Rubrica Medica
DENTI E IGIENE ORALE
Dott. Barbara Vigone, Dott. Lorenzo Beretta
Scleroderma Unit - UOC di Immunologia Clinica
Fond. IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano
D’altra parte la riduzione dell’apertura
della bocca rappresenta un ostacolo
all’esecuzione di una corretta igiene orale
tramite spazzolamento dei denti, utilizzo
del filo interdentale o di altri presidi per la
pulizia degli spazi interdentali.
A questi fattori può associarsi un’alterazione
della funzionalità delle mani a peggiorare
ulteriormente il livello di igiene orale che
il paziente con sclerosi sistemica può raggiungere.
Possono coesistere altri fattori di rischio:
la presenza frequente di reflusso acido e
l’assunzione di farmaci che vanno ad alterare ulteriormente le condizioni del cavo
orale.
Come far fronte a questi problemi?
-Tramite una corretta educazione sanitaria:
i denti vanno spazzolati almeno 2 volte al
giorno, il filo interdentale deve essere utilizzato quotidianamente, in caso di difficoltà
allo spazzolamento legata alla funzionalità
delle mani esistono spazzolini con impugnature particolari, il vostro dentista può
indicarvi quale tipo può essere adatto a voi.
Talvolta l’uso di spazzolini per bambini può
essere utile per assicurare un’adeguata
igiene orale nei pazienti con difficoltà di
apertura della bocca. Gli spazzolini elettrici
risultano particolarmente utili nelle persone con limitata funzionalità delle mani.
L’uso di colluttori a base non alcolica e contenenti fluoro può prevenire la formazione
di placca batterica e rinforzare i denti.
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Nella sclerosi sistemica è frequente il coinvolgimento del cavo orale. Esso può essere
interessato da secchezza associata o meno
a riduzione dell’apertura delle labbra. La
secchezza può condizionare un’alterazione
della flora microbica con conseguente danno alle gengive e ai denti.
I pazienti che soffrono di secchezza a livello
del cavo orale devono fare attenzione a non
abusare di caramelle o altri prodotti contenenti zuccheri o acidi; se questi da una
parte possono stimolare la secrezione salivare, dall’altra favoriscono la proliferazione
batterica causa di carie e stomatiti. L’uso
di prodotti senza zucchero è pertanto da
favorire qualora il paziente ne volesse fare
uso.
-Tramite la chirurgia e l’utilizzo di lubrificanti. L’apertura della bocca ridotta può essere un ostacolo sia per il paziente che per
il dentista. Sono in corso alcuni studi che
sperimentano l’utilizzo di cellule prelevate
da grasso del paziente e iniettate nella zona
adiacente la bocca al fine di elasticizzarla e
aumentarne l’apertura. Questo approccio
sembra promettente.
La limitata apertura può rappresentare
un problema per chi ha protesi dentarie,
per cui di solito consigliamo di utilizzare
prodotti lubrificanti a base di vitamina E
per facilitare lo scorrimento delle protesi e
consentire al paziente di rimuoverle e riposizionarle con più facilità.
Tramite la stimolazione della secrezione di
saliva e la protezione delle mucose e dei
denti. L’assenza di saliva altera l’equilibrio
della bocca e comporta spesso l’insorgenza
di un danno delle gengive e dei denti.
I prodotti a base di vitamina E possono rappresentare ottimi lubrificanti e svolgere
un’azione protettiva a livello della bocca.
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-Tramite la terapia farmacologica: i farmaci a base di pilocarpina (se non controindicati) possono aumentare la secrezione di
saliva e gli antiacidi proteggono la bocca
dall’azione irritante del reflusso.
Dall’altro lato delle problematiche c’è la figura
dell’odontoiatra. Molti odontoiatri sono
preoccupati all’idea di curare un paziente
con Sclerosi Sistemica.
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Sono stati condotti all’estero numerosi studi al fine di valutare quali siano le difficoltà
nella cura dei denti che le persone affette
da questa malattia incontrano e fra queste
è presente anche l’impossibilità a volte di
trovare un odontoiatra che le prenda in
carico.
È stato quindi valutato il perché gli odontoiatri non vogliano o non possano occuparsi
di chi ha questa malattia ed è emerso che a
fianco delle problematiche sopra elencate e
soprattutto alla scarsa apertura della bocca
che a volte è presente, il problema principale è rappresentato dalla mancanza di
conoscenza della malattia.
È emerso anche che maggiore è la conoscenza della malattia, maggiori sono la
disponibilità e la tranquillità a curarla.
Spesso viene chiesto a noi specialisti da
parte degli odontoiatri se i nostri pazienti
possano sottoporsi a un determinato trattamento, mentre spesso gli unici veri problemi sono l’apertura della bocca e una
corretta valutazione delle terapie mediche
in corso (soprattutto l’utilizzo di farmaci che
alterano la coagulazione e di farmaci antiosteoporosi), dopodiché non sussistono
altri problemi specifici.
In particolare non esistono controindicazioni assolute di nessun tipo, motivo
per cui vi invitiamo a confrontarvi liberamente con il vostro immunologo di riferimento.
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