∂ 2012 ¥ 9 Traduzioni in italiano1 ∂ – Rivista di Architettura Traduzione completa in italiano dei testi originali 2012 ¥ 9 · Concept Residenza per la terza età Traduzione: Rossella Mombelli E-Mail: [email protected] Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: www.detail.de http://it.detail-online.com/architettura/news/concept-residenza-per-la-terza-eta-019417.html http://www.detail.de/architektur/news/konzept-wohnen-im-alter-019401.html http://www.detail-online.com/architecture/news/concept-housing-for-seniors-019416.html Pagina 936 Tipologia: Residenza per anziani Eckhard Feddersen La diversificazione della società durante la terza età, in progetti e stili di vita eterogenei, si fa sempre più accentuata. Oggi, contra­ riamente alle generazioni precedenti, la ­categoria degli individui in età senile non è omogenea e, di conseguenza, anche le tipo­ logie di residenze per anziani possiedono una complessità per cui una panoramica sulle tipologie esistenti potrebbe essere di orientamento. La maggior parte degli anziani non vive in modo molto differente rispetto al periodo di vita precedente. Il desiderio dei più è quello di poter rimanere fino alla fine nell’ambiente, più o meno idoneo che sia, a cui sono abituati. L’adattamento di abitazioni esistenti e la nuova costruzione di proposte residenziali alternative svolgono un ruolo fondamentale dal punto di vista sociale nella ricerca di ­soluzioni che aiutino a risolvere la trasfor­ mazione demografica in atto. Quali sono le richieste da parte degli anziani rispetto alla propria abitazione e all’ambiente circostante? Essi trascorrono quasi l’80% ­della giornata a casa propria. Quando suben­ trano impedimenti fisici e cognitivi il raggio ­d’azione dell’anziano si fa sempre più piccolo fino a ridursi, nella quotidianità, all’ambito ­della propria abitazione. I requisiti qualitativi principali dell’abitare della terza età sono la sicurezza e il comfort. A questo proposito si tende spesso a sopravvalutare la percentuale di coloro che richiedono cure particolari e, in realtà, la percentuale di coloro che necessita­ no delle prestazioni della previdenza per gli anziani inabili è del 5% tra 70 e 75 anni e del 60% tra gli ultranovantenni. Abitare nell’esistente Oggi, è sull’esistente che riscontriamo la maggiore necessità di un intervento finaliz­ zato a ridurre le barriere architettoniche, quali ad esempio le soglie. La questione si pone in particolar modo per il bagno, per la posa di piatti doccia a filo pavimento oppure per l’accesso a balconi e terrazzi. La possibilità di mettere in cantiere altre mi­ sure come l’ampliamento di porte, la realizza­ zione di spazi di manovra in bagno e l’ade­ guamento della cucina resta comunque, per gli abitanti un argomento da valutare con ­attenzione, ponderando costi e benefici. Ovviamente anche gli accessi alle abitazioni e i collegamenti interni dovrebbero essere privi di soglie (Fig. 3). Negli edifici multipiano l’ascensore è quasi sempre necessario an­ che se spesso non è tecnicamente realizza­ bile o il costo è troppo elevato. Si aspira ad un’architettura senza barriere in ottemperan­ za alla DIN 18040-2 ma sotto certi aspetti non è nemmeno necessaria. Molte persone in età senile equilibrano le carenze dell’alloggio con le proprie capacità di compensazione. Contesto privo di barriere Un’unità abitativa a misura di anziano ne­ cessita anche di un contesto coerente. ­Accanto alla sistemazione senza barriere degli spazi pubblici è necessario garantire supporto sociale, assistenza ­medica e pos­ sibilità di acquisti nel raggio di 500 metri ­oltre al collegamento con i mezzi pubblici di trasporto. Quando si decide di ristruttura­ re un edificio tenendo in considerazione la ­presenza di anziani è necessario che questi parametri siano ben presenti. A completa­ mento, sarebbe ideale che il quartiere pre­ vedesse l’integrazione di un’assistenza a domicilio quotidiana tale da consentire il prolungamento della permanenza nel pro­ prio appartamento alleviando l’impegno dei congiunti. Abitare in nuove architetture Gli edifici residenziali di nuova ­costruzione potrebbero non solo essere costruiti sin dall’inizio senza barriere ma potrebbero an­ che essere progettati tenendo conto della flessibilità. Lievi modifiche in pianta offrono l’opportunità di adeguare dimensione o ta­ glio di un alloggio in base alle fasi della vita e alle necessità dei residenti. Idealmente, esistono case che accompagnano i proprie­ tari mentre diventano anziani integrando la complessità sociale in cui vivono. Il passag­ gio dalla vita di coppia alla vita da single, che in fasi successive richiede con tutta pro­ babilità un’assistenza continua, si struttura in un unico e stesso appartamento (Figg. 1, 3). Per ottenere una mescolanza equilibrata di gruppi di età, i progetti innovativi offrono una combinazione molto variegata di alloggi all’interno dello stesso edificio. La conviven­ za sotto un unico tetto può generare una re­ ciproca collaborazione tra inquilini giovani ed anziani, uno scambio che è alla base del concetto di abitazione multigenerazionale (Fig. 8, 9, p. 946 seg.). Abitazione multigenerazionale Il tema dell’abitare multigenerazionale fa ri­ ferimento alla tradizione secolare della core­ sidenza di giovani ed anziani in un unico edificio o nelle immediate vicinanze. Questo stile di vita evidenzia il desiderio di molte persone di non vivere in terza età solo con individui coetanei. Accanto ad sistema abi­ tativo indipendente ed individuale, si struttu­ ra un organismo collettivo fondato spesso sull’idea della famiglia allargata, ovvero di un sistema di vita collettivo che vede la compresenza di generazioni diverse. Il successo di modelli del genere dipende molto dall’impegno e dalla collaborazione dei componenti. Strutture edilizie flessibili alleviano le proble­ matiche legate alla convivenza di generazio­ ni diverse. Appartamenti di taglio diversifica­ to, che assolvono alle esigenze di ogni fase della vita, sono integrati in questi ambiti da spazi per attività comuni. I progetti multige­ nerazionali sfruttano spesso edifici esistenti. Tuttavia, l’edilizia multigenerazionale assu­ me la propria caratterizzazione architettoni­ ca nelle nuove costruzioni che esprimono requisiti di flessibilità e una relazione tra spazio pubblico e privato conforme ad ogni progetto (Fig. 1, 2). Un esempio antici­ patore è la ­Sargfabik a Vienna, di BKK3 (vd. ­DETAIL 3/2002 p. 179 seg.). “Servicewohnen” o appartamento assistito Detti anche appartamenti assistiti, sono strutture che rispondono alle esigenze fon­ damentali di molti individui in età senile che in caso di necessità richiedono un intervento 2 Traduzioni in italiano rapido di supporto. Un sistema di chiamata d’emergenza fa parte delle dotazioni di base di queste abitazioni. Altre prestazioni fanno invece parte di un pacchetto di servizi su prenotazione. L’offerta va dall’ausilio per atti­ vità domestiche sino alle cure ambulatoriali fornite da servizi sanitari esterni oppure tra le mura di casa. I residenti, oltre al contratto di locazione, possono accedere ad una for­ nitura di servizi. Le prestazioni di sicurezza e comfort attribuiscono alla residenza assi­ stita un carattere simile a quello dell’hotel che emerge anche sotto l’aspetto architetto­ nico. Gli edifici, in base alle dimensioni e alla categoria di prezzo, dispongono di superfici a disposizione di tutti gli inquilini. Di solito si tratta di uno spazio comune per avvenimenti dotato di servizi igienici e cucina. Gli alloggi assistiti di 55 mq di superficie sono quelli che riscuotono maggior con­ senso. La dimensione rappresenta un buon compromesso tra i requisiti residenziali ri­ chiesti e le risorse finanziarie di cui dispon­ gono molti single in età senile. Le coppie preferiscono appartamenti più estesi, ma un balcone o, meglio ancora, una loggia non deve mancare nemmeno nell’apparta­ mento di taglio più piccolo. Per le persone a mobilità ­limitata, gli spazi all’aperto di­ ventano quasi un surrogato del giardino e per questo motivo lo spazio all’aperto ­dovrebbe essere capace di ospitare alme­ no quattro persone. Anche quando i progetti di appartamenti assistiti si collocano in una fascia di prezzo medio, gli edifici devono possedere una struttura molto efficiente: spesso il riferi­ mento è dato dalla tipologia con corridoio centrale, con tutti gli svantaggi legati alla ventilazione e all’illuminazione (v. pag. 954 sgg.). Le tipologie a ballatoio sono rare poiché che non soddisfano i maggiori re­ quisiti di sicurezza per molte persone più anziane (v. pag. 990 sgg.). Negli ultimi ­anni la residenza assistita è stata spesso progettata all’interno di un contesto che prevede strutture sanitarie di cura a breve distanza. Per i locatari di residenza assisti­ ta ciò rappresenta la sicurezza di poter ­essere assistiti in casa anche in momenti di grave necessità. Inoltre, i servizi forniti dal centro di cura possono comprendere anche la fornitura di pasti a domicilio (v. pag. 960 sgg.). Residenze Una particolare caratterizzazione dell’abitare assistito è dato da residenze o comunità di residenza: un’offerta orientata a persone con alto potere economico che si attendono uno standard elevato nel proprio appartamento e nell’ambiente circostante. Rispetto agli ap­ partamenti assistiti, questi alloggi hanno ta­ glio maggiorato e dispongono di allestimenti di pregio. L’esclusività dell’offerta è sottoli­ neata dalla presenza di ristorante, biblioteca e spazi per servizi vari. Le residenze dispon­ gono spesso anche di una propria area well­ ness con piscina. Nelle strutture di pregio la 2012 ¥ 9 ∂ superficie accessoria può anche raggiunge­ re il 50% dell’intera superficie della residen­ za. Anche l’offerta di alloggi deve essere adeguata allo standard di lusso della struttu­ ra (Fig. 7, 10, 11). Le residenze rispondono alla tipologia dell’edilizia multipiano di lusso con corridoio centrale o elemento distributi­ vo verticale e pianerottoli che danno acces­ so a diverse unità d’abitazione. Gli apparta­ menti senza barriere dispongono sempre di balcone o loggia e spesso gli attici con­ sentono terrazze lungo l’intera facciata dell’appartamento. Case di cura Molte case di cura tra le più datate non pos­ sono negare la similitudine strutturale con la tipologia della clinica. A partire dagli anni ‘80, si è cercato di convertire il carattere ­istituzionale proprio delle case di cura in ambienti con atmosfere domestiche. In conseguenza di ciò, anche il concetto di assistenza e di caratterizzazione architetto­ nica si sono costantemente evoluti. Per una migliore conoscenza del settore, l’Ammini­ strazione tedesca di previdenza per la vec­ chiaia (KDA) ha sviluppato un sistema di ­“Generazioni”. Le prime due generazioni che rappresentano i modelli di “struttura di custodia” e “ospedale” sono ancora fortu­ natamente piuttosto rare. Ambito residenziale La terza generazione è alquanto diffusa nel costruito esistente ed è ancora spesso in auge nei progetti di nuova costruzione. ­Attualmente la terza generazione si può ­considerare come “forma classica” di casa di riposo ed è incentrata sul concetto di “ambito residenziale”. Un ambito accoglie da 20 a 40 residenti, uomini e donne. Diver­ se unità formano il centro che detiene da 80 a 120 posti in considerazione del fatto che più elevato è il numero di camere, mag­ giore è la possibilità di ridurre i costi per ­postazione. In media sono necessari 55 mq lordi pro capite. La struttura aziendale è ­caratterizzata dalle prestazioni professionali che vanno dall’assistenza sociale, a quella domestica sino alle singole prestazioni di cura che vengono fornite da gruppi diversifi­ cati di collaboratori. I centri di questo tipo e di tale dimensione mettono a disposizione una lavanderia centrale o una cucina profes­ sionale oppure affidano i servizi a strutture esterne. Sotto l’aspetto tipologico, gli edifici presentano spesso una pianta alquanto ra­ zionale a forma ad L, U, o H. Caratterizzante è il sistema connettivo tramite corridoio cen­ trale e la distribuzione in linea delle camere con bagno. Spazi funzionali come depositi per biancheria sporca, svuotatoi e spazi ­dedicati al personale sono inclusi a comple­ tamento del programma funzionale degli spazi. I requisiti di economicità del centro implementano costantemente; essi dipendo­ no dall’elevata percentuale di camere per i residenti che raggiungono il 70% dell’intera superficie. Comunità abitative A metà degli anni ‘90, il modello di quarta generazione della “comunità abitativa” è di­ ventato decisivo per l’assistenza in strutture residenziali. Il termine comunità abitativa de­ signa un gruppo di 8 –12 residenti, uomini e donne, autogestito sia per gli spazi che per l’organizzazione amministrativa. La coresidenza si orienta verso una struttura convenzionale familiare che offre sicurezza e atmosfera di casa molto simile alla “norma­ lità”. Nel sistema diventano di fondamentale importanza le risorse e le capacità del sin­ golo residente. La vita familiare si svolge prevalentemente nella cucina abitabile collo­ cata in posizione centrale con annessa area soggiorno. Si cucina insieme e le attività scandiscono lo svolgersi della giornata. Le cucine hanno anche la funzione di capo­ saldo del sistema assistenziale in quanto forniscono una buona panoramica sulla vita all’interno del gruppo. La supervisione e i brevi tratti di comunicazione all’interno del gruppo facilitano anche l’attività del perso­ nale che deve essere il più efficiente possi­ bile. Attività domestiche, supporto sociale e assistenza sanitaria sono organizzate in ma­ niera decentralizzata in ogni gruppo di resi­ denza (Fig. 12, 13 e 15–18). Le attrezzature approntate secondo il princi­ pio della residenza collettiva sono utilizzate da tre-otto gruppi (Fig. 26). Anche le struttu­ re edilizie si adeguano al nuovo concetto di assistenza. I gruppi sono distribuiti in unità tipo padiglione che sono più o meno con­ centrati a grappolo. Poiché ogni comunità deve funzionare in maniera autarchica que­ sta tipologia richiede un maggior numero di personale e una maggior quantità di spazi di servizio rispetto alle strutture di terza ge­ nerazione. Anche la superficie lorda a di­ sposizione di ogni residente, pari a 65 mq., è maggiorata. Gli svantaggi economici inne­ scati hanno tra l’altro portato a diverse forme miste che spaziano dal principio dall’ambito residenziale alla comunità abitativa. E’ infatti possibile trovare molti progetti che, anche dal punto di vista tipologico, uniscono ­elementi di entrambe le varianti (Fig. 27). La tendenza verso strutture più piccole Negli anni seguenti l’introduzione della pre­ videnza per gli anziani inabili obbligatoria (1995) il mercato dell’assistenza in strutture residenziali si è diversificato spaziando tra le piccole strutture familiari con 24 posti in due gruppi abitativi e i centri professionali di cu­ ra per la demenza da 120 posti (Fig. 25–26). La dimensione della struttura, l’organizzazio­ ne aziendale che ne segue e gli allestimenti si riflettono sulla grande variabilità dei costi di costruzione e di gestione. A seguito della riforma del federalismo, in Germania, le competenze regolamentari che sottendono la realizzazione di strutture di cura e lungodegenza sono state attribuite ai Land. Ogni Land pone i propri obbiettivi, ­anche se sono riconoscibili alcune tendenze generali: le strutture devono essere ridimen­ ∂ 2012 ¥ 9 sionate - alcune leggi regionali stabiliscono il limite di 80 posti - e devono essere inte­ grate sotto l’aspetto funzionale e architetto­ nico nel tessuto del quartiere residenziale circostante. Le strutture “in mezzo ai prati” non possono più essere realizzate. Dal punto di vista so­ cio-politico si favorisce la connessione e l’in­ terfaccia fra cure domiciliari e l’assistenza in strutture. Il numero di camere a due letti ­retrocede, mentre in alcuni Land le nuove costruzioni prevedono solo camere ad un posto letto. A Vienna, al contrario, si tendono a radunare d ­ iverse forme di residenza per anziani in grandi centri geriatrici collocati in ogni distretto (Fig. 22–24). Personalizzazione dell’assistenza La crescente personalizzazione che caratte­ rizza la nostra società ha avuto riscontri ­immediati anche nell’assistenza in strutture residenziali. Gli ospiti delle strutture del futu­ ro saranno molto diversi da quelli di oggi. ­Saranno meno disposti a rinunciare alle pro­ prie abitudini e ai propri standard. Autore­ sponsabilità e autodecisionalità sono valori centrali di queste generazioni. Gli enti che dispensano assistenza in strutture devono accondiscendere al desiderio di maggiore individualità. L’ospite deve poter scegliere la propria camera a seconda del proprio ­gusto tra diverse possibilità che egli poi ­ammobilierà con gli arredi di proprietà. La sfida “demenza senile” Il progressivo allungamento della durata ­della vita porta ad un aumento della percen­ tuale di individui in età senile con alterazioni riconducibili alla demenza. Circa un quarto dell’umanità, superati i 65 anni, si ammalerà di demenza nella parte successiva della vi­ ta. Più l’individuo invecchia e maggiore è il rischio. In media, la percentuale di affetti da demenza internati in strutture residenziali si aggira intorno al 65%. Attualmente, in Ger­ mania, le persone affette sono circa 1,3 mi­ lioni e si calcola che entro il 2030 raggiun­ geranno quota 2 milioni. Circa il 60% delle persone colpite da ­demenza sono assistite in ambiente dome­ stico, seguono le soluzioni di internato o di parziale internato da parte di strutture che possiedono competenze diversificate in questo tipo di assistenza. Il ricordo e ­l’orientamento sono le due attività intellettuali che risentono della malattia sin dalle prime fasi e contemporaneamente aumenta l’esi­ genza di sicurezza e protezione. All’inizio l’abitazione familiare soddisfa ­queste esigenze ma con il progredire della malattia la permanenza nel proprio ambiente domestico si fa sempre più complessa. Spesso, persone affette da gravi disturbi possono ferire se stesse o altri ed inoltre molti s­ offrono anche di problemi motori. Il trasferimento in una struttura diventa a quel punto inevitabile. Traduzioni in italiano3 Forme residenziali per malati affetti da ­demenza Per l’assistenza di malati affetti da sindrome progressiva sono consolidati oltre a centri per la lungodegenza anche case di acco­ glienza. Con il supporto di un servizio di ­assistenza domiciliare integrata vengono ­assistiti da sei a otto ospiti. Si tratta per lo più di appartamenti dislocati in un quartiere in edifici esistenti, adattati alle necessità ­degli ospiti con l’ausilio di piccoli interventi. Nel frattempo, queste case d’accoglienza per affetti da demenza sono state realizzate anche in edifici di nuova costruzione. Si con­ traddistinguono per un’ ampia sala comune con cucina a giorno in molti casi, e diversi bagni con servizio igienico. Ogni coresiden­ te possiede la propria camera che serve da luogo di ritiro. Oasi di assistenza Per individui in avanzato stato di demenza, spesso connesso alla lungodegenza, è stato sviluppato il concetto di oasi di assistenza. Da sei a otto persone vivono insieme in un ampio spazio. I letti da loro occupati sono concepiti come aree private schermate reci­ procamente da paraventi mobili. L’allesti­ mento di luce e colori determina la stimola­ zione sensoriale degli ospiti. In una postazione centrale è presente in modo con­ tinuativo uno staff di operatori che si occupa dell’assistenza. Il concetto tanto dibattuto a livello medico dell’oasi di assistenza ha come obbiettivo quello di consentire agli ospiti, durante lo stadio terminale della ­sindrome, la più ampia partecipazione ­possibile evitando l’isolamento. Visibilità e complessità Dato che le persone affette da demenza ­raramente possono dare informazioni sulla propria percezione spaziale, arriviamo a ­deduzioni sulla base del comportamento e impressioni tratte dallo stato di benessere. Sebbene la ricerca sia in tal senso ancora ai primordi, alcuni principi formali sono con­ solidati. Le persone affette da demenza non solo presentano deterioramento cognitivo, ma spesso mostrano una riduzione visiva e auditiva. L’architettura deve allora sempre facilitare l’orientamento e trasmettere sicu­ rezza. Un layout razionale degli spazi di cui sia facile avere una visione d’insieme e che possa essere compreso in maniera intuitiva, diventa un presupposto della progettazione. I contrasti cromatici tra pareti e pavimento che possono essere enfatizzati con illumina­ zione ad hoc sono di ulteriore ausilio. Pavimentazioni nei toni blu e di superficie l­ucida sono da evitare dato che dagli ospiti sono percepite come superfici d’acqua. Gli anziani distinguono meglio i colori caldi e saturi, rispetto a quelli freddi o ai toni pa­ stello. In particolare, nella realizzazione dei corridoi e nella disposizione delle aree co­ muni è necessario tenere in considerazione le l­imitazioni cognitive di cui sono affetti gli ospiti. I­nvece di una complessa successio­ ne di spazi sarebbe meglio un percorso il più possibile rettilineo con chiaro obbiettivo. In altri termini, meglio tralasciare gli istituzio­ nali corridoi senza fine mentre luce, colori, pavimenti e piccoli aggetti devono scandire il percorso. Molte planimetrie consentono agli ospiti, ­uomini e donne, i cosìddetti percorsi anulari che permettono il ritorno al punto di parten­ za. In tal modo, le persone affette da de­ menza che spesso avvertono un’irrequietez­ za e un forte impulso al movimento, possono mantenersi in movimento in un ambiente protetto. Anche i corridoi monodirezionali non pongono alcun problema se inducono gli ospiti a ritornare sul percorso, ad esem­ pio aprendosi in una piazzetta. Idealmente si potrebbero evitare i corridoi realizzando camere adiacenti allo spazio centrale dove si preparano e si consumano i pasti. La ­soluzione formale è però realizzabile solo in edifici di nuova costruzione. Poiché gli ospiti di entrambi i sessi soggiornano prati­ camente solo all’interno del centro, è parti­ colarmente importante mettere a disposizio­ ne atmosfere diversificate. La possibilità di scegliere il luogo dove stare a seconda delle preferenze o dell’umore rappresenta una qualità abitativa di cui l’ospite non deve es­ sere privato. La varietà formale che permette un’ampia gamma di esperienze sensoriali è un segno qualitativo fondamentale nell’archi­ tettura dei luoghi di cura. Insieme nel quartiere Integrazione e connettività sono le definizioni chiave per l’abitazione del futuro della terza età. Il quartiere costituisce il contesto ideale per il concetto societario di stretta reciproci­ tà e collaborazione. Nel rassicurante spazio del quartiere le persone anziane non do­ vrebbero più vivere in strutture specifiche, ma i quartieri urbani verrebbero adeguati al­ le necessità favorendo le relazioni intergene­ razionali. Nel quartiere, la rete del vicinato e la comunità urbana dovrebbero integrare il supporto reso dalle organizzazioni profes­ sionali di assistenza. Esemplificativi in que­ sto contesto sono i paesi scandinavi e ­l’Olanda dove il principio del quartiere è sta­ to introdotto in diverse forme (Fig. 29, 30). L’idea costituisce un importante passo nel percorso d’integrazione degli anziani ma ­soprattutto di coloro che hanno bisogno di assistenza. Si tratta, tra l’altro, anche di una reazione all’andamento demografico. Le strutture attuali per la cura e l’assistenza non saranno in grado di fronteggiare il nu­ mero crescente di persone con necessità e, attualmente, il settore assistenziale lotta contro una carenza eclatante di personale. ­Anche il supporto familiare, che ad oggi ­fornisce la maggior parte delle prestazioni as­ sistenziali, in queste circostanze non sarà più disponibile. Per questo motivo sono richieste con urgenza nuove forme di assistenza. I concetti basati sul quartiere si fondano su tre pilastri: abitazione a misura di anziano, assistenza sociale e assistenza sanitaria 4 Traduzioni in italiano (Fig. 28). Il primo presupposto è rappresen­ tato dall’abitazione che permetta di vivere il più a lungo possibile in autonomia. L’assi­ stenza sociale comprende la consulenza a domicilio e la coordinazione delle prestazio­ ni domiciliari oltre all’aiuto quotidiano. Il terzo pilastro è rappresentato dalle soluzioni per le persone che necessitano di un’assistenza continuativa che viene fornita in piccoli grup­ pi residenziali. Anche l’ultima fase dovrebbe potersi svolgere nel quartiere. Il quartiere dovrebbe anche prevedere l’integrazione di ospizi che spesso possono essere collocati all’interno di strutture già esistenti. Il succes­ so dei progetti di quartiere dipende soprat­ tutto da alcuni fattori sensibili, in particolar modo dalla collaborazione dei cittadini e dalla serrata cooperazione tra i principali ­attori che operano in quel contesto sociale. Le reti locali possono durare a lungo solo tramite la collaborazione di amministrazioni comunali, economie domestiche, fornitori di servizi sanitari e altre iniziative di volontaria­ to, come le associazioni civiche. Il concetto di quartiere per tutti comporta una forma di ambiente costruito che consen­ ta al maggior numero di persone possibile, e in particolare a tutti coloro con limitazioni fisiche e cognitive, di svolgere una vita frutto di autodeterminazione e ricca di partecipa­ zione sociale. Universal Design Questo tipo di approccio è offerto dallo Uni­ versal Design, una strategia di progettazione nata negli anni ‘70 negli Stati Uniti. La teoria pone l’autonomia dell’individuo in primo ­piano indipendentemente dall’età, dal livello di formazione e dallo stato di benessere. ­Diffonde un tipo di design degli oggetti ­quotidiani e dell’ambiente costruito che sia accessibile a tutti, dalla maniglia allo spazio della casa (Fig. 14). L’uso flessibile e sfac­ cettato degli spazi comuni, ad esempio la predisposizione di una piazza lastricata con posti a sedere per anziani e giochi per i bambini, è uno dei principi fondamentali. ­Allo stesso modo rinuncia allo specifico adattamento per i singoli gruppi nella pro­ gettazione di un intero quartiere, rinunciando a barriere e stigmatizzazioni per rendere possibile varie opportunità di scelta e di ­personalizzazione. Questa strategia d’inte­ grazione è la chiave per l’architettura del ­domani. Anche se il progetto formale rimane determinante: la qualità dell’architettura tra­ smette ai propri utenti senso di riconosci­ mento e di stima. E proprio le persone che si vengono a confrontare con una diversa abilità, hanno bisogno non solo di funziona­ lità ma anche di bellezza dello spazio. Universal Design non è una strategia per gruppi marginali, è un investimento per il ­futuro della nostra società. Pagina 946 Edilizia residenziale per “misto ­generazionale”, Straubing 2012 ¥ 9 ∂ Un quartiere nato per un “misto generaziona­ le” che mettesse a disposizione diverse forme abitative e spazio per gruppi di popolazione e di età eterogenei, era l’obbiettivo progettuale d’intervento su un terreno in prossimità del centro di Straubing, in Baviera. In seguito ad un concorso di architettura, nel 2008 viene edificato un fabbricato a stecca disposto su quattro livelli con bi e trilocali. Nel febbraio 2011 segue il corpo di fabbrica di tre piani di­ sposto verso Nord e contemporaneamente si conclude il completamento del garage inter­ rato iniziato nel primo lotto ed anche l’amplia­ mento delle soluzioni per anziani e famiglie. Ai piani superiori si collocano in totale otto ap­ partamenti a duplex per famiglie con 4 o 5 ca­ mere, mentre al piano terreno sono ubicate due comunità alloggio per anziani con quattro unità abitative senza barriere. Si tratta di bilo­ cali completi di cucina e bagno in comunica­ zione fra loro tramite un ampio spazio connet­ tivo. Dotato di cucina in linea e di sala di somministrazione dei pasti, lo spazio assomi­ glia più ad una sorta di soggiorno per attività comuni che ad un corridoio. Le comunità al­ loggio sono una tipologia ideale per otto ospiti autosufficienti; il progetto non prevede appar­ tamenti per anziani non-autosufficienti. Il fatto che le case di accoglienza nate nell’ambito del Programma immobiliare pro­ mosso dal Land della Baviera e parte del piano “Abitare in tutte le fasi della vita” pro­ mosso con finanziamenti pubblici, in breve tempo siano state tutte affittate, ha due moti­ vazioni fondamentali: da un lato, per l’anda­ mento demografico in generale c’è ampia esigenza di appartamenti per senior; dall’al­ tro, gli appartamenti di taglio piccolo offrono un connubio di spazi comuni e spazi appar­ tati che in una tradizionale casa di acco­ glienza non sarebbe possibile. Oggi, importante perché funzioni bene la vi­ ta in comune è che con l’ausilio di pubblica­ zioni la società immobiliare inizi con un certo anticipo la ricerca di locatari. Il committente inizia già sei mesi prima gli incontri prelimi­ nari durante i quali i locatari di età compresa fra i 60 e gli 80 anni si conoscono e possono ancora influire sulla progettazione. Conse­ guenza del confronto fra i locatari in fase di costruzione, ad esempio, è stato l’aver rea­ lizzato un ampio giardino comune invece di appezzamenti recintati. Contemporanea­ mente, ha agito da catalizzatore anche l’as­ sistenza offerta ad entrambi i gruppi locatari di una manager sociale incaricata dal co­ struttore. Ne è risultata una piccola collettivi­ tà attiva e vivace che si interfaccia anche con famiglie che vivono ai piani superiori e con altri vicini che condividono grigliate, gite e altre attività. Fra la stecca orientata verso Nord tra i due lotti e l’area di terreno esposta a Sud ancora da edificare con case unifamiliari, è in pro­ getto una piazza di quartiere con verde, se­ dute e parco giochi. Con la fine lavori dei tre lotti, sorgerà un quartiere con soluzioni abi­ tative adeguate a tutti i gruppi di popolazio­ ne e a tutte le fasi della vita. Planimetria generale scala 1:2000 Casa con 8 alloggi duplex per famiglie e 2 comunità alloggio per anziani Superficie duplex: 950 m² Superficie comunità alloggio: 2x 270 m² Superficie comune comunità alloggio: 2x 35 m² Residenti comunità alloggio: 2x 5 Età inquilini comunità alloggio: 60 – 80 anni Superficie lorda/Superficie utile (senza terrazza): 2010 m²/1380 m² Fine lavori: 2/2011 Costo totale lordo: 3,2 milioni di Euro 1 Soggiorno e pranzo comuni 2 Cucina comune 3 Camera comunità alloggio 4Ripostiglio 5 Economie domestiche 6 Deposito biciclette 7 Deposito rifiuti 8 Alloggio anziani 9 Alloggio famiglie Pagina 948 Casa collettiva 50+ a Winterthur-Seen L’edificio venne realizzato come casa collet­ tiva autogestita per single e coppie in fase postfamiliare. Ogni livello dispone di spazi privati e spazi collettivi di orientamento e as­ setto diversificati. Le aree comuni sono a di­ sposizione dei residenti e sono caratterizza­ te da piano a piano da diverse atmosfere. Nel corridoio che attraversa l’edificio si ­presentano svariate possibilità di sosta e di socializzazione. Nel centro dell’edificio si collocano nicchie ben illuminate attigue agli spazi distributivi con ampi armadi a giorno di uso personale. Ogni appartamento ha in dotazione come elemento di ampliamento dello spazio e di transizione verso l’esterno, un accesso al balcone che gira su tre lati di un fabbricato compatto. Le vetrate in luce aprono la vista sul paesaggio anche dal let­ to. Le lamelle dei parapetti a nastro abbrac­ ciano in grigio l’edificio come fossero un in­ volucro di facciata esterno. Con la struttura interna massiva e i muri perimetrali in car­ penteria lignea, l’edificio soddisfa lo stan­ dard Minergie-P-eco. La cooperativa edilizia aveva invitato nella fase di progettazione ad un processo architettonico partecipato. ­Anche se le aree comuni sono occupate con diverse funzioni dalle postazioni di lavoro con pc ad una piccola biblioteca comune ­sino ad uno spazio con attrezzi per il fitness, l’appropriazione dello spazio non è un ­processo semplice come dimostrano le esperienze di alcuni residenti: Myrtha Frei: “Siamo in 18, ognuno con le proprie idee. Per chi si trasferisce in una ca­ sa o in un appartamento di questo genere, l’aspetto della collettività può sembrare ­anche insolito. Le strutture democratiche per trovare soluzioni devono prima essere costruite, e questo richiede tempo”. Manfred Koradi: “All’inizio c’era l’idea di una grande casa comune con gente che viveva in spazi comuni e che si ritirava nel proprio nido solo quando ne aveva abbastanza; ma da noi non funziona così. Nel nostro caso, si ∂ 2012 ¥ 9 5 considera il proprio appartamento come ­base, poi si va negli spazi comuni quando se ne ha voglia. Rispetto ai progetti iniziali, ­abbiamo troppa superficie comune, come la grande cucina al piano terreno a supple­ mento della cucina dell’appartamento”. Piante • Sezione scala 1:500 Planimetria generale scala 1:5000 1Ingresso 2 Sala comune 3 Cucina comune 4 Superficie comune 5 Camera ospiti 6 Sala per avvenimenti Collettivo residenziale/alloggi autogestiti 16 unità d’abitazione individuali da 38 – 67 m², inte­ grate da 400 m² di superficie comune, 32 m² cucina comune, 52 m² soggiorno, 15 m² camera ospiti, 30 m² cucinetta, 5 m² bagno, ulteriori superfici con nicchie per uso flessibile. Numero dei residenti: 18 (14 single, 2 coppie) Composizione delle età: mista, da 50 a 90 anni Superficie lorda/Superficie utile: 1600 m² Fine lavori: 12/2010 Costo totale lordo: 5 milioni di Franchi svizzeri Pagina 950 Appartamenti di edilizia sociale per ­seniores a Barcellona In un primo momento, la collocazione dell’e­ dificio residenziale immerso in un bianco ri­ flettente ai margini settentrionali della perife­ ria di Barcellona, per la prossimità ad uno snodo stradale, appariva di scarsa attrattiva. Tuttavia, il terreno è ubicato in una situazio­ ne tranquilla con magnifica vista che si apre sulla città e l’oceano alle spalle. Il volume a basamento trapezoidale annette un dislivello del terreno oltre i tre metri e fa da appoggio sull’angolo nord-est ad una stecca ad L do­ ve si collocano appartamenti ben orientati. Per interfacciare il progetto con il quartiere urbano, nel basamento sono state allocate funzioni pubbliche inserendo spazi per ma­ nifestazioni e formazione, una palestra e un garage interrato. Indipendentemente dagli appartamenti, le funzioni pubbliche conferi­ scono alla struttura il ruolo di centro sociale con facciata vetrata verso la strada. Su que­ sto lato si collocano gli accessi dei fruitori. La copertura del basamento viene interpre­ tata come quinta facciata ed è rivestita da una resina sintetica grigia. L’ingresso principale per i residenti si situa un piano più alto rispetto al punto dove le due stecche si intersecano. Proprio accanto, si colloca una sala comune, all’angolo ester­ no della strada. Da qui, attraverso il corrido­ io si raggiungono lungo la facciata esterna dell’edificio, illuminati da esili feritoie, gli 81 appartamenti. In soli 45 m2, la vista trasver­ sale crea un’ampiezza straordinaria, una porta scorrevole separa all’occorrenza l’area camere da quella di soggiorno e pranzo. Una parete longitudinale collocata al centro separa dal guardaroba e dal bagno area in­ Rivista di architettura e particolari costruttivi A proposito di DETAIL Ogni numero, con particolare attenzione ­riservata alla qualità architettonica delle ­soluzioni costruttive, è dedicato all’appro­ fondimento tematico di un argomento tecno­logico (p. es. costruzioni in calce­ struzzo, strutture di copertura, risanamento e restauro etc.). La presentazione dei ­progetti più recenti, realizzati in ambito ­nazionale e internazionale, è accompagna­ ta da una serie di accurate riproduzioni grafiche in scala e di selezionate immagini. Le due edizioni annuali di DETAIL Concept sono dedicate allo studio analitico delle ­fasi del processo costruttivo, mentre le ­edizioni speciali di DETAIL Green, anch’es­ se con due uscite all’anno, ­informano su tutti gli aspetti della progettazione e della costruzione sostenibile. Temi delle riviste del 2012 ‡1–2 Legno ‡3 “Concept” Gastronomia ‡4 Interni (finiture) ‡5 Edifici a basso costo + DETAIL Green ‡6 Prefabbricazione ‡7–8 Facciate ‡9“Concept” Residenza per la terza età ‡10 Strutture portanti ‡11 Cemento + DETAIL Green ‡12 Costruzioni ibride ∂ Abbonamento ‡ Abbonamento classico € 169,–* 12 numeri all’anno (compresi i due numeri DETAIL Green). ‡ Abbonamento studenti € 89,–*­ 12 numeri all’anno. ① (compresi i due numeri DETAIL Green). ‡ DETAIL Abbonamento test € 21,85 Due numeri attuali della rivista DETAIL al prezzo test di soli € 21,85 incluse le spese di spedizione + impo­ sta sull’entrata se non c’è una partita IVA. *Costi di spedizione aggiuntivi (per 12 numeri) € 43,– Per la consegna nei paesi dell’Unione E ­ uropea, l’Imposta sul Valore Aggiunto per i non possessori di partita IVA è del 7%. ① Sarà possibile usufruire del p ­ rezzo per studenti solo a seguito della consegna di un documento valido ­attestante l’iscrizione. Prezzi settembre 2012 Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG Hackerbrücke 6 · 80335 Monaco di Baviera · GERMANIA Tel: +49 (0)89 381620-0 · Fax: +49 (0)89 398670 · [email protected] www.detail.de/shop-italiano 6 Traduzioni in italiano gresso e cucina con il blocco isolato dei ­frigoriferi in modo tale che l’organizzazione della pianta si strutturi su una forma ad U. Ad ogni appartamento è di pertinenza una loggia, un dado in negativo di 2,5 m di lato, una sorta di soggiorno privato all’esterno che protegge la vetrata dall’intensità del sole estivo. Sulla facciata, le logge giocano ad una composizione di alternanze, creando un motivo a scacchi: la ripetitività non diven­ ta in questo caso, però, immagine di limitati mezzi d’economia bensì garantisce coeren­ za all’architettura. » Qui ci troviamo benissimo!« l’opinione degli inquilini Marta Lodo Caraballo Psicologa, direttore dal 2009 Gli appartamenti di Can Travi funzionano co­ me in una normale palazzina di alloggi in lo­ cazione, ma offrono possibilità di assistenza se necessario. La nostra filosofia consiste nel supportare una senilità attiva, rimandan­ do il più possibile l’indebolimento progressi­ vo delle attività cognitive e fisiche. A molti che non sono dei dintorni, sembra comples­ so adattarsi al nuovo ambiente, quindi du­ rante il giorno tornano nel loro distretto dove incontrano i vecchi amici. Decidere di trasfe­ rirsi in un appartamento sociale assistito nor­ malmente è una decisione presa autonoma­ mente. Molte persone ancora sane e autosufficienti non desiderano andare in una casa di riposo ma cercano un appartamento senza barriere, di facile orientamento ed economicamente accessibile. Le sovvenzio­ ni statali consentono agli affitti di scendere nei casi più vantaggiosi a cifre inferiori ai 400 Euro in relazione alla pensione percepi­ ta. Per chi ha maggiore disponibilità econo­ mica, i canoni sono lievemente più alti. Aiutiamo coloro che vivono qui nella gestio­ ne domestica o nelle incombenze della quo­ tidianità e naturalmente anche quando si ammalano. Organizziamo attività in modo ­tale che non si sentano soli. Ma soprattutto li ascoltiamo, pur rimanendo un’assistenza puntuale. Siamo uno staff di otto collaborato­ ri per 90 residenti. L’architettura è soddisfacente, soprattutto per quanto riguarda le logge. I residenti so­ no felici dello spazio ampio e aperto anche per il fatto che di solito a Barcellona i balconi sono minuscoli. La dimensione degli appar­ tamenti per degli anziani è un vantaggio. Supportiamo i nostri ospiti nelle pulizie an­ che se in linea di principio devono fare da soli e nel caso di appartamenti piccoli risulta più facile. Alcuni hanno arredato il proprio appartamento con mobili nuovi mediamente moderni. Piace molto lo spazio comune a fianco dell’ingresso dove i residenti si rela­ zionano tra loro quando scendono il pome­ riggio, siEdono al pc, leggono o giocano a Bingo. La sala viene usata quotidianamente ed è il punto d’incontro sociale, il “cuore” dell’edificio. Alcuni degli utenti che condu­ 2012 ¥ 9 ∂ cevano una vita in solitudine nel proprio ap­ partamento hanno imparato ad essere più aperti. Penso che questo modello di appar­ tamenti assistiti sia un successo e la nostra lista d’attesa sia destinata a diventare sem­ pre più lunga. Adela e Mercesed Reichardt, sorelle, 76 e 81 anni: “Se Lei sapesse da dove veniamo, si mera­ viglierebbe! La nostra precedente abitazione era una meravigliosa villa in stile Liberty. Quando siamo arrivate qui, in un primo tem­ po l’alloggio ci pareva piccolo. Quando si raggiungono gli 80 anni, si diventa un fardel­ lo per i propri figli o per i propri familiari, ­oppure sono necessarie molte risorse eco­ nomiche per curarsi. Per questo abbiamo pensato di trasferirci qui. Se abbiamo biso­ gno di qualcosa c’è il personale di assiten­ za. Abbiamo preso la decisione migliore!” Pilar Bonet e Francesc Bonatti, coppia, entrambi 78 anni: “Stiamo molto bene qui! Quando rientriamo e chiudiamo la porta, possiamo lasciare il rumore della strada alle spalle. Il personale si occupa di noi se ne abbiamo bisogno e noi godiamo di molte comodità. L’apparta­ mento è piccolo ma per noi è sufficiente. ­Solo questo mobile in mezzo alla stanza ci disturba. Eravamo anche avviliti dal dover lasciare molti dei nostri libri che abbiamo dovuto regalare. Ma oggi i libri non sono più necessari, c’è Internet”. Planimetria generale scala 1:5000 Piante Piano terra Piano basamento scala 1:800 1 Ingresso principale alloggi 2Portineria 3 Spazio comune 4Ufficio 5Appartamento 6 Appartamento speciale 7 Garage interrato 8Salone 9 Aula didattica 10 Sala allestimenti 11 Ingresso strutture pubbliche Pianta appartamento scala 1:200 1Cucina 2Soggiorno 3Loggia 4 Zona notte 5Guardaroba 6Bagno L’intervista è stata condotta da Olga López Sans. Alloggi sociali assistiti per seniores con strutture ­pubbliche e sociali aggiuntive 81 appartamenti per una persona ­(talvolta con doppia occupazione), 4 appartamenti protetti per 5 persone gravemente disabili ognuno Uno spazio di uso comune (PT): 102 m2 90 inquilini over 65 (solo appartamenti), 8 collaboratori Superficie lorda: 8492 m² Fine lavori: gennaio 2009 Costo totale lordo: 6 982 000 Euro Pagina 954 Appartamenti sociali protetti per ­anziani a Barcellona A nordest di Barcellona, Torre Júlia svetta sul disordinato tessuto costruito lungo la cir­ convallazione. Proprio accanto all’edificio a sviluppo verticale con appartamenti di edili­ zia sociale per anziani si situa una casa di ­riposo; scuole, centro sportivo con campo da calcio e in futuro anche una piscina com­ pletano il comparto. Per dare agli apparta­ menti un’ideale esposizione verso ovest o verso est, la torre è stata ruotata di 45° ri­ spetto alla maglia urbana, generando due piazze davanti ai rispettivi ingressi. Per trasmettere ai residenti della torre di 17 piani un senso di appartenenza, i livelli sono suddivisi in tre gruppi di appartamenti con­ trassegnati da un colore. Quattro o cinque piani costituiscono un’unità residenziale che fa riferimento ad una sala comune distribuita su due livelli e ad una lavanderia. A disposi­ zione dei locatari sono anche una sala al piano terreno, una terrazza sulla copertura con vista eccezionale su Barcellona cui si addizionano superfici comuni nel basamento aperte anche a terzi. Ad ogni piano tipo si allocano cinque – sei alloggi, derivati da un modello standard con alcune varianti d’an­ golo, infilati lungo un piccolo corridoio ­centrale illuminato naturalmente. I tavoli pie­ ghevoli collocati all’esterno dell’uscio servo­ no a favorire l’identificazione con l’ambiente esterno. Le porte antincendio a regolazione elettronica collocate ai due estremi del corri­ doio sono sempre aperte e favoriscono la ventilazione trasversale oltre ad offrire un cannocchiale sulla città. L’aver disposto le scale verso l’esterno ha permesso di evitare spazi connettivi bui. La scala aperta funge da piattaforma panoramica, favorisce la ­socializzazione e incoraggia l’attività fisica. Oltre ai settori di appartamenti contrasse­ gnati dal colore, un sistema grafico guida, specificatamente progettato per Torre Júlia, rende più semplice l’orientamento all’interno dell’edificio. Il motivo retro della tappezzeria delle sale comuni trasmetterebbe un’atmo­ sfera familiare ai residenti. Da lontano è chiaramente leggibile la struttura della torre: gli spazi comuni di forte valenza, le scale aperte e i colori delle tre unità residenziali caratterizzano l’immagine esterna. Soprattut­ to gli elementi in lamiera stirata e ondulata parzialmente colorati personalizzano le su­ perfici di facciata. Per realizzare la vetrata d’angolo estesa a due livelli delle sale co­ muni senza pilastri, le facciate est ed ovest sono setti portanti con ricavate asole per fi­ nestre e porte. Gli appartamenti possono es­ sere divisi se necessario; dispongono di ac­ cessi senza barriere, pulsante d’allarme in posizione centrale nei bagni e in camera e prese di corrente posizionate ad un’altezza adeguata. Gli appartamenti per anziani au­ tonomi sono sovvenzionati in relazione alla consistenza della pensione percepita. La ­reception ha la funzione anche di punto ∂ 2012 ¥ 9 di contatto dove si organizzano assistenza medica, supporto della gestione domestica e attività comuni. Planimetria generale scala 1:5000 Piante • Sezione scala 1:500 1 Torre Júlia 2 Alloggi per seniores 3 Centro sportivo e piscina 4Aree comuni basamento (fruibili anche da esterni) 5Reception 6 Sala polifunzionale 7Direzione 8 Sala comune unità residenziali 9Lavanderia 10Asciugatoio 11Impiantistica 12 Terrazza di copertura Alloggi sociali protetti per seniores (over 65) 77 alloggi/40-45 m² per 1–2 persone Superfici comuni: sala/terrazza copertura 60/150 m² sala comune/lavanderia unità residenziale: 37/13 m² Piastra (utilizzata anche da esterni): 400 m² circa 120 residenti/6 collaboratori Superficie complessive: 8391 m² (SL)/6509 m² (SU) Fine lavori: 11/2011 Costo totale lordo: 9 573 200 Euro Il sistema segnaletico negli ascensori facilita l’orienta­ mento: ogni piano è rappresentato da un simbolo, che varia il colore in base al gruppo residenziale ­(giallo, verde chiaro e verde scuro). La colonna di ­destra rappresenta gli spazi comuni. Pagina 957 Complesso residenziale con alloggi per anziani, asilo nido e centro per ­genitori-figli a Zurigo “Frieden” promosso dalla Fondazione Abita­ re in Terza Età di Zurigo (v. pag. 996), con il complesso residenziale per anziani, l’asilo, il centro genitori-figli e il caffè è diventato il nuovo fulcro del quartiere di Affoltern. Un punto di assistenza “Spitex” si occupa, in caso di necessità, di assistere gli abitanti. I tre corpi di fabbrica di tre altezze diverse disposti sfalsati si interfacciano ad un co­ struito disgregato e ad una vegetazione ri­ gogliosa, creando cannocchiali panoramici in ogni direzione. Al piano terreno, l’estensione delle superfici con funzione pubblica consente spazi all’a­ perto di chiara definizione: una piazza om­ breggiata da alberi in prossimità della fer­ mata dell’autobus come centro del complesso residenziale, un prato per l’asilo infantile e spazi intermedi e di passaggio. L’acquisto del terreno poneva come condi­ zione di erigere un asilo infantile e un centro genitori-figli. Per incoraggiare il contatto spontaneo tra persone residenti di diverse generazioni, la zona è stata disegnata con un reticolo di viuzze che passano all’interno o all’esterno dell’edificio. Punti di incontro, ingresso principale del centro genitori-figli e ingresso all’asilo infan­ tile sono affacciati sulla piazza principale; gli ingressi delle case, invece, guardano verso l’esterno, lungo le vie di comunicazione. In Traduzioni in italiano7 questo modo, chi abita nel complesso può scegliere se immergersi nella vita pubblica o seguire tranquillamente la propria strada. “Stanze giardino” in ogni edificio e ingressi con elementi di seduta favoriscono la socia­ lizzazione. Ad ogni piano si trovano bi- e trilocali. Il lay­ out specchiato di piano in piano determina diversi tipi e diversi orientamenti che in fac­ ciata si leggono nel ritmo caratteristico dei balconi con sponde laterali piuttosto alte per garantire fonoassorbenza e privacy. Tutti gli appartamenti sono disposti lungo le facciate e sugli angoli a garanzia di un’ottima insola­ zione, viste panoramiche e ventilazione in due direzioni. All’interno, armadi a tutt’altez­ za con porte scorrevoli rendono fluida la transizione in uno spazio di grande apertura. Naturalmente il progetto ha tenuto in consi­ derazione una serie di dettagli costruttivi a misura di anziano come un collegamento di­ retto tra camere e servizi, un pavimento anti­ scivolo o un corrimano posizionato ad hoc. L’obbiettivo era soprattutto realizzare un luo­ go pieno di comfort in cui anche 60enni in salute si sentissero bene. (l’80% dei residen­ ti non ha disturbi fisici). Per realizzare un’architettura adeguata, pur mantenendosi nei ristretti costi dell’edilizia sovvenzionata, alcune misure sono state solo previste e realizzate in caso di reale necessi­ tà. Particolari progettati con cura, materiali e superfici con toni cromatici delicati e dettagli ornamentali, significano identificazione per residenti, visitatori e collaboratori. Complesso residenziale con alloggi a misura di terza età (in parte sovvenzionati), con assistenza/cura su ri­ chiesta; consultorio genitori-figli, asilo nido, caffetteria 69 alloggi con 2–3,5 camere/45-83 m² Spazio comune con cucina (66 m²) in edificio C, “stanza giardino” aggiuntiva per ogni edificio (34 m²) Età degli ospiti: over 60 (min. uno in caso di coppia) Superficie lorda: 9515 m²/Superficie utile: 6983 m² Fine lavori: 12/2011 Costo totale lordo: 25 milioni Franchi svizzeri circa Piante • Sezioni scala 1:750 1 Piazza centrale 2 Prato per giochi 3Ufficio/deposito, punto assistenza e cura “Spitex” 4 Bagno di benessere 5 Deposito biciclette e sedie a rotelle 6Ufficio/laboratorio/deposito 7Lavanderia 8 Stanza giardino 9 Sala comune 10 Sala gruppi asilo nido 11 Atrio passeggini 12 Corte giochi 13Cucina 14 Ufficio asilo nido 15 Caffetteria/punto d’incontro 16 Sala per ginnastica 17 Sala bambini 18Ludoteca 19 Ufficio centro genitori-figli 20 Ristorante “Frieden” (esistente) Pagina 960 Riqualificazione e ampliamento centro lungodegenza con alloggi per anziani a Dietikon Il centro lungodegenza “Ruggacker” a Zuri­ go è una struttura attiva dal 1960. Dopo la ­ristrutturazione dell’ala degenti lungo la stra­ da, è sorto un edificio di nuova costruzione con appartamenti senza barriere per senior che si distende tra i volumi esistenti e il ver­ de lievemente digradante. Il corpo di fabbri­ ca poligonale risponde al contesto delimitato da edifici pubblici isolati. La mensa comune al piano terreno unisce i due tratti. Un ingresso separato contraddistingue la sezione di fabbricato con gli appartamenti per gli anziani come fosse un’unità indipen­ dente anche se essendo un’infrastruttura di proprietà dell’ente è ad uso promiscuo. Se necessario, i residenti possono richiede­ re assistenza medica. I piccoli 27 monolocali sono disposti lungo la facciata meridionale, i 14 appartamenti più grandi sono ubicati sull’estremità più esposta del corpo di fabbrica. Entrambe le tipologie dispongono di una zona cottura e di un bagno a misura di anziano e di facile accessibilità. Per implementare la capacità della casa per lungodegenti, l’edificio esi­ stente è stato ampliato verso l’estremità me­ ridionale aggiungendo una stanza a piano. L’attico con ampia terrazza di nuova edifica­ zione accoglie il nuovo reparto per i malati affetti da demenza. Una sfida particolare è stata progettare con le altezze più basse dell’esistente: per mantenere la struttura del solaio più bassa possibile è stato ad esem­ pio scelto un rivestimento poliuretanico inve­ ce che un parquet. Le ampie finestre in combinazione con ante di ventilazione nel ri­ vestimento in legno trasmettono un senso di spaziosità. Tutt’attorno le nuove facciate rea­ lizzate con finestre legno-metallo con super­ fici in intonaco isolante in spessore, incorni­ ciate da calcestruzzo a vista nel colore della pietra arenaria, armonizzano visivamente l’insieme in una omogeneità materica. Planimetria generale scala 1:4000 Sezione Piante scala 1:750 1 Ingresso centro lungodegenti 2Foyer/lounge/caffetteria 3 Sala polifunzionale 4Amministrazione 5Terapia 6 Distribuzione pasti 7 Sala mensa/caffetteria 8 Giardino pensile 9 Ingresso appartamenti anziani 10 Lavanderia residenti 11 Piscina wellness 12 Sala comune 13Monolocale 14Bilocale 15Caposala 16 Piano lungodegenti 17 Reparto malati di demenza 18 Terrazza di copertura Casa di riposo, centro lungodegenti e alloggi per an­ ziani. Centro lungodegenti con 69 letti in tre reparti (45 camere singole/12 camere doppie) e reparto per malati di demenza con 18 letti (camere da 1–4 letti) 8 Traduzioni in italiano Alloggi anziani fino a 55 persone con 27 monolocali e 14 bilocali Aree comuni: gener./PT: Foyer/lounge/caffetteria: 160 m2 Ambienti polifunzionali: 70 m2, sala da pranzo: 165 m2 Livelli lungodegenti: 89 m2 l’uno + 7 m2 loggia Reparto malati di demenza: 102 m2 + 168 m2 terrazza Alloggi per anziani: da 27–55 m2 per piano SL/SU (centro di cura): 6079 m2/3565 m2 SL/SU (alloggi anziani): 4741 m2/2638 m2 Ultimazione lavori: 8/2012 Pagina 963 Centro anziani a Maienfeld Ai piedi della rocca, nelle immediate vicinan­ ze del borgo storico di Maienfeld, è ubicato il centro per anziani. Accanto alla scuola, in­ seriti nel territorio verdeggiante della valle del Reno, i volumi si articolano arditamente su tutti i lati. Aggetti e rientranze originano le proporzioni dell’edifico confrontandosi con l’intorno e creando su tutti i piani spazio per terrazze. Oltre a zone di accesso pubblico come la sala esposizioni, la caffetteria e l’amministrazione, l’edificio alloca 54 camere lungodegenti e 4 appartamenti per terza età. L’accesso conduce direttamente nello spa­ zio più importante del fabbricato che rende peculiare l’organizzazione funzionale degli spazi interni: l’atrio centrale che comprende tre piani illuminato dai numerosi lucernari che portano luce nella sala poligonale. ­L’atrio è contemporaneamente consolidato elemento di identificazione e punto principa­ le di orientamento per l’intera struttura. Vi è ubicata anche la caffetteria e viene uti­ lizzato per manifestazioni, concerti, confe­ renze e feste oltre come luogo di accoglien­ za per i bambini della scuola vicina con mensa diurna o semplicemente come luogo di socializzazione. L’atrio richiama la vita pubblica nell’edificio e favorisce lo scambio tra le generazioni. Su tre lati, si apre verso il parco con nicchie raccolte. I reparti, che si estendono ad un unico livel­ lo, sono organizzati come ampie “abitazioni” con cucina propria e sala di somministrazio­ ne dei pasti. Il corridoio anulare concepito come spazio connettivo semipubblico si estende sempre ad aree di soggiorno e nic­ chie appartate offrendo viste panoramiche sul paesaggio circostante ma anche visuali nell’atrio centrale al di sopra delle finestre in­ terne di diverso formato. La facciata portan­ te dell’edificio si compone di una struttura monostrato in muratura dove è stato appli­ cato esternamente un intonaco a grana grossa nei colori delle terre con inerti mica­ cei. A Maienfeld è consolidata la tradizione di realizzare diversi intonaci strutturati o me­ no, tinteggiati o naturali. Dopo un certo inter­ vallo di tempo l’intonaco di calce e cemento viene spazzolato e “lavato” con una spugna che porta in rilievo le pagliuzze ferro mica­ cee e la sabbia, modificando l’aspetto della facciata in base all’illuminazione. All’interno, materiali conosciuti come gli intonaci mine­ rali a grana fine, le porte in rovere con finitu­ ra naturale o il pavimento alla veneziana fa­ 2012 ¥ 9 ∂ voriscono il senso di familiarità. Residenti e addetti all’assistenza apprezzano l’atmos­ fera confortevole e l’organizzazione interna dinamica ma sensibile. Planimetria generale scala 1:4000 1 Centro anziani 2 Plesso scolastico 3 Castello Brandis 4 Edilizia residenziale limitrofa Casa di cura e di riposo con servizio di cura transito­ ria (cura intensivata a seguito di ricovero ospedaliero) 50 camere singole, 25 m2 (incl. guardaroba/WC) 2 camere doppie, 32 m2 (incl. guardaroba/WC) 1x alloggio da 2,5 vani 58,0 m2 3x alloggi da 3,5 vani 80,0 m2 (un alloggio utilizzato per la cura transitoria) Atrio d’ingresso, accoglienza, ristorante, salone, sala terapia: 690 m2 circa (senza amministrazione, Spitex, cucina e spazi di uso comune in piani superiori) 60 inquilini circa (a seconda della disponibilità del ­reparto cure transitorie) SL totale: 7300 m2 (incl. piano interrato) SU totale: 4900 m2 (incl. piano interrato) Ultimazione: estate 2011 Costo totale lordo di costruzione: 24 Milioni Franchi svizzeri circa 1Ingresso 2 Amministrazione/reparto ”Spitex” 3Atrio 4 Sala terapia 5Caffetteria 6Terrazza 7 Sala esposizioni 8Cucina 9Lavanderia 10 Camera singola 11 Camera doppia 12 Sala comune 13 Angolo di raccoglimento 14 Terrazza giardino protetta per “smemorati” 15Caposala 16 Bagno terapeutico 17 Appartamento anziani 18 Cucina di reparto Piante • Sezioni scala 1:750 Pagina 966 Casa di riposo e diaconica a Düsseldorf Il complesso di chiesa e casa di riposo rom­ pe la tipologia convenzionale dell’“istituto” per seguire l’immagine del campus urbano. Inserito in un quartiere cittadino, il progetto promosso dalla Diaconia di Düsseldorf, pro­ muove la partecipazione degli anziani alla vita pubblica. Mentre la casa di riposo si orienta al costruito attiguo e verso la strada, la chiesa ruota in pianta sul proprio asse oltre ad elevarsi di un piano svincolandosi dalla maglia urbana e sottolineando la sua collocazione isolata. I due edifici trovano equilibrio formale tramite le facciate sospese in laterizio accuratamen­ te dettagliate. La chiesa riceve luce zenitale da due lucernari a nastro nel soffitto tridimen­ sionale a cassettoni. Singolare per la tipolo­ gia è la pianta ad U degli uffici distribuiti su cinque livelli. Questa simbiosi di funzioni cle­ ricali e profane è latente sul fronte strada. La casa di cura è caratterizzata da una facciata di vuoti e pieni e propone al piano terreno funzioni pubbliche, oltre a 90 camere a un posto dislocate su tre piani per trattamenti diurni o brevi e per l’assistenza lungodegen­ ti. Ad ogni piano si dispongono due blocchi da 15 camere a creare una struttura indipen­ dente dotata di soggiorno privato, sale medi­ che e un area pranzo comuni sistemati se­ condo una forma ad U. L’organizzazione planimetrica garantisce percorsi brevi e ­riduce la presenza di personale. La pianta è semplice ma riesce a generare differenti relazioni esterne verso la strada ­affollata, verso il campus in serena tranquilli­ tà o verso il giardino a misura di persone di­ versamente dotate. I residenti possono deci­ dere se vivere appartati oppure prendere parte alla vita collettiva. L’apertura del cam­ pus verso la città, i negozi e la caffetteria propongono un luogo piacevole per incontri spontanei tra diverse generazioni. Casa di riposo della Diaconia Assistenza breve e diurna, lungodegenza 90 camere singole Superfici comuni: 2 soggiorni (21 m2 cad.)/2 logge (17 m2 cad.)/area pranzo (54 m2) ad ogni piano, area soggiorno (50 m2) a PT Numero ospiti: 90 SL: 8180 m²/SU 6544 m² (solo casa di cura incl. PT) Fine lavori: 3/2010 Costo di costruzione lordo totale: 11 000 000 Euro Planimetria scala 1:5000 Sezioni • Piante Piano tipo Piano terra scala 1:800 1Camera 2Loggia 3Soggiorno 4 Camera di servizio 5 Bagno curativo 6 Stanza opere domestiche 7 Area cottura/pranzo 8 Ingresso al centro 9Lobby 10Caffetteria 11Cucina 12Consegne 13Ufficio 14Riunione 15Relax 16Negozio 17 Sala di socializzazione 18Deposito 19 Ingresso chiesa 20Chiesa 21 Aula di gruppo Pagina 968 Casa di riposo per anziani e per ­lungodegenti a Maria Gail La casa è ubicata in un sobborgo a sud est di Villach. Con vista sulle montagne e una distanza dal centro storico percorribile a piedi, il luogo offre ai residenti il contatto con un contesto familiare. Il corpo di fabbrica è composto di due volumi a cubo che si inter­ secano in corrispondenza di un angolo for­ mando una piazza d’ingresso e di fronte un ∂ 2012 ¥ 9 giardino adeguato ai pazienti affetti da de­ menza. La facciata di vuoti e pieni con gli elementi delle finestre in legno e le lamelle aperte davanti alla scala sono richiami este­ tici di una cultura edilizia contadina cui i più anziani sono legati. All’interno, i reparti di cura si dividono ad ogni livello in due gruppi ordinati intorno ad un atrio. Una copertura vetrata conferisce a questi spazi in parte in­ verditi e in parte ammobiliati la funzione di giardino d’inverno. Nel punto dove i due ag­ gregati si incrociano, si colloca un punto di supporto assistenziale, le distribuzioni verti­ cali e gli spazi accessori per l’assistenza medica oltre a area soggiorno, cottura e pranzo. In questo modo i percorsi sono ri­ dotti e l’economia della gestione è assicura­ ta. Una loggia o una terrazza longitudinale implementano ogni piano di uno spazio in esterni utilizzabile tutto l’anno. La disposizio­ ne delle unità abitative intorno al giardino d’inverno garantisce facile orientamento da parte dei residenti tramite un percorso anu­ lare che si potrebbe interpretare come ele­ mento filtro fra camere private e sale comu­ ni. Profonde nicchie con vetrate di ampia superficie fanno entrare nei corridoi copiosa luce naturale e offrono ai passanti l’opportu­ nità di sedersi consentendo la spontanea socializzazione. I parapetti delle finestre alti 55 cm rispondono all’altezza della visuale di una persona su sedia a rotelle, mentre elementi di legno e colori caldi definiscono un’atmosfera di serena familiarità. Concetto di assistenza ed effetto ­architettonico Nella casa di riposo di Maria Gail, il tema non è quello della struttura, sino ad oggi convenzionale, per lungodegenti ma di un insieme di strutture di assistenza completa­ mente orientate alle esigenze dei pazienti ­affetti da demenza. Tutta l’assistenza della Diaconia de La Tour è basata su un concet­ to di cura integrativa. L’analisi della biografia personale di ogni paziente/ospite fornisce all’organizzazione importanti punti di riferi­ mento per un’assistenza personalizzata e trattamenti che hanno come obbiettivo quel­ lo di indurre il paziente ad organizzare auto­ nomamente la propria giornata. Le persone anziane devono raggiungere un’ampia nor­ malità e un proprio senso di responsabilità nella vita di ogni giorno. Il background ­personale, i tratti del carattere e la tipologia delle reazioni devono essere integrate nel concetto di assistenza. La percezione dello spazio e in particolar modo i colori, i materiali e le forme sono mol­ to di più di una semplice esperienza esteti­ ca: servono alla comunicazione e all’infor­ mazione. Luce e colori influiscono sui fabbisogni come l’appetito o il desiderio di dormire ma anche emozioni come la gioia o il disagio. Il concetto cromatico è mirato a smuovere le attività cognitive e all’orienta­ mento degli ospiti. Nei reparti di demenza le tonalità del verde placano e invitano a sof­ fermarsi minimizzando la tendenza incontrol­ Traduzioni in italiano9 lata ad evadere. Alcune analisi dimostrano che se le condizioni del contesto sono ­stimolanti, vengono attivate le capacità di ri­ serva dell’organismo e di conseguenza ­viene a generarsi maggiore vitalità e autono­ mia. Il nostro modello terapeutico si basa sul principio per cui ogni ambiente viene perce­ pito dalle persone tramite almeno due sensi. Stimoli visivi, percezione tattile dei materiali o anche sensazioni olfattive, ispirerebbero, stimolerebbero gli ospiti rivitalizzandoli. Gli spazi, nel caso degli anziani, possono ­riuscire, con funzionalità e sensibilità for­ male, a dissipare paure e a stimolare dina­ mismo e pensieri positivi. Peter Gunhold, direttore case di cura, Diaconia de La Tour. Casa di cura e centro di lungodegenza 69 camere a un letto e 6 a due letti Superfici comuni: soggiorno/pranzo (54 m2) + loggia (21 m2) o terrazza (66 m2) per ogni gruppo di residen­ za, 2 giardini d’inverno (70/75 m2), capella, biblioteca, parrucchiere, piscina wellness Numero residenti: 81 SL: 5420 m²/SU: 4200 m² (incl. interrato) Fine lavori: 10/2010 Costo di costruzione lordo totale: 5 500 000 Euro Planimetria generale scala 1:4000 Sezione • Piante scala 1:750 1 Camera singola 2 Camera doppia 3Terrazza 4Soggiorno/pranzo 5Parrucchiere 6Terapia 7Biblioteca 8 Punto di supporto 9 Bagno terapeutico 10Loggia 11 Ingresso principale 12Foyer 13 Giardino d’inverno 14 Sala socializzazione 15Consegne 16 Servizi sanitari Pagina 974 Ampliamento di una casa di riposo e un centro di cura a Brunico Pedevilla Architekten, Brunico Per rispondere al crescente bisogno di resi­ denze assistite nella Val Pusteria altoatesina, nel 2004 la gestione pubblica delle case di riposo di Brunico ha indetto un concorso d’architettura con l’obbiettivo di individuare soluzioni per l’ampliamento delle proprie strutture. L’obbiettivo era il realizzo di aree residenziali ed aree all’aperto per persone affette da demenza in vari stadi di malattia. Il processo realizzativo durato ben sei anni è servito agli architetti incaricati del progetto per approfondire concetti innovativi di assi­ stenza. Dopo innumerevoli revisioni che mi­ ravano al perfezionamento del progetto, ne è risultato un edificio di nuova costruzione in­ serito con cura nella minuta compagine di un contesto di villette, caratterizzato da una fac­ ciata intonacata marrone e un volume sculto­ reo che emana un’imperturbabile serenità sebbene si fondi su un concetto eterogeneo con molteplici relazioni interno-esterno. Peculiare per gli interni sono forme, colori e sistema di illuminazione sincronizzati tra loro oltre che con alcuni arredi mobili o a giorno progettati dagli architetti. Gli interni genera­ no nel loro insieme un microcosmo rassicu­ rante. Ai malati di demenza, molto spesso dinamici ma sotto diversi aspetti disorientati, la struttura offre solidarietà e orientamento ma anche la sensazione di essere parte di una società, in particolare con l’oasi tera­ peutica, una sorta di stazione di cura open space per otto ospiti lungodegenti cronici in grave stadio di demenza. Planimetria generale scala 1:3000 1 Casa di riposo e lungodegenza 2 Ampliamento con reparti per demenza Pagina 976 Spazi per comunicazione e movimento per soggetti affetti da demenza senile Un aspetto importante del concetto architet­ tonico è dato dalla forma architettonica che deve compensare la progressiva riduzione delle capacità sensoriali dei soggetti affetti dalla sindrome e per questo di facile com­ prensione e apprendimento. Le persone col­ pite da demenza necessitano di strutture che offrano sostegno e orientamento. Per questo motivo l’immagine del corpo di fab­ brica deve essere il più possibile unitaria e “tranquilla”. Gli interni sono dominati dalla ri­ nuncia al superfluo. Al supporto strutturale di compensazione contribuisce anche l’im­ postazione delle luci, le pavimentazioni e ­soprattutto l’inconfondibile aspetto di certi luoghi. In linea di principio, la forma del co­ struito architettonico deve incentivare al massimo l’indipendenza dei pazienti affetti da demenza. Un’architettura differenziata, pur priva di scritte o segni, facilita l’orientamento. Così le differenze di pavimento come il viola per il personale o il verde per gli ospiti, distinguo­ no visivamente le aree anche per gli anziani con ridotta capacità visiva. Le porte inoltre sono tinteggiate in colori diversi per miglio­ rare il senso dell’orientamento mentre i telai in rilievo, in particolare quelli delle camere, contrassegnano gli ingressi accessibili agli ospiti laddove le porte a filo muro indicano gli accessi secondari o si aprono su spazi per il personale. L’impiego equilibrato del colore, le forme ­fluide degli arredi e i materiali naturali come l’intonaco di argilla o il larice, dovrebbero trasmettere all’ospite un equilibrio positivo sia a livello fisico, che a livello spirituale ed emozionale. La gamma di colori e dei mate­ riali è scarna: linoleum nel corridoio e nelle aree di incontro, legno di larice per i serra­ menti delle finestre, rovere per tavoli e sedie, muri e pareti intonacate, arredi color crema. 10 Traduzioni in italiano Una tonalità morbida di verde costituisce l’u­ nico accento cromatico esteso senza solu­ zione di continuità alle aree di soggiorno e ai reparti di lungodegenza su pavimenti, stoffe da rivestimento ecc. Il violetto, al contrario, contrassegna gli spazi riservati al personale. Cucinette aperte con grandi banconi e punti di assistenza vetrati trasmettono naturalezza e disponibilità favorendo il contatto tra per­ sonale e ospiti. Sono anche stati sviluppati pittogrammi di facile lettura estesi all’intero edificio. Ogni reparto dispone di un proprio simbolo, ad esempio un soffione per l’“oasi terapeutica”. Demenza senile grave I pazienti con demenza durante la malattia progressiva attraversano tre diversi mondi di esperienza: il grado più severo di demenza può essere accertato attraverso l’analisi dell’attività intellettuale e delle attività quoti­ diane. Per adattare la struttura architettonica, le cure e la stimolazione delle capacità rima­ nenti, questo progetto prevede che gli spazi vitali di ogni mondo devono rimanere il più possibile separati da quelli degli altri mondi. Per questo motivo, il paziente residente deve cambiare la propria camera da una a due volte durante la propria permanenza. Come si può agevolmente constatare nei reparti a prestazione diversificata, nell’ampliamento del centro di lungodegenza di Brunico si prestano cure ad anziani e pazienti affetti da demenza in vari stadi di malattia. Tre sono i modelli di ospitalità offerti: Residenza autonoma Il reparto è al primo piano e dispone di un ampio cortile interno affacciato verso il ­giardino e di una terrazza con funzione di ­ingresso. Le camere che in parte possono essere personalizzate nell’arredamento si radunano in tre blocchi intorno ad un com­ parto ad uso comune delimitato da un deda­ lo di elementi di seduta. Le texture degli in­ tonaci a soffitto e i motivi floreali alle pareti delle stanze creano un’atmosfera accoglien­ te. L’intensità cromatica varia con l’esposi­ zione: mentre sono gialle a sud e arancio a est, le pareti esposte a nord hanno un moti­ vo rosso per compensare la mancanza di ­insolazione. La personalizzazione del bovindo consente all’ospite di rendere riconoscibile a tutti dall’esterno la propria camera. Le finestre in luce aprono la visuale del giardino dal letto. Aree demenza L’area demenza al piano terreno dispone di camere che si radunano attorno ad un’area di comunicazione comune con scaldavivan­ de, area di somministrazione dei pasti e mo­ bili divisori a giorno. Lo spazio ampio ha la funzione di “soggiorno” per lo svolgimento di diverse attività; viene illuminato con luce naturale da un lucernario e da una vetrata che si affaccia verso il giardino. Caratteristi­ ca principale dell’area demenza al secondo piano sono le numerose superfici protette in 2012 ¥ 9 ∂ esterno per la deambulazione che permetto­ no ai nove pazienti ospitati con gravi disturbi di movimento di circolare senza limitazione all’aperto. Come al piano terreno, anche a questo livello i lucernari con integrata illumi­ nazione a LED–RGB creano atmosfere di ­luce e colore mutevoli con il variare delle ore che supportano l’apprendimento di ­rituali quotidiani anche nel paziente affetto da ­demenza. “Oasi di cura” Lo sviluppo del reparto nasce dall’osserva­ zione del fatto che molte persone in severo stadio di malattia si muovono soprattutto in spazi aperti e aspirano alla collettività. L’oasi deve impedire il senso di paura, di solitudine e abbandono o, per lo meno, deve alleviarlo. Le oasi si allocano al secondo piano e si ar­ ticolano in un giardino d’inverno trasparente e in un’area separata dal mondo esterno che dona ai pazienti in fase aggravata un’at­ mosfera protetta. La mancanza di stima e l’i­ solamento vengono contrastati da un conte­ sto stimolante per la mente, per gli scenari di luce dei lucernari, i giochi luminosi a sof­ fitto e la musica. In relazione alle situazioni che si presentano, luce, colore e forma pos­ sono stimolare o tranquillizzare. I posti letto sono cinti da divisori ad angolo con ripiani, ripostiglio, punti gas medicali e ossigeno, a formare piccole nicchie per garantire la sfera del privato. Piante • Sezione scala 1:750 1 Area d’ingresso 2 Passaggio all’edificio esistente 3Cucina 4 Mensa collaboratori 5 Assistenza diurna 6 “Soggiorno” area demenza 7 Punto assistenza 8 Bagno terapeutico 9Terrazza 10Camera 11 Area cure 12 Cortile interno 13 Giardino terapeutico 14 Area all’aperto coperta 15 “Oasi di cura” 16 Giardino d’inverno Struttura di soggiorno e cura, sostenuta dall’unione di 9 Comuni della Val Pusteria centrale Superfici utili: PT area demenza: 430 m² (7 camere singole), 2 camere doppie); PT day hospital: 130 m² P1 area cura: 1060 m² (22 camere singole,1 camera a due letti per cure transitorie o breve ricovero) P2 area demenza : 400 m² (9 camere singole); P2 oasi di cura: 190 m² (8 persone) 53 ospiti/30 collaboratori ca. (equival. tempo pieno) Età: 55 –100 anni Ultimazione: 5/2010 Costo di costruzione lordo: 9,5 millioni di Euro ca. 1 Fermaneve in lamiera traforata di rame piegata 2Struttura parapetto: intonaco esterno minerale con granulato di mar­ mo e porfido 10 mm, applicato a mano graffiato e a spruzzo strato termoisolante 200 mm c.a. 200 mm strato termoisolante 50 mm/listelli in legname squadrato 50/50 mm guaina impermeabilizzante in caucciù 12 mm listelli 35/50 mm tavole in larice 25 mm 3Copertura bovindo: manto in lamiera di rame 1 mm pannello OSB in pendenza 22 mm strato termoisolante 50 mm barriera al vapore legno lamellare 100 mm supporto per intonaco 40 mm intonaco interno 10 mm 4Schermo solare tessile (solo su facciata Sud e Est) 5 Pavimento bovindo: linoleum verde chiaro 2,5 mm massetto radiante galleggiante 65 mm impermeabilizzazione in guaina di PE pannello anticalpestio 15 mm lamellare tassellato 100 mm strato termoisolante 40 mm pannello di particelle stratificato in larice 19 mm Sezione verticale scala 1:20 Pagina 982 Riqualificazione del centro di cura ­Bombach, Zurigo Niedermann Sigg Schwendener Architekten, Zurigo Le planimetrie dell’esistente riportano anco­ ra nell’intestazione il termine “ospedale”, ma nel frattempo il centro per di cura richiama ben altre associazioni. Oggi, chi accede al foyer se lascia vagare lo sguardo sull’ampia terrazza, attraverso la valle dell’Limmat e verso l’Uetliberg, ha l’impressione di trovarsi in un hotel di cura allestito con particolare attenzione. Architettura e collocazione urbana dell’ospi­ zio inaugurato nel 1965 stupiscono ancor ­oggi, tuttavia dopo quattro decenni era ­necessaria una completa ristrutturazione. ­L’obbiettivo degli architetti era di mantenere qualità e immagine ma anche di incremen­ tarne e svilupparne ulteriormente la valenza per adeguare atmosfere e comfort alle esi­ genze attuali. Il concetto è evidente in faccia­ ta: finestre panoramiche con esili telai bron­ zei e sottili ante sostituiscono serramenti dipinti in grigio scuro. Coerenti con i serra­ menti sono le bussole inserite al piano terra in tutta l’altezza della facciata in vetro. I para­ petti a nastro in cemento lavato e i tampona­ menti in blocchi di silicato di calcio sono stati risanati e puliti, gli elementi in calcestruzzo a vista trattati con un protettivo. All’interno, i materiali e le superfici come corrimano e porte in rovere affumicato e parquet di rovere di stanze e corridoi riescono a creare un’at­ mosfera confortevole che raramente si incon­ tra in ospedali o centri di cura. Planimetria generale scala 1:4000 1 Centro di cura 2Ex quartiere personale/futura “Casa per dementi” (residenza terapeutica protetta) Pagina 984 Affinare le caratteristiche, rivitalizzare le atmosfere, migliorare il comfort: la riqua- ∂ 2012 ¥ 9 lificazione del centro di cura Bombach Incarico/esistente Il centro di cura eretto su progetto degli ar­ chitetti Josef Schütz e Hans von Meyenburg è ubicato ai margini orientali del quartiere Höngg di Zurigo, su una terrazza naturale con ampia vista panoramica sulla città e sul­ la valle del Limmat. Il complesso si distingue per la semplicità, un equilibrato rapporto fra i volumi compatti della palazzina a sviluppo verticale e le sistemazioni esterne, ed anche per la conformazione classica con basamen­ to in evidenza verso la valle, piano terreno ­libero e un volume delle camere che pare sospeso. Il centro di cura Bombach non è un edificio storico vincolato ma si tratta comunque di un impianto tipico per l’epoca, testimonianza interessante e in buono stato di conservazio­ ne dell’architettura degli anni ’60 con elevata qualità urbanistica ed architettonica. Negli ultimi 45 anni l’edificio ha subito inter­ venti per la manutenzione dei requisiti ge­ stionali e tecnici ma è rimasto praticamente invariato dal punto di vista strutturale. Data l’età del complesso si rendeva necessaria una manutenzione straordinaria completa con l’obbiettivo di ristrutturare l’impianto ­tenendo in considerazione le qualità archi­ tettoniche e gestionali. Architettura/concetto Al centro dell’interesse dei progettisti era la lettura urbanistica ed architettonica di una straordinaria costruzione esistente e la rela­ zione che ne sarebbe risultata con l’attuale sostanza architettonica. Le priorità proget­ tuali erano: riportare in auge le caratteristi­ che spaziali degli ambienti, recuperare e sviluppare l’essenza dei materiali e dei colori dell’esistente. Queste priorità sono agilmen­ te verificabili, in modo esemplare, nella nuo­ va hall d’ingresso reinterpretata. L’ambiente è il fulcro centrale dell’impianto e raduna in sé oltre all’area reception e ai punti d’incon­ tro anche la caffetteria che funziona contem­ poraneamente come mensa per il personale. Mentre la vetrata in luce tra basamento ed edificio a sviluppo verticale con le camere è stata slittata verso l’esterno su tre lati, il ne­ cessario ampliamento di superficie si integra naturalmente tra le strutture esistenti. L’inter­ vento architettonico realizzato nelle parti ­comuni del piano terreno concretizzano e sottolineano il tema dello spazio senza solu­ zione di continuità presente nell’esistente con l’articolazione dei volumi. Dal punto di vista concettuale la hall diventa parte del terrazzamento naturale plasmato dal basa­ mento. Esso si sviluppa fiancheggiato da due ali in cui sono allocate le funzioni ammi­ nistrative slittate al di sotto della palazzina con le camere, dal cortile verso il lato nord e sotto l’edificio delle camere, sull’ampia ­superficie della terrazza verso sud. L’esile membrana in vetro, elemento di se­ parazione termica, garantisce scambi senza soluzione di continuità tra interno ed esterno, Traduzioni in italiano11 realizzando intense relazioni su tre lati. La similitudine della materialità e il paralleli­ smo del pavimento esterno in calcestruzzo bocciardato con il pavimento alla veneziana lucidato nella hall d’ingresso sottolineano ul­ teriormente la fluidità dello spazio fra interno ed esterno. Negli interni strutture simili ad arredi in noce assumono la funzione di ban­ co reception, guardaroba o office per la caf­ fetteria. Articolano le aree funzionali e defi­ niscono il grado di apertura e trasparenza tra il cortile d’ingresso sul lato nord e verso la terrazza esposta verso sud. Struttura/impiantistica Adattamenti di spazi motivati dalla funzio­ nalità e dalle nuove prescrizioni, in partico­ lare antincendio, misure di irrigidimento statico per il miglioramento della sicurezza antisismica, insieme ad un nucleo di ascensori in cls., la riqualificazione termica dell’involucro e la sostituzione di tutti gli impianti hanno richiesto una ristrutturazio­ ne completa che ha portato la struttura al grezzo. La conseguente coibentazione in­ terna delle facciate, l’isolamento termico della copertura e delle t­errazze, le vetra­ zioni a doppia camera, la ventilazione con­ trollata degli ambienti con recupero di ca­ lore, il progetto illuminotecnico con lampade efficienti, oltre alla centrale elettri­ ca di cogenerazione a gas esistente sono tutti elementi che hanno permesso il rag­ giungimento dello standard Minergie. Un nuovo impianto fotovoltaico collocato sul­ la copertura del nuovo attico fornisce un ulte­ riore contributo alla sostenibilità energetica. Comfort/atmosfera Oltre alla manutenzione della sostanza ar­ chitettonica, è stato essenziale implementa­ re il comfort sia per gli ospiti che per il per­ sonale. L’adeguamento planimetrico dei sette livelli identici fuoriterra ha permesso di ricavare spazi di soggiorno e di distribuzio­ ne pasti mentre le camere con più letti sono state convertite in stanze con un letto e con due letti con accesso diretto al bagno. La combinazione di materiali di qualità e su­ perfici con colorazioni mantenute in toni pa­ cati creano un’atmosfera accogliente pur la­ sciando ai piani delle camere adeguato spazio per il comfort di pazienti e personale. Le finestre panoramiche con sottili ante di ventilazione favoriscono l’illuminazione natu­ rale e inquadrano scenograficamente la vi­ sta dalle camere dei pazienti e dagli spazi di soggiorno dei piani superiori. Le finestre di grande formato trasmettono contempora­ neità al plesso rendendo leggibile anche in esterno l’intervento di ristrutturazione. Attico/lastrico solare Un nuovo attico sostituisce il piano sottotetto che non era più in linea con le nuove esi­ genze di spazio. Con un marcato profilo di gronda che forma la linea orizzontale di delimitazione e una resa materica diversifi­ cata fatta di superfici in calcestruzzo a vista, vetro e rivestimenti in lamiera stirata color bronzo, il nuovo volume si integra bene nell’architettura complessiva. L’ampia terraz­ za diventa per gli ospiti, il personale e i ­visitatori un luogo privilegiato. Piastra Mentre al secondo livello interrato si distribui­ scono esclusivamente gli spazi accessori, al primo piano interrato si distribuiscono un’a­ rea gestionale riservata con la zona di pre­ parazione pasti della cucina e una zona de­ dicata al pubblico di visitatori con sala feste, un centro diurno e un reparto terapeutico. Il fronte finestrato verso sud in corrispondenza della piastra si presenta con antoni a libro tra­ forati disposti come in origine, come facciata strutturata verticale. La composizione trova ­riferimenti nella vetrata esistente del foyer. Sezione Piano terra (a sinistra 1965/ a destra 2012) Piastra scala 1:800 1Accoglienza 2Caffetteria 3Terrazza 4Amministrazione 5Parrucchiere 6 Assistenza spirituale 7 Servizi terapeutici 8Cucina 9Consegne 10Amministrazione 11 Camera ardente 12 Sala del silenzio 13Farmacia 14 Guardia medica 15Fisioterapia 16 Piscina wellness 17Salone 18Foyer 19 Centro diurno/riabilitazione 20Lucernario Centro di cura della Città di Zurigo con 126 letti max. (camera singola 22 m²/camera doppia 25,5-30 m²) in sette reparti di assistenza, 119 postazioni di cura a tempo pieno Centro di cura per malati affetti da demenza (130 m2) Aree comuni/reparto: 76,5 m² Foyer/Caffeteria: 340 m2, salone: 158 m2 Età media ospiti: 85 anni ca. Superficie lorda: 10 080 m2/superficie utile 5602 m2 Ultimazione (riqualificazione): 2/2012 Costo complessivo di costruzione lordo: 26 854 000 Franchi svizzeri aVista da Sud: il bordo marcato del nuovo piano attico delimita il volume verso l’alto bAccoglienza/caffetteria: l’ambiente si articola ­grazie all’inserimento di mobili da incasso in noce cSalone della piastra: la decorazione degli antoni a pacchetto in alluminio anodizzato si proietta sul pavimento sotto forma di ombre d“Sala del silenzio”: un pozzo di luce illumina con discrezione lo spazio sacro di raccoglimento Realizzazioni su misura per l’allestimento interno: Protezione spigoli: A causa di sedie a rotelle, girelli e carrelli, gli 8 cm alla base della parete devono essere protetti contro gli urti meccanici. Gli spigoli fino +80 cm sono così rivestiti: •in corridoio: imbotte porte e zoccolini: pietra ricostruita con legante cementizio, granulo­ metria 0 – 8 mm, spessore elemento 50 mm, ­levigato (granul. C220), smussato (raggio 3 mm) 12 Traduzioni in italiano •in camera ospiti: applicazioni di falegnameria sugli spigoli esposti con elementi colorati in materiale acrilico (ad es. per il trasporto del letto) •atrio d’ingresso: mobili in legno di noce con profili di ottone come paraspigoli, garanzia di mantenimento dell’aspet­ to anche con massimo utilizzo, zoccolino in mas­ sello Contrasti per favorire l’orientamento • porte scure, corrimani scuri (rovere affumicato), evidente contrasto p ­ arete-pavimento •superfici non riflettenti Superfici: •intensità d’uso, sollecitazione meccanica ­(trasporto materiale, ­sedia a rotelle, pulizia) •sollecitazione chimica (frequenza di pulizia per motivi igienici e utilizzo) •direttive per edilizia ecologica della città di ­Zurigo Ergonomia della terza età •altezza adeguata di montaggio elementi di ­manovra, maniglie, sedute, corrimano Arredi •passaggio sedia a rotelle s­ otto tavoli, banconi, ­lavabi •imbottiture lavabili/fisse, adeguata altezza di ­seduta Illuminazione • intensità luminosa: 400 Lux • illuminazione conforme a standard Minergie • atmosfera confortevole Acustica •soffitto acustico (connettivo/aree di ­soggiorno) •impianto acustico induttivo in sala ­polifunzionale Piano tipo/stazione di cura (sopra 1965/sotto 2012) scala 1:500 1Soggiorno/pranzo 2Cucina 3 Sala comune/angolo sedute 4 Ufficio/stanza di reparto aSala riunioni nel piano attico: le pareti chiare in calcestruzzo a ­vista zonizzano anche la terrazza. bNelle camere un monoblocco rivestito g ­ rigio con­ tiene: bagno, impianto di ventilazione, illuminazio­ ne indiretta, cassettiere, scaffalature e installazioni elettriche. cIl ritmo dei corridoi è scandito da zone d’ingres­ so arretrate con porte in rovere affumicato. dCamera dopo la ristrutturazione: finestre panora­ miche con parapetto basso offrono ampia visua­ le anche dal letto eAree di soggiorno/pranzo, collocate nell’angolo sud-ovest al posto di due camere (con cucina) fCamera prima della ristrutturazione 1Elemento prefabbricato in calcestruzzo lavato (esistente) pulito e risanato 90 mm, intonaco iso­ lante minerale 30 mm (al posto del sughero/esi­ stente), malta adesiva, pannello in silicato di cal­ cio 125 mm, lana minerale 60 mm, pannello di legno verniciato 19 mm 2 Sughero (esistente) 20 mm 3 Calcestruzzo (esistente) 4Fori/cablaggio protezione solare Ø 2,2 mm 5Tenda veneziana lamiera di tamponamento infe­ riore/guida laterale in lamiera di alluminio anodiz­ zato 6Finestra panoramica: vetrazione isolante con doppia camera in telaio di legno, listello esterno di rivestimento in alluminio anodizzato 7Davanzale in alluminio anodizzato naturale 8Intonaco bianco nuovo su intonaco (esistente) e ­sughero (esistente) 9 Guida da incasso per tendaggio 10Davanzale in compensato stratificato di betulla 30 mm, rivestito su due lati con resine sintetiche 11Parquet di rovere 15 mm, massetto all’anidride 40 mm, strato di separazione in PE, materassino fonoassorbente 10 mm, strato installazioni/mate­ riale autolivellante 45 mm 12Elementi in silicato di calcio (esistente) puliti e ­riqualificati 120 mm 2012 ¥ 9 ∂ 13Intonaco (esistente), riprofilato a 15 mm quando necessario 14Anta di ventilazione in legno coibentato, rivesti­ mento esterno in lamiera di alluminio anodizzato 15Pannello di legno verniciato 20 mm, lana minerale 50 mm, lastra in silicato di calcio 125 mm, c ­ olla 16Carta da parati in fibra di vetro tinteggiata, ­rinzaffo (esistente) Sezione verticale sezione orizzontale scala 1:20 a Immagine del 1965 b Porzione di facciata prima della ristrutturazione Pagina 990 Centro residenziale con alloggi per ­anziani e di proprietà, Zurigo di Ballmoos Krucker Architekten, Zurigo Nel bando di concorso per la zona di com­ pletamento urbano in posizione centrale nel quartiere di Altstetten erano in programma 42 appartamenti di proprietà e 52 per anzia­ ni della Fondazione per l’alloggio per la ter­ za età della città di Zurigo. L’ufficio urbani­ stico del Comune, la fondazione e un costruttore edile si sono accordati per pro­ muovere il concorso con modalità del tutto “non burocratiche” su un’idea innovativa che era realizzabile esclusivamente tramite un nuovo frazionamento del comparto urbano. In origine era un terreno di proprietà comu­ nale collocato fra due lotti di proprietà priva­ ta, con la rimodulazione delle proprietà si è aperta la possibilità di creare un’edificazione unica che integrasse nel parco anche il vici­ no ristorante “Krone”, edificio storico sotto tutela con annesso fienile. Gli architetti hanno colto, da un lato, la possi­ bilità di conciliare appartamenti di proprietà da vendere senza vincoli e alloggi conven­ zionati per la terza età in modo da conferire al centro residenziale un’intensa e comune identità, dall’altro, l’occasione di strutturare la lottizzazione in modo da dare ad ogni corpo una particolare identità. Gli appartamenti per anziani con annessi spazi comuni godono di una rara eleganza, di semplice e razionale articolazione dell’architettura, di concezione inusuale e sono caratterizzati da una accura­ ta scelta di materiali. Planimetria generale, scala 1:3000 1 Abitazioni per la terza età 2 Abitazioni di proprietà 3 Ristorante “Krone” Pagina 992 Dalla pianificazione urbana all’abitazione Dopo che l’amministrazione immobiliare del­ la Fondazione per gli alloggi per la terza età della città di Zurigo ebbe messo a disposi­ zione un ampio terreno nel centro di Altstet­ ten, fu rapidamente chiaro che il progetto sarebbe stato piuttosto complesso. A segui­ to dell’accordo stipulato tra Fondazione, Co­ mune e imprenditore edile che possedeva i due terreni vicini, per promuovere un con­ corso di architettura vennero presentati ­progetti d’idee per l’edificazione totale del comparto con un centro residenziale. Oltre la metà del volume costruito era desti­ nato ad appartamenti per la terza età con annessi spazi comuni. Il progetto vincitore radunava un layout funzionale degli spazi in un volume di importante estensione che uti­ lizzava alternativamente il progetto formale dei corpi di fabbrica e lo spazio urbano cir­ costante per mettere in armonia l’isolato me­ ridionale con segmentati fabbricati di confi­ ne e plasmare la situazione d’angolo verso ovest tramite il movimento saliente graduale dei volumi a formare una sorta di cerniera nella silhouette del fabbricato. A nord il complesso si apre verso una corte inverdita che si estende senza soluzione di continuità a parco con prati e sentieri che si piegano morbidi sino al ristorante “Krone”, fabbricato storico con il dehors in ghiaietto adiacente al prato. L’angolo non costruito tra il ristorante e il granaio lascia trasparenza tra cortile inverdito e strada. Nonostante la configurazione impermeabile, la ripartizione funzionale all’interno rimane percepibile nell’articolazione del complesso. Il tratto settentrionale con gli alloggi di pro­ prietà dialoga di spazi e dimensioni con il ri­ storante e l’annesso granaio fiancheggiando il parco. Il corpo adiacente più basso è orientato su due lati verso la strada e verso la corte inverdita dove si collocano funzioni comuni della residenza per anziani come l’ingresso e la sala comune dotata di cucina al piano terra e di lavanderia al primo piano. Gli spazi comuni creano una delimitazione nell’ala elevata di sette piani con gli apparta­ menti per anziani verso sud. Gli alloggi si aprono verso il parco con ampi porticati a volte in risalto sulla facciata. La luce fluisce anche dall’alto nelle superfici connettive va­ lorizzandone la funzione di luogo di incontri. Lungo i porticati si dispongono le cucine abitabili degli appartamenti per gli anziani. Soggiorni e camere si collocano verso sud sul lato balconi con un’ottimale insolazione e vista. Con un doppio accesso per il bagno, per la cucina abitabile e anche per la came­ ra da letto, la pianta dell’alloggio meglio si adegua alle necessità delle persone anzia­ ne. L’ampia porta scorrevole tra soggiorno e camera permette grande flessibilità d’uso dell’appartamento durante il giorno. Anche un armadio scorrevole, parte dell’arredo dell’alloggio, consente un adeguamento personalizzato della trasparenza di spazio tra sala da pranzo e soggiorno. Il complesso è stato realizzato con una strut­ tura in cemento armato a setti con platea di fondazione piana in parte con pali ad iniezio­ ne. Per la facciata è stato messo in opera un sistema a cappotto termico con intonaco esterno minerale graffiato fine e protetto da una velatura metallica cangiante durante il giorno. Il centro eretto e certificato con mar­ chio Minenergie è riscaldato esclusivamente con geotermia ricavata da un campo di son­ ∂ 2012 ¥ 9 de collocate sotto la platea in connessione tra loro. Un’unica pompa di calore produce l’inte­ ro calore per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria. Un sistema di aerazione a necessità allocato nella controsoffittatura del bagno for­ nisce aria fresca all’alloggio. Già molto prima della fine lavori, la Fondazione aveva una lun­ ga lista d’attesa per la locazione. Alcuni loca­ tari hanno aspettato oltre cinque anni per un alloggio. Al primo ingresso, il trilocale in edili­ zia sovvenzionata di 70 m2 costava 1186 Franchi, successivamente 1575 Franchi; in considerazione degli elevati prezzi di locazio­ ne di Zurigo, per molti anziani era un’occasio­ ne allettante dato anche che la residenza si collocava in posizione centrale nel quartiere, ben collegata dalla rete di bus e tram e che offriva nelle immediate vicinanze negozi per lo shopping. Gli spazi comuni annessi con cucina sono ben graditi dai locatari che li usano durante le feste familiari a compensa­ zione dello spazio cottura dell’appartamento. 52 abitazioni per la terza età (over 60) 40 bilocali, 54,5 m²/55 m² 12 trilocali, 69 m²/70 m² Spazio comune, Spitex (servizio di assistenza per ­anziani, servizio mensa), lavanderia, piscina comune 60 ospiti circa Superficie lorda: 6400 m² Superficie utile: 3900 m² Costo di costruzione: 10 725 000 Franchi svizzeri Ultimazione: 4/2011 Planimetria generale scala 1:2500 Sezioni • Piante scala 1:800 1Ingresso 2 Salone manifestazioni 3 Bagno terapeutico 4 Accettazione lavanderia 5lavanderia 6 Ufficio “Spitex” Pianta alloggio scala 1:200 Sezione verticale scala 1:20 1Inverdimento estensivo 120 mm strato di separazione, guaina bituminosa doppia resistente a radici 10 mm, pannello rigido in PU espanso 160 mm; barriera vapore; c.a. 220 mm intonaco 15 mm 2Intonaco esterno organico armato con superficie spazzolata orizzontalmente granulometria 1 con velatura metallica pannello rigido in EPS espanso 40 mm c.a. 150 mm 3 Tenda da sole a caduta 4Massetto in cls. 30 mm c.a. 195 - 230 mm 5 Gelosia con guida a fune 6Serramento in legno con vetrazione isolante 7Parquet incollato 10 mm massetto 80 mm, strato di separazione strato anticalpestio 20 mm pannello in PU espanso 20 mm c.a. 220 mm, intonaco 15 mm 8Intonaco minerale a rullo, armato granulometria 0,5 colore celeste 10 mm pannello rigido in EPS espanso 180 mm muratura in laterizio 150 mm 9 Corrimano in legno massello di rovere 10 Tubolare in alluminio Ø 30 mm 11 Profilo in acciaio zincato Í 75/50/6 mm 12 Acciaio stirato zincato 2 mm Traduzioni in italiano13