoproteiche. 4° stadio : insorge una papilla da stasi (rigonfiamento della testa del nervo ottico) per la comparsa di ipertensione endocranica (retinopatia ipertensiva maligna). Dott. Guido Micheloni (Oculista). http://www.micologica.org