EBRAISMO E CINEMA: LA CULTURA EBRAICA ATTRAVERSO LE IMMAGINI
“YENTL”
Regia: Barbra Streisand
Interpreti principali: Barbra Streisand, Mandy Patinkin, Ami Irving.
Genere: drammatico
Anno: USA 1983
Trama
Yentl è una giovane donna ebrea che vive con il padre rabbino in un villaggio polacco (shtetl) nei primi
anni del 1900.
La ragazza vuole istruirsi e studiare i testi religiosi che sono proibiti alle donne e il padre le concede di farlo
di nascosto.
Quando il padre muore Yentl scandalizza gli abitanti del villaggio recitando la preghiera funebre (Kaddish)
che solo agli uomini è permesso recitare.
Poi si taglia i capelli, si traveste da uomo e si reca nella città vicina per poter frequentare la scuola religiosa
(yeshiva) dove potrà, finalmente, approfondire lo studio del Talmud e della Torah.
Riesce nel suo intento, ma la sua scelta di “fingersi uomo” la porterà a vivere situazioni paradossali oltre
che a decidere cosa vuole essere veramente.
Il soggetto del film
Il film è tratto dal racconto “Yentl, the yeshiva boy” dello scrittore polacco naturalizzato statunitense Isaac
Bashevis Singer, contenuto nella raccolta intitolata “Gimpel l’idiota” pubblicato in yiddish nel 1960 e
tradotto in inglese nel 1983.
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Figlio di un rabbino chassidico e fratello di Israel Joshua Singer, che diventerà il presidente del Congresso
Ebraico Mondiale, ha trascorso gli anni dell’infanzia in villaggi e quartieri di Varsavia immersi nella
tradizione ebraica studiando il Talmud, diverse lingue straniere e leggendo molto.
Inizia a lavorare come correttore di bozze per un giornale ebraico pubblicato dal fratello Israel, poi diventa
traduttore in yiddish di opere di Thomas Mann, Erich Maria Remarque, Gabriele D’Annunzio.
Il suo primo romanzo è “Satana a Goray” su eventi del XVII secolo legati alla figura del falso messia Sabbatai
Levi.
Nel 1935 emigra negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni naziste.
Nel 1943 diventa cittadino americano e alcuni suoi romanzi vengono usati come soggetti nella
cinematografia USA.
Lo scrittore è stato insignito del Nobel per la letteratura nel 1978.
Sembra che lo scrittore, per il personaggio di Yentl, si sia ispirato alla sorella Ester Singer Kreitman, autrice
di due romanzi e di una raccolta di racconti, che è sempre stata interessata al tema della condizione della
donna intellettuale di origine aschenazita e che ha dovuto accettare un matrimonio combinato dalla
famiglia.
La regista e interprete principale
Barbra Streisand è nata a Brooklyn nel 1942, nel quartiere di Williamsburg, dove si trova la più alta
concentrazione di Ebrei Hassidici del mondo (60.000 abitanti circa) provenienti in origine dalla comunità
ungherese di Satmar dalla quale erano fuggiti in seguito alle persecuzioni naziste.
I nonni paterni e materni erano ebrei emigrati in USA dalla Russia.
Da bambina frequenta la yeshiva di Brooklyn dove “debutterà” a 7 anni cantando nel coro.
Dopo aver svolto diversi lavori per poter campare, si esibisce per la prima volta in un noto bar gay del
Greenwich Village a Manhattan ed è subito successo.
Nel 1962 canta a Broadway in un musical che rimane in cartellone per diverse stagioni e che la impone, alla
grande, nel panorama musicale degli USA dove vince una gran numero di premi.
Parallelamente intraprende anche la carriera di attrice (per la quale guadagna due oscar), di regista e di
produttrice (possiede una propria casa di produzione, la Barwood film).
Durante la sua lunga carriera di attrice mostra una grande coerenza interpretando sempre ruoli in cui può
ribadire la propria identità religiosa e culturale.
Con le sue caratteristiche fisiche così peculiari, veste, di volta in volta, i panni della donna
“anticonvenzionale, fuori dagli schemi”.
Ad esempio in “Come eravamo” di Sidney Pollack interpreta un’ intellettuale ebrea e comunista che,
durante il Maccartismo, difende gli attori e i registi processati come comunisti, in “Funny girl” di William
Wyler ripercorre le vicende della cantante e attrice ebrea Funny Brice e perfino in un film di evasione come
“Mi presenti i tuoi?” di Jay Roach si ritaglia il ruolo di un’ asfissiante “mamma ebrea” che è pure
psicoterapeuta del sesso (sulla scia dei grandi psicoanalisti ebrei come Freud e Jung).
Non è amata dagli Ebrei ortodossi per le sue posizioni liberali, essendo molto vicina alle lotte della scrittrice
e giornalista femminista Aviva Cantor fondatrice, nel 1968, della “socialist zionist organization” e nel 1976
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della rivista “Lilith” che ha condotto una lotta per l’uguaglianza delle donne e degli uomini nella vita
secolare degli Ebrei. Il gruppo si è attivato per l’inclusione delle donne nella vita comunitaria con la
possibilità di accedere allo studio della Torah e di diventare rabbine e le loro battaglie hanno consentito a
molte donne ebree di accedere a quella carica (dalla prima rabbina americana che è del1985 oggi se ne
contano diverse centinaia).
Nel 1971 Barbra Streisand finisce pure sulla lista “nera” degli artisti di sinistra voluta dal presidente Nixon.
L’attrice possiede una fondazione che si occupa di aiutare le persone disagiate e di cause politiche, sociali e
ambientali.
E’ sostenitrice dei Democratici e ha appoggiato pubblicamente Al Gore e l’attuale presidente B. Obama.
Nel 2013, dopo 30 anni di assenza, si è recata a Gerusalemme con una folta delegazione di politici e di
artisti di fama mondiale dove è stata accolta dall’allora presidente Shimon Peres con tutti gli onori e
insignita della laurea ad honorem in filosofia.
Durante la cerimonia, dopo aver intonato una preghiera ebraica, ha denunciato le persecuzioni degli
haredim contro le donne costrette a sedere dietro nei bus e aggredite se tentano di pregare al muro del
pianto.
Yentl è un film da lei fortemente voluto. Dopo aver letto il racconto di Singer si rivolge a diversi produttori
per poterlo realizzare, ma nessuno è disposto a buttarsi nell’impresa.
Così, per realizzare il suo obiettivo, decide di finanziare essa stessa il film e, per raccogliere i soldi necessari,
interpreta anche film di scarso successo.
Dopo 15 anni dalla lettura del racconto riesce così a dirigere, interpretare, sceneggiare e produrre il film.
Il film, candidato a 5 Oscar, ne riceve uno solo per la colonna sonora, ma ha un notevole successo di
pubblico, mentre i critici sono poco entusiasti.
Il film è uscito nello stesso anno (1983) in cui il Jewish Theological Seminary di New York (la più importante
istituzione di insegnamento superiore a metà strada tra l’ebraismo conservatore e quello liberale) ha
aperto le iscrizioni anche alle donne.
Gli altri interpreti principali
Mandy Patinkin, che è un affermato tenore e cantante yiddish, interpreta Avigdor lo studente che diventa
amico di Yentl. Nel film non vengono sfruttate le sue doti canore, perché è Barbra Streisand a cantare tutte
le canzoni. Questo fatto, a quanto si dice, ha causato non pochi attriti fra i due attori durante le riprese.
Oggi è un attore della famosa serie “Criminal Minds”.
Amy Irving, figlia d’arte (il padre è il regista cinematografico Jules Irving) interpreta il ruolo della donna
amata da Avigdor e costretta a sposare Yentl.
All’epoca l’attrice era sposata con il regista ebreo Steven Spielberg che, forse per questo, ha definito il film
“un capolavoro”.
Caratteristiche del film
E’ un film “en travesti” che contiene elementi umoristici e romantici scanditi questi ultimi dai brani musicali
cantati dalla Streisand ( ben 11 canzoni!).
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Il tema del travestimento è ben presente nella cultura ebraica.
Nel film travestirsi, diventare un “altro” consente alla protagonista di sopravvivere e di realizzare il suo
sogno anche se, così facendo, perde la sua vera identità.
L’umorismo è un altro tratto distintivo della cultura ebraica: affinato da secoli di angherie e di soprusi, ma
anche dall’arte della sottigliezza, permette di sdrammatizzare gli eventi e di vendicarsi di tutte le
sopraffazioni.
Yentl è stato definito un film sul coraggio di combattere per ciò in cui si crede e di sfidare i preconcetti di un
mondo che ci vuole ingabbiare nei suoi stereotipi.
Fra le frasi celebri del film da ricordare è la seguente:” Saggio è colui che da tutti apprende”.
Recensioni
Come scritto precedentemente il film ha avuto critiche poco entusiasmanti.
Ignorato dagli Ebrei ortodossi ha convinto poco anche gli Ebrei più liberali.
Alberto Lecco, scrittore italiano ebreo, che ha analizzato a fondo l’intreccio fra narrativa ed Ebraismo ha
definito il film “ambiguo” in quanto gli Ebrei sono descritti in bilico fra la soggezione alla religione e la
vocazione ad integrarsi.
Morando Morandini ha definito il film “un monumento all’attrice, sontuoso, prolisso, scaltro, tenero,
manieristico”
Paolo Mereghetti lo ha definito “ambizioso, fastoso e artificiale, unicamente per i fan della Streisand”
inoltre ha notato che il tema della ghettizzazione degli Ebrei nella cattolicissima Polonia è stato appena
accennato.
Il giornalista Fabio Rubino è una delle poche voci fuori dal coro. Afferma: “Yentl rende molto bene
l'importanza della cultura ebraica in Europa ed il contributo che essa ha apportato nella definizione dei
nostri comuni valori. E' un film molto delicato, costruito appositamente per le caratteristiche di Barbra
Streisand, sia di presenza scenica sia di prestazioni canore. Tuttavia... il finale è tipicamente
hollywoodiano... In America sono sempre i più bravi, i più buoni, i più belli, i più liberi... (e conoscendo la
storia europea tra il 1939 ed il 1945... noi europei non possiamo che tacere, purtroppo)”.
YENTL
Il film ci porta in un povero, tipico shtetl del nord Europa inserendoci in un ambiente tipicamente
ebraico, in cui i ruoli maschili e femminili sono ben definiti e mai interscambiabili. Ce lo
sottolineano le immagini di donne dalla testa coperta o con la parrucca intente ai tipici lavori
femminili come la spesa al mercato ( l’osservazione attenta delle carpe, piatto solitamente usato
per la cucina dello shabbat che devono essere rigidamente kasher, quindi prive di difetti ;
l’alternativa che può essere data dal pollo, dato che la kasherut lascia spazio a ben pochi tipi di
carne), la sottolineatura che l’unica ambizione della donna è la famiglia e quindi il matrimonio,
l’attenzione portata ai romanzi illustrati che alimentano sogni e illusioni, convincendo ad accettare
e forse a subire la propria condizione.
Il racconto di Singer “Yentl, lo studente della Yeshivà” tratto dal libro “Gimpel l’idiota” che ha
suggerito la trama del film lo evidenzia bene attraverso una domanda: ”Che cos’è di una fanciulla
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una volta terminate le feste nunziali? Incomincia subito a rimanere incinta e a partorire. E la
suocera comanda a bacchetta.”
Il compito della donna nello sthetl e in generale nel mondo ortodosso anche odierno è proprio
questo: vivere all’interno della casa, a servizio della famiglia, occupandosi dei figli, della liturgia
familiare con i suoi riti e i suoi obblighi e in più spesso gestendo in proprio delle attività che le
consentono di mantenere il marito che studia. (Nel racconto di Singer la moglie di Avigdor, Peshe,
investe la propria dote nell’acquisto di un negozio in cui si vendono aringhe, pece, vasellame,
pentole ma poi scontenta in quanto il marito non la supporta nella sua fatica, se la prende con lui e
lo aggredisce)
Il film ci presenta subito una donna particolare, diversa dalle altre perché non si vuole rassegnare
a questa condizione femminile limitativa, che non lascia spazio ad altro. E’ l’unica figlia di un dotto
rabbino vedovo che la ama profondamente e che sembra essersi situata in un posto sbagliato
all’interno della rigida società in cui vive, come sottolinea il venditore di libri quando la vede
consultare testi religiosi destinati ai soli uomini. Di fronte al suo rifiuto di venderle tali libri la
ragazza chiede :<<E’ la legge?>>, come a sottolineare che una tradizione inveterata può anche
essere superata, non è prescrittiva come la si intende. Del resto il padre non le ha impedito di
imparare ad amare la Torah e persino il Talmud e di fronte alla sua intelligenza vivace, alla sua
curiosità pronta, al suo bisogno di porsi domande, pur sentendosi un po’ in colpa, ha condiviso
questo studio con lei. E’ stato lui il chaver, il compagno con cui è importante confrontarsi in ogni
momento dello studio.( Il racconto di Singer per la verità ci parla di un padre costretto a letto per
la sua malattia, quindi desideroso di compagnia, più disponibile, più rassegnato, meno pronto a
riportare la figlia al proprio ruolo, pur esprimendo di tanto in tanto il desiderio che trovi un
giovane che abbia cura di lei e si preoccupi di lei, chiedendosi:<<Cosa sarà di te?>>)
Il racconto di Singer pare giustificare i bisogni di Yentl descrivendola quasi fallita come donna: non
sa cucinare né lavorare a maglia, lascia bruciare il cibo, il suo budino del sabato non riesce mai
bene e la pasta per la challà non lievita. Il padre è costretto ad ammettere:<<Tu hai l’anima di un
uomo>>. Persino fisicamente Singer la descrive un po’ androgina: alta, magra, ossuta, con piccoli
seni e fianchi stretti e racconta:<<Nei pomeriggi del sabato, quando il padre dormiva, indossava un
paio di calzoni, lo scialle frangiato, il giubbetto di seta, si metteva lo zucchetto di lui, il suo cappello
di velluto e studiava la propria immagine nello specchio. Aveva tutto l’aspetto di un bel giovanotto
bruno. V’era persino una lieve peluria sul labbro superiore. Soltanto le spesse trecce tradivano la
sua femminilità.>>
Questa giovane Eva pare corrispondere al primo racconto biblico della creazione quando si dice:
“…maschio e femmina lo creò”. Il primo uomo aveva dunque in sé caratteristiche maschili e
femminili, era un essere indistinto ma completo nella ricchezza delle sue qualità? Solo dopo il
peccato la donna ha un nome ed è chiamata Havva, la vivente, distinguendosi definitivamente
dall’uomo anche attraverso il parto e la sua sofferenza.
Questa donna sola, circondata da una comunità protettiva ma condizionante, che vorrebbe farla
uguale a tutte le altre donne, ben consapevole che il pensiero comune considera la donna che
studia il Talmud un demonio, osa sognare e decide di “mettere il mondo sottosopra e al
contrario”, accettando persino la temibile predizione paterna:<<…non avrai un momento di
pace>>. La sua motivazione del resto è semplice:<<Il Talmud è tutto quello che amo>> ( e qui
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viene da pensare che il verbo ebraico usato per conoscere è ‫ ידע‬yd’ , il verbo che definisce anche
una conoscenza sessuale).
Alla morte del padre sfida le convenzioni, scandalizzando tutti: pretende di recitare il Qaddish sulla
sua tomba, arrogandosi tra lo sconcerto generale un compito considerato esclusivamente
maschile ed alzando la sua voce, considerata seduttrice come quella di tutte le donne, quindi non
adatta a farsi sentire durante la preghiera; poi travestita da uomo, dopo essere tagliati i lunghi
capelli, immagine di femminilità, che normalmente vengono sacrificati solo in occasione delle
nozze in segno di sottomissione al marito, portando con sé i libri sacri, il talled del padre, i suoi
tzittzit, scappa dallo shetl alla ricerca di una yeshivà che la accolga. E’ il mese di Av, ci dice Singer,
mese di lutto per gli ebrei, quello in cui si sono compiute tutte le sue grandi sciagure, compresa la
distruzione del primo e del secondo Tempio. La data stessa sembra evocare disgrazie passate e
future.
La frase che la rende battagliera e che la accompagna nella sua fuga è tratta dai “ Pirkè avoth”, i
detti dei padri:<<Se non lotto per me stessa da sola, chi lo farà per me? E se non ora, quando?>>.
Yentl ha l’impressione di non avere altra scelta al di fuori di questa rottura radicale e certo le costa
molto metterla in opera. Pensiamo cosa significhi per una donna ebrea un travestimento da
uomo! E’ trasgredire un precetto della Torah che lo vieta e quindi un mettersi immediatamente
nella posizione di una peccatrice, tenendo conto anche che un abbigliamento maschile impone
subito una separazione dalle donne, già evidente nella sinagoga ma ancora più coercitivo nella vita
sociale. Ma significa anche mettere l’uomo in condizione di peccare per la inosservanza di norme
riguardanti la purità sessuale, rendersi colpevole nei suoi confronti, sfidare ogni convenzione… Lo
notiamo nel film osservando l’imbarazzo con cui Yentl siede accanto agli uomini, o quando è
toccata o abbracciata da loro: lei sa quale colpa sta commettendo! La ragazza, non abituata alla
compagnia maschile, si trova spaesata di fronte ai loro discorsi, così diversi dai cicalecci femminili .
Tutto è dimenticato però dal fascino delle loro parole quando gli studenti che la circondano
parlano delle yeshivoth che frequentano e del loro studio. Coinvolta nella conversazione,
timidamente fornisce il suo nuovo nome, Anshel, che è quello del fratello prematuramente
deceduto e si stupisce dei loro rapporti vivaci che arrivano alle minacce scherzose:<<Vuoi che ti
strappi le tue peioth?>> (anche lei per Singer porta i due riccioli ai lati del volto come gli altri
studenti).
Come mai gli studenti scelgono yeshivoth diverse? Sono i Maestri che li attirano e per avere un
buon Maestro sarebbero disposti ad andare in capo al mondo. Non è neppure facile essere
ammessi alla loro scuola perché la selezione è severa. Ci sono poi anche motivazioni più pratiche,
che dipendono da quanto la famiglia è disponibile a finanziare il costo dei loro studi. Quella a cui si
reca Avigdor per il quarto anno è a Bechev ed è “una yeshivà piccola…solo trenta studenti e la
popolazione della cittadina provvedeva vitto e alloggio per tutti. Il cibo era abbondante e le
massaie rammendavano i calzini degli studenti e lavavano loro la biancheria. Il quanto al rabbino di
Bechev che dirigeva la yeshivà era un genio: poteva porre dieci domande e rispondere a tutte e
dieci, dimostrando che le risposte erano quelle giuste. Quasi tutti gli studenti finivano per trovare
moglie nella cittadina” (Singer).
Questo ci mostra quanto per il mondo ebraico lo studio del Talmud fosse importante; la comunità
faceva da supporto ai giovani che si impegnavano ed era poi felice di destinarli come mariti alle
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proprie figlie così che il Talmud si mantenesse in vita per le nuove generazioni, in una trasmissione
senza fine. E’ interessante anche sentire che per l’ammissione alla yeshivà “il rabbino interroga su
ciò che sai o pensi di sapere”: il conoscere è in divenire, nessuno studio finisce mai, ma cresce, si
sviluppa con te ed ha bisogno del confronto con gli altri per essere alimentato.
Si evidenzia così la pedagogia ebraica: lo studio solitario non arriva ai risultati di uno studio con un
compagno perché nel dibattito nascono gli interrogativi, si discute, si ascolta l’opinione altrui e la
si può accogliere o contestare, affermando le proprie idee e costruendo la propria identità. Tanto
più i rapporti con il chaver si approfondiscono, tanto più la discussione è produttiva, incalzante,
senza veli, quindi la chavrutà è tanto necessaria per lo studio che si può addirittura pagare un
compagno perché studi con te. Yentl è destinata allo studente migliore, Avidgor in quanto il
rabbino si rende conto della sua preparazione, della sua abilità nel porre domande (“E’ in base alle
domande che noi scegliamo i nostri studenti, non alle loro risposte”).
Emerge subito una curiosità: mai nessuna donna prima di Yentl aveva studiato in una yeshivà? Si
sa che Brurià, la moglie di Rev Meir Bruriah fu molto ammirata per la sua profonda conoscenza di
materie relative sia alla Halakhah che all'Aggadah e si dice che abbia imparato dai rabbini 300
halakhot in un solo giorno. Era molto coinvolta nelle discussioni alakhiche del suo tempo quindi
era certo presente nella yeshivà del marito nel secondo secolo d.C. Ci sono notizie anche sulla
sapienza di Yulta, la moglie di Reb Nachman, uno dei maestri del chasidismo (1772-1810) e si sa
che le figlie del dotto Rashi studiavano il Talmud e indossavano i tefillim (1040- 1105). Si trattava
di eccezioni anche perché l’educazione maschile era sempre ben distinta da quella femminile.
Anche oggi le yeshivoth ortodosse maschili e femminili sono nettamente separate e quelle
femminili non hanno neppure lo stesso nome ma sono chiamate midrashah . Fanno naturalmente
eccezione le yeshivoth non ortodosse come la Yeshivà University di New York che si fa pubblicità
con le foto delle ragazze che la frequentano.
Lo studio è importante, ma lo è altrettanto il matrimonio: non è concepibile il fatto che un uomo
non si sposi e chi non lo fa è guardato con sospetto o con disprezzo perché non solo è importante
crescere e fare frutto, ma questa è addirittura una disposizione divina; inoltre, dato che si attende
la venuta del Messiah, ogni bambino che viene messo al mondo potrebbe essere il futuro Messiah:
come non favorire allora la sua venuta?
Nel racconto di Singer Avidgor è stato già respinto dai genitori di Adassah perché il fratello è
morto suicida e il suicidio è un crimine assolutamente esecrabile per l’ebraismo perché disprezza
l’opera divina ; quindi gli è stata trovata un’altra moglie, figlia di un ricco hassid , vedova, non bella
né intelligente ma dotata di iniziativa. Interessante è il fatto che il nome Hadassa corrisponde a
quello di Ester, la regina sposa di Assuero e che il significato di Ester sia “la nascosta”: per Avidgor
è veramente la nascosta, colei che lui ama ma non può avere; per Anshel, che subito viene accolto
nella sua casa, è pure la donna nascosta, quella che non gli è permessa, che non dovrebbe
conoscere. Nel film invece il dramma della rottura dei rapporti con Avidgor si consuma sotto gli
occhi di Anshel che ne è coinvolto perché vede il suo amico disperarsi e quindi soffre con lui e per
lui.
Sarebbe interessante a questo punto un’analisi del racconto, molto più ampio e ricco e
particolareggiato del film in quanto il regista preferisce attardarsi sulla musica ed il canto della
bella voce di Barbra Streisand e ridurre la vicenda. Soffermiamoci invece sul film che ricorre ad un
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escamotage perché Avigdor possa continuare a sperare in un rapporto con Hadassah: fare in modo
che Anshel la sposi perché Anshel è per lui come un fratello e la legge ebraica dichiara che se un
fratello muore, l’altro ha il dovere di sposarne la vedova. Si tratta di una mossa strategica che in
questo caso scaturisce da menti confuse, da contraddizioni, dall’inganno. L’annullamento del
matrimonio di Anshel potrebbe quindi restituire speranza ad Avigdor. Sarebbe come se la ragazza
restasse in famiglia. La Bibbia racconta di matrimoni con la vedova del fratello per far sussistere il
nome del fratello defunto in una discendenza; non sempre però questa soluzione risulta felice
perché talvolta il fratello vivo non accetta di mettere al mondo figli che non sono suoi o può
rifiutare con decisione queste nozze. La legge biblica recita:<<Quando alcuni fratelli vivono
insieme, e uno muore senza aver lasciato figli, la vedova non deve sposare un uomo estraneo alla
famiglia. Uno dei fratelli ha l'obbligo di prenderla in moglie. Il primo figlio che lei darà alla luce,
sarà considerato come figlio del fratello morto; così il suo nome non sarà cancellato tra gli Israeliti.
Ma se uno non vuole sposare la cognata, essa andrà in tribunale, dagli anziani, e dirà: 'Mio cognato
non vuol rispettare i suoi obblighi, e non dà a suo fratello un figlio che continui a portare il suo
nome tra gli Israeliti!. Allora gli anziani convocheranno l'uomo e lo interrogheranno. Se egli
dichiara di non voler sposare la cognata, lei gli si avvicinerà alla presenza degli anziani, gli toglierà il
sandalo e gli sputerà in faccia. Dichiarerà: “Così si tratta l'uomo che si rifiuta di dare un
discendente alla famiglia di suo fratello!”. Gli Israeliti chiameranno la famiglia di quest'uomo
“Famiglia dello scalzo”.>>(Dt 25,5-10)
Ecco allora che Anshel accecata dal suo amore sempre più grande per Avigdor, pur estremamente
combattuto perché i precetti biblici sono fermi a proposito di unioni con persone dello stesso
sesso, finisce col crollare e adeguarsi, facendo ciò che non vuole ma lasciandosi trascinare, come
se un demone si fosse impossessato di lui. Lo spiega bene Singer, illustrando il suo turbamento:
”Era in ritardo con le sue regole e a un tratto cominciò a spaventarsi…Nel Midrash Talpiot stava
scritto di una donna che aveva concepito semplicemente desiderando un uomo. Soltanto in quel
momento Yentl afferrò il significato del divieto della Torah che proibisce di indossare i vestiti
dell’altro sesso. Così facendo si ingannava non soltanto il prossimo ma anche se stessi. Persino
l’anima rimaneva perplessa trovandosi incarnata in un corpo estraneo”.
Il matrimonio con Hadassah ci introduce in rituali ebraici, ma anche nei doveri del futuro marito,
uno dei quali consiste nel dare piacere alla moglie. Il Talmud ricorda: “…state molto attenti a far
piangere una donna, che poi Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo,
non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per
essere uguale….un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere
Amata ….”
Bellissime sono le frasi citate nel film:”…discorri con lei per metterla a suo agio; dille parole che le
ispirino amore, desideri e passioni e parole di deferenza verso Dio. Non forzarla mai. Il suo umore
deve essere come il tuo. Vincila con delicatezza e seduzione. Sii paziente finché la sua passione
non sia desta. Comincia con amore e quando è nell’umore giusto, fa’ che sia soddisfatto per primo
il suo desiderio. Quello che conta è il suo piacere”.
Interessanti sono ad esempio i gruppi separati che festeggiano e la danza col padre usando un
fazzoletto per evitare che le mai si tocchino, così che la figlia non lo contamini. La ragazza ha però
doveri precisi come quello di obbedire ai desideri del marito( come quello di Anshel che le impone
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di studiare il Talmud) e di lasciargli fare ciò che lui desidera. Il rapporto di coppia dovrebbe essere
un rapporto d’amore ma non contempla un’amicizia, come osserva Hadassah stupita di fronte alla
proposta del marito.
Nella dinamica dei rapporti coniugali incisiva è anche la frase della ragazza:<<Io ho il diritto di
pretenderti>> : se l’uomo non soddisfa la donna questa può chiedere il divorzio, secondo la legge
rabbinica e risposarsi. La sua sollecitazione ad Anshel:<<E’ una benedizione farlo di sabato>>
suggerisce il fatto che i figli possono diventare dono di questa unione, che del resto è limitata solo
ai giorni del mese in cui la donna è fertile.
Singer sottolinea bene bene il travaglio di Anshel dopo questo matrimonio fittizio accanto d
Hadassah che si innamora di lui, ai suoceri che gli vogliono bene e a Avidgor di cui è
innamorata:<<Giacere con Hadassah e trarla in inganno era divenuto sempre più penoso. L’amore
e la tenerezza di Hadassah lo colmavano di vergogna. La devozione della madre di lei e del suocero
e la loro speranza di avere un nipote costituivano un grave fardello. Ogni venerdì pomeriggio tutta
la popolazione della cittadina andava ai bagni ed ogni settimana Anshel doveva inventare un
nuovo pretesto. Ma la cosa cominciava a destare sospetti. Si diceva che Anshel doveva avere una
laida voglia o l’ernia o che forse non era stato debitamente circonciso. Tenuto conto della sua età
la barba avrebbe dovuto senza dubbio spuntargli e invece le gote gli rimanevano imberbi>>. La vita
ebraica è presente in queste righe, dalla preparazione alla gioia del sabato attraverso i bagni
rituali, alla circoncisione, al desiderio di trasmissione della vita.
Diventa inevitabile pensare a come annullare queste nozze ed Anshel propone a Avidgor il viaggio
a Lublino, come fanno gli studenti nel periodo di Pesah per acquisti di libri, promettendogli anche
di svelargli un segreto. Ed ecco il disvelamento in cui Yentl si rivela all’amico donna e gli confessa il
suo amore, ma lasciandogli il modo di riunirsi all’amata Hadassah attraverso un atto di divorzio.
Non accetta il suo desiderio di un matrimonio con lei perché Avigdor non riesce a staccarsi dai
preconcetti sul ruolo femminile a cui i costumi lo hanno abituato. A Yentl, il cui amore per lo studio
della Torah e del Talmud supera l’amore per un uomo, non resta che scegliere di andarsene,
portando il peso della sua decisione.
Manca nel film tutto il travaglio di Avigdor quando scopre che Yentl è una ragazza.<<Si morse le
labbra, si pizzicò le cosce. La timidezza lo afferrò e non riuscì più a parlare senza balbettamenti…Gli
accadde di pensare che Anshel fosse un demone. Si riscosse, come per strapparsi da un incubo>>.
Solo quando riprendono a studiare insieme, molto cambia:<<A tutta prima parve strano a Avidgor
discutere di Sacre Scritture con una donna, eppure, di lì a non molto, la Torah li aveva riuniti.
Sebbene i loro corpi fossero diversi, le anime erano della stessa specie>>. Ma poi <<..prese a
enumerare le colpe di Anshel e si rese conto di esservi coinvolto egli stesso, in quanto si era
seduto accanto a Yentl e l’aveva toccata nei suoi giorni impuri. Santo Dio, e che cosa si doveva dire
del suo matrimonio con Hadassah? Quale moltitudine di peccati, in quel caso! Inganno
premeditato, falsi giuramenti, false dichiarazioni!>>.
Appare chiaro in queste parole il senso del peccato, chet in ebraico che significa sbagliare il
bersaglio: per amore dello studio, privilegio maschile, Yentl ha portato dolore e tragedia nella
propria vita e in quella degli altri: non le resta ora che andarsene ( anche se Singer non ce lo
racconta), come nella maledizione dell’ebreo errante sempre alla ricerca di una patria che non
trova e che è la patria dell’anima.
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Nella sua bella canzone Barbra Streisand ci racconta la necessità di osare, di prendere il volo e la
bella cicogna che ha scandito con le sue grandi ali aperte nel cielo alcune fasi del film sembra
assurgere a simbolo di questo andare oltre. Cicogna in ebraico si dice chasida e questo termine
significa amore, misericordia, pietà. Da Geremia 8,7ricaviamo una lezione:<<Persino la cicogna nei
cieli conosce i tempi suoi>>: forse Yentl ha precorso i tempi, non è stata saggia, ha voluto aprire
porte che era prematuro aprire. Inoltre questo bellissimo uccello migratore si sposta vero i paesi
biblici; ci parla di Israele e della terra promessa, quindi del Tempio che è la casa del Signore e dello
studio della sua Parola. E’ però un animale impuro, non casher, quindi escluso dalla mensa. La
colomba bianca poi è simbolo di fedeltà al compagno e gli sta vicino per tutta la sua vita, facendo
con lui ritorno al nido. Quanti sono gli spunti che si potrebbero trarre da queste parole in relazione
al contenuto di questo film!
Yentl, resa impura dal suo desiderio di conoscere, mantiene la fedeltà alla propria scelta e se ne
va, probabilmente verso l’America dove forse le sarà più facile studiare senza bisogno di
presentarsi altra da sé.
Ricordiamo che solo nel 1983 il Jewish Theological Seminary, la più importante istituzione
culturale dell'Ebraismo conservatore - gruppo maggioritario negli Stati Uniti - ha aperto le iscrizioni
anche alle donne.
Mi piace citare alcuni personaggi biblici che Singer nomina in relazione a questa vicenda,
aiutandoci ad inserirla in un contesto ancora più ebraico: Avidgor e Amshel sono paragonati a
Gionata e a Davide per la loro profonda amicizia. Avidgor definisce il suo rapporto con Amshel
come quello tra Giacobbe e Beniamino, le cui vite erano strettamente legate l’una all’altra.
Avigdor sparge il suo seme come Onan per evitare che la moglie rimanga incinta. La Torah viene
dunque inserita nel quotidiano e parla la vita di tutti i giorni!
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