L`eterna battaglia contro i batteri a colpi di spazzolino

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DENTAL T RIBUNE
20 Dentista e paziente a tu per tu
20
Italian Edition
Anno V n. 3 - Marzo 2009
L’eterna battaglia contro i batteri a colpi di spazzolino
Pubblichiamo in questo numero la seconda puntata della rubrica “Dentista e paziente a tu per tu” a cura di Marisa Parma Benfenati
Cosa irrita le
mie gengive?
Carie e infiammazioni
delle
gengive
sono
dovuti
alla placca
microbica.
La
placca è una sostanza che tutti abbiamo nel cavo orale e che si forma continuamente, anche poco dopo
aver spazzolato i denti. E’ formata per
una parte minima da residui alimentari, per la maggior parte da batteri vivi
che hanno un grande, anzi grandissimo, potere distruttivo nel cavo orale.
Di conseguenza è essenziale eliminare
la placca, ridurla quanto più possibile e
diminuire la quantità di batteri i quali,
con altri fattori, determinano i problemi
dentali. È importante sapere che se non
ci sono batteri non c’è malattia, per cui
la strategia più semplice ed efficace rimane rimuovere la placca batterica con
costanza ed efficacia. Siccome si riforma sempre, è ovvio che ognuno deve
tenerla costantemente sotto controllo. Il
modo c’è: pulire i denti con la tecnica
giusta. Si preferisce usare uno spazzolino morbido che, se usato con una tecnica adeguata, è efficace e non traumatizza le gengive.
Come si devono spazzolare i denti?
Si consiglia di posizionare le setole
dello spazzolino sulla gengiva lontano
dai denti, con la testina parallela ai denti, in modo che le setole risultino orientate verso la radice. Poi si esegue un movimento rotatorio a rullo: rullata verso
il basso per l’arcata superiore e verso
l’alto per l’arcata inferiore. Facile ricordare la raccomandazione di “andare dal
rosa della gengiva al bianco del dente”.
Quando si arriva al margine gengivale, la
manovra deve essere un po’ rallentata, in
chi senza flettersi troppo. Lo spazzolino
viene ricollocato nella posizione iniziale
e il movimento va ripetuto 4-5 volte per
ogni gruppo di denti. Poi viene posizionato sul gruppo di denti più adiacente,
cercando di sovrapporre i movimenti per
non tralasciare alcuna zona.
Spazzolamento della lingua
Per detergere in modo completo la
cavità orale, rimane lo spazzolamento
della lingua (Wilkins 1983). Si consiglia
di impugnare il manico dello spazzolino in modo che risulti ad angolo retto
Come deve essere lo spazzolino
manuale?
È utile innanzi
tutto impugnare correttamente il manico
dello spazzolino (Fig.
1). Anche una impugnatura scorretta può
influenzare l’efficacia
dello
spazzolamento. Dal momento che
è più facile pulire le
zone anteriori e trascurare quelle posteriori, è utile iniziare
l’igiene proprio dai
settori posteriori per
evitare il rischio di
tralasciarle.
Fig. 1
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Fig. 2
modo che tutte le setole possano passare
sulla zona del colletto.
Vicino ai denti superiori ci sono inoltre
grosse ghiandole che producono saliva,
ricca di sostanze minerali, che facilita la
calcificazione dei batteri. In queste zone
si possono quindi formare più facilmente depositi di tartaro. Se nello spazzolare
si spalanca la bocca, la guancia intralcia
rendendo difficoltoso l’ingresso dello
spazzolino. Lo spazio posteriore infatti si
riduce quando si apre molto la bocca. Si
consiglia perciò di inserire l’indice della
mano che non impugna lo spazzolino per
allontanare la guancia e permettere allo
spazzolino di raggiungere le superfici
posteriori dei denti. Si suggerisce inoltre
di socchiudere la bocca: questo faciliterà
ulteriormente l’inserzione dello spazzolino (Fig. 2).
Nella parte interna dei denti anteriori dell’arcata mandibolare lo spazzolino
viene usato dal lato corto, con la testina completamente inserita nella cavità
orale. Le setole vanno poi fatte “rullare”
sempre dalla gengiva verso i denti, portando così lo spazzolino fuori dalla bocca.
Si riposiziona lo spazzolino e si ripete lo
stesso movimento circa cinque volte. Si
consiglia di detergere un dente alla volta
usando lo spazzolino nella sua larghezza minore. Le superfici linguali dei denti
mandibolari sono particolarmente critiche per via dei dotti escretori delle ghiandole salivari, mandibolari e linguali, il
cui secreto facilita la mineralizzazione
dei depositi batterici. Se non s’introduce
completamente la testina dello spazzolino dentro il cavo orale, ma la si tiene a
cavallo dei denti anteriori, placca e tartaro potranno formarsi comunque a livello
del colletto. Si lascia inoltre scoperto il
margine del dente vicino alla gengiva.
Analogamente, nella parte palatale dei
denti anteriori vale lo stesso discorso fatto per l’arcata inferiore. Per pulire le superfici masticatorie si disegnano piccoli
cerchi sul posto, con una pressione decisa ma non eccessiva, in modo che le setole si inseriscano nelle fossette e nei sol-
rispetto alla linea mediana della lingua,
orientando le setole in direzione della
gola. Esercitando una pressione delicata, si deve ruotare in avanti lo spazzolino
fino alla punta della lingua, ripetendo
tale movimento 4-5 volte. I microrganismi presenti possono influenzare l’ecosistema dell’intera cavità orale: la pulizia è
necessaria per ridurre la conta batterica,
ritardando la formazione della placca.
Inoltre la superficie ritentiva della lingua
può facilitare la formazione di depositi:
le fessure presenti (lingua scrotale o fessurata) possono essere profonde diversi
millimetri ed essere ricettacolo di batteri
responsabili dell’alitosi. In particolare,
la parte posteriore del dorso della lingua è meno ossigenata e non interessata dall’autodetersione, il che predispone
alla formazione di una patina linguale.
Bisogna sempre raccomandare al paziente di completare l’igiene orale con
tale manovra (Fig. 3).
Si ringrazia la dottoressa Paola Marzola per la collaborazione.
Marisa Parma Benfenati
Fig. 3
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