Lo spazzolino da denti

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IGIENE ORALE:
CONSIGLI UTILI PER ORIENTARTI TRA GLI
SCAFFALI DEL SUPERMERCATO
Prima di tutto devi sapere che…
üü L’ Igiene Orale e’ quell’insieme di manovre di pulizia dei denti che
vengono praticate per eliminare la placca batterica ed il tartaro, che
si accumulano giorno per giorno.
üü Esistono due tipi di Igiene Orale: quella domiciliare, effettuata
quotidianamente da te a casa, e quella professionale, eseguita dal tuo
dentista.
üü Lo scopo principale dell’odontoiatria è prevenire e curare le malattie
del cavo orale.
üü Il primo passo in questa direzione è una corretta igiene orale
quotidiana e un regolare e periodico controllo (almeno ogni sei mesi)
dello stato dei denti e delle gengive, associato a una seduta di igiene
orale professionale approfondita.
üü Le più comuni malattie della bocca sono causate dalla placca batterica.
Questa è una sottile pellicola, invisibile a occhio nudo, che aderisce ai
tuoi denti e a tutte le altre superfici presenti in bocca (lingua, guance,
gengive, protesi, apparecchi) e ospita i batteri che sono responsabili
di patologie come carie, gengiviti e parodontiti, alitosi.
üü La cura dell’igiene orale dura tutta la vita: inizia fin da bambini e
prosegue anche quando si hanno protesi o impianti.
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Al supermercato cosa devi scegliere?
I principali strumenti per una corretta Igiene Orale domiciliare sono:
A. Lo spazzolino da denti (tradizionale, monociuffo, elettrico a
testina oscillante, sonico o a ultrasuoni)
B.
Il filo interdentale (cerato, non cerato, “Superfloss”, “Floss Implant”)
C.
Lo scovolino o spazzolino interprossimale
D. Il dentifricio
E.
Il collutorio
F.
… E per la “Dentiera” come fare?
LO SPAZZOLINO DA DENTI
Come dovrebbe essere?
Lo spazzolino è lo strumento principale per l’igiene quotidiana dei denti.
Per orientarti nella vasta scelta in commercio, devi tenere presente
che lo spazzolino deve essere comodo da impugnare e avere la testina
piccola per raggiungere anche i denti posteriori.
Le setole devono essere sintetiche, non troppo dure e con le punte
arrotondate, ma soprattutto lo spazzolino deve essere cambiato spesso
(almeno quando le setole cominciano ad aprirsi).
Come dovresti usarlo?
Lo spazzolino va sempre mosso in direzione perpendicolare alla gengiva,
e sempre dalla gengiva verso il dente con un movimento circolare
seguito da uno verticale, per allontanare la placca dalla gengiva.
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Il movimento orizzontale è meno efficace e deve essere limitato alla
superficie masticatoria del dente.
In altre parole, per pulire i denti superiori il suo movimento deve
avvenire verso il basso, non verso l’alto, in modo da penetrare con le
setole anche negli interstizi dentali e con un inclinazione di 45 gradi, per
rimuovere la placca da sotto il colletto gengivale.
Per la parte inferiore della bocca vale l’opposto, cioè il movimento deve
procedere verso l’alto, ovviamente l’operazione va ripetuta sia sulla
parte esterna della dentatura che su quella interna, spesso tralasciata.
Per quanto riguarda invece la pulizia della parte masticatoria dei denti
posteriori, l’ideale é spazzolare queste superfici prima dal dietro verso
l’avanti e viceversa e, ad operazione conclusa, con il solito movimento
verticale per pulire gli interstizi dentali.
Lo spazzolino manuale
Ecco le caratteristiche che dovresti ricercare in uno spazzolino manuale:
üü Testina piccola e speciale disegno delle setole per raggiungere anche gli
angoli più nascosti della bocca.
üü Setole morbide o medie che non aggrediscano denti e gengive.
üü Impugnatura ergonomica: molti sono dotati di impugnatura antiscivolo,
per una maggiore facilità di utilizzo anche quando lo spazzolino è
bagnato.
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Lo spazzolino monociuffo
Lo spazzolino monociuffo essendo molto piccolo, è di grande utilità per
la detersione dei denti posteriori o comunque delle zone difficilmente
raggiungibili con uno spazzolino normale.
Lo spazzolino elettrico a testina oscillante
Lo spazzolino elettrico a testina oscillante può costituire un’ottima
alternativa a quello tradizionale.
Oggi, nel mercato sono disponibili numerosissimi tipi di spazzolini
elettrici, che differiscono per forma, prezzo, dimensioni della testina,
tipo di setole, meccanismo di funzionamento, velocità.
La maggior parte di essi è costituita, essenzialmente, da due parti ben
distinte:
1. Testina: è munita di setole che roteano, vibrano od oscillano ad una
certa frequenza.
2. Corpo: contiene un motore che trasmette alla testina sovrastante il
movimento oscillatorio/rotatorio.
La maggior parte degli spazzolini elettrici funziona con un meccanismo
a bassa tensione (pari od inferiore a 12 V).
Nonostante esistano differenti modelli di spazzolini elettrici, la modalità
di spazzolamento rimane pressoché la stessa.
In commercio, questi strumenti elettrici sono disponibili con testine a
conformazione rotonda o rettangolare.
In genere, ti consiglio soprattutto gli spazzolini muniti di testine rotanti
circolari.
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Rispetto agli altri tipi di spazzolini, infatti, quelli elettrici dotati di testine
rotonde assicurano movimenti oscillatori e rotatori tali da rivelarsi
efficaci non solo nella rimozione della placca, ma anche nella prevenzione
del sanguinamento gengivale.
Ne esistono a varie velocità:
üü Spazzolini elettrici economici: sono dotati di batteria non ricaricabile
con testina intercambiabile.La velocità di oscillazione della testina è
di circa 4500 oscillazioni al minuto.
üü Spazzolini elettrici più costosi: dotati di batterie ricaricabili, questo tipo
di spazzolino elettrico raggiunge anche 9000 oscillazioni al minuto.
Nel corpo dello spazzolino elettrico può essere presente un sensore di
pressione: si tratta di un segnalatore specifico indicante un’eccessiva
pressione di spazzolamento.
Quali sono i Vantaggi?
üü Movimenti molto più rapidi di quanto sia possibile ottenere da uno
spazzolino classico; così facendo, le setole oscillanti rimuovono la
placca anche nelle zone difficili da raggiungere.
üü Vantaggioso per tutti coloro che lamentano difficoltà nel mettere
in pratica le corrette regole d’igiene dentale con uno spazzolino
manuale, come ad esempio i bambini o i portatori di handicap.
üü Sembra che i bambini siano più stimolati ed incentivati nell’igiene
orale, dato che trovano divertente spazzolare denti e gengive con
uno strumento che oscilla e pulsa.
E gli Svantaggi?
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Un utilizzo scorretto o superficiale dello spazzolino elettrico si rivela
inefficace ai fini dell’igiene orale:
può porre le basi per recessioni gengivali (gengive ritirate), lesioni alle
gengive, carie ed altre patologie dei denti.
Spazzolino elettrico sonico e ultrasonico
Gli spazzolini elettrici sonici e ultrasonici rappresentano una valida e più
moderna alternativa ai normali spazzolini elettrici a testina oscillante.
Mentre l’azione pulente di questi ultimi è generata meccanicamente
dall’oscillazione rotatoria (e/o avanti e in dietro) delle setole.
lo spazzolino sonico genera micro-movimenti pulsanti delle setole ad
una frequenza assai più elevata, nell’ordine di alcune decine di migliaia
di vibrazioni al minuto, che si è dimostrata più efficace nella rimozione
della placca.
Negli spazzolini ultrasonici la frequenza di vibrazione è ancora più
elevata, al punto da sconfinare nell’intervallo del non udibile.
Mentre gli spazzolini sonici lavorano a frequenze elevate ma ancora
udibili dall’orecchio umano (nell’ordine dei 200-400Hz, che equivalgono
a 12.000-24.000 oscillazioni o 24.000-48.000 movimenti al minuto).
Gli spazzolini ultrasonici generano vibrazioni a frequenze uguali o
superiori a 20.000 Hz.
Tipicamente, gli spazzolini da denti ultrasonici approvati dalla Food and
Drug Administration (FDA) operano ad una frequenza di 1,6 MHz, che si
traduce in 96 milioni di oscillazioni o 192 milioni di movimenti al minuto.
Pur non essendo udibili dall’orecchio umano, gli ultrasuoni generati
dall’apparecchio sono molto efficaci nel disgregare la placca e la parete
cellulare dei batteri cariogeni, anche al di sotto del bordo gengivale.
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L’ampiezza dei micromovimenti è talmente bassa da risultare
generalmente impercettibile, per cui un avviso acustico è necessario
per avvisare l’utilizzatore della messa in funzione dell’apparecchio.
Nonostante la similarità tra i due termini, esistono quindi profonde
differenze tra gli spazzolini sonici ed ultrasonici.
Va comunque precisato che oggi nella gran parte degli spazzolini
moderni le due tecniche vengono combinate nello stesso prodotto.
Ciò porta notevoli vantaggi poiché le onde sonore rompono i legami che
tengono la placca adesa ai denti, mentre le micro-vibrazioni soniche ne
facilitano l’asportazione.
Le micro-vibrazioni sono importanti anche perché generano un flusso
idrodinamico di saliva e dentifricio, creando un vero e proprio getto
pulente capace di raggiungere anche gli spazi interdentali.
Tale flusso è in grado di rimuovere il biofilm batterico anche dai punti
generalmente difficili da raggiungere con lo spazzolino (gli spazi
interdentali e le tasche gengivali profonde).
Per questa caratteristica, questi strumenti vengono indicati anche come
spazzolini sonici idrodinamici.
Mentre negli spazzolini elettrici tradizionali il movimento delle testine
dev’essere assecondato da te spostando semplicemente la testina da
dente a dente (15 secondi a facciata di dente), gli apparecchi sonici e
ultrasonici si possono utilizzare come un normale spazzolino manuale
ma molto lentamente.
Inoltre, gli spazzolini a ultrasuoni sono particolarmente indicati per le
persone non autosufficienti che hanno bisogno dell’aiuto del personale
curante; infatti, considerato il loro meccanismo di funzionamento, la
manualità risulta assai meno importante di quanto non lo sia per i
normali spazzolini manuali o elettrici sonici.
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Per questo anche i bambini che li utilizzano riescono a pulirsi molto
bene i denti da soli.
Eventuali controindicazioni e criticità risiedono nel rischio di lesioni alle
gengive e agli altri tessuti parodontali generate dalle onde sonore o
dalle vibrazioni ad alta frequenza (nel caso le setole vengano fortemente
premute contro le gengive).
IL FILO INTERDENTALE
Quando gli spazi fra un dente e l’altro sono piccoli e riempiti dalla
gengiva, lo strumento ideale è il filo.
Esso rappresenta quindi uno strumento indispensabile per una buona
igiene orale.
Con il suo utilizzo regolare puoi ottenere la pulizia ottimale degli spazi
fra un dente e l’altro, dove spesso può originare la carie, impossibile
con l’uso del solo spazzolino da denti.
Devi utilizzarlo almeno una volta al giorno, preferibilmente la sera in
tutti gli spazi interdentali.
Tuttavia, soprattutto le prime volte, utilizzare il filo interdentale ti può
risultare difficoltoso e questo può avere l’effetto di farti raggiungere un
livello di pulizia molto superficiale o addirittura a non utilizzarlo più, ma
con serie e costose conseguenze.
Come devi usarlo?
Devi tagliare un pezzo di filo interdentale di circa 50 cm e arrotolarne i
capi sul dito medio di entrambe le mani (su una delle due dita arrotoli il
filo man mano che lo utilizzi).
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Successivamente, mantenendolo teso, aiutarti con l’indice e il pollice a
introdurre lentamente il filo tra un dente e l’altro.
Quindi lo muovi delicatamente avanti e indietro stando bene attento a
non irritare le gengive.
Una volta terminata la pulizia estrai il filo e ripeti l’operazione per ciascun
dente senza trascurare la parte posteriore dell’ultimo.
Quando il filo si trova in prossimità della curva gengivale bisogna piegarlo
a forma di C e farlo scorrere nello spazio tra il dente e la gengiva, quindi
strofinare il lato del dente mantenendo il filo lontano dalla gengiva.
In commercio trovai diverse tipologie di fili interdentali:
üü cerati, adatti per chi ha degli spazi interdentali piccoli.
üü non cerati più indicati per la pulizia di spazi interdentali più ampi.
üü Il “Superfloss” è un filo interdentale con la punta rigida adatto per la
pulizia di spazi sottostanti a protesi e splintaggi (unioni dei denti con
filo metallico o resina).
üü Il filo interdentale per impianti (Implant Floss) è un filo interdentale per
la pulizia delle aree interprossimali. E’ dotato di una parte spugnosa
particolarmente spessa studiata appositamente per agevolare una
pulizia efficace intorno agli impianti, sotto i ponti e tra gli spazi
interdentali molto ampi.
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LO SCOVOLINO INTERDENTALE O SPAZZOLINO INTERPROSSIMALE
Devi sceglierlo se hai spazi tra dente e dente molto ampi e non riempiti
dalla gengiva.
Ne esistono di differenti forme e diametri, da scegliere a seconda dello
spazio presente.
Devi introdurre lo scovolino nello spazio interdentale e assicurarti che
passi da parte a parte.
Una volta che l’hai inserito, esegui una breve serie di movimenti
dall’esterno verso l’interno e viceversa.
Quando sei nello spazio interdentale, è bene che tu faccia anche
movimenti rotatori, altrimenti alle pareti dei denti potrebbe restare
adesa la placca.
Bisogna che tu sostituisca lo scovolino quando le setole appaiono
consumate.
È importante che tu scelga in base alle caratteristiche dei tuoi denti e
sotto consiglio del tuo dentista, per evitare di forzare troppo il solco
gengivale, creando un inutile gonfiore o provocando il sanguinamento
delle gengive.
Esistono moltissimi tipi di scovolino, distinti in base alla lunghezza del
manico e alle caratteristiche delle setole.
Sul mercato sono disponibili scovolini muniti di setole di lunghezza
variabile da 1,9 mm a 2,7 mm.
Alcuni scovolini presentano un manico lungo quanto uno spazzolino
tradizionale; altri, invece - quelli da borsetta - possiedono una testina
di dimensioni ridotte, fissata su manici retrattili e muniti di scatoletta
salva-igiene.
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Esistono poi alcuni scovolini usa-getta, da buttare dopo una prima
applicazione.
Più spesso, consiglio scovolini dalla testina intercambiabile,
probabilmente la variante più economica e più efficiente.
Questi scovolini si possono riutilizzare 5-10 volte; successivamente, la
testina la puoi sostituire.
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IL DENTIFRICIO
Perché ti serve?
In pratica, la placca batterica viene sollevata dallo spazzolino ed
il dentifricio completa il processo di rimozione mantenendola in
sospensione, racchiusa nelle bollicine della schiuma.
Quanto devi usarne?
Il dentifricio va usato in quantità limitate, per evitare che il gusto troppo
forte ed il conseguente bisogno di sputare portino ad interrompere
l’azione di spazzolamento prima del previsto.
La schiuma che produce, inoltre, impedisce il controllo visivo della
posizione e del movimento delle setole dello spazzolino durante le
manovre di pulizia.
Un’altra ragione, per cui è bene che non esageri con le quantità di
dentifricio è il rischio di assorbire eccessive quantità di fluoro; questo
minerale, per fissarsi sui denti, ha comunque bisogno di essere
mantenuto in sede per un tempo adeguato.
Che caratteristiche deve avere?
Tra le caratteristiche più importanti di un dentifricio rientra la bassa
abrasività.
Bassa, ma non nulla, dato che questa caratteristica è importante per
levigare le superfici dure del dente, lucidare lo smalto e prevenire la
formazione di macchie.
Soprattutto nei dentifrici cosiddetti sbiancanti esiste il rischio di rigare o
abradere eccessivamente lo smalto e la dentina, aumentando il rischio
di fenomeni cariogeni e di sensibilità dentale, specie in caso di colletti
scoperti.
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Il potere abrasivo del dentifricio è collegato agli ingredienti ma soprattutto
alla grandezza delle particelle ed alla forma dei microgranuli.
Secondo l’American Dental Association (ADA), per non arrecare danni
allo smalto, l’indice di abrasività di un dentifricio deve variare, nella scala
RDA (acronimo di Relative Dentin Abrasivity), da 50 a 200.
L’RDA, che fa al caso tuo, è indicato sulla confezione.
In funzione dell’abrasività i dentifrici sono divisi in quattro fasce:
üü dentifrici a bassa abrasività (da 60 a 70)
üü dentifrici a media abrasività (da 70 a 100)
üü dentifrici a moderata abrasività (da 100 a 120).
üü dentifrici ad alta abrasività (da 120 a 200)
Un valore di RDA troppo elevato (superiore a 200) può causare, nel
tempo, danni a livello dello smalto.
Ti consiglio di non utilizzare dentifrici con abrasività superiore a 30 RDA
in presenza di dentina esposta sensibile; in presenza di denti e gengive
sane il coefficiente di abrasività ideale non dovrebbe comunque essere
superiore a 75 RDA.
Sappi che quelli liquidi o in gel sono generalmente meno abrasivi di
quelli a consistenza pastosa.
Oltre alla non abrasività, è importante l’azione del fluoro come
remineralizzante /desensibilizzante e la componente rinfrescante
dell’alito.
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In caso di dubbi sulla scelta e sull’uso del dentifricio, rivolgiti al tuo
dentista.
Il dentifricio dev’essere tenuto lontano dai bambini più piccoli, perché il
gusto gradevole potrebbe portarli ad ingerirlo in grandi quantità.
Per capire quale scegliere, devi saperne gli ingredienti pricipali!
Ovvero:
üü Acqua
üü Sostanze abrasive: carbonato di calcio, fosfato di calcio diidrato o
anidro, silici, silicati e gel silicati disidratati. Hanno azione pulente e
lucidante.
üü Materiali umettanti e lubrificanti: glicerina, sorbitolo e polietilenglicole.
Hanno la funzione di trattenere l’umidità e di impedire l’indurimento
del dentifricio a contatto con l’aria.
üü Leganti ed addensanti: per prevenire la separazione degli ingredienti
solidi da quelli liquidi, vengono utilizzati glicerina e derivati della
cellulosa.
üü Detergenti come il sodio lauril sulfato e la cocamidopropil betaina: sono
impiegati per formare la schiuma e asportare le sostanze rimosse
con lo spazzolino, che rimangono inglobate nelle bollicine.
üü Aromi: diverse sono le sostanze che vengono aggiunte al dentifricio,
come mentolo, timolo, menta piperita,cannella ed altri oli essenziali.
üü Dolcificanti acariogeni: sorbitolo (ha anche funzione conservante),
saccarina e xilitolo (ha anche funzione antiplacca).
üü Sostanze funzionali come fluoro, idrossiapatite, clorexidina ecc…
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I tipi di dentifricio sono molteplici, conosci i tuoi problemi e scegli quello
giusto!
Dentifrici anticarie: quelli al Fluoro
Tra gli ingredienti comuni a praticamente tutti i dentifrici, il fluoro è
sicuramente quello più conosciuto.
Questo minerale ed i relativi sali rimineralizzano lo smalto dei denti e
svolgono un’azione antibatterica, prevenendo la carie.
Il fluoro non viene aggiunto come tale ma sottoforma di sali solubili,
come fluoruro sodico, potassico e stannoso.
Il fluoro presente nella bocca ha la capacità di penetrare gli strati
più superficiali dello smalto e legarsi agli ioni calcio che formano
l’idrossiapatite, ancorandoli insieme in modo da renderli più resistenti
allo sfaldamento da parte degli acidi della placca.
L’utilizzo di paste dentifrice fluorate comporta una riduzione della
formazione di nuove carie del 33,3% rispetto a quelli che ne sono
sprovvisti.
I gel al fluoro e i dentifrici speciali con un alto contenuto di fluoruro
sono particolarmente adatti alla profilassi intensiva della carie e al
trattamento dei colletti sensibili.
Generalmente questi prodotti dovresti utilizzarli una volta alla settimana
a complemento dell’igiene orale quotidiana.
In casi speciali, possono essere applicati tutti i giorni per un periodo
limitato.
Per l’igiene orale dei bambini al di sotto dei sei anni è consigliabile non
usare dentifrici contenenti fluoro in concentrazioni superiori a 500 ppm
(parti per milione).
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Il rischio è che il bambino deglutisca la pasta dentifricia, assorbendo
eccessive quantità di fluoro e soffrendo quindi della cosiddetta fluorosi.
Questa “intossicazione” da fluoro si manifesta con cambiamenti estetici e
funzionali dello smalto dei denti, nonché nei casi più gravi con problemi
analoghi a livello delle ossa.
Dentifrici per smalto debole: a base di idrossiapatite.
L’idrossiapatite è una componente naturale di ossa e denti, che agisce
creando una barriera fisiologica contro ipersensibilità, placca, tartaro e
carie.
Dentifrici antiplacca: contengono sostanze con azione antibatterica
diretta o indiretta, e come tali prevengono l’eccessivo accumulo di
placca.
Tra queste ci sono il cloruro di sodio (sale da cucina), che stimola la
produzione di saliva, in cui sono normalmente contenute sostanze
tamponanti ed antibatteriche, lo iodio (con azione antibatterica), e
sali di metalli, come lo zinco, lo stagno e l’alluminio che induce
precipitazione di proteine con formazione di una pellicola protettiva sul
cavo orale.
Nel dentifricio antiplacca possono anche essere aggiunti enzimi, come
lattoperossidasi, glucosiossidasi ed amiloglucossidasi, che ostacolano
la proliferazione batterica nel cavo orale.
Dentifrici antisettici: a differenza dei precedenti (commerciali o
cosmetici), sono dentifrici antiplacca contenenti sostanze medicamentose
o principi attivi ad azione antisettica diretta.
Ti devono essere prescritti dal dentista ed utilizzati secondo specifiche
istruzioni, per periodi di tempo limitati. L’agente chimico disinfettante
ed antiplacca per eccellenza è chiamato clorexidina; tuttavia, non devi
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usare dentifrici contenenti clorexidina per periodi troppo lunghi, a causa
delle possibili alterazioni cromatiche dello smalto (macchie verdi).
Altre sostanze antisettiche, indicate per il controllo della placca
batterica e per la cura dei problemi parodontali, sono rappresentate
dal triclosan, dalla sanguinaria, dal tibenzenio idouro e dai sali di
ammonio quaternari.
Dentifrici antitartaro: Ingrediente caratteristico dei dentifrici antitartaro
è rappresentato dai pirofosfati, che hanno la funzione di impedire la
precipitazione di sali di calcio.
L’associazione tra pirofosfato e sale di calcio si è rivelata ancor più utile
nel prevenire la calcificazione della placca batterica (quindi il tartaro).
Dentifrici sbiancanti: Generalmente, questi prodotti contengono
detergenti e microsfere a bassa abrasività, che rimuovono per contatto
e strofinamento le pigmentazioni esterne dei denti.
Le macchie sono causate da alimenti e bevande, fumo, placca e tartaro.
In base al livello di abrasività, alcuni di questi prodotti puoi usarli
quotidianamente, mentre altri devi alternarli a dentifrici di uso comune.
Dentifrici contro denti e gengive sensibili: dentifrici desensibilizzanti:
contengono perlopiù sali di fluoro e idrossiapatite, eventualmente
coadiuvati da cloruro di stronzio, nitrato di potassio e zinco citrato.
Anche il triclosan, oltre ad un importante azione antiplacca, viene usato
con successo in presenza di gengiviti.
Lo scopo di questi dentifrici è quello di rimineralizzare smalto e dentina,
per rendere i tuoi denti meno sensibili al caldo, al freddo, ai dolci o agli
acidi.
Per sfruttare al meglio la loro azione, dopo aver effettuato la pulizia dei
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denti come consuetudine, posiziona con un dito una piccola quantità di
dentifricio vicino alla gengiva, schiacciandolo sul lato esterno e sul lato
interno dei denti sensibili.
Dopo aver lasciato agire il prodotto per qualche minuto, lo puoi espellere
senza risciacquare.
Dentifrici “Filmogeni”: È un’altra categoria di sostanze attive, in grado
di salvaguardare la salute delle tue gengive e delle mucose, come il
delmopinolo, complessi lipofili ed hexetidina (agente anestetico locale,
astringente, antiplacca e deodorante).
Durante l’uso di questi dentifrici si forma un film lipofilo che si deposita
su denti e gengive proteggendoli meccanicamente.
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IL COLLUTORIO
Come e quando devi usarlo?
Il collutorio devi utilizzato solo ed esclusivamente dopo la spazzolatura
dei denti.
I risciacqui orali eseguili con la testa piegata leggermente verso
il lavandino e a denti stretti, in modo da far passare la sostanza
disinfettante negli spazi interdentali.
Fondamentale, oltre alle sostanze igienizzanti presenti nel collutorio
stesso, l’azione meccanica ottenuta contraendo e rilassando le strutture
muscolari delle guance, per 30-40 secondi.
In questo modo, oltre alla rimozione meccanica dei residui alimentari
derivata dal flusso meccanico del collutorio, si ottieni anche un’azione
igienizzante sulle superfici interdentali e sulle mucose.
Al posto dei risciacqui puoi effettuare dei gargarismi, che consistono
nel far gorgogliare, nel fondo della bocca e nella gola, il collutorio, con
lo scopo di medicare le mucose; i gargarismi sono utili contro il mal di
gola (faringite) e l’alitosi.
Gran parte dei collutori presenti in commercio sono dotati di efficacia
antiplacca.
In particolare, si mostrano efficaci nel prevenire la formazione di placca
batterica sulle superfici dei denti; sono anche in grado di rimuovere, sia
pure in maniera limitata, la placca già formatasi alle superfici dentarie.
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Alcuni collutori contengono sostanze che hanno una attività
antinfiammatoria, rivelandosi utili nella prevenzione e nel trattamento
della gengivite e della carie.
Il collutorio devi utilizzarlo per brevi periodi e sotto indicazione del
dentista, ma non va utilizzato quotidianamente (se non diluito).
Quale devi scegliere? Chiedi prima al tuo Dottore quale è il tuo problema
principale!
Troverai tantissimi collutori, i principali sono:
•
Collutorio con sanguinaria
Gli estratti della radice di questa pianta si sono dimostrati utili soprattutto
nel trattamento della gengivite, in virtù dell’ azione antiplacca.
•
Collutorio con cetilpiridinio
Indicato soprattutto per il mal di gola, data l’azione antinfiammatoria di
questo principio attivo, che esibisce anche una certa azione antiplacca,
utile nella prevenzione di carie e genegivite.
•
Collutorio con tibenzonio
Indicato soprattutto per il mal di gola e per le infiammazioni del cavo
orale.
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•
Collutorio con delmopinolo
Ha azione antiplacca indiretta, dato che il delmopinolo ostacola
l’adesione dei batteri (microfilm) alla superficie dentale.
•
Collutorio con zinco e bicarbonati
Indicato in presenza di alitosi. Ti ricordo, a tal proposito che, in presenza
di alito cattivo, il collutorio non cura la causa del problema, ma ne
annulla semplicemente gli effetti.
•
Collutorio con Xilitolo
È un poliolo ad azione antiplacca, molto utilizzato anche in chewing gum e dentifrici.
•
Collutorio a base di metilsalicilati
Ha blande proprietà antisettiche, ma soprattutto antinfiammatorie.
•
Collutorio a base di cloruro di benzalconio
Ha proprietà battericide ma può scatenare reazioni allergiche in soggetti
sensibili.
•
Collutorio a base di acqua ossigenata (perossido di idrogeno)
Possiede un blando potere antibatterico, ma ottime proprietà
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detergenti, in quanto le molecole di ossigeno gassoso che si formano
dalla decomposizione favoriscono il distacco di tessuto necrotico e
batteri.
•
Collutorio a base di lidocaina
Esplica un importante affetto anestetico locale. Se hai subito un
intervento importante dal dentista è molto idicato.
•
Collutorio a base di nistatina
Ha proprietà antifungine (utili ad esempio in presenza di mughetto).
•
Collutorio a base di benzidamina
Ha azione antinfiammatoria, antipiretica, analgesica ed antimicrobica
(usato soprattutto in presenza di stomatite: infiammazione delle
mucose del cavo orale).
•
Collutorio a base di aloe vera, camomilla, mucillagini, carbenoxolone,
triamcinolone, triesteri perossidati del glicerolo, acido ialuronico.
Forma una pellicola protettiva nel cavo orale, risultando utile in presenza
di stomatite ed afte della bocca.
•
Collutorio “estemporaneo”, risciacqui con acqua e cloruro di sodio
(sale da cucina all’ 1%)
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Potenzialmente utile in presenza di gengivite quando non si hanno a
disposizione collutori specifici.
•
Collutorio “estemporaneo”, risciacqui con latte
Ha potenziali proprietà rimineralizzanti.
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E PER PULIRE BENE LA TUA DENTIERA?
La placca dentaria è una pellicola batterica invisibile che si forma
gradualmente non solo nei denti naturali, ma anche sulle protesi
dentarie e gli impianti.
Una volta indurita, la placca si trasforma in deposito calcareo, porta
d’ingresso ideale per i batteri.
Irritazioni, malattie delle gengive, problemi digestivi (stomatite batterica)
sono solo alcune delle conseguenze negative possibili quando le
condizioni igieniche della protesi sono deficitarie.
Per conservare la bocca in buona salute, ottimizzare il confort e
rispondere alle esigenze estetiche, eccoti qualche utile consiglio per la
manutenzione regolare della protesi parziale, completa, o su impianti.
Lo spazzolino ideale per protesi è dotato di setole morbide che
consentono di raggiungere tutte le parti della dentiera.
Per facilitare la pulizia si può ricorrere a un gel, compresse effervescenti
o a una pasta dentifricia non abrasiva.
Dopo ogni pasto, devi spazzolare delicatamente tutta la superficie della
protesi, con particolare attenzione agli spazi interdentali e alle parti che
vengono a contatto con le gengive.
Uno spazzolamento troppo vigoroso o l’impiego di una pasta abrasiva
o di uno spazzolino a setole dure compromettono la tua dentiera.
Provocano, infatti, perdita di lucidità dei denti artificiali, usura prematura
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della protesi, riduzione della parte acrilica con conseguente peggior
adattamento della dentiera alla bocca.
Una superficie acrilica graffiata da un prodotto abrasivo trattiene più
facilmente la saliva la quale, a sua volta, trattiene gli alimenti formando
delle macchie.
Di conseguenza la manutenzione della protesi ti diventa molto più
difficile.
Spazzola delicatamente anche la lingua, le gengive e il palato con uno
spazzolino morbido e umido.
Prima di rimetterla in bocca, sciacqua sempre la protesi a fondo sotto
un getto di acqua tiepida.
Questa buona abitudine ti impedirà tra l’altro di “mangiare” le soluzioni
detergenti.
Dott. Vincenzo Mastroianni
In Collaborazione con
Dott. Alberto Alessandri
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