Dio ordinò ad Aronne di stendere la mano sul Nilo: saltarono fuori tante e tante rane che tutto l’Egitto ne fu ricoperto. Invadevano i cortili dove i bambini giocavano , entravano nelle case, si infilavano sotto le coperte, si mescolavano al pane nei forni e nelle madie … Mosè (terza parte) Mosè e Aronne radunarono i capi d’Israele, e Aronne riferì la promessa del Signore di liberarli dalla schiavitù d’Egitto. Mosè compì davanti a loro le cose meravigliose che Dio gli aveva dato potere di fare; e i capi ringraziarono Dio che si era ricordato di loro. Poi Mosè e Aronne andarono a dire al Faraone: « Il Signore Dio ti ordina: Lascia partire Israele perché mi celebri una festa nel deserto ». Il faraone si adirò e disse: « Chi è questo Dio, perché io ascolti e lasci partire quella gente? ». Egli non volle obbedire al Signore, anzi, pretese che gli operai ebrei si cercassero la paglia e preparassero lo stesso numero di mattoni. Il popolo accusò Mosè di avergli aggravato il lavoro. Allora Mosè e Aronne ritornarono dal faraone per ripetergli il comando del Signore: « Lascia partire il mio popolo ». Ma il faraone restò fermo nel suo proposito. Allora Mosè distese la mano e gettò il bastone, ed esso diventò un serpente che divorò altri serpenti. Il faraone e la corte subirono la sfida ma non si arresero. Un’altra volta mentre il Faraone scendeva al Nilo, Aronne alzò il bastone, percosse le acque: le acque dell’Egitto divennero rosse come il sangue e tutti i pesci del fiume morirono. Il castigo pesò per sette giorni sull’Egitto, ma non piegò il faraone. Dio ordinò ad Aronne di stendere la mano sul Nilo: saltarono fuori tante e tante rane che tutto l’Egitto ne fu ricoperto. Invadevano i cortili dove i bambini giocavano , entravano nelle case, si infilavano sotto le coperte, si mescolavano al pane nei forni e nelle madie … Allora il faraone si rivolse a Mosè e promise di mandare libero Israele se avesse ottenuto la cessazione di quel flagello. Mosè domandò: « Per quando vuoi questo favore dal mio Dio? ». « Per domani! » - rispose il faraone. Mosè pregò, e Dio fece cessare quella sventura. « Ora ci lascerà andare! » - dicevano gli Ebrei. Il faraone, però, continuò a trattenere Israele. Avveniva, infatti, che appena sopraggiungeva il castigo il faraone prometteva di lasciare partire il popolo; ma quando per la preghiera di Mosè, il flagello cessava, il faraone non manteneva a promessa. Fu allora che Dio mandò la peste per tutto l’Egitto, e colpì il bestiame piccolo e grosso degli Egiziani. Il faraone mandò i ministri e vedere che ne era del bestiame degli Ebrei. Essi, molto meravigliati, ritornarono a riferirgli: « Il bestiame degli Ebrei è rimasto incolume, e se ne sta a pascolo o al lavoro ». Il faraone comprese che il castigo veniva dal Signore,ma non cedette neppure questa volta. Mosè ritornò dal faraone con questa parola del Signore: « Lascia uscire il mio popolo. Se rifiuterai farò piombare sul paese una nuvola di cavallette ». Mosè lasciò la reggia e i ministri dissero al faraone: « Lasciali andare! Non vedi che l’Egitto va in rovina? ». Allora il faraone fece venire Mosè e Aronne e ordinò: «Andatevene! Però, partirete soltanto vuoi uomini ». Mosè si indignò e, giunto fuori dalla città, stese la mano: le cavallette vennero dall’est e mangiarono il tutto e non rimase una foglia verde. Chiamati in fretta Mosè e Aronne, il faraone disse: « Ho peccato contro Dio e contro di voi. Perdonatemi! E pregate il Signore che ci liberi di questa sventura ». Mosè pregò, e Dio volse il vento verso il Mar Rosso. Esodo 5; 7-10