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U NIVERSITA P ONTIFICIA S ALESIANA
DIPARTIMENTO DI PASTORALE GIOVANILE E CATECHETICA
IL PROBLEMA DELL’ ANTISEMITISMO
LAVORO SCRITTO PER IL SEMINARIO DI ANTROPOLOGIA E CATECHESI
Dello Studente: Tomasz Kopiczko
Matricola: 15019T
Diretto dal professore: Cyril de Souza
Roma, 2006-2007
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2
SOMMARIO
2
1. Lo sviluppo del fenomeno
3
1.1. L’antisemitismo – che cos’e?
3
1.2. Come era nella storia.
4
1.3. L’origine dell’ antisemitismo
6
1.4. Gli altri punti importanti
8
2. Lo studio del problema
10
2.1. Giudeofobia
10
2.2. L’antisemitismo come arma nelle mani del giudaismo
11
2.3. Il dialogo tra la Chiesa Cattolica e il giudaismo negli ultimi anni.
12
2.4. Vaticanum II
14
2.5. Gli altri documenti della Chiesa Cattolica.
15
2.6. Giovanni Paolo II
16
2.7. Benedetto XVI
17
3. Nella prassi – le proposte per la pastorale e per la catechesi
17
3.1. Il dialogo interreligioso
17
3.2. Popolarizzazione dell’ insegnamento del Papa
18
3.3. Approfondire lo studio del Vaticanum II
19
3.4. Studiare obiettivamente la storia
20
3.5. Educare all’anti-omofobia e all’anti-xenofobia
21
3.6. Promozione della cultura ebraica
23
CONCLUSIONE
24
BIBLIOGRAFIA
25
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3
1. Lo sviluppo del fenomeno
1.1. L’antisemitismo – che cos’e?
Con la parola antisemitismo si indicano i pregiudizi e gli atteggiamenti persecutori
nei confronti dei semiti; il termine ha poi acquisito il significato relativo ai soli ebrei.
L'etimologia deriva dal fatto che gli Ebrei, almeno in origine, erano Semiti (oggi
sono considerati Semiti tutti i popoli che parlano lingue appartenenti al gruppo Semitico,
incluso l'arabo, l'ebraico, l'aramaico e l'amarico).
Il termine antisemitismo venne coniato per la prima volta nel suo significato
moderno nel 1879 dallo storico tedesco Wilhelm Marr. Non c'e dubbio che l'ultimo quarto
del secolo XIX sia da considerarsi il periodo centrale per la genesi di quel complesso di
azioni politiche, interventi ideologici, strumentalizzazioni giornalistiche, pregiudizi
religiosi, diffidenza e odio che e conosciuto oggi col nome di antisemitismo.1
Il carattere propriamente razzista dell'antisemitismo si fonda sul fatto che un ebreo
e tale non per nazionalita ma per discendenza di sangue (per esempio, per ottenere la
cittadinanza israeliana, e sufficiente anche il solo documentare la discendenza da madre
ebrea). Le critiche al sionismo o piu in generale alla politica israeliana vengono spesso
erroneamente etichettate antisemitismo anche quando sia assente ogni intenzione razzista.
L'ebraismo e un fenomeno religioso-culturale, che in Ashkenaz e stato spessissimo
assimilato alla questione nazionale nei termini tipici dell'Europa Orientale, ma e anche una
cultura della quale ci si puo impregnare, e soprattutto e anche una religione alla quale ci si
puo convertire. Cio spezza la "discendenza di sangue" che alcuni razzisti possono credere
di vedere nell'ebraismo.2
L'ideologia antisemita si basa su una teoria razzista, inizialmente formulata in
Francia e in Germania alla meta del XIX secolo, secondo la quale le persone della
cosiddetta "razza ariana" sarebbero per fisico e temperamento superiori agli ebrei. Questa
teoria, sebbene duramente criticata per la sua inconsistenza scientifica, si diffuse
ugualmente in particolare attraverso le opere del diplomatico francese Joseph Arthur de
1
Cf. Luzzatto Voghera GADI, Un nemico per tutte le stagioni, in «Storia e Dossier» 94 (1995) 5, p. 26.
2
Cf. Pietro STEFANI, Chiesa, ebraismo e altre Religioni, Padova, Messaggero di S. Antonio, 1998, pp. 5-6.
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4
Gobineau e quelle del filosofo tedesco Karl Dühring e fu utilizzata per giustificare la
persecuzione civile e religiosa che gli ebrei avevano subito attraverso i secoli.
Un’altra corrente dice che la parola “antisemitismo” e di per sé sbagliata. Coniata
nel 1879 ebbe subito molto successo per via dell’etimologia greca, mutuata dagli studi
dell’epoca in campo linguistico, che l’accostava alla terminologia di carattere scientifico.
In realta la sua origine non ha derivazione scientifica e il suo stesso uso puo indurre in
errori e confusioni. Fortunatamente le vere e proprie “teorie antisemite”, che pure sono
state insegnate e propagandate nella prima meta del Novecento da universita e partiti
politici, non hanno avuto corso che per poco piu di mezzo secolo. Ma il termine
"antisemitismo" e rimasto e viene usato oggi per indicare – in modo piuttosto generico –
ogni sentimento, atteggiamento, teoria o pratica che si ispirino a una forma di pregiudiziale
diffidenza, disprezzo o odio verso gli ebrei come gruppo e verso il singolo ebreo in quanto
tale. Evidentemente un fenomeno troppo vasto e variegato per essere compreso in un’unica
parola. E dunque necessario tentare alcuni distinguo.
Antisemitismo, tecnicamente e strettamente parlando, non significa odio per
i semiti: questo e confondere le definizioni con l’etimologia. Antisemitismo significa odio
per gli ebrei. Ma su questo punto, immediatamente, ci troviamo a dover fare i conti con
il secolare “gioco delle tre carte” dell’identita ebraica: “Ecco: la nostra e una religione! No:
un’etnia! No: un’entita culturale! Cioe, scusate… una religione!” Appena ci stanchiamo di
questo gioco, veniamo subito risucchiati nell’altro: “Antisionismo e antisemitismo!”, che
prontamente si alterna con quello di: “Non confondiamo sionismo con ebraismo! Come
osi, antisemita?!”3
1.2. Come era nella storia
La propaganda antisemita orchestrata dal Regime fascista inizio nel 1936, ma anche
prima di tale data e possibile rintracciare, nella letteratura italiana, gli stessi stereotipi che
portarono all'accettazione delle Leggi sulla razza. A partire dalla seconda meta del XIX
secolo si assiste ad un cambiamento dell'antisemitismo da quello storico, di matrice
religiosa, che vede nell'Ebreo il deicida da convertire forzatamente, a quello moderno,
3
Ewa SZMAL, Pełzający antysemityzm, in «Wprost» (11.06.2006), p. 7.
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5
laico, che nell'Ebreo vede l'oppositore politico (carbonaro o reazionario a seconda dei punti
di vista) il cui unico scopo e l'asservimento delle altre razze. Il terreno e pronto per i
Protocolli dei Savi di Sion e la successiva eliminazione fisica del nemico della Patria.
Questo processo e visibile anche nelle opere di alcuni scrittori italiani - Bersani, Oriani,
D'Annunzio e Papini - accumunati (con la parziale eccezione di Bersani) dalla descrizione
dell'Ebreo come oggetto, cioe come personaggio che non agisce in prima persona ma le cui
azioni, e spesso misfatti, sono visti e raccontati da altri. Solo dopo la Shoah, grazie al
Romanzo di Ferrara di Bassani, l'Ebreo puo assumere il rango di protagonista, di soggetto
che narra la sua storia. A questo punto cadono le differenze tra ebrei e gentili ma si
sottolineano quelle tra chi accetta e viene accettato dal regime fascista e chi ne e escluso
(ebrei ma anche omossessuali e oppositori politici) fino alla figura emblematica di Geo
Josz, rifiutato dagli stessi ebrei perche testimone che non e disposto a dimenticare4.
La crisi che ebbe inizio agli esordi del 2001 ha innescato un imprevedibile e
imprevisto processo che in altri paesi, specialmente in Francia, e gia evidente. In Italia la
seconda Intifada ha messo in moto un meccanismo inatteso, nel quale i tradizionali
pregiudizi antiebraici si mescolano a stereotipi di matrice politica. E’ importante tenere
presente che il cosiddetto “antisemitismo spirituale (o psicologico)” ha avuto un maggiore
impatto sul fenomeno complessivo della storia culturale italiana nel corso del XX secolo.5
A differenza di quanto accaduto in Francia e in Belgio, in Italia le aggressioni
antisemite si sono per ora limitate all’insulto verbale, ai graffiti e cosi via.
Sia in Europa che in Italia vi e un certo numero di siti Web che toccano le questioni
dell’antisemitismo da una prospettiva storica, con una particolare attenzione alle leggi
razziali in Italia e alle loro conseguenze. Vi sono anche siti Web creati allo scopo precipuo
di contrastare l’ondata di malintesi e di reazione agli attacchi sui media contro Israele,
talora con un certo spirito partigiano, ma nell’insieme imparziali nel giudizio. 6
4
Cf. Stefan WILKANOWICZ, Katolicyzm - judaizm: Żydzi w Polsce i w świecie, Kraków, Znak, 1983,
pp. 157-160.
5
Cf. LA COMMISSIONE EUROPEA SU RAZZISMO E INTOLLERANZA, Secondo rapporto sull'Italia,
adottato il 22 giugno 2001, Strasburgo 2002, <http://www.europarl.europa.eu/news/public/story_page/015946-254-09-37-902-20061205STO00945-2006-11-09-2006/default_it.htm> (12.12.2006).
6
Un esempio di tale web site e: http://www.informazionecorretta.com/ che fornisce una vasta gamma di
fonti.
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6
1.3. L’origine dell’ antisemitismo
Per poter capire meglio questo problema si puo ricordare una storia:
«Rabbi, perché le persone ricche sono le piu indifferenti alle sofferenze altrui?» chiese
Simon.
«Vieni alla finestra, Simon, e dimmi cosa vedi» rispose il rabbino.
«Beh…il solito: una mamma che spinge una carrozzella, il garzone del lattaio che torna in
bottega, i colombi che beccano le briciole…»
«Ora vai di fronte allo specchio e dimmi cosa vedi.»
«Mah, rabbi, cosa vuoi che veda? Vedo me stesso…»
«Vedi, Simon, il vetro della finestra e quello dello specchio sono costituiti dallo stesso
materiale, ma basta un leggero velo d’argento e non riuscirai a vedere altro che te stesso.»7
Anonimo triestino d’inizio ‘900
1.3.1. Gli ebrei sono quelli che hanno crocefisso Gesu!
La piu antica fonte dell'antisemitismo e cristiana: "Gli ebrei sono quelli che hanno
crocefisso Gesu!". Per molti secoli la chiesa ha alimentato nel popolo questa convinzione
demagogica che serviva a giustificare la persecuzione e l'eliminazione della "concorrenza"
religiosa. La comunita religiosa degli ebrei era sparsa in tutta l'Europa, e costituiva sempre
un corpo estraneo in una societa in cui la chiesa voleva essere l'unica autorita, non solo
religiosa, ma anche politica. Solo per la loro esistenza, gli ebrei erano un pericolo costante
per una societa medievale dominata dalla religione cristiana, il loro costante rifiuto di farsi
cristiani era una specie di delegittimazione della validita universale della fede cristiana.
Cosi e nato l'odio e anche la necessita di trovare una spiegazione "religiosa" per quest'odio.
L'idea della "colpa collettiva" degli ebrei per la morte di Gesu fu praticamente la condanna
a morte per decine di migliaia di essi. Questa convinzione si mantenne molto a lungo, a
livello piu o meno conscio, in vasti strati della popolazione. 8
7
Carlo BERTANI, Anonimo triestino d’inizio ‘900, in «Le origini dell’antisemitismo»,
<www.disinformazione.it> (12.12.2006).
8
John GAGER, The origins of anti-semitism: attitudes toward judaism in pagan and christian antiquity,
New York – Oxford, Oxford University Press, 1985, pp. 82-100.
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7
1.3.2. Gli ebrei sono avari, degli usurai che si arricchiscono con i soldi degli
altri!
Durante il Concilio laterano del 1215 il Papa Innocente III, un nemico giurato degli
ebrei, fece rilasciare una serie di norme che dovevano segnare il destino degli ebrei per
molti secoli. Vieto per esempio ai cristiani di prestare soldi contro interessi e consiglio di
escludere gli ebrei dalle altre associazioni professionali. Successivamente, quasi tutte le
associazioni professionali, riferendosi a queste leggi della chiesa, vietarono agli ebrei
l'esercizio della loro professione e costrinsero questi a delle attivita professionali
(cambiamonete, prestasoldi etc.) che il popolo, comprensibilmente, odiava. Tutti, anche i
contadini piu poveri, dovevano rivolgersi prima o poi ad un ebreo per chiedere in prestito
soldi; ma ogni trattativa fallita spingeva ad un odio crescente verso di loro. Non solo i
miseri ma anche gli imperatori avevano un gran bisogno di denaro, motivo per cui
solitamente i poteri imperiali erano molto piu tolleranti nei confronti degli ebrei dai quali
spesso dipendevano.
1.3.3. Gli ebrei non vogliono integrarsi nel mondo cristiano-occidentale!
Relegati da leggi religiose e civili nei loro ghetti, periodicamente perseguitati e
anche sterminati, gli ebrei svilupparono una forte identita culturale che li fece
sopravvivere. Il loro essere diversi, che si vedeva nel modo di vestirsi e in molte abitudini
quotidiane, la loro "resistenza culturale", li rese pero ancora piu oggetto di sospetti e di
attacchi ingiusti. Colui che e diverso e tendenzialmente pericoloso. Questo vale oggi e
valeva ancora di piu per la societa medioevale. Gli ebrei furono usati come capri espiatori
di molti avvenimenti, furono resi colpevoli persino della peste che nel Trecento devasto
mezza Europa: a Strasburgo furono cosi sepolti vivi 2000 ebrei ritenuti responsabili di
quella terribile epidemia. 9
9
Cf. Andrzej Leszek SZCZEŚNIAK, Antysemityzm, in «Encyklopedia Białych Plam», vol. 1, Radom,
Polwen, 2000, pp. 150-155.
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8
1.3.4. Gli ebrei vogliono dominare tutti i paesi, per poterli manovrare secondo i
loro interessi!
Questa e la versione piu "moderna" dell'antisemitismo ed e quella inventata dai
nazisti per canalizzare e deviare i mille motivi di scontentezza e di rabbia del popolo
contro una facile preda, per dare una semplice "spiegazione" alle molte ingiustizie nel
mondo che molta gente non riusciva a spiegarsi. In tutti i governi, in tutte le organizzazioni
internazionali si potevano trovare degli ebrei, anche in posizioni importanti, e cosi era
molto facile trovare delle "prove" per questa assurda affermazione. L'antisemitismo doveva
diventare cosi una lotta di tutti i popoli contro un nemico che minaccia tutti. Per essere
giustificato, lo sterminio sistematico aveva bisogno di una motivazione piu forte, piu
"politica" e non solo etnica o religiosa: «Chi non e d' accordo con me e un nazista.»10
1.3.5. Lo scrittore tedesco Hermann Hesse sulle origini dell'antisemitismo
"L'uomo primitivo odia cio di cui ha paura, e in alcuni strati della sua anima anche
l'uomo colto e primitivo. Anche l'odio dei popoli e delle razze contro altri popoli e razze
non si basa sulla superiorita e sulla forza, ma sull'insicurezza e sulla paura. L'odio contro
gli ebrei e un complesso di inferiorita mascherato: rispetto al popolo molto vecchio e
saggio degli ebrei certi strati meno saggi di un'altra razza sentono un'invidia che nasce
dalla concorrenza e un'inferiorita umiliante. Piu fortemente e piu violentemente questa
brutta sensazione si manifesta nella veste della superiorita, piu e certo che dietro si
nascondono paura e debolezza."11
1.4. Gli altri punti importanti
Autorazzismo
Nel mondo ebraico, da qualche anno, si tende a separare la vita politica da quella
religiosa, processo che sembra quasi impossibile e che e, al tempo stesso, inaccettabile e
10
Lorenzo LODI, Antisemitismo, in «Corriere della Sera» (19 maggio, 2005), p. 14.
11
Hermann HESSE, Siddhartha, Poznań, Poznańskie, 1988, p. 23.
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9
giudicato pericoloso da una buona parte della comunita ebraica. E’ nato cosi un fenomeno,
all’interno dell’ebraismo stesso, che prende il nome autorazzismo. 12
Antisemitismo nella sinistra
Oggi si comincia a dire che l’antisemitismo e un atteggiamento tipico della Sinistra.
E’ sufficiente guardare la storia dell’Europa: Carl Marx, Lenin, Borkheim, Liebknecht,
Jacoby, Weiss, Kuhn, la politica di ZSRR. 13
Antisemitismo – antiamericanismo
E’ risaputo che tra Stati Uniti e Israele c’e un rapporto particolare. E spesso nella
politica internazionale odierna chi e contro Israele, automaticamente e un nemico degli
Stati Uniti. 14
Il rapporto tra islam – cristianesimo – giudaismo
Nella storia antica e moderna, gli ebrei sono sempre stati in conflitto con i cristiani,
conflitto che ha determinato anche la fuga nei paesi islamici con i quali, al contrario, la
comunita ebraica manteneva buoni rapporti.
Alla fine della seconda guerra mondiale (1945) e dopo il Vaticanum II della Chiesa
Cattolica, tutto e cambiato e si e rovesciato: un nemico piu grande e il mondo islamico e
gli ebrei desiderano nuovamente far ritorno nei paesi cristiani. Si potrebbe cosi affermare
che il nodo centrale dell’antisemitismo si trova nei rapporti tra Israele e il mondo
islamico.15
12
Cf. SZMAL, Pełzający antysemityzm, p. 7.
13
Cf. Brat JOHANAN, Chrześcijanie i antysemityzm. Między bolesną przeszłością a nadzieją jutra, Kraków,
Znak, 2000, <http://www.opoka.org.pl/biblioteka/T/TH/chrzescijanie_judaizm.html> (12.12.2006); Grzegorz
GÓRNY, Lewicowy antysemityzm, Dlaczego Żydzi są w powszechnej nienawiści u ideologów liberalnych i
lewicowych, <http://www.opoka.org.pl/biblioteka/P/PS/lewicowy_antyzyd.html> (12.12.2006).
14
Cf. SZMAL, Pełzający antysemityzm, p. 7.
15
Daniel PIPES, Anti-Semitism Evolves, in «New York Sun» 15.02. 2005, <www.danielpipes.org.pl>
(12.12.2006).
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10
2. Lo studio del problema
2.1. Giudeofobia
E chiaro quanto possa essere invece pericolosa la perdita di memoria storica
implicita nella piu generale e indiretta "insofferenza per l’Olocausto". La storia ha
dimostrato che quando l’antisemitismo si radica nel 20 o 30 per cento di una societa, non
c’e quasi piu nulla da fare – spiega Simcha Epstein, dell’Universita Ebraica di
Gerusalemme. Bisogna quindi intervenire prima, quando una reazione ha ancora possibilita
di successo, senza aspettare che i segnali di antisemitismo diventino tali e tanti da non
essere piu controllabili. E stupido non reagire subito. Non e facile spiegare la persistenza di
un pregiudizio che si e gia rivelato cosi pernicioso come quello antisemita. In una certa
misura – non sembri un paradosso – la persistenza stessa e una spiegazione.
La giudeofobia fa ormai parte, e da tempo, della nostra tradizione e della nostra
cultura. Si trasmette, si riproduce, si adatta a nuove situazioni e nuovi linguaggi.
Rappresenta una sorta di campionario di idee fisse cui si puo fare ricorso in ogni momento
e che continua egregiamente ad assolvere il suo scopo principale e profondo, che e quello
tipico di un pregiudizio: permette di spiegare (tutto) senza fare la fatica di capire e
conoscere veramente le cose (i processi, le difficolta, i pericoli, le causalita e la casualita).
Funziona come un riflesso condizionato che scatta ogni volta che sorge l’esigenza di
rafforzare la propria identita di gruppo: per rassicurarsi, per rafforzarsi, per affrontare un
passaggio epocale. Come l’atteggiamento xenofobo (piu o meno espresso in teorie razziste
ben formulate), anche l’atteggiamento antisemita scaturisce dalla problematica di fondo del
rapporto con "l’altro", ma con alcune differenze. La xenofobia – cioe la diffidenza e
l’ostilita verso lo straniero, il diverso, l’altro da sé – e caratteristica di ogni gruppo
associato. E’ un fenomeno che, pero, ha a che fare con l’incontro (e il conflitto) fra "noi" e
il "diverso da noi". E un sentimento fortemente irrazionale e tuttavia empirico, legato alla
difficile esperienza individuale e sociale dell’incontro fra culture.
L’antisemitismo ha a che fare, invece, con "il diverso che e tra noi", che non e
immediatamente visibile, che "corrode" dall’interno il gruppo, che va attivamente cercato e
smascherato. In questo senso e un sentimento altrettanto irrazionale ma del tutto mitico: la
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11
xenofobia si manifesta in presenza di "estranei". L’antisemitismo si mantiene e si
manifesta anche in societa dove gli ebrei non ci sono piu, dove sono scomparsi da
generazioni. La xenofobia e una risposta facile a un problema complesso di rapporti fra
mentalita diverse. L’antisemitismo, invece, e un problema tutto interno alla mentalita
antisemita: non v’e nulla che l’ebreo possa fare o non fare per scrollarsi di dosso il
pregiudizio antisemita. Sta solo al non-ebreo decidere di liberarsene. 16
2.2. L’antisemitismo come arma nelle mani del giudaismo
Nel mondo d’oggi la parola “antisemitismo” e diventata di uso comune. Quando
qualcuno agisce a sfavore o a discapito di un ebreo viene chiamato antisemita. Non sempre
pero questa definizione e corretta. Ogni paese, ogni governo ha infatti diritto di difendersi,
ma gli ebrei non sono né superuomini né hanno diritti diversi o superiori agli altri. Il
rischio e che l’antisemitismo possa essere strumentalizzato e possa diventare “funzionale”
alla comunita ebraica. Cosi l’atteggiamento di un popolo costantemente attaccato potrebbe
essere anche comodo, non sempre giustificato ma sicuramente molto efficace.17
Ci sono anche storici ebrei che affermano che l’antisemitismo non esiste. Ecco
qualche citazione:
Il razzismo nascosto, esercitato dagli Ebrei nei confronti delle tribu straniere, con le quali
devono vivere, prima o poi provoca un’aperta ed evidente reazione dei dissidenti (goim). La
reazione di questo tipo viene subito rimproverata come? Antisemitismo!
- poeta ebreo Louis Golding, (The Jewish Problem)
Il fatto di tralasciare lo studio obiettivo ed importante dei casi (degli episodi) del razzismo
da parte della ricca e l’influente comunita degli ebrei americani e significativo.
Né capi religiosi, né capi laici delle molte organizzazioni ebraiche vogliono perdere questa potente
arma, cioe il pregiudizio di razza nei confronti delle tribu straniere e l’attaccamento alla fede…
E’ un complotto rabbinico, dei nazionalisti ebrei, come anche degli altri capi delle organizzazioni
ebraiche che tengono sempre l’arma del pregiudizio di razza dietro le spalle.
- dr. Alfred Lilienthal storico ebreo, (The other side of coin)
Si dice tante stupidaggini dell'antisemitismo e degli antisemiti.
16
Cf. Józef KRUSZYŃSKI, Antysemityzm, Atyjudaizm, Antygoizm, Włocławek, Wers, 1924; Michał
WOJCIECHOWSKI, Dialog - kogo z kim?,
<http://www.opoka.org.pl/biblioteka/T/TE/dialog_kogo_z_kim.html> (12.12.2006).
17
Cf. Daniel PIPES, Anti-Semitism Evolves.
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12
Anche se qualcuno chiamano l’antisemita non necessariamente debba esserlo veramente.
L’ebreo di oggi (contemporaneo) non vivra senza antisemitismo.
Se l’antisemitismo non esiste da qualche parte - lo creera lui.
Gli ebrei di oggi sono come le donne, desiderano il potere, pero non il potere palese ma nascosto.
- Bashevis Singer, premio nobel, il grande scrittore ebraico.18
2.3. Il dialogo tra la Chiesa Cattolica e il giudaismo nei ultimi anni
Ci sono tanti tipi di antisemitismo - Non esiste un solo "antisemitismo". Anche
schematizzando molto, se ne possono indicare almeno tre o quattro tipi diversi. Una prima
forma – forse la prima anche in senso cronologico – e data dall’antisemitismo di matrice
religiosa. Il cristianesimo, com’e noto, nasce dall’ebraismo, da esso si distacca e ad esso
pensava di sostituirsi. Il cristianesimo non si presenta come una religione "nuova", ma
come un fede antica quanto la rivelazione stessa contenuta nelle sacre scritture (ebraiche).
Il cristianesimo deve quindi "appropriarsi dell’Antico Testamento" (secondo le parole del
teologo cattolico Hans Küng), dando vita a un’imponente opera di "rilettura" della Bibbia
alla quale contribuiranno tutti i massimi scrittori cristiani. Dalla predicazione di Paolo di
Tarso in poi, per secoli la Chiesa ha continuato a concepire se stessa come l’interprete del
"vero Israele", contrapposto a quello degli ebrei ormai superato e vuoto, alla "sinagoga
cieca" che non ha saputo vedere il Cristo e, anzi, lo ha crocefisso.
Ogni volta che il cristianesimo riprende contatto con i suoi fondamenti – osserva lo
scrittore milanese Stefano Levi Della Torre – non puo che trovarsi di fronte ai suoi rapporti
con l’ebraismo. E una questione originaria, non risolta e forse non risolvibile. A
fondamento del cristianesimo stanno infatti due movimenti divergenti e complementari:
l’assunzione della matrice ebraica (l’Antico Testamento) e la condanna degli ebrei. Per
nascere, il cristianesimo ha dovuto prendere dagli ebrei e rifiutare gli ebrei.
Per secoli, la persistenza stessa del popolo ebraico – con la sua cultura, la sua fede, la sua
incrollabile attesa del Messia – verra vissuta dal mondo cristiano con difficolta e fastidio.
Gli ebrei verranno indicati come i colpevoli della morte di Gesu, additati al pubblico
disprezzo, periodicamente vessati o costretti alla conversione forzata. Fino al paradosso di
vedere nelle sofferenze inflitte loro un chiaro segno della condanna divina. L’ideologia
cristiana sugli ebrei che si forma tra la fine del primo e il quarto secolo d.C. – spiega lo
18
SZMAL, Pełzający antysemityzm, p. 7.
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13
studioso Cesare Mannucci – fornira la base giustificatrice di una legislazione restrittiva che
diventera, con l’aumento del potere delle Chiesa, sempre piu vessatoria, trasformando gli
ebrei in cittadini discriminati ed emarginati.19
Millenni di cultura dell’odio - questo "insegnamento del disprezzo", unito a un vero
e proprio "sistema di avvilimento" – come ebbe a definirli lo storico francese Jules Isaac
nel 1959 –, praticato per generazioni e generazioni nell’Europa cristiana, finira per
rappresentare il piu antico e consolidato terreno di coltura dell’antisemitismo. Servira a
creare una solidissima crosta di diffidenza e di paura. Servira a giustificare provvedimenti
di legge che escluderanno gli ebrei da molti mestieri e dalla proprieta immobiliare,
costringendoli a dedicarsi a poche attivita (commercio e prestito di denaro) che a loro volta
contribuiranno a creare e consolidare il mito dell’ebreo avaro e usuraio. Servira a
legittimare la creazione di quartieri ghetto, l’imposizione di balzelli e pratiche umilianti, la
cacciata di intere comunita, le violenze e le uccisioni. 20
L’abbandono ufficiale e definitivo di questo atteggiamento da parte della Chiesa nei
confronti degli ebrei non arrivera che molto tardi. Solo una trentina d’anni fa, con la
Dichiarazione "Nostra Aetate" (approvata dal Concilio Vaticano Secondo il 28 ottobre
1965), la Chiesa dichiara apertamente che l’accusa di "deicidio" non ha fondamento né
storico né teologico e che l’alleanza stabilita tra Dio e il popolo ebraico non viene messa in
discussione dall’avvento di Gesu e dalla nascita del cristianesimo. Affermazioni
importantissime sul piano della storia del pensiero religioso, ma che giungono
drammaticamente tardi, quando ormai il pregiudizio antiebraico, sparso a piene mani per
secoli, si e radicato nel costume, nella mentalita, nello stesso linguaggio. Soprattutto, si e
trasformato e in un certo senso riversato in altre forme e soggetti. L’antisemitismo cristiano
– scrisse Jules Isaac nel 1947 – e il ceppo potente dalle profonde e molteplici radici, sul
quale sono venute a innestarsi in seguito tutte le altre varieta di antisemitismo.
L’antisemitismo di matrice cristiana e pur sempre un antisemitismo che ha a che fare,
almeno in teoria, con il credo religioso del singolo individuo. In linea di principio, per
quanto disprezzato e vessato, l’ebreo poteva in qualunque momento cancellare il proprio
19
20
Cf. Andrzej BARDECKI, Kościół epoki dialogu, Londyn, Veritas, 1967, pp. 159-180.
STEFANI, Chiesa, Ebraismo e altre religioni, 5-7.
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14
marchio d’infamia riconoscendo la divinita di Gesu e la verita rivelata nel cristianesimo. In
pratica, pero, le cose non erano cosi semplice.21
2.4. Vaticanum II
“Essendo percio tanto grande il patrimonio spirituale comune ai cristiani e agli
Ebrei, questo sacro concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro mutua conoscenza
e stima, che si ottengono soprattutto dagli studi biblici e teologici e da un fraterno
dialogo.”22
La dichiarazione del concilio Vaticano II Nostra Aetate (28 ottobre 1963) "sulle relazioni
della chiesa con le altre religioni non cristiane" (n.4), segna una svolta importante nella
storia dei rapporti ebreo - cattolici. Inoltre l'iniziativa conciliare e situata in un contesto
profondamente modificato dal ricordo delle persecuzioni e dei massacri subiti dagli Ebrei
in Europa immediatamente prima e durante la seconda guerra mondiale.
Benché il cristianesimo sia nato nell'ebraismo e abbia ricevuto da esso alcuni
elementi essenziali della sua fede e del suo culto, la frattura fra le due religioni e divenuta
sempre piu profonda, fino a giungere quasi ad una reciproca incomprensione.23
Questo documento parla di punti principali nell’educazione:
-
E' lo stesso Dio "il quale ha ispirato i libri dell'uno e dell'altro
Testamento"(Dei Verbum, n. 16), che parla nell'antica e nella nuova
alleanza.
-
Il giudaismo del tempo di Cristo e degli apostoli era una realta
complessa.
21
Cf. Gerhard RIEGNER, Fifteen years of Catholic-Jewish dialogue, Vaticano, Libreria Editrice Vaticana,
1988, pp. 3-157; Aleksander KOWALSKI,
Katolicy wobec hitleryzmu i holokaustu,
<http://www.opoka.org.pl/php/zukaj.php?kword1=antysemityzm&noint=1&typ=Wszystkie&kat=1&log_exp
r1=AND&log_expr2=AND&bp=Y&akt_row=0&licznik=0> (12.12.2006).
22
Nostra Aetate n. 4; cf. “In conseguenza la Chiesa esecra, come contraria alla volonta di Cristo, qualsiasi
discriminazione tra gli uomini e persecuzione perpetrata per motivi di razza e di colore, di condizione sociale
o di religione. E quindi il sacro Concilio, seguendo le tracce dei santi apostoli Pietro e Paolo, ardentemente
scongiura i cristiani che, "mantenendo tra le genti una condotta impeccabile" (1 Pt 2,12), se e possibile, per
quanto da loro dipende, stiano in pace con tutti gli uomini, affinché siano realmente figli del Padre che e nei
cieli”. Nostra Aetate n. 5.
23
Cf. Gerhard RIEGNER, Fifteen years of Catholic-Jewish dialogue, pp. 239-254.
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15
-
L'Antico Testamento e la tradizione ebraica su di esso fondata non
debbono essere considerati in opposizione al Nuovo Testamento.
-
Gesu, come i suoi apostoli e un gran numero dei suoi primi
discepoli, e nato dal popolo ebraico.
-
Gesu fa uso di metodi di insegnamento analoghi a quelli usati dai
rabbini del suo tempo.
-
La passione, non puo essere imputata né indistintamente a tutti gli
ebrei allora viventi, né agli Ebrei nel nostro tempo24
-
Con i profeti e con l'apostolo Paolo "la Chiesa attende il giorno, che
solo Dio conosce, in cui tutti i popoli acclameranno il Signore con
una sola voce e lo serviranno appoggiandosi spalla a spalla (Sof
3,9)".
L'informazione su queste questioni dovrebbe riguardare tutti i livelli
d'insegnamento e di educazione del cristiano: manuali di catechesi, libri di storia,
mezzi di comunicazione sociale (stampa, radio, cinema, televisione).25
2.5. Gli altri documenti della Chiesa Cattolica
Qui vorrei elencare soltanto qualche documento della Chiesa Cattolica:
-
“Ebrei ed ebraismo nella predicazione e nella catechesi della chiesa
cattolica” (1985)
-
“Documento di Praga” (1990)
-
“Catechismo della Chiesa Cattolica n° 591-599”
-
“Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah” (1998)
-
“Pontificia Commissione Biblica, Il Popolo Ebraico e le sue Sacre
Scritture nella Bibbia Cristiana” (2001)
24
Nostra Aetate, n.4.
25
STEFANI, Chiesa, Ebraismo e altre religioni, 25-30.
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16
2.6. Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II ha fatto tanto per il dialogo tra la Chiesa Cattolica e gli ebrei:
molti incontri, un fitto dialogo e molti viaggi in Terra Santa.26 Per descrivere al meglio il
suo atteggiamento si possono citare le Parole di saluto ai Rabbini Capi d'Israele presso
Hechal Shlomo, nel 2004 in Terra Santa:
“Molto Reverendi Rabbini Capi, e con grande rispetto che vi faccio visita qui oggi
e vi ringrazio per avermi ricevuto a Hechal Shlomo. Questo incontro ha un significato
veramente unico, che - spero e prego - condurra a maggiori contatti fra Cristiani ed
Ebrei, volti a raggiungere una comprensione sempre piu profonda del rapporto storico e
teologico fra le nostre rispettive eredita religiose.
Personalmente, ho sempre desiderato essere annoverato fra coloro che, da entrambe
le parti, operano per superare i pregiudizi e per garantire un riconoscimento sempre piu
ampio e pieno del patrimonio spirituale condiviso dagli Ebrei e dai Cristiani. Ripeto cio
che ho detto in occasione della mia visita alla Comunita ebraica di Roma, ossia che noi
Cristiani riconosciamo che l'eredita religiosa ebraica e intrinseca alla nostra fede: "Siete i
nostri fratelli maggiori" (cfr “Incontro con la Comunita ebraica della citta di Roma, 13
aprile, n. 4”). Speriamo che il popolo ebraico riconosca che la Chiesa condanna totalmente
l'antisemitismo e ogni forma di razzismo perché in radicale contrasto con i principi del
cristianesimo. Dobbiamo cooperare per edificare un futuro nel quale non vi sia piu
antigiudaismo fra i Cristiani e anticristianesimo fra gli ebrei. Abbiamo molto in comune.
Insieme possiamo fare molto per la pace, per la giustizia e per un mondo piu fraterno e
umano. Che il Signore del cielo e della terra ci conduca a un'era nuova e feconda di rispetto
reciproco e di cooperazione, a beneficio di tutti. Grazie.”27
26
Cf. Gerhard RIEGNER, Fifteen years of Catholic-Jewish dialogue, pp. 319-322.
GIOVANNI PAOLO II, Saluto ai Rabbini Capi d'Israele presso Hechal Shlomo, 2004 a Terra Santa, in
«L'Osservatore Romano» 24 Marzo 2000.
27
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17
2.7. Benedetto XVI
Anche il Papa Benedetto XVI si e adoperato in molti segni di amicizia con gli ebrei,
sia come vescovo e cardinale nel passato e sia ora come papa28. Ad esempio, vorrei
ricordare la sua visita alla sinagoga di Colonia, il 19 agosto dell’anno 2006. In quella
occasione aveva parlato di “segni” di rinascente antisemitismo nel mondo odierno, di
“rinnovate manifestazioni” di un fenomeno che “addolora e preoccupa” la Chiesa cattolica.
Aveva usato la parola “amore” per descrivere i sentimenti verso il popolo eletto. “La
Chiesa cattolica – aveva detto a Colonia - e preoccupata per i 'segni' di risorgente
antisemitismo e si sente impegnata per la tolleranza, il rispetto, l'amicizia e la pace tra tutti
i popoli, le culture e le religioni”.29
3. Nella prassi – le proposte per la pastorale e per la catechesi
Compito della scuola e quello di “concorrere a promuovere la formazione
dell’uomo e del cittadino” in relazione alla societa nella quale ragazzi/e vivono e in cui
diverranno un domani sempre piu soggetti attivi. Penso percio ineludibile una riflessione
sull’antisemitismo che non sia solo indagine storica ma, a partire dalla storia, cercare di
capire il presente, capirci in questo presente.30
3.2. Il dialogo interreligioso
La societa contemporanea si evidenzia non solo come multiculturale ma anche
come multireligiosa. Molteplici sono infatti i credo religiosi, i riferimenti di valore, i
significati esistenziali a cui fanno riferimento quanti vivono ed interagiscono in tutto il
28
BENEDETTO XVI, Twórzmy podstawy trwałego dialogu. Przemówienie do delegacji Międzynarodowego
Komitetu Żydowskiego ds. Konsultacji Międzynarodowych, 9.06.2005, <http://www.opoka.org.pl/php/
szukaj.php?kword1=antysemityzm&noint=1&typ=Wszystkie&kat=1&log_expr1=AND&log_expr2=AND&
bp=Y&akt_row=40&licznik=0> (12.12.2006).
29
BENEDETTO XVI,
Il Papa, preoccupato per l'antisemitismo assicura amore agli ebrei,
<http://www.nostreradici.it/BenXVI-DiSegni06.htm> (10.12.2006).
30
Cf. GADI, Un nemico per tutte le stagioni, p. 54.
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18
mondo. Si tratta d’identita non componibili in sintesi che annullerebbero le specificita e le
differenze.31
L'educazione interculturale, nell'accogliere tutti i contenuti di esperienze di cui i
soggetti sono portatori, contribuisce alla formazione di uno stile di reciproca comprensione
e di rispetto anche in materia di credo religioso. L'educazione interculturale non ha un
proprio credo da proporre né un agnosticismo da privilegiare. Essa riconosce il valore della
realta religiosa come dato storicamente, culturalmente e moralmente incarnato nella realta
sociale multiculturale in cui i soggetti vivono e si formano e, in quanto tale, e oggetto di
attenzione l'esperienza religiosa che ogni soggetto vive nel proprio ambito in modo da
maturare sentimenti e comportamenti di rispetto delle diverse posizioni religiose e di
rifiuto di ogni discriminazione.32
Il documento
di Praga, “Dichiarazione del Comitato Internazionale di
Collegamento cattolico – ebraico” termina con queste parole di grande speranza per il
futuro: “Questo nuovo spirito di amicizia e attenzione reciproca puo essere il simbolo piu
importante che dobbiamo offrire al nostro mondo in difficolta”.
3.2. Popolarizzazione dell’ insegnamento del Papa
Il 6 marzo 1982 papa Giovanni Paolo II rivolgeva le seguenti parole ai delegati
delle Conferenze episcopali e agli altri esperti riuniti a Roma per studiare le relazioni tra
chiesa ed ebraismo: « ... voi vi siete preoccupati, durante la vostra sessione,
dell'insegnamento cattolico e della catechesi in rapporto agli ebrei e i all'ebraismo (...)
Occorrera fare in modo che questo insegnamento, ai diversi livelli di formazione religiosa,
nella catechesi fatta ai bambini e agli adolescenti. Presenti gli ebrei e l'ebraismo non solo in
31
Cf. Raymond HYLTON, Il ministero ecclesiale della guarigione miracolosa in rapporto all’ecumenismo e
all’evangelizzazione, in «Cristianesimo e cultura in Uropa», Roma, CSEO, 1991, pp. 189-193.
32
Cf. «Giornata del dialogo» Una preghiera per amare, un dialogo per conoscere, Roma, Pontificia
Universita Lateranense,<http://www.internetica.it/17gennaio06-lateranense.htm> (10.12.2006); Da Doha,
ebrei cristiani e musulmani esortati a saper vivere insieme, <http://www.internetica.it/Doha-religioni.htm>,
(10.12.2006).
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19
maniera onesta ed obiettiva senza alcun pregiudizio e senza offendere nessuno, ma ancor
piu con una viva coscienza del patrimonio comune» agli ebrei e ai cristiani.33.
3.3. Approfondire lo studio del Vaticanum II
Azione sociale e comune, la tradizione ebraica e cristiana fondata sulla parola di
Dio, e cosciente del valore della persona umana, immagine di Dio. L'amore per un
medesimo Dio deve tradursi in una concreta azione in favore dell'uomo. In accordo con lo
spirito dei profeti, Ebrei e cristiani collaboreranno di buon grado nelle ricerca della
giustizia sociale e della pace, a livello locale, nazionale e internazionale. Quest’ azione
comune puo allo stesso tempo favorire largamente una stima e una conoscenza reciproche.
Conclusione, il Concilio Vaticano II ha indicato la via da seguire per promuovere una
profonda fraternita tra Ebrei e cristiani. Ma un lungo cammino resta ancora da percorrere.
Il problema dei rapporti tra Ebrei e cristiani riguarda la Chiesa come tale, poiché e
"scrutando il suo proprio mistero" che essa fronteggia il mistero di Israele. Questo
problema conserva dunque tutta la sua importanza anche in quelle regioni dove non
esistono comunita ebraiche. Esso ha inoltre un’ implicazione ecumenica: il ritorno dei
cristiani alle sorgenti e alle origini della loro fede, innestata sull'antica alleanza,
contribuisce alla ricerca dell'unita in Cristo, pietra angolare. A questo proposito, nel quadro
della disciplina generale della chiesa e dell'insegnamento comunemente professato per
mezzo del suo magistero, i vescovi sapranno prendere le opportune iniziative pastorali.
Essi istituiranno, ad esempio, a livello nazionale o regionale, delle commissioni o
segretariati appositi, o nomineranno persone competenti con l'incarico di promuovere la
messa in atto delle direttive conciliari e dei suggerimenti qui esposti.34
33
GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai delegati delle Conferenze episcopali e altri esperti riuniti a Roma per
studiare le relazioni tra chiesa ed ebraismo, 6 marzo 1983, <http://www.sidic.org/it/docOnLineView.
asp?class=Doc00085> (12.12.2006)
34
KOWALSKI, Katolicy wobec hitleryzmu i holokaustu; Marco PAGANINI, L'antisemitismo,
<http://www.carloanibaldi.com/tribute/perche.htm> (12.12. 2006)
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20
3.4. Studiare obiettivamente la storia
Nell’ educazione storica dei giovani spesso si ritrovano tante mancanze. In Italia,
nel 1995, la Federazione Italiana Psicologi ha svolto una ricerca il cui obiettivo era far
prendere coscienza ai ragazzi sia dell’attualita del problema sia della loro poca conoscenza
della storia recente italiana.
Ecco riportati qui di seguito i risultati dell’indagine svolta su 1000 soggetti tra i 16 e i 24
anni (1995):
-
Il 37% ignora che il fascismo promulgo leggi razziste;
-
Il 16% nega che il fascismo promulgo leggi razziste;
-
Il 24% non ne ha sentito parlare.
-
il 41% non sa che Mussolini promulgo una legislazione antiebraica.
-
Il 90% ignora l’esistenza del campo di sterminio e del forno
crematorio di Risiera San Sabba.
Nei conflitti la storia e stata molte volte il punto di partenza. Dovrebbe allora essere
studiata obiettivamente e criticamente, ricordandosi di alcuni obiettivi formativi:
-
Superare atteggiamenti di pregiudizio nei confronti degli ebrei;
-
Acquisire un atteggiamento di rispetto e dialogo;
-
Rifiutare di aderire a giudizi sommari;
-
Prendere coscienza del vincolo che lega spiritualmente cristiani ed
ebrei, del grande patrimonio spirituale comune.
Storicamente si possono ritrovare tantissimi contenuti. E’ impossibile quindi avere
una conoscenza approfondita di tutto. Ci sono, pero, alcuni aspetti che sembrano essere
fondamentale:
-
Le radici dell'antisemitismo;
-
Le accuse mosse agli ebrei dalla propaganda antisemita;
-
Le cause della diaspora;
-
Le motivazioni storiche della costituzione del ghetto;
-
I pronunciamenti della Chiesa circa l’antisemitismo;
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21
-
Le linee guida della Chiesa nei confronti delle altre religioni.35
Sarebbe possibile anche organizzare le visite guidate:
-
al museo e alla sinagoga del ghetto di Venezia;36
-
alla sinagoga di Trieste;
-
a Risiera San Sabba(Trieste), campo d’internamento fascista;
-
campo di Fossoli (Modena).37
3.4. Educare all’ anti-omofobia e all’anti-xenofobia
L’antisemitismo e oggi oggetto non solo di storia ma di cronaca perché purtroppo,
anche nelle nostre citta, sempre piu si verificano episodi di antisemitismo frutto di una
logica che vede il “diverso da noi” come pericolo. Pensare che «ogni straniero e
nemico»ha portato all’antisemitismo, ha portato ad Auschwitz ed e un filo nero di pensiero
che ha attraversato tutta la storia recente fino ai lager della ex-Yugoslavia pensati, voluti,
creati sotto gli occhi indifferenti della comunita internazionale.
La realta della societa globale rende di particolare attualita l'attenzione della scuola
alle tematiche connesse all'educazione interculturale quale condizione strutturale della
societa multiculturale. Il compito educativo, in questo tipo di societa, assume il carattere
specifico di mediazione fra le diverse culture di cui sono portatori gli alunni: mediazione
non riduttiva degli apporti culturali diversi, bensi animatrice di un continuo, produttivo
confronto fra differenti modelli.
L'educazione interculturale si estende pertanto alla complessita del confronto fra
culture, nella dimensione mondiale ed europea dell'insegnamento, e costituisce la risposta
piu alta e globale al razzismo, all'antisemitismo, alla xenofobia e all'intolleranza. Essa
comporta la disponibilita a conoscere e a farsi conoscere, nel rispetto della identita di
ciascuno, in un clima di dialogo e solidarieta.
35
Cf. Ibid.; Léon POLIAKOV, Storia dell'antisemitismo,Da Cristo agli ebrei di corte, Roma, Sansoni, 2004.
36
Cf. <http://www.doge.it/ghetto/> (12.12.2006).
37
Cf. <www.fondazionefossoli.org/> (12.12.2006).
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22
L'educazione interculturale avvalora il significato di democrazia, considerato che la
"diversita culturale" va pensata quale risorsa positiva per i complessi processi di crescita
della societa e delle persone. L'obiettivo primario dell'educazione interculturale, pertanto,
si delinea come promozione delle capacita di convivenza costruttiva in un tessuto culturale
e sociale multiforme. Essa comporta non solo l'accettazione ed il rispetto del diverso, ma
anche il riconoscimento della sua identita culturale, nella quotidiana ricerca di dialogo, di
comprensione e di collaborazione, in una prospettiva di reciproco arricchimento.
Va sottolineato che l'educazione interculturale, pur attivando un processo di
acculturazione, valorizza le diverse culture di appartenenza. Compito, questo, assai
impegnativo, perché la pur necessaria acculturazione non puo essere ancorata a pregiudizi
etnocentrici.
Ogni intervento che si colloca su questo piano tende cosi, anche in assenza di
alunni stranieri e nella trattazione delle varie discipline, a prevenire il formarsi di stereotipi
e pregiudizi nei confronti di persone e culture e a superare ogni forma di visione
etnocentrica, realizzando un'azione educativa che sostanzia i diritti umani attraverso la
comprensione e la cooperazione fra i popoli nella comune aspirazione allo sviluppo e alla
pace.
E’ in questo spirito che si dovrebbero costruire le linee guida della formazione di
ognuno. Il problema infatti non riguarda solo l’antisemitismo ma anche molto altri e piu
nascosti livelli della vita sociale. Fortunatamente scuole e organizzazioni hanno costruito
progetti educativi fra cui:
-
Educazione ai diritti: oltre il razzismo, antisemitismo e pregiudizio
-
Dialogo interreligioso
-
Educazione alla solidarieta e allo sviluppo
-
Convivenza democratica e nuova cittadinanza
Ci sono anche documenti dello stato italiano che trattano questo problema:
-
Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, 23 aprile 1992,
Pronuncia di propria iniziativa sull'Educazione Interculturale nella
scuola.
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23
-
Consiglio Nazionale Della Pubblica Istruzione, 24 marzo 1993,
Pronuncia in merito a "razzismo e antisemitismo oggi: ruolo della
Scuola".
-
Consiglio Nazionale Della Pubblica Istruzione, 23 febbraio 1995,
Pronuncia di propria iniziativa su "Educazione civica, democrazia e
diritti umani".
-
Circolare n.56, 6 febbraio 1995, Campagna europea dei giovani
contro il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo e l'intolleranza.
Sono molte le iniziative che si sono sviluppate nelle scuole a testimonianza della
sensibilita e positiva reattivita di fronte ai guasti delle distorsioni e delle insufficienze
culturali del razzismo. Esse testimoniano anche il consistente tasso di professionalita
esistente nella scuola.38
3.5. Promozione della cultura ebraica
La promozione della cultura ebraica sarebbe una delle strade piu facile da
realizzare.39 Perché conoscendo la cultura di qualcuno abbiamo gli strumenti per
conoscerla. Si potrebbero cosi organizzare le settimane della cultura ebraica, della musica
ebraica, spettacoli, mostre e cosi via. Molto interessante e di facile attuazione potrebbe
essere la visione di film, che lascia largo spazio alle emozioni e alle discussioni, vivamente
consigliata agli insegnanti sia delle scuole elementari che medie. Ecco di seguito alcuni
titoli:
-
Arrivederci ragazzi, L.Malle, Francia 1987.
-
Cognome e nome: Lacombe Lucine, Louis Malle, Francia, 1974.
-
Diario di un italiano, Sergio Capogna, Italia, 1973.
-
Europa Europa, Agnieszka Holland,1991, Francia/Germania.
-
Giulia, Fred Zinnemann, Stati Uniti d'America, 1977.
38
Cf. Nedo BARACANI, Il pregiudizio antisemitico. Una ricerca-intervento nella scuola, Milano,
Tipomonza, 1999, pp. 17-66, 171-250.
39
Cf. ibid., pp. 107-154.
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24
-
Il pianista, Roman Polanski, Gran Bretagna/Francia/Germania/
Polonia, 2002.
-
La Rosa Bianca - Sophie Scholl, Marc Rothemund, Germania, 2005.
-
La vita e bella, Roberto Benigni, Italia, 1997.
-
Schindler's List, Steven Spielberg, Stati Uniti d'America, 1993.
-
Train de vie - Un treno per vivere, Radu Mihaileanu, Francia/Belgio,
1998.40
CONCLUSIONE
Concludendo si puo dire che il tema dell’antisemitismo e estremamente delicato e
complicato, coinvolgendo tanti e diversi livelli:
-
politico-istituzionale
-
legislativo-poliziesco
-
scolastico-educazionale
-
politico-invasionistico
-
economico-finanziaria
Non credo che al momento sia possibile dare una proposta chiara e concreta.
Nonostante lo studio fatto, abbastanza ampio e comprensivo, sono consapevole della
presenza di molte lacune e di argomenti che sono stati soltanto accennati e che necessitano
di un ulteriore approfondimento. Rimangono aperte molte domande a cui non e stata data
risposta.
Questo lavoro mi ha dato comunque la possibilita di osservare piu da vicino il
problema dell’antisemitismo e d’invogliarmi ad approfondire l’argomento nella storia della
popolazione polacca.
40
Altri film si possono trovare a questa pagina: http://www.ariberti.it/scuola/ebrei/film/filmografia.htm.
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25
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