Scienza dei Materiali 1 Esercitazioni 2. Cristallografia dei materiali ver. 1.1 Reticoli cristallini Reticolo M. Leoni - 2003 n è una “griglia” tridimensionale di punti n possiamo individuare un insieme minimo di punti (cella ) che si ripete nel reticolo n non tutti gli arrangiamenti sono possibili n le celle sono impacchettate per formare il reticolo: non vi sono spazi vuoti tra le celle! n in ogni punto del reticolo posso porre una base costituita da uno o più atomi Reticoli di Bravais Questo è un possibile reticolo bidimensionale. Sul reticolo è individuata l’unità che si ripete! Questo invece NON è un reticolo. Abbiamo i punti, ma essi non sono ordinati e non possiamo individuare un’unità che si ripete! M. Leoni - 2003 Reticoli di Bravais Tutte le strutture qui mostrate hanno il medesimo reticolo di Bravais! cella unitaria M. Leoni - 2003 Reticoli di Bravais 14 RETICOLI possibili Non vi sono altre possibilità di individuare una cella che si ripeta all’infinito nel reticolo senza lasciare dei vuoti. I punti rappresentati in figura sono quelli del reticolo: NON sono atomi! E’ possibile raggruppare i reticoli basandosi su regole di simmetria: si hanno 7 possibili sistemi cristallini. M. Leoni - 2003 Sistemi cristallini 7 SISTEMI CRISTALLINI origine convenzionale 0,0,0 c α β a M. Leoni - 2003 γ b Direzioni e piani atomici E’ spesso necessario specificare o individuare talune direzioni e piani all’interno di una cella cristallina. direzione piano Molte proprietà dei materiali sono direzionali (ad esempio l’espansione termica, le proprietà meccaniche) e molti processi sono legati a determinati piani e direzioni cristallografiche all’interno del materiale. DIREZIONI e PIANI vengono individuati utilizzando una terna di numeri, gli INDICI DI MILLER M. Leoni - 2003 Direzioni: indici di Miller Ricordiamo alcune convenzioni per quanto riguarda gli indici di Miller relativi alle direzioni: n n n Non ci sono virgole tra i numeri Valori negativi sono indicati con una barra posta sopra al numero (-2 è indicato come 2) I tre numeri vengono racchiusi tra parentesi quadre [] Esempi di direzioni cristallografiche valide: n [123] n [100] M. Leoni - 2003 Direzioni: indici di Miller Semplice ricetta per trovare gli indici di Miller relativi ad UNA DIREZIONE cristallografica (la direzione è nota, ma non i suoi indici di Miller): M. Leoni - 2003 1. Prendere la differenza tra le coordinate della punta e quelle della coda del vettore direzione (DATO). Le coordinate sono tutte relative ai parametri di cella a,b,c e quindi variano tra 0 ed 1. 2. Rimuovere le frazioni moltiplicando per il mcm (che è intero) ed eventualmente ridurre ai minimi interi 3. Racchiudere i tre numeri tra parentesi quadre Direzioni: indici di Miller Gli indici di Miller della direzione [???] di figura si trovano quindi così: coda (origine) x = 0, y = 0, z = 0 z [???] punta x = 1/2, y = 0, z = 1 differenza 1/2-0 0-0 1-0 indici di Miller [1/2 0 1] → [1 0 2] M. Leoni - 2003 [111] y [100] [110] x Famiglie di direzioni Causa la simmetria del reticoli, esistono direzioni equivalenti (indistinguibili) dal punto di vista cristallografico. Ad esempio le diagonali delle facce sono tutte uguali in un cubo ma non in un parallelepipedo: [101] = [110] cubico [101] ≠ [110] tetragonale Per indicare una FAMIGLIA DI DIREZIONI utilizziamo una notazione particolare: n n [123] direzione (una sola ) <123> famiglia di direzioni (ovvero [123], [213], [312], [132], [231]...) In un reticolo CUBICO, direzioni aventi i medesimi indici (indipendentemente da segno ed ordine), sono equivalenti (es. [123] e [312]) M. Leoni - 2003 Piani ed indici di Miller Come per le direzioni cristallografiche, anche per i piani vengono impiegate parentesi di tipo diverso per indicare piani singoli ed intere famiglie n n n M. Leoni - 2003 (hkl) piano cristallografico (UNO SOLO) {hkl} famiglia di piani cristallografici – esempio (hkl), (lhk), (hlk) etc. – per i reticoli CUBICI, piani cristallografici aventi i medesimi indici (indipendentemente da ordine e segno), sono equivalenti (es. (020), (002), (200) appartengono tutti alla famiglia {002}) Talvolta per i cristalli esagonali viene utilizzata una notazione a 4 indici (u v t w). Esistono regole per convertire tale notazione in quella a 3 indici. Piani ed indici di Miller Semplice ricetta per trovare gli indici di Miller relativi ad UN PIANO cristallografico: M. Leoni - 2003 1. Se il piano passa per l’origine, sceglierne uno equivalente oppure spostare l’origine 2. Determinare l’intersezione del piano con gli assi (in termini dei parametri di cella a, b, c) 3. Prendere il reciproco dei valori trovati (ricordare di porre 1/8 = 0) 4. Trovare mcm e ridurre i tre numeri agli interi più piccoli possibile (opzionale) 5. Racchiudere tra parentesi () z (111) y x Le regole per piani e direzioni sono quindi DIVERSE tra loro!!!!! Notare che in una cella CUBICA (e SOLO in quella) la direzione [hkl] è perpendicolare al piano (hkl) Piani ed indici di Miller Piani tra i più comuni per una cella cubica e relativa indicizzazione. z z (001) z (111) y x y x z (201) M. Leoni - 2003 x z y x y z (100) (212) y x (011) x y Cella cubica semplice Ho un atomo in ogni punto del reticolo La cella contiene complessivamente 1 atomo a0 = 2r M. Leoni - 2003 Cella cubica bcc Ho un atomo in ogni punto del reticolo: la cella contiene complessivamente 2 atomi 3a0 = 4r a v3a a v2a a M. Leoni - 2003 v2a Cella cubica fcc Ho un atomo in ogni punto del reticolo: la cella contiene complessivamente 4 atomi 2a0 = 4r v2a a a M. Leoni - 2003 Packing factor: fcc All’interno di una cella cubica a facce centrate abbiamo 4 atomi. In genere, gli atomi vengono considerati sferici (ho quindi 4 sfere) “Volume totale di materia” Va (occupato dalle sfere) 4r a0 M. Leoni - 2003 4 3 16 Va = 4 × π r = π r 3 3 3 Packing factor: fcc Le sfere, però non occupano tutto il volume della cella, ma solo una frazione di esso Volume totale cella Vc Vc = a03 (lato cella al cubo) Ricordando che a0 = 2rv 2 4r a0 otteniamo: ( Vc = 2r 2 M. Leoni - 2003 ) 3 = 16r 3 2 Packing factor: fcc Il fattore di impacchettamento (packing factor, PF) è il rapporto tra il volume occupato dagli atomi in una cella cristallina ed il volume totale della cella. Il PF indica quindi come lo spazio è utilizzato (più alto è, migliore è l’occupazione dello spazio nella cella) Nel nostro caso (fcc): PFfcc M. Leoni - 2003 16 3 πr Va π 3 = = = = 0.74 3 Vc 16 r 2 3 2 Densità di linea Più definizioni per densità di linea e densità planare. La densità di linea è la frazione della linea che, lungo una determinata direzione, passa attraverso gli atomi. Densità di linea lungo la direzione (100) in un cristallo fcc LD = LC/LL LC = 2r LL = a densità di linea frazione di linea che attraversa gli atomi lunghezza totale linea in un fcc a0 = 2rv2 LD = 2r/(2rv2) = 0.71 M. Leoni - 2003 Densità planare La densità di planare è la frazione di area di un determinato piano cristallografico occupata dagli atomi (il piano deve passare per il centro degli atomi) Densità nel piano (110) in un cristallo fcc C A B C D E B A F F E D M. Leoni - 2003 Calcolare l’area del piano Calcolare area dei “cerchi” nel piano Densità planare A D B C E F Area totale del piano, Ap: AC = 4 r AD = 2 r v 2 Ap = AC AD = (4r)(2rv 2) = 8r2v 2 M. Leoni - 2003 Area occupata da atomi, Ac: ¼ cerchio per gli atomi A,C,D,F ½ cerchio per gli atomi B, E Ac = 2 cerchi = 2πr2 Densità planare risultante Ac 2π r 2 PD = = 2 = 0.56 Ap 8r 2 ESERCIZI Ex 2.1. Indici di Miller Indicare le direzioni [112], [111] e [222] Svolgimento 1/2 1/2 M. Leoni - 2003 Ex 2.1. Indici di Miller Viene qui fornita una cella cubica sulla quale poter testare le nozioni acquisite M. Leoni - 2003 Ex 2.2. Dimensione cella Calcolare dimensione della cella, fattore di impaccamento e densità per il ferro bcc (ferrite) ed fcc (austenite). Il raggio atomico del ferro è di 124 pm ed il suo peso atomico 55.8 g/mol. Svolgimento Dati: rFe= 124 pm AWFe = 55.8 g/mol Unità di misura molto usata in cristallografia è Å (Ångström) pari a 10-10 m La diffusione è abbastanza evidente se si pensa che parametri di cella e raggi atomici sono di questo ordine di grandezza. Ricordare però che questa unità di misura è solo TOLLERATA: è più corretto usare multipli o sottomultipli del sistema SI (di solito: nm = 10-9 m, pm = 10-12 m). M. Leoni - 2003 Ex 2.2. Dimensione cella Il ferro assume strutture cristalline diverse in intervalli di temperatura diversi. In particolare la sua struttura è bcc a temperatura ambiente ed fcc a temperature al di sopra dei 1000°C circa Parametro di cella nel caso bcc (atomi si “toccano” lungo la diagonale principale del cubo): 4r = 3a ⇒ a= 4 r 3 abcc = 286 pm Parametro di cella nel caso fcc (atomi si “toccano” lungo la diagonale della faccia del cubo): 4r = 2a ⇒ a= 4 r 2 afcc = 351 pm La cella cristalline del ferro fcc è più grande di quella del ferro bcc. Non sono stati considerati effetti di espansione termica M. Leoni - 2003 Ex 2.2. Dimensione cella Nei due casi valutiamo ora il fattore di impaccamento. Sappiamo già in anticipo che la struttura fcc (assieme ad hcp) sono quelle ad impaccamento maggiore PFbcc 4 3 4 3 2 π r 2 πr volume atomi π 3 3 3 = = = = = 0.68 3 3 volu me cella abcc 8 4r 3 PFfcc 4 16 3 4 π r3 πr volu me atomi π 2 = = 33 = 3 = = 0.74 3 volu me cella a fcc 6 4r 2 Ricordiamo che i due valori sono indipendenti dalla dimensione della cella. Nella cella fcc lo spazio è meglio utilizzato! M. Leoni - 2003 Ex 2.2. Dimensione cella Calcoliamo ora la densità del ferro bcc ed fcc. La densità è calcolata come massa rispetto al volume. ρ= w V Conosciamo già il volume di una cella cristallina, dobbiamo solo valutare quanto essa pesi. Sappiamo quanto pesa una mole di atomi di ferro (peso atomico), quindi possiamo calcolare quanto pesa un singolo atomo: watomo , Fe = AWFe N [ g / at ] = [ g / mol ] [at / mol ] Il peso della cella è determinato da quanti atomi essa contiene: wcella ,bcc = 2watomo, Fe wcella , fcc = 4 watomo , Fe La cella fcc pesa più di quella bcc (occupo meglio lo spazio…)! M. Leoni - 2003 Ex 2.2. Dimensione cella La densità nei due casi è quindi calcolabile come: ρbcc = wcellabcc , 3 bcc a ρ fcc = wcella , fcc a 3fcc Ovviamente, il volume di cella può essere valutato anche conoscendo il volume di un atomo e sfruttando il concetto di packing factor. Notare che, pur avendo una cella più grande, il ferro fcc è più denso! Risultato: M. Leoni - 2003 ρbcc = 7.89 kg/dm3 ρfcc = 8.57 kg/dm3 Ex 2.3. Raggio atomico Determinare parametro di cella e raggio atomico del piombo (fcc) conoscendone la densità (11.4g/cm3) ed il peso atomico (207 g/mol) Svolgimento Dati: ρPb= 11.4 g/cm3 AWPb = 207 g/mol Parliamo di un metallo e la cella è fcc quindi ci aspettiamo 4 at/cella. Dalla definizione di densità, invertendo il ragionamento fatto nel problema precedente, possiamo ricavare il volume di cella. Una cella infatti pesa: wcella , Pb = 4watomo , Pb = 4 AWPb N [ g / cella] = [at / cella] Utilizziamo ora la definizione di densità per calcolare il volume M. Leoni - 2003 [ g / mol ] [ at / mol ] Ex 2.3. Raggio atomico ρ Pb = wcella , Pb Vcella , Pb ⇒ Vcella ,Pb = wcella , Pb ρPb Noto il volume di cella (cubo), lo spigolo (parametro di cella) è immediatamente calcolato: Vcella , Pb = a3Pb ⇒ aPb = 3 Vcella , Pb Siccome il Pb è un metallo e la cella è fcc, gli atomi si toccano lungo la diagonale delle facce del cubo e quindi il raggio atomico è: 4rPb = 2aPb Risultato: M. Leoni - 2003 aPb = 494 pm rPb = 175 pm ⇒ rPb = 2 aPb 4 Ex 2.4. Tipo di cella Un materiale a struttura cubica con densità di 0.855 g/cm3, ha massa atomica di 39.09 g/mol e parametro di cella di 534.4 pm. Se vi è un solo atomo per punto del reticolo, quale struttura ha il materiale? Svolgimento Dati: ρ= 0.855 g/cm3 AWPb = 39.09 g/mol a0 = 534.4 pm 1 atomo per punto di reticolo Guardando nella tavola periodica otteniamo immediatamente la soluzione (parliamo di K che in genere cristallizza con cella bcc). Cerchiamo però una via alternativa che ci dia sicurezza di questo. Utilizziamo ancora la definizione di densità per valutare il peso di una cella ρ= M. Leoni - 2003 wcella Vcella ⇒ wcella = ρ ⋅ a03 Ex 2.4. Tipo di cella Sfruttiamo ora il fatto che abbiamo una sola specie atomica presente (1 punto di reticolo per atomo!). Valutiamo il peso di un atomo: watomo = AW N e calcoliamo quindi il numero di atomi presenti in una cella, dividendo il peso di una cella per il peso di un atomo! wcella ρ ⋅ a03 ⋅ N N at = = watomo AW Dai dati forniti otteniamo Nat = 2 e perciò la cella è bcc Risultato: M. Leoni - 2003 Nat = 2 cella bcc FINE