AIDAP Journal Observer Giornale di aggiornamento scientifico dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP) http://www.aidap.org Agosto 2011 AIDAPJ Journal Observe AIDAPJ Journa Observe Direttore Scientifico Dr. Riccardo Dalle Grave Segretario Scientifico Dr. Lucia Camporese Direttore Responsabile Dr. Mauro Cappelletti Presidente AIDAP, responsabile scientifico Unità di Riabilitazione Nutrizionale, Casa di Cura Villa Garda (VR) Psicologa psicoterapeuta, Unità Locale AIDAP Padova Medico Psicoterapeuta, Segretario AIDAP, Unità Locale AIDAP Torino Hanno collaborato in questo numero: Dr. Federica Bignotti Socio Ordinario Brescia Dr. MariaPia Bagnato Bulgarelli Uol Modena Dr. Simona Calugi Uol Firenze/Empoli Dr. Lucia Camporese Uol Padova/Vicenza Dr. Sara Cappelletti Uol Torino Dr. Sergio Colombi Uol Milano 2 Dr. Cristiana Conti Uol Firenze/Empoli Dr. Marwan El Ghoch Uol Vicenza Dr. Antonino Faillaci Uol Trapani Dr. Lorella Fornaro Uol Parma Dr. Adolfo Fossataro Uol La Spezia Dr. Amelio Marchi Uol Rimini Dr. Manuela Marchini Uol Rimini Dr. Elisabetta Messineo Uol Reggio Calabria Dr. Lisa Reverberi Uol Reggio Emilia Dr. Stefania Rosi Uol La Spezia Dr. Maria Grazia Rubeo Uol Roma Dr. Giancarlo Sarno Uol Genova Dr. Diana Soligo Uol Padova/Vicenza Editore Positive Press, Via Sansovino 16, 37138 Verona e-mail: [email protected] Eric Stice | Katherine Presnell PROGETTO CORPO Promuovere l’accettazione del corpo e prevenire i disturbi dell’alimentazione Edizione italiana a cura di Riccardo Dalle Grave La nostra è una società in cui la magrezza, femminile in particolare, è idealizzata anche a costo della salute. Questa guida per i conduttori presenta un programma di intervento di gruppo per ragazze adolescenti e giovani a rischio di sviluppo di disturbi dell’alimentazione. Basato su 16 anni di ricerca ed è stato portato a termine da più di 1000 adolescenti e giovani donne. Può essere somministrato con efficacia da operatori del mondo reale, quali consulenti scolastici, infermieri e insegnanti. Fornisce tutte le informazioni necessarie per implementare il programma con successo, tra le quali una spiegazione della teoria della Dissonanza Cognitiva, le strutture delle sessioni complete degli esercizi e alcuni consigli su come formare i conduttori del programma e reclutare le partecipanti. Il libro verrà presentato al workshop dal titolo: THE BODY PROJECT: PROMOTING BODY ACCEPTANCE AND PREVENTING EATING DISORDERS FACILITATOR GUIDE, il 4 novembre 2011, all’Hotel San Marco VERONA, che sarà tenuto da Eric Stice (University of Texas at Austin). È prevista la traduzione simultanea. 20,00 Euro POSITIVE PRESS | VIA SANSOVINO 16, 37138 VERONA | TEL. 045 8103932 | FAX 045 8102884 | E-MAIL: [email protected] PER LA CONSULTAZIONE DEL CATALOGO COMPLETO VISITATE IL SITO SITO: WWW.POSITIVEPRESS.NET MODULO D’ORDINE (codice ISBN-88-8429-056-2) Forme di pagamento: Contrassegno Versamento su c.c. postale n.18287375 Positive Press (allegare copia del bollettino) Assegno bancario o circolare intestato a Positive Press Cognome ..................................................................... Nome ............................................................................. Indirizzo ................................................................................................................................................................. CAP ................................. Città .................................................................................. Prov. .............................. 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Review sulle raccomandazioni presenti in clinica ....................................................................................... 13 Perdita di peso intenzionale e modificazione dei sintomi della depressione: una revisione sistematica e metanalisi ......................................................................................................... 13 Un programma di attività fisica basato sulla scuola può prevenire l’obesità ................................................ 14 Percezione dell’obesità in sé e negli altri .................................................................................................... 15 ALTRO Valutazione del potenziale della tassazione delle bevande zuccherate, per ridurne il consumo e ottenerne dei guadagni ....................................................................................... 15 Norme percepite per la magrezza e la muscolosità fra gli studenti di un college: che cosa vogliono realmente uomini e donne? ........................................................................................... 16 Il consumo di latticini, il sovrappeso e l’obesità: una revisione sistematica di una serie di studi prospettici ..................................................................................................................................... 17 Problemi nell’identificare i predittori e i correlati della perdita e del mantenimento del peso: implicazioni per le terapie sul controllo del peso basate sul cambiamento comportamentale ..................... 17 Mantenimento della perdita di peso negli adolescenti: situazione attuale e previsioni future ...................... 18 I benefici della qualità di vita concomitanti ai miglioramenti metabolici in un programma per la prevenzione del diabete mellito ....................................................................................................... 18 Patologie nei genitori, abuso nell’infanzia, e binge eating in un vasto campione di popolazione ................ 19 Come affrontare le pressioni socio-culturali nella vita quotidiana: riflessioni di adolescenti affette da disturbi dell’alimentazione ................................................................... 19 Una rapida risposta a due psicoterapie di gruppo per il disturbo da alimentazione controllata ha un effetto predittivo sull’astinenza dalle abbuffate? .............................................................. 21 3 EMOZIONI e CIBO online È la prima rivista elettronica in Italia sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità; potrete, grazie alla sua moderna tecnologia, fruire di articoli scientifici e di numerose pagine informative in tempo reale, semplicemente “sfogliando” le pagine a video. Emozioni & Cibo on line presenta tre diversi livelli di informazione in grado di soddisfare sia il grande pubblico sia lo specialista più esigente. L’accesso a tutto l’archivio di Emozioni & Cibo on line è GRATUITO! Modulo “Emozioni & Cibo” Rappresenta il punto di incontro tra specialisti e coloro che vogliono condividere i loro problemi, le loro lotte e i loro successi nel campo dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. In ogni edizione è presente una sezione scientifica, curatissima ed aggiornata. Modulo “Journal Observer” Contiene oltre 20 recensioni in lingua italiana, di articoli apparsi sulle più importanti riviste specializzate internazionali. Ogni recensione è commentata da terapeuti esperti. Modulo “News RSS” Rappresenta un formato per la distribuzione e la diffusione di contenuti web che nello specifico si rivolge al terapeuta che desidera ottenere notizie altamente specializzate; sono a disposizione gli abstract in lingua originale, presenti nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali. E n t r a s u b i t o n e l n u o v o s i t o : w w w. e m o z i o n i e c i b o . i t DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE UNO STUDIO PILOTA OFF LINE DI UN INTERVENTO COGNITIVO COMPORTAMENTALE SISTEMICO BASATO SUL WEB PER I FAMIGLIARI DI PERSONE CON ANORESSIA NERVOSA An off-line pilot evaluation of a web-based systemic cognitive-behavioral intervention for carers of people with anorexia nervosa. Grover M, Williams C, Eisler I, Fairbairn P, McCloskey C, Smith G, Treasure J, Schmidt U. Int J Eat Disord. 2010 Nov 15. [Epub ahead of print] L’articolo descrive uno studio finalizzato a valutare l’utilità e l’accettabilità di 9 workbooks, materiale appartenente ad un nuovo intervento sistemico cognitivo-comportamentale rivolto specificamente a famigliari di persone con Anoressia Nervosa (AN); l’intervento ha la finalità di ridurre lo stress, i livelli di emotività espressa e di aumentare le abilità di problem solving dei famigliari. Campione: 27 famigliari, prevalentemente madri di persone con AN a cui sono state somministrate scale per valutare ansia, depressione, l’impatto del disturbo dell’alimentazione (DA), il livello di emotività espressa, le abilità di problem solving, l’accettabilità del trattamento. È stato offerto un supporto clinico indirizzato ai bisogni dei partecipanti (sostegno, supporto emotivo e per indirizzare ai workbooks). Il supporto doveva essere sia di tipo motivazionale che seguire uno stile cognitivo comportamentale. I test somministrati all’inizio sono stati poi somministrati anche alla conclusione dell’intervento ed al follow up. Risultati: ansia e depressione sono migliorate significativamente nel tempo; l’esperienza dei famigliari, l’impatto del DA e i livelli di emotività espressa sono migliorati, e questo risultato si è mantenuto al follow up. Commento. Gli autori hanno sottolineato i vari limiti dello studio: scarsa numerosità del campione, la mancanza di un gruppo di controllo, la variabilità nel completamento dell’intervento, la diagnosi della persona affetta da DA dedotto dal resoconto dei famigliari. A questi limiti se ne aggiunge un altro: il non venire a conoscenza dell’impatto sull’AN di tale tipo di intervento. D’altra par- te, se questo tipo di aiuto giovasse anche solo ai famigliari senza avere ripercussioni sulla persona sofferente di AN credo sarebbe già un ottimo risultato. L’intervento proposto dagli autori credo sia molto interessante: è economico e facilita la partecipazione degli interessati. Ssarebbe sicuramente importante implementarlo durante le prime fasi della malattia perché ovviamente più efficace. Nel momento in cui la malattia si è consolidata, pensare di affiancare una terapia famigliare alla terapia individuale sulla paziente è spesso molto difficile per vari ordini di problemi.Questo studio credo offra una prospettiva di intervento da tendere nella dovuta considerazione. Federica Bignotti LA BULIMIA NERVOSA IN DONNE SOVRAPPESO E NORMOPESO Bulimia nervosa in overweight and normal-weight women. Masheb R, White MA. Compr Psychiatry. 2011 May 5. [Epub ahead of print] Obiettivo dello studio è stato quello di verificare se esistono differenze relative agli aspetti clinici e diagnostici tra donne in sovrappeso e normopeso affette da bulimia nervosa (BN). Sebbene il peso non costituisca un criterio diagnostico per la BN, il DSM-IV afferma che un’obesità moderata o grave rappresentano condizioni insolite del disturbo. Nonostante il rapido incremento del sovrappeso e dell’obesità nella popolazione generale verificatosi negli ultimi decenni, esiste un solo studio che ha verificato che solo una piccola percentuale (4.2%) di pazienti affetti da BN erano anche in sovrappeso e che questo sottogruppo differiva in modo considerevole dal sottogruppo normopeso. Campione: 131 donne affette da BN che hanno preso parte allo studio il 64% è stato classificato sovrappeso e il 36% normopeso. Il sottogruppo sovrappeso aveva una percentuale maggiore di donne di razza non bianca (28.6% rispetto al 12.8% del sottogruppo normopeso). Tutte avevano compiuto 18 anni di età.In entrambi i sottogruppi, il BMI risultava in forte correlazione con l’eccessiva importanza per il peso e le forme corporee ed era correlato alla depressione solo nel sottogruppo sovrappeso. Commento. L’importanza di questo studio è quella di aver incluso nel campione anche persone 5 appartenenti a minoranze etniche, risultate maggiori in numero nel sottogruppo sovrappeso. I risultati non evidenziano grosse diversità tra i due sottogruppi, ad eccezione dei metodi di compenso che suggeriscono che il normopeso è dovuto ai maggiori sforzi di stare a dieta piuttosto che agli effetti del “purging”. Riguardo ai sintomi depressivi, è plausibile attribuirli alla condizione di essere sovrappeso. Limitazioni di questo studio riguardano la selezione del campione: i partecipanti, infatti, hanno completato una serie di questionari online dopo essere stati reclutati tra coloro che avevano risposto ad un annuncio su internet che richiedeva la partecipazione ad un’indagine sui comportamenti alimentari. Inoltre, il campione ha riguardato solo pazienti donne affette da BN con condotte di eliminazione e, quindi, non è chiaro se gli stessi risultati si riscontrino anche in uomini con BN o in individui con BN senza condotte di eliminazione. Adolfo Fossataro, Stefania Rosi IL RUOLO DEL PERFEZIONISMO, DEL PENSIERO DICOTOMICO, DELLA VERGOGNA E DELLA VALUTAZIONE ECCESSIVA DEL PESO E LA DETERMINAZIONE A OBIETTIVI IRREALISTICI DA RAGGIUNGERE COME UNICA CONDIZIONE PER IL BENESSERE, NEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE The role of perfectionism, dichotomous thinking, shape and weight overvaluation, and conditional goal setting in eating disorders. Lethbridge J, Watson HJ, Egan SJ, Street H, Nathan PR. Eat Behav. 2011 Aug;12(3): 200-06. Epub 2011 Apr 14. tre considerato predittore dei sintomi della depressione. Campione: due gruppi, il primo formato da 238 pazienti con diagnosi di DA secondo il DSMIV reclutati in una Clinica in Australia, il secondo gruppo, costituito da una popolazione non clinica di 248 donne maggiori di 16 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare i Questionari per la valutazione dei DA (EDE-Q), per il pensiero dicotomico (DTEDS), il perfezionismo patologico (Perfectionism scale from the Eating Disorder Inventory), e il CGS tramite il Conditional Goal Setting in Eating Disorders Scale CGS-EDS. La differenza fra i gruppi è stata esaminata attraverso l’analisi statistica MANCOVA (Multivariate analysis of covariance). Risultati: la popolazione clinica ha ottenuto punteggi più alti nei costrutti esaminati in confronto alla popolazione non clinica. Inoltre il pensiero dicotomico e il CGS spiegano in modo significativo una parte della varianza nella psicopatologia dei DA oltre al perfezionismo, alla vergogna e alla valutazione eccessiva del peso, in entrambi i gruppi. Commento. Lo studio innovativo, visto che nei DA il CGS è stato esaminato da due soli studi, ha posto una particolare attenzione sul pensiero dicotomico e sul CGS ed è certamente la parte interessante della ricerca che, come descritto dai ricercatori indaga nello specifico su questo ultimo costrutto. La ricerca è particolarmente interessante ed effettuata su un largo numero di partecipanti, inoltre sia i questionari che la parte di analisi statistica offrono una visione interessante di dati sui costrutti esaminati. Maria Pia Bagnato Bulgarelli Lo studio ha voluto verificare il ruolo del perfezionismo, del pensiero dicotomico, della vergogna, della valutazione eccessiva del peso e il ruolo del pensiero chiamato “Conditional goal setting (CGS)” tramite il quale si crede che la felicità e/o il benessere siano raggiungibili solamente a condizione che venga raggiunto un determinato obiettivo, tendenzialmente elevato. L’ipotesi dei ricercatori era che il CGS e il pensiero dicotomico possano avere un ruolo significante come predittori dei disturbi dell’alimentazione (DA). Recentemente il CGS è stato considerato un potenziale fattore di rischio dei DA ed è stato inol6 LA PAURA DEL CIBO COME TARGET DI TRATTAMENTO: L’ESPOSIZIONE CON PREVENZIONE DELLA RISPOSTA PER L’ANORESSIA NERVOSA IN UNO STUDIO PRELIMINARE Fear of food as a treatment target: Exposure and response prevention for anorexia nervosa in an open series. Steinglass J, Albano AM, Simpson HB, Carpenter K, Schebendach J, Attia E. Int J Eat Disord. 2011 May 3. [Epub ahead of print] Lo studio mira a valutare la potenziale utilità di affrontare, durante il trattamento dell’AN, la paura di mangiare, attraverso una tecnica psicoterapeutica conosciuta per la sua efficacia nel trattamento dei disturbi d’ansia e del disturbo ossessivo compulsivo, l’Esposizione con Prevenzione della Risposta (EXRP). Gli autori, partendo da una valutazione delle similitudini tra le caratteristiche dell’AN, del disturbo d’ansia e del DOC, hanno recentemente proposto un modello dell’AN che enfatizza il ruolo dell’ansia nel mantenimento della malattia e suggeriscono che la EXRP potrebbe essere un valido approccio al disturbo. Ai fini della ricerca, gli autori hanno sviluppato un breve intervento per AN (AN-EXRP) e valutato i suoi effetti su nove individui affetti dal disturbo (di età compresa fra i 16 e i 45 anni) verso la fine di un acuto recupero di peso. I risultati dell’intervento hanno mostrato un’associazione significativa tra la riduzione dell’ansia attraverso AN-EXRP ed un maggiore introito calorico. Commento. Secondo gli autori, la presenza di una significativa associazione tra i cambiamenti nell’ansia e l’introito calorico supporta il modello dell’AN centrato sull’ansia e suggerisce l’utilità di sviluppare ulteriormente questo approccio. Al fine di valutare l’effettiva utilità dell’AN-EXRP nel miglioramento dei comportamenti alimentari, sono necessari ulteriori studi, incluso uno studio randomizzato che possa comparare l’EXRP con trattamenti alternativi. Nella presente ricerca l’applicazione della EXRP è stata effettuata attraverso un trattamento breve; ricerche future dovrebbero concentrarsi sulla possibilità di sviluppare un trattamento maggiormente esteso e di valutarne l’impatto a lungo termine. Manuela Marchini VALUTAZIONE DEL MODELLO COGNITIVO COMPORTAMENTALE MODIFICATO PER LA BULIMIA NERVOSA An evaluation of the enhanced cognitive-behavioural model of bulimia nervosa. Lampard AM, Byrne SM, McLean N, Fursland A. Behav Res Ther. 2011 Jun 12. [Epub ahead of print] Il modello originale cognitivo-comportamentale (CBT) per il trattamento originale della bulimia nervosa (BN) è stato migliorato (E) per includere quattro ulteriori meccanismi di mantenimento: bassa autostima, il perfezionismo clinico, problemi interpersonali e intolleranza alle emozioni. Questo studio mira a confrontare e valutare il modello CBT originale e CBT-E per la BN utilizzando un modello di equazione strutturale. Campione: 162 pazienti reclutati e valutati per un trattamento per BN (N= 129) o BN atipica (N = 33). Questionari self-report e l’Eating Disorder Esamination sono stati somministrati. I dati ricavati indicano che sia il modello CBT-BN che quello CBT-BN-E hanno fornito un buon adattamento ai dati, ma il modello CBT-BN-E rappresentava più varianza nella restrizione dietetica e nel binge eating. Nella CBT-BN-E, la bassa autostima era associata con una maggiore sopravalutazione di peso e forma, che, a sua volta, è stata associata con una maggiore restrizione dietetica. I problemi interpersonali sono stati anche direttamente associati con restrizione dietetica e le abbuffate con l’aumento del vomito. Commento. Lo studio è molto interessante. I dati suggeriscono che entrambe i modelli producono un buon adattamento ai dati ed entrambe i modelli rappresentano una percentuale di varianza simile nei soggetti con condotte di eliminazione. Tuttavia la CBT-BN-E rappresenta una proporzione maggiore di varianza nella restrizione dietetica e nelle abbuffate rispetto al modello originale. Questo suggerisce che le variabili aggiunte nella CBT-BNE, in particolare i moduli dei problemi interpersonali e l’intolleranza alle emozioni hanno migliorato l’utilità esplicativa del modello. Lo studio ha identificato tre sfide potenziali per il modello CBT-BNE: 1. un primo passo nella comprensione del ruolo importante dei problemi interpersonali nel modello CBT-BN-E, ruolo che nella BN non è chiaro e richiede ulteriori studi; 2. ulteriore ricerca è neces7 saria per comprendere il rapporto tra restrizione dietetica e abbuffate nella BN, come questo rapporto è centrale per il modello CBT-BN, ma non è stato sostenuto in questo studio; 3. il modello CBT-BN-E rappresenta una percentuale relativamente piccola della varianza nelle abbuffate e nelle condotte di eliminazione. È possibile che il modello CBT-BN-E abbia bisogno di un’ulteriore sviluppo in futuro per migliorare il mantenimento della BN. Lucia Camporese L’IMPORTANZA DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE NEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE The importance of eating behavior in eating disorders. Walsh BT. Physiol Behav. 2011 May 11. [Epub ahead of print] Questa review è basata su un lavoro condotto dall’Unità di Ricerca dei Disturbi dell’alimentazione (DA) della Columbia University. Il gruppo di lavoro, dopo aver sviluppato metodi per esaminare il comportamento alimentare di individui con bulimia nervosa (BN), binge eating disorder (BED), si è interessato ad applicarli allo studio di individui con anoressia nervosa (AN). Una domanda iniziale era quanto il comportamento alimentare cambiava durante il trattamento. Nei tre mesi di ospedalizzazione i pazienti aumentavano sostanzialmente di peso e mostravano un significativo miglioramento psicologico: entro la fine della loro permanenza ospedaliera l’introduzione giornaliera di cibo superava le 3000 Kcal. In collaborazione con l’Università di Toronto, il gruppo di lavoro della Columbia ha rilevato che l’antidepressivo Fluoxetina non ha avuto alcun impatto nel ridurre il rischio di ricaduta nell’anno successivo al trattamento. Un’ulteriore analisi ha evidenziato che solo due erano i predittori significativi del riuscito mantenimento del peso durante i 6-12 mesi seguenti la fine del ricovero: il BMI al tempo della dimissione e la percentuale di perdita di peso nel primo mese dopo la dimissione. 8 Commento. Recenti dati preliminari suggeriscono che il livello di ansia immediatamente precedente a un pasto è inversamente proporzionale alla quantità consumata. I paradigmi dell’esposizione e della prevenzione della risposta, efficaci nel trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), potrebbero essere utilizzati anche nel trattamento dell’AN. Una verifica diretta del comportamento alimentare fornisce un potenziale modo per identificare i fattori psicobiologici che contribuiscono al mantenimento dei DA. Una conoscenza più dettagliata del comportamento alimentare è una componente essenziale per una completa comprensione dei DA e può fornire una base per studi di fisiopatologia e per lo sviluppo di nuovi metodi di trattamento. Lorella Fornaro, Lisa Reverberi IL DISTURBO DI PERSONALITÀ E LA SUA INFLUENZA SUI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE Personality Disorders: A Nation-based Perspective on Prevalence. Sansone RA, Sansone LA.Innov Clin Neurosci. 2011;8(3):14-18. Obiettivo di questo studio è indagare quanto e come i disturbi dell’alimentazione (DA) vengano influenzati da patologie attribuibili alla struttura di personalità. I Disturbi di personalità sembrano essere presenti in una significativa minoranza di individui con DA. Ad esempio, in contrasto con le tariffe riportate nella popolazione generale dell’8%, il disturbo di personalità ossessivo compulsivo è presente in circa il 22% degli individui con l’anoressia (AN) di tipo restrittivo. Allo stesso modo, in contrasto con le percentuali nella popolazione in generale del 6%, il disturbo di personalità borderline è presente in circa il 25% degli individui con AN del tipo con abbuffate e condotte di eliminazione e nel 28% degli individui con bulimia nervosa (BN). Potrebbero questi alti tassi di comorbidità indicare una parziale relazione causale? Lo studio sottolinea il fatto che i DA sono stati a lungo concettualizzati come disturbi multideterminati da fattori di rischio sia biologici che psicologici. In conclusione, gli Autori ritengono che comparando la pre- valenza di questi due disturbi di personalità nella popolazione generale con la prevalenza più elevata nei DA, si possa dare la possibilità di una “parziale relazione causale”. Secondo questa prospettiva sembrerebbe che la patologia di personalità, una volta stabilizzata, possa modellare significatamene lo stile generale della patologia alimentare, con la personalità ossessivo-compulsiva che va a rafforzare i pattern alimentari restrittivi, e la personalità borderline, che rafforza quella impulsiva. Commento. Lo studio, interessante, presenta dei limiti. Innanzi tutto va precisato che i DA rappresentano una categoria diagnostica distinta, non migrano cioè verso altri disturbi psichiatrici, e che, sulla base dell’ipotesi transdiagnostica, la suddivisione nelle diverse categorie diagnostiche è probabilmente un artefatto e non riflette la realtà clinica. È vero che alcuni pazienti ricevono la diagnosi di disturbo di personalità, ma i risultati di altre ricerche hanno fornito dati contradditori, o quanto meno caratterizzati da elementi di criticità, che andrebbero, ulteriormente esplorate e approfondite. Uno studio eseguito a Villa Garda (VR) ha evidenziato la modificazione di due dimensioni del temperamento (esitamento del danno e persistenza) e due del carattere (autodirezione e autotrascendenza) in seguito al trattamento ospedaliero e che tali cambiamenti dipendono dal miglioramento della depressione e della preoccupazione per il cibo, peso e forme corporee. Lo studio conferma che la personalità è influenzata dal DA, suggerendo cautela nell’esprimere drastici giudizi diagnostici sulla personalità dei pazienti durante la fase acuta del loro disturbo. Sergio Colombi COMPORTAMENTO ALIMENTARE NELL’ANORESSIA NERVOSA: PRIMA E DOPO IL TRATTAMENTO Eating behavior in anorexia nervosa: Before and after treatment. Mayer LE, Schebendach J, Bodell LP, Shingleton RM, Walsh BT. Int J Eat Disord. 2011 Apr 14. [Epub ahead of print] La finalità di tale studio è quello di valutare il comportamento alimentare in pazienti con Anoressia Nervosa (AN), in trattamento, prima e dopo la normalizzazione del peso, confrontandole con un gruppo di controllo. Campione: 18 soggetti (di cui 15 del tipo con restrizione e 8 con abbuffate/condotte di eliminazione). Sia le pazienti con disturbo dell’alimentazione (DA) sia il gruppo di controllo hanno avuto l’indicazione di consumare per pranzo quello che desideravano servendosi da un tavolo imbandito con 25 diversi alimenti fra i più vari (pasta, patatine fritte, cetrioli sottaceto, cioccolato, gelato, pollo fritto, pollo grigliato, salse varie, acqua, diet cola, the freddo, pane, formaggio, noccioline etc.). I partecipanti erano soli durante il pasto, hanno avuto a disposizione 60 minuti per consumarlo e gli è stato chiesto di suonare un campanello sul tavolo quando avessero finito. È stato calcolato il peso in grammi di quanto assunto, le calorie totali, così come la percentuale di carboidrati, proteine e grassi. Si è osservato come l’introito calorico totale fosse inferiore nei soggetti con AN rispetto al gruppo di controllo e la percentuale di calorie derivante da carboidrati e proteine fosse superiore a quella derivante dai grassi. Il test è stato ripetuto dopo la normalizzazione del peso. Ciononostante, sebbene le calorie complessivamente assunte fossero superiori alla prima prova, le pazienti hanno mangiato sempre meno rispetto al gruppo di controllo e soprattutto hanno continuato a consumare meno grassi e più proteine e carboidrati. In ambedue i pasti i soggetti ammalati hanno sovrastimato le calorie assunte, mentre i soggetti di controllo le hanno decisamente sottostimate. Non sono state registrate significative differenze nei comportamenti alimentari fra le pazienti del tipo con restrizione e quelle con abbuffate/condotte di eliminazione. 9 Commento. Pazienti con AN, anche dopo il trattamento e la normalizzazione del peso, tendono ad assumere meno calorie totali ed una minore percentuale di grassi. La riduzione complessiva della quantità di cibo consumato ed il persistente evitamento dei grassi potrebbe contribuire ad una eventuale ricaduta ed è quindi un possibile obiettivo terapeutico. Elisa Messineo SCELTA DEL CIBO E VARIETÀ DELLA DIETA IN PAZIENTI DAL PESO NORMALIZZATO CON ANORESSIA NERVOSA Food choice and diet variety in weight-restored patients with anorexia nervosa. Schebendach JE, Mayer LE, Devlin MJ, Attia E, Contento IR, Wolf RL, Walsh BT. J Am Diet Assoc. 2011 May;111(5):732-6. Lo studio è un’analisi secondaria di dati. Campione: 41 donne con diagnosi di Anoressia nervosa (AN) di età compresa tra 18 e 45 anni, ricoverate presso il Servizio per i disturbi dell’alimentazione del Medical Center della Columbia University, e ingaggiate in un programma volto a normalizzare il comportamento alimentare e ripristinare un BMI pari a 20. L’obiettivo dello studio è stato quello di fornire una descrizione dettagliata dei tipi di cibi dei quali i pazienti limitano la varietà nella loro dieta. I pazienti sono stati classificati in due gruppi, per successo del trattamento (29 soggetti) e fallimento del trattamento (12 soggetti). Tra i due gruppi: non vi erano differenze significative per età, BMI all’ingresso, BMI a peso recuperato; presente invece una grossa differenza tra i due gruppi per il BMI al follow-up (19,6 vs 16,1). Prima della dimissione ospedaliera l’assunzione calorica era simile nei due gruppi ma la differenza era invece significativa (P=0.012) riguardo il numero di grassi totali consumati. La percentuale di energia derivante da grassi è risultata significativamente inferiore nel gruppo “fallimento del trattamento” rispetto al gruppo “successo del trattamento. La scelta degli alimenti totali è risultata simile, mentre la varietà degli alimenti differiva significativamente. Il gruppo di fallimento aveva ripetuto la medesima scelta alimentare 1,75 volte, mentre il gruppo di successo 1,44 volte (P=0,001); quindi il gruppo 10 di successo aveva selezionato un cibo diverso per il 71% del tempo, mentre il gruppo di fallimento soltanto per il 58% del tempo. Commento. Da questo studio emerge come nonostante non vi fosse una differenza di BMI alla dimissione tra i due gruppi, le sostanziali differenze rilevate nella dieta possono essere le responsabili della grande differenza di BMI al follow-up ad 1 anno. Lo studio ipotizza che la restrizione della varietà della dieta, la restrizione mirata riguardo cibi altamente appetibili, la monotonia alimentare siano culminati nella diminuzione dell’assunzione calorica con la conseguente perdita di peso durante l’anno successivo alla dimissione. Lo studio suggerisce che il consumo di una dieta variata può essere correlato a migliori esiti nella terapia della AN. Sono necessari futuri studi su campioni più numerosi. Sara Cappelletti BULIMIA NERVOSA ED EVIDENZE SULLA DISREGOLAZIONE DELLA DOPAMINA STRIATALE: UNA REVISIONE CONCETTUALE Bulimia nervosa and evidence for striatal dopamine dysregulation: A conceptual review. Broft AI, Berner LA, Martinez D, Walsh BT. Physiol Behav. 2011 Jul 25;104(1):122-7. Epub 2011 Apr 27. Esistono sempre più evidenze sul ruolo della dopamina (D) nella bulimia nervosa (BN) per cui gli autori hanno effettuato attraverso PubMed una revisione della letteratura scientifica sull’argomento. Si parte dal lavoro di Bartley G. Hoebel e colleghi i quali utilizzando modelli preclinici di comportamento alimentare assimilabili al tipo bulimico, hanno rilevato che le alterazioni nel rilascio della dopamina striatale, come anche evidenziato da tecniche di neuroimaging, appaiono analoghe a quelle rilevate in risposta all’abuso di sostanze. Si è visto inoltre che un’eccessiva assunzione di cibi ad alto contenuto di zuccheri o di grassi può entrare in gioco inducendo una risposta dopaminergica, determinando pertanto un uso eccessivo dei meccanismi di ricompensa con manifestazioni tipo binging. Gli studi di Hoebel evidenziano inoltre analoghe alterazioni neurochimiche in risposta all’ingestione intermittente di elevate quantità di zuccheri. In conclusione, l’evidenza del coinvolgimento dei circuiti dopaminergici striatali, fa ritenere che ulteriori ricerche potranno stabilire relazioni più precise tra le alterazioni della D, l’eziologia e i meccanismi di mantenimento della BN. Commento. Diversi autori considerano che alla base di alcuni sintomi dei disturbi dell’alimentazione (DA) come la perdita di peso, l’iperattività fisica, la distorsione dell’immagine corporea, l’amenorrea e l’ossessività ci siano disregolazioni nel rilascio della D. Gli studi sui neurotrasmettitori continuano pertanto a suscitare grande interesse nell’ambito dei, procedendo spesso di pari passo con gli studi genetici. Uno degli aspetti considerati nella review riguarda la questione delle analogie tra DA e Disturbi da Uso di Sostanze che continua a suscitare interesse tra diversi ricercatori anche se ad oggi esistono numerose evidenze che fanno propendere per l’inconsistenza delle ipotesi di somiglianza eziologica tra le due classi di disturbi. Ma le numerose analogie sul piano clinico continueranno sicuramente a stimolare le ricerche in campo neurobiologico poiché ad oggi non è da escludere un percorso che porti ad un modello della BN che ricalchi meccanismi di dipendenza. Giancarlo Sarno OBESITÀ IL RISULTATO DI UN TRATTAMENTO MULTISCIPLINARE DI TIPO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE BASATO SULLA FAMIGLIA NEI BAMBINI OBESI: PROTOCOLLO DI STUDIO PER UN TRIAL RANDOMIZZATO E CONTROLLATO. The effect of family-based multidisciplinary cognitive behavioral treatment in children with obesity: study protocol for a randomized controlled trial. Vos RC, Wit JM, Pijl H, Kruyff CC, Houdijk EC. Trials. 2011 May 6;12:110. Questo studio è un trial di ricerca randomizzato che valuta un trattamento multidisciplinare cognitivocomportamentale basato sulla famiglia paragonato a cure standard ( aumento dell’attività fisica e cambiamenti nella dieta) nei bambini obesi. Lo studio durerà due anni ed i risultati verranno pubblicati in seguito. Bambini ed adolescenti olandesi obesi sono stati randomizzati in due gruppi di 40 soggetti ciascuno (età 8-17 aa), ed è stato incluso un gruppo di controllo (età 8-17aa) di bambini ed adolescenti normopeso. I ragazzi sono stati ulteriormente divisi per età (8-12 aa) e (13-17 aa) e per gruppo etnico (Nord Europeo e “altri”). Durante il programma si effettuano sette incontri per tutta la famiglia di due ore e mezza ciascuno e cinque incontri solo con i familiari. Il primo obiettivo è dare informazioni sull’obesità ed adottare uno stile di vita salutare ed insegnare ai bambini ed alle loro famiglie tecniche cognitivo-comportamentali (tecniche di auto-controllo, social skills, miglioramento dell’autostima legata all’immagine corporea). Il secondo obiettivo è una riduzione del 10% del peso corporeo e il mantenimento del peso a lungo termine. L’intervento deve stabilire dopo un periodo di 2 anni la perdita di peso e il suo mantenimento, ma anche se esiste una riduzione dei problemi di salute legati all’obesità e un miglioramento dell’ immagine corporea e l’influenza di quest’ultima sull’autostima. Commento. Questo studio fornirà consapevolezza sui risultati a lungo termine della terapia cognitivo-comportamentale basata sulla famiglia nell’obesità infantile e l’effetto della perdita di peso sulla salute fisica e psicologica e la qualità della 11 vita associata allo stato di salute. L’aumento della prevalenza del’obesità nei bambini rende infatti necessaria una implementazione dei programmi di prevenzione e di strategie terapeutiche specifiche, attualmente ancora poco disponibili in Italia. Maria Grazia Rubeo CIRCONFERENZA VITA, INDICE DI MASSA CORPOREA E LA SOPRAVVIVENZA NELL’INSUFFICIENZA CARDIACA SISTOLICA: IL PARADOSSO DELL’OBESITÀ. Waist circumference, body mass index, and survival in systolic heart failure: the obesity paradox revisited. Clark AL, Fonarow GC, Horwich TB. J Card Fail. 2011 May;17(5):374-80. Epub 2011 Mar 25. L’obesità è una malattia complessa ed è associata a un aumentato rischio di nuova insorgenza di malattie cardiovascolari. Nonostante questa associazione nella popolazione generale, diversi studi di pazienti obesi con insufficienza cardiaca hanno evidenziato un paradosso, cioè l’elevato indice di massa corporea è un forte predittore di migliore condizione clinica e di più lunga sopravvivenza. L’indice di massa corporea è la classificazione più diffusa dell’obesità e correla con la massa grassa totale. Tuttavia, l’indice di massa corporea non distingue tra le percentuali di massa magra e massa grassa. Inoltre, la relazione tra indice di massa corporea e la percentuale di grasso corporeo varia con il sesso, razza ed età. La circonferenza addominale è un indice antropometrico alternativo più specifico per la distribuzione del grasso addominale e viscerale, ma non è stato mai studiato come fattore prognostico nell’insufficienza cardiaca cronica. Commento. questo studio con una casistica di 344 pazienti ha evidenziato la correlazione significativa tra l’insufficienza cardiaca cronica e la circonferenza vita alta (> a 88 cm nelle donne e 102 negli uomini). Dopo stratificazione per circonferenza vita e indice di massa corporea, i pazienti con insufficienza cardiaca cronica e circonferenza vita elevato hanno avuto una migliore prognosi clinica e sopravvivenza. 12 Questo studio fornisce un ulteriore sostegno al paradosso dell’obesità nello scompenso cardiaco. La combinazione di indice di massa corporea e circonferenza misure vita elevati sembra fornire un quadro clinico più favorevole nei pazienti con insufficienza cardiaca. Questi risultati sottolineano la necessita di capire meglio i meccanismi e la relazione tra lo scompenso cardiaco e la composizione corporea e di rivedere le linee guida della gestione dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca con problemi di eccesso di peso. Marwan El Ghoch ESPLORAZIONE DELLE TRAIETTORIE DI PESO PRE-TRATTAMENTIO IN PAZIENTI OBESI CON BINGE EATING DISORDER Exploring pretreatment weight trajectories in obese patients with binge eating disorder. Barnes RD, Blomquist KK, Grilo CM. Compr Psychiatry. 2011 May-Jun;52(3):312-8. Epub 2010 Aug 13. Rispetto ai trattamenti per pazienti obesi con disturbo da alimentazione incontrollata (BED), una delle questioni più rilevanti concerne il fatto che nonostante vi sia una sostanziale riduzione nel binge eating, generalmente si segnalano modeste perdite di peso. Alcuni studi suggeriscono l’importanza di esaminare le traiettorie di peso pre-trattamento come variabili influenti negli esiti del trattamento stesso. Il lavoro qui presentato ha l’obiettivo di analizzare le traiettorie di peso in pazienti obesi con BED nell’anno precedente all’inizio del trattamento. Per fare ciò sono stati reclutati 68 pazienti obesi con BED (17 uomini e 51 donne; età media 45 anni, media di indice di massa corporea 37.6 kg/m2) ed è stato indagato il peso, i comportamenti alimentari e la loro storia del peso. Dall’analisi dei dati risulta che la maggior parte dei pazienti obesi con BED che richiedono un trattamento, riferisce di aver acquisito una notevole quantità di peso durante l’anno precedente. Circa il 65% dei partecipanti, ha riportato, infatti, un aumento di peso, con una media di aumento che supera i 10 kg. L’aumento di peso, inoltre, si è visto essere associato ad una maggiore frequenza di abbuffata. Commento. Tale lavoro è una delle prime indagini rispetto ai cambiamenti di peso in pazienti obesi con BED nel corso dei 12 mesi precedenti all’inizio del trattamento. Interessante è come una migliore comprensione delle traiettorie di peso nel periodo pre-trattamento possa fornire informazioni preziose per interpretare nei trattamenti. Infatti, un intervento per la riduzione del peso può, non solo determinare una perdita di peso, seppur modesta, ma anche interrompere la tendenza all’aumento di peso che si nota nel periodo pre-trattamento. Un’ulteriore filone di ricerche auspicabile è la valutazione delle stesse ipotesi in pazienti obesi senza BED. Cristiana Conti RUOLO DEI GENITORI NEL TRATTAMENTO DELL’OBESITÀ E DEL SOVRAPPESO DI PREADOLESCENTI E ADOLESCENTI. REVIEW SULLE RACCOMANDAZIONI PRESENTI IN CLINICA. The role of parents in pre-adolescent and adolescent overweight and obesity treatment: a systematic review of clinical recommendations. Shrewsbury VA, Steinbeck KS, Torvaldsen S, Baur LA. Obes Rev. 2011 Apr 27. doi: 10.1111/j.1467-789X.2011.00882.x. [Epub ahead of print] Sono stati esaminati 20 documenti. Tutti quelli che si occupano della modifica dello stile di vita raccomandano il coinvolgimento di un genitore, sostenendo che genitori e familiari siano responsabili nel creare un ambiente che supporti il mantenimento di un peso sano. Tuttavia in alcuni, questo coinvolgimento viene definito critico. Le raccomandazioni variano in base all’età e al grado di sovrappeso. Sono presenti indicazioni di tipo alimentare (gestione dei pasti in famiglia, come fare la spesa, scelte alimentari), indicazioni sull’attività fisica (coinvolgimento dei genitori in prima persona, promuovendo attività familiari all’aperto), indicazioni sulla riduzione dei comportamenti sedentari, sugli aspetti psicosociali, strategie per incoraggiare il cambiamento (usare rinforzi positivi ad ogni cambiamento ottenuto, porre obiettivi familiari e non solo per il singolo), indicazioni in caso di chirurgia bariatrica (informare sulle complicanze, stabilire il percorso terapeutico), indicazioni su come pianificare gli obiettivi e gli incontri di follow-up. Molti documenti si occupano di istruire l’operatore sui termini più appropriati da utilizzare e sull’importanza di comprendere e adattarsi al livello culturale dei soggetti. Commento. Sulla base delle raccomandazioni analizzate, risulta molto chiaro che i genitori giocano un ruolo fondamentale nell’influenzare il mantenimento di un peso sano da parte dei propri figli, dando l’esempio, promuovendo comportamenti salutari e incoraggiando un corretto stile di vita. Tutti i documenti analizzati dalla review forniscono ottimi spunti, manca però una linea comune e spesso mancano raccomandazioni specifiche per le varie fasce di età. Sicuramente l’aiuto dei genitori è fondamentale per una riuscita a lungo termine di un intervento per la cura del sovrappeso e l’obesità, anche se sono necessari ulteriori approfondimenti. Principalmente sarebbe opportuno identificare strategie per l’ingaggio dei genitori, come motivarli alla collaborazione, e a cambiare loro stessi stile di vita e abitudini familiari, parte fondamentale per la buona riuscita dell’intervento, ma che non si può certo dare per scontata. Diana Soligo PERDITA DI PESO INTENZIONALE E MODIFICAZIONE DEI SINTOMI DELLA DEPRESSIONE: UNA REVISIONE SISTEMATICA E METANALISI Intentional weight loss and changes in symptoms of depression: a systematic review and meta-analysis. Fabricatore AN, Wadden TA, Higginbotham AJ, Faulconbridge LF, Nguyen AM, Heymsfield SB, Faith MS. Int J Obes (Lond). 2011 Feb 22. [Epub ahead of print] Scopo di questa metanalisi era di valutare l’effetto della perdita di peso ottenuta con vari interventi sul miglioramento del tono dell’umore. Tra gli interventi considerati, quelli consistenti nella modificazione dello stile di vita e nell’esercizio fisico da solo si sono rivelati più efficaci nel produrre una riduzione dei sintomi della depressione. Tuttavia è stato rilevato, in modo solo parzialmente atteso, che il miglioramento del tono dell’umore era solo marginalmente legato alla riduzione del peso. 13 Ciò sarebbe confermato dall’effetto positivo degli interventi non dietetici (intesi a migliorare l’autostima e l’auto-accettazione, non a ridurre il peso). Un risultato neutro si aveva nei trials in cui era valutato l’effetto della terapia farmacologica sebbene il range dei risultati si alternasse tra quelli dei pazienti trattati con sibutramina (effetti migliori) e quelli trattati con rimonabant (effetti peggiori o nulli). Fra le limitazioni della meta-regressione la più significativa sembra essere la non inclusione di soggetti con depressione clinica nei trial inclusi nell’analisi (n. 31). Commento. I risultati di questa metanalisi ci inducono a considerare con spirito critico il problema dei rapporti tra depressione e terapia nei soggetti con obesità. Vista la sostanziale associazione tra depressione ed, in generale, distress psicologico, ed obesità, risulta ancora largamente sconosciuto il ruolo degli interventi terapeutici sul miglioramento del tono dell’umore in soggetti con depressione clinica, solitamente non inclusi nei trials. Inoltre il miglioramento del tono dell’umore, che sembra essere maggiore negli interventi ad impronta cognitivo-comportamentale rispetto a quelli basati sulla prescrizione o counselling dietetico, ma anche negli interventi non dietetici ed in quelli basati sull’attività fisica, dovrebbero spingere a considerare questi (o un mix di essi) come gli interventi più indicati in questa popolazione di pazienti. Ci sembra comunque che una moderata e realistica perdita di peso debba essere perseguita nella terapia dell’obesità anche se rimane da stabilire il suo effettivo contributo nel miglioramento del tono dell’umore ed, in senso più esteso, del benessere psicologico. Antonino Faillaci 14 UN PROGRAMMA DI ATTIVITÀ FISICA BASATO SULLA SCUOLA PUÒ PREVENIRE L’OBESITÀ A school-based program of physical activity may prevent obesity. Shofan Y, Kedar O, Branski D, Berry E, Wilschanski M. Eur J Clin Nutr. 2011 Jun;65(6):76870. Epub 2011 Mar 23. Lo studio riporta idati di un programma di intervento di prevenzione dell’obesità in bambini in età prepuberale basato su una maggiore attività fisica, consigli nutrizionali per i bambini e per le famiglie. Campione: bambini dai 9 agli 11 anni, di due scuole elementari e provenienti dallo stesso status socio-economico. Hanno completato i due anni previsti dallo studio 82 bambini appartenenti al gruppo di studio, e 26 al gruppo di controllo. A livello basale i bambini svolgevano settimanalmente due lezioni di 45 minuti l’una, le quali prevedevano una componente aerobica del 25%. Nei due anni di programma il gruppo di controllo ha ricevuto il doppio delle lezioni di educazione fisica, con componente aerobica intensa del 50%, e otto lezioni di educazione alimentare. Per il gruppo di studio erano previsti inoltre incontri con i genitori, una volta al mese, della durata di 60 minuti, per 10 mesi l’anno. Risultati: i bambini del gruppo di controllo hanno acquistato maggiore peso (8,4 kg) rispetto a quelli del gruppo di studio (3,2 kg). Nessuna variazione di peso significativa nelle bambine. Dall’analisi dei questionari è emerso che non vi erano cambiamenti nel comportamento quotidiano dei bambini del gruppo di studio; non hanno aumentato l’attività fisica dopo la scuola, né consumato più frutta e verdura, né ridotto le abitudini sedentarie, né ridotto l’assunzione di cibo del fast-food. Commento. Lo studio dimostra che attuare un programma scolastico di intervento basato sull’attività fisica può ridurre il rischio di obesità nei bambini piccoli. Non si è rivelato efficace l’intervento di educazione nutrizionale, forse per il ridotto numero di ore di educazione alimentare ricevute, oppure per uno scarso sostegno da parte dei genitori. L’effetto di riduzione del BMI è stato significativo nei maschi ma meno nelle ragazze. Il motivo potrebbe risiedere nel fatto che l’attività aerobica era meno gradita dalle ragazze, che a fine incontri era- no sempre meno sudate dei ragazzi; oppure in motivi ormonali. Sarebbe interessante fare maggiori follow-up, e ripetere uno studio simile con attività fisica più piacevole per le ragazze. Visto l’ottimo risultato ottenuto in questo studio, potrebbe essere importante aumentare e modificare le ore di attività fisica a scuola per aiutare a prevenire l’obesità. Sara Cappelletti PERCEZIONE DELL’OBESITÀ IN SÉ E NEGLI ALTRI Perceptions of obesity in self and others. Keightley J, Chur-Hansen A, Princi R, Wittert GA. Obes Res Clin Pract. 2011 Apr 27 [Epub ahead of print] Due campioni di soggetti di entrambi i sessi, uno di obesi in terapia in un centro clinico, un altro di non obesi studenti universitari, furono sottoposti ad una indagine tendente ad analizzare la percezione della propria condizione di obesità, l’attribuzione del proprio stato di obesità a fattori interni o esterni, le credenze sulla propria condizione e l’autoefficacia. Vennero raccolti inoltre dati sul tono dell’umore (ansia e depressione). I partecipanti obesi attribuirono la propria condizione a fattori esterni (genetici ed ormonali) e a fattori comportamentali dovuti ad errori nell’alimentazione e nell’attività fisica l’obesità altrui. Inoltre una buona percentuale di soggetti obesi non classificava correttamente la propria obesità denotando una sottostima della massa corporea. Altre conclusioni degne di nota furono la correlazione positiva tra il locus of control interno, il benessere psicologico e l’elevata insoddisfazione corporea negli obesi, anche dopo avere raggiunto la taglia desiderata. Inoltre le donne obese compivano errori nell’identificare il peso normale in immagini elaborate con metodi informatici, più delle altre categorie di soggetti. Commento. L’errata classificazione del peso proprio e di quello altrui suggerisce che si stia verificando uno spostamento verso la considerazione dell’obesità come un fatto “normale”, mentre l’esistenza di un elevato locus of control esterno per spiegare la propria obesità si configura come un potenziale rischio all’adozione di comportamenti salutari. Laddove ci sembra si siano scambiate le cause con gli effetti è quando si considera che un elevato locus of control interno sia correlato con una condizione di migliore benessere psicologico e quando, conseguentemente, si suggerisce di intervenire su quest’ultimo prima di procedere ad incrementare il primo. Purtroppo le relazioni esistenti fra entità di sovrappeso, aspettative irrealistiche di perdita di peso, immagine corporea negativa e benessere psicologico sono tanto complesse da rendere difficilmente implementabili strategie tanto semplicistiche quanto largamente speculative sul piano operativo. Antonino Faillaci ALTRO VALUTAZIONE DEL POTENZIALE DELLA TASSAZIONE DELLE BEVANDE ZUCCHERATE, PER RIDURNE IL CONSUMO E OTTENERNE DEI GUADAGNI Estimating the potential of taxes on sugar-sweetened beverages to reduce consumption and generate revenue. Andreyeva T, Chaloupka FJ, Brownell KD. Prev Med. 2011 Jun 1;52(6):413-6. Epub 2011 Apr 3. Studi di economia hanno esaminato l’influenza del prezzo sul consumo di bevande, riscontrando che un aumento del costo è direttamente proporzionale alla riduzione del loro consumo. Scopo dello studio è trovare un metodo per stimare il guadagno derivante dalla tassazione delle bevande zuccherate. Il livello di consumo, la popolazione e i prezzi, sono stati stimati attraverso dati regionali e nazionali. (popolazione USA 20082009). Il modello qui studiato (sui dati americani) prevede che una tassa pari ad un penny per ogni oncia di bibita, possa generare un guadagno pari a 79 miliardi di dollari, in un arco di tempo di circa 5 anni. L’impatto sulla salute potrebbe essere molto rilevante. Si stima, una riduzione del 24% del consumo di bevande zuccherate, che ridurrebbe l’introito calorico de esse derivante, dalle attuali 190-200 kcalorie al giorno, a 145-150. Considerando che, sulla 15 base di recenti studi, il consumo calorico di queste bevande tra i ragazzi dai 12 ai 19 anni è pari a 356 kcalorie al giorno, la riduzione del 24% del consumo porterebbe ad un risparmi calorico di 85 kcalorie giornaliere. Commento. Dato che la modifica dell’ambiente influenza le scelte del singolo, una politica atta a tutelare il cittadino in termini di salute è la strada più semplice per indirizzare il soggetto a fare scelte più salutari, con benefici diretti da entrambe le parte. L’idea di tassare le bevande zuccherate nasce dall’evidenza che il loro consumo sia direttamente proporzionale all’aumento di peso. Dato l’aumento del tasso di obesità, soprattutto tra i giovani, che sono i maggiori consumatori di questo genere di prodotti, aumentarne il costo per limitarne il consumo, porterebbe ad un risparmio in termini di salute sia per una diretta riduzione delle calorie giornaliere, sia per una riduzione dei costi sanitari legati all’obesità. Inoltre, i guadagni che lo stato può ricavarne, possono essere investiti in programmi di prevenzione all’obesità. Diana Soligo NORME PERCEPITE PER LA MAGREZZA E LA MUSCOLOSITÀ FRA GLI STUDENTI DI UN COLLEGE: CHE COSA VOGLIONO REALMENTE UOMINI E DONNE? Perceived norms among college students: what do man and women really want? Grossbard JR, Neighbors C, Larimer ME Eat Behav 2011 Aug;12(3):192-99. Epub 2011 29 Apr. Questo studio ha esaminato l’insoddisfazione corporea e le norme percepite per la magrezza e la muscolosità in un campione di 842 studenti universitari di entrambi i sessi (64.4% femmine, 35.6% maschi) ai quali furono somministrati questionari on-line relativi sia all’immagine corporea che ad altri comportamenti ed atteggiamenti potenzialmente a rischio per la salute. In entrambi i sessi emersero discrepanze tra l’immagine ideale e quella reale; le femmine percepivano le altre femmine significativamente più magre e meno muscolose rispetto alle norme vigenti, mentre i maschi percepivano in genere gli altri maschi più robusti e pesanti rispetto 16 alla propria immagine e questo benchè la differenza tra la muscolosità autoriferita e la normalità percepita non risultasse significativa. Per entrambi i generi si evidenziò inoltre, sia in relazione alla magrezza che alla muscolosità, una percezione errata delle regole di attrazione per l’altro sesso. I risultati evidenziano che l’eziologia dell’insoddisfazione corporea può essere ricercata nel modo in cui i soggetti percepiscono le norme per la magrezza e per la muscolosità, valide sia per il loro stesso genere che per il genere opposto. Gli autori suggeriscono infine l’opportunità di individuare interventi mirati finalizzati a correggere le percezioni delle norme relative all’immagine corporea. Commento. Quello dell’immagine corporea è forse il terreno sul quale meglio si può comprendere la fuorviante dicotomia mente-corpo propria del pensiero occidentale. Pensiamo alla definizione di Paul Schilder del 1935 “L’immagine del nostro corpo che ci formiamo nella mente, e cioè il modo in cui il nostro corpo ci appare”. E vediamo come l’investimento emozionale ovvero quello relativo alla percezione può letteralmente stravolgere la realtà oggettiva e trasformare il corpo che allora esiste nella mente allo stesso modo in cui questa esiste nel corpo. Gli autori dello studio focalizzano l’attenzione sul ruolo dei fattori socioculturali nella costruzione dell’immagine corporea ed in particolare su ciò che rappresentano le norme relative all’accettazione sociale riuscendo a determinare aspetti di importanza rilevante. Ma insieme ai fattori socioculturali si ricorda l’importanza che ha l’autostima nella determinazione dell’immagine corporea che per sua natura è fluttuante, in base appunto all’immagine complessiva che ognuno ha di sé. Giancarlo Sarno IL CONSUMO DI LATTICINI, IL SOVRAPPESO E L’OBESITÀ: UNA REVISIONE SISTEMATICA DI UNA SERIE DI STUDI PROSPETTICI Dairy consumption and overweight and obesity: a systematic review of prospective cohort studies. Louie JC, Flood VM, Hector DJ, Rangan AM, Gill TP. Obes Rev. 2011 Jul;12(7):e582-92. Epub 2011 Apr 27. Gli autori hanno effettuato una revisione sistematica di un gruppo di studi prospettici al fine di esaminare la relazione tra il consumo di latticini e sovrappeso/obesità. La ricerca è stata effettuata su diciannove studi tratti dalla letteratura dal 1980 al 2010 ed è stata limitata a studi sugli uomini senza restrizione di sesso, età o etnia. Dei diciannove studi, dieci riguardavano bambini e adolescenti di età compresa fra 2 a 14 anni e nove coinvolgevano adulti dai 18 ai 75 anni. Otto studi (tre riferiti a bambini ed adolescenti e cinque riferiti ad adulti) hanno mostrato un effetto protettivo del consumo di prodotti lattiero-caseari sull’aumento di peso; uno studio ha riportato un significativo effetto di protezione solo tra gli uomini che erano inizialmente in sovrappeso; sette hanno segnalato nessun effetto. Un solo studio ha riportato un aumento del rischio di sovrappeso ed obesità (fra i bambini) e due hanno riportato diverse associazioni a seconda del tipo di latticini. Commento. Questa ricerca sembra essere la prima ad aver valutato la correlazione longitudinale tra il consumo abituale di latticini e il rischio di sovrappeso/obesità, attraverso una revisione sistematica della letteratura presente. I risultati mostrano che esiste qualche indicazione per ipotizzare un effetto protettivo, anche se ridotto, del consumo abituale di latticini sul rischio di aumento di peso a lungo termine. Tuttavia, i dati attualmente disponibili sono insufficienti per trarre delle conclusioni sufficientemente chiare. Il numero di studi presi in considerazione è troppo basso, le variabili presenti nei diversi studi considerati sono troppo eterogenee e non è stato possibile effettuare una metaanalisi dei dati. Amelio Marchi PROBLEMI NELL’IDENTIFICARE I PREDITTORI E I CORRELATI DELLA PERDITA E DEL MANTENIMENTO DEL PESO: IMPLICAZIONI PER LE TERAPIE SUL CONTROLLO DEL PESO BASATE SUL CAMBIAMENTO COMPORTAMENTALE Problems in identifying predictors and correlates of weight loss and maintenance: implications for weight control therapies based on behaviour change. Stubbs J, Whybrow S, Teixeira P, Blundell J, Lawton C, Westenhoefer J, Engel D, Shepherd R, McConnon A, Gilbert P, Raats M. Obes Rev. 2011 Apr 27. doi: 10.1111/j.1467789X.2011.00883.x. [Epub ahead of print] La presente review affronta un tema ampiamente dibattuto e ancora oggi oggetto di studi e ricerche: il problema della perdita e del mantenimento del peso perduto nelle persone con problemi di obesità. Quello che le ricerche degli ultimi anni hanno tentato di fare è stato di trovare predittori di perdita e mantenimento del peso, per poter migliorare le tradizionali terapie, i cui esiti sono ancora deboli. La review, ha selezionato, dalla letteratura più recente, le principali variabili individuate come predittori pre-trattamento di perdita e di mantenimento del peso e ha cercato di segnalare le problematiche metodologiche presenti negli studi che hanno valutato tali variabili. Emerge che, oltre a problemi relativi alla dimensione campionaria, alla eterogeneità nella definizione e alla misurazione degli outcome, la maggior parte dei predittori spiega solo una piccola porzione della variabilità dell’esito, cosicché gran parte della variabilità rimane non spiegata. La review conclude affermando che ad oggi i predittori della perdita e del mantenimento del peso sono pochi e che i modelli predittivi con i quali sono stati studiati sono deboli. Tuttavia, molte delle variabili individuate possono essere considerate importanti correlati del successo nel trattamento, anche se non predittori. Gli autori prospettano, da una parte di proseguire le ricerche sui predittori pre-trattamento, usando protocolli e disegni di ricerca sempre più rigorosi, dall’altra di strutturare modelli di trattamento che si differenzino sulla base delle esigenze individuali dei pazienti. Commento. Questo lavoro rappresenta una esaustiva e sapiente revisione della letteratura sul tema dei predittori di perdita e mantenimento del peso 17 perduto nell’obesità. Le problematiche riscontrate nei vari studi vengono chiaramente individuate e discusse e vengono proposti suggerimenti per migliorare le ricerche future. L’individuazione di “solidi” predittori di perdita e mantenimento del peso consentirebbe di orientare il trattamento comportamentale e psicologico e di migliorare gli esiti, ancora lontani dall’essere soddisfacenti. Simona Calugi MANTENIMENTO DELLA PERDITA DI PESO NEGLI ADOLESCENTI: SITUAZIONE ATTUALE E PREVISIONI FUTURE Maintenance of weight loss in adolescents: current status and future directions. Butryn ML, Wadden TA, Rukstalis MR, Bishop-Gilyard C, Xanthopoulos MS, Louden D, Berkowitz RI. J Obes. 2010;2010:789280. Epub 2011 Jan 2. Questa review esamina diversi approcci e modalità di trattamento dell’obesità negli adolescenti, focalizzandosi sui dati di efficacia a lungo termine (> 8 mesi). Sono stati presi in considerazione studi con approcci diversi, che includevano uno o più metodi, quali la modifica dello stile di vita, tipologie diverse di approcci dietetici, interventi sull’attività motoria, utilizzo di farmaci (orlistat), e studi che prevedevano l’uso di internet o del telefono per un contatto periodico. Intervenire sulla modifica dello stile di vita risulta essere efficace nel lungo termine, però non è chiaro se un tipo di alimentazione o un tipo di movimento possa essere più efficace di un altro. I pasti sostitutivi, che risultano abbastanza efficaci negli adulti, in questo caso necessitano di ulteriori studi. Trattamenti che combinano la modifica dello stile di vita con l’uso dell’orlistat, sembrano essere di poco più efficaci della sola modifica dello stile di vita. Commento. C’è poca ricerca nell’efficacia a lungo termine nel trattamento dell’obesità negli adolescenti. Pochi sono gli studi che se ne occupano in modo specifico, pochi i programmi dedicati a loro, e non è chiaro se programmi strutturati per bambini o adulti possano essere applicati a questa fascia di età con successo. Ad esempio, pensando all’efficacia che si ottiene nei programmi rivolti agli 18 adulti, si può ipotizzare che estendere la durata del trattamento per l’insegnamento di abilità atte al mantenimento del peso corporeo, possa essere una strategia valida per migliorare il risultato della terapia. Anche il contatto a distanza, con l’utilizzo di internet o del telefono, potrebbe essere una strategia importante da approfondire. Uno degli studi qui analizzati ne evidenzia già l’efficacia, essendo un metodo poco dispendioso in termini di tempo e costi, e trattandosi di canali di uso quotidiano per gli adolescenti. Sicuramente si necessita di più ricerca sull’argomento, per codificare strategie specifiche e mirate a questa fascia di età. Diana Soligo I BENEFICI DELLA QUALITÀ DI VITA CONCOMITANTI AI MIGLIORAMENTI METABOLICI IN UN PROGRAMMA PER LA PREVENZIONE DEL DIABETE MELLITO Benefits on quality of life concomitant to metabolic improvement in intervention program for prevention of diabetes mellitus. Cezaretto A, Siqueira-Catania A, de Barros CR, Salvador EP, Ferreira SR. Qual Life Res. 2011 May 3. [Epub ahead of print] Lo scopo dello studio è stato quello di verificare se un programma interdisciplinare sullo stile di vita permetteva di ottenere miglioramenti sulla qualità di vita e abbassava la frequenza di depressione e disturbo da alimentazione incontrollata (BED) in individui ad alto rischio di sviluppare diabete mellito (DM) tipo 2. Campione: 177 individui (18 e 79 aa) che presentavano condizioni prediabetiche (intolleranza al glucosio) o sindrome metabolica (in assenza di DM conclamato) e che vivevano nell’area metropolitana della città di San Paolo (Brasile) per un periodo di 9 mesi,. Queste persone sono state divise random in 2 gruppi: il primo è stato sottoposto ad un programma di cambiamento dello stile di vita “tradizionale”, mentre il secondo ad un programma “intensivo” che prevedeva, oltre al cambiamento delle abitudini alimentari, all’incremento dell’attività fisica e a 3 visite di controllo (come nel primo gruppo), anche visite individuali con un dietista, incontri di gruppo, materiale cartaceo con indicazioni sui cambiamenti per migliorare lo stile di vita e telefonate motivazionali con il personale del team (endocrinologo, psicologo, nutrizionista, educatore sportivo). Commento. Questo studio ha confermato l’ipotesi che un programma intensivo sullo stile di vita e l’approccio interdisciplinare in pazienti a rischio di sviluppare DM tipo 2 ottiene benefici sul profilo metabolico e miglioramenti nella qualità di vita rispetto agli interventi tradizionali. Importante sottolineare che il dropout maggiore in questo studio ha riguardato il gruppo che ha seguito il programma “tradizionale” (47%), questo può in parte dipendere dalla mancanza di un approccio psicologico. Ciò è supportato dalla riduzione di frequenza del BED riscontrata con l’intervento “intensivo”, ma non con quello “tradizionale”. È opportuno, comunque, osservare che il programma seguito in questo studio è stato adattato ad un sistema sanitario pubblico di un paese in via di sviluppo che ha risorse e mezzi limitati rispetto ai paesi industrializzati. Adolfo Fossataro, Stefania Rosi PATOLOGIE NEI GENITORI, ABUSO NELL’INFANZIA, E BINGE EATING IN UN VASTO CAMPIONE DI POPOLAZIONE Parental disorders, childhood abuse, and binge eating in a large community sample. Ericsson NS, Keel PK, Holland L, Selby EA, Verona E, Cougle JR, Palmer E. Int J Eat Disord. 2011 May 23. [Epub ahead of print] Allo scopo di studiare l’influenza della psicopatologia parentale, dell’abuso fisico e sessuale e di alcune variabili psico-sociali sui comportamenti di binge eating (BE), un vasto campione rappresentativo della popolazione generale americana è stato sottoposto ad un intervista complessa e strutturata. I risultati sono consistenti con le seguenti conclusioni: i comportamenti di BE dipendono dalla presenza di psicopatologia genitoriale sia direttamente che in modo mediato, attraverso una storia di abuso fisico o sessuale in età infantile. Inoltre un elevato livello socioeconomico attuale, ma una pregressa povertà ed il sesso femminile sono variabili che si associano indipendentemente al BE. Gli stessi autori sottolineano un’infinita lista di limitazioni dello studio: la scarsa numerosità dei BE rispetto al campione, l’assenza di variabili che certamente avrebbero influenzato il modello predittivo, l’attendibilità delle dichiarazioni dei partecipanti sugli episodi di abuso da parte dei genitori, la mancanza di accertamento della esistenza di psicopatologia tipo il Disturbo post traumatico da stress nei BE, che potrebbe aver agito quale modulatore della relazione tra abuso e BE, e così via. Commento. Lungi dal voler assicurare una spiegazione accettabile della complessità dell’interazione genetica-ambiente, questo studio, in realtà, non fa altro che complicare, se fosse possibile, ancor più, la ricerca su tale interazione. Complessa, quasi astrusa ai non addetti, risulta altresì la metodologia statistica, in barba al principio della necessaria semplicità e chiarezza cui la conoscenza scientifica dovrebbe inchinarsi. Il tutto, ovviamente ad un prezzo molto elevato. Vengono riportati, sia pure in modo incompleto, i costi dello studio, interamente pubblici: assolutamente astronomici se commisurati con le striminzite risorse nostrane. Certo se tali risorse venissero impiegate in modo un pò più razionale… In ultimo la conclusione finale (considerato dagli autori il più importante contributo dato alla conoscenza scientifica di questo studio!): si potrebbero evitare molti casi di binge eating riducendo gli abusi sessuali e fisici sui bambini: ci avreste creduto?! Antonino Faillaci COME AFFRONTARE LE PRESSIONI SOCIO-CULTURALI NELLA VITA QUOTIDIANA: RIFLESSIONI DI ADOLESCENTI AFFETTE DA DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE How to deal with sociocultural pressures in daily life: reflections of adolescent girls suffering from eating disorders. Gustafsson SA, Edlund B, Davén J, Kjellin L, Norring C. J Multidiscip Healthc. 2011 Apr 18;4:103-10. Il disturbo dell’alimentazione (DA) è vissuto dalle adolescenti come sensazione di controllo, surrogato di identità personale e mezzo per incrementare la fiducia in se stessi, insomma un modo per dare un senso alla propria esistenza. Inoltre, frequentemente, attraverso la malattia, le pazienti comunicano alle persone significative la propria richiesta di aiuto. Le modalità adottate per fronteggiare le pressioni socio-culturali dell’ambiente 19 Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso NOVITÀ - AIDAP, CON IL PATROCINIO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA, ORGANIZZA UN CONVEGNO GRATUITO DAL TITOLO: TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: PROGRESSI E SFIDE FUTURE 02 dicembre 2011, Sala Capitolare del Senato della Repubblica Italiana, Piazza della Minerva, 38 - Roma Sono previsti i crediti Ecm per le figure professionali di Medici, Biologi, Psicologi, Dietiste. Il convegno è a numero chiuso. Iscriviti al più presto! Programma del corso: MATTINA 09:00-09:30 Registrazione La ricerca 09:30-10:00 12:30-13:00 Strategie per affrontare l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo (Igino Marchi) 13:00-14:30 Pranzo POMERIGGIO I trattamenti dei disturbi dell’alimentazione basati sull’evidenza scientifica (Massimiliano Sartirana) 14:30-15:10 Terapia cognitivo comportamentale transdiagnostica: dati dall’Oxford Leicester - Verona trial (Riccardo Dalle Grave) Trattamento residenziale dei disturbi dell’alimentazione: progressi e sfide future (Riccardo Dalle Grave) 15:10-16:00 10:30-11:00 Terapia residenziale dei disturbi dell’alimentazione: dati dal Villa Garda Oxford trial (Simona Calugi) Caso clinico trattato con la terapia ambulatoriale (Elettra Pasqualoni e Massimiliano Sartirana) 16:00-16:30 Coffee Break 11:00-11:30 Coffee Break 16:30-17:20 Caso clinico trattato con la terapia ambulatoriale intensiva (Laura De Kolitscher e Marianna Pisano) Caso clinico trattato con il ricovero (Marwan El Ghoch e Maddalena Conti) 10:00-10:30 Lettura Magistrale Casi clinici Trattamento ambulatoriale 11:30-12:00 Strategie per affrontare la restrizione calorica e il recupero del peso (Elettra Pasqualoni) 17:20-18:10 12:00-12:30 Strategie per affrontare la restrizione dietetica cognitiva (Arianna Banderali) Iscrizioni al link: www.focuseventi.it/eventi/prenota-alimentazione.php3 Ricordiamo che i corsi non abilitano all’elaborazione di diete o piani alimentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale, in assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto disposto dalle leggi vigenti. Casa di Cura Villa Grada in cui viviamo, tipiche dei paesi occidentali, sono state categorizzati nelle seguenti: tendenza ad essere se stessi (sviluppo di una identità personale); capacità di fronteggiare le pressioni socio-culturali con l’adattamento e l’accettazione; presentarsi in modo positivo e allontanare una visione negativa o debole di sé. Le tre modalità vengono raccolte in forma di racconto attraverso la somministrazione di interviste aperte con adolescenti affette da DA. UNA RAPIDA RISPOSTA A DUE PSICOTERAPIE DI GRUPPO PER IL DISTURBO DA ALIMENTAZIONE CONTROLLATA HA UN EFFETTO PREDITTIVO SULL’ASTINENZA DALLE ABBUFFATE? Does rapid response to two group psychotherapies for binge eating disorder predict abstinence? Safer DL, Joyce EE. Behav Res Ther. 2011 May;49(5):339-45. Epub 2011 Mar 16. Commento. La descrizione delle caratteristiche relazionali dei soggetti affetti da DA che si propongono in questo studio non aggiungono nulla di veramente innovativo rispetto alle nostre conoscenze. La discrepanza tra ciò che si è e ciò che l’ambiente circostante ci impone di apparire agisce quale fattore precipitante dei DA e continuamente opera sminuendo ogni tentativo di adeguarsi agli standard, provocando riduzione dell’autostima e visione negativa di sé, favorendo il ricorso a comportamenti inadeguati di controllo del peso. Voler proporre una chiave di lettura utile ai fini terapeutici, sollecitando l’applicazione di psicoterapie quali la Terapia dialettico comportamentale, la sua integrazione con la Terapia cognitivo comportamentale allo scopo di pervenire ad un bilanciamento tra accettazione e cambiamento attraverso la riproposizione e ri-negoziazione degli standards può essere intrigante ma al più può spingerci a considerare utili studi clinici progettati ad hoc. Ci piace comunque riportare un’efficace affermazione di Piran contenuta nell’articolo: “Abbiamo bisogno di capire come i sistemi sociali modellino la vita delle donne e delle ragazze e realizzare che un’aspettativa di cambiamento individuale senza un corrispondente cambiamento sociale non è etico”. In questo studio vennero esaminate le conseguenze sull’astinenza dal binge eating disorder (BED) della risposta rapida a due psicoterapie di gruppo: la Dialectical Behavior therapy (DBT) e la Active Comparison Group Therapy (ACGT) (quest’ultima una psicoterapia “placebo”). Indipendentemente dal tipo di psicoterapia somministrata i partecipanti che sviluppavano una rapida risposta (RR) entro le prime 4 settimane avevano una maggiore probabilità di mantenere i risultati alla fine del trattamento (20 settimane) e, dopo un anno, una minore probabilità di drop out; una maggiore persistenza dei risultati dei RR rispetto ai non RR nella DBT ma non nella AGCT. Ugualmente evidente una riduzione degli outcomes secondari (miglioramento della psicopatologia specifica e della depressione) ma non del peso. Antonino Faillaci Commento. La terapia del BED presenta ancora più ombre che luci in relazione alla efficacia dei trattamenti proposti. In questo studio viene testata una psicoterapia (DBT) prevalentemente adottata per i disturbi di personalità ed adattata al BED con risultati che sembrano convincenti. Studi precedenti hanno messo in evidenza la superiorità dell’approccio CBT e tuttavia una variabile importante che in questo studio viene esaminata è costituita dalla rapidità della risposta al trattamento quale fattore predittivo di risultato a breve e lungo termine (un anno). D’altro canto simili considerazioni hanno condotto ad intensificare le prime fasi della terapia sia nella CBT-OB che nella CBT-MS. Future ricerche saranno necessarie per individuare i predittori di risposta rapida e le caratteristiche dei soggetti che potrebbero beneficiare di un approccio piuttosto che di un altro. Antonino Faillaci 21 PP 15a Edizione POSITIVE PRESS Il sistema qualità di Positive Press è certificato a norma ISO 9001:2000 con riguardo alla progettazione ed erogazione di corsi di formazione, convegni e corsi educativi su tematiche socio-sanitarie FIRST CERTIFICATE of PROFESSIONAL TRAINING in EATING DISORDERS and OBESITY MAGGIO 2012 - MARZO 2013, VERONA PREREQUISITO PER L’APERTURA DI UNA UNITÀ LOCALE AIDAP Corso annuale teorico-pratico nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità DA 15 ANNI MEDICI, PSICOLOGI E DIETISTI DA TUTTA ITALIA GIUNGONO A VERONA PER APPRENDERE LA TEORIA E LE TECNICHE PIÙ AGGIORNATE PER IL TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’OBESITÀ. OBIETTIVI 1. Fornire ai partecipanti le basi teoriche e gli aspetti pratici dei modelli di trattamento dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità, empiricamente validati da studi scientifici controllati e randomizzati, e dall’esperienza pluriennale dei più importanti clinici e ricercatori nel campo. 2. Formare degli esperti nei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità, che adottino modelli di trattamento sovrapponibili e riproducibili. 3. Creare una rete di esperti sull’intero territorio nazionale. A CHI È RIVOLTO - Soprattutto a medici, psicologi, psicoterapeuti, dietisti e biologi che abbiano intenzione di acquisire il know-how più aggiornato nella cura dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. ACCREDITAMENTO ECM - In fase di accreditamento per medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti. Nelle precedenti edizioni i crediti assegnati sono stati circa 90 per ogni figura professionale. PROGRAMMA DURATA DEL CORSO - Da maggio 2012 a marzo 2013. Sono previste 120 ore di training di cui 16 pratiche. Le ore teoriche saranno suddivise in due moduli alla fine dei quali i partecipanti dovranno sostenere un esame scritto per la verifica dell’apprendimento. Le lezioni si terranno, indicativamente, un week-end al mese, il venerdì dalle 10:00 alle 18:00 e il sabato dalle 9:0017:00 presso il Centro AIDAP in Via Sansovino 16, 37138 Verona. NUMERO DI PARTECIPANTI - massimo 30 iscritti. QUOTA DI ISCRIZIONE MODALITÀ FIRST (iscrizione annuale solo per il First Certificate) Euro 3600 + IVA 20% Euro 3000 + IVA 20% per studenti MODALITÀ FIRST+SECOND (iscrizione biennale comprende sia il First Certificate che il Second Certificate) Euro 5000 + IVA 20% Euro 4600 + IVA 20% per studenti È stata attivata una convenzione con UBI BANCO DI BRESCIA che consente di rateizzare l’intero importo dovuto tramite un finanziamento a tasso zero. Il finanziamento potrà essere accordato a seguito di una veloce istruttoria. Per le modalità operative si prega di contattare direttamente la segreteria organizzativa. I disturbi dell’alimentazione - I disturbi dell’alimentazione (definizione, quadro clinico, criteri diagnostici, psicopatologia, decorso, prognosi, terapie) - Teoria cognitivo comportamentale transdiagnostica multistep dei disturbi dell’alimentazione - Terapia ambulatoriale: fase di preparazione - Terapia ambulatoriale: fase 1 - Terapia ambulatoriale: fase 2, fase 3 - Terapia ambulatoriale: modulo bassa autostima nucleare, modulo perfezionismo - Terapia ambulatoriale: modulo intolleranza alle emozioni, modulo terapia della famiglia - Terapia ambulatoriale: modulo problemi interpersonali - Terapia ambulatoriale intensiva - Terapia residenziale - Terapia post-ricovero L’obesità - Obesità (epidemiologia, eziologia, complicanze mediche, complicanze psicologiche, benefici della perdita di peso) - Efficacia e limiti delle terapie (ostacoli biologici alla perdita di peso, analisi della ricaduta) - Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità: seduta 0 - Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità: moduli 1 e 2 - Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità: modulo 3 - Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità: moduli 4 e 5, modulo immagine corporea - Auto-aiuto e auto-aiuto guidato nell’obesità - Terapia residenziale dell’obesità Segreteria organizzativa Positive Press: Gloria Carli - tel. 045 8103932 - e-mail: [email protected] PP 1a Edizione POSITIVE PRESS Il sistema qualità di Positive Press è certificato a norma ISO 9001:2000 con riguardo alla progettazione ed erogazione di corsi di formazione, convegni e corsi educativi su tematiche socio-sanitarie SECOND CERTIFICATE of PROFESSIONAL TRAINIG in EATING DISORDERS and OBESITY novità UN INNOVATIVO CORSO AVANZATO DI FORMAZIONE SUL TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’OBESITÀ 2011 FOCUS DEL CORSO Il corso si svolge attraverso un’attività di supervisione di casi clinici dal taglio estramamente operativo e con una formula innovativa e non convenzionale. Il corso è individuale e prevede 12 incontri a cadenza mensile di supervisione di casi di pazienti affetti da disturbo dell’alimentazione e/o obesità. LE DATE DEGLI INCONTRI SONO CONCORDATE AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE. Stante la natura individuale e personalizzata di questo “Second Certificate” sarà possibile programmare l’inizio dell’attività di supervisione in qualsiasi mese dell’anno; da tale momento avrà inizio il corso che si svilupperà nell’arco di un intero anno. OBIETTIVI DEL CORSO 1) migliorare la fedeltà ai protocolli di trattamento appresi durante il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity; 2) apprendere le più moderne strategie e procedure terapeutiche per affrontare gli ostacoli incontrati nella pratica clinica con l’applicazione della CBT per i disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. REQUISITI PER LA PARTECIPAZIONE AL CORSO 1) avere già conseguito il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity; 2) registrazione audio di 12 sedute di casi clinici; 3) invio delle registrazioni su file a Positive Press all’indirizzo [email protected], entro il 10 di ogni mese; 4) un incontro individuale mensile (durata 60 minuti circa) di supervisione sulle sedute inviate direttamente in sede o tramite skype con un terapeuta specializzato in CBT dei disturbi dell’alimentazione e obesità. COSTI DEL CORSO Il costo del corso è di 2.000 euro + IVA È stata attivata una convenzione con UBI BANCO DI BRESCIA che consente di rateizzare l’intero importo dovuto tramite un finanziamento a tasso zero. Il finanziamento potrà essere accordato a seguito di una veloce istruttoria. Per le modalità operative si prega di contattare direttamente la segreteria organizzativa. SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: Gloria Carli, Positive Press - tel. 045 8103932 - fax 045 8102884 e-mail: [email protected] - sito web: www.positivepress.net 24