Forme e Significati della Dipendenza Corso di Psicologia Clinica dello Sviluppo Prof. Pasquale Chianura Dal concetto ‘evolutivo’ di dipendenza al concetto di patologia Dal punto di vista evolutivo la “dipendenza” è una posizione, una fase che il soggetto deve attraversare per portare a compimento i processi di individuazione e autonomizzazione del Sé Un attaccamento di tipo sicuro promuove sani processi di regolazione affettiva,permette al bambino di sviluppare capacità cognitive e simboliche fondamentali alla costruzione delle funzioni riflessive o facoltà di mentalizzazione Il meccanismo evolutivo della dipendenza(dipendenza sana) bilancia gli affetti e crea un equilibrio costante e dinamico tra senso di appartenenza e separazione La dipendenza sana nel corso del ciclo vitale Attaccamento e accudimento(fase infantile) Contenimento affettivo e relazionale attraverso il gruppo dei pari(fase adolescenziale) La mutualità di coppia e l’ attaccamento romantico(il legame adulto) La presenza della famiglia d’origine nei momenti di difficoltà e bisogno(la famiglia come base sicura) La presa in carico dell’anziano da parte dell’adulto(il rovesciamento dei ruoli) La dipendenza patologica o “dipendenza da sostituzione” nasce quando l’individuo non ha introiettato immagini relazionali positive,contenitive e gratificanti, quando non ha sviluppato un livello di autostima e di maturità tale da gestire autonomamente le necessità affettive La dipendenza come disfunzione dei processi di regolazione interni Il soggetto dipendente(adolescente/adulto)non presenta un serbatoio di risorse interne e vede in determinati oggetti o in determinati comportamenti l’unico modo per gestire ed alleviare tensioni conflittuali, mascherare insicurezze caratteriali, sperimentare identità parallele, competere in termini di prestazione,ribellarsi alle regole Le nuove forme di dipendenza(New Addictions o “Tossicomanie oggettuali”) evidenziano un dato clinico fortemente indicativo dal punto di vista della STRUTTURA dell’IDENTITA’ L’attaccamento morboso e ciclico all’‘oggetto’ svolge una “funzione riempitiva” del Sé Funzione “vitale” dell’ ‘oggetto’ vs Vuoto cronico e solitudine emotiva Otto Kernberg,in ‘Sindromi marginali e narcisismo patologico’ 1978’ “L’esperienza soggettiva del Vuoto rappresenta una perdita temporanea o permanente del normale rapporto del Sé con le rappresentazioni oggettuali, vale a dire con il mondo di oggetti interiori che fissa intrapsichicamente le esperienze significative con gli altri e costituisce una componente fondamentale dell’Identità dell’Io” Nei casi in cui la sensazione di “vuoto”è una sensazione cronica e persistente (funzionalità borderline) l’inclinazione compulsiva all’agire( “la dipendenza” )non riguarda un solo oggetto o una sola tipologia di comportamento ma investe la maggior parte degli ambiti di funzionamento/adattamento del sè Dinamiche della Dipendenza e Personalità La dipendenza da sostanze: droga e alcol La droga è una sostanza ( un ‘oggetto’) che permette di accedere ad uno stato psichico alternativo (la fuga dalla realtà, lo sballo) considerato straordinario e altrimenti irraggiungibile la sostanza come fonte di Benessere psichico e relazionale →Effetti empatogeni ed entactogeni← (l’individuo dice che la sostanza fa dimenticare i problemi, rende disnibiti, facilita la socializzazione,dà potere, fa sentire onnipotenti,aiuta a essere competitivi e dà ottime prestazioni) queste temporanee esperienze alimentano forti distorsioni cognitive: “ la droga è mia amica,mia alleata, l’unica ‘compagna’ in grado di farmi stare bene” L’oggetto esterno si interiorizza→ l’oggetto ‘esterno’ ‘potente’ diventa l’oggetto ‘ interno’ ‘potente’ ↓ Si perde progressivamente il controllo fino alla totale subordinazione ai meccanismi tossicomanici ↓ Sino a quando l’individuo non è costretto ad aumentare le dosi per ottenere lo stesso effetto eccitante ed euforizzante ↓ Legame circolare tra sofferenza e sostanza pensieri intrusivi e distruttivi Teorie sistemico-relazionali della tossicodipendenza Luigi Cancrini ha sviluppato una teoria che integra tre diversi punti di vista:la prospettiva individuale, le relazioni interne alla famiglia e le caratteristiche del consumo di sostanze Secondo questo modello psicopatologico esistono quattro tipologia differenti di tossicodipendenza, a seconda delle ragioni d’esordio(Cancrini,1982) La tossicodipendenza traumatica→ è sempre correlata a un evento improvviso e doloroso,morte e abbandono di una persona cara,perdita di un’amicizia,conflittualità dei genitori Tossicodipendenze di tipo reattivo a un evento che non si è riusciti ad elaborare La Tossicodipendenza di copertura →quel tipo di autocura adottata in sostituzione di problematiche a carattere nevrotico come disturbi fobici-ossessivi o psicosomatici La Tossicodipendenza di transizione →nasce per coprire o compensare gravi disturbi di personalità(doppia diagnosi) La Tossicodipendenza sociopatica →insorge in quegli individui affetti da disturbi sociopatici della personalità,abituati a risolvere i propri conflitti psichici attraverso l’acting out Focalizzando l’attenzione sulla famiglia si possono descrivere tre tipologie di “abbandono”(Cirillo,Berrini,Cambiaso,1996) L’abbandono dissimulato : una modalità di accudimento apparentemente ineccepibile, ma inadeguata sul piano sostanziale,con esperienze traumatiche trigenerazionali mai elaborate L’abbandono misconosciuto: i genitori sembrano perpetuare esperienze insoddisfacenti vissute all’interno della famiglia d’origine attraverso la strumentalizzazione dei figli all’interno delle disfunzioni di coppia,oppure attraverso l’occultamento del disagio relazionale L’abbandono agito: in questo caso sono presenti in altri membri della famiglia comportamenti antisociali e l’abbandono affettivo reale da una generazione alla successiva(le famiglie multiproblematiche) La dipendenza da alcol L’adolescente oscilla tra condotte abusanti di tipo esplorativo o occasionale legate al contesto sociale( lo sballo del week-end –il binge drinking-) a vere e proprie condizioni di dipendenza psicofisiologica Funzione inclusiva(l’essere accettato dal gruppo;trasgressione) Funzione di esclusione (danni alla propria salute,non possibilità di superare adeguatamente i processi di svincolo, negazione delle responsabilità della fase adulta) →Ambiguità dei messaggi a livello sociale e mediatico da una parte la società amplifica e stimola il consumo di alcol (“ il bere fa tendenza”), dall’altra ne evidenzia gli effetti distruttivi (omicidi stradali, stupri, atti vandalici,ecc) Correlazione età precoce- rischio maggiore sviluppo alcolismo e disturbi della condotta, disturbi di personalità in età adulta Diversamente da modalità di intervento tradizionali come l’astinenza, la terapia familiare è quella che maggiormente risponde alle esigenze del giovane:creare un luogo dell’ascolto,attribuire nuovi significati al sé e alle relazioni L’autolesionismo:una forma di……dipendenza Le condotte autolesionistiche quando avvengono in maniera ripetitiva assumono significati di ‘dipendenza’ ↓ il soggetto diventa dipendente dal gesto autolesivo, si identifica al punto tale da ruotare attorno ai benefici ‘emotivi’ che ne derivano I ‘cutters’ o i ‘burners’: persone che fanno del ‘tagliarsi’ e del ‘bruciarsi’ un tratto stabile della personalità Quali sono i meccanismi psichici che trasformano la lesione in piacere? Il ciclo emotivo del cutting Il soggetto autolesionista è invaso da un’angoscia molto profonda (il vuoto cronico): nei momenti che precedono l’azione lesiva è assalito da una rabbia incontenibile cui segue una condizione di depersonalizzazione(condizione dissociativa):la persona è passiva,non partecipe delle proprie azioni ed ha la sensazione di sentirsi irreale,estraneo a sé e al mondo circostante. L’individuo tenta di porre fine a tale stato psichico di “sospensione” tagliandosi. Il dolore fisico interrompe lo stato dissociativo e procura sollievo, calma e soddisfazione La lesione dà un equilibrio alle altalene emotive e protegge dalla paura di ‘impazzire’(di perdere il controllo della realtà) in quanto fa sentire l’individuo vivo( non annientato dal senso di ‘vuoto’ che destabilizza il senso dell’identità) →per cui il significato della lesione non è desiderare la morte ma lottare contro il senso pervasivo dell’angoscia per continuare a vivere Anche in questi casi si crea dunque un legame circolare e ricorsivo comportamento-dipendenza, ma riguarda livelli di sofferenza più profondi Melanie 16 anni. Da tre anni si procura ferite con la lama di un rasoio. Si brucia la pelle con le sigarette e incide parole e figure sulle braccia e sulle gambe. Vive in California. La madre di Melanie è la “sua migliore amica”. Il padre è “un tipo fantastico”. Una famiglia in realtà che è fatta di estranei intrappolati in un labirinto di emozioni: un padre che si nasconde nella sua stanza per evitare la sua famiglia;una madre che cerca di scusare il comportamento del marito- perché lavora tanto- e due figlie che condividono poco più che un debole per gli oggetti taglienti,lasciate sole nella loro ricerca di conforto e attenzione. Nella stanza di Melanie c’è in un angolo una valigia rossa. In essa la ragazza conserva le cose più care: una ciocca di capelli tinta di viola e tanti fogli stropicciati pieni di pensieri raccolti sin dalla quinta elementare. Tra questi anche una lettera scritta a Dio per chiedergli aiuto quando pensava di diventare pazza e su un foglietto spiegazzato una poesia “Questo dolore posso vederlo. Mi perseguita. Quando mi ferisco posso vedere da dove viene il dolore e guardarlo guarire. E posso facilmente curarlo. Questo dolore non ha un posto specifico.Va in giro e striscia in luoghi strani” Ma il suo corpo interviene prontamente a stanarlo. Con una lama. Jennifer simpatica newyorkese di 53 anni. Jennifer comincia a ferirsi a 21 anni,quando è incinta. Poco dopo aver litigato con la madre a proposito del nome da dare al bambino,mentre si sta depilando,ha improvvisamente l’impulso di farsi dei piccoli tagli sulle gambe. Tra i venti e i trent’anni Jennifer si taglia sempre più spesso. Diventa un vero e proprio rituale,capace di rilassarla “Portavo una lametta nell’agenda e a volte, al lavoro, andavo nel bagno delle donne a tagliuzzarmi un po’. Qualunque cosa pur di non esplodere. Era molto meglio che tenere tutto dentro” In apparenza Jennifer è spiritosa ed estroversa; in realtà vive uno stato di sofferenza continua. Gran parte di questa sofferenza è legata al rapporto con la madre, una donna rigida ed ipercritica, con cui ha un rapporto invischiante. Ogni volta che si scontra con lei, il dolore diventa rabbia incontrollata. Quasi tutti i sentimenti spiacevoli(paura,frustrazione,tristezza,abbandono)si trasformano dentro di lei in una furia così devastante da farle pensare ad un vulcano in eruzione. La ferita allora arriva come un’ancora di salvezza,su cui aggrapparsi per allentare la tensione insopportabile. Tanto che le sue braccia piene di cicatrici sono per lei come delle coperte patchwork: “L’autolesionismo è diventato con il passare degli anni una parte così fondamentale della mia vita che non ci penso più”. Per questo Jennifer continua a ferirsi da più di trent’anni ormai. La Dipendenza da prodotti tecnologici Tecnological Addictions→tutte quelle dipendenze comportamentali che hanno a che fare con l’interazione uomo-macchina,sia di tipo prevalentemente attivo,come nel caso del computer sia di tipo passivo come nel caso della televisione Mark Griffith(1998) sostiene che le dipendenze da prodotti tecnologici, tra cui Internet, condividono con le dipendenze da sostanze alcune caratteristiche essenziali: La dominanza (l’attività domina i pensieri e il comportamento del soggetto,assumendo primaria importanza sugli altri interessi, e provocando una compromissione dell’adattamento dell’individuo) Le alterazioni del tono dell’umore(l’inizio delle attività produce eccitazione o relax) La tolleranza(il bisogno di aumentare progressivamente l’attività per ottenere l’effetto desiderato) I sintomi di astinenza(il malessere psichico e/o fisico che si manifesta quando si interrompe o si riduce il comportamento) Il conflitto (sia interpersonale tra il soggetto e coloro che gli sono vicini, sia intrapsichico a causa del suo comportamento dipendente) La ricaduta(tendenza a ricominciare l’attività dopo averla interrotta) L’uso eccessivo e compulsivo delle tecnologie mediatiche causa importanti difficoltà socio-relazionali e affettive con scadimento della performance scolastica e lavorativa,fino ad arrivare a situazioni di chiusura pressochè totali ai rapporti esterni(Carretti, La Barbera,2001) Nei bambini e negli adolescenti questa forma di dipendenza è correlata all’incremento dell’aggressività L’Internet Addiction Disorder (dipendenza patologica da Internet o IAD)→ il soggetto rimane collegato alla Rete per ore ed ore, con una perdita totale della cognizione del tempo: questo comportamento è funzionale a contenere ansia,depressione,timidezza,insicurezza riguardo la propria immagine corporea e a ricercare approvazione,supporto sociale,senso di potere,soddisfacimento sessuale Fase I : la fase della Fascinazione Fase II: la fase della Disillusione(consiste nel distacco dalla rete, che perde di interesse in quanto non è più una novità allettante) Fase III: la fase dell’Equilibrio(caratterizzata da un uso di Internet responsabile e corretto) Lo sviluppo della patologia è legato alla prima fase,se non la si supera si va incontro ad una condizione di disagio Cognizioni disadattive (pensieri distorti riguardanti il sé e la realtà) “Mi sento bene solo quando sono collegato ad Internet” “Mi sento vuoto e inutile nella vita reale, ma nel mondo virtuale sono ‘qualcuno’ “ “Sono un fallimento al di fuori della rete” ↓ (vissuti di insicurezza,bassa autoefficacia,bassa autostima) “Internet è l’unico posto in cui vengo rispettato” “Nessuno mi ama al di fuori della rete” “Internet è il mio unico amico” (il Sè e l’Altro) La dipendenza da Internet e gli stati di dissociazione ↓ La trance dissociativa da videoterminale(Caretti,2000) Secondo l’autore l’abuso di Internet e delle sue applicazioni provoca alterazioni dello stato di coscienza, depersonalizzazione,personificazione di un’identità parallela L’assenza di vincoli spazio-temporali può indurre il soggetto a vivere un’esperienza simile al sogno, in cui si proiettano i propri vissuti e le proprie fantasie, rischiando di non riuscire a distinguere i due piani di realtà(quello reale e quello virtuale) La Dipendenza dal sesso: Sex Addiction Il dipendente sessuale instaura una relazione distorta, con le cose o le persone, in grado di modificargli l’umore ↓ una relazione attraverso la quale la persona allevia lo stress,fugge da sentimenti negativi e dolorosi,dalle relazioni intime che non è capace di gestire. La relazione sessuale diventa il bisogno fondamentale rispetto al quale tutto il resto viene sacrificato: ciclo di pensieri, azioni,sentimenti che il soggetto non riesce a controllare(Cantelmi,2004) Il dipendente si relaziona al sesso in maniera ossessiva : masturbazione,rapporti con persone anonime o con prostitute,esibizionismo,voyeurismo,pratiche di tipo sadomasochistico,strumenti sessuali,servizi erotici telefonici,materiale pornografico il dipendente rilascia la tensione e riduce l’ansia attraverso l’acting out sessuale L’euforia prodotta dall’atto sessuale dura tanto quanto il rituale sessuale, dopo di che subentrano pensieri negativi,disperazione,profonda vergogna,svalutazione,isolamento Racconto di un sessodipendente Sono un ragazzo di 30 anni:da molti anni soffro di una sorta di ossessione masturbativa che oggi scopro essere una malattia molto diffusa chiamata dipendenza sessuale. La mia vita sessuale è legata a compulsioni masochistiche che ho alimentato negli anni utilizzando giornaletti di settore. Successivamente ho in parte realizzato queste fantasie da solo,legandomi,giocando con mollette,realizzando fantasiose attrezzature per ‘punizioni’ da impartirmi e altre cose che vedevo sui giornaletti. Ad un certo punto ho fatto anche la scoperta delle droghe leggere e ho trovato che sotto il loro effetto mi era più facile la dissociazione e poi il raggiungimento erotico. Sotto le droghe una parte di me era aguzzino e una parte di me era vittima e le due interagivano tra loro. Infine ho scoperto Internet che mi permette tramite chat, di coinvolgere persone non al fine di incontrarle,ma di rendere le mie fantasie sempre più vicino al reale. Inutile dire che sono entrato in una forma di schiavitù vera,fatta da cerimoniali di voglie represse e altrettanti sensi di colpa per gli atti che turbano la mia vita affettiva e sessuale con la partner. Ho notato che se per un certo periodo mi astengo e poi faccio l’amore con la mia partner, il giorno dopo la voglia compulsiva è fortissima per cui mi dedico al mio rituale,anche perché sono contento di aver gratificato la mia partner per un po’ e quindi di poter tornare al mio gusto di sempre…. Quando arrivano degli agenti esterni,ansia,tensione(parte della giornata lavoro solo in casa) o altro, il masturbarmi rappresenta la via per assentarmi da me,dai miei problemi,anche solo per un momento che diventa molto più tempo, un comodo rifugio per riposarmi. Inutile dire la mia frustrazione non solo per il mio rapporto affettivo, ma per la mia persona…. La Dipendenza affettiva: Love Addiction La “droga d’amore” trova le sue origini in bisogni infantili inappagati non vi è una presenza protettiva interiorizzata Paura della separazione,dell’abbandono,della solitudine,della distanza Da adulti l’amore è parassitario e chiede l’assoluta devozione del partner ↓ Gli intossicati d’amore dipendono dagli altri per quanto concerne la cura di se stessi e la soluzione dei loro problemi,temono di essere respinti,non hanno fiducia nelle loro abilità Spinti da un disperato bisogno di sicurezza sono portati a pensare che operando a favore del compagno metteranno al sicuro il loro rapporto →aspettative non realistiche e continue richieste di conferme distruggono il rapporto Molte donne dipendenti affettive hanno subito abusi sessuali o maltrattamenti in età infantile→questo implica rapporti di sottomissione e passività in età adulta Caratteristiche della love addiction Il soggetto affettivamente dipendente cerca dosi sempre maggiori di presenza e di tempo da spendere insieme al partner. La sua mancanza lo getta in uno stato di prostrazione. Ha bisogno di manifestazioni continue e tangibili. L’altro è visto come l’unica forma di gratificazione della vita:il tempo trascorso con l’altro attesta l’esistenza del soggetto Perdita dell’Io: nella dipendenza affettiva vi è un alto rischio di ‘perdere se stessi’,la propria capacità critica e vedere l’altro come irrinunciabile nutrimento ↓ La dipendenza è percepita come un’esperienza speciale Lo shopping compulsivo A livello nosografico lo shopping compulsivo può essere incluso nei Disturbi di Personalità ossessivi-compulsivi→ La compulsività è la spinta a compiere un determinato comportamento che permetta di ‘anestetizzare’ il malessere interiore Il senso di vuoto descritto dai pazienti ricorda le caratteristiche del disturbo borderline di personalità: L’atto dell’acquisto è un atto “riempitivo” (introiezione dell’oggetto) La preoccupazione per lo shopping, la sensazione di urgenza e di attrazione verso gli oggetti da acquistare impediscono l’autosservazione e il monitoraggio del proprio stato emotivo ↓ il fenomeno della personificazione dell’oggetto “quel maglione era fatto apposta per me ….mi guardava aspettando solo che io lo comprassi” Il momento dell’azione è catartico,liberatorio e si prova una sensazione di piacere purtroppo momentanea,poiché subito dopo il soggetto è travolto dal senso di colpa Le cose acquistate perdono ‘valore’ conclusosi l’atto,ciò che conta è “sentirsi importanti” ( donare valore a se stessi) Annamaria ha 48 anni e vive da sola in una città del Sud. Da dieci anni si è separata dal marito. In seguito alla separazione la figlia ha deciso di rimanere a vivere con il padre da subito,mentre il figlio si è trasferito poco dopo. Annamaria dice di essersi sentita sempre molto sola. La sua infanzia e la sua adolescenza,come pure gli anni del matrimonio,non sono stati molto felici per lei. Lamenta di essersi sentita sempre sotto pressione per la richieste di tutti. Cerca di sfuggire a questa sensazione dolorosa e spiacevole mediante lo shopping compulsivo. Ha paura di non riuscire più a controllare la spinta allo shopping e che la situazione degeneri sempre di più. Negli ultimi quattro anni Annamaria ha speso 30.000,00 per vestiti e oggetti di altro genere .Durante un colloquio afferma “Poco tempo fa avevo a disposizione un po’ di denaro con cui ho potuto soddisfare sino in fondo la mia voglia di comprare vestiti. Finiti questi soldi ho iniziato a chiederne in prestito perché il mio conto era continuamente scoperto . Quando ho del denaro disponibile sento il bisogno impellente di spenderlo. Se, ad esempio dopo un acquisto mi rimangono 20£ nel portafogli non posso fare a meno di comprare qualche altra cosa. Subito dopo però mi sento come se non fosse cambiato niente nel mio umore e lo sconforto mi assale. Questa è la stessa situazione che vivo in relazione al cibo: “quando a casa ho una stecca di cioccolata già iniziata devo assolutamente finirla ma una volta che ho soddisfatto il mio desiderio di “riempirmi” di cioccolata mi sento vuota e triste” La Dipendenza da lavoro: Work Addiction La letteratura internazionale definisce la dipendenza da lavoro come un disturbo ossessivo-compulsivo che si manifesta attraverso richieste autoimposte,un’incapacità di regolare le proprie abitudini di lavoro ed un’eccessiva indulgenza nel lavoro sino all’esclusione delle altre principali attività della vita(Robinson,1998) “fare molto” per avere la sensazione di “valere molto” Si pensa che la predisposizione alla dipendenza da lavoro possa trovare spiegazione in modelli educativi e affettivi non simmetrici: l’amore dei genitori deve essere guadagnato portando risultati e ottimi rendimenti Dipendenza da lavoro→tentativo inconscio di cercare l’approvazione dei genitori