paranthropus robustus

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PARANTHROPUS ROBUSTUS
SPECIE: Paranthropus
robustus
ETÀ: da 2,8 a 1,2 milioni di
anni fa
LOCALITÀ: Kromdraai
(Sudafrica)
INDICE
RITROVAMENTI
MORFOLOGIA
COMPORTAMENTO
RITROVAMENTI.
Il primo esemplare ascrivibile a questa specie venne scoperto da Gert Terblanche, uno
studente, nel 1938 nel giacimento fossilifero di Kromdraai, in Sudafrica. Questi
resti: un palato, una mandibola priva del ramo ascendente, alcuni denti arrivarono in
mano all’antropologo scozzese Robert Broom, che andò a recuperare sul luogo del
rinvenimento frammenti di temporale ed altri due denti. Con questi materiali Broom
potè ricostruire parzialmente un cranio osservandone i tratti simili a quelli di
Australopithecus africanus, ma più accentuati (più "robusti"), ne ritenne opportuna
l'ascrizione a un genere diverso, denominandolo Paranthropus robustus.
TM 1517, consistente in alcuni frammenti di teschio con inclusi cinque denti e pochi
altri frammenti dello scheletro. (vedi FILMATO)
Nel febbraio del 1941 a brevissima distanza dal punto del primo ritrovamento
Broom scoprì una mandibola di bambino dell’età di circa tre anni, non ben
conservata, ma con l’intera serie dei denti da latte tranne il primo incisivo.
Venne alla luce anche una serie di ossa post-craniche: frammenti di un omero
e di un’ulna, metacarpi, falangi e un astragalo.
Nel 1948 Broom lavorò a Swartkrans insieme a Wendell Philipps dell’università della
California. Qui furono scoperti gran parte di una mandibola, molari e incisivi superiori
isolati, parte di un palato e delle ossa della faccia di un individuo probabilmente
femminile. Continuando i lavori con l’assistenza di John Robinson, nell’aprile 1949
venne alla luce una mandibola e nel giugno dello stesso anno i resti di tre crani. Broom
attribuì questi fossili a una nuova specie, Paranthropus crassidens, che significa “quasi
uomo dai grossi denti”.
Fourie, nel 1950, scoprì nella caverna di Swartkrans i resti di circa 150 individui: fra
questi vi era un cranio, classificato oggi come SK 48, che si pensava appartenesse a
un'altra specie, denominata Paranthropus crassidens. L'esemplare era probabilmente
una femmina adulta vissuta 1,5-2 milioni di anni fa.
Nel 1959 la scoperta del cosiddetto Ziniantropo nel sito FLK I dello strato I di
Olduvai fornì l’occasione per la prima datazione di un Ominide con il
nuovo metodo del K-Ar. La sua età risultò di circa 1,7 Ma.
Eurydice (class. DNH 7), invece, venne scoperta nel 1994 da Andrè Keyser nella cava
di Drimolen. Anche in questo caso si tratta di un esemplare di sesso femminile, vissuto
circa 1.5-2 milioni di anni fa. I resti consistono in un cranio con mascella inferiore.
A poco distanza venne trovata anche la mascella inferiore di un maschio adulto della
stessa specie. TORNA
MORFOLOGIA.
Il parantropo aveva dimensioni corporee maggiori ed un fisico più robusto
dell’Australopithecus africanus.
Poteva raggiungere un’altezza di 1,5 m, e un peso stimato di circa 54 kg: i maschi
erano considerevolmente più grandi e
robusti delle femmine, segno probabilmente
che questi ominidi vivevano in gruppi
familiari formati da un singolo maschio
dominante e più femmine coi loro cuccioli.
Anche la capacità cranica è stimata in 410530 cm3 in media maggiore di quella
dell’africanus tuttavia, questo dato deve
essere considerato in relazione alle
maggiori dimensioni corporee.
Cranio originale di P. robustus esposto nel Transvaal
La caratteristica fondamentale del Parantropo è il potente apparato masticatore,
caratterizzato da molari e premolari molto grandi, di dimensioni maggiori di qualsiasi
altro Ominide. Tale dentatura richiedeva necessariamente una pari muscolatura.
Questo apparato masticatore così potente è tipico
di una dieta vegetariana comprendente non solo
foglie ed erbe, ma anche radici, tuberi e frutti. I
molari, in particolare, sono straordinariamente
simili a quelli dei gorilla piuttosto che a quelli
dell'uomo. Nei maschi le ossa della faccia hanno una
forma “scodellata”, nelle femmine sono piatte. Le
dimensioni dei denti, in particolare del canino
superiore e del primo molare, sono maggiori nei
soggetti maschili. TORNA
Un molare: notare lo smalto ispessito, tipico dei
grandi masticatori di materie coriacee.
COMPORTAMENTO.
L’aspetto è massiccio, le arcate zigomatiche sono robuste, lunghe ed espanse in fuori.
Questi ominidi erano più legati alle aree di boscaglia e di foresta rispetto agli altri
Australopithecus ed agli Homo
coi quali convissero. Dallo studio
dello smalto dei denti rinvenuti
sinora è stato dedotto che la vita
media di questi hominidi
raramente superava i 17 anni.
Anche se sono stati trovati
strumenti di pietra vicino ai loro
resti fossili non è sicuro che li
abbiano prodotti loro. Nel
Parantropo si riscontra un chiaro
dimorfismo sessuale, maggiore
che nell’africanus. Il Parantropo
aveva senza dubbio una stazione
eretta e un’andatura bipede,
come `e dimostrato dalla
posizione avanzata del foro
occipitale e dalla morfologia del
bacino e del femore.
Paranthropus robustus e
Paranthropus boisei costituiscono
una linea ominide divergente da
quella umana e destinata a
estinguersi. Da un esame
statistico dei resti di
Australopithecus africanus e di
Paranthropus robustus risulta
che nel Parantropo era maggiore
la mortalità infantile o in età
molto giovane. Per gli esemplari di
africanus da Taung,
Sterkfontein e Makapansgat è
stata calcolata una durata media
della vita di 22 anni circa, per il
Paranthropus da Swartkrans e da
Kromdraai la media scende a 17
anni circa. È dimostrabile poi da fori riscontrati sulla scatola cranica (per es. a
Swartkrans sull’esemplare SK 54, appartenente a un individuo giovanile) che i
parantropi erano preda frequente dei felini come il leopardo. TORNA
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