Pagina 1090 Intervista a Mathias Sauerbruch Detail: Ai lavori di

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Testo in italiano
∂ – Rivista di architettura
Testo in italiano
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Intervista a Mathias Sauerbruch
me elemento integrante, ad esempio in facciata o in un punto preciso dell’edificio. La
scelta di un determinato colore o di una
combinazione cromatica di solito è un processo lungo e complesso. Nel primo modello
per il concorso del Ministero all’Ecologia a
Dessau, che sarà in breve terminato, abbiamo per esempio fissato punti di colore e superfici cromatiche che ricordano le persiane
scorrevoli; un’idea questa che deriva dal
GSW di Berlino e dal centro fotonico ad Adlershof, in cui gli elementi di protezione solare sono colorati. Infine, sono diventati rivestimenti in vetro colorato che nascondono
elementi funzionali come le ante per l’aerazione notturna o rivestono pareti massicce.
Lo spettro cromatico applicato è molto differenziato e si è semplicemente adattato alla
configurazione dello spazio. Abbiamo cercato di ottenere diverse figure spaziali e di riflettere il contesto. Si è trattato di un lungo
processo di sviluppo che si è svolto in quasi
sette anni di progettazione.
2004 ¥ 10 · Costruire con vetro
Detail: Ai lavori di Sauerbruch & Hutton viene
subito associato il colore e forse anche
un’architettura molto colorata. Il colore é un
segno distintivo consapevole dei vostri progetti oppure vi disturba avere questa etichetta?
Sauerbruch: Indubbiamente, il colore è diventato un mezzo espressivo della nostra architettura, come per altri potrebbe essere la
muratura, il calcestruzzo o altri materiali edili.
Penso anche che, indifferentemente dal tipo
di progetto che affronteremo in futuro, rimarrà una certa predilezione per il colore, anche
se si tratta solo di una parte del nostro linguaggio di segni. Ci sono, infatti, altri elementi del progetto che in un primo momento
non risaltano in modo così evidente.
Detail: Da dove deriva questa vostra passione per il colore?
Sauerbruch: E’ difficile da spiegare. Nel mio
caso, deriva dalle mie esperienze di vita. Mio
padre era pittore e io mi sono interessato
molto presto alla pittura e all’arte. Siamo arrivati per caso ad introdurre il colore nella nostra architettura. Quando, alla fine degli anni
’80, abbiamo aperto uno studio in Inghilterra,
avevamo molti progetti di ristrutturazione di
villette a schierae. Dato che i committenti,
nella maggior parte dei casi, avevano a disposizione budget minimi, le possibilità costruttive risultavano spesso limitate. Ad un
certo momento abbiamo capito che con il
colore potevamo influenzare fortemente l’effetto spaziale anche di ambienti relativamente piccoli. Ad esempio, è possibile risolvere
un angolo impiegando due colori che determinano un forte contrasto e possiedono una
diversa luminosità. Abbiamo successivamente iniziato a sperimentare con il colore applicandolo alle superfici per conferire ad una
facciata una certa plasticità visiva.
Detail: In quale fase del processo progettuale entra in gioco il colore?
Sauerbruch: Dipende dal progetto, ma, nella
maggior parte dei casi, emerge un’idea di
base in cui il colore dovrebbe subentrare co-
Traduzione: Architetto Rossella Letizia Mombelli
E-Mail: [email protected]
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Detail: Realizzate voi stessi lo studio cromatico o vi affidate ad un consulente?
Sauerbruch: Lo realizziamo noi stessi.
Detail: Secondo quali criteri?
Sauerbruch: Fondamentalmente per esclusione: “trial & error”. Alla base dei nostri studi
di colore non c’è nessuna dottrina cromatica
simile a quella di un Johannes Itten che distingue particolari gruppi di colore o gradi di
luminosità. Si tratta di una sorta di procedimento ottico, simile a quello della pittura. Si
usa una facciata o un modello come una tela
vuota e si inizia a comporre, fino a che sopraggiunge l’ispirazione. All’inizio abbiamo
delle ipotesi e ci accostiamo con diverse varianti al concetto definitivo con l’ausilio di
schizzi a mano e di modelli a scala sempre
maggiore. Nel caso del Ministero avevamo
una facciata lunga un chilometro; abbiamo,
quindi, fatto costruire un plastico in scala
1:200 ricoprendo ogni superficie colorata.
Abbiamo, poi, seguito lo stesso procedimento in scala 1:75 con campionature di colore
della scala NCS. Decisivo è stato il fatto che
in un rivestimento sul retro della lastra di vetro, la tonalità cromatica è fortemente influen-
zata dal colore verde del vetro, anche nel
caso del così detto vetro incolore o bianco.
Di alcuni colori, abbiamo dovuto fare fino a
quattro o cinque campionature per ottenere
un risultato in grado di soddisfarciche ci soddisfaceva.
Detail: Introducete spesso il colore insieme
al vetro. Ad Adlershof sembra, ad esempio,
che giochiate con i requisiti estetici della riflessione.
Sauerbruch: Il fenomeno della riflessione, in
alcuni casi, aggiunge un aspetto matericospaziale. Nella stazione di polizia e dei pompieri del quartiere governativo di Berlino, le
superfici riflettenti del rivestimento in vetro
conferiscono all’edificio di nuova costruzione
una certa luminosità in piacevole contrasto
con la superficie in laterizio opaca dell’edificio preesistente. Un altro aspetto da prendere in considerazione è naturalmente la durata
del colore. Con il rivestimento cromatico sul
retro della lastra di vetro, si ottiene una superficie colorata molto bella, luminosa, protetta dalle intemperie e stabile nel tempo.
Detail: Come applicate il vostro concetto cromatico negli interni?
Sauerbruch: Dipende dal progetto. Nell’edificio di ricerca a Biberbach, realizzato da circa un anno, il volume è caratterizzato esternamente da un rivestimento cromatico
pregnante, mentre internamente i colori sono
ridotti al minimo; ci sono singole superfici
cromatiche; l’ambiente, formalmente simile
ad un foyer, è l’unico spazio comune di riunione per mostre e ricevimenti. L’attribuzione
di un colore identifica le funzioni pubbliche e
quelle comuni.
Detail: Torniamo ancora una volta alla facciata di Biberbach. E’ vero che l’appariscente
motivo cromatico è la riproduzione di una
struttura molecolare?
Sauerbruch: E’ proprio così. In Internet abbiamo trovato un’immagine al microscopio
elettronico di un preparato del committente e
l’abbiamo ingrandita. Per dire la verità, abbiamo cambiato radicalmente anche i colori
e gradualmente anche la struttura. Trovo che
l’associazione simbolica al mondo molecola-
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Testo in italiano
re sia piacevole e ben si adatti al mondo dei
ricercatori impegnati a tempo pieno con le
immagini al microscopio e di conseguenza
immersi in un’altra scala. Solo chi conosce il
processo, può interpretare il motivo puntiforme: per il visitatore si tratta semplicemente di
una composizione cromatica.
Detail: Come viene considerata la facciata
dai ricercatori. Penetra la luce colorata all’interno?
Sauerbruch: I vetri non sono colorati in pasta
ma serigrafati a punti. La colorazione è discreta e il rivestimento stesso non è per nulla
o parzialmente trasparente alla luce, per cui
le ombre dei punti del reticolato serigrafato
risultano incolorie. Naturalmente c’è una certa riflessione cromatica tale da inondare gli
ambienti interni con una tenue luce colorata.
Detail: E tale colore non costituisce un elemento di disturbo per gli utenti? Quali reazioni ha suscitato?
Sauerbruch: Da un lato c’era chi era infastidito dal colore, la maggior parte ne era però
affascinata. Nella già menzionata stazione di
polizia e dei pompieri di Berlino, l’intera facciata è quasi completamente rossa e verde
intenso. Sulle finestre si estende una struttura a lamelle; quando queste sono chiuse, le
finestre emanano una luce rossa come in un
locale notturno. Se le lamelle sono aperte, gli
ambienti tornano nuovamente bianchi. E’
possibile regolare personalmente la luce sia
in questo caso che a Biberbach.
Detail: Quali tipi di vetri avete fino ad ora impiegato e quali esperienze avete fatto a tal
proposito?
Sauerbruch: Concettualmente, in entrambi i
progetti, abbiamo impiegato le medesime
tecniche, anche se la serigrafia nel caso dei
pompieri è più fitta e i colori più marcati, di
conseguenza anche la riflessione è più intensa; ma, anche in questo caso, la luce che
penetra attraverso il vetro serigrafato non è
colorata. Invece, nello showroom di Zumtobel Staff abbiamo introdotto vetri colorati, lastre stratificate con una pellicola colorata;
quindi, la luce che penetra dall’esterno all’interno attraverso il vetro è colorata. In questo
caso, l’obiettivo era creare un drammatico
contrasto fra luce naturale esterna e luce artificiale delle lampade. Di notte, l’effetto è
contrario: le luci sono accese, la facciata si
trasforma in un lightbox o in una lanterna.
Detail: Qual’è la funzione tecnica della pelle
in vetro con lamelle preposta alla facciata
della stazione di polizia?
Sauerbruch: In primo luogo, ha la funzione di
protezione solare, secondariamente di protezione dal vento quando le finestre sono aperte; non esiste, invece, un vero e proprio strato cuscinetto con funzioni termiche, come nel
caso della facciata del GSW a Berlino o del
centro fotonico.
Detail: E’ possibile regolare individualmente
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l’apertura delle lamelle?
Sauerbruch: Nel caso della stazione di polizia, il sistema a lamelle è regolabile per ogni
finestra, ma la regolazione è programmata
sempre per l’intera finestra.
Detail: Da dove deriva la composizione cromatica?
Sauerbruch: Si è trattato di una composizione libera in cui si era fissato il rosso per i
pompieri e il verde per la polizia.
Detail: E l’efficienza della luminosità naturale
dell’edificio è stata pregiudicata dalla disposizione inclinata delle lamelle?
Sauerbruch: Le finestre sono state sovradimensionate in base alle dimensioni dell’ambiente, in modo tale che il problema non si
ponesse. Nel caso del Ministero all’Ecologia,
abbiamo ponderato minuziosamente le dimensioni delle aperture. Quando si parla di
bioedilizia, le vetrate sono un tema importante. Abbiamo analizzato esattamente le dimensioni minime da assegnare alle finestre
in modo tale che il posto di lavoro potesse
essere illuminato in modo ottimale, non pregiudicando contemporaneamente la dispersione termica in inverno e l’accumulo termico
in estate. I risultati erano di circa il 40%
esternamente e del 65% internamente. La
protezione solare consisteva, in questo caso,
in un sistema a lamelle altamente riflettente.
Dal punto di vista ecologico, è stato decisivo
mantenere una proporzione vantaggiosa del
volume sulla superficie utile e di conseguenza ridurre la porzione di facciata.
Detail: Potrebbe dirci qualcosa in più circa la
progettazione solare o quella bioarchitettonica del Ministero?
Sauerbruch: Il Ministero è partito come progetto ambizioso. Già durante il concorso, i
partecipanti hanno richiesto di elaborare prototipi. Successivamente, numerose delle nostre proposte –come la facciata doppia- sono state respinte benché si trattasse di
soluzioni considerate valide dagli altri architetti. Da un lato questo aveva a che vedere
con il fatto che, presso il Ministero, gli esperti
si confrontavano con il tema in modo scientifico, e dall’altro lato, i committenti, l’ispettorato ai lavori edili e il Ministero, reduci da esperienze negative, avevano reazioni alquanto
conservatrici. Posso condividere questa posizione dato che alla fine si tratta dei soldi
delle nostre tasse.
Detail: Si è forse in questo modo dissolta
l’idea di poter sensibilizzare la gente e gli architetti su un tema come la bioearchitettura?
Sauerbruch: Non proprio, ma al contrario, ci
sono innumerevoli esempi di processi biologici sensati nel settore delle costruzioni, introdotti in questo progetto per la prima volta.
Detail: Quali sono i segni distintivi dell’ecoprogetto?
Sauerbruch: Anzitutto l’isolamento termico.
SiamoEravamo inferiori ai valori fissati dai re-
golamenti d’isolamento termico ancora validi
a quei tempi (circa il 50%) e a quelli riportati
nei regolamenti di risparmio energetico (circa il 30%). Contemporaneamente, abbiamo
integrato una fonte energetica di rigenerazione, un impianto fotovoltaico o termico. Inoltre, c’èera anche un impianto frigorifero a
funzionamento solare per la mensa e una
piccola centrale di riscaldamento con cella a
combustione. L’intervento più straordinario é
l’installazione di un impianto di scambio termico sotterraneo che, attraverso un sistema
di tubazioni interrate lungo cinque chilometri,
consente di preriscaldare l’aria esterna aspirata all’interno. L’edificio è fresco durante
l’estate, mentre in inverno viene alimentata
l’aria calda. Per quanto mi risulti, si tratta dell’impianto di questo genere più esteso al
mondo. Per quanto riguarda l’energia primaria impiegata, se ne è tenuto conto nell’ambito di un concetto globale energetico-ecologico e, nella scelta dei materiali da
costruzione. Infine, dato che si tratta di un
settore ancora ai primi passi, si potrebbe dire qualcosa in generale sul calcestruzzo, sull’alluminio, sul vetro o sul legno, ma in realtà
bisognerebbe distinguere tra i diversi tipi di
cemento, tra i processi produttivi del vetro,
tra alluminio riciclatobile e prodotto da materie prime, per citare solo alcuni esempi. Anche in questo settore, è stato coinvolto l’intero team. In collaborazione con la società
bioedile, abbiamo elaborato un catalogo di
interventi dal quale è emersa l’idea di una
facciata in legno. Che non si tratti di un rivestimento in legno, ma di una struttura lignea,
è abbastanza sensazionale per un edificio
per uffici di quattro piani. Da questa esperienza, abbiamo appreso che il legno non è
un materiale da costruzione che non pone
problemi;, dato che se trattato con protettivi,
difficilmente può essere smaltito nei rifiuti
speciali. Nella relazione tecnica, abbiamo
anche dovuto dichiarare la provenienza autoctonache del il legname proveniva da foreste autoctone, altrimenti i vantaggi ecologici
sarebbero stati annullati. Abbiamo per lo meno cercato di seguire questa direzione. Questo è valso anche per le tinteggiature, i pavimenti e i materiali da costruzione,
contrassegnati dal marchio di qualità del Ministero all’ecologia. Nel caso fossero privi di
certificazione ministeriale, ci siamo affidati a
consulenze professionali e ai risultati di test.
In generale, la scelta dei materiali è avvenuta
considerando il minor impiego di energiache
per la lavorazione, per lo smaltimento e per
la posa fosse impiegata meno energia possibile.
Detail: Sono stati economicamente sostenibili
i costi addizionali insorti?
Sauerbruch: Dato che per il calcolo della durata di un edificio si devono considerare 50
anni, tutte le misure adottate sono risultate
economiche.
Detail: La durata nel tempo sembra essere
un tema importante per il vostro studio. Al
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contempo, orientate i vostri progetti ad un
gusto temporaneo.
Sauerbruch: Nella storia dell’arte e dell’architettura non è una novità che un edificio sia riconoscibile in relazione al proprio tempo e
tuttavia rimanga attuale. A tal riguardo, non
si può considerare come criterio qualitativo
la relazione con il proprio tempo o l’essere
alla moda. Occorre considerare criteri completamente diversi: la qualità d’uso di un edificio, il contributo alla città, con quanta precisione e rigore sia stato proporzionato o
progettato indipendentemente dal periodo in
cui è stato concepito.
Detail: Non tutta l’architettura contemporanea dipende così profondamente dalle tendenze attuali come nei vostri progetti: non
potrebbe verificarsi che un edificio come la
fabbrica sperimentale a Magdeburg, anche
se attualmente procura un sensazionale effetto sorpresa, tra dieci anni sia obsoleta?
Sauerbruch: Non lo posso escludere, ma se
devo dire la verità non penso nemmeno che
questo fatto sia così grave. Se l’edificio è
usato e le sue funzionalità sono soddisfatte,
fino ad un certo livello sarà sempre apprezzato dai propri utenti. In più bisogna dire che
un edificio che possiede caratteri accentuati
è certamente meglio di uno per il quale occorrebisogni andare a ricercarne identità e
carattere.
Detail: Non la preoccupa il fatto che tra qualche anno, qualcuno ritinteggi completamente l’edificio di bianco o di marrone, non tenendo in considerazione lo studio del colore
da voi approntato?
Sauerbruch: Potrebbe naturalmente succedere, ma penso sia possibile paragonare la
situazione al processo educativo di un figlio:
ad un certo momento, il bambino diventa
una persona che solo fino ad un certo punto
rimarrà in linea con i principi dei propri genitori. In qualità di progettista presso OMA, ho
assistito allo sviluppo del progetto di Checkpoint Charly. L’edificio è stato convertito
senza consultarci in un supermercato, ma
nonostante tutto è rimasto un buon esempio
d’architettura.
Detail: Questo significa che definite l’individualità dei vostri edifici attraverso il colore?
Sauerbruch: Naturalmente il colore fa parte
del progetto. Se, infatti, togliamo il colore,
decade una parte importante del carattere
dell’edificio. Sarebbe veramente un peccato
se un giorno uno dei nostri edifici venisse ritinteggiato, ma sarebbe pur sempre un edificio che soddisfa le proprie funzionalità.
Detail: Riesce ad immaginare di progettare
per una volta un edificio monocromatico?
Sauerbruch: Abbiamo terminato da poco il
Municipio di Henningsdorf, che a nostro avviso è relativamente monocromatico. Abbiamo lavorato con tonalità tenui ad eccezione
della sala del consiglio. La mancanza di colore ci è stata quasi rimproverata; il commit-
Testo in italiano
tente si è sentito addirittura defraudato. Nel
caso di Henningsdorf, volevamo un edificio
che emanasse una certa apertura e dignità.
Proprio durante il periodo successivo alla caduta del muro, ci sarebbero stati numerosi
edifici che io desideravo caratterizzare con il
colore: abbiamo riscontrato che i materiali
come il rovere e la muratura ben si adeguavano al contesto.
Detail: Che importanza hanno i diversi materiali per la vostra architettura? Adottate sempre gli stessi o proponete una grande variazione?
Sauerbruch: Per quanto riguarda il colore, si
è naturalmente limitati. Anche se le tecniche
di rivestimento si sono enormemente sviluppate, tuttavia le tinteggiature durano al massimo 10 anni. Nel caso del vetro verniciato a
fuoco, si ha al contrario un’elevata durata e
luminosità. Per questo usiamo spesso il vetro. Si presentano problemi quando, nel caso
di lastre colorate, pezzi particolari devono
esser rivestiti in un secondo tempo o tinteggiati, ad esempio quando questi non sono
prefiniti durante il processo di fabbricazione
e poi successivamente piegati. Quando abbiniamo materiali naturali con superfici colorate, cerchiamo di utilizzare quelli che hanno
una certa resa materica e si distinguono dalla neutralità delle superfici colorate come ad
esempio la pietra, il legno o la ceramica.
Penso che sia molto piacevole la combinazione di superfici colorate con il legno.
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Residenze a Zurigo
Otto palazzine singole collocate sui pendii
soleggiati del lago di Zurigo offrono agli abitanti un insediamento a destinazione mista
caratterizzato da ampi spazi aperti e giardini.
I pannelli di facciata in fibra di cemento grigio chiaro creano continuità tra gli edifici e
conferiscono al quartiere un aspetto unitario;
i pannelli impiallacciati in tre essenze di legno diverse per venatura, colore e larghezza
del rivestimento, posizionati dietro lastre di
vetro temprato enfatizzano, invece, l’identità
del singolo edificio. Il pannello sandwich di
nuova produzione, incollato con silicone,
protegge il legno dalle intemperie e si caratterizza per la lunga durata e la scarsa necessità di manutenzione.
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Autolavaggio a Germering, Germania
L’impianto, che sorge alla periferia di Monaco, si distingue da altre stazioni di servizio di
autolavaggio per il corpo di fabbrica allungato completamente trasparente in vetro profilato. La struttura lunga 50 metri, cela la stazione di servizio preesistente con nuovi spazi
commerciali e un nuovo cortile. Il cliente segue il proprio veicolo durante il percorso di
lavaggio mediante display informativi e attraverso finestre in vetro trasparente integrate
nell’involucro del lato orientale. In copertura i
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cuscini d’aria in ETFE provvedono ad un
supplementare apporto di illuminazione ed
aerazione naturale.
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Showroom a Irvine, California
Per la filiale nordamericana di un’azienda
cosmetica giapponese, il piano terra di un
magazzino nel sud di Los Angeles è stato
convertito in showroom. All’interno, i pannelli
in vetro con rivestimento bianco velano la vista verso l’esterno e dissolvono la luce naturale, evitando fenomeni di abbagliamento.
Sottili aperture nella parete interna traslucida
consentono fugaci scorci prospettici attraverso l’involucro trasparente esterno. Le vetrine in vetro acrilico apparentemente sospese, sono fissate ai pilastri di sezione tonda in
calcestruzzo. I pannelli in vetro, trattenuti in
guide d’alluminio, irrigidiscono il telaio. La
combinazione dei materiali crea un’atmosfera di serena tranquillità in sintonia con i prodotti esposti.
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Bagno in un loft a Londra
La posizione privilegiata, in prossimità della
Tate Modern e del Millenium Bridge, è sicuramente responsabile della rinascita del
quartiere londinese Bankside a sud del Tamigi. Qui sorge un loft composto da un soggiorno con una vista spettacolare e con arredi puristi integrati a parete e a pavimento .
Un nucleo centrale con cottura, cabina armadio e doccia divide lo spazio del soggiorno dalla retrostante zona notte. La camera è
separata dal bagno mediante una lastra di
vetro elettrocromico che diventa trasparente
o traslucida con attivazione mediante interruttore a pulsante.
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Atelier sul lago di Ammer
Circondato da grandi alberi, il padiglione
adibito ad atelier si colloca nelle vicinanze
della casa d’abitazione. Data la posizione
isolata, il corpo di fabbrica è stato realizzato
completamente in vetro e lo spazio interno è
scomponibile in modo flessibile mediante 16
pareti mobili. Per quanto concerne la struttura, rimangono a vista solo due pilastri in calcestruzzo armato che fungono da supporto
per la copertura e per il sistema di scolo delle acque. Le lastre di vetro a tutta altezza
della facciata sembrano sospese e sono fissate con sottili fasce in acciaio preossidato
incollate tra loro solo ai montanti verticali. La
luminosità del primo piano si pone in contrasto con il piano interrato dove sono collocati
servizi e zona notte.
Planimetria generale, scala 1:2000
Piante •sezione, scala 1:250
1 Atelier; 2 Parete scorrevole; modulo per la sospensione di ripiani, sistema tavolo, unità cottura; 3 Pilastro
in c.a., drenaggio/camino interno; 4 Guardaroba; 5
Bagno; 6 Doccia; 7 Nicchia notte; 8 Muro portante; 9
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Testo in italiano
Pilastro di sezione tonda
1 Lamiera prepatinata 4 mm
2 Impermeabilizzazione, guaina in PVC; imbiettatura
0-30 mm; travetti inclinati 120/200 mm, isolante
termico fibra minerale 200 mm, isolante fonoassorbente 18 mm, correnti 65 mm, perline di rivestimento in rovere non trattato 15 mm
3 Lamiera in acciaio 20/20 mm
4 Pilastro in profilo d’acciaio | 60/60 mm
5 Telaio in profili d’acciaio HEA 200
6 Profilo in acciaio IPE 80
7 Lamiera prepatinata 8 mm
8 Vetrata isolante: float 6 +intercapedine 14 +vetro
di sicurezza 6 mm, giunto verticale incollato con
silicone nero
9 Parete girevole e scorrevole, telaio in acciaio
rivestimento in tavole di rovere non trattate 15 mm
10 Elemento scaldante in tubo alettato
11 Pavimento in tavole di rovere non trattato 32 mm;
elementi d’appoggio in legno, riempimento
12 Profilo in acciaio HEB 140
13 Profilo in acciaio HEM 120
14 Pilastro in tubolare d’acciaio Ø 88,9 mm
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Studio d’architettura, Londra
L’edificio, non lontano dalla Tate Modern,
esternamente rispecchia le diverse scale dimensionali dell’intorno: mentre il “retro” segue un andamento saliente a gradoni ed è
caratterizzato da una facciata che alterna
pieni a vuoti con serramenti estremamente
esili, la facciata nord lungo la strada principale, è lunga 36 metri ed è completamente
in vetro. A tal scopo è stato utilizzato un sistema di telai preossidati impreziositi da eleganti profili. La facciata, composta di moduli
sospesi in vetro isolante di 1,5 metri di larghezza, garantisce il massimo sfruttamento
della luce diurna. Attraverso la cortina di vetro rimane a vista lo scheletro in calcestruzzo
armato impostato su una maglia geometrica
di 4,5 metri. Immediatamente dietro la vetrata trova posto uno strato protettivo di pannelli
traforati d’alluminio. Tutti i materiali sono stati
scelti in base a requisiti di semplicità e
durabilità: calcestruzzo a vista, acciaio, vetro
ed alluminio, cartongesso bianco e granito
scuro, resine grigie per le pavimentazioni.
Sezione • Piante, scala 1:500
1 Reception; 2 Esposizione; 3 Caffetteria; 4 Cucina; 5
Ufficio; 6 Sala riunione; 7 Terrazza; 8 Giardino pensile;
9 Sala conferenze
Planimetria generale, scala 1:5000
10 Studio d’architettura Southwark Street; 11 Tate Modern (Herzog &de Meuron); 12 Tamigi; 13 Millenium
Bridge (Foster &Partners)
Sezioni, facciata nord, scala1:20
1 Structural Sealant Glazing: vetro di sicurezza 8
+intercapedine 14 +stratificato 14 mm
2 Profilo in alluminio ¡ 70/15 mm
3 Canalina tecnica MDF 490/20 mm, ispezionabile
4 Corpo illuminante sospeso al soffitto in cls a vista
5 Lamelle di protezione visiva e antiabbagliamento:
pannello 20 mm in alluminio traforato 2 mm,
all’interno anodizzato argento, all’esterno
verniciato a polvere giallo, orientabili
6 Vetro isolante incollato con silicone su profilo in
alluminio, a taglio termico
7 Fissaggio mensole, barra d’acciaio, avvitata al
solaio/pilastro in c.a.
8 Pilastro in calcestruzzo armato 350/350 mm
9 Griglia di copertura per canale di riscaldamento in
alluminio anodizzato
10 Moquette posata su sistema a pavimento flottante,
c.a. 250 mm
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11 Vetro stratificato 21 mm
12 Resina 6 mm; massetto radiante 80 mm su strato
di separazione; isolante 60 mm; c.a. 250 mm
Sezioni, scala 1:20
1 Doppia barra in acciaio, ¡ 258/12 mm e
¡ 70/25 mm
2 Terminale a piastra per fissaggio, barra in acciaio
¡ 150/70/12 mm, saldata, avvitata con 1 al pilastro in c.a.
3 Vetro di sicurezza 15 mm,
4 Pilastro in c.a. a vista
5 Lamiera in acciaio inox ¡ 313/3 mm, incollata
6 Barra in acciaio ¡ 198/12 mm
7 Angolare in acciaio ∑ 200/200/15 mm avvitato su
cordolo c.a.
8 Moquette su pavimento flottante, c.a. 250 mm
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Idea Store, Londra
In un quartiere come Tower Hamlets-London
East, popolato da un’elevata percentuale di
immigrati, carente di istituzioni culturali e segnato da una crescente criminalità, le strutture civiche come le biblioteche non esercitano sui cittadini nessuna attrattiva. La
comunità ha cercato di affrontare questa realtà con l’Idea Store, un nuovo concetto di
biblioteca civica, dove, con successo, sono
stati abbinati un istituto culturale e un centro
sociale. Gli spazi principali della biblioteca si
estendono al piano superiore al di sopra della galleria commerciale esistente; sul lato
sud l’edificio si distribuisce su due livelli dove un ampio ingresso invita all’accesso di un
atrio aperto. La struttura consiste in uno
scheletro in acciaio con una maglia geometrica derivata dalle dimensioni dell’edificio
storico al piano terra. A causa delle dimensioni estreme delle vetrate (4,5 metri di altezza e soli 60 cm di larghezza), la facciata in
montanti e traversi è stata sospesa mediante
struttura in acciaio a mensola. Fra le lastre
del vetro stratificato sono state interposte
pellicole colorate che ne determinano la colorazione.
1 Ingresso/atrio; 2 Restituzione libri; 3 Computer; 4 Informazioni; 5 Area personale, spazi accessori; 6 Negozi esistenti, 7 Vuoto; 8 Caffè; 9 Biblioteca bambini; 10
Area audiovisivi; 11 Biblioteca giovani; 12 Biblioteca
adulti; 13 Sala conferenze
Piante • Sezioni, scala 1:500
Sezioni, scala 1:10
Sezione orizzontale vetrata d’angolo, scala 1:10
1 Lamiera in alluminio 3 mm, isolata, su
compensato 20 mm
2 Traverso in alluminio |60/60 mm
3 Montante in alluminio |60/60 mm
4 Pannello traforato verniciato a polvere grigio
5 Alette di aerazione in alluminio
6 Impermeabilizzazione; isolante in schiuma rigida
100 mm; barriera al vapore; isolante 30 mm;
compensato 15+15 mm su travi in compensato
impiallacciato ¡ 300/60 mm
7 Flangia di fissaggio, barra in acciaio
8 Trave principale, tubo in acciaio ¡ 300/200/8 mm
9 Flangia di fissaggio, barra in acciaio su fissaggio
a viti dei pilastri di facciata
10 Pilastro principale facciata, compensato
impiallacciato, abete rosso ¡ 344/57 mm con
integrata anima in acciaio ¡ 220/25 mm
11 Tubo in acciaio ¡ 100//60/4 mm, anima in acciaio
12 Listello in alluminio
13 Vetrata isolante: stratificato 6+6 mm float, da 2 a 4
pellicole PVB colorate intermedie +intercapedine
16 mm +vetro di sicurezza 8 mm con rivestimento
per controllo termico
14 Griglia di riscaldamento in alluminio
15 Piastrelle in caucciù grigio 600/600/3 mm;
pavimento in cemento 30 mm; strato di
separazione; isolante in schiuma rigida 90 mm;
c.a. 400 mm
16 Pannello in alluminio 3 mm isolato
17 Montante secondario di facciata, compensato
impiallacciato abete rosso ¡ 344/57 mm
18 Connessione in barra d’acciaio ¡ 330/24 mm
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Stazione di polizia e vigili del fuoco
a Berlino
Il nuovo edificio integra accostandosi, l’architettura preesistente del XIX secolo e pone in
contrasto le superfici riflettenti del nuovo con
quelle in mattoni opachi dell’esistente. In facciata si alternano intense tonalità di rosso per
l’edificio dei pompieri e di verde per quello
della polizia. Le lamelle, che hanno la primaria funzione di proteggere dai raggi del sole,
sono rivestite con una pellicola protettiva che
esalta i colori e li rende inalterabili.
Piante • Sezioni, scala 1:750
1 Ponte ingresso; 2 Stazione di polizia; 3 Stazione dei
pompieri 4 Carport polizia; 5 Garage automezzi vigili
del fuoco
Sezioni, facciata in lamelle di vetro, scala 1:20
1 Fissaggio vetro, fisso sopra, rivestito in alluminio
2 Lamelle in vetro stratificato fisse, vetro di sicurezza 6 mm, serigrafato colorato sul retro
3 Fissaggio vetro, rivestito in alluminio
4 Mensola rivestita in alluminio
5 Guida di ancoraggio nella parete in c.a.
6 Tubo rivestito in alluminio
7 Lamelle in vetro, mobili, 6+6 mm temprato, serigrafato colorato sul retro
8 Fissaggio vetro mobile rivestito in alluminio
9 Profilo guida in alluminio per lamelle di apertura
10 Guida di sollevamento ad asta filettata
11 Vetrata isolante 6+16+6mm
12 Parete interna: isolante termico, fibra minerale, rivestita nera 12 mm; c.a. 250 mm; intonaco di gesso a base di calce
13 Soffitto in rete metallica intonacata, sospeso a
struttura secondaria in profili d’acciaio
14 Unità di funzionamento per portone pieghevole rivestito in lamiera d’acciaio
15 Portone pieghevole placcato con pannello composito in alluminio
16 Lamelle, vetro di sicurezza 8 mm, serigrafato colorato sul retro
Pagina 1128
Centro servizi a Ludwigshafen,
Germania
La ristrutturazione del Brunck, un villaggio
per lavoratori della BASF degli anni ’30, è
uno dei maggiori progetti dell’immobiliare
dell’azienda che, insieme alla struttura assistenziale, ospiterà il proprio centro servizi.
Dalla trafficata strada principale è possibile
intravede un edificio evanescente che si allunga attraverso il tessuto urbano parcellizzato. La parte nord della nuova costruzione
accoglie gli spazi accessori e funge da barriera al rumore. Sull’asse est-ovest si dispongono cinque moduli direzionali tra i quali si
inserisce una serie di aule verdi. Gli architetti
hanno riservato particolare cura allo studio
della facciata che conferisce un aspetto monolitico all’intero volume: il fronte settentrio-
∂ 2004 ¥ 10
Testo in italiano
nale longitudinale e quello principale sono
velati da uno strato bianco riflettente in cui si
riflettono gli alberi del viale. Osservando più
attentamente, la superficie si dissolve in piccole piastrelle di vetro dal fondo smaltato fissate su rete direttamente in opera. In cantiere è stato anche realizzato l’incollaggio sulle
piastre portanti armate in granulato di vetro
soffiato.
Sezioni • pianta, scala 1:1000; Planimetria, scala
1:4000
1 Archivio; 2 Sala riunione; 3 Hall clienti; 4 Cucina; 5
Sala gruppi di lavoro; 6 Deposito; 7 Modulo ufficio; 8
Atrio; 9 II Lotto d’intervento
Edition ∂
Sezione orizzontale e verticale, scala 1:20
1 Copertura: ghiaia di riporto 50 mm; guaina impermeabilizzante 3 mm; isolante termico, schiuma rigida, min. 70 mm; barriera al vapore; solaio in c.a.
320 mm
2 Protezione intemperie in acciaio inox
3 Pareti: piastrelle in vetro smaltate sul retro,
48/48/8 mm, riempimento fughe bianco; intonaco
armato su tessuto in fibra di vetro 2 mm; lastre di
facciata in granulato di vetro soffiato 12 mm;
profilo T portante in alluminio 200/40/3 mm;
intercapedine ventilata 165 mm; isolante termico
100 mm, c.a. 300 mm
4 Supporto parete in alluminio ∑ 160/45/3 mm
5 Profilo in acciaio ∑ 200/100/10 mm
6 Profilo protezione angoli in acciaio inox
7 Struttura in montanti e traversi in profili d’acciaio
doppi, ¡ 200/10 mm e 50/10 mm
8 Vetrata isolante in telaio d’acciaio
9 Griglia in acciaio 40 mm
10 Profilo in acciaio ∑ 200/100/19 mm
11 Pavimento: moquette 5 mm; pannello in derivati
del legno 40 mm;
pannello in derivati del legno, 18 mm;
pannello pavimento in c.a. 320 mm;
12 Tubazioni di mandata e uscita per riscaldamento
e raffrescamento di facciata
13 Profilo in acciaio ∑ 150/150/12 mm
Pagina 1131
Prada Aoyama Epicenter a Tokyo
La forma prismatica del corpo di fabbrica,
nel rispetto delle distanze prescritte fra gli
edifici, si trasforma in un’apparizione voluttuosa con vetri curvati concavi e convessi.
L’impiego di sottili profili d’acciaio nella facciata portante è stato reso possibile con l’ausilio di elementi d’appoggio in neoprene inseriti nelle fondazioni. La struttura
secondaria in alluminio è stata realizzata in
montanti e traversi. L’esigenza di fughe sottili
prive di listelli ad incastro e l’elasticità della
struttura hanno condotto il progettista verso
la scelta di un fissaggio ottenuto con due
morsetti incollati su lati opposti di ciascuna
lastra. In caso di sollecitazioni sismiche, le
lastre rimangono nella loro posizione mentre
la struttura secondaria slitta lungo i morsetti.
La curvatura conferisce alle lastre in vetro un
elevato grado di rigidità. La pelle esterna in
lastre float è stata in parte laminata con pellicola anti-UV. Negli spogliatoi, le pareti divisorie in vetro sono dotate di pellicola elettrocromatica.
Planimetria generale, scala 1:4000
Sviluppo facciata in vetro, scala 1:400
Pianta PT, P4°, P5° • Sezione • scala 1:400
1 Locale tecnico; 2 Ufficio; 3 “Tube”; 4 Caffè/
ripostiglio; 5 Fondazione antisismica; 6 Ingresso; 7
Vuoto ; 8 Plaza; 9 Parete verde in tufo ricoperta di muschio; 10 Accesso pubblico al caffè
Sezione, scala 1:50
1 Canale di gronda
2 Lamiera traforata in alluminio
3 Profilo in acciaio H 350/175 mm
4 Fascia pavimento lungo la facciata: resina
epossidica crema 2 mm, pavimento cementizio 18
mm; solaio composito in calcestruzzo 150 mm
5 Appoggio solaio e tirante delle travi di facciata
diagonali HEA 600/400 mm
6 Moquette 12 mm, pavimento cementizio 10 mm;
solaio composito in calcestruzzo 150 mm
7
Pannello in alluminio di chiusura della campitura
inferiore a losanga
8 Anta di apertura con meccanismo a gas
9 Protezione morbida estraibile antifuoco
10 Scaffalatura in lamiera d’acciaio, laccato crema
11 Facciata portante: profili in acciaio H 250/180 mm
saldati in cantiere, spessore lamiera variabile alle
sollecitazioni, rinforzata con parti in fusione di
ghisa
12 Vetrata composta di elementi romboidali piani
convessi o concavi 3200/2000 mm
13 Struttura diagonale montanti/traversi in alluminio
14 »Tube «: protezione antincendio ai silicati di
calcio colore crema opaco 25 mm; lamiera in
acciaio 6 mm con nervature di irrigidimento;
protezione anticendio ai silicati di calcio colore
crema opaco 25 mm
15 »Snorkel « schermo a collo di cigno
16 Parete divisoria in vetro con cristalli liquidi; float
6+6 mm
17 Sound System a collo di cigno
18 Protezione antincendio ai silicati di calcio 25 mm
vernice acrilica
19 Botola a pavimento con rivestimento in tufo
1 Elemento in vetro romboidale, piano, convesso e
concavo 3200/2000 mm: float 12 mm fresato con
diamante sul perimetro +intercapedine 16 mm/
riempimento aria +stratificato 6+6 mm con
pellicola filtro UV
2 Guida di scorrimento in acciaio inox
3 Meccanismo di sicurezza della lastra esterna,
grappe di ancoraggio in acciaio inox
4 Grappe di ancoraggio in alluminio l=34 mm
5 Profilo in silicone
6 Struttura montanti/traversi diagonali in alluminio
7 Facciata portante in profili d’acciaio 250/180 mm
8 Rivestimento antifuoco ai silicati di calcio 25 mm
9 Anta in alluminio
10 Fuga in profilo di silicone
11 Sigillatura ad umido in silicone
12 Profilo d’angolo in silicone
13 Profilo incollato in alluminio
14 Struttura secondaria in lamiera d’acciaio 8-20 mm
Particolari, scala 1:5
A Particolare tipo fissaggio vetro; B Anta apribile
C Sezione verticale colmo; D Sezione orizzontale angolo edificio
Pagina 1138
Ambasciata olandese a Berlino
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Il fascino degli involucri
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6
Testo in italiano
lungo la Sprea, si chiude verso la città con
un edificio a L dove si distribuiscono le camere degli ospiti e gli spazi di connessione;
solo al piano terra, nell’area del consolato, si
è provveduto ad impiegare vetri di sicurezza,
mentre per gli uffici al piano superiore, gli architetti hanno realizzato una facciata doppia
che funge anche da condotto di estrazione
dell’aria. Le lastre interne in vetro stratificato
provvedono all’aerazione naturale. In corrispondenza della facciata sud, le lastre di vetro esterne hanno uno schermo in lamiera stirata che funge da regolatore di luce diurna,
permettendo anche il controllo dell’abbagliamento e del campo visivo. La plasticità della
facciata rispecchia la complessità spaziale
dell’interno: al posto di una scala verticale è
stato ritagliato nel volume un corridoio a labirinto che connette l’edificio e conduce alla
terrazza.
Planimetria, scala 1:10000; piante • sezione, scala
1:500
1 Garage; 2 Ingresso principale; 3 Foyer; 4 »Trajekt«;
5 Spazio mostre; 6 Ufficio; 7 Sala conferenza; 8 Vuoto;
9 Alloggio di servizio;10 Vista copertura aula conferenze; 11 Fitness
Sezione, scala 1:20; sezioni orizzontali, scala 1:10
1 Canale estrazione aria viziata
2 Lamiera in alluminio anodizzato
3 Lastra esterna elemento scatolare: vetro di sicurezza 6 +intercapedine, crypton + vetro di sicurezza 6 mm
4 Apertura di estrazione aria viziata da ufficio
5 Anta interna, protezione antinfortunio, stratificato
12 mm con telaio perimetrale incollato
6 PVC rigido
7 Lama in vetro: stratificato 10+10+10 mm; float,
pellicola PVB 1,52 mm
8 Profilo in acciaio inox ∑ 30/70 mm
9 Vetrata “Trajekt”: stratificato 12 +intercapedine 16,
crypton +vetro di sicurezza 8 mm
10 Vetrata fitness, vetro di sicurezza 12 mm
11 Deviazione dell’estrazione sotto l’aggetto della
facciata “Trajekt”
12 Giunto della facciata scatolare 12 mm
13 Lastra esterna ufficio facciata sud: vetro di sicurezza 6mm +intercapedine 12 mm, lamiera stirata
in acciaio inox +vetri di sicurezza 6 mm +intercapedine 2 mm +vetro di sicurezza 6 mm
14 Montante, tubo in acciaio inox ¡ 220/120 mm
15 Anta, pannello in alluminio 60 mm
16 Pannello in alluminio 70 mm
Sezioni rampa in vetro, scala 1:10
1 Lastra esterna elemento scatolare: vetro di sicurezza 6 +intercapedine, cripton +vetro di sicurezza 6 mm
2 Lastra interna dell’elemento scatolare: protezione
antinfortunio, stratificato 12 mm con telaio perimetrale incollato, apribile per la pulizia della lastra
3 Lamiera in alluminio anodizzato argento
4 Vetrata antinfortiunio rampa: float 8 +intercapedine 12 +stratificato 16 mm
5 Tirante superiore della facciata sospesa; barra in
acciaio 160/20 mm
6 Montante di facciata, profilo in acciaio 20 mm
7 Listello di copertura in acciaio 10 mm
8 Isolante termico in PVC rigido 30 mm
9 Tirante inferiore della facciata in acciaio zincato
10 Pavimento in vetro: strato di rivestimento in vetro
di sicurezza 8mm, con serigrafia puntiforme antisdrucciolo; inibitore di rottura: stratificato 38 mm;
vuoto 40 mm pellicola verde su vetro isolante;
float 8 +intercapedine 16 mm +stratificato 16 mm
11 Silicone nero
2004 ¥ 10 ∂
Pagina 1145
Copertura di corte a Monaco di Baviera
Il progetto prevedeva che il cortile interno di
due edifici nel centro storico di Monaco, sottoposti a vincolo monumentale, fosse coperto da una struttura possibilmente trasparente
che ne convertisse il volume in quello di un
ampio foyer. All’altezza di circa 15 metri è
stata sospesa una copertura inclinata in vetro con cinque travi lunghe 14 m. composte
da lame di vetro premontate e fissate tra loro
tramite elementi d’acciaio inox. Per garantire
la sicurezza strutturale sono stati rispettati
precisi valori di tolleranza.
Sezione • pianta, scala 1:500
1 Ingresso principale; 2 Cortile interno coperto; 3 Centro servizi; 4 Salone
1 Lamelle in vetro regolabili, vetro di sicurezza 8
mm
2 Doppia barra in acciaio ¡ 140/30 mm
3 Vetrata isolante di facciata; float 10 + intercapedine 16 +float 10 mm
4 Vetrata isolante di copertura;
vetro di sicurezza 10 + intercapedine 16 + stratificato 23 mm composto da float 10 +12 mm
5 Trave secondaria doppia in stratificato 22 mm,
composta da 10 + 10 mm di vetro temprato
6 Trave principale in stratificato 26 mm, 12+12 mm
temprato; stratificato 42 mm: temprato 10 +vetro
di sicurezza 19 +temprato 10 mm; stratificato
26 mm: 12+12 mm temprato
7 Trave principale in stratificato doppio 42 mm:
temprato 10 +vetro di sicurezza 19 + temprato
10 mm
8 Barra in acciaio ¡ 60/20 mm
9 Listello di copertura in acciaio inox 60/6 mm
10 Guaina impermeabilizzante di copertura; lamiera
in alluminio 2 mm; isolante termico, pannello in fibra minerale 30 mm; barriera al vapore 2 mm; telaio in acciaio 5 mm
11 Bullone in acciaio inox Ø 30 mm
12 Fissaggio in acciaio inox puntuale 60/60 mm
13 Pannello sandwich in lamiera d’alluminio
14 Barra in acciaio 20 mm, trave secondaria, fissaggio a viti, appoggio scorrevole
15 Piastra di fissaggio, lato parete con ancoraggio in
doppio elemento in acciaio Ø 12+12 mm
Sezione, scala 1:10
Pagina 1149
Casa d’abitazione a Londra
L’abitazione in linea in prossimità della Stazione Vittoria, risalente al XVIII secolo e sotto
vincolo di tutela, è stata integrata dagli architetti a corpi confinanti d’epoca più recente.
Lo stretto ed alto volume originario con le camere da letto al piano superiore, diventa
spazio di mediazione tra il retro e la strada.
L’ampliamento ha creato una emozionante
successione di ambienti ben proporzionati.
La copertura in vetro con sottilissimi profili
d’acciaio inox consente l’illuminazione naturale dall’alto.
Lo strato isolante bianco traslucido della copertura centrale impedisce il surriscaldamento e la relativa dispersione di calore, assicurando al contempo la massima diffusione
di luce naturale negli ambienti.
Per il vincolo di tutela, l’ampio lucernario è
stato mantenuto bianco. Sottili finestre a nastro su entrambi i lati consentono ulteriori
scorci visivi verso il cielo.
Sezione • pianta, scala 1:400
1 Camera; 2 Bagno; 3 Reception, 4 Studio; 5 Ingresso;
6 Cottura/Pranzo; 7 Via di fuga; 8 Area di soggiorno; 9
Piscina; 10 Terrazza con Whirlpool; 11 Giardino; 12
Impianti
1 Vetrata isolante trasparente, vetro di sicurezza 12
+intercapedine 20 +stratificato 13,5 mm
2 Profilo in acciaio inox }50/50/6 mm
4 Elemento d’appoggio in legno
5 Parete: rivestimento in alluminio verniciato a polvere 3 mm; materassino in asfalto 20 mm; guaina
impermeabilizzante 3 mm; pannello in compensato impermeabile all’acqua incollato 25 mm; pannello isolante in schiuma rigida 90 mm, fra legname squadrato; barriera al vapore, pannello di
compensato impermeabile all’acqua incollato 25
mm, vuoto tra gli elementi in legname squadrato;
pannello in compensato 15 mm; cartongesso rivestito tinteggiato 12,5 mm
6 Copertura: lastricato su materassino in asfalto
250/250/20 mm; materassino in asfalto 20 mm;
guaina impemeabilizzante 3 mm; pannello in compensato impermeabile all’acqua incollato 25 mm;
pannello isolante in schiuma rigida 90 mm; barriera al vapore; pannello di compensato impermeabile all’acqua incollato 25 mm; vuoto fra le travi di
copertura 330/50 mm; profilo in acciaio come
struttura secondaria soffitto; cartongesso tinteggiato 12,5+12,5 mm
7 Profilo in acciaio Å 254/102 mm
8 Profilo in acciaio Å 305/152 mm (esistente)
Copertura area pranzo, sezione particolareggiata,
scala 1:10
Sezione parziale, scala 1:200
1 Vetrata isolante traslucida: vetro di sicurezza 12 +
intercapedine 20 + stratificato 13,5 mm, intercapedine con tessuto in fibra traslucida e pannello
capillare riflettente
2 Profilo in acciaio inox }50/45 mm
3 Aste di compressione Ø max.30 mm e aste di trazione 6 mm
4 Vetro bianco, stratificato 12 mm; sul retro pellicola
traslucida bianca incollata
5 Trave Vierendeel; corrente superiore ed inferiore
in tubolare d’acciaio, | 80/80/6,3 mm, montante
in tubolare d’acciaio | 60/60/6,3 mm
6 Profilo perimetrale in acciaio inox ∑ 45/45/5 mm
7 Vetrata isolante trasparente, vetro di sicurezza 12
+ intercapedine 20 +stratificato 13,5 mm
8 Profilo di fissaggio vetro in acciaio inox
Pagina 1160
Vetri a prestazioni combinate
Christian Jetzt, ingegnere
Nell’ambito del dibattito “Dall’architettura democratica verso un’architettura tradizionale”,
l’uso del materiale vetro ha rappresentato
ancora una questione centrale. Taluni vedevano nell’involucro trasparente la materializzazione del futuro sociale ed architettonico,
altri, al contrario, lo vedevano nelle facciate
monolitiche lapidee. Esemplare è stato il dibattito riguardante il centro di Berlino. Attualmente, gli architetti e i progettisti sono impegnati nella sperimentazione di diversi
materiali tra i quali anche il vetro. Si discutono vantaggi e svantaggi di una pelle trasparente: al massimo apporto di luce si contrappone un probabile surriscaldamento durante
l’estate e dispersone termica d’inverno. I vetri rivestiti assumono un’importanza sempre
maggiore, in quanto ottimizzati nello spettro
dei requisiti fisici del controllo termico e solare ma anche nella sfera dei caratteri estetici.
In ambito tecnico, lo sviluppo del vetro verte
primariamente sull’efficienza dell’isolamento
∂ 2004 ¥ 10
termico e solare. Lo spettro solare luminoso
comprende le lunghezze d’onda da circa
250 a 2500 nanometri (nm). E’ composto circa per il 4% di raggi ultravioletti (lunghezza
d’onda 280–380 nm), per il 45 % di onde del
campo del visibile (lunghezza d’onda
380–780 nm) e per il 51 % di raggi infrarossi
(lunghezza d’onda 780-2500 nm). In particolare, gli infrarossi sono responsabili dell’effetto termico dell’energia solare. Per impedire
che l’energia termica sia trasmessa all’interno di un ambiente, originariamente si usavano vetri di facciata scuri. La funzione di protezione solare si basava sul principio
dell’assorbimento: la vetrata scura assorbiva
le radiazioni termiche impedendone la trasmissione, con la conseguente perdita di trasmissione luminosa e di neutralità nell’ottica
di fronte o attraverso la vetrata. La tecnologia
ha apportato sviluppi nei processi di rivestimento del vetro. La pirolisi o deposito di ossidi metallici su vetro ad alta temperatura incrementa la riflessione delle radiazioni solari
e l’assorbimento energetico; la facciata
esternamente risulta a specchio. Negli anni
’80, si iniziano a sviluppare gli strati multifunzionali intelligenti applicando il processo magnetronico sotto vuoto ultraspinto. Oggi, il
procedimento è giunto a completa maturazione e il vetro è diventato un componente
chiave per il management energetico e climatico dell’edificio grazie a valori di riflessione inferiori. La definizione del così detto vetro
combinato isolante per il controllo solare in
relazione alle caratteristiche fisiche ed ottiche risulta alquanto complessa. Una delle
grandezze fondamentali di una vetrata è la
trasmissione energetica totale o fattore energetico solare g in estate ed indica la quantità
di radiazioni solari che penetrano nell’ambiente attraverso la vetrata. La trasmissione
luminosa (TL) indica la percentuale di radiazioni solari nel campo del visibile trasmessa
dall’esterno verso l’interno. Una grandezza
importante per la qualità del rivestimento dei
vetri combinati è, poi, la selettività (S) o rapporto fra trasmissione luminosa e fattore solare. Dato che con le radiazioni luminose viene trasportata anche energia termica, un
efficiente controllo solare va sempre di pari
passo con una riduzione di trasmissione luminosa. Una selettività prossima al valore 2,0
esprime un rapporto particolarmente vantaggioso. Per quanto concerne le considerazioni
climatiche in inverno, il coefficiente di trasmissione termica U è la grandezza fondamentale ed indica la quantità di calore che
attraversa un metro quadro di superficie di
un elemento di fabbrica ad una differenza di
temperatura di un Kelvin. Minore è il valore
U, inferiori risultano le dispersioni termiche e
il relativo fabbisogno energetico. Le relazioni
tra valore U e valore g sono alquanto complesse: un elevato valore g della vetrata influenza il riscaldamento dell’ambiente soprattutto in estate e procura un guadagno
energetico passivo che ad esempio si può
sfruttare in inverno. La definizione di entrambi i valori è determinabile considerando le
Testo in italiano
condizioni generali geografiche, climatiche e
specificatamente relative all’edificio. Nella
scelta di una vetrata, accanto ai requisiti funzionali, sono decisivi anche quelli formali. Il
grado di riflessione della luce verso l’interno
o l’esterno indica la percentuale di radiazioni
solari nel campo del visibile che viene riflesso. L’indice di resa cromatica (Ra) indica le
variazioni cromatiche di un oggetto posto
dietro ad un vetro. Un elevato indice Ra, pari
al 90-98%, indica che, guardando attraverso
una vetrata, i colori sono percepiti quasi invariati. La stratificazione del vetro combinato
è decisiva per l’efficienza delle caratteristiche ottiche. La ricetta di successo consiste
in una combinazione di strati d’argentatura e
di proiezioni di ossidi di metallo sul vetro. I
materiali di rivestimento sono applicati a diversi spessori durante un processo di nebulizzazione catodica ad elevata prestazione. Il
vantaggio di questo procedimento, rispetto
ad altre tecnologie, sta nell’elevata uniformità
del rivestimento e nel consentire la combinazione di isolamento termico e controllo solare
in presenza di un’elevata trasmissione di luce diurna e di un limitato grado di riflessione.
Dal campo delle radiazioni solari, l’occhio
umano percepisce le radiazioni luminose come colori alle lunghezze d’onda comprese
fra 380 fino a 780 nm, a seconda dell’angolo
d’incidenza. Lo spettro cromatico parte dal
blu attraverso il verde, giallo e rosso fino al
violetto. Nel caso dei vetri con rivestimento si
delineano come colori di riflessione della vetrata quelli percepiti dall’occhio umano in seguito alla riflessione luminosa. A seconda
della riflessione, la vetrata rivestita trasmette
all’interno solo una parte dello spettro luminoso. I colori di trasmissione influenzano la
percezione cromatica degli oggetti data la
relativa trasmissione luminosa. Per questo,
nel definire i valori funzionali e il risultato
estetico è necessaria una certa coordinazione. Accanto ad una funzione di controllo termico, del freddo e di altri agenti indesiderati,
un vetro di facciata trasparente consente anche una relazione visiva diretta. Le vetrate
isolanti neutre, ad esempio, assumono una
pura funzione di protezione, mentre con vetrate colorate si possono ottenere effetti particolari: può essere un sottile espediente per
modificare la luce naturale del sole o l’illuminazione artificiale dell’edificio, oppure suscitare emozioni ed enfatizzare la Corporate
Identity di un’azienda. I così detti vetri combinati neutri o bianchi sono particolarmente significativi per le proprietà di isolamento termico e di controllo solare data anche la loro
discreta gamma di tonalità cromatiche intermedie. In particolare, nel caso di edifici con
elevate superfici vetrate supportano il così
detto “Street Appeal”. Per salvaguardare
un’ipotetica radiazione solare e dispersione
termica, è necessaria la combinazione di diversi rivestimenti. La doppia argentatura dei
vetri funzionali consente di minimizzare la
trasmissione dell’energia solare negli ambienti interni. Oltre a ciò, gli strati intermedi in
ossidi di metallo, i così detti rivestimenti a
7
specchio, annullano l’effetto specchiante
dello strato funzionale dell’argentatura. Un sistema di stratificazione minuziosamente definito e i relativi fenomeni riflessione e trasmissione della luce hanno un influsso diretto
sulle leggere sfumature dei colori di trasmissione e di riflessione delle vetrate di facciata.
I vetri combinati, proprio a causa del loro
elevato potere specchiante, di conseguenza
del loro basso potere di riflessione luminosa,
sembrano molto trasparenti e si distinguono
per l’elevata trasmissione luminosa. Il fatto
che il colore di riflessione della vetrata possa
essere modificato per motivi formali apre
un’ampia gamma di alternative: i primi aspetti che definiscono il colore del vetro, sono i
materiali di rivestimento, la leggera colorazione naturale del vetro, il suo spessore, la tipologia degli strati e la posizione del vetro rivestito nella stratificazione della vetrata
isolante. Per la percezione del colore della
facciata dall’esterno, sono, invece, significativi i seguenti fattori: il grado di riflessione luminosa e il campo dello spettro luminoso che
viene riflesso. Anche la posizione del sole,
l’orario, un cielo coperto o senza nuvole influiscono sulla percezione. L’esperienza mostra
che con stratificazioni riflettenti verdi si possono realizzare prodotti in vetro con un elevato indice di resa cromatica durante la trasmissione. L’intensità del colore dipende dal
grado di riflessione della luce che se raggiunge valori elevati consente agli occhi di
percepire più chiaramente i colori. Questo significa che, dal punto di vista dell’intensità
cromatica, una vetrata con una riflessione luminosa del 18% è efficace all’11 %. Accanto
alle molteplici possibilità formali dei vetri funzionali rivestiti ci sono altre possibilità perdi
realizzare colori con il vetro. Il metodo più
antico è quello della colorazione in pasta.
Durante il processo di fabbricazione sono introdotte nella massa vetrosa ossidi metallici
per la colorazione. Il vetro piano colorato in
pasta, non sottoposto a processo float ma
fabbricato a macchina, può essere trasformato in vetro isolante o in vetro di sicurezza
stratificato in 24 diversi colori. A seconda
della scelta del colore si influenzano la trasmissione della luce diurna e le caratteristiche ottiche davanti o attraverso il vetro. Il
controllo solare dei vetri colorati in pasta si
basa sull’assorbimento delle radiazioni, per
questo i vetri si riscaldano maggiormente rispetto ad una vetrata a controllo solare. Nella progettazione è necessario considerare le
esigenze della destinazione d’uso dell’ambiente, sia per l’effetto del controllo solare sia
per la qualità della luce diurna. Per quanto riguarda il vetro incolore, durante la produzione si provvede ad una drastica riduzione
delli’ ossido di ferro. Il vetro supertrasparente
o bianco appartiene alle categorie dei vetri
più trasparenti con una certa trasmissione luminosa ed è utilizzato negli interni e nelle
facciate, ma ha costi doppi rispetto ad un
vetro float normale. Le vetrate colorate si
possono creare anche come vetri stratificati
applicando una pellicola colorata interna; ta-
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Testo in italiano
le tecnologia offre oltre 1000 varianti cromatiche. Le pellicole colorate stratificate di sicurezza consistono in strati di PVB, non
soggette a strappo, laminate fra due lastre di
vetro. Un’ulteriore possibilità di dare un carattere cromatico al vetro consiste nel trattamento della sua superficie. Nel processo di
serigrafia sono ad esempio stampati colori
ceramici sulla superficie vetrosa. La superficie colorata è successivamente cotta ad una
temperatura di circa 600° Celsius. La migliore qualità cromatica si può ottenere con il vetro bianco privo di ossido di ferro. Se il vetro
serigrafato dovesse anche essere introdottoaavere funzioni di come involucro nel controllo
solare e termico, sarebbe possibile usare vetri colorati in pasta o rivestiti, ma occorrerebbe procedere ad una previa necessaria verifica dei parametri con il produttore; occorre
ancheè da considerare anche fino a che
punto il vetro colorato in pasta o il rivestimento influiscano sulla qualità cromatica. Già durante le campionature, gli architetti e i progettisti possono stabilire, accanto ai valori
tecnici, anche i requisiti ottici dei vetri di facciata. Tali verifiche devono avere luogo possibilmente all’aperto in presenza di cielo nuvoloso, che favorisce luna percezione reale.
Per riconoscere i colori di riflessione e quelli
di trasmissione, si prevede di dotare il vetro
di diversi sfondi.
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Collanti nella tecnologia costruttiva del
vetro
Bernhard Weller, Direttore dell’Istituto di
edilizia strutturale, Dresda
Uta Pottgiesser, ricercatore
Silke Tasche, ricercatore
Nelle strutture in vetro, le connessioni avvengono spesso per sovrapposizione oppure
con l’ausilio di graffe di bloccaggio o a punti.
Tuttavia, il fissaggio a punti per foratura, non
rappresenta una soluzione ottimale per il vetro. Proprio in prossimità dei fori si verificano
inevitabili picchi di tensione. A causa della
fragilità del materiale, è necessario impedire
il contatto diretto tra vetro e materiali edili
con durezza simile o maggiore rispetto a
quella del vetro con l’impiego di strati intermedi in plastica o in alluminio morbido. A
causa della limitata resistenza a trazione del
vetro, è preferibile favorire sollecitazioni di
compressione. La sollecitazione deve potersiessere applicareta su un ampio piano d’appoggio oppure su di un’estesa superficie di
distribuzione delle forze. L’incollaggio è una
tecnica di connessione che viene effettuata
con materiali idonei e che consente particolari semplici e lineari. La distribuzione dei carichi attraverso il collante risulta uniforme sull’elemento di fabbrica. I picchi di tensione e
le diverse deformazioni del materiale dovute
alla temperatura possono essere ridotte incrementando lo spessore dello strato della
colla e i requisiti di elasticità degli agenti
adesivi. La colla si distingue in funzione della
molteplicità dei materiali da incollare; ci so-
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no, infatti, colle vetro-vetro ma anche vetrometallo e vetro-legno. Con la colla, gli elementi di fabbrica non subiscono alcuna
modifica nella struttura né deformazioni termiche come ad esempio nel caso della saldatura; di conseguenza, anche materiali malleabili o elementi particolarmente sottili
possono essere incollati. Gli adesivi possono
essere sottoposti a carichi dinamici e minimizzano il peso di una struttura. Benché l’incollaggio, in confronto al processo di saldatura o di brasatura, abbia una resistenza più
limitata, l’ampia gamma di materiali collanti
garantisce laono tenuta a quasi tutte lelle
sollecitazioni. Con lo sviluppo di collanti a
prestazione, è possibile incollare elementi
con funzione portante. L’impiego nella prassi
strutturale-costruttiva mostra in maniera
crescente che le colle stanno sostituendo i
fissaggi meccanici, essendo queste in grado
di assorbire le sollecitazioni tra gli elementi.
In riferimento a ciòA questo proposito è da
menzionare il Structural-Sealant-Glanzing
(SSG), o facciata continua strutturale, che
prevede un fissaggio di lastre di vetro ad
una struttura tramite incollaggio lineare. Negli
ultimi decenni, le facciate di questo tipo
hanno mostrato negli un’eccellente stabilità
all’invecchiamento da parte dei collanti.
Come ulteriore impiego nella prassi
costruttiva sono da citare i vetri stratificati:
l’incollaggio piano fra lastre viene eseguita
con l’ausilio di pellicole PVB, resine per
colata e pellicole EVA, che consentono luna
connessione trasparente oltre a soddisfare
delle esigenze statico-strutturali e fisico- tecniche. In dipendenza dai componenti di fissaggio fino ad ora comunemente utilizzati e
delle colle impiegate nelle costruzioni in vetro si possono distinguere incollaggi a punti,
lineari e piani o estesi all’intera superficie. La
ETAG o Guideline for European Technical
Approval suddivide le tecniche d’incollaggio
in quattro categorie determinate in base al
montaggio e alle modalità di distribuzione
dei carichi. La sollecitazione dipende dal fatto che il peso proprio della lastra di vetro sia
portata dalla colla oppure solo dallache quest’ultima trasmetta solo la sollecitazione dovuta al vento assorbita dalla colla. In Germania, le categorie I e II, nelle quali il peso
proprio della vetrata non è gravante sull’incollaggio, sono soggette ad autorizzazione. I
tipi III e IV sono caratterizzati dal fatto che sia
il peso proprio sia il carico del vento vengoano assorbiti dallo strato di colla al silicone. In
questo caso, si usa solo vetro di sicurezza
cui in aggiunta può essere necessario provvedere ad un incremento dei requisiti della
lastra di vetro trascurabili, però, in molti paesi
europei. La facciata a doppia pelle del Gerling-Ring Karree a Colonia di Forster & Partners chiude una intercapedine con funzione
di sicurezza e manutenzione di 60 cm di larghezza. La vetrata esterna, in vetro stratificato di sicurezza di 12 mm (6+6 mm), è ad altezza di piano ed è contenuta sia
superiormente che inferiormente in profili lineari. Le superfici verticali sono incollate ad
un profilo in alluminio con silicone. Con l’incollaggio sui due lati sono garantiti, in aggiunta al carico del vento, anche la portanza
del peso dei correnti e i requisiti di sicurezza
contro gli infortuni. L’incollaggio verticale determina un’elevata trasparenza visiva del vetro e una struttura lineare orizzontale della
facciata. Anche nella nuova costruzione dell’ambasciata a Berlino di OMA è stata realizzata una facciata a doppia pelle che funziona anche come intercapedine tecnica di
estrazione dell’aria. La vetrata termoisolante
a lastre fisse è disposta sul lato esterno,
mentre sul lato interno si trova una vetrata di
sicurezza in lastre stratificate. Sia per la vetrata interna che per quella esterna sono stati
integrati incollaggi strutturali a base di silicone. Le vetrate interne sono incollate lungo il
perimetro in sottili telai d’alluminio soprattutto
per soddisfare i requisiti di sicurezza. L’elasticità del silicone ha un effetto positivo: l’incollaggio ad accoppiamento dinamico tra la
vetrata isolante esterna ed i pannelli agli angoli in negativo dell’edificio fungeono da irrigidimento dell’intera facciata. Nel Black Palace 1 a Londra, le travi verticali in vetro
lunghe 8,20 metri sono incollate con silicone
in profili d’alluminio ad , sostituendo in questo modo il comune fissaggio per punti. La
connessione geometrica insolita delle travi
in vetro nei profili d’alluminio è stata testata
presso il Politecnico di Dresda. Proprio la trasparenza del materiale vetro auspica l’impiego di collanti altamente trasparenti come ad
esempio gli acrilati. Le qualità ottiche degli
adesivi costituiscono un criterio progettuale
decisivo. Adesivi flessibili a base di acrilato
necessitano di una limitata superficie di applicazione. Per contro, il silicone, come colla
elastica con limitata rigidità, necessita di una
superficie d’incollaggio maggiore. Le colle,
in relazione alle sollecitazioni in gioco, si distinguono per la resistenza, per il rapporto di
deformazione e la durata in relazione ai diversei sollecitazioniinflussi ambientali. La valutazione risulta difficile in quanto la colla è
sottoposta a diversi influssisollecitazioni varie. Gli speciali requisiti dell’incollaggio di un
elemento di fabbrica sono da conciliare con
il tipo di componente adesivo, con la conformazione strutturale della colla e anche con le
sollecitazioni. In relazione a possibili applicazioni di colle alternative al silicone non sussistono esperienze costruttive con il vetro. A tal
proposito presso il Politecnico di Dresda si
stanno testando nuovi tipi di applicazioni di
adesivicolle per lenella costruzionie in vetro.
Tra questie esperimenti rientrano quelli svolti
sperimentazioni nell’ambito del fissaggio a
colla per a punti incollato e riguardo la possibilità d’impiego di tecniche d’incollaggio a su
sistemi in lamelle di vetro in facciata, comunemente fissate in maniera puntiforme praticando fori nella struttura o fissate con profili
di bloccaggio. In uno studio si è approfondito l’incollaggio puntiforme o lineare con acrilato trasparente della ditta DELO e silicone
elastico nero della ditta Sika. I risultati sono
stati eccellenti.